Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 10 Giugno 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 2
INTERPELLANZA 2013-02406
"BARRIERE ARCHITETTONICHE, ELIMINATE SOLO SULLA CARTA?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERTOLA ED APPENDINO IN DATA 27 MAGGIO 2013.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201302406/002, presentata in
data 27 maggio 2013, avente per oggetto:

"Barriere architettoniche, eliminate solo sulla carta?"

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Curti.

CURTI Ilda (Assessore)
Sarà una risposta tecnica piuttosto lunga, quindi se poi il Consigliere lo riterrà,
eventualmente, la discuteremo in Commissione.
La Legge del 1989, poi riportata in un Decreto del 2001, prevede che i progetti
relativi alla costruzione di nuovi edifici privati oppure a edifici interamente
ristrutturati, siano adeguati alle prescrizioni in materia di superamento ed
eliminazione delle barriere architettoniche.
La Città, indipendentemente dalla normativa, si è comunque da tempo concretamente
attivata per favorire la riduzione delle barriere architettoniche anche nelle parti della
Città consolidate, negli edifici realizzati antecedentemente alle norme.
A tal fine, quindi, c'è un'apposita disposizione normativa nel nuovo Regolamento
Edilizio della Città.
La prima versione del Regolamento Edilizio del 2004 prevedeva all'articolo 31 che
nei locali pubblici, o privati aperti al pubblico, in occasione di interventi edilizi
eccedenti alla manutenzione ordinaria, l'intera unità immobiliare fosse adeguata alle
norme tecniche di riferimento per la nuova edificazione.
In ragione di oggettive difficoltà, soprattutto nel tessuto storico e consolidato della
Città, in particolar modo quindi per interventi su edifici d'epoca o comunque
realizzati precedentemente alle norme nazionali in materia, il Consiglio Comunale
nel 2006 ha deliberato una modifica al Regolamento Edilizio che, tra le altre
modifiche, pur confermando il principio dell'adeguamento dell'intera unità
immobiliare in caso di interventi superiori alla manutenzione ordinaria, rimanda
concretamente alle norme previste per la ristrutturazione e non più alla nuova
edificazione.
In questi casi, infatti, il Decreto Ministeriale, per la ristrutturazione e non per la
nuova edificazione, ammette che in caso di dimostrata impossibilità tecnica,
connessa agli elementi strutturali e impiantistici, possa essere concessa una deroga
alle citate prescrizioni tecniche.
Questa facoltà, che dal 1989 è riservata al Sindaco, di valutare se esistono dimostrate
impossibilità tecniche è demandata al Dirigente.
Nel 2008, con deliberazione della Giunta Comunale, sono state approvate delle linee
guida finalizzate ad agevolare l'attività istruttoria e di verifica da parte degli Uffici
competenti delle richieste di deroga avanzate dai privati, che però costituisce un utile
strumento per una corretta progettazione degli interventi edilizi minori nei locali
aperti al pubblico, in modo da raggiungere la migliore soluzione possibile,
compatibilmente con la situazione di fatto.
Quindi, ai sensi delle vigenti norme in materia di Edilizia Privata, gli interventi
edilizi possono essere richiesti o presentati con numerosi procedimenti in relazione
all'entità delle opere previste.
I progettisti devono, sotto la loro responsabilità, fornire, oltre agli elaborati tecnici,
che evidenziano le soluzioni per garantire il rispetto delle norme, una relazione
specifica di accompagnamento e una Dichiarazione di Conformità degli elaborati alle
disposizioni di Legge.
Nel momento della verifica delle istanze di deroga, gli Uffici provvedono a
richiedere ulteriori e specifici elaborati dimostrativi a supporto del progetto.
Quindi, gli Uffici della Direzione Edilizia Privata, a cui competono tutte le verifiche
in materia di edilizia privata in ambito cittadino (sono oltre 12.000 pratiche annue),
istruiscono le numerose istanze, in deroga, che sono di solito connesse a interventi
minori su locali aperti al pubblico.
In relazione ai casi specifici, segnalati dall'interpellanza, si evidenzia che la nuova
farmacia, che è quella di via Guido Reni 109, risulta correttamente progettata ad
eseguire le opere, in particolare la rampa occorrente per l'accesso al locale ai disabili.
Gli aspetti connessi alla fruibilità dei marciapiedi, o degli spazi porticati pubblici,
rappresentano un tema di non semplice soluzione che coinvolge aspetti che risultano
quasi sempre fuori dalla reale possibilità di intervento sia degli operatori commerciali
sia spesso anche della Città.
Con riferimento, invece, all'esercizio di parrucchiere Evos, di via Filadelfia 225, si
segnala che a seguito di un esposto è stato eseguito un sopralluogo da parte del
Servizio di Vigilanza Edilizia il 4 aprile 2013, nel quale si è riscontrato che le opere
realizzate risultano conformi ai progetti depositati e che l'accessibilità viene garantita
mediante un percorso esterno al locale con accesso all'androne carraio e al cortile
interno con un campanello di chiamata per l'assistenza correttamente posizionato e
non risulta presente alcun impedimento all'ingresso dal cortile, come risulta dalla
documentazione fotografica in allegato.
Le violazioni alle norme introdotte dal Regolamento Edilizio sono sanzionabili ai
sensi dell'articolo 68 del Regolamento con un minimo pari a 1.032,00 Euro. Nel caso
di reiterazione, l'importo è soggetto a maggiorazione del 25%, fino al
raggiungimento del massimo possibile che è 2.582,00 Euro, con applicazione delle
disposizioni per il pagamento previste dalla Legge del 1981.
Nel corso del 2012, mi segnalano gli Uffici, non sono state ancora erogate sanzioni
relative a questa violazione.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Ringrazio per la risposta.
Chiederei se possiamo avere copia anche del dossier tecnico, così possiamo
esaminarlo anche con le persone che hanno collaborato con noi alla stesura di questa
interpellanza e che hanno la conoscenza più diretta delle norme tecniche.
Il tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche è molto importante per una
Città che vuole essere a misura dei disabili in carrozzina e quando ho cominciato ad
interessarmi e mi hanno segnalato questi casi, mi sono molto stupito di scoprire che
siamo in questa situazione, in cui l'abbattimento viene fatto dal progettista che
ristruttura il negozio o l'esercizio commerciale, viene certificato dallo stesso
progettista o proprietario dell'attività e sostanzialmente poi nessuno va a vedere se
quanto è stato dichiarato corrisponde, a meno che non arrivi l'esposto.
Per cui, già c'è questo fatto di cui bisogna fidarsi (e capisco che sia impossibile
mandare una persona a controllare tutti questi interventi), però il fatto che
sopravvivano in giro un numero considerevole, da quello che ho visto, di casi in cui
poi l'abbattimento non è stato realizzato, vuol dire che forse qualche riflessione
dobbiamo farla, magari anche velocizzando, semplificando la procedura per cui
quando arriva una segnalazione noi andiamo a vedere, e così via.
Il fatto che nel corso del 2012 non sia stata fatta neanche una multa su questo tema,
magari è anche meglio, nel senso che, mettendomi nei panni del proprietario del
negozio, se arrivasse il Vigile e mi dicesse che ho lasciato il gradino dove non
dovevo, troverei più logico che mi dicesse: "Ti do 2 mesi per metterti a posto",
piuttosto che: "Ti do 2.500,00 Euro di multa". L'obiettivo, ovviamente, non è fare
cassa, ma risolvere il problema.
Visto che per i micro-gradini di 3 centimetri dovrebbe esserci la rampa e di queste
situazioni ce ne sono parecchie (nell'interpellanza ce ne sono due, ma sono stati
segnalati diversi altri casi), qualche problema di efficacia di tutto questo meccanismo
ce l'abbiamo sicuramente. Già è un po' assurdo, onestamente, che ci siano delle
regole sull'accessibilità e poi che ci siano delle deroghe con delle regole per avere la
deroga e per fare le cose in deroga.
Posso capire che si sia partiti forse con un obiettivo molto alto di abbattimento da
parte del Legislatore e poi si sia tornati un po' più sulla Terra, visti anche i "chiari di
luna" economici dell'ultimo periodo, però prima o poi bisognerà pur arrivare
all'accessibilità, in modo che qualunque cosa venga progettata sia accessibile e non
"sarebbe" accessibile, "sarà" accessibile in differita o se poi serve sarà resa
accessibile.
Venendo allo specifico, ad esempio, il primo caso segnalato della farmacia è molto
interessante, perché capisco la difficoltà, in quanto la farmacia in sé è accessibile,
però dà su un marciapiede che sta dentro un portico che ha 3 gradini che lo separano
dalla strada. Arriviamo, quindi, nel regno delle competenze, perché la farmacia dice:
"Io sono accessibile fino alla mia soglia", la Città dice: "Il marciapiede - non so se
quello sia privato o se sia della Città - non è di mia competenza", il condominio
probabilmente non viene coinvolto in queste pratiche e alla fine nessuno rimuove
quei 3 gradini; tra l'altro, la loro rimozione non comporterebbe nemmeno una spesa
così folle, al di là di chi sia la competenza della spesa.
Succede, come si dice, che: "L'operazione ha avuto successo, ma il paziente è
morto"; in questo caso l'operazione ha avuto successo, però di fatto la farmacia
continua ad essere inaccessibile. Oltretutto, è una farmacia, quindi anche un esercizio
che dovrebbe avere un'accessibilità particolare per la sua importanza sociale.
Credo, quindi, che ci sia effettivamente da fare un po' una riflessione su questo tema,
su come forse migliorare ancora i risultati che riusciamo ad ottenere in pratica e
quindi verificare che quello che sulla carta è accessibile, lo sia veramente e verificare
cosa fare in queste situazioni in cui, probabilmente, tutte le norme, le deroghe e i
permessi sono stati rispettati, ma alla fine il risultato è che l'esercizio commerciale
non è accessibile.
Non so se vogliamo mandarla di nuovo in Commissione, dove peraltro abbiamo
parlato già un paio di mesi fa. Possiamo anche magari discuterne. Se adesso vuole
darmi la relazione tecnica, ne parlo e vediamo magari con il Presidente della
Commissione, se schedularla. Questo, forse, può essere un percorso migliore.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
L'interpellanza si conclude con la consegna della relazione da parte dell'Assessore
direttamente all'interessato.
L'interpellanza è discussa.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)