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Estratto dal verbale della seduta di Giovedì 9 Maggio 2013 ore 17,00
Paragrafo n. 14
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2013-01656
APPROVAZIONE DELL'AGGIORNAMENTO DELLA GOVERNANCE, DEL NUOVO STATUTO E DELLE RELATIVE MODIFICHE AI PATTI PARASOCIALI RELATIVI AD IREN S.P.A. E PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc.
201301656/064, presentata dal Vicesindaco in data 12 aprile 2013, avente per
oggetto:

\\\"Approvazione dell'aggiornamento della governance, del nuovo Statuto
e delle relative modifiche ai patti parasociali relativi ad IREN S.p.A.
e provvedimenti conseguenti\\\".

della proposta di mozione n. mecc. 201302009/002, presentata dal Consigliere
Genisio, Alunno, Mangone, Ventura e Muzzarelli in data 3 maggio 2013, avente per
oggetto:

\\\"Designazione componenti il CdA di IREN S.p.A. Ruolo FSU
e garanzie del socio Città di Torino\\\".

della proposta di mozione n. mecc. 201302051/002, presentata dal Consigliere
Tronzano, Liardo, Greco Lucchina, Magliano e Ricca in data 7 maggio 2013, avente
per oggetto:

\\\"Accompagnamento alla deliberazione (mecc. 201301656/064) 'Indirizzi sulla
vendita delle quote di aziende a partecipazione pubblica a rilevanza economica'\\\".

della proposta di mozione n. mecc. 201302062/002, presentata dai Consiglieri Ricca,
Cervetti, Carbonero, Tronzano e Magliano in data 7 maggio 2013, avente per
oggetto:

\\\"Accompagnamento alla deliberazione (mecc. 201301656/064) 'Approvazione
dell'aggiornamento della governance, del nuovo Statuto e delle relative modifiche ai
patti parasociali relativi ad IREN S.p.A. e provvedimenti conseguenti'\\\".

e della proposta di mozione n. mecc. 201302121/002, presentata dai Consiglieri
Bertola e Appendino in data 9 maggio 2013, avente per oggetto:

\\\"Accompagnamento alla deliberazione (mecc. 201301656/064) 'Proprietà pubblica
delle attività del Gruppo IREN relative al servizio idrico integrato'\\\".

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Comunico che in data 06/05/2013 la competente Commissione e la Conferenza dei
Capigruppo hanno rimesso il provvedimento in Aula.
Questa discussione si fa congiuntamente alle proposte di mozione di cui all'Ordine
del Giorno.
La parola, per l'illustrazione, al Sindaco.

SINDACO
Credo di poter introdurre brevemente la discussione di questa deliberazione, perché
se n'è già - seppure indirettamente o surrettiziamente - discusso in occasione di una
lunga discussione, nel precedente Consiglio Comunale, sulla mozione relativa alle
partecipazioni della Città.
Procederei per punti, brevemente. IREN, come tutti sappiamo, è una società che è
venuta creandosi negli ultimi anni, per effetto di un processo di aggregazione tra
società di multiutility di servizi, di diverse realtà territoriali italiane. In particolare,
c'è stato un primo passaggio che è stata la formazione della società IRIDE (che ha
unificato le società di servizi, nel settore dei servizi, delle energie, eccetera, tra la
Città di Torino e la Città di Genova) a cui è succeduta, in un secondo processo di
aggregazione, l'aggregazione tra IRIDE e ENIA (la società delle multiutility
dell'Emilia occidentale) e dall'incontro tra IRIDE e ENIA è nata IREN.
IREN è attualmente, nel panorama delle società di servizi pubblici e di multiutility,
una delle prime 4 società del Paese (nel novero di quelle principali società che vede,
accanto a IREN, A2A, Hera e Acea), in un settore che, peraltro, è invece
caratterizzato da un'altissima polverizzazione. Accanto a questi 4 gruppi che ho
appena citato, infatti, l'Italia vede una presenza di società di servizi pubblici nel
campo dell'energia, della raccolta rifiuti, dell'acqua, della distribuzione e delle reti,
molto frammentata, soprattutto nel Mezzogiorno del nostro Paese.
Proprio in virtù di questa frammentazione, negli ultimi anni, le società stesse, i loro
azionisti (che sono quasi dappertutto gli Enti Locali) e i Governi che si sono
succeduti, con diversi Ministri, hanno preso consapevolezza della necessità di
superare uno stato di frammentazione che aveva e ha - laddove ancora permane -
come conseguenza un grado di efficienza inadeguato alla prestazione di servizi, costi
di erogazione dei servizi tendenzialmente alti e livelli di produttività
tendenzialmente bassi. Tant'è vero che il problema di creare grandi soggetti di vasta
aggregazione territoriale e industriale nel campo dei servizi è un obiettivo più volte
evocato in molte sedi, sia economiche-finanziarie sia politiche-istituzionali.
Sottolineo che questa esigenza di procedere a processi aggregativi, che mettano il
settore delle multiutility italiane nelle condizioni di superare questa frammentazione,
è comune consapevolezza di tutti quelli che se ne occupano, in qualsiasi fronte si
collochino.
Se guardo negli ultimi anni, si sono succeduti Governi di segno politico diverso e
sempre i Ministri, che hanno avuto deleghe su materie relative al campo dei servizi,
hanno sollecitato i processi di aggregazione. Se si fa un'analisi in un'emeroteca di
tutti gli articoli dedicati a questo tema da un giornale specializzato sui problemi
economici, come \"Il Sole 24 Ore\", si vedrà che c'è un coro di commentatori e di
analisti che ha sempre sollecitato a superare questa condizione di frammentazione a
vantaggio della creazione di grandi soggetti.
Perché richiamo questo? Perché penso che IREN sia stata una scelta giusta (intanto
parto da questo dato). Lo dico perché non è così scontato. Talora ritorna nel dibattito,
anche nella nostra Città, l'idea che se avessimo tenuto l'Azienda Elettrica
Municipale nelle sue dimensioni, saremmo oggi più tranquilli e più sicuri. Non penso
che sia così, perché è finito il tempo in cui piccolo è bello; piccolo è soltanto piccolo
e quando sei piccolo, nel mercato, anche dei servizi di oggi, rischi di essere
semplicemente meno competitivo e meno efficiente.
Tanto è vero che se guardiamo ad altri Paesi europei, in questi ultimi, da tempo, sono
stati messi in cantiere processi di aggregazione di grande scala; penso, in Germania,
a RWE, penso, in Francia, a gruppi come Vivendi o SUEZ e anche in altri Paesi si
sono verificate situazioni analoghe.
Quindi, la scelta di mettere in campo processi aggregativi che consentono di dare, nel
settore dei servizi, luogo ad aziende di larga scala, di forte configurazione, sia
finanziaria che industriale, è una scelta - penso - ineludibile ed è stato giusto che la
nostra Città abbia concorso a questo processo nella creazione di IREN.
Se è così, però, è chiaro che bisogna trarre tutte le conseguenze dalla giustezza di
questa scelta. Trarre tutte le conseguenze significa sapere che noi abbiamo alle spalle
un periodo di vita di IREN di poco più di 2 anni, nella configurazione di adesso - 2
anni e mezzo se non ricordo male - e abbiamo la necessità di fare un salto nella
configurazione dell'azienda per darle un profilo di integrazione molto più alto di
quello che fin qui ha avuto. È evidente, infatti, che in una prima fase di vita di
un'azienda, che nasce per aggregazione di aziende che si mettono insieme, il
processo di integrazione non può che essere lento e graduale. Una volta superato un
primo stadio in cui le aziende vengono fuse, messe insieme, sarebbe un errore
pensare che si debba mantenere un basso tasso di integrazione dell'azienda, perché
ciò significa ridurre le opportunità e la capacità competitiva dell'azienda stessa.
IREN oggi soffre di questo problema e il basso tasso di integrazione è dato da due
elementi, che sono i due elementi che si affrontano con la revisione dello Statuto che
viene proposto al Consiglio.
Innanzitutto, vorrei parlare del sistema della governance. Il sistema della governance
è incardinato, fino ad oggi, su una distribuzione di deleghe, su una pluralità di
soggetti che hanno deleghe operative in campo. C'è il Presidente della società che ha
una serie di deleghe; c'è l'Amministratore Delegato che ne ha altre; c'è il Direttore
Generale che ne ha altre ancora; c'è un sistema di società di primo, di secondo e di
terzo livello, che si muove con un livello di autonomia piuttosto spiccato. Il risultato
è che il livello di integrazione è basso e un livello di integrazione basso è un fattore
di inefficienza, di minore produttività e di minore competitività.
Di qui, la prima scelta che viene proposta con la revisione dello Statuto è quella di
andare ad un regime che è il regime usuale in tutte le aziende, ossia il fatto che i
compiti gestionali di direzione siano in capo a una figura, che è l'Amministratore
Delegato. Poi, naturalmente, anche in IREN, come in qualsiasi società, c'è un
Presidente con delle competenze; usualmente, nelle società di dimensioni come
IREN, il Presidente ha un compito di rappresentanza, talora ha una responsabilità sui
La prima scelta, quindi, che viene fatta è quella di caratterizzare IREN come una
società che riorganizza la propria governance, a partire da una centralità nella
responsabilità operativa e gestionale dell'Amministratore Delegato. Fermo restando
che poi ci sono un Presidente della società e un Vicepresidente che avranno i compiti
che in tutte le società sono dati a queste figure.
Questa scelta è connessa ad una modalità di realizzare la governance in questo modo,
che è quella di non caratterizzare la figura dell'Amministratore Delegato in ragione
di una sua territorialità specifica, com'è oggi. Per cui, oggi, Genova esprime il
Presidente, Torino esprime l'Amministratore Delegato e Reggio Emilia esprime il
Direttore Generale, con deleghe distribuite. Se si va verso una figura apicale, che
unifica tutte le funzioni di management, di gestione e di organizzazione, è chiaro che
questa andrà scelta essenzialmente sulla base del profilo di competenza e di
professionalità e non sulla base della territorialità.
Esigenze di territorialità, che ci sono - e ci sono anche per la nostra Città -, possono
essere soddisfatte con le altre figure, che sono il Presidente, il Vicepresidente, il
Presidente del Collegio Sindacale, il Presidente del Patto di Sindacato; queste figure
possono essere espressione di una territorialità (sulla base di un principio di pari
dignità tra le Città che sono socie della società), mentre l'Amministratore Delegato
deve essere essenzialmente scelto sulla base di un profilo di competenza e di
professionalità.
La seconda scelta che deve essere fatta per realizzare un più alto livello di
integrazione è quella di andare verso una semplificazione degli assetti societari,
perché sotto la IREN Holding c'è una pluralità di società di primo livello e, sotto
quelle di primo livello, di secondo e di terzo livello, che determinano una giungla
societaria che fa a pugni con una efficienza ed un alto grado di competitività. Per cui
vi è la necessità di avviare un processo di semplificazione, la cui responsabilità
naturalmente sarà del Consiglio di Amministrazione e non nostra, ma l'indirizzo
deve essere questo.
Quel processo di semplificazione potrà avvenire in molti modi; ci sono delle attività
che potranno essere ricondotte a business unit, sotto la responsabilità
dell'Amministratore Delegato di IREN Holding, ed altre attività che, invece,
richiedono una forma societaria sotto la società Holding e quindi si darà luogo alla
forma societaria, o la si manterrà laddove c'è. È una responsabilità che compete al
Consiglio di Amministrazione, però deve essere chiaro che diamo un indirizzo che va
nella direzione di una semplificazione degli assetti dell'organizzazione societaria e
delle diverse articolazioni operative.
Questo è sostanzialmente il cuore delle questioni che vengono sottoposte al
Consiglio Comunale. Sulla base di un testo che è stato frutto di un lungo confronto
ed una lunga elaborazione tra le Città che sono i soci maggioritari di IREN e,
ovviamente, anche di un confronto con i soci privati di IREN, si è addivenuti al
documento che è stato sottoposto al Consiglio e che, oggi, è oggetto di discussione e
di decisione.
Segnalo che proprio quella considerazione che ho fatto all'inizio del quadro (che ci
sono 4 grandi società e, poi, un enorme arcipelago di piccole società) fa sì che, da qui
ai prossimi anni, i processi aggregativi dovranno continuare e quelle 4 società, che
oggi sono le principali, sono i soggetti naturali che possono mettere in campo
ulteriori processi di aggregazione per superare la frammentazione di questo sistema
in Italia. Ci sono gigantesche opportunità ed IREN deve essere capace di coglierle,
come le sta cogliendo Hera... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non lo so,
adesso è proprio il contrario.
Segnalo che, recentemente, Hera ha portato a compimento il processo di integrazione
di una multiutility importante, Acegas delle città di Padova e di Trieste, con il
concorso della Cassa Depositi e Prestiti; la Cassa Depositi e Prestiti ha concorso a
quel processo perché ritiene che debba essere sostenuto e favorito ogni processo che
vada nella direzione di un'aggregazione del settore.
Dico questo perché IREN, se non vuole stare alla finestra e lasciare che questi
processi aggregativi vengano gestiti solo da altri, deve mettersi nelle condizioni di
essere un soggetto competitivo; per mettersi in queste condizioni deve essere una
società con un forte grado di integrazione, che gli consenta di realizzare questi
obiettivi.
Questo è quanto; considerato che IREN è un asset importante della nostra Città e, più
in generale, del sistema delle multiutility italiane, abbiamo la responsabilità di
valorizzarne al massimo l'efficacia, la competitività e la produttività.

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