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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Gennaio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 29
MOZIONE 2012-02500
(MOZIONE N. 1/2013) "SEPOLTURA DELLE SPOGLIE TRATTENUTE NEL MUSEO 'LOMBROSO' DI TORINO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MANGONE ED ALTRI IN DATA 16 MAGGIO 2012
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di mozione n. mecc. 201202500/002,
presentata in data 16 maggio 2012, avente per oggetto:
"Sepoltura delle spoglie trattenute nel Museo 'Lombroso' di Torino"

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Mangone.

MANGONE Domenico
Arriviamo oggi al voto di questa proposta di mozione, che è stata presentata un po'
di mesi fa; innanzitutto vorrei ringraziare quelle centinaia di persone che, da tutta
Italia, hanno scritto e-mail al sottoscritto, ma credo a tutto il Consiglio Comunale, ed
hanno fatto sentire la loro voce. Parliamo di circa 500 persone che, da tutta Italia (dal
Nord al Sud, meridionali e non meridionali), hanno fatto sentire la loro voce e,
quindi, il mio primo ringraziamento va a loro.
Il secondo ringraziamento va al Consiglio Regionale della Calabria, che ha
manifestato con una mozione, approvata all'unanimità (quindi, da tutte le forze
politiche), la volontà di riottenere i resti del calabrese Villella.
In questa sede, non voglio caricare il nostro ragionamento di significati che vanno
oltre l'impegnativa di questa proposta di mozione. Sui giornali e su Facebook, che
ormai è diventato un grande strumento, è nata una discussione sulla vicenda, cioè
sull'antimeridionalismo, sull'unità d'Italia e su ciò che ha rappresentato; avremo altri
momenti ed altre occasioni se ci sarà la volontà di affrontare questa discussione, che,
devo dire, non si è mai conclusa. Ognuno di noi ha la sua opinione sul punto e questa
non è la fase durante la quale è possibile modificare le opinioni di ognuno di noi.
Devo fare un terzo ringraziamento per evitare ogni equivoco: devo ringraziare Torino
ed il Piemonte per tutto ciò che mi hanno dato ed hanno dato ai meridionali, come
me; ci tengo però a sottolineare che i meridionali come me hanno dato anch'essi
molto al Piemonte e, quindi, è il momento di una riconoscenza reciproca tra ciò che
tutti i meridionali provenienti dalla Calabria e dalla Sicilia hanno avuto modo di dare
e di prendere da questa città e da questa regione.
Si tratta della restituzione del cranio - non mi ricordo come l'ha definito l'Assessore
in Commissione - di una persona, Assessore, con un nome ed un cognome, che è
stato e rappresenta il simbolo del "delinquente nato" di impostazione lombrosiana.
Lombroso era un soggetto che ha dato il via ad un'impostazione ed alcuni ritengono
che abbia dato origine all'antimeridionalismo, ma potremmo discutere anche di
questo.
Il Villella era un cosiddetto brigante che è morto in carcere per aver rubato per
mangiare; questo era il "delinquente nato" che Lombroso, con le sue farneticanti tesi,
ha ritenuto di individuare attraverso la fossetta occipitale mediana (se non ricordo
male).
Un museo non può ricordare queste cose, così come non può ricordare una filosofia
ed un'impostazione che definiscono le persone e la loro onestà in base all'aspetto
fisico.
C'è una grande aspettativa su questa vicenda. Voglio ricordare che è in corso una
causa, perché l'Assessore, sbagliando, dice: "La normativa prevede che…", ma, caro
Assessore, la normativa, fino a prova del contrario, la interpretano i Magistrati e, fino
a prova del contrario, c'è il primo grado di giudizio che, con una sentenza, ha
ordinato la restituzione dei resti al Comune che li richiede.
L'impegnativa di questa proposta di mozione chiede, in maniera molto semplice, di
restituire i resti a chi li richiede. Non c'è e non ci vuole essere - perché non era mia
intenzione - un attacco al museo in quanto tale, ma c'è solo la volontà di soddisfare
la legittima esigenza di migliaia di persone che stanno aspettando questo momento e
che rappresenta anche un momento simbolico di chiusura di una rottura Nord-Sud.
Mi auguro - così come lo sperano tante persone, da Nord a Sud - che questo
Consiglio possa esprimere un parere favorevole.
La Città non ha competenze specifiche sul punto, essa non può stabilire se restituirli
o meno, ma - questo è un Consiglio Comunale e si occupa di politica - può assumere
una posizione politica sul punto e mi auguro che, in seguito all'approvazione, la
Giunta e, in modo specifico, l'Assessore Braccialarghe facciano tutto quello che è
possibile affinché questo torto venga risanato e questi resti vengano restituiti a chi li
richiede, cioè ai parenti che abitano e sono residenti in Calabria, a Motta Santa Lucia,
al Sindaco e a tutto il paese; sono in attesa che questo Consiglio Comunale si esprima
su questa vicenda e si augurano che questo momento arrivi il prima possibile.
Noi chiediamo all'Assessore di fare tutto ciò che è nelle sue possibilità affinché la
restituzione possa avvenire nel più breve tempo possibile.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Sono torinese da generazioni, quindi oggi non ho alcun tipo di preclusione nei
confronti di coloro che provengono dal Sud; si sono integrati benissimo nella città di
Torino e sono persone assolutamente simpatiche e dignitose. Sono persone come noi,
quindi il mio giudizio è assolutamente importante, perché proviene da uno del Nord,
se vogliamo metterla così, Consigliere Mangone (anche se, giustamente, lei non
vuole).
Sono orientato positivamente su questa proposta di mozione e non ho alcun
pregiudizio contro questo provvedimento. Naturalmente, vorrei ascoltare anche le
motivazioni dell'Assessore Braccialarghe, perché non le conosco; il Consigliere
Mangone ne ha citate alcune, ma non le ho ancora sentite con le mie orecchie.
Sicuramente bisogna tenere in considerazione le centinaia di e-mail che sono arrivate
ed hanno creato un oggettivo disagio. Devo dirlo, perché sono stato costretto a
passare il weekend a cancellare le e-mail, che sono state oltre 400; naturalmente, è
una forma di pressione legittima ed assolutamente lecita.
Dall'altra parte, devo dire che, molte volte, il detto "vox populi, vox Dei" può avere
una sua ragione. C'è un sito Facebook, che ho visto proprio questa mattina, che ha
49.000 iscritti che citano il Consigliere Mangone, che ormai è diventato un
personaggio nazionale anche grazie a questa proposta di mozione; devo dire che non
avevo mai visto su un sito 49.000 persone, tranne che per i grandi opinion leader
nazionali, quindi questo ha sicuramente un suo significato.
Termino il mio intervento dicendo che la motivazione che mi porta a valutare
positivamente questa proposta di mozione è sicuramente che le spoglie mortali di
qualunque persona devono avere una dignitosa sepoltura, sempre che - e questo lo
dice anche il Consigliere Mangone - i richiedenti ne abbiano diritto; questo è chiaro,
è legittimo ed è lapalissiano. Pertanto, ascoltando le motivazioni che l'Assessore
Braccialarghe - se vorrà - ci fornirà rispetto alla sua contrarietà, mi dichiaro
oggettivamente disponibile a votare a favore di questa proposta di mozione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Liardo.

LIARDO Enzo
Mi ero illuso che con l'anno nuovo questo Consiglio Comunale avrebbe presentato al
suo interno delle situazioni diverse. Oggi pomeriggio abbiamo parlato di spazi
all'interno del cimitero e adesso, rimanendo in tema, parliamo di una questione che,
come diceva il Consigliere Tronzano, ha interessato 49.000 contatti, ma questi
49.000 contatti - e non voglio fare un discorso populista, caro Consigliere Mangone -
sono pochi rispetto a tutte le persone che in questa città, in questi mesi e magari nei
prossimi anni, soffriranno delle situazioni e delle risposte che questo Consiglio
Comunale non fornisce.
Abbiamo dedicato più di un anno a cercare di salvare questo Comune dal fallimento;
abbiamo venduto quello che c'era da vendere, ma, adesso, pensavo e mi illudevo che
questo Consiglio Comunale avrebbe potuto dare delle risposte ai cittadini all'interno
dei servizi sociali, che, in qualche modo, languono e non riescono a fornire delle
risposte; questo dovrebbe essere il ruolo di questo Consiglio. Non pensavo che
bisognasse spettacolarizzare tutta una serie di cose e comunque non voglio entrare
nel merito, ma, per quanto concerne il Gruppo del PdL, mi sembra di capire che c'è
libertà di coscienza su questa questione. Voglio però invitare - se qualcuno mi vuole
accusare di populismo, lo faccia pure - questo Consiglio affinché inizi a pensare a
delle tematiche importanti, visto che ritengo che ognuno di noi stia in giro e capisca
il "termometro" che c'è nella nostra città.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Cercherò di stare nei tempi, anche se il discorso è complesso e credo meriti un
approfondimento, perché ho l'impressione che questa proposta di mozione sia un po'
stata forse considerata con una certa leggerezza. Ci sono diversi piani su cui si può
considerare la questione. Lasciando perdere quello legale che non è di nostra
competenza, il primo è quello del rispetto per le spoglie e questo è sicuramente un
piano che merita. Io personalmente, non da ora, penso che ci debba essere un rispetto
anche elevato per le spoglie umane, tant'è vero che però - e questo forse sarebbe un
elemento di coerenza su cui l'Amministrazione potrebbe riflettere - io ho anche
presentato un'interpellanza sulla mostra "Human Body Exhibition", che la Città
addirittura ha patrocinato pochi mesi fa e che esponeva delle persone morte da molto
meno tempo, scuoiate - scusate il termine - esposte in posizioni anche piuttosto buffe
e al di fuori di qualunque contesto scientifico, per cui sembra un po' in
contraddizione dare il patrocinio a questo genere di esibizioni e poi lamentarsi per
l'esposizione di un cranio comunque all'interno di un museo in un'istituzione
scientifica gestita dalla nostra Università.
Però, io personalmente, proprio perché già mi ero lamentato di questa mostra, sono
favorevole da questo punto di vista alla restituzione del cranio per la sepoltura.
Questa però è una questione di coscienza.
Quindi, se la mozione rimarrà su questo piano, cosa che però, come vedremo,
richiede degli emendamenti, allora noi daremo libertà di coscienza come Movimento
5 Stelle e io personalmente voterò favorevolmente.
Se invece, però, il piano è diverso, allora io ho dei problemi. Il piano diverso è che,
come basta andare a vedere in rete negli ambienti e nei comitati che hanno spinto
questa mozione, quest'idea, in realtà questa proposta di mozione è associata a molto
di più, cioè a una rivendicazione politica contro l'unità d'Italia, a una rivendicazione
politica del cosiddetto "Movimento Neoborbonico", che sostiene che l'unità d'Italia
non fu un'unità unitaria, ma fu il colonialismo torinese che occupò la parte Sud,
schiavizzò le popolazioni del Sud, del Meridione, distruggendole, depredandole e
causando la povertà del Sud Italia. Trovo molto pericoloso che il Consiglio
Comunale di Torino sposi tout court questa linea di revisione della storia, la metta in
una mozione e la approvi.
Per questo, io ho presentato tutta una serie di emendamenti tesi a riportare la
mozione sul piano del rispetto delle spoglie, che è quello su cui credo possiamo
essere tutti d'accordo.
Mentre, invece, tutte le affermazioni relative al razzismo di Lombroso e al valore
scientifico, al fatto che addirittura Lombroso sarebbe responsabile del nazismo,
eccetera, sembrano veramente un processo alla scienza a posteriori.
Lombroso sicuramente ha avuto delle teorie condannate dalla scienza, non verificate,
ma la scienza da sempre procede per ipotesi che poi possono essere verificate o non
verificate. Lombroso era figlio del suo tempo, figlio di un periodo positivista,
determinista, in cui si pensava che tutto fosse studiabile e determinabile con la
misurazione e quindi lui pensava di poter misurare le caratteristiche del cranio e da lì
ricavare delle indicazioni sul comportamento delle persone. Queste teorie, in seguito,
sono state neanche completamente respinte, perché poi comunque da questa teoria è
nata la criminologia moderna, è nata la medicina legale moderna, quello stesso
ambiente della scuola di medicina torinese che celebravamo con i premi Nobel
soltanto prima, in realtà, nasce anche da questi studi, da questo ambiente. Quindi,
anche qui è un po' schizofrenico condannare Lombroso e contemporaneamente
ricordare i premi Nobel che hanno studiato dai suoi allievi.
Persino una parte delle teorie psicanalitiche, pare che Freud si sia riferito a Lombroso
per tutta una serie di cose. Per cui, Lombroso è un elemento della scienza che non va
cancellato. Possiamo sicuramente condannare quello che non andava bene, ma da qui
a dire che non merita di avere una riproposizione scientifica delle sue teorie, che le
documenti, quelle giuste e quelle sbagliate, proprio perché sono sbagliate, e che
documenti come sono nate, come si sono evolute, eccetera, secondo me questo non è
accettabile.
Tra l'altro, faccio notare che la formulazione della proposta di mozione è anche
piuttosto insultante per la nostra Università degli Studi, perché, a un certo punto, si
dice addirittura che la nostra Università degli Studi ha aperto un museo che non ha
alcuno scopo scientifico. Cioè, è come dire che la nostra Università non è in grado di
costruire un'esposizione scientifica e non è in grado di valutare cosa è scienza e cosa
non lo è. Questo mi sembra anche piuttosto pericoloso da mettere nel testo di una
mozione.
Per cui, si può andare avanti all'infinito, credo che non sia il caso di aprire qui tutta
la discussione sull'unità d'Italia e sulla revisione; sicuramente l'Esercito Regio ha
compiuto delle stragi innominabili, ha trattato malissimo le popolazioni del Sud,
come quelle del Nord, perché peraltro di stragi ne ha compiute anche al Nord, dal
Sacco di Genova a Bava Beccaris, fino alla strage di Torino. Per cui, insomma non è
quello il punto.
Secondo me, se riusciamo a riscrivere questa proposta di mozione, in modo che sia
coerente e limitata al piano del rispetto delle spoglie di un essere umano, la voterò
con piacere. Se, invece, rimarrà il testo originario della proposta di mozione, il mio
voto sarà contrario.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Viale.

VIALE Silvio
Credo che mai nessun intervento sia stato così facile come quello attuale, perché, se
oggi noi parliamo di Villella e della sua fama e del perché sia diventato un simbolo,
dobbiamo dire grazie a Lombroso e grazie alla Città di Torino, che nel 2009 ha
aperto un museo.
Io ho visto, da studente in medicina, i reperti - bisognava chiedere il permesso - e,
credo negli anni Ottanta, ci fu una mostra al Valentino delle cere e via dicendo.
Qui sono state dette un sacco di fesserie - scusatemi, ma lo dico da medico, da
studente in medicina e da persona che, in qualche modo, è collocata nel 2013 -. Qui
stiamo parlando di 150 anni fa, 141 dalla morte, in un periodo in cui il razzismo era il
colonialismo, dove, all'epoca, le principali potenze europee erano impegnate in
quello, l'Italia successivamente ha avuto quello che ha avuto e, oggi, nel momento in
cui si accusa di razzismo Cesare Lombroso, ci manca solo più che si dica che era
socialista e quasi ebreo. Era un socialista anomalo, un socialista di quegli anni, un
socialista autoritario, completamente diverso da quello che può essere oggi il
concetto di socialismo liberale. Qui stiamo parlando di un periodo storico
dell'Ottocento, dove anche uno studioso e un professore di medicina si occupava di
tutto. Tanto è vero che la sua parte preponderante dell'attività medica è stata in
campo psichiatrico, nell'igiene e in tanti altri aspetti. E la parte dell'antropologia
criminale, per cui è passato poi alla fama, era nient'altro che uno studio speculativo.
Non mi risulta che ci sia stato alcun elemento di quel tipo di teoria che abbia avuto la
conseguenza pratica in qualche processo o in qualche cosa. Tanto è vero che la
controprova l'abbiamo avuta, perché Cesare Lombroso diede il suo corpo per
l'autopsia, che, per ironia della sorte, fu fatta da un altro luminare, che contestava le
sue tesi, il quale ebbe ragione e Lombroso ebbe torto nella sua teoria che ci potesse
essere un determinismo automatico tra alcune caratteristiche somatiche ed altro.
Peraltro, devo ricordare che Giuseppe Villella non fu prelevato dal Sud e portato al
Nord per l'autopsia e per poter dire: "Questi sono i meridionali". Ma morì a Pavia in
un carcere del Nord e fu una delle tante autopsie fatte che, in quell'epoca, si facevano
sui vagabondi, detenuti e via dicendo. Quindi, era nel Pavese che è stata fatta
l'autopsia, anche se di origine meridionale. Il fatto di aver trovato questa cosa fu la
sua fortuna, perché è il motivo per cui oggi ne parliamo, mentre le decine di migliaia
di disgraziati come lui oggi più nessuno se li ricorda, ed è anche la sua fortuna per
cui oggi ha non solo una vetrina, ma probabilmente anche una tomba e, spero di no,
perché di cattivo gusto, sarebbe troppo, un museo esibito in qualche paese del Sud.
Questa è l'altra cosa che dobbiamo dirci.
Per cui, in questo momento, noi abbiamo qualcheduno che ha avuto una sua fama,
ovviamente legata ad un periodo storico in cui tutti riferiscono i pericoli di
quell'interpretazione della medicina, per cui dalle teorie si arriva alla dimostrazione e
non dal dato alla teoria.
Ecco perché io credo che, oggi, da un punto di vista scientifico, storico, nonché
campanilistico - e non è una brutta parola essere un po' campanilisti - la Città di
Torino debba difendere il cranio di Villella, come difende le mummie del Museo
Egizio, altrimenti domani le rimandiamo tutte al Cairo ad essere seppellite in qualche
deserto.
È vero, io sono tra coloro che hanno criticato la mostra "Human Body Exhibition" - i
giornali mi hanno dato anche un po' di spazio -, che mi sembra sia stata prolungata.
Io non sono andato a vederla. Questa mostra è stata criticata proprio da coloro che
oggi curano il Museo di Lombroso, che custodisce cere, teschi e tutta una serie di
reperti riguardanti l'anatomia. Lo stesso Museo di Anatomia è fatto di anonimi -
spesso, a volte no, perché molti danno il proprio corpo per la scienza - e in qualche
modo è una parte di questa città.
Io credo che non ci sia alcun antimeridionalismo, dopodiché chi lo ritiene, lo faccia.
Non credo che domani qualcuno di noi dirà di togliere il cranio di Villella e mettere
quello di Mangone al suo posto (magari troviamo due fossette e qualcos'altro).
Ecco perché io credo che, in un paese democratico, sia legittima la richiesta dei
familiari e dei successori della quinta o sesta generazione. Nel mio caso, dovrei
fermarmi al mio bisnonno, anche per il cambio di cognome, come accadeva nei paesi
del Piemonte, figuriamoci da altre parti dove non c'erano le anagrafi per registrarsi,
tanto è vero che Villella Giuseppe, poi passato alla storia come brigante, in realtà, a
seconda del momento in cui l'hanno preso, ha dichiarato diverse età per alcuni reati
(perché in quel periodo veniva dichiarata l'età).
Dopodiché, noi possiamo benissimo decidere che vogliamo cambiare la storia o fare
altro, però io avrei profondo rispetto per quello che è successo tantissimo tempo fa.
Credo che, oggi, siamo nell'ambito della storia e il Museo di Lombroso, il museo di
un professore universitario torinese, che è passato anche alla fama per questo aspetto
qui, sta a questa città, come stanno il Museo Egizio, come stanno tutti gli altri
capolavori e gli altri musei, come il Museo dell'Anatomia e via dicendo.
Se riteniamo che la Città - non perché altri lo richiedono, è legittimo che lo
richiedano e se un giudice deciderà, ci adatteremo - debba restituire il cranio di
Villella, allora a questo punto chiediamo che il Museo di Anatomia seppellisca tutti i
reperti che ha e che si usino soltanto calchi, modelli in plastica e altre cose di quel
tipo. Però, la coerenza ci vuole fino in fondo e, a questo punto, anche per quanto
riguarda il Museo Egizio dovremmo restituire le mummie alla propria terra.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Appendino.

APPENDINO Chiara
Devo dire che mi trovo stranamente d'accordo con il Consigliere Viale, che mi ha
anche rubato la battuta, perché volevo fare anch'io riferimento al Museo Egizio,
quindi forse per la prima volta siamo d'accordo.
Durante il dibattito in Commissione, ho ascoltato - come ho ascoltato anche oggi - le
posizioni espresse dai Consiglieri e, allora, non avevo preso posizione, perché ho
voluto approfondire meglio il tema. Quindi, vorrei fare qualche considerazione qui in
Aula, che magari sarà utile anche al dibattito e anche per quanto riguarda le posizioni
assunte dal Consigliere Mangone.
Innanzitutto, a differenza di quanto è emerso sui giornali e sui media, anche perché
oggettivamente questa notizia ha avuto grande rilevanza mediatica, ritengo che non
si tratti di una semplice e anche strumentale - permettetemi di dire, Consigliere
Mangone, mi riferisco in particolare alle sue parole precedenti - contrapposizione tra
Nord e Sud.
Non stiamo parlando di una contrapposizione tra Nord e Sud e non stiamo parlando,
a mio avviso, di una contrapposizione tra mentalità nuova e mentalità vecchia.
Quello che stiamo facendo è parlare di un museo, il Museo Lombroso, che di fatto
rappresenta - quindi, di fatto, stiamo valutando - un modello sociale e culturale.
Quindi, vorrei fare un breve ragionamento, che penso sia chiaro a tutti, ma anche
utile all'Aula.
L'Ottocento, ma forse ancora di più il Novecento - possiamo togliere il forse - è stato
popolato di teorie che possiamo definire pseudoscientifiche, come quella di
Lombroso, ma non solo, ce ne sono tante altre, è inutile che mi metta a fare qui
l'elenco, penso che le conosciamo tutti, perché abbiamo tutti presente quali siano
stati gli effetti di queste teorie pseudoscientifiche: hanno causato morte a milioni di
persone. Ovviamente, non mi riferisco - ribadisco di nuovo - solo a quella del Museo
Lombroso, ma a quello che è successo nel Novecento e che, di fatto, ha portato alla
definizione di una razza superiore. Penso che lo conosciamo tutti.
Quindi, partendo da questo presupposto, ritengo che dobbiamo comunque affrontare
il tema dei musei e della loro utilità. Ci sono due opposte scuole di pensiero,
possiamo anche citarle qui: c'è quella di Giovanni Gentile, che diceva che il museo
aveva una forte utilità educativa e, dall'altra parte, c'era quella di Benedetto Croce,
che invece li reputava la morte della cultura stessa.
A me sembra che - e dico per fortuna - ad oggi sia dominata la prima visione e,
quindi, anche Torino, per fortuna mi sento di dire, è dotata di moltissimi musei, ma
quello che è molto importante è la funzionalità educativa.
Allora arrivo alla domanda e mi rivolgo a lei, Consigliere Mangone: perché
mantenere aperto un museo dedicato ad una persona, le cui teorie oggettivamente
oggi sono state superate. Quindi, perché tenerlo aperto? Perché permettere a dei
soggetti, a degli individui di andare a vedere quel che c'è dentro a quel museo e,
quindi, anche ovviamente quel cranio?
È evidente - e mi riferisco a quanto è avvenuto in Commissione, perché oggi lei, a
mio avviso, ha un po' travisato quanto è successo in quella sede in merito alla
discussione - che quel museo non esiste perché si vogliono, in qualche modo,
confermare le teorie che affermava Lombroso, come non esiste per glorificare un
soggetto o, meglio, Lombroso in quanto uomo di scienza. Esiste per un altro motivo.
Esiste perché è evidente che la storia ha un valore e quel museo ha un valore, in
quanto rappresenta un pezzo di storia che, a nostro avviso, deve rimanere parte di
questa Città. Deve rimanere parte della storia e quindi deve essere fruibile a tutti. In
tal senso, tutti i reperti contenuti all'interno di quel museo, tra cui - ribadisco - anche
il cranio, svolgono un ruolo fondamentale.
Ribadisco anche un po' quello che diceva il Consigliere Viale. Abbiamo tanti musei
a Torino, tra questi c'è anche il Museo Egizio; penso che nessuno di noi creda negli
Dei egizi e nella mummificazione, però ancora oggi migliaia di persone si dilettano a
vedere quel museo che, ribadisco, ha grande valore. Perché? Per conoscere una
realtà.
Allora, io estremizzo un po', l'ha già fatto il Consigliere Viale prima di me e l'ho
fatto anche in Commissione in modo informale. Perché non dobbiamo allora dare
degna sepoltura anche a quelle spoglie che sono contenute nel Museo Egizio? Solo
perché sono passati dei millenni? Io non credo, perché, evidentemente, la ratio
dovrebbe essere la stessa. Quindi, ribadisco anche quanto ha detto il Consigliere
Viale.
Non penso che i secoli che sono passati giustifichino, a questo punto, una non
attenzione. Se è questo il motivo - io non lo condivido, però oggettivamente ognuno
ha la sua sensibilità -, allora non capisco perché questa posizione non sia mantenuta
su tutte le altre situazioni, come ad esempio per il Museo Egizio (ma si parlava anche
di altri musei presenti sul territorio).
Quindi, ritengo che il museo abbia un grande valore, come anche altri musei presenti
sul territorio, e, in tal senso, che il suo contenuto sia fondamentale. Quindi,
indipendentemente dall'esito degli emendamenti - ho una posizione lievemente
diversa rispetto al mio Capogruppo - io voterò contro questa proposta di mozione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Io, sinceramente, avevo un'idea dell'intervento, però questi ultimi mi fanno dire che
ha ragione il Consigliere Liardo, nel senso che questa Città, oggettivamente, ha tanti
problemi e noi siamo in grado di stare a discutere 40 minuti di un teschio, con tutto il
rispetto per il proprietario del teschio e per tutte le persone che danno un altro
ragionamento - e su questo un piccolo passaggio lo voglio fare - a questa campagna,
di per sé si sta ragionando sulla validità delle teorie lombrosiane o sul valore storico
delle teorie lombrosiane da un punto di vista didattico qui in Sala Rossa e
ricordiamoci da dove stiamo partendo.
Ribadisco, anch'io credo che ci sia libertà piena di coscienza su un tema come
questo. La mia sensibilità mi limita a dire che un conto è il teschio e il resto di una
persona morta, tutto sommato, in tempi recenti, relativamente parlando, e soprattutto
un anonimo, tutto sommato, che adesso balza all'onore delle cronache per la
polemica, ma che nessuno sa chi è, fatta eccezione di questa polemica dei resti, e lo
si paragona invece a sovrani di dinastie di civiltà scomparse.
Ora, sinceramente, io sono d'accordo con i Colleghi che mi hanno preceduto del
Gruppo, per cui credo che voterò anch'io a favore della proposta di mozione, ma per
un semplice discorso. Potrebbe essere che ci sia un'istanza che riguarda un elemento,
che non riguarda la chiusura di un museo, ma un elemento facilmente sostituibile e
che rappresenta, dall'altro fronte, invece, un elemento di grande offesa ad una certa
sensibilità, o quantomeno che assume dei caratteri simbolici. Io non credo che qui
stiamo parlando del pezzo del Museo Lombroso, perché, forse, su questo, l'unico che
ha un po' centrato il senso è il Consigliere Bertola, anche se in chiave polemica,
come se ci fosse una specie di rischio di rigurgiti neoborbonici; possiamo anche
dividerci tra guelfi e ghibellini, possiamo anche recuperare delle contrapposizioni,
tanto la nostra Storia Patria ne ricorda moltissimi, da Romolo e Remo direi che la
storia è lunga.
Per cui, sinceramente, mi limito a dire che, se il tema che trasforma in questione
politica la restituzione di questo teschio è, in realtà, la ferita che è rimasta di fatto
aperta su certe dinamiche che dividono culturalmente il Nord e il Sud o che hanno
riguardato certi processi di unificazione, allora l'interesse di chi, come me, crede
profondamente nell'unità nazionale è quello di andare ad affrontare e risolvere
storicamente e serenamente quei processi.
Io mi limito a ricordare che un nostro Collega, nel senso di persona impegnata in
politica, che per poco non è entrato in questi banchi, Juri Bossuto, ha scritto un libro
veramente molto interessante su tutta la prigionia in ambito sabaudo, tutti i fenomeni
del brigantaggio, come controinsurrezioni napoleoniche, come resistenza rispetto a
un'annessione vista in certi casi per squilibri sociali come un'aggressione, ma questi
sono temi storicamente interessanti, ma non trasformiamoli in una farsa di scontro
sudisti/nordisti rispetto alla restituzione di un cranio.
Per cui, io sinceramente ritengo che il tema poi possa avere una valutazione da caso a
caso, da singolo Consigliere a singolo Consigliere, ma, sulla questione simbolica che
vi sta alle spalle, io auspico che si elevi rispetto a questa polemica e venga affrontato
- poi, qui ne possiamo anche discutere - nelle sedi opportune, scientifiche, storiche,
in quel caso sì, museali, in modo che un processo di unificazione nazionale, che, a
mio modo di vedere, non va messo in discussione, ma va affrontato culturalmente nel
modo giusto, non presenti più fratture, perché, se c'è qualcuno che vede in un cranio
un motivo di ostilità nei confronti di alcune Regioni di questo Paese, allora il
problema non è il cranio del brigante da restituire, è un problema oggettivamente di
convivenza e di identità di questo Paese.
Se il problema è questo, io direi di affrontarlo nei modi più opportuni e nelle sedi più
opportune e non sulla base di questioni più simboliche e strumentali.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Curto.

CURTO Michele
Condivido molte delle valutazioni che ha fatto poco prima di me il Consigliere
Marrone. Senza perdere troppo tempo, anche se credo che ogni dibattito abbia la sua
dignità, mi concentrerei su questo aspetto, più che sugli altri.
La sede propria per questa discussione dovrebbe essere quella scientifica, non solo
quella scientifica in termini di comunità delle scienze, ma anche delle scienze
dell'educazione. La riapertura di un museo in città è l'apertura di uno spazio e di una
finestra educativa e devo dire che, da questo punto di vista, ho un po' di
preoccupazione ed è la ragione per cui anch'io credo che mi orienterò al voto
favorevole alla proposta di mozione. Penso che anche nella divulgazione di un
periodo storico-scientifico, di teorie giuste o sbagliate, anche di fratture umane, la
passione per lo splatter, che è una passione che si sta molto diffondendo e che fa
riferimento, per certi versi, ai gusti televisivi, pubblicitari, è un gusto su cui,
soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, bisognerebbe fare una certa
attenzione.
Mi riferisco a ben altri musei e a ben altri temi. Per esempio, sul tema della memoria
della Shoah, che è ben altro argomento di grande portata, cui qualcuno ha fatto
riferimento, l'evoluzione museologica va in un'altra direzione, cioè si è passati da
musei che mostravano il frutto anche della tragedia umana, a musei che invece
mettevano il visitatore nella condizione dell'immedesimazione rispetto alla
sofferenza umana.
Se uno visita il campo di Auschwitz, o va a vedere il più moderno Museo di Yad
Vashem che c'è a Gerusalemme, piuttosto che il Museo di Berlino, si rende conto di
come c'è uno spostamento della scienza dell'educazione e uno spostamento della
scienza della trasmissione della memoria storica. Quindi, questa è una cosa che mi
convince.
Mi avrebbe convinto - su questo sono pienamente d'accordo con il Consigliere
Bertola - una discussione altrettanto approfondita invece sulla mostra "Human Body
Exhibition", che io penso sia stato un vero e proprio regalo gratuito alle violazioni
dei diritti umani in un pezzo del mondo; è una sottaciuta discussione che ha
dimostrato anche un po', secondo me, la qualità della nostra capacità di vedere da
questa città a quello che succede in giro per il mondo.
La scelta, per esempio, del patrocinio delle nostre Istituzioni locali, secondo me, è
stata, da questo punto di vista, sbagliata, soprattutto perché non è stata affiancata da
una discussione aperta su che cos'era quella mostra e su chi erano le persone, i resti
umani di quella mostra, ben più recenti perché stiamo parlando di fatti di pochi anni
fa.
Credo, però, che, in questa occasione - e sono perfettamente d'accordo con quanto
diceva il Consigliere Marrone ancora una volta -, l'oggetto, il fuoco della discussione
dovrebbe essere il superamento di una dinamica Nord/Sud, l'arricchimento della
nostra città. Ricordo, in campagna elettorale, quando affrontammo la discussione sul
futuro della città, alcune proposte che mi colpirono e che mi piacerebbe riprendere,
per esempio la nascita in questa città di un museo sull'immigrazione, sulla linea che
altre grandi città hanno seguito nel mondo, cioè la ricostruzione di un fenomeno
storico che, peraltro, ha attraversato la storia della nostra città e l'ha così
profondamente segnata, a mio parere, in termini positivi, anzi anche modernamente.
Quindi, mi piacerebbe che il Consiglio Comunale dedicasse una discussione analoga,
magari facendosi promotore di una discussione, da questo punto di vista, sulla
proposta dell'istituzione di un museo sull'immigrazione dallo scorso secolo ai giorni
nostri, che è un'immigrazione che, da pochi chilometri di distanza, dal basso
piemontese a Torino, a molti più chilometri di distanza dal Sud Italia e dall'Est del
Paese a Torino, a oggi, da tutto il mondo a Torino, porta continuamente a essere
questa città quello che straordinariamente diventa, cioè una fucina culturale.
Credo che questo sarebbe un dibattito, per certi versi, altrettanto interessante, se non
forse più interessante.
Il dibattito di oggi, secondo me, lo possiamo chiudere qui. Devo dire, con una battuta
finale, più che le mummie chiuse nei musei, mi spaventano le mummie in
circolazione per le strade. Queste dovrebbero concentrare e attrarre maggiormente la
nostra attenzione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola all'Assessore Braccialarghe.

BRACCIALARGHE Maurizio (Assessore)
Io, ovviamente, anche perché è stato richiesto da alcuni interventi, vorrei ripetere qui
le argomentazioni che ho cercato di illustrare in Commissione. Sono argomentazioni
che stanno semplicemente a ricostruire il quadro della vicenda.
Innanzitutto, il Museo del Lombroso, unitamente al Museo dell'Anatomia e al Museo
della Frutta sono tre musei di proprietà dell'Università degli Studi di Torino. Tutti gli
oggetti contenuti in questo musei, come d'altra parte tutti i musei del nostro Paese,
annettono la proprietà, dal punto di vista giuridico, su tutti i reperti al Ministero della
Cultura, considerati come beni nazionali.
Quindi, quello che ho cercato di spiegare in Commissione, al di là dei problemi poi
di natura - come si suol dire - più politici, è che non capisco, e continuo a non capire,
quale possa essere il ruolo della Città di Torino, o del mio Assessorato, rispetto ad
una vicenda la cui titolarità ad agire e ad assumere decisioni è ovviamente dei
legittimi proprietari tanto del museo quanto dei reperti.
Come voi sapete, vi è stata una sentenza di primo grado pronunciata con
un'ordinanza, che dava ragione ovviamente agli interpellanti rispetto al desiderio di
riavere il teschio in questione. In data 8 gennaio 2013, la Corte di Appello di
Catanzaro, esaminata la richiesta di sospensiva proposta dall'Università di Torino, ha
accolto con propria ordinanza questa richiesta. Cito testualmente la motivazione: "La
Corte d'Appello osserva quanto segue. Sussistono i presupposti per adottare il
provvedimento di sospensione di cui all'articolo n. 283 del Codice di Procedura
Civile invocato dall'Università degli Studi di Torino. In effetti, le argomentazioni
svolte nell'atto di appello, concernenti censure di giurisdizione di competenza, di
ultra petizione di merito, ad una sommaria valutazione non appaiono infondate e
meritano approfondimento. Sotto altro profilo, la valutazione comparativa degli
interessi delle parti induce a ritenere meritevole di tutela quello dell'appellante,
atteso che l'esecuzione dell'ordinanza impugnata, che accoglie la domanda volta ad
assicurare la tumulazione del cranio del Villella appare pregiudicare gravemente
l'interesse dell'Università appellante".
Questo per dire che, ovviamente, vi sarà poi un giudizio di merito, come è logico che
sia in questi casi, e io credo - come ho avuto modo di dire in Commissione - che la
posizione corretta che la Città possa assumere, dal punto di vista formale, sia quella
di auspicare una rapida conclusione di questa vertenza giuridica e di attenersi
ovviamente a quello che i giudici vorranno stabilire.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo all'analisi degli emendamenti.
L'emendamento n. 1, presentato dal Consigliere Bertola, recita:

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Sarò brevissimo, però almeno vi illustro questo emendamento, che forse è il minore
dei tanti. Nel testo della proposta di mozione, si afferma che Lombroso avrebbe
proceduto ad effettuare interventi sulle persone. Scritto in questo modo sembra quasi
che li aprisse da vivi e gli misurasse il cranio, in realtà Lombroso operava su
cadaveri e quindi effettuava autopsie; tra l'altro, è ricordato come l'inventore o,
comunque, il primo propugnatore delle autopsie scientifiche.
Quindi, forse, per evitare di intendere male quello che faceva, sarebbe il caso di
scriverlo correttamente. Comunque, questo emendamento è forse il minore dei sei
presentati.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1:
presenti 26, favorevoli 16, contrari 6, astenuti 4.
L'emendamento n. 1 è approvato.
L'emendamento n. 2, presentato dal Consigliere Bertola, recita:

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Questo emendamento, forse, è un po' più denso di significato, nel senso che,
francamente, come dicevo prima, fare il processo all'attività scientifica del
Lombroso in una mozione di un Consiglio Comunale sembra un po' fuori luogo, non
credo sia questa la sede. Tra l'altro, si dice in modo tranchant che è stato l'inventore
della piattaforma ideologica del razzismo e tutta una serie di cose.
Lui ha misurato una serie di cose, però segnalo che è vero che il primo caso di
brigante che ha studiato era Villella, che era calabrese, il secondo era Verzeni, che
era di Bergamo e la maggior parte dei reperti del museo sono di persone piemontesi;
lui semplicemente cercava queste correlazioni. Poi, sarà anche arrivato a dire
sicuramente che ne ha trovate. Però, non è che lui fosse razzista e allora faceva una
teoria per giustificare il razzismo; lui ha seguito le sue teorie e ha visto delle cose che
poi non erano vere.
Però, mi sembra più opportuno scrivere semplicemente che - cosa in cui credo -
possiamo benissimo tenere aperto il museo, perché credo che l'intenzione sia di
tenerlo aperto, non di chiuderlo come a un certo punto della proposta mozione si
palesa in qualche modo, e di sostituire semplicemente le spoglie umane con dei
calchi o delle rappresentazioni multimediali o con qualcos'altro che permetta di
raggiungere le finalità didattiche del museo, senza però penalizzare le spoglie umane.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2:
presenti 35, astenuti 3, favorevoli 23, contrari 9.
L'emendamento n. 2 è approvato.
L'emendamento n. 3, presentato dal Consigliere Bertola, recita:

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Io non vorrei essere frainteso su questo emendamento che propone di sopprimere la
parola "cristianamente", non per ragionamenti di laicità, eccetera.
È chiaro che, nel testo, "cristianamente" è detto come riferimento a valore di pietà,
però, parlando di uno scienziato di origine ebraica, mi sembrava piuttosto brutto
metterla sul piano religioso.
Quindi, personalmente credo che sarebbe opportuno non fare riferimento ad alcun
tipo di religione in questa mozione.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3:
presenti 30, favorevoli 24, astenuti 2, contrari 4.
L'emendamento n. 3 è approvato.
L'emendamento n. 4, presentato dal Consigliere Bertola, recita:

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
L'emendamento n. 4 elimina quello che io trovo, francamente, un po' difficile da
dire, cioè che la nostra Università avrebbe allestito un museo senza alcuno scopo
scientifico.
È vero che è all'interno del "Preso atto", però mi sembra meglio non... Secondo me,
se la nostra Università ha ritenuto di creare questo museo è perché ha visto delle
finalità scientifiche. Quindi, uno può discutere poi se sia meglio, se sia peggio o
quanto sia valido, però proprio affermare che non c'è alcuno scopo scientifico in
questa iniziativa, francamente mi suona offensivo verso la nostra Università.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4:
presenti 32, astenuti 3, favorevoli 26, contrari 3.
L'emendamento n. 4 è approvato.
L'emendamento n. 5, presentato dal Consigliere Bertola, recita:

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
Questo emendamento sopprime la frase finale del "Preso atto", cioè "oltre a
provvedere a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali che
possano consentire alla stessa istituzione una accettabile attività", perché,
onestamente, non so se sia questa l'intenzione, ma non credo che ci sia da modificare
né il nome di questo museo né la sostanza della sua attività. Non stiamo mettendo in
discussione, credo, il valore scientifico del museo.
Quindi, per quanto mi riguarda, credo che sia opportuno non fare menzione di
questo. Poi, se l'Università vorrà fare una riflessione, la farà, ma onestamente non
credo che spetti nemmeno a noi dirlo.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 5:
presenti 27, favorevoli 20, astenuti 7, contrari nessuno.
L'emendamento n. 5 è approvato.
L'emendamento n. 6, presentato dal Consigliere Bertola, recita:

LEVI Marta (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bertola.

BERTOLA Vittorio
L'emendamento n. 6 riguarda l'impegnativa.
Non modifica assolutamente l'impegnativa, quindi si mantiene la restituzione delle
spoglie, eccetera, però si dice di sostituire tali spoglie con calchi o rappresentazioni
multimediali, ove servano al museo.

LEVI Marta (Vicepresidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 6:
presenti 31, favorevoli 24, contrari 4, astenuti 3.
L'emendamento n. 6 è approvato.
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di mozione così
emendata:
presenti 36, favorevoli 16, astenuti 13, contrari 7.
La proposta di mozione è approvata.
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