Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Aprile 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 15
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2013-00731
REGOLAMENTO COMUNALE PER L'ESERCIZIO DELL'ATTIVITA' DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE DEGLI ESERCIZI PUBBLICI. MODIFICHE.
Interventi

LEVI Marta (Vicepresidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc.
201300731/016, presentata dalla Giunta Comunale in data 19 febbraio 2013, avente
per oggetto:

"Regolamento Comunale per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti
e bevande degli esercizi pubblici. Modifiche"

LEVI Marta (Vicepresidente)
Comunico che in data 17/04/2013 la competente Commissione ha rimesso il
provvedimento in Aula.
Sono stati presentati 4 emendamenti da parte della Giunta.
La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Tedesco.

TEDESCO Giuliana (Assessore)
La proposta di deliberazione è stata ampiamente illustrata in Commissione, così
come gli emendamenti, per cui rimango a disposizione nel caso mi venga richiesto
qualcosa espressamente.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Intervengo soltanto per fare la mia dichiarazione di voto su questa proposta di
deliberazione. Voterò favorevolmente, soprattutto grazie all'intervento degli
emendamenti che sono stati presentati in sede di discussione.
Ritengo che questa proposta di deliberazione sia fondamentale principalmente per 2
punti: intanto, recepisce tutto ciò che a livello nazionale si è fatto con il Decreto sulle
liberalizzazioni; quindi, trovo fondamentale e necessario che si inserisca in un
Regolamento Comunale alcune dritte che sono state date dal Decreto sulle
liberalizzazioni. Inoltre, ormai reputavo non più attuale, soprattutto dopo questo
Decreto sulle liberalizzazioni, il fatto che continuasse ad esistere una deliberazione di
una precedente Giunta secondo la quale tutti gli esercizi devono obbligatoriamente
tenere aperta la loro attività commerciale di somministrazione di alimenti e bevande
durante il periodo estivo una volta ogni 3 anni. Con questo Regolamento e con
l'emendamento presentato dall'Assessore Tedesco finalmente questa vecchia
deliberazione può decadere e viene sottolineato maggiormente il fattore
volontaristico dell'apertura nel periodo estivo.
Tutto ciò che avevo chiesto di analizzare è stato recepito con questi emendamenti,
per cui sono contenta ed il mio voto non può che essere favorevole.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per l'approfondita e, a mio giudizio, esaustiva
discussione avvenuta in Commissione; ringrazio anche il Presidente Mangone, che è
stato attento affinché il dibattito fosse completo in tutte le sue valutazioni.
Certamente ci sono alcuni aspetti positivi ed alcuni aspetti negativi - naturalmente,
dal mio punto di vista - che l'Assessore conosce benissimo e che vorrei ricapitolare
almeno per il verbale.
Sicuramente, il tema sollevato dal Consigliere Scanderebech è corretto; avevamo già
agito nella scorsa tornata amministrativa sulle aperture estive (insieme all'allora
Assessore Altamura, agli Uffici ed al Consiglio Comunale) ed eravamo già riusciti a
stemperare un po' questa obbligatorietà. Oggi, con questo Regolamento si mantiene
principalmente l'adesione volontaria. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). In
via prioritaria l'adesione volontaria. È un aspetto che, a mio giudizio, stempera
ancora di più un obbligo che, oggettivamente, i commercianti potevano anche non
gradire, visto che il periodo estivo non è sempre foriero di buoni incassi.
L'aspetto più saliente di questo Regolamento è, invece, quel benedetto articolo n. 21,
che nella prima stesura era in linea con quanto ho sempre auspicato, perché le
liberalizzazioni - l'ho detto anche in Commissione e vorrei che il Presidente
Mangone mi ascoltasse su questo argomento - non sono sempre foriere di
miglioramento degli affari o della concorrenza. Oggettivamente, le liberalizzazioni
fatte fra poveri - com'è successo con questo Decreto - devono essere, in qualche
modo, mitigate.
Se non abbiamo più la facoltà di tenere sott'occhio le aperture degli esercizi di
somministrazione di alimenti e bevande, in quanto sono subentrate le liberalizzazioni
(che, in questo caso, secondo me sono nefaste e prodromiche alla chiusura di molti
negozi) e in ogni caso dobbiamo ottemperare alla Legge, perlomeno avrei voluto che
sugli orari dei locali di somministrazione di alimenti e bevande venisse dato un
segnale più convincente, magari più aggressivo, in modo tale, Presidente, da fare
giurisprudenza. In fondo, sembra quasi che, ultimamente, la Legislazione nazionale
e, conseguentemente, i Regolamenti dei Comuni debbano agire a seguito di
giurisprudenza e, quindi, di giudizi del TAR o del Consiglio di Stato.
Forse questa era l'occasione giusta per fare in modo che Torino diventasse sede
importante di attività giurisprudenziali da parte del TAR o del Consiglio di Stato e si
pronunciasse, a seguito di eventuali ricorsi di esercenti, sulla nostra capacità di
limitare, di controllare o di programmare - forse è meglio dire programmare - gli
orari di apertura e chiusura.
Dico questo perché, se dobbiamo garantire il diritto allo svago - diritto sacrosanto -,
dobbiamo anche garantire il diritto alla salute pubblica; la salute pubblica riguarda
anche i cittadini delle singole località della città e non solo del centro. Lo ripeto per
l'ennesima volta, perché il centro è già sotto la lente d'ingrandimento e la movida di
piazza Vittorio e dei Murazzi sono già sotto la lente d'ingrandimento, visto che i
comitati cittadini e tutti sono attenti. Io parlo delle periferie, dove, purtroppo, a
seguito di queste aperture indiscriminate - anche 24 ore su 24 -, i cittadini continuano
a patire danni alla salute (in particolare, a seguito del mancato riposo) e, in questo
caso, forse si poteva osare un po' di più; magari agendo sulla programmazione degli
orari, com'era nella prima stesura del Regolamento, attraverso il Sindaco e con un
Regolamento Consiliare ed una deliberazione di Giunta Comunale con i criteri
attuativi, e non con un'ordinanza che, per sua natura, è contingibile ed urgente e,
quindi, ha un determinato periodo di tempo e soprattutto avviene a seguito di casi
puntuali. La capacità di programmare, invece, è qualcosa di un po' più esteso.
Questa è la critica che faccio a questo Regolamento; l'Assessore la conosce bene,
tant'è che, giustamente, si sta assopendo, perché le mie frasi sono noiose, nel senso
che le ho ripetute più volte. È una battuta, chiedo scusa all'Assessore, perché non si
stava assopendo, ma era soltanto per dire che le mie frasi le aveva già sentite
centinaia di volte.
È per questo motivo che ci asterremo su questo Regolamento e non esprimeremo il
nostro voto favorevole, perché ci sono luci - alcune - ed ombre; una in particolare è
importante, che forse non salvaguarda quanto avremmo voluto salvaguardare, cioè il
diritto al riposo dei cittadini.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Anche io sarò molto breve, in quanto la discussione in Commissione è stata lunga e
tutti abbiamo ribadito più volte le nostre osservazioni.
Intanto vorrei dire che, purtroppo, dal mio punto di vista (perché credo che sarebbe
una materia su cui il Comune dovrebbe avere più discrezionalità) molto di quello che
c'è in questa proposta di deliberazione è, appunto, un'attuazione di disposizioni e, in
generale, di una filosofia nazionale, che però comincia ad essere un po'
preoccupante. Adesso, magari andando oltre anche lo specifico ambiente limitato
all'esercizio di somministrazione, in realtà conviene a tutti e, ormai da anni, c'è una
spinta a liberalizzare l'accesso alla possibilità di fare commercio ed attività pubbliche
e, in particolare, a liberalizzare gli orari, perché effettivamente nel nostro Paese,
rispetto a molti altri Paesi nel mondo, gli orari di un po' tutte le attività commerciali
erano tradizionalmente più limitati. Quindi, anche per il pubblico è comodo avere, se
volete, delle attività aperte più a lungo (anche durante tutta la notte nel caso di questi
esercizi).
Però, prima o poi, ci si dovrà porre il problema della tutela della vita di chi lavora in
questi esercizi, oltre che dei problemi che questo può causare al pubblico, nel senso
che per chi ha una grande attività è anche facile gestire, con tanto personale
dipendente, questi orari molto lunghi; ma per chi ha una piccola attività familiare (un
ristorante o un negozio) o anche per chi è dipendente di grandi attività, che la
domenica sera o il sabato sera è sempre di turno, questi fatti diventano problematici
da gestire. Forse dovremmo anche chiederci che modello sociale stiamo portando
avanti a forza di liberalizzare.
Chiusa questa parentesi, ovviamente anche noi - in parte le osservazioni sono già
venute fuori - ci saremmo concentrati sulla parte più calda relativa alla
regolamentazione degli orari nelle zone forse un po' più discusse della città; è anche
vero, però, che forse un singolo locale notturno o un'attività in una zona che non
rientra nella movida può causare più problemi a chi abita lì, piuttosto che locali in
zone dove comunque c'è già una certa attività.
Abbiamo alcune zone della città dove la densità di questo genere di esercizi è tale per
cui, effettivamente, ormai diventano molto difficili da gestire. Probabilmente,
sarebbe stato un bene riuscire a trovare delle forme per usare al massimo quello che
la Legge comunque concede, cioè le forme per riuscire a programmare un po' di più
di quello che c'è in questa versione del Regolamento (gli orari, le aperture e così
via). Effettivamente, nessuno vuole chiudere e spegnere la città, figuriamoci, ma
credo che sarebbe nell'interesse di tutti riuscire a fare una programmazione seria e
sensata, che alla fine, da una parte, eviti i problemi a chi si trova ad aprire attività che
hanno a fianco altre 15 attività, che poi si mettono a fare concorrenza anche su chi fa
più rumore e tiene aperto più a lungo (perché, poi, sono fattori che possono
richiamare maggiormente il pubblico ed aumentare il giro d'affari), e, dall'altra
parte, tenga comunque in considerazione le sacrosante esigenze di vita dei cittadini.
Devo ammettere che su questo argomento è molto difficile trovare delle proposte
condivise, per cui qualunque proposta si avanzi di solito viene criticata da tutti, sia da
una parte che dall'altra, perché ognuno ha una visione ormai piuttosto radicalizzata.
Forse sarebbe il caso di trovare degli strumenti per riuscire a portare avanti una
posizione mediata, che, alla fine, possa normalizzare un po' questa situazione.
L'ultima nota che vorrei fare è relativa alla monetizzazione dei parcheggi; da una
parte, anche questo è un problema per tante persone che vorrebbero provare ad aprire
un'attività, quindi ben venga anche la possibilità di una riduzione sull'importo della
monetizzazione dei parcheggi in cambio di opere utili alla collettività (ad esempio,
quelle per l'insonorizzazione o l'abbattimento delle barriere architettoniche), purché
- e questo è stato chiarito - questo non diventi un premiare il rispetto di norme che
già ci sono. Forse è scritto in maniera un po' convoluta, ma a tutti è chiara
l'interpretazione che gli sconti sono a fronte di opere aggiuntive rispetto a quanto
strettamente necessario e richiesto dalla Legge e non semplicemente per il fatto di
rispettare la Legge in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. Questo
punto è chiarito e direi che è positivo.
Credo che, a questo punto, non resti che vedere che cosa succederà con
l'applicazione di questo Regolamento e, magari, stare anche pronti ad aggiustarlo, se
ci saranno dei problemi.
L'ultimo appello che mi sento di fare alla Giunta è, una volta che riusciremo ad avere
le regole, di cercare di applicarle in maniera seria ed uniforme, perché una parte del
problema anche con la vita notturna e con gli orari di apertura è che ci sono delle
regole - queste, come quelle sull'inquinamento acustico, eccetera - e, poi, ci sono una
marea di deroghe, oppure ci sono una marea di casi in cui le regole non si riescono a
far rispettare, per cui, quando i cittadini chiamano i Vigili Urbani, questi allargano le
braccia o al telefono rispondono che non possono intervenire perché non ci sono le
pattuglie. È inutile che passiamo delle settimane in Commissione a studiare dei
Regolamenti se poi, alla fine, nessuno li fa rispettare. Per favore, al di là di quelle che
saranno le regole, diamoci come obiettivo quello di riuscire a farle rispettare un po'
di più di quanto sia stato fatto finora.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Mangone.

MANGONE Domenico
Vorrei testimoniare che la discussione che è avvenuta in Commissione è stata molto
lunga ed articolata; abbiamo sentito tutti coloro che l'hanno richiesto (comitati dei
cittadini compresi). È evidente che, probabilmente, questo Regolamento si è caricato
di significati che vanno oltre la funzione propria di un Regolamento simile.
Come richiamava prima il Consigliere Tronzano, l'attenzione si è poi concentrata
sull'articolo n. 21, che è stato modificato attraverso l'emendamento che, da qui a
poco, verrà votato e - credo - approvato.
Vorrei raccomandare in qualche modo all'Assessore ed al Sindaco un utilizzo molto
ponderato dell'applicazione di questo articolo. Credo che - questo l'ha detto chi mi
ha preceduto e lo diciamo sempre tutti - il diritto al riposo ed il diritto a potersi
divertire debbano essere assolutamente tutelati; evidentemente, enunciato il
principio, poi le applicazioni possono trovare strade diverse.
Abbiamo impiegato qualche anno a rendere questa città così com'è e la vorremmo
preservare; ci piacerebbe preservare la città così come si è trasformata in questi anni.
È evidente che nelle trasformazioni ci sono dei passaggi critici: c'è una città che si
sta assestando su un nuovo modo di essere la città di Torino. Non è più la città di 20
anni fa, programmata sugli orari della FIAT, quando alle 8 di sera non trovavi più
nessuno in giro. Mi riferisco a piazza Vittorio, a via Roma, per non parlare del
Quadrilatero o di San Salvario; quest'ultimo è il territorio che ho frequentato, perché
ci abitavo quando ero uno studente universitario, e allora si aveva veramente paura a
rientrare dopo una certa ora. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Adesso un
po' di meno, ma forse lei esce poco di sera, però le posso dire, avendo abitato in
quelle vie (io abitavo in largo Saluzzo), che, più o meno 20 anni fa, la situazione era
completamente diversa da com'è adesso.
Abbiamo impiegato anni per trasformare questa città. La città ha investito sul
cambiamento, ci siamo indebitati - visto che prima si parlava di questo -, però
l'indebitamento che ha questa città ed i soldi che sono stati spesi si vedono girando
per Torino.
Assessore, vorremmo continuare su questa strada, certo non dimenticando coloro i
quali hanno diritto di riposare anche nei mesi di giugno, di luglio e di agosto. Non
sono d'accordo quando il Sindaco firma ordinanze come quelle dell'anno scorso per
far chiudere a mezzanotte tutti i locali sul lungo Po. Non sono d'accordo, perché
queste ordinanze colpiscono indifferentemente tutti, buoni e cattivi, mentre è
evidente che ci sono delle situazioni critiche che vanno - come direbbero in Polizia -
attenzionate.
Mi auguro che quest'anno non ci sia un'ordinanza come quella dell'anno scorso, che
ha creato problemi a quelle attività che pure creano occupazione in questa città,
perché non dimentichiamo che lavorano 30, 40 o 50 persone in una discoteca o in
uno di quei locali pubblici di quelle zone in quei 3 o 4 mesi.
È stato sbagliato fare un'ordinanza (tant'è che, poi, il TAR del Piemonte ha dato
torto all'Amministrazione) e trovo che sia sbagliato ordinare la chiusura a
mezzanotte di tutti i locali nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre. Se
ci sono dei locali che superano oltremisura i limiti (perché non parliamo di
superamento dei decibel in questa Città, in quanto è opportuno non approfondire
questo argomento) e se ci sono delle situazioni critiche - e ci sono, perché le
conosciamo e, negli anni scorsi, su alcune di esse è addirittura intervenuta la
Magistratura -, andiamo a colpire in maniera specifica quelle situazioni critiche, ma,
secondo me, sono sbagliate le ordinanze generalizzate.
Nel Regolamento lo abbiamo inserito (e, per fortuna, modificato con questo
emendamento), ma questo articolo 21 è uno strumento pericoloso o, meglio, può
diventare uno strumento pericoloso, perché evidentemente l'attenzione dei Comitati
è importante e non vorrei che il Sindaco o l'Assessore cedessero alle spinte eccessive
anche degli organi di stampa (perché, negli anni scorsi, su alcune questioni abbiamo
avuto campagne degli organi di stampa) e non vorrei che tutto questo portasse il
nostro Sindaco, che probabilmente conosce poco la movida torinese, ad emettere
provvedimenti che vanno... Consigliere Liardo, a me piace guardare in faccia
l'Assessore quando parlo, se si sposta... Preferisco l'Assessore a lei, l'ho detto
pubblicamente. Quindi, non vorrei che, in qualche periodo o in qualche momento, si
cedesse alle spinte dell'opinione pubblica attraverso gli organi di stampa.
Questo può essere uno strumento utile, ma va utilizzato con molto buonsenso,
altrimenti, Assessore, si creano dei danni, così come è accaduto lo scorso anno con
quell'ordinanza sul lungo Po.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Grazie, Presidente. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Faccio come il
Sindaco, mi sono montato la testa. Grazie. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Infatti.
Ribadendo anch'io il fatto che preferisco l'Assessore Tedesco al Consigliere
Mangone... (INTERVENTO FUORI MICROFONO).

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Consigliere Liardo, intervenga sulla proposta di deliberazione.

LIARDO Enzo
Partendo proprio dal discorso delle ordinanze, che è il discorso conclusivo del
Consigliere Mangone, vorrei sottolineare che questa città, che anni fa - come
sosteneva con parole diverse il Consigliere Mangone - era un po' bacchettona e
chiusa, ovviamente negli anni è cambiata, ma, come spesso accade a Torino, certi
fenomeni non sono stati ben governati rispetto ad altre importanti città europee, che
(anche in riferimento al discorso che faceva il Consigliere Mangone) sono state
governate in maniera completamente diversa. Qui a volte ci sono dei vuoti
amministrativi, che, alla fine, vengono compensati con le ordinanze.
La realtà è questa. Basterebbe governarla in maniera razionale, attenta e continua e
non ci sarebbero tanti Comitati (che sono legittimi e che appoggio) per la quiete
pubblica. Consigliere Mangone, è facile dire di volere una città viva, anch'io la
voglio, però - lo ripeto - deve essere governata in un certo modo. Anch'io sono stato
in certe importanti città europee - tipo Barcellona - e devo ammettere che, poi, tanti
Comitati non nascono, perché c'è anche un rispetto della salute pubblica.
Vorrei tornare brevemente sul discorso delle somministrazioni. Anche io mi sarei
aspettato un maggiore coraggio da parte dell'Assessore, soprattutto per quanto
concerne il discorso degli orari ed il rispetto della salute dei cittadini e, soprattutto,
dei giovani; il fenomeno dell'alcolismo all'interno del mondo giovanile è sempre
crescente e su queste questioni bisognerebbe iniziare a fare un dibattito serio, mentre,
molte volte, si trascurano.
Lo so che vado fuori argomento, però bisognerebbe anche guardare - per riprendere
il discorso che faceva il Consigliere Mangone - un aspetto tecnico all'interno dei
locali: ci sono alcuni locali che non hanno un minimo di insonorizzazione rispetto a
delle realtà in cui - parliamo sempre di città europee - vi sono queste attenzioni
tecniche rispetto a questi fenomeni. Di conseguenza, ritengo che - per come abbiamo
valutato questo provvedimento - sia giusta l'astensione. Non posso che sottoscrivere
quanto detto dal Capogruppo Tronzano e spero che, cammin facendo, si tenga
sempre più conto dell'aspetto "vita", della quale si è tenuto troppo conto, infatti c'è
stata un'esplosione incontrollata, come sta avvenendo a San Salvario; anche lì si
ripete la storia e anche lì non viene governata nella giusta misura.
Concludendo questo intervento, spero che più avanti si possa mettere l'accento anche
sul discorso della salute pubblica, perché, in determinate ore, in certe zone di Torino
non bastano neanche i tripli vetri per poter dormire e riposare serenamente e anche
questo è un diritto di cui questa Amministrazione deve tenere conto nei confronti dei
cittadini.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Non sarò certo io a rompere l'idillio che c'è in questo Consiglio e che vede tutti
quanti convergere sul testo così emendato e modificato.
Vorrei soltanto aggiungere che, quando sento parlare di tutela della salute e di tante
cose altisonanti, ritengo che sia l'anticamera del moralismo puro e bieco, perché, se
dobbiamo pensare alla salute delle persone ed imporre comportamenti virtuosi (che
riguardano le sigarette, il consumo di alcool, il fatto di andare a dormire all'ora
giusta la sera - dopo il "Carosello" - e di alzarsi non troppo tardi, perché altrimenti si
diventa pigri), allora è finita.
Credo che, per fortuna, in questa città ognuno sia libero di fare che cosa vuole, anche
di rovinarsi la salute in questo Consiglio ad ascoltare gli altri, perché il dottore non
ha ordinato a nessuno di venire qui a fare il Consigliere Comunale. Pensando agli
orari, ai turni, al modo in cui corriamo, avanti e indietro, dal lavoro per venire qui ed
al fatto che saltiamo i pasti, se i cittadini "normali", tra virgolette, ci guardassero
obiettivamente direbbero: "Questi sono scemi". Ritengo che anche su queste
questioni dobbiamo stare molto attenti e pacati. C'è una libertà di impresa che deve
essere garantita, c'è una libertà di divertimento che deve essere garantita e la
vocazione di Torino, piaccia o meno, è quella di una città sempre più aperta nei suoi
orari e nelle sue capacità di attrarre e anche di far girare i soldi a tutte le ore del
giorno e della notte.
Ecco perché ogni città europea ha gli orari che si allungano e credo che questa sia
una prerogativa di una città che tutti vogliono più turistica e più attrattiva per quanto
riguarda le varie categorie. Voterò a favore, dopo che il Consigliere Mangone ha
detto che lo farà anche lui, avendo delegato a lui la parte della battaglia. Ho passato a
San Salvario più di 30 anni, quando ero giovane abitavo un po' più giù (oltre corso
Marconi), che è una zona più tranquilla rispetto alla sua, però analogamente
evitavamo di attraversare i portici di via Nizza o di girare da soli dopo una certa ora
e, probabilmente, il motivo era che lui aveva paura di incontrare me e io di incontrare
lui e questo sicuramente sarebbe stato un brutto incontro. Questo per dire come quel
quartiere sia cambiato e anche oggi, quando vedo molta più gente girare in tutte le
zone della città (comprese quelle più periferiche), mi rendo conto che Torino è
cambiata; sicuramente oggi ha altri problemi, ma non è più come quando io ero
giovane e accompagnare a Mirafiori o alle Vallette un'amica voleva dire guardarsi
attorno perché le vie erano deserte e avevi paura ogni volta che incrociavi
qualcheduno.
Ecco perché dico di evitare e di lasciare questa situazione alla responsabilità del
Sindaco. Se ci sono situazioni eccezionali per cui bisogna intervenire per limitare gli
orari o per chiudere, si faccia, ma un coprifuoco istituzionale ed un coprifuoco
preventivo non ci possono essere, questo mi sembra evidente; altrimenti rischiamo
che, gli stessi che si lamentano per un certo tipo di attività vicine, siano poi quelli che
alimentano quelle attività un po' più lontane, perché questa è una società in cui tutti
sono molto bravi a cambiare giacchetta, a seconda della condizione.
Mi pare che, alla fine, questo Regolamento non sia né un passo avanti, né un passo
indietro; in realtà, modifica ed aggiorna alcune situazioni. Bisognerà trovare un
compromesso tra chi vorrà chiudere sempre tutto ed andare a nanna alle 10 di sera e
chi vorrà stare fuori fino alle 6 del mattino facendo casino in mezzo alla strada,
impedendo agli uni e agli altri di rovinarsi la salute.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per una replica, all'Assessore Tedesco.

TEDESCO Giuliana (Assessore)
Vorrei ringraziare i Consiglieri per la discussione in Commissione, che è stata
approfondita, e ritengo che, oggi, qui sia stato riconosciuto; come avete potuto
ascoltare anche voi, le posizioni emerse sono assolutamente contrapposte e, da una
parte, si chiede un maggior rigore, mentre, dall'altra parte, si chiede una maggiore
libertà.
È chiaro, però, che mi pare un po' improprio pretendere di mettere un limite agli
orari in un Regolamento di somministrazione. Quello che potevamo fare - e
l'abbiamo fatto - è dare un indirizzo, ma è chiaro che questo Regolamento non è di
immediata applicazione, perché necessita di un provvedimento successivo che non
può che essere un'ordinanza, che, se dovesse esserci, chiaramente dovrebbe essere
comunque con una robusta istruttoria.
Ho richiamato per intero il Decreto Monti, che mi sembrava il riferimento normativo
superiore, quindi di maggior efficacia. L'articolo 21 è molto importante, ha subito
molti cambiamenti - li vedremo al momento dell'analisi degli emendamenti -, però
questo è nato come un Regolamento anche perché ci si adeguasse... Presidente, non
riesco a continuare il mio intervento, c'è troppo brusio.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Visto che è interesse dei Consiglieri che sono intervenuti ascoltare l'Assessore,
permettiamole di concludere l'intervento.
Prego, Assessore Tedesco.

TEDESCO Giuliana (Assessore)
Non è l'unico aspetto da sottolineare di questo Regolamento; infatti, con questo
Regolamento rendiamo definitivi quelli che erano i criteri di applicazione della
monetizzazione dei parcheggi, che è una Legge Regionale. Inoltre, con questo
Regolamento mettiamo l'adesione volontaria in via prioritaria da parte degli esercizi
di somministrazione nei confronti dei turni ferie ed introduciamo un'autorizzazione
stagionale grazie alla quale si può dimezzare il fabbisogno di parcheggi, cioè delle
autorizzazioni che vivono solo per 6 mesi. Infine, con questo Regolamento proviamo
a dare degli incentivi a quegli esercizi commerciali che, per esempio, abbatteranno le
barriere architettoniche senza alcuna deroga, oppure metteranno un'insonorizzazione
completa senza alcuna deroga, chiaramente fatti salvi gli obblighi di Legge. In questa
maniera si potrebbero avere, per esempio, degli incentivi sulla monetizzazione dei
parcheggi.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'analisi degli emendamenti.
L'emendamento n. 1, presentato dall'Assessore Tedesco, recita:


FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1:
Presenti 22, favorevoli 22.
L'emendamento n. 1 è approvato.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
L'emendamento n. 2, presentato dall'Assessore Tedesco, recita:


FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2:
Presenti 21, favorevoli 21.
L'emendamento n. 2 è approvato.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
L'emendamento n. 3, presentato dall'Assessore Tedesco, recita:


FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3:
Presenti 29, astenuti 9, favorevoli 20.
L'emendamento n. 3 è approvato.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
L'emendamento n. 4, presentato dall'Assessore Tedesco, recita:


FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4:
Presenti 26, favorevoli 26.
L'emendamento n. 4 è approvato.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)