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FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Riprendiamo l'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 201301059/064, presentata dalla Giunta Comunale in data 12 marzo 2013, avente per oggetto: "Società controllate dalla Città di Torino - Modifiche statutarie ai fini dell'adeguamento alle nuove norme introdotte dalla Legge n. 120/2011 e dal suo Regolamento attuativo D.P.R. 30/11/2012 n. 251. Approvazione" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per l'illustrazione, al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Il 30/11/2012 abbiamo avuto il Regolamento che attua una norma che era prevista, ma che non aveva Regolamento, per cui non si poteva attuare. Tale Regolamento stabilisce, sostanzialmente, che i generi devono essere tutelati, per cui, a partire dal rinnovo delle società attuali, nel primo mandato, in tutti i Consigli d'Amministrazione è necessario che un quinto sia tutelante del genere; man mano che vanno avanti nel secondo mandato, bisogna avere i due terzi, perché, essendo il Consiglio d'Amministrazione di tre o di cinque membri, ovviamente, in attuazione del Regolamento, nei cinque ci deve essere al massimo una presenza; invece se diciamo due terzi devono essere due, e ovviamente non si può andare oltre, perché cinque è un numero dispari. Abbiamo una serie di emendamenti che dicono di attuare fin da subito la quota di presenza di almeno un terzo, per cui, dove sono tre, uno e, dove sono cinque, due. Questa indicazione può essere assunta: per quanto riguarda le nostre società, dipende solo da noi; laddove siamo in società con altri, ovviamente possiamo decidere per noi, ma non per gli altri. Per cui a questi emendamenti andrebbe aggiunto: "laddove è possibile attuare questa indicazione", fermo restando che è importante che ogni socio si adegui rispetto a quanto previsto dalla Legge, ma ovviamente, non gli possiamo chiedere di adeguarsi alla deliberazione della Città di Torino su tale materia. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Onofri. ONOFRI Laura Io voglio iniziare il mio intervento leggendo alcune frasi, per poi dire di quando sono queste frasi. La frivolezza e la vanità femminili impediscono alle donne di applicarsi con costanza e assiduità a studi e lavori intellettuali seri e che, se anche fossero riuscite a farlo, l'eccesso di fatiche scolastiche avrebbe provocato indebolimento e fatica fisica e mentale nelle donne e che i lavori intellettuali avrebbero fatto loro perdere la femminilità e la grazia". E non dimentichiamo che, nella stessa Assemblea Costituente, l'Onorevole Leone affermò: "Si ritiene che la partecipazione illimitata delle donne alla funzione giurisdizionale non sia per ora da ammettersi. Che la donna possa partecipare con profitto laddove può far sentire le qualità che le derivano dalla sua sensibilità e dalla sua femminilità, non può essere negato. Ma negli alti gradi della Magistratura, dove bisogna arrivare alla rarefazione del tecnicismo, è da ritenere che solo gli uomini possano mantenere quell'equilibrio di preparazione che più corrisponde, per tradizione, a queste funzioni". Ho letto queste frasi, che adesso ci fanno sorridere, non sono di tanti anni fa, ma, se siamo costretti ancora oggi a ricorrere alle quote per garantire un'equa rappresentanza nei luoghi decisionali, vuol dire che non abbiamo ancora raggiunto che la parità sia un fatto talmente naturale, talmente ovvio, che non sia più necessario parlarne, né definire gli ambiti, gli strumenti e fra questi, appunto, le quote. È proprio partendo da questo che il Consigliere Centillo e io abbiamo presentato un emendamento che addirittura va oltre la Legge e che chiede il 50% delle quote. Questo gap deve essere colmato e non abbiamo tempo di aspettare. Abbiamo già atteso abbastanza. È vero - come diceva il Vicesindaco - che la Legge n. 120/2011 prevede un riequilibrio graduale della rappresentanza di genere nei board delle società partecipate dagli Enti Locali, ma noi pensiamo che si debba accelerare questo processo e che la Città di Torino, sempre in prima linea e all'avanguardia nel recepire le istanze femminili, che possono contribuire ad aiutare e ad azzerare le discriminazioni che ancora le donne subiscono, sia pronta ad attuare l'equa parità, recependo questo emendamento ed inserendo nei Consigli d'Amministrazione da subito il 50% delle donne. Visto che non si tratta soltanto della Città, ma chiaramente in alcuni casi c'è anche il socio privato, noi chiediamo proprio alla Città di fare lo sforzo, cioè, se, come succede, il socio privato indica degli uomini, chiediamo che sia la Città a farsi carico di questo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Alunno. ALUNNO Guido Maria In realtà quelli presentati dai Consiglieri Centillo e Onofri sono subemendamenti a un emendamento che avevo presentato con alcuni Consiglieri. Spiego velocemente: quando ci è stato spiegato dal Vicesindaco (così come ha fatto oggi) che la norma prevede che la regola sia un terzo, ma che per la prima nomina è anche accettabile un quinto, sono un po' sobbalzato sulla sedia, perché o riteniamo che la questione sia seria, sensata e lavoriamo per realizzarla, oppure cerchiamo degli escamotage per spostare l'effettiva realizzazione del principio che ci convince in un tempo che non sia più troppo legato a noi. Allora, mi è parso ovvio che una Città avanzata, come la Città di Torino (che nei Regolamenti già prevede la tendenza alla parità, non ad arrivare ad un terzo), decida di saltare questo primo passaggio della prima nomina a un quinto e arrivi a determinare che è ovviamente logico che almeno un terzo, cioè uno su tre (credo che a breve la Legge porterà tutti i Consigli d'Amministrazione a tre membri), sia una donna. A me pare una cosa ovvia e così è parso anche ad altri Consiglieri con cui abbiamo parlato. Poi si è aggiunto questo emendamento, che addirittura tende a dire: "Sia subito una parità al 50 e 50", che noi abbiamo accolto, perché la tendenza deve essere quella. Ma secondo me la follia è il punto di partenza, che probabilmente era l'unica mediazione possibile per riuscire a far passare in Parlamento questa norma, che, è vero - come dice il Consigliere Onofri - che è una follia che sia una norma a definire che ci debbano essere delle quote che garantiscano almeno una presenza femminile. È una follia. Oggettivamente tutti riterremmo che culturalmente è ovvio che la parità vada manifestata, evidentemente, anche nelle nomine dei vari Consigli d'Amministrazione degli Enti Pubblici e, in particolare di una Città - ripeto - avanzata e culturalmente attenta a questi temi, come è la Città di Torino. In realtà, anche una norma che dice queste cose, caro Consigliere Onofri, le sposta alla prossima nomina, perché alla prima scadenza sarà sufficiente un quinto! Io mi rifiuto di votarla! Se la proposta di deliberazione rimane così non emendata, il mio voto sarà contrario, perché ritengo che sia una follia, perché dobbiamo imporlo per legge, ma spostarlo nel tempo, perché la prima nomina ci può servire a mettere ancora tre uomini. È una cosa che io ritengo inaccettabile! Se siamo contrari a tale strada, proponiamo, con una mozione, di modificare la Legge e di non applicarla, perché la Città di Torino vuole fare diversamente. Io sto dall'altra parte. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Centillo. CENTILLO Maria Lucia Io condivido quanto è stato detto in precedenza dai Consiglieri. Sottolineo il fatto che, per quanto questa Legge sia sul livello nazionale un grosso passo avanti, perché ha una valenza di tipo nazionale, la Città di Torino si è contraddistinta, anche attraverso il programma del Sindaco Fassino, su una scelta fondamentale, che è quella di perseguire la democrazia paritaria. Per cui, in coerenza con quanto abbiamo sempre condiviso rispetto al potere di nomina del Sindaco, io credo che sia importante, nei nostri atti pubblici - come quello di una deliberazione che fa riferimento a questo aspetto - non sminuire il valore politico che si è raggiunto con la volontà, con la decisione, con il potere che spetta a chi nomina, facendo un passo indietro. Quindi, il fatto di partire da subito sul 33% è la condizione minima, ma è chiaro che per noi l'obiettivo è quello di arrivare al 50%, nelle Giunte piuttosto che nei Consigli d'Amministrazione. Capisco la difficoltà, soprattutto nelle controllarle, di avere a che fare con altri soci che potrebbero non avere la stessa sensibilità, ma io credo che la Città si debba fare carico di questo e se ne debba fare carico su due livelli: sul livello della singola controllata, quindi non andando sotto un terzo delle nomine, ma anche su un panorama più generale, perché io non posso pensare che comunque, su tutte le nomine di tutte le partecipate, ciò che viene accettato e formulato riguardi sempre solo un terzo per le donne. Io dico queste cose sapendo di sfondare una porta aperta, rispetto all'attività del Sindaco. Per questo abbiamo voluto fare questo subemendamento all'emendamento - e ringrazio il Consigliere Alunno, primo firmatario del precedente emendamento -, perché abbiamo voluto chiedere di non invertire una tendenza che per noi è motivo di orgoglio. Peraltro, insieme a questa Legge ne è stata presentata un'altra, che prevede l'introduzione della doppia preferenza nei Consigli Comunali. Quindi, noi stiamo già lavorando su un atto che chiederà di adeguare lo Statuto, anche se non è necessario teoricamente, è necessario soltanto sulle Circoscrizioni; chiediamo, però, di poterlo assumere come elemento di forza. Voglio dire ancora un'ultima cosa, perché oggi è venuta fuori questa notizia, riportata da "Il Sole 24 Ore" e dalla nostra rassegna stampa: viene detto che il 4 maggio è entrato in vigore un decreto che sostanzialmente dice che non è possibile nominare dipendenti Comunali. Io vi suggerisco... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Bravo! C'è una contraddizione tra due norme. Io mi riferisco ad una nota di stampa. Quindi credo sia necessario verificare questo aspetto, perché uno degli elementi che potrebbe diminuire la possibilità di nominare le donne sta nel fatto che spesso i dirigenti sono già uomini e quindi, nelle nomine dei Consigli d'Amministrazione di figure dirigenziali, dipendenti dei Comuni, questo potrebbe essere un limite oggettivo. Pertanto, chiederei soltanto di verificare se quanto riportato da "Il Sole 24 Ore" di oggi sia effettivamente in contraddizione. Sul resto, io, come le altre Colleghe, ci avvarremo, nei confronti di qualsiasi organismo, non soltanto della Città, di quello che la Legge mette a disposizione, che è l'Osservatorio che prevede di non scendere sotto determinati limiti, ed è uno strumento di controllo che il Parlamento ha previsto, ma che io credo che per la Città di Torino non dovrebbe assolutamente prevedere alcun tipo di marcia indietro rispetto a quello che si è ottenuto in questi ultimi mesi, in questi ultimi anni, anche se, secondo me, sarebbe opportuno individuare una modalità più che di trasparenza, di massima pubblicizzazione delle cose che si fanno e quindi avere un modo di far sapere e far evidenziare come le nomine abbiano determinate caratteristiche di genere. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Innanzitutto vorrei ringraziare il Consigliere Alunno e il Consigliere Centillo, che comunque hanno proposto il tema (in particolare, ricordo che, quando abbiamo discusso la deliberazione in Commissione, il Consigliere Alunno aveva posto la questione), e mi associo a quanto è stato detto. Il Consigliere Centillo ha in parte anticipato quello che avrei voluto dire, cioè ricordare comunque quanto, signor Sindaco - abbiamo parlato delle sue linee programmatiche -, sia stata data importanza anche da lei a tale questione. Ricordo, in particolare, che si era anche discusso di "gender mainstreaming" e poi non era passato, ma comunque c'era stato un suo impegno a verbale su tali questioni. Quindi, per quanto comprendo che ci siano delle impossibilità e delle problematiche, come dicevano anche il Consigliere Centillo, il Consigliere Onofri e il Consigliere Alunno, io penso che la Città di Torino, in questo senso, possa dare un segnale forte, un segnale politico, un segnale di una certa attenzione e sensibilità, che magari altri Enti potrebbero non avere e potrebbero seguire l'esempio di Torino. Quindi, ovviamente, il nostro voto sarà favorevole. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Sindaco. SINDACO Intervengo per sottolineare al Consiglio che non solo io sono totalmente d'accordo con le proposte che vengono avanzate, ma che l'Amministrazione ha già operato in questa direzione. Tutte le nomine che noi abbiamo dovuto fare sono state improntate al criterio come minimo del terzo, ma ci sono state situazioni nelle quali la nomina era una e abbiamo scelto una donna, come era giusto fare, ovviamente sempre sulla base di una valutazione di competenza e, al tempo stesso, di promozione di candidature femminili. Quindi, io considero del tutto condivisibili gli emendamenti e i subemendamenti proposti e ne chiedo l'accoglimento a tutto il Consiglio. LEVI Marta (Vicepresidente) In quanto prima firmataria, avendo sentito le altre firmatarie e gli altri firmatari, direi che accogliamo i subemendamenti all'emendamento. Quindi risultano due emendamenti così subemendati, pertanto votiamo i due emendamenti. Testo coordinato. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, l'emendamento subemendato. L'emendamento come già subemendato. Accogliamo i subemendamenti. Prima di procedere alla votazione, ricordo che, come richiesto dalla Conferenza dei Capigruppo, al termine di questa votazione ci saranno le comunicazioni del Vicesindaco circa la costituzione di Parte Civile della Città nel processo contro Cesare Vaciago. Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1 così subemendato: presenti 25, astenuti 1, favorevoli 24. L'emendamento n. 1 è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo al secondo emendamento, che è uguale al primo, ma agisce sul dispositivo invece che sulla narrativa. L'emendamento n. 2, presentato dai Consiglieri Levi, Alunno, Nomis, Genisio e Levi-Montalcini, comprensivo del subemendamento n. 1 presentato dai Consiglieri Centillo ed Onofri, recita: LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2 così subemendato: presenti 25, astenuti 1, favorevoli 24. L'emendamento n. 2 è approvato. LEVI Marta (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione così emendata: presenti 23, astenuti nessuno, favorevoli 23. La proposta di deliberazione è approvata. LEVI Marta (Vicepresidente) Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento: presenti 23, astenuti nessuno, favorevoli 23. L'immediata eseguibilità è concessa. |