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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Maggio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 27
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2013-01059
SOCIET? CONTROLLATE DALLA CITT? DI TORINO - MODIFICHE STATUTARIE AI FINI DELL'ADEGUAMENTO ALLE NUOVE NORME INTRODOTTE DALLA LEGGE 120/2011 E DAL SUO REGOLAMENTO ATTUATIVO D.P.R. 30.11.2012 N. 251. APPROVAZIONE.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Riprendiamo l'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc.
201301059/064, presentata dalla Giunta Comunale in data 12 marzo 2013, avente per
oggetto:

"Società controllate dalla Città di Torino - Modifiche statutarie ai fini
dell'adeguamento alle nuove norme introdotte dalla Legge n. 120/2011 e dal suo
Regolamento attuativo D.P.R. 30/11/2012 n. 251. Approvazione"

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per l'illustrazione, al Vicesindaco.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
Il 30/11/2012 abbiamo avuto il Regolamento che attua una norma che era prevista,
ma che non aveva Regolamento, per cui non si poteva attuare.
Tale Regolamento stabilisce, sostanzialmente, che i generi devono essere tutelati, per
cui, a partire dal rinnovo delle società attuali, nel primo mandato, in tutti i Consigli
d'Amministrazione è necessario che un quinto sia tutelante del genere; man mano
che vanno avanti nel secondo mandato, bisogna avere i due terzi, perché, essendo il
Consiglio d'Amministrazione di tre o di cinque membri, ovviamente, in attuazione
del Regolamento, nei cinque ci deve essere al massimo una presenza; invece se
diciamo due terzi devono essere due, e ovviamente non si può andare oltre, perché
cinque è un numero dispari.
Abbiamo una serie di emendamenti che dicono di attuare fin da subito la quota di
presenza di almeno un terzo, per cui, dove sono tre, uno e, dove sono cinque, due.
Questa indicazione può essere assunta: per quanto riguarda le nostre società, dipende
solo da noi; laddove siamo in società con altri, ovviamente possiamo decidere per
noi, ma non per gli altri. Per cui a questi emendamenti andrebbe aggiunto: "laddove è
possibile attuare questa indicazione", fermo restando che è importante che ogni socio
si adegui rispetto a quanto previsto dalla Legge, ma ovviamente, non gli possiamo
chiedere di adeguarsi alla deliberazione della Città di Torino su tale materia.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Onofri.

ONOFRI Laura
Io voglio iniziare il mio intervento leggendo alcune frasi, per poi dire di quando sono
queste frasi.
La frivolezza e la vanità femminili impediscono alle donne di applicarsi con costanza
e assiduità a studi e lavori intellettuali seri e che, se anche fossero riuscite a farlo,
l'eccesso di fatiche scolastiche avrebbe provocato indebolimento e fatica fisica e
mentale nelle donne e che i lavori intellettuali avrebbero fatto loro perdere la
femminilità e la grazia".
E non dimentichiamo che, nella stessa Assemblea Costituente, l'Onorevole Leone
affermò: "Si ritiene che la partecipazione illimitata delle donne alla funzione
giurisdizionale non sia per ora da ammettersi. Che la donna possa partecipare con
profitto laddove può far sentire le qualità che le derivano dalla sua sensibilità e dalla
sua femminilità, non può essere negato. Ma negli alti gradi della Magistratura, dove
bisogna arrivare alla rarefazione del tecnicismo, è da ritenere che solo gli uomini
possano mantenere quell'equilibrio di preparazione che più corrisponde, per
tradizione, a queste funzioni".
Ho letto queste frasi, che adesso ci fanno sorridere, non sono di tanti anni fa, ma, se
siamo costretti ancora oggi a ricorrere alle quote per garantire un'equa
rappresentanza nei luoghi decisionali, vuol dire che non abbiamo ancora raggiunto
che la parità sia un fatto talmente naturale, talmente ovvio, che non sia più necessario
parlarne, né definire gli ambiti, gli strumenti e fra questi, appunto, le quote.
È proprio partendo da questo che il Consigliere Centillo e io abbiamo presentato un
emendamento che addirittura va oltre la Legge e che chiede il 50% delle quote.
Questo gap deve essere colmato e non abbiamo tempo di aspettare. Abbiamo già
atteso abbastanza.
È vero - come diceva il Vicesindaco - che la Legge n. 120/2011 prevede un
riequilibrio graduale della rappresentanza di genere nei board delle società
partecipate dagli Enti Locali, ma noi pensiamo che si debba accelerare questo
processo e che la Città di Torino, sempre in prima linea e all'avanguardia nel
recepire le istanze femminili, che possono contribuire ad aiutare e ad azzerare le
discriminazioni che ancora le donne subiscono, sia pronta ad attuare l'equa parità,
recependo questo emendamento ed inserendo nei Consigli d'Amministrazione da
subito il 50% delle donne.
Visto che non si tratta soltanto della Città, ma chiaramente in alcuni casi c'è anche il
socio privato, noi chiediamo proprio alla Città di fare lo sforzo, cioè, se, come
succede, il socio privato indica degli uomini, chiediamo che sia la Città a farsi carico
di questo.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Alunno.

ALUNNO Guido Maria
In realtà quelli presentati dai Consiglieri Centillo e Onofri sono subemendamenti a
un emendamento che avevo presentato con alcuni Consiglieri.
Spiego velocemente: quando ci è stato spiegato dal Vicesindaco (così come ha fatto
oggi) che la norma prevede che la regola sia un terzo, ma che per la prima nomina è
anche accettabile un quinto, sono un po' sobbalzato sulla sedia, perché o riteniamo
che la questione sia seria, sensata e lavoriamo per realizzarla, oppure cerchiamo degli
escamotage per spostare l'effettiva realizzazione del principio che ci convince in un
tempo che non sia più troppo legato a noi.
Allora, mi è parso ovvio che una Città avanzata, come la Città di Torino (che nei
Regolamenti già prevede la tendenza alla parità, non ad arrivare ad un terzo), decida
di saltare questo primo passaggio della prima nomina a un quinto e arrivi a
determinare che è ovviamente logico che almeno un terzo, cioè uno su tre (credo che
a breve la Legge porterà tutti i Consigli d'Amministrazione a tre membri), sia una
donna. A me pare una cosa ovvia e così è parso anche ad altri Consiglieri con cui
abbiamo parlato. Poi si è aggiunto questo emendamento, che addirittura tende a dire:
"Sia subito una parità al 50 e 50", che noi abbiamo accolto, perché la tendenza deve
essere quella.
Ma secondo me la follia è il punto di partenza, che probabilmente era l'unica
mediazione possibile per riuscire a far passare in Parlamento questa norma, che, è
vero - come dice il Consigliere Onofri - che è una follia che sia una norma a definire
che ci debbano essere delle quote che garantiscano almeno una presenza femminile.
È una follia. Oggettivamente tutti riterremmo che culturalmente è ovvio che la parità
vada manifestata, evidentemente, anche nelle nomine dei vari Consigli
d'Amministrazione degli Enti Pubblici e, in particolare di una Città - ripeto -
avanzata e culturalmente attenta a questi temi, come è la Città di Torino.
In realtà, anche una norma che dice queste cose, caro Consigliere Onofri, le sposta
alla prossima nomina, perché alla prima scadenza sarà sufficiente un quinto!
Io mi rifiuto di votarla! Se la proposta di deliberazione rimane così non emendata, il
mio voto sarà contrario, perché ritengo che sia una follia, perché dobbiamo imporlo
per legge, ma spostarlo nel tempo, perché la prima nomina ci può servire a mettere
ancora tre uomini. È una cosa che io ritengo inaccettabile!
Se siamo contrari a tale strada, proponiamo, con una mozione, di modificare la
Legge e di non applicarla, perché la Città di Torino vuole fare diversamente.
Io sto dall'altra parte.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Centillo.

CENTILLO Maria Lucia
Io condivido quanto è stato detto in precedenza dai Consiglieri. Sottolineo il fatto
che, per quanto questa Legge sia sul livello nazionale un grosso passo avanti, perché
ha una valenza di tipo nazionale, la Città di Torino si è contraddistinta, anche
attraverso il programma del Sindaco Fassino, su una scelta fondamentale, che è
quella di perseguire la democrazia paritaria.
Per cui, in coerenza con quanto abbiamo sempre condiviso rispetto al potere di
nomina del Sindaco, io credo che sia importante, nei nostri atti pubblici - come
quello di una deliberazione che fa riferimento a questo aspetto - non sminuire il
valore politico che si è raggiunto con la volontà, con la decisione, con il potere che
spetta a chi nomina, facendo un passo indietro.
Quindi, il fatto di partire da subito sul 33% è la condizione minima, ma è chiaro che
per noi l'obiettivo è quello di arrivare al 50%, nelle Giunte piuttosto che nei Consigli
d'Amministrazione.
Capisco la difficoltà, soprattutto nelle controllarle, di avere a che fare con altri soci
che potrebbero non avere la stessa sensibilità, ma io credo che la Città si debba fare
carico di questo e se ne debba fare carico su due livelli: sul livello della singola
controllata, quindi non andando sotto un terzo delle nomine, ma anche su un
panorama più generale, perché io non posso pensare che comunque, su tutte le
nomine di tutte le partecipate, ciò che viene accettato e formulato riguardi sempre
solo un terzo per le donne.
Io dico queste cose sapendo di sfondare una porta aperta, rispetto all'attività del
Sindaco. Per questo abbiamo voluto fare questo subemendamento all'emendamento -
e ringrazio il Consigliere Alunno, primo firmatario del precedente emendamento -,
perché abbiamo voluto chiedere di non invertire una tendenza che per noi è motivo di
orgoglio.
Peraltro, insieme a questa Legge ne è stata presentata un'altra, che prevede
l'introduzione della doppia preferenza nei Consigli Comunali.
Quindi, noi stiamo già lavorando su un atto che chiederà di adeguare lo Statuto,
anche se non è necessario teoricamente, è necessario soltanto sulle Circoscrizioni;
chiediamo, però, di poterlo assumere come elemento di forza.
Voglio dire ancora un'ultima cosa, perché oggi è venuta fuori questa notizia,
riportata da "Il Sole 24 Ore" e dalla nostra rassegna stampa: viene detto che il 4
maggio è entrato in vigore un decreto che sostanzialmente dice che non è possibile
nominare dipendenti Comunali. Io vi suggerisco... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Bravo! C'è una contraddizione tra due norme. Io mi riferisco ad una
nota di stampa.
Quindi credo sia necessario verificare questo aspetto, perché uno degli elementi che
potrebbe diminuire la possibilità di nominare le donne sta nel fatto che spesso i
dirigenti sono già uomini e quindi, nelle nomine dei Consigli d'Amministrazione di
figure dirigenziali, dipendenti dei Comuni, questo potrebbe essere un limite
oggettivo.
Pertanto, chiederei soltanto di verificare se quanto riportato da "Il Sole 24 Ore" di
oggi sia effettivamente in contraddizione.
Sul resto, io, come le altre Colleghe, ci avvarremo, nei confronti di qualsiasi
organismo, non soltanto della Città, di quello che la Legge mette a disposizione, che
è l'Osservatorio che prevede di non scendere sotto determinati limiti, ed è uno
strumento di controllo che il Parlamento ha previsto, ma che io credo che per la Città
di Torino non dovrebbe assolutamente prevedere alcun tipo di marcia indietro
rispetto a quello che si è ottenuto in questi ultimi mesi, in questi ultimi anni, anche
se, secondo me, sarebbe opportuno individuare una modalità più che di trasparenza,
di massima pubblicizzazione delle cose che si fanno e quindi avere un modo di far
sapere e far evidenziare come le nomine abbiano determinate caratteristiche di
genere.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Innanzitutto vorrei ringraziare il Consigliere Alunno e il Consigliere Centillo, che
comunque hanno proposto il tema (in particolare, ricordo che, quando abbiamo
discusso la deliberazione in Commissione, il Consigliere Alunno aveva posto la
questione), e mi associo a quanto è stato detto.
Il Consigliere Centillo ha in parte anticipato quello che avrei voluto dire, cioè
ricordare comunque quanto, signor Sindaco - abbiamo parlato delle sue linee
programmatiche -, sia stata data importanza anche da lei a tale questione. Ricordo, in
particolare, che si era anche discusso di "gender mainstreaming" e poi non era
passato, ma comunque c'era stato un suo impegno a verbale su tali questioni.
Quindi, per quanto comprendo che ci siano delle impossibilità e delle problematiche,
come dicevano anche il Consigliere Centillo, il Consigliere Onofri e il Consigliere
Alunno, io penso che la Città di Torino, in questo senso, possa dare un segnale forte,
un segnale politico, un segnale di una certa attenzione e sensibilità, che magari altri
Enti potrebbero non avere e potrebbero seguire l'esempio di Torino.
Quindi, ovviamente, il nostro voto sarà favorevole.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Sindaco.

SINDACO
Intervengo per sottolineare al Consiglio che non solo io sono totalmente d'accordo
con le proposte che vengono avanzate, ma che l'Amministrazione ha già operato in
questa direzione.
Tutte le nomine che noi abbiamo dovuto fare sono state improntate al criterio come
minimo del terzo, ma ci sono state situazioni nelle quali la nomina era una e abbiamo
scelto una donna, come era giusto fare, ovviamente sempre sulla base di una
valutazione di competenza e, al tempo stesso, di promozione di candidature
femminili.
Quindi, io considero del tutto condivisibili gli emendamenti e i subemendamenti
proposti e ne chiedo l'accoglimento a tutto il Consiglio.

LEVI Marta (Vicepresidente)
In quanto prima firmataria, avendo sentito le altre firmatarie e gli altri firmatari, direi
che accogliamo i subemendamenti all'emendamento.
Quindi risultano due emendamenti così subemendati, pertanto votiamo i due
emendamenti. Testo coordinato. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No,
l'emendamento subemendato. L'emendamento come già subemendato. Accogliamo i
subemendamenti.
Prima di procedere alla votazione, ricordo che, come richiesto dalla Conferenza dei
Capigruppo, al termine di questa votazione ci saranno le comunicazioni del
Vicesindaco circa la costituzione di Parte Civile della Città nel processo contro
Cesare Vaciago.
Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1
così subemendato:
presenti 25, astenuti 1, favorevoli 24.
L'emendamento n. 1 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo al secondo emendamento, che è uguale al primo, ma agisce sul dispositivo
invece che sulla narrativa.
L'emendamento n. 2, presentato dai Consiglieri Levi, Alunno, Nomis, Genisio e
Levi-Montalcini, comprensivo del subemendamento n. 1 presentato dai Consiglieri
Centillo ed Onofri, recita:


LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2
così subemendato:
presenti 25, astenuti 1, favorevoli 24.
L'emendamento n. 2 è approvato.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione la proposta di
deliberazione così emendata:
presenti 23, astenuti nessuno, favorevoli 23.
La proposta di deliberazione è approvata.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento:
presenti 23, astenuti nessuno, favorevoli 23.
L'immediata eseguibilità è concessa.

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