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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Maggio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 15
MOZIONE 2013-01959
(MOZIONE N. 26/2013) "INDIRIZZI SULLA POLITICA DI DISMISSIONI DELLE QUOTE AZIONARIE DI PROPRIETA' DELLA CITTA' DI TORINO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MANGONE ED ALTRI IN DATA 30 APRILE 2013.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'esame congiunto della proposta di mozione n. mecc. 201301959/002,
presentata dai Consiglieri Mangone, Alunno, Muzzarelli, Genisio, Tricarico e
Sbriglio in data 30 aprile 2013, avente per oggetto:

"Indirizzi sulla politica di dismissioni delle quote azionarie
di proprietà della Città di Torino".

e della proposta di mozione n. mecc. 201302030/002, presentata dai Consiglieri
Tronzano, Liardo, Greco Lucchina, Magliano, D'Amico e Ricca in data 6 maggio
2013, avente per oggetto:

"Indirizzi sulla vendita delle quote di aziende a partecipazione pubblica
a rilevanza economica".

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Paolino.

PAOLINO Michele
Noi adesso dobbiamo discutere congiuntamente due proposte di mozioni arrivate
direttamente in Aula senza essere passate dalla Commissione, senza aver avuto la
possibilità di confrontarle, di analizzarle con più attenzione, in particolare per quella
presentata dai Colleghi del PdL. Soprattutto, abbiamo bisogno che il Vicesindaco sia
presente in Aula per poter fare alcune considerazioni. Visto che al Vicesindaco
abbiamo anche chiesto di rispondere d'urgenza a una comunicazione, se gli diamo il
tempo di rispondere alla comunicazione... (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Se c'è il Vicesindaco possiamo affrontare la questione. Senza Vicesindaco mi
sembra sbagliato, perché manca un interlocutore.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Quello che il Consigliere Paolino voleva dire era di aspettare il Vicesindaco. Nel
frattempo il Vicesindaco è arrivato.
La parola al Consigliere Mangone.

MANGONE Domenico
Un lungo elenco di Consiglieri appartenenti al PD e non solo (non ho ben compreso
se le firme di SEL sono ancora apposte, o sono state tolte; lo diranno loro) ha
presentato questa proposta di mozione, che tenta di affrontare un problema che ormai
discutiamo da diverso tempo.
È noto come la Città di Torino, indebitata da una serie di investimenti, stia cercando
di rientrare, o comunque di diminuire l'esposizione debitoria attraverso le
dismissioni. Tant'è che nel 2012, quando la Città era uscita dal Patto di Stabilità, ha
ceduto importantissime società, tipo TRM, SAGAT e AMIAT.
Ovviamente, tutto questo è stato un momento di dibattito importante per il Consiglio
Comunale, che ha più volte discusso tali questioni. Però, è stato chiesto diverse volte,
almeno dal sottoscritto, di fare un po' il quadro della situazione dei beni di proprietà
di questa Città, perché appare di tutta evidenza che il problema dell'esposizione
debitoria non sia stato risolto nel 2012 con la vendita di tutta una serie di
importantissime società. Quindi, è probabile che anche nel 2013 si riproporrà la
stessa identica questione.
Allora, io credo (e con me quelli che hanno sottoscritto questa proposta di mozione)
che sia arrivato anche il momento di fare un po' il quadro dei beni di proprietà della
Città, per quel poco che ormai è rimasto di proprietà della Città.
Quindi, il primo punto dell'impegnativa di questa mozione chiede di fare un apposito
documento dove definiamo la strategicità delle proprietà e delle partecipazioni della
Città. Questo consente a tutti i Consiglieri Comunali di avere un'idea chiara sul
cammino che dobbiamo percorrere. In base a questo documento siamo in grado di
fare delle scelte politiche, perché l'anno scorso abbiamo ceduto le partecipate avendo
un unico obiettivo, che era quello di rientrare nel Patto di Stabilità, e abbiamo tenuto
in secondo piano le funzioni di queste società.
Oggi, per quel poco che è rimasto ancora di proprietà della Città di Torino, ma che
comunque è un patrimonio considerevole, bisogna che tutti quanti, Giunta e
Consiglio Comunale, facciano il quadro, tenendo conto di una circostanza
importante, che è proprio quel concetto di strategicità che noi abbiamo voluto
esprimere nella nostra proposta di mozione.
Cosa significa strategicità degli asset di proprietà della Città di Torino? È evidente
che anche quella è una scelta politica ed è evidente che anche su quello dobbiamo
aprire un confronto, perché ci sono Consiglieri Comunali che ritengono strategici
alcuni asset ed altri che, invece, ritengono strategici altri asset.
Per quanto mi riguarda, ritengo che tutte le società che forniscono servizi ai cittadini,
anche in situazione di monopolio, siano delle partecipazioni strategiche.
Partecipazione strategica era, ad esempio, la società SAGAT, era (ricordo la
deliberazione sulla quale avevo votato in maniera non favorevole) TRM ed era
AMIAT.
Questi sono servizi ai cittadini per i quali e sui quali il cittadino non può che
rivolgersi a queste società per ottenerne le prestazioni.
In questa mozione, abbiamo fondamentalmente detto che IREN, dal punto di vista
dei servizi ai cittadini, non è società strategica per la Città di Torino. Anche perché se
il cittadino torinese vuole prendere il tram, non ha che scegliere GTT e non può fare
altro; se invece deve fare il contratto di fornitura di energia elettrica o di gas, sul
mercato cittadino ci sono diverse società che forniscono lo stesso identico servizio.
Abbiamo detto, in questa mozione, che, se le esigenze di bilancio lo richiedono,
prima valutiamo la dismissione delle quote di IREN, dopodiché valutiamo GTT.
Perché GTT è una delle questioni che abbiamo voluto, in questa mozione,
considerare con maggiore attenzione? Perché credo sia l'unica società rimasta, forse,
al 100% della Città di Torino. Abbiamo ancora SMAT, però non è al 100% della
Città di Torino; c'è ancora Soris (un'altra di quelle che dobbiamo considerare anche
nell'eventualità dovesse essere utile).
GTT è una società storica del trasporto pubblico della Città di Torino che in sé
assomma una serie di linee di business (visto che in altre deliberazioni abbiamo usato
questa dizione); ci sono i parcheggi, ci sono gli immobili e ci sono le reti per la fibra
ottica. È un ragionamento che su GTT va tenuto come ultima istanza.
Nella mozione c'è scritto in maniera chiara: non cediamo GTT. Ho avuto modo, in
diverse occasioni, di fare un esempio semplicissimo: se una famiglia è in crisi e ha
due abitazioni, una dove abita e l'altra dove ci va in ferie, prima vende la casa dove
va a passare le ferie, la casa al mare, la casa in montagna; se quella non dovesse
bastare, si vende anche la casa dove si abita.
Per quanto mi riguarda, la casa dove si abita è GTT; la casa dove invece si va in ferie
è IREN.
Nel documento che delineerà la strategicità degli asset della Città, teniamo conto di
queste priorità. Non c'è un'esclusione assoluta o un tabù rispetto alla cessione delle
partecipazioni in GTT; c'è una valutazione di buonsenso che dice: prima altre cose e
poi, eventualmente, se le condizioni continuano a persistere, valutiamo anche GTT.
Però, non può essere in primis GTT la società che verrà ceduta al posto di altri asset
che la Città ha.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente)
La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Volevo soltanto chiederle, visto che l'argomento è importante, se ci sono dei
meccanismi regolamentari che consentano un aumento del tempo a disposizione.

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente)
Visto che la Conferenza dei Capigruppo non ha, da questo punto di vista, scelto di
derogare le misure, come ha visto, erano 5 minuti. Rendendosi conto
dell'importanza, la Presidenza non ha tolto la parola.
Per cui, vi sarebbero 5 minuti per l'illustrazione e la discussione; un solo Consigliere
per Gruppo 5 minuti e gli altri Consiglieri 3.
Se il provvedimento fosse andato in Commissione, in questo caso non è andato, il
Presidente competente ne avrebbe 3. Per la replica, uno dei presentatori 10 minuti e
poi sugli emendamenti.
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Volevo intervenire ancora sull'ordine dei lavori. Lei può convocare una Conferenza
dei Capigruppo in questo momento e chiedere se eventualmente è possibile dilatare il
tempo?

MAGLIANO Silvio (Vicepresidente)
Come Presidente, se nessuno ha niente in contrario, visto che ho lasciato parlare
praticamente il doppio del tempo uno dei presentatori, raddoppierei i tempi a 10
minuti per presentatore, idem per un Consigliere a Gruppo. Quindi, andremmo a 10 e
10. Per gli altri Consiglieri 6 minuti, in modo tale che non dobbiamo fare una
Conferenza dei Capigruppo e possiamo lavorare.

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