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MAGLIANO Silvio (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201300429/002, presentata in data 28 gennaio 2013, avente per oggetto: "Sistemazione viabile e ciclabile di piazza Baldissera" MAGLIANO Silvio (Vicepresidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Lubatti. LUBATTI Claudio (Assessore) Per quanto riguarda questa interpellanza, segnalo al Consigliere che la sistemazione di piazza Baldissera è del tutto provvisoria; non si tratta di una nuova strada, ma del ripristino di un collegamento che era preesistente in sopraelevata e che è stato realizzato a cura di RFI nell'ambito delle opere ferroviarie al termine dei lavori che hanno imposto la demolizione della sopraelevata e la realizzazione del cavalcaferrovia provvisorio di via Stradella. La provvisorietà delle opere ci fa pensare che ci siano i tempi ed i modi - e dirò qualcosa ancora in chiusura - per trovare una soluzione a quanto segnalato dal Consigliere; in particolare, in effetti allo stato attuale non esistono i percorsi ciclabili che sviluppano da piazza Baldissera, ma nella progettazione definitiva della sistemazione del viale della Spina sarà mia cura - ho già fatto qualche verifica con gli Uffici - che venga risolto il nodo e che, quindi, venga messo in sicurezza l'attraversamento. Rispetto invece al punto 3, che è più generico e di più ampio respiro, vorrei segnalare al Consigliere che anche con l'approvazione del Bici Plan (che, in questo momento, è in corso di valutazione da parte delle Circoscrizioni e delle associazioni competenti e che, tra l'altro, ho anche avuto l'onore di presentare nella giornata di sabato a Firenze durante il convegno nazionale della "Federazione Italiana degli Amici della Bicicletta", che hanno apprezzato, tra le altre città, l'operato della Città di Torino), che sono abituato a chiamare - anche in maniera un po' impropria dal punto di vista tecnico - il Piano Regolatore della mobilità ciclabile, dovremo affrontare numerose questioni che riguardano le rotonde pericolose e gli attraversamenti dei grandi assi di scorrimento che dovranno essere messi in sicurezza a beneficio dei ciclisti. Piazza Baldissera è uno di questi esempi, ma potrei citarne altri ed il Consigliere potrebbe fare altrettanto: penso a piazza Rivoli e a piazza Bernini, che vengono anche citate nell'interpellanza e che troveranno una loro soluzione. È evidente che - voglio citarlo e dichiararlo a verbale -, nel momento in cui verrà approvato il Bici Plan, dovremo individuare una priorità di interventi nella nostra città (come il Consigliere sa, visto che ha avuto modo di seguire la relazione già in sede di Commissione). All'interno del Bici Plan esiste già una mappatura precisa di quelli che sono i black point, li abbiamo chiamati così, cioè i punti più insicuri per quanto riguarda l'attraversamento dei grandi assi da parte della mobilità ciclabile e le stesse Associazioni hanno segnalato all'Amministrazione 15 attraversamenti pericolosi; 14 di questi hanno già trovato una soluzione condivisa con le Associazioni ed alcuni di questi sono già stati oggetto di intervento e siamo giunti ad una soluzione definitiva. Ho voluto rispondere subito al punto 3, che è più generale. A proposito del punto 2, se il Consigliere e la Presidenza sono d'accordo, essendoci anche una nota dettagliata (che non starò a descrivere a verbale), vorrei mettere a disposizione la documentazione che la Direzione Infrastrutture e Mobilità mi ha preparato per rispondere a questa interpellanza. MAGLIANO Silvio (Vicepresidente) Non ho nulla in contrario all'acquisizione dei documenti da parte del Consigliere. La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Siamo d'accordo e, se potremo visionare il progetto definitivo, potremo anche fare delle osservazioni, condividerlo e cercare di migliorarlo (naturalmente, se avrà bisogno di essere migliorato). Il punto che vogliamo sollevare è comunque effettivamente più generale, nel senso che ormai il traffico ciclabile è fortunatamente in crescita e rappresenta una percentuale già significativa del traffico torinese, ma si continuano ad aprire cantieri e a fare sistemazioni senza preoccuparsi minimamente di dove passeranno le biciclette. Un esempio è piazza Baldissera; non è solo un grosso asse di scorrimento (quindi con grande traffico, ma anche con grande passaggio sia di bici che di auto), ma è un punto su cui insistono già delle piste ciclabili (c'è la pista ciclabile di via Stradella e quella di Lungo Dora), per cui, sostanzialmente, piazza Baldissera è sempre stata un po' il buco nero per il collegamento di queste 2 piste. Chiaramente, chi utilizza quell'asse per andare dal centro verso Madonna di Campagna e Venaria (e anche nel senso inverso), quando arriva lì è costretto da sempre a passare in mezzo ad un cantiere. Dato che, onestamente, lo spazio non mancherebbe, anche se la sistemazione è provvisoria (pur sapendo che, almeno in questo cantiere, le sistemazioni provvisorie durano ognuna 4, 5 o 6 anni) magari si sarebbe potuto prevedere di tracciare della segnaletica (anche solo una corsia con una vernice); nel momento in cui RFI spende - credo - centinaia di migliaia di Euro per fare un lavoro del genere, aggiungere un po' di vernice e un po' di segnalazioni non avrebbe fatto cambiare in maniera significativa il costo, ma avrebbe permesso di evitare una situazione pericolosa che si trascinerà per molti anni. Non so quando sarà prevista la sistemazione definitiva, ma rischia di essere tra diversi anni e, quindi, è un po' questo che lascia perplessi, nel senso che, nonostante ci sia una Legge che lo richiede, nel momento in cui si fa una nuova sistemazione a Torino ci si continua a dimenticare delle biciclette. Non è solo il caso di piazza Baldissera e di sistemazioni, tra virgolette, "provvisorie", ma è anche il caso di sistemazioni definitive come quelle che citavamo prima, piazza Rivoli e piazza Bernini, cioè tutte situazioni in cui c'è un controviale o, addirittura, una pista ciclabile che arriva nella piazza e poi il ciclista è costretto ad immettersi o in mezzo alla rotonda e fare a gomitate con le automobili, oppure a passare sui passaggi pedonali facendo a gomitate con i pedoni, che giustamente poi si lamentano. È chiaro che, a fronte del traffico che cresce, è necessario che si tenga conto di queste situazioni e si preveda un passaggio per le biciclette, come avviene in tutte le rotonde del Nord Europa; se uno va a vederle, quando si fa una rotonda, viene sempre previsto il passaggio per le biciclette, quasi sempre in sede separata rispetto alla rotonda delle automobili, ma, anche quando si tratta di passare nella rotonda, c'è una corsia segnalata e ci sono delle indicazioni per tutelare la sicurezza dei ciclisti. Credo che si tratti semplicemente di questo: alla fine, la mobilità ciclistica, a parole (ma credo anche in sostanza), è auspicata da tutti, perché ci aiuta a limitare l'inquinamento, a ridurre i consumi energetici ed ha una serie di grandi vantaggi, però, se vogliamo che continui a diffondersi, non possiamo contare soltanto sull'effetto crisi e sulla buona volontà di chi non vuole inquinare, ma dobbiamo cercare veramente di renderla possibile e in sicurezza dovunque sia il caso e, quindi, dobbiamo prevederla come uno dei normali modi di utilizzo delle strade cittadine. Quando si aprono o chiudono i cantieri e si fanno le sistemazioni, chiediamo per favore che gli Uffici pensino, si mettano nella testa del ciclista e dicano: "Il ciclista qui dove dovrà passare? Come possiamo fare per semplificargli la vita?". MAGLIANO Silvio (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa. |