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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di mozione n. mecc. 201302085/002, presentata dal Presidente Ferraris e dai Consiglieri Levi, Nomis, Paolino, Lo Russo, Altamura, Porcino, Ventura, Viale, Centillo, Carretta, Onofri, Dell'Utri, Moretti, Levi- Montalcini, Grimaldi, Genisio, Cassiani, Muzzarelli, Curto, Scanderebech, Alunno e Mangone in data 8 maggio 2013, avente per oggetto: "Accorpamento emendamenti deliberazione ( mecc. 201301656/064) 'Approvazione aggiornamento governance, nuovo Statuto e relative modifiche ai patti parasociali relativi ad IREN S.p.A. e provvedimenti conseguenti'". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio "Oggetto: 'Accorpamento emendamenti deliberazione (mecc. 201301656/064) 'Approvazione aggiornamento governance, nuovo Statuto e relative modifiche ai patti parasociali relativi ad IREN S.p.A. e provvedimenti conseguenti'' presentata dal Presidente Ferraris - quindi l'ha presentata lei, Presidente - ed altri Consiglieri in data 8 maggio 2013. Il Consiglio Comunale di Torino, ai sensi degli articoli 38 e 40 del Regolamento del Consiglio Comunale, decide di procedere alla discussione ed alla votazione delle proposte di emendamento e subemendamento presentate alla deliberazione (mecc. 201301656/064) di cui all'oggetto, sulla base dei seguenti accorpamenti: - oggetto: dall'emendamento 1 all'emendamento 10 compreso; - narrativa: dall'emendamento 11 all'emendamento 2352 compreso; - dispositivo: dall'emendamento 2353 all'emendamento 3094 compreso, esclusi gli emendamenti 2711 e 2787;". Chiederei poi ai presentatori (magari a lei, Presidente) di spiegare come mai questi emendamenti sono esclusi. Dato che lei ha firmato la mozione di accorpamento, magari ci dirà per quale motivo alcuni emendamenti sono stati esclusi dall'accorpamento. "- dispositivo: dal subemendamento 1 al subemendamento 99 all'emendamento 2711; - allegato: art. 1: dall'emendamento 3096 all'emendamento 3099;". Presidente, faccia rispettare il silenzio, per favore. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Per cortesia, se potete andare a parlare fuori dall'Aula, perché il Consigliere Ricca sta intervenendo. Prego, Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio "Art. 2: dall'emendamento 3100 all'emendamento 3105; art. 3: dall'emendamento 3106 all'emendamento 3110; art. 4: dall'emendamento 3111 all'emendamento 3157; art. 5: dall'emendamento 3158 all'emendamento 3167; art. 6: dall'emendamento 3168 all'emendamento 3196; art. 7: dall'emendamento 3197 all'emendamento 3199; art. 8: dall'emendamento 3200 all'emendamento 3204; art. 9: dall'emendamento 3205 all'emendamento 3209; art. 10: dall'emendamento 3210 all'emendamento 3237;". Presidente, questo brusio è davvero insopportabile! FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Per cortesia! Io comunque riesco ad ascoltarla. RICCA Fabrizio Sì, ma il brusio in Aula è davvero... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Per cortesia! Continui il suo intervento, Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio "Dall'emendamento 3244 all'emendamento 3247; dall'emendamento 3248 all'emendamento 3249; art. 16: dall'emendamento 3252 all'emendamento 3256; art. 17: dall'emendamento 3257 all'emendamento 3258; art. 18: dall'emendamento 3259 all'emendamento 3276; art. 20: dall'emendamento 3406 all'emendamento 3409; art. 22: dall'emendamento 3414 all'emendamento 3417; dall'emendamento 3423 all'emendamento 3425; art. 25: dall'emendamento 3426 all'emendamento 7468...". FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La invito a concludere il suo intervento. RICCA Fabrizio "...escluso l'emendamento 3438". Presidente, mi auguro che, poi, ci spiegherà per quale motivo questo emendamento è stato eliminato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Sto aspettando l'inammissibilità dagli Uffici per poterle spiegare i problemi che ci sono stati con alcuni emendamenti che avete presentato. Ricordo che un Consigliere per Gruppo ha 5 minuti e gli altri hanno a disposizione 3 minuti. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Questa è una mozione di accorpamento, per cui vorrei anche ricordare quali sono i passaggi che hanno portato a determinare questo accorpamento e, peraltro, si tratta di un accorpamento che si è svolto secondo modalità un po' rocambolesche, soprattutto per quel che riguarda l'orario e anche la ricerca delle firme necessarie. Normalmente l'accorpamento si fa come controrisposta ad un atteggiamento ostruzionistico rivendicato da questa opposizione; mi auguro che venga confermato da tutte le forze politiche e posso dire che per Fratelli d'Italia sarà di sicuro così. Vorrei ricordare il motivo per cui la stiamo discutendo adesso: di fronte ad una maggioranza che continua ad avere le idee un po' confuse sulla questione IREN ed in generale sulle strategie da mettere in campo sulle municipalizzate torinesi, per poter depositare la mozione di accorpamento (che doveva essere sottoscritta, firmata e registrata entro un'oretta) in realtà le firme necessarie sono state raggiunte addirittura in serata. Questo, obiettivamente, secondo un procedimento che la dice lunga sulla idee confuse di questa maggioranza e sul suo pesante frazionamento sulla linea da tenere rispetto a questa tematica fondamentale e nodale per la Città di Torino. La dice lunga addirittura su come i procedimenti che hanno portato a trovare le firme necessarie non si siano delineati rispetto ad un chiarimento sulla linea politica - che continua ad essere una chimera per il centrosinistra che amministra la Città di Torino -, bensì sulla base di dinamiche relative ad equilibri di potere, a poltrone, a puntini e strapuntini interni alla maggioranza stessa, che di sicuro hanno poco a che vedere con gli interessi dei torinesi e con le linee strategiche fondamentali per un rilancio di Torino e del suo ruolo nell'esercizio e nell'erogazione dei servizi. Questa sarà una lunga giornata; una giornata in cui ognuno di noi approfitterà del massimo del tempo a sua disposizione da Regolamento, chi leggendo, chi cercando di argomentare a braccio, per cercare di sottolineare quali sono le ragioni di contrarietà che hanno determinato questo ostruzionismo, ovvero una riforma della governance dello Statuto che parte da presupposti di rafforzamento strategico del ruolo di Torino e, quindi, in ragione delle sue quote di partecipazione nell'ambito della multiutility IREN e che si scontra poi, a trattativa ormai inoltrata (potremmo dire quasi conclusa, da parte della Giunta Fassino, con il Vicesindaco Dealessandri, nei confronti dei loro omologhi delle altre Amministrazioni socie di questa multiutility), con lo scoglio di un indirizzo a sorpresa, di ritiro invece di questa disponibilità e, invece, la novità di un mandato di vendita di queste quote, secondo una valutazione sulla strategicità delle quote stesse e della presenza in questa multiutility. Una valutazione che la Sala Rossa ha dato con grande precisione e nettezza e che io mi auguro non fosse dettata meramente da ragioni strumentali di equilibri interni alla maggioranza, perché avrò molte occasioni oggi di ribadire che, se c'è una valutazione di uscita, di richiesta di exit strategy da IREN rispetto alle quote di partecipazione del Comune di Torino, non ha alcun senso ratificare una riforma che vada invece a pretendere una maggiore centralità nella misura in cui si tratta oggettivamente di una contraddizione in termini. Questo lo dico, perché il Sindaco ha ripetuto che c'è modo e modo di vendere e io su questo gli do anche ragione; peccato che lo stralcio del Piano industriale, che è stato portato dal Capogruppo Lo Russo addirittura con una proposta emendativa e quindi con una richiesta di questa Sala Rossa, in realtà va a sottolineare ulteriormente e a confermare ancora una volta che la proposta di deliberazione che stiamo andando a votare e che, quindi, dovrebbe concretizzare il nostro ruolo di controllo e di indirizzo politico rispetto al merito dell'erogazione del servizio e quindi anche del Piano industriale con il quale questo servizio andrà erogato, oggettivamente, non ha più nulla a che vedere con questa deliberazione. Quindi, in questa deliberazione si tratta solo di capire a chi va quale poltrona e con quale potere di indicazione e quale poltrona, indicata da chi, avrà quale potere nel futuro di questa azienda. Quindi, è quello che abbiamo denunciato sin dall'inizio, ovvero una lotta di potere, una lotta di equilibri, frutto e figlia anche di un sistema di apparato politico, che un tempo era di sicuro più solido e che, negli anni, ma verrebbe da dire negli ultimi mesi, è andato veramente putrefacendosi, neanche atomizzandosi, cioè proprio un disfacimento, non una divisione, con tutte le conseguenze di balcanizzazione anche degli apparati di potere che questo sistema politico del centrosinistra va ad indicare. Non voglio abusare dei minuti, perché le occasioni saranno molte, per cui continuerò successivamente il mio intervento. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Prima di dare la parola a chi l'ha chiesta, volevo comunicare che i circa 350 emendamenti a firma della Lega Nord non sono stati inseriti nell'accorpamento, perché sono stati considerati inammissibili. Il motivo è che gli emendamenti, così come formulati, non consentono l'identificazione univoca della parte di deliberazione a cui si riferiscono. Hanno chiesto di intervenire, nell'ordine, i Consiglieri Lo Russo, Carbonero, Liardo e Tronzano. La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Intervengo solo per interrompere temporaneamente l'ostruzionismo delle forze di minoranza e per ribadire ai Colleghi della Lega Nord che, alla luce dell'esame che abbiamo fatto degli atti presentati in accompagnamento alla proposta di deliberazione e nello spirito che, per quanto riguarda la maggioranza, noi stiamo al merito di quello che viene proposto e non certamente alla sigla partitica di chi propone le questioni, ribadendo una linea di comportamento che abbiamo avviato all'inizio del mandato e abbiamo mantenuto in questi anni, ribadiamo che, se loro ritenessero di assumere un atteggiamento realmente costruttivo sul merito della deliberazione all'oggetto, che è una deliberazione molto importante, siano disponibili a votare favorevolmente, consentendo l'approvazione della proposta di mozione di accompagnamento. È chiaro che, a fronte di questa apertura, che, come forze di maggioranza, ci sentiamo di dare, ci attenderemo ovviamente un cambio di atteggiamento rispetto all'ostruzionismo che, già nell'avvio della discussione di questa sera, avete iniziato a sviluppare, ribadendo la sollecitazione a discutere con noi nel merito delle questioni e impedendo di procrastinare la durata della serata su argomenti che ovviamente nulla hanno a che vedere con la questione della deliberazione. Per cui, ovviamente questa proposta di mozione sarà votata in coda... FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Può ripetere la proposta, perché alcuni Capigruppo sono... LO RUSSO Stefano Penso che la conoscano i Capigruppo. Per cui, ovviamente questa proposta di mozione sarà votata in coda come tutte le mozioni di accompagnamento; qualora l'atteggiamento della Lega Nord mutasse in corso di seduta e decidesse di stare sul merito della deliberazione, noi, ovviamente, leggendo l'atto, non abbiamo nulla in contrario a consentire l'approvazione della mozione medesima, anche esprimendo voto favorevole, a partire dal sottoscritto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) C'è un'iscrizione di interventi, però, essendo in replica, consentiamo prima al Consigliere Ricca di intervenire. Prego, Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Grazie, Presidente. Noi, fin dall'inizio di questa discussione, abbiamo posto la nostra linea di indirizzo fondamentale per quello che sarà poi l'esito di questa deliberazione. Noi siamo disposti, viste le dichiarazioni del Capogruppo del Partito Democratico di dare voto favorevole alla nostra mozione, che per noi è un passaggio fondamentale nel cambio della governance di IREN, a ritirare quello che è l'ostruzionismo da noi prodotto su questa deliberazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Il Consigliere Carbonero rinuncia ad intervenire. La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Io non ho interpretato bene l'atteggiamento del Partito Democratico rispetto alla proposta che noi del PdL facemmo nello scorso Consiglio... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non importa, anche le persone dure di comprendonio, Consigliere Viale, durante la notte poi magari riescono a svegliare i propri istinti e capire quello che lei ha già capito in tempi non sospetti. Poi, passi pure tutta la notte a disturbarmi, anzi, mi aiuta a consumare il mio tempo. Perciò, il suo ruolo lo deve applicare fino in fondo. Non ho capito l'atteggiamento del Partito Democratico. Perché? Perché da una proposta che veniva fatta dal mio Gruppo, anzi, dal Gruppo del PdL, che era sicuramente più conciliante rispetto alle posizioni del Sindaco - così è stato ribadito più volte dal Capogruppo Tronzano -, si sia fatta una scelta che andava nella direzione di una proposta fatta dalla Lega Nord. Io questo sinceramente non riesco ad interpretarlo. O c'è, da parte della maggioranza, una forma contraria rispetto al pensiero del Sindaco, o c'è qualcosa che non riesco a quadrare. Adesso, visto che ho consumato metà del mio tempo, volevo solo leggere un attimo gli articoli all'interno di questo accorpamento, ossia partendo dall'articolo n. 26, dall'emendamento n. 7469 all'emendamento n. 7473. Articolo n. 27, dall'emendamento n. 7474 all'emendamento n. 7486. Articolo n. 28, dall'emendamento n. 7487 all'emendamento n. 7515. Passando poi per l'articolo n. 29, dall'emendamento n. 7516 all'emendamento n. 7526. Ci fermiamo quasi all'articolo n. 30, partendo dall'emendamento n. 7527 all'emendamento n. 7529. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La ringrazio, Consigliere, per il rispetto del tempo. La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Naturalmente, rivolgendomi al Sindaco e all'Aula, non siamo contenti di fare un ostruzionismo così importante come faremo questa sera e questa notte, però c'è un interesse superiore, che è quello della città, che ci obbliga a fare così. Noi riteniamo di avere una posizione politica chiara; riteniamo di avere espresso tutto quello che potevamo esprimere a supporto di una strategia che porta alla riduzione del debito pubblico, che, ricordo a tutti, è sempre - non è cambiato tanto rispetto all'altro anno - 3,5 miliardi di Euro. Oltre a questo, posso aggiungere - e lo dico al Vicecapogruppo Paolino presente in Aula - che il consolidato, che partirà probabilmente nel 2014, comprenderà anche quello che oggi per definire i nostri debiti è escluso, cioè il debito che è in capo ad IREN, per esempio. Questo debito consolidato, lo ricordo a tutti, è di 7 miliardi e 800 milioni di Euro, quindi sostanzialmente raddoppia. Io credo che, per responsabilità e non per interessi di parte o per interessi elettorali o per interessi di sindacato, occorra a tutti i costi andare nella direzione delle dismissioni. Quello che noi abbiamo proposto credo che sia assolutamente ragionevole; abbiamo detto di superare il 51% di dominio pubblico all'interno di IREN, perché riteniamo che IREN e il settore energia sia strategico, ma altrettanto non sia maturo per identificare una quota di vendita, perché oggettivamente non possiamo pretendere di vendere il 50% di IREN quando non sappiamo ancora dove l'energia andrà, quando - lo ripeto - lo stesso Presidente degli Stati Uniti ha iniziato ad investire sull'ambiente soltanto due anni fa; noi dobbiamo essere consapevoli che il settore dell'energia è un settore che porterà, nel prossimo futuro, una modificazione del quadro anche industriale significativa e quindi dobbiamo essere ancora in condizione di detenere una gran parte delle quote di IREN, ma dobbiamo superare il tabu del 51%. Questo argomento è stato accettato dalla maggioranza e la stessa maggioranza ha applicato, all'interno di una sua mozione, questo indirizzo, però non fa altrettanto per un'altra partecipata, che aveva messo in vendita l'anno scorso, che era stata venduta per 70 milioni di Euro, che aveva ricevuto un'offerta ritenuta non sufficiente e che avrebbe dovuto continuare ad andare in quella direzione. Il sottoscritto, allora Capogruppo, come oggi, durante la discussione sulla deliberazione delle dismissioni delle partecipate, disse al Sindaco Fassino di aver fatto finalmente una deliberazione liberale, finalmente una deliberazione in cui si rendeva conto dello stato di attuazione delle casse del Comune di Torino ed era la deliberazione giusta che andava nella direzione giusta, quella della dismissione dell'azienda dei servizi pubblici a rilevanza industriale. Oggi questa politica, nonostante le affermazioni del Sindaco stesso in Aula, è stata sconfessata dalla sua maggioranza per interessi, secondo me, soprattutto e specificamente elettorali, non certo interessi di indirizzo politico predeterminato, e soprattutto senza avere in testa che il debito pubblico di questa Città è di 3,5 miliardi, così come nel 2012. Io non so quanto vorrete cercare di andare o quanto vorrete cercare di ridurre questo debito, ma sicuramente l'audizione che abbiamo avuto recentemente, cioè non più di mezz'ora fa, con i disabili motori e visivi e tutta una serie di altre operazioni, che purtroppo offuscano l'orizzonte dei servizi a favore dei cittadini di questa città, credo debba far pensare a ciascuno di voi quanto sia necessario dismettere le partecipate. Quando io ho un debito importante, tanto quanto quello della Città di Torino, non vendo il mio orologio, perché non mi è sufficiente per coprirlo, ma vendo con coscienza, con buonsenso, nei tempi giusti, nelle modalità giuste, le partecipate che oggi sono il vero fulcro della politica sostanzialmente fallimentare - lo ripeto - degli ultimi 30 anni del capitalismo municipale. Noi non vogliamo che si venda IREN pronti e via al 100%, non ci interessa questo ragionamento, vogliamo superare il tabu del 51%. Sui servizi pubblici, invece, riteniamo che anche vendere fino al 100% delle quote di GTT sia un fattore importante per la Città, perché consente di avere finalmente il rispetto di quel principio di concorrenza che, secondo noi, è fondamentale. Quindi, tra virgolette, perdonatemi la volgarità, vi "beccherete" questo ostruzionismo, in quanto voi maggioranza, voi Consiglieri, avete sconfessato il vostro Sindaco sulle politiche giuste che, a mio giudizio, stava portando avanti sulla questione delle dismissioni delle partecipate, per interessi che non sono per gli interessi superiori della Città, ma sono interessi, a mio giudizio, elettorali. Io, pertanto, stigmatizzo questo aspetto e ci prenderemo tutto il tempo necessario all'interno di questa giornata, di questa nottata, fin quando durerà il numero legale, per far capire al Capogruppo del PD che, votando la nostra mozione, voterebbe una cosa di buonsenso, che darebbe finalmente alla Città una prospettiva non a medio termine, ma finalmente a lungo termine. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Greco Lucchina. GRECO LUCCHINA Paolo Il mio Capogruppo ha già sostanzialmente chiarito la nostra posizione. Il Popolo della Libertà non è avvezzo, non lo è stato in questi 2 anni di Consiliatura, all'ostruzionismo più becero. Oggi ci troviamo costretti a farlo; ci troviamo costretti nonostante la proposta del Capogruppo del Partito Democratico Lo Russo - che, purtroppo, non vedo in Aula -, che, in qualche modo, con i suoi ultimi colpi di coda tenta di irretire le forze di minoranza e lo fa - mi dolgo di questo - nei confronti della Lega Nord che dimostra avere un atteggiamento remissivo oggi in Aula, ritirando ovviamente il suo ostruzionismo. Io credo che, comunque sia, se siamo qui oggi ad avere questo tipo di atteggiamento è perché probabilmente non si è esaurita quella doverosa discussione, che probabilmente abbiamo solo iniziato, che è quella che riguarda evidentemente le dismissioni patrimoniali, tanto utili per risanare questo Bilancio. Il mio Capogruppo lo ha detto; nella nostra mozione c'era un tentativo preciso nell'impegnativa, che era quello di valutare, di volta in volta - ovviamente avendo ben chiaro che il fine ultimo è la massima valorizzazione per la Città - quali potessero essere le dismissioni patrimoniali considerate intanto non strategiche e, soprattutto, utili per risanare il Bilancio di questa Città. È stato lo stesso Sindaco, nei suoi interventi degli ultimi due Consigli Comunali, a fare per esempio riferimento alle Farmacie Comunali, ma anche a SITAF, spiegandoci che su SITAF il problema derivava dal fatto che le quote dovessero essere vendute evidentemente al socio pubblico e quindi Provincia di Torino, piuttosto che ANAS, piuttosto che Cassa Depositi e Prestiti. Poi, però, nelle riflessioni di queste dismissioni mi è anche venuto in mente che ci sono dei soci che possono essere considerati parapubblici, nel senso che hanno maggioranza di capitale pubblico. E allora le indiscrezioni, per esempio la Ceva- Garessio-Albenga. Non più... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Bene, Sindaco, allora magari informalmente avremo modo di chiarire questo passaggio. Queste sono solo indiscrezioni, uscite peraltro nell'ultimo numero di "Panorama", quindi sarebbe interessante approfondire questa discussione. Credo che ci sarà modo di intervenire ulteriormente, quindi non voglio approfittare del tempo. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio L'atteggiamento che terremo quest'oggi, di fatto, prende atto dell'incapacità di dialogare e dell'incapacità di mettere al centro dell'azione politica il bene innanzitutto del dialogo tra le forze politiche. Questo rappresenta, a mio giudizio, il primo vero vulnus della questione, cioè l'incapacità di affermare che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide. Che cosa poteva unirci? Poteva unirci, di fatto, una visione più strutturale e più complessa di quella che poteva essere la gestione di un tema così grosso, come quello dell'energia. Noi sappiamo che, ormai, negli ultimi 25 anni, la dottrina energetica - possiamo definirla così - che, in questo momento, si sta sviluppando a livello mondiale pone sull'utilizzo dell'energia, sulla creazione di energie e, soprattutto, sull'utilizzo consapevole della stessa tutta la possibilità di costruire una società di benessere e di bene per le nuove generazioni. Quello che noi oggi andiamo a fare è un tentativo, anche non troppo ironico, di continuare ad affermare che le parole del Sindaco dette in Aula, in merito a tutta una serie di posizioni che avrebbe preso la Città, andavano completamente nella direzione da noi disegnata con questa proposta di mozione. Poi, ci rendiamo conto che dover mettere insieme ciò che insieme oggi non più riesce a stare, però, porta la Città - e devo ammettere la capacità della Giunta di ricomporre situazioni complesse - ad una situazione che si sta facendo sempre più imponente ed importante, nella misura in cui vediamo che certe deliberazioni e certe scelte politiche devono trovare riunioni in maggioranza sempre più copiose e sempre più lunghe, proprio perché mi pare che gli appetiti, che, in qualche modo, oggi ogni Consigliere mette sul tavolo, siano strumentali e abbiano poco a che fare con la gestione della nostra Città. La nostra proposta di mozione poneva il tema di togliere il tabu del 51% e di provare a ragionare su GTT non più come un luogo di spartizione di prebende e posti, ma come un luogo che, entrando nella logica del mercato, poteva rappresentare un'opportunità di maggior servizio per i nostri cittadini. Nello stesso tempo, responsabilmente, come Popolo della Libertà - come sempre abbiamo fatto -, nella nostra proposta di mozione abbiamo affermato la necessità di tutelare l'occupazione. Questi tre punti mi sembravano timone e stella polare da poter seguire per costruire insieme una nuova strategia. Questo non è avvenuto. Quindi, oggi ci troviamo qui a dissertare, mi pare anche un ottimo esercizio ideologico e dialettico, anche perché spesso non si ha il tempo di potersi confrontare in questo modo e quindi, nonostante si sia persa un'opportunità... LEVI Marta (Vicepresidente) Grazie, Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Concludo; però, Presidente, le chiederei di richiamare gli altri Consiglieri perché non è possibile che, mentre sto parlando, io non riesca neanche a sentire la mia voce. LEVI Marta (Vicepresidente) Va bene. La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Noi non partecipiamo a questo ostruzionismo, ma ci terrei a mettere a verbale che, nonostante il lungo intervento del Capogruppo Lo Russo prima sull'importanza di restare nel merito, noi siamo piuttosto dispiaciuti di aver visto che anche i nostri 3 emendamenti in tutto - veramente, 3 - sono stati accorpati nel mare dell'ostruzionismo come tutti gli altri. Credo che sarebbero state discussioni interessanti da fare. C'era quello sul tetto agli stipendi dei manager, quello sulla rieleggibilità delle cariche degli amministratori e quello sui maggiori diritti di accessibilità all'Assemblea per i piccoli azionisti. Purtroppo, noi qui, paradossalmente, abbiamo deciso di restare sul merito, a differenza di tutto il resto dell'opposizione, che è andata avanti con l'ostruzionismo e poi, dopo 5 minuti, sta discutendo condizioni per ritirarlo. Ci spiace che, semplicemente, non si sia potuta fare una discussione di merito sui temi che abbiamo posto. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ambrogio. AMBROGIO Paola Rispetto a questa proposta di mozione di accorpamento in merito all'aggiornamento della governance, al nuovo Statuto e alle modifiche di IREN, noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo presentato diversi emendamenti, anzi, oltre 4.000 per la precisione. Io poi vorrei anche sapere, rispetto ad alcuni, per quale ragione siano stati esclusi. È evidente che un numero così elevato di emendamenti, non solo da parte nostra, ma anche da parte della Lega Nord (anche se adesso ci sarà probabilmente un cambiamento, anzi c'è stato in corso d'opera) e dagli amici del PdL, significa che su questa proposta di deliberazione non c'è comunione di intenti, nonostante le varie Commissioni convocate e nonostante l'argomento sia stato anche dibattuto in I Commissione. Quindi sono ancora molte le divergenze. Rispetto a questa proposta di deliberazione, noi non riteniamo che fosse il momento di intervenire proprio sulla governance con un nuovo Statuto e con queste modifiche dei patti sul futuro di una Società rispetto alla quale noi non riteniamo che la Città di Torino debba mantenere un ruolo. Quindi, ritenendo invece di poter cedere questa Società, ci chiediamo per quali ragioni si dovesse provvedere con questa deliberazione, creando anche diversi problemi anche con le altre Città che fanno parte della Società. Quindi, ripeto che 4.000 emendamenti, quindi un numero considerevole, significano che le ragioni della nostra contrarietà sono tante, così come quelle degli altri amici della minoranza. Probabilmente, avremmo potuto fare di più anche nel corso delle Commissioni. Probabilmente, un ulteriore approfondimento avrebbe consentito anche alle minoranze di limitare anche il nostro intervento, che, comunque, è costato anche fatica, perché oltre 4.000 emendamenti non sono pochi, e, probabilmente, avrebbe risparmiato anche ai lavori dell'Aula l'approfondimento che, invece, saremo costretti a fare adesso, emendamento per emendamento. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Io sono già intervenuto, ma volevo capire se c'era... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, sono già intervenuto, non vorrei approfittare del fatto che lei non era presente, però volevo avere un chiarimento, basandomi sul Regolamento. Adesso ho di fronte uno dei tanti emendamenti, c'è anche una dichiarazione di voto... LEVI Marta (Vicepresidente) No, però adesso stiamo discutendo la mozione di accorpamento. Abbiamo tutta la notte per fare tutte le domande... LIARDO Enzo Pare che non ci fossero ulteriori interventi, Presidente. Non lo so... LEVI Marta (Vicepresidente) Allora si può votare. LIARDO Enzo No, volevo sapere se c'era una dichiarazione di voto da fare sull'emendamento. LEVI Marta (Vicepresidente) Sull'emendamento o sulla mozione di accorpamento? Stiamo votando la mozione... LIARDO Enzo Anche sulla mozione di accorpamento c'è una dichiarazione di voto. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma non è questione di auto- ostruzionismo o meno, io dico che c'è una dichiarazione di voto. Questo è previsto del Regolamento. Se volete guardare, osservare. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). "Dichiarazione di voto". Faccio io il Presidente, facciamo così? LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Liardo, si può sedere un attimo? Io guardo e... LIARDO Enzo Volentieri. Ho fatto solo una domanda e l'ho fatta in piedi, perché era scorretto farla da seduto. LEVI Marta (Vicepresidente) Sono d'accordo. Però, con molta calma. LIARDO Enzo Grazie. LEVI Marta (Vicepresidente) Per la domanda del Consigliere Liardo, se va a pagina 61 del Regolamento, articolo n. 40, "Discussione e votazione congiunta degli emendamenti", al comma 4, dove si parla delle proposte di mozione, dice: "Nella discussione della mozione tutti i Consiglieri possono intervenire per un tempo non superiore a 3 minuti ed un Consigliere per Gruppo per un tempo non superiore a 5 minuti" e non si fa riferimento a nessuna dichiarazione di voto, anche perché la dichiarazione di voto è fatta nel corso dell'intervento. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Nel senso che la vota? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). In difformità, nel senso che vota la mozione, visto che il suo Capogruppo ha detto che non la vota? LIARDO Enzo No, ma se non fa riferimento... Posso, Presidente? Scusi, mi sono preso la parola, me la può dare? Grazie. LEVI Marta (Vicepresidente) Sì. Abbiamo 70 votazioni. Credo che fare mezz'ora di discussione sul reintervenire sulla mozione di accorpamento per fare la dichiarazione di voto, francamente, sia assolutamente inutile. Ce ne sono altre 83 per fare ostruzionismo. Prego, Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Lo so, perché ho sempre letto che c'è una dichiarazione di voto anche su un semplice emendamento. È fattibile. Anche perché così non va ad escludere eventualmente la volontà, da parte di un Consigliere di un Gruppo, di potersi porre in difformità rispetto al Capogruppo. Per questo motivo è previsto. LEVI Marta (Vicepresidente) Le ho fatto prima la domanda... LIARDO Enzo Sì, ma c'è un Presidente che è molto attento. LEVI Marta (Vicepresidente) Però, mi scusi... LIARDO Enzo Prego. LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Liardo, le ho fatto prima la domanda: intende esprimersi in difformità rispetto a quanto espresso dal suo Capogruppo? Il quale mi sembra di intendere che non abbia intenzione... LIARDO Enzo No, io... LEVI Marta (Vicepresidente) Un attimo. Avendo il suo Capogruppo diffusamente parlato delle ragioni per cui il PdL intende fare l'ostruzionismo, deduco che, per essere in difformità, lei voterà a favore della mozione di accorpamento. Se no, non è in difformità. Mi consenta. LIARDO Enzo No, Presidente, cioè non è che se il mio Capogruppo non partecipa al voto o si astiene... Io potrei anche votare favorevolmente o non partecipare al voto, sono... LEVI Marta (Vicepresidente) Appunto, le sto chiedendo: è in difformità? LIARDO Enzo Sì, sono in difformità. LEVI Marta (Vicepresidente) Allora, prego, si accomodi. LIARDO Enzo Mi può dire quanto tempo ho? 3 minuti? LEVI Marta (Vicepresidente) 3 minuti. Prego, Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Mi fa specie che il Consigliere Alunno, che proviene dalla Circoscrizione... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Proprio per quello. Io penso che veramente bisognerebbe abolirle queste Circoscrizioni, perché se dalla 5 alla sua... LEVI Marta (Vicepresidente) Per cortesia, Consigliere Liardo, non stiamo parlando delle Circoscrizioni. LIARDO Enzo Questo mio intervento è in difformità rispetto al mio Gruppo - poi, Consigliere Tronzano, mi dica come vota - perché ha fatto due affermazioni che io non ho tollerato e assimilato, perché ha ripetuto che è fallito il capitalismo municipale. Caro Capogruppo, io dissento in questo, perché ha fallito il capitalismo municipale nel contesto di questa Città. Allora, non riesco a capire perché il Consigliere Tronzano debba... LEVI Marta (Vicepresidente) Consigliere Liardo, la dichiarazione di voto prevede che lei dichiari come intende votare. LIARDO Enzo Sì, ho capito, però io non posso tollerare e accettare una dichiarazione del genere. LEVI Marta (Vicepresidente) Perfetto. Siccome ha ancora 10 secondi, mi vuole dire... LIARDO Enzo Va beh, ma se lei mi interrompe, Presidente, abbia pazienza! LEVI Marta (Vicepresidente) Dichiarazione di voto. Consigliere Liardo, dichiarazione di voto! LIARDO Enzo Ma non va bene così! Non va bene! LEVI Marta (Vicepresidente) In dichiarazione di voto si dichiara come si vota. LIARDO Enzo Mi ha interrotto 5 volte! Lo stavo facendo, 3 minuti... Guardi, io smetto di parlare, però non è così che si conduce, togliendo la parola. Non siamo a Brescia, Presidente! Abbia pazienza! LEVI Marta (Vicepresidente) No, non è così che si conduce, nel senso che, consentitemi, l'ostruzionismo è un diritto dei Consiglieri Comunali, però anche l'ostruzionismo si fa nel modo in cui si fa, non che si interviene, si reinterviene e si reinterviene. LIARDO Enzo Presidente, sull'ordine dei lavori. LEVI Marta (Vicepresidente) No, l'ha già chiesto il suo Capogruppo sull'ordine dei lavori. LIARDO Enzo L'ha già chiesto, va bene. Io mi siedo, per carità. |