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LEVI Marta (Vicepresidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 201300731/016, presentata dalla Giunta Comunale in data 19 febbraio 2013, avente per oggetto: "Regolamento Comunale per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande degli esercizi pubblici. Modifiche" LEVI Marta (Vicepresidente) Comunico che in data 17/04/2013 la competente Commissione ha rimesso il provvedimento in Aula. Sono stati presentati 4 emendamenti da parte della Giunta. La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) La proposta di deliberazione è stata ampiamente illustrata in Commissione, così come gli emendamenti, per cui rimango a disposizione nel caso mi venga richiesto qualcosa espressamente. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Scanderebech. SCANDEREBECH Federica Intervengo soltanto per fare la mia dichiarazione di voto su questa proposta di deliberazione. Voterò favorevolmente, soprattutto grazie all'intervento degli emendamenti che sono stati presentati in sede di discussione. Ritengo che questa proposta di deliberazione sia fondamentale principalmente per 2 punti: intanto, recepisce tutto ciò che a livello nazionale si è fatto con il Decreto sulle liberalizzazioni; quindi, trovo fondamentale e necessario che si inserisca in un Regolamento Comunale alcune dritte che sono state date dal Decreto sulle liberalizzazioni. Inoltre, ormai reputavo non più attuale, soprattutto dopo questo Decreto sulle liberalizzazioni, il fatto che continuasse ad esistere una deliberazione di una precedente Giunta secondo la quale tutti gli esercizi devono obbligatoriamente tenere aperta la loro attività commerciale di somministrazione di alimenti e bevande durante il periodo estivo una volta ogni 3 anni. Con questo Regolamento e con l'emendamento presentato dall'Assessore Tedesco finalmente questa vecchia deliberazione può decadere e viene sottolineato maggiormente il fattore volontaristico dell'apertura nel periodo estivo. Tutto ciò che avevo chiesto di analizzare è stato recepito con questi emendamenti, per cui sono contenta ed il mio voto non può che essere favorevole. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per l'approfondita e, a mio giudizio, esaustiva discussione avvenuta in Commissione; ringrazio anche il Presidente Mangone, che è stato attento affinché il dibattito fosse completo in tutte le sue valutazioni. Certamente ci sono alcuni aspetti positivi ed alcuni aspetti negativi - naturalmente, dal mio punto di vista - che l'Assessore conosce benissimo e che vorrei ricapitolare almeno per il verbale. Sicuramente, il tema sollevato dal Consigliere Scanderebech è corretto; avevamo già agito nella scorsa tornata amministrativa sulle aperture estive (insieme all'allora Assessore Altamura, agli Uffici ed al Consiglio Comunale) ed eravamo già riusciti a stemperare un po' questa obbligatorietà. Oggi, con questo Regolamento si mantiene principalmente l'adesione volontaria. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). In via prioritaria l'adesione volontaria. È un aspetto che, a mio giudizio, stempera ancora di più un obbligo che, oggettivamente, i commercianti potevano anche non gradire, visto che il periodo estivo non è sempre foriero di buoni incassi. L'aspetto più saliente di questo Regolamento è, invece, quel benedetto articolo n. 21, che nella prima stesura era in linea con quanto ho sempre auspicato, perché le liberalizzazioni - l'ho detto anche in Commissione e vorrei che il Presidente Mangone mi ascoltasse su questo argomento - non sono sempre foriere di miglioramento degli affari o della concorrenza. Oggettivamente, le liberalizzazioni fatte fra poveri - com'è successo con questo Decreto - devono essere, in qualche modo, mitigate. Se non abbiamo più la facoltà di tenere sott'occhio le aperture degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto sono subentrate le liberalizzazioni (che, in questo caso, secondo me sono nefaste e prodromiche alla chiusura di molti negozi) e in ogni caso dobbiamo ottemperare alla Legge, perlomeno avrei voluto che sugli orari dei locali di somministrazione di alimenti e bevande venisse dato un segnale più convincente, magari più aggressivo, in modo tale, Presidente, da fare giurisprudenza. In fondo, sembra quasi che, ultimamente, la Legislazione nazionale e, conseguentemente, i Regolamenti dei Comuni debbano agire a seguito di giurisprudenza e, quindi, di giudizi del TAR o del Consiglio di Stato. Forse questa era l'occasione giusta per fare in modo che Torino diventasse sede importante di attività giurisprudenziali da parte del TAR o del Consiglio di Stato e si pronunciasse, a seguito di eventuali ricorsi di esercenti, sulla nostra capacità di limitare, di controllare o di programmare - forse è meglio dire programmare - gli orari di apertura e chiusura. Dico questo perché, se dobbiamo garantire il diritto allo svago - diritto sacrosanto -, dobbiamo anche garantire il diritto alla salute pubblica; la salute pubblica riguarda anche i cittadini delle singole località della città e non solo del centro. Lo ripeto per l'ennesima volta, perché il centro è già sotto la lente d'ingrandimento e la movida di piazza Vittorio e dei Murazzi sono già sotto la lente d'ingrandimento, visto che i comitati cittadini e tutti sono attenti. Io parlo delle periferie, dove, purtroppo, a seguito di queste aperture indiscriminate - anche 24 ore su 24 -, i cittadini continuano a patire danni alla salute (in particolare, a seguito del mancato riposo) e, in questo caso, forse si poteva osare un po' di più; magari agendo sulla programmazione degli orari, com'era nella prima stesura del Regolamento, attraverso il Sindaco e con un Regolamento Consiliare ed una deliberazione di Giunta Comunale con i criteri attuativi, e non con un'ordinanza che, per sua natura, è contingibile ed urgente e, quindi, ha un determinato periodo di tempo e soprattutto avviene a seguito di casi puntuali. La capacità di programmare, invece, è qualcosa di un po' più esteso. Questa è la critica che faccio a questo Regolamento; l'Assessore la conosce bene, tant'è che, giustamente, si sta assopendo, perché le mie frasi sono noiose, nel senso che le ho ripetute più volte. È una battuta, chiedo scusa all'Assessore, perché non si stava assopendo, ma era soltanto per dire che le mie frasi le aveva già sentite centinaia di volte. È per questo motivo che ci asterremo su questo Regolamento e non esprimeremo il nostro voto favorevole, perché ci sono luci - alcune - ed ombre; una in particolare è importante, che forse non salvaguarda quanto avremmo voluto salvaguardare, cioè il diritto al riposo dei cittadini. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Anche io sarò molto breve, in quanto la discussione in Commissione è stata lunga e tutti abbiamo ribadito più volte le nostre osservazioni. Intanto vorrei dire che, purtroppo, dal mio punto di vista (perché credo che sarebbe una materia su cui il Comune dovrebbe avere più discrezionalità) molto di quello che c'è in questa proposta di deliberazione è, appunto, un'attuazione di disposizioni e, in generale, di una filosofia nazionale, che però comincia ad essere un po' preoccupante. Adesso, magari andando oltre anche lo specifico ambiente limitato all'esercizio di somministrazione, in realtà conviene a tutti e, ormai da anni, c'è una spinta a liberalizzare l'accesso alla possibilità di fare commercio ed attività pubbliche e, in particolare, a liberalizzare gli orari, perché effettivamente nel nostro Paese, rispetto a molti altri Paesi nel mondo, gli orari di un po' tutte le attività commerciali erano tradizionalmente più limitati. Quindi, anche per il pubblico è comodo avere, se volete, delle attività aperte più a lungo (anche durante tutta la notte nel caso di questi esercizi). Però, prima o poi, ci si dovrà porre il problema della tutela della vita di chi lavora in questi esercizi, oltre che dei problemi che questo può causare al pubblico, nel senso che per chi ha una grande attività è anche facile gestire, con tanto personale dipendente, questi orari molto lunghi; ma per chi ha una piccola attività familiare (un ristorante o un negozio) o anche per chi è dipendente di grandi attività, che la domenica sera o il sabato sera è sempre di turno, questi fatti diventano problematici da gestire. Forse dovremmo anche chiederci che modello sociale stiamo portando avanti a forza di liberalizzare. Chiusa questa parentesi, ovviamente anche noi - in parte le osservazioni sono già venute fuori - ci saremmo concentrati sulla parte più calda relativa alla regolamentazione degli orari nelle zone forse un po' più discusse della città; è anche vero, però, che forse un singolo locale notturno o un'attività in una zona che non rientra nella movida può causare più problemi a chi abita lì, piuttosto che locali in zone dove comunque c'è già una certa attività. Abbiamo alcune zone della città dove la densità di questo genere di esercizi è tale per cui, effettivamente, ormai diventano molto difficili da gestire. Probabilmente, sarebbe stato un bene riuscire a trovare delle forme per usare al massimo quello che la Legge comunque concede, cioè le forme per riuscire a programmare un po' di più di quello che c'è in questa versione del Regolamento (gli orari, le aperture e così via). Effettivamente, nessuno vuole chiudere e spegnere la città, figuriamoci, ma credo che sarebbe nell'interesse di tutti riuscire a fare una programmazione seria e sensata, che alla fine, da una parte, eviti i problemi a chi si trova ad aprire attività che hanno a fianco altre 15 attività, che poi si mettono a fare concorrenza anche su chi fa più rumore e tiene aperto più a lungo (perché, poi, sono fattori che possono richiamare maggiormente il pubblico ed aumentare il giro d'affari), e, dall'altra parte, tenga comunque in considerazione le sacrosante esigenze di vita dei cittadini. Devo ammettere che su questo argomento è molto difficile trovare delle proposte condivise, per cui qualunque proposta si avanzi di solito viene criticata da tutti, sia da una parte che dall'altra, perché ognuno ha una visione ormai piuttosto radicalizzata. Forse sarebbe il caso di trovare degli strumenti per riuscire a portare avanti una posizione mediata, che, alla fine, possa normalizzare un po' questa situazione. L'ultima nota che vorrei fare è relativa alla monetizzazione dei parcheggi; da una parte, anche questo è un problema per tante persone che vorrebbero provare ad aprire un'attività, quindi ben venga anche la possibilità di una riduzione sull'importo della monetizzazione dei parcheggi in cambio di opere utili alla collettività (ad esempio, quelle per l'insonorizzazione o l'abbattimento delle barriere architettoniche), purché - e questo è stato chiarito - questo non diventi un premiare il rispetto di norme che già ci sono. Forse è scritto in maniera un po' convoluta, ma a tutti è chiara l'interpretazione che gli sconti sono a fronte di opere aggiuntive rispetto a quanto strettamente necessario e richiesto dalla Legge e non semplicemente per il fatto di rispettare la Legge in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. Questo punto è chiarito e direi che è positivo. Credo che, a questo punto, non resti che vedere che cosa succederà con l'applicazione di questo Regolamento e, magari, stare anche pronti ad aggiustarlo, se ci saranno dei problemi. L'ultimo appello che mi sento di fare alla Giunta è, una volta che riusciremo ad avere le regole, di cercare di applicarle in maniera seria ed uniforme, perché una parte del problema anche con la vita notturna e con gli orari di apertura è che ci sono delle regole - queste, come quelle sull'inquinamento acustico, eccetera - e, poi, ci sono una marea di deroghe, oppure ci sono una marea di casi in cui le regole non si riescono a far rispettare, per cui, quando i cittadini chiamano i Vigili Urbani, questi allargano le braccia o al telefono rispondono che non possono intervenire perché non ci sono le pattuglie. È inutile che passiamo delle settimane in Commissione a studiare dei Regolamenti se poi, alla fine, nessuno li fa rispettare. Per favore, al di là di quelle che saranno le regole, diamoci come obiettivo quello di riuscire a farle rispettare un po' di più di quanto sia stato fatto finora. LEVI Marta (Vicepresidente) La parola al Consigliere Mangone. MANGONE Domenico Vorrei testimoniare che la discussione che è avvenuta in Commissione è stata molto lunga ed articolata; abbiamo sentito tutti coloro che l'hanno richiesto (comitati dei cittadini compresi). È evidente che, probabilmente, questo Regolamento si è caricato di significati che vanno oltre la funzione propria di un Regolamento simile. Come richiamava prima il Consigliere Tronzano, l'attenzione si è poi concentrata sull'articolo n. 21, che è stato modificato attraverso l'emendamento che, da qui a poco, verrà votato e - credo - approvato. Vorrei raccomandare in qualche modo all'Assessore ed al Sindaco un utilizzo molto ponderato dell'applicazione di questo articolo. Credo che - questo l'ha detto chi mi ha preceduto e lo diciamo sempre tutti - il diritto al riposo ed il diritto a potersi divertire debbano essere assolutamente tutelati; evidentemente, enunciato il principio, poi le applicazioni possono trovare strade diverse. Abbiamo impiegato qualche anno a rendere questa città così com'è e la vorremmo preservare; ci piacerebbe preservare la città così come si è trasformata in questi anni. È evidente che nelle trasformazioni ci sono dei passaggi critici: c'è una città che si sta assestando su un nuovo modo di essere la città di Torino. Non è più la città di 20 anni fa, programmata sugli orari della FIAT, quando alle 8 di sera non trovavi più nessuno in giro. Mi riferisco a piazza Vittorio, a via Roma, per non parlare del Quadrilatero o di San Salvario; quest'ultimo è il territorio che ho frequentato, perché ci abitavo quando ero uno studente universitario, e allora si aveva veramente paura a rientrare dopo una certa ora. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Adesso un po' di meno, ma forse lei esce poco di sera, però le posso dire, avendo abitato in quelle vie (io abitavo in largo Saluzzo), che, più o meno 20 anni fa, la situazione era completamente diversa da com'è adesso. Abbiamo impiegato anni per trasformare questa città. La città ha investito sul cambiamento, ci siamo indebitati - visto che prima si parlava di questo -, però l'indebitamento che ha questa città ed i soldi che sono stati spesi si vedono girando per Torino. Assessore, vorremmo continuare su questa strada, certo non dimenticando coloro i quali hanno diritto di riposare anche nei mesi di giugno, di luglio e di agosto. Non sono d'accordo quando il Sindaco firma ordinanze come quelle dell'anno scorso per far chiudere a mezzanotte tutti i locali sul lungo Po. Non sono d'accordo, perché queste ordinanze colpiscono indifferentemente tutti, buoni e cattivi, mentre è evidente che ci sono delle situazioni critiche che vanno - come direbbero in Polizia - attenzionate. Mi auguro che quest'anno non ci sia un'ordinanza come quella dell'anno scorso, che ha creato problemi a quelle attività che pure creano occupazione in questa città, perché non dimentichiamo che lavorano 30, 40 o 50 persone in una discoteca o in uno di quei locali pubblici di quelle zone in quei 3 o 4 mesi. È stato sbagliato fare un'ordinanza (tant'è che, poi, il TAR del Piemonte ha dato torto all'Amministrazione) e trovo che sia sbagliato ordinare la chiusura a mezzanotte di tutti i locali nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre. Se ci sono dei locali che superano oltremisura i limiti (perché non parliamo di superamento dei decibel in questa Città, in quanto è opportuno non approfondire questo argomento) e se ci sono delle situazioni critiche - e ci sono, perché le conosciamo e, negli anni scorsi, su alcune di esse è addirittura intervenuta la Magistratura -, andiamo a colpire in maniera specifica quelle situazioni critiche, ma, secondo me, sono sbagliate le ordinanze generalizzate. Nel Regolamento lo abbiamo inserito (e, per fortuna, modificato con questo emendamento), ma questo articolo 21 è uno strumento pericoloso o, meglio, può diventare uno strumento pericoloso, perché evidentemente l'attenzione dei Comitati è importante e non vorrei che il Sindaco o l'Assessore cedessero alle spinte eccessive anche degli organi di stampa (perché, negli anni scorsi, su alcune questioni abbiamo avuto campagne degli organi di stampa) e non vorrei che tutto questo portasse il nostro Sindaco, che probabilmente conosce poco la movida torinese, ad emettere provvedimenti che vanno... Consigliere Liardo, a me piace guardare in faccia l'Assessore quando parlo, se si sposta... Preferisco l'Assessore a lei, l'ho detto pubblicamente. Quindi, non vorrei che, in qualche periodo o in qualche momento, si cedesse alle spinte dell'opinione pubblica attraverso gli organi di stampa. Questo può essere uno strumento utile, ma va utilizzato con molto buonsenso, altrimenti, Assessore, si creano dei danni, così come è accaduto lo scorso anno con quell'ordinanza sul lungo Po. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Grazie, Presidente. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Faccio come il Sindaco, mi sono montato la testa. Grazie. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Infatti. Ribadendo anch'io il fatto che preferisco l'Assessore Tedesco al Consigliere Mangone... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Consigliere Liardo, intervenga sulla proposta di deliberazione. LIARDO Enzo Partendo proprio dal discorso delle ordinanze, che è il discorso conclusivo del Consigliere Mangone, vorrei sottolineare che questa città, che anni fa - come sosteneva con parole diverse il Consigliere Mangone - era un po' bacchettona e chiusa, ovviamente negli anni è cambiata, ma, come spesso accade a Torino, certi fenomeni non sono stati ben governati rispetto ad altre importanti città europee, che (anche in riferimento al discorso che faceva il Consigliere Mangone) sono state governate in maniera completamente diversa. Qui a volte ci sono dei vuoti amministrativi, che, alla fine, vengono compensati con le ordinanze. La realtà è questa. Basterebbe governarla in maniera razionale, attenta e continua e non ci sarebbero tanti Comitati (che sono legittimi e che appoggio) per la quiete pubblica. Consigliere Mangone, è facile dire di volere una città viva, anch'io la voglio, però - lo ripeto - deve essere governata in un certo modo. Anch'io sono stato in certe importanti città europee - tipo Barcellona - e devo ammettere che, poi, tanti Comitati non nascono, perché c'è anche un rispetto della salute pubblica. Vorrei tornare brevemente sul discorso delle somministrazioni. Anche io mi sarei aspettato un maggiore coraggio da parte dell'Assessore, soprattutto per quanto concerne il discorso degli orari ed il rispetto della salute dei cittadini e, soprattutto, dei giovani; il fenomeno dell'alcolismo all'interno del mondo giovanile è sempre crescente e su queste questioni bisognerebbe iniziare a fare un dibattito serio, mentre, molte volte, si trascurano. Lo so che vado fuori argomento, però bisognerebbe anche guardare - per riprendere il discorso che faceva il Consigliere Mangone - un aspetto tecnico all'interno dei locali: ci sono alcuni locali che non hanno un minimo di insonorizzazione rispetto a delle realtà in cui - parliamo sempre di città europee - vi sono queste attenzioni tecniche rispetto a questi fenomeni. Di conseguenza, ritengo che - per come abbiamo valutato questo provvedimento - sia giusta l'astensione. Non posso che sottoscrivere quanto detto dal Capogruppo Tronzano e spero che, cammin facendo, si tenga sempre più conto dell'aspetto "vita", della quale si è tenuto troppo conto, infatti c'è stata un'esplosione incontrollata, come sta avvenendo a San Salvario; anche lì si ripete la storia e anche lì non viene governata nella giusta misura. Concludendo questo intervento, spero che più avanti si possa mettere l'accento anche sul discorso della salute pubblica, perché, in determinate ore, in certe zone di Torino non bastano neanche i tripli vetri per poter dormire e riposare serenamente e anche questo è un diritto di cui questa Amministrazione deve tenere conto nei confronti dei cittadini. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Non sarò certo io a rompere l'idillio che c'è in questo Consiglio e che vede tutti quanti convergere sul testo così emendato e modificato. Vorrei soltanto aggiungere che, quando sento parlare di tutela della salute e di tante cose altisonanti, ritengo che sia l'anticamera del moralismo puro e bieco, perché, se dobbiamo pensare alla salute delle persone ed imporre comportamenti virtuosi (che riguardano le sigarette, il consumo di alcool, il fatto di andare a dormire all'ora giusta la sera - dopo il "Carosello" - e di alzarsi non troppo tardi, perché altrimenti si diventa pigri), allora è finita. Credo che, per fortuna, in questa città ognuno sia libero di fare che cosa vuole, anche di rovinarsi la salute in questo Consiglio ad ascoltare gli altri, perché il dottore non ha ordinato a nessuno di venire qui a fare il Consigliere Comunale. Pensando agli orari, ai turni, al modo in cui corriamo, avanti e indietro, dal lavoro per venire qui ed al fatto che saltiamo i pasti, se i cittadini "normali", tra virgolette, ci guardassero obiettivamente direbbero: "Questi sono scemi". Ritengo che anche su queste questioni dobbiamo stare molto attenti e pacati. C'è una libertà di impresa che deve essere garantita, c'è una libertà di divertimento che deve essere garantita e la vocazione di Torino, piaccia o meno, è quella di una città sempre più aperta nei suoi orari e nelle sue capacità di attrarre e anche di far girare i soldi a tutte le ore del giorno e della notte. Ecco perché ogni città europea ha gli orari che si allungano e credo che questa sia una prerogativa di una città che tutti vogliono più turistica e più attrattiva per quanto riguarda le varie categorie. Voterò a favore, dopo che il Consigliere Mangone ha detto che lo farà anche lui, avendo delegato a lui la parte della battaglia. Ho passato a San Salvario più di 30 anni, quando ero giovane abitavo un po' più giù (oltre corso Marconi), che è una zona più tranquilla rispetto alla sua, però analogamente evitavamo di attraversare i portici di via Nizza o di girare da soli dopo una certa ora e, probabilmente, il motivo era che lui aveva paura di incontrare me e io di incontrare lui e questo sicuramente sarebbe stato un brutto incontro. Questo per dire come quel quartiere sia cambiato e anche oggi, quando vedo molta più gente girare in tutte le zone della città (comprese quelle più periferiche), mi rendo conto che Torino è cambiata; sicuramente oggi ha altri problemi, ma non è più come quando io ero giovane e accompagnare a Mirafiori o alle Vallette un'amica voleva dire guardarsi attorno perché le vie erano deserte e avevi paura ogni volta che incrociavi qualcheduno. Ecco perché dico di evitare e di lasciare questa situazione alla responsabilità del Sindaco. Se ci sono situazioni eccezionali per cui bisogna intervenire per limitare gli orari o per chiudere, si faccia, ma un coprifuoco istituzionale ed un coprifuoco preventivo non ci possono essere, questo mi sembra evidente; altrimenti rischiamo che, gli stessi che si lamentano per un certo tipo di attività vicine, siano poi quelli che alimentano quelle attività un po' più lontane, perché questa è una società in cui tutti sono molto bravi a cambiare giacchetta, a seconda della condizione. Mi pare che, alla fine, questo Regolamento non sia né un passo avanti, né un passo indietro; in realtà, modifica ed aggiorna alcune situazioni. Bisognerà trovare un compromesso tra chi vorrà chiudere sempre tutto ed andare a nanna alle 10 di sera e chi vorrà stare fuori fino alle 6 del mattino facendo casino in mezzo alla strada, impedendo agli uni e agli altri di rovinarsi la salute. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola, per una replica, all'Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Vorrei ringraziare i Consiglieri per la discussione in Commissione, che è stata approfondita, e ritengo che, oggi, qui sia stato riconosciuto; come avete potuto ascoltare anche voi, le posizioni emerse sono assolutamente contrapposte e, da una parte, si chiede un maggior rigore, mentre, dall'altra parte, si chiede una maggiore libertà. È chiaro, però, che mi pare un po' improprio pretendere di mettere un limite agli orari in un Regolamento di somministrazione. Quello che potevamo fare - e l'abbiamo fatto - è dare un indirizzo, ma è chiaro che questo Regolamento non è di immediata applicazione, perché necessita di un provvedimento successivo che non può che essere un'ordinanza, che, se dovesse esserci, chiaramente dovrebbe essere comunque con una robusta istruttoria. Ho richiamato per intero il Decreto Monti, che mi sembrava il riferimento normativo superiore, quindi di maggior efficacia. L'articolo 21 è molto importante, ha subito molti cambiamenti - li vedremo al momento dell'analisi degli emendamenti -, però questo è nato come un Regolamento anche perché ci si adeguasse... Presidente, non riesco a continuare il mio intervento, c'è troppo brusio. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Visto che è interesse dei Consiglieri che sono intervenuti ascoltare l'Assessore, permettiamole di concludere l'intervento. Prego, Assessore Tedesco. TEDESCO Giuliana (Assessore) Non è l'unico aspetto da sottolineare di questo Regolamento; infatti, con questo Regolamento rendiamo definitivi quelli che erano i criteri di applicazione della monetizzazione dei parcheggi, che è una Legge Regionale. Inoltre, con questo Regolamento mettiamo l'adesione volontaria in via prioritaria da parte degli esercizi di somministrazione nei confronti dei turni ferie ed introduciamo un'autorizzazione stagionale grazie alla quale si può dimezzare il fabbisogno di parcheggi, cioè delle autorizzazioni che vivono solo per 6 mesi. Infine, con questo Regolamento proviamo a dare degli incentivi a quegli esercizi commerciali che, per esempio, abbatteranno le barriere architettoniche senza alcuna deroga, oppure metteranno un'insonorizzazione completa senza alcuna deroga, chiaramente fatti salvi gli obblighi di Legge. In questa maniera si potrebbero avere, per esempio, degli incentivi sulla monetizzazione dei parcheggi. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi degli emendamenti. L'emendamento n. 1, presentato dall'Assessore Tedesco, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1: Presenti 22, favorevoli 22. L'emendamento n. 1 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'emendamento n. 2, presentato dall'Assessore Tedesco, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2: Presenti 21, favorevoli 21. L'emendamento n. 2 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'emendamento n. 3, presentato dall'Assessore Tedesco, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3: Presenti 29, astenuti 9, favorevoli 20. L'emendamento n. 3 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) L'emendamento n. 4, presentato dall'Assessore Tedesco, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4: Presenti 26, favorevoli 26. L'emendamento n. 4 è approvato. |