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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Gennaio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 8
INTERPELLANZA 2012-07955
"PERICOLO TOSSICITA' AMBIENTALE AMBITO 8.22 FREJUS" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BERTOLA ED APPENDINO IN DATA 21 DICEMBRE 2012.
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201207955/002, presentata in
data 21 dicembre 2012, avente per oggetto:
"Pericolo tossicità ambientale Ambito 8.22 Frejus"

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Assessore)
Innanzitutto, è da evidenziare come la procedura di V.A.S. non sia strettamente
pertinente circa la verifica sull'idoneità di un suolo a ricevere un determinato
insediamento o uso, la quale, invece, è accertata mediante una procedura ex articolo
n. 28, come i Consiglieri sanno, del Piano Regolatore Generale, e successiva
eventuale bonifica ai sensi della parte 4 del Decreto Legislativo n. 152/2006.
La procedura di V.A.S. altresì richiama come obbligatori tali futuri adempimenti.
Relativamente alla procedura di V.A.S. c'è poi da precisare che gli strumenti
urbanistici esecutivi sono, di norma, esclusi dall'espletamento della procedura, ai
sensi della D.G.R. del 9 giugno 2008, n. 128931, come peraltro indicato nella
deliberazione di adozione dello strumento urbanistico.
Sull'area in oggetto è in atto un procedimento di bonifica, ai sensi del Decreto
Legislativo n. 152/2006.
Dal punto di vista storico il sito è stato occupato, a partire dal 1905, dallo
stabilimento Fonderie Officine Frejus, sezione della Società Automobilistica Diatto,
adibito alla produzione e montaggio di vetture.
Lo stabilimento è stato poi convertito in un'industria bellica durante le due guerre
mondiali; industria che produceva camion militari e motori aeronautici ed infine è
stato acquistato dalla Snia Viscosa, per la realizzazione di lavorazioni di tipo
meccanico.
Il procedimento di bonifica si è sviluppato in alcune fasi principali, che vado
sommariamente a richiamare. La prima: l'approvazione del piano di
caratterizzazione ambientale, ai sensi del Decreto Legislativo n. 152/2006, con
determinazione dirigenziale del Settore Ambiente e Territorio (i cui estremi, se poi
servono, posso condividere); in seguito, approvazione dell'analisi di rischio sito-
specifica con determinazione dirigenziale del Settore Ambiente e Territorio (anche in
questo caso gli estremi possono essere condivisi); infine, l'approvazione del progetto
operativo di bonifica con ulteriore determinazione dirigenziale sempre del Settore
Ambiente e Territorio.
Tutti questi documenti citati sono stati approvati, come previsto tra l'altro dalla
normativa, nell'ambito di una Conferenza dei Servizi, alla quale hanno partecipato,
oltre al Servizio adempimenti tecnico-ambientali, anche la Provincia di Torino, il
Servizio Gestione Rifiuti e Bonifiche e il Dipartimento di Torino dell'ARPA
Piemonte.
La difficoltà di reperire notizie storiche sull'area, dovuta anche all'attività militare
svolta sul sito, è stata ovviata tramite l'utilizzo, in fase di caratterizzazione del sito,
di una maglia di indagini significativa e di un ampio set di analisi chimiche.
Il piano di caratterizzazione eseguito ed approvato dagli Enti ha previsto la
realizzazione di un'indagine, tra l'altro georadar, sull'intera area, finalizzata
all'individuazione di strutture interrate e sottoservizi, la realizzazione di 14
perforazioni con prelievo di campioni fino a 5-8 metri e la realizzazione di 5
piezometri fino alla profondità di 30 metri.
Le date di realizzazione delle indagini sono state comunicate preventivamente agli
Enti, al fine di permettere la loro eventuale partecipazione.
Il progetto di bonifica approvato prevede una prima fase di demolizione dei
fabbricati e della pavimentazione, una fase di rimozione dei serbatoi interrati
rinvenuti sul sito ed una fase di scavo del terreno contaminato.
È previsto il prelievo e l'analisi di campioni di terreno a fondo scavo, al fine di
verificare l'effettiva asportazione del terreno contaminato.
Ad oggi, sono in atto le operazioni di demolizione degli edifici esistenti fino al piano
campagna; successivamente, sarà verificata, con l'impresa che effettuerà lo scavo di
bonifica, la necessità di realizzare una bonifica ulteriore dell'area, anche di carattere
bellico se necessario.
La presenza di un tecnico ambientale sul sito in fase di realizzazione del progetto
operativo di bonifica permetterà di gestire, secondo quanto previsto dalla normativa
ambientale, eventuali situazioni di contaminazione che dovessero emergere durante
gli scavi.
Saranno effettuate le opportune verifiche che i cartelli esposti rispondano ai requisiti
richiesti dalla Legge. Tutta la documentazione relativa al procedimento di bonifica è
consultabile presso gli Uffici del Servizio adempimenti tecnico-ambientali in via
Padova n. 29.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Ringrazio l'Assessore per la risposta a questa interpellanza, che è anche abbastanza
dettagliata dal punto di vista tecnico, dato che, appunto, anche il problema viene
sollevato sul piano tecnico da parte del Comitato dei Cittadini che si è formato con i
cittadini che abitano intorno a quest'area ex Diatto-ex Snia di via Frejus.
Questi edifici sono stati industriali per un centinaio d'anni abbondante, quindi i
cittadini vorrebbero essere rassicurati su che cosa c'è dentro e su quale sarà il
potenziale effetto ambientale di questi lavori. Quindi, al di là poi del normale disagio
dei lavori, che però ovviamente va contenuto per chi abita attorno, come in
qualunque grosso cantiere, qui c'è una preoccupazione ambientale un pochino più
spinta, dato che questo edificio ha avuto destinazioni industriali diverse negli anni,
ma comunque tutte con lavorazioni potenzialmente inquinanti, e quindi si vuole
essere sicuri di che cosa ci sia sotto e del fatto che quello che c'è sotto venga
adeguatamente bonificato prima di costruirci sopra dei nuovi palazzi o, comunque,
prima di smuovere questa terra, di spargerla nell'aria e, quindi, farla respirare alla
gente.
Quindi, dal punto di vista ovviamente tecnico delle considerazioni e delle spiegazioni
sugli studi che sono stati fatti, io non posso che riferire ai tecnici ed eventualmente
proseguire, però il problema verteva sul fatto che in questo progetto, come
ovviamente in tanti altri, le analisi e i lavori di verifica dell'inquinamento, eccetera,
vengono fatti dalla proprietà dell'area e non da un Ente terzo come l'ARPA, che,
invece, si limita a prendere atto dei risultati.
Per cui, questo, effettivamente, visto da parte di un cittadino che guarda questi lavori,
fa sorgere dubbi su quanto possano essere indipendenti queste analisi. Questo credo
sia un problema, forse, da affrontare anche a livello più generale, di normative
generali, perché effettivamente lascia piuttosto perplessi.
Per cui, forse, far ripetere le analisi da parte di un Ente terzo pubblico, come può
essere l'ARPA, e non soltanto far sì che l'ARPA prenda atto dei risultati delle analisi
effettuate dai tecnici della proprietà, rassicurerebbe un po' di più i cittadini.
L'altro punto che viene sollevato è relativo alla richiesta di maggiore trasparenza e
chiarezza sul programma dei lavori e sulle operazioni che vengono svolte. Nel senso
che i cartelli che sono affissi attualmente attorno all'area non sono molto descrittivi
né del tipo di inquinamento riscontrato, né dei lavori che vengono fatti, eccetera.
Immagino che rappresentino il minimo previsto dalla Legge, ma, forse, si potrebbe
fare qualcosa di più per informare il quartiere su che cosa è stato trovato, in che
modo si sta provvedendo a rimuoverlo e su tutti questi provvedimenti.
Quindi, anche da questo punto di vista, ringrazio l'Assessore per aver risposto
ricapitolando la storia delle aziende che si sono susseguite in quella zona, ma,
ovviamente, quella la sapevamo già; il dubbio è su che tipo di produzioni, su che tipo
di materiali e su che tipo di inquinanti siano stati prodotti. Ho anche apprezzato
l'ammissione del fatto che, ovviamente, non si sa nemmeno più bene che cosa ci sia
stato, anche perché parliamo di cent'anni fa, di un'area usata per produzioni militari,
quindi è anche comprensibile, però questo non è rassicurante per chi vi abita di
fronte.
Per tutti questi motivi, noi adesso faremo un approfondimento; andremo o
manderemo i tecnici anche del Comitato in via Padova n. 29 a vedere i documenti,
faremo l'accesso agli atti di quello che ancora non abbiamo e così via.
Ribadiamo che, forse, per quest'area bisognerebbe prendere qualche precauzione in
più e rassicurare un po' di più il quartiere rispetto a quello che sta accadendo, anche
per evitare poi potenziali strumentalizzazioni di questa situazione, dato che parliamo
di un'area comunque "calda" dal punto di vista anche delle case, con il problema
degli sfratti, eccetera.
Insomma, è un'area che, secondo me, merita di essere gestita con particolare
attenzione e con la massima trasparenza per rassicurare i cittadini delle case
circostanti.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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