Interventi |
FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 201205781/064, presentata dalla Giunta Comunale in data 6 novembre 2012, avente per oggetto: "Modifica e integrazione del Regolamento del servizio mortuario e dei cimiteri. Disciplina dell'istituzione dei reparti speciali nei cimiteri cittadini. Individuazione nel Cimitero Parco di area da destinare all'inumazione di persone di culto diverso da quello cattolico" FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Comunico che in data 09/01/2013 la competente Commissione ha rimesso il provvedimento in Aula. È presente un emendamento di Giunta ed anche uno del Consigliere Viale, che ho ritirato. Di quest'ultimo, però, non ho il meccanografico, perché è ancora al parere contabile e, in relazione allo stesso, non abbiamo ancora avuto risposta. Nel caso in cui lei lo mantenesse, dovremmo rinviare la votazione. Nel frattempo, però, possiamo discutere la deliberazione senza il suo emendamento, perché non è ancora stato presentato. La parola, per l'illustrazione, al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Abbiamo fatto una discussione approfondita in Commissione con un intervento del sottoscritto, dell'Assessore Curti e della dottoressa Bove, in modo da dare alla Commissione stessa una serie di elementi, di premessa, di quadro e di impostazione legislativa, che poi sfocia in alcune modifiche del Regolamento cimiteriale attuale. Si tratta di una deliberazione che potremmo definire di quelle di civiltà. Tenta di modificare il Regolamento in modo da prendere in considerazione la possibilità di utilizzare aree da dare alle comunità di minoranze religiose, in modo che ognuna delle etnie presenti, che ha tradizioni culturali e religiosità diverse da quella cattolica, abbia la possibilità di avere un ricordo e, nel ricordo, un adeguato rapporto con la propria fede. Si è preso in considerazione il fatto che, soprattutto in quest'ultimo periodo, con il fatto che vi sono i figli delle coppie che sono qui da molto tempo (mentre prima, come in ogni processo immigratorio - noi ne sappiamo qualcosa - si tendeva ad un rimpatrio delle salme), via via che ci si mette in condizione di integrazione, di permanenza in un territorio e si prevede di permanere negli anni successivi, ossia di costruire la propria vita, si tende a mantenere anche i propri cari vicini in modo da andarli a trovare come normalmente si usa fare. Questa ragione ha portato alcune comunità a porre il problema; in particolare, in Commissione abbiamo detto che siamo partiti dalla comunità ortodossa rumena (che è la più significativa presente nel nostro territorio), ma ovviamente il Regolamento dà delle indicazioni che permettono di prendere in considerazione ogni comunità che, da domani, ci possa porre il problema. Abbiamo definito che c'è un'area di oltre 31.000 metri quadrati nel Cimitero Parco che possiamo mettere a disposizione e che, quindi, ci dà la possibilità di prendere in considerazione più comunità; abbiamo stabilito un costo che le comunità siano in grado di sostenere - un Euro al metro quadrato - per poter ottenere la concessione ed abbiamo posto delle regole rispetto al fatto che in ogni area ogni comunità potrà costruire un edificio di culto, ma dovrà avere determinate caratteristiche quantitative che non mettano in discussione l'attuale configurazione cimiteriale. In realtà, è la dimensione di un'aula media, in modo tale da poter svolgere una piccola cerimonia. Dal punto di vista della configurazione del Regolamento, si dice che è possibile lasciare in concessione al massimo per 99 anni ed è rinnovabile, come è normale nella tradizione della legislazione a cui dobbiamo fare riferimento per la concessione. Le comunità che lo richiederanno ed avranno questa possibilità avranno anche la responsabilità di svolgere la manutenzione nell'area indicata; nel caso venisse a sciogliersi la comunità, questa responsabilità passerà alle famiglie. Per quanto riguarda invece l'insieme della gestione della sepoltura, questa continua ad essere fatta da AFC in modo da poter garantire sia in termini di regolazione del lavoro, che in termini di sicurezza dello stesso, così come per il fatto che la gestione complessiva cimiteriale deve avere la possibilità di sapere dove e quando c'è una sepoltura, in modo tale da renderla pubblica (come avviene attualmente). Infatti, se entro in un cimitero e non so dove trovare la tomba di una persona, schiacciando un bottone ed inserendo il cognome, mi viene data l'indicazione per trovare il campo in cui è sepolta questa persona. Questo è l'equilibrio essenziale che si è trovato. È stata una discussione molto seria ed approfondita, sia in Commissione, sia durante la preparazione della proposta di deliberazione, ed ovviamente abbiamo utilizzato tutte le nostre capacità dal punto di vista dell'individuazione della premessa; per questo ringrazio l'Assessore Curti ed il suo Settore, così come AFC, perché abbiamo dovuto individuare le soluzioni da poter proporre (sia come area, sia come superficie del luogo di culto) ed abbiamo fatto intervenire la Divisione tecnica, per cui ringrazio anche loro, e la dottoressa Bove, che ha riunito l'insieme di queste cose. Il dibattito a livello di Commissione è stato molto serio ed ha affrontato sia problemi di gestione ordinaria, che questioni di carattere generale (cioè come la Città si pone a questo salto di civiltà, che sostanzialmente è chiamata a compiere). In questo senso ringrazio sia il Presidente che i Consiglieri per il modo in cui abbiamo avuto la possibilità di approfondire il testo di questa proposta di deliberazione, che - come abbiamo detto in Commissione - non sarà solo un punto di riferimento e di discussione per il nostro territorio, ma lo diventerà anche per altre situazioni ed altre città. In realtà, questo avviene anche su sollecitazione del Ministro degli Esteri, che, a fronte di richieste di questo tipo, ci ha detto che, se riuscivamo ad individuare un modo con cui affrontare le situazioni, ovviamente era meglio per noi, ma poteva anche diventare un punto di riferimento per lo Stato italiano ed il Paese Italia in questo contesto. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Nel frattempo è stato verificato anche l'emendamento del Consigliere Viale. La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Intervengo perché condivido l'impostazione della proposta di deliberazione e, proprio perché la condivido, la arricchisco con una parte mancante. Ho notato che il dirigente del Settore ha espresso un parere sfavorevole sul mio emendamento, in quanto si tratta di disposizione che esula dal contenuto del presente provvedimento. Questo mi incuriosisce abbastanza, perché, se stabiliamo che diamo alle comunità religiose e straniere la possibilità di avere sepolture autonome, non si capisce perché feti e nati morti debbano essere esclusi; non fanno forse parte di quella comunità? Lasciamo questo diritto e questa possibilità a tutte le sepolture, tranne ai feti e ai nati morti, ai quali imponiamo l'inumazione e la sepoltura nel campo feti, e questo mi sembra assolutamente assurdo. Lo dico per 2 ordini di ragioni: in primo luogo, perché, se siamo rispettosi delle comunità religiose e delle comunità straniere per quanto riguarda le loro tradizioni e le loro sepolture, questo vale per tutto e, inoltre, non esiste alcuna norma di Legge che imponga il campo feti. L'origine del campo feti e dei nati morti era dovuto al fatto che c'erano i campi consacrati per i feti ed i nati morti non battezzati e, quindi, c'era una sorta di limbo, che, peraltro, oggi non esiste più per la religione cattolica; infatti, dal 2007 Benedetto XVI ha ufficialmente eliminato il limbo e, oggi, non esiste più. La situazione è questa, può piacere o meno. Da laico, mi elevo ad esperto di catechismo, ma chi è più esperto di me di catechismo mi potrà dire se non è così: dal 2007 il limbo non c'è più e non c'è più nemmeno un motivo per la religione cattolica per tenere le persone - ed uso un termine forte - nate morte o abortite (feti) al di fuori dei campi normali con le altre persone. Peraltro, nel momento in cui diamo alla comunità islamica, alla comunità degli ortodossi ed agli altri la possibilità di poter avere un campo riservato per le loro cerimonie e le loro salme, non si capisce perché escludiamo i nati morti ed i feti. L'emendamento propone semplicemente di eliminare il campo feti; avevo già presentato un'interpellanza, se ne era discusso e, poi, finì in una sorta di rissa tra me ed il Vicesindaco e, quindi, il tutto fu rinviato a data da destinarsi; questa proposta di deliberazione mi ha colto un po' di sorpresa non facendo parte della I Commissione, ma ho recuperato in extremis. In piena coerenza con l'impostazione della proposta di deliberazione, assegniamo a tutte le comunità, compresa quella cattolica, il pieno dominio per quanto riguarda i feti ed i nati morti nell'ambito del proprio settore di riferimento nei cimiteri ed è un fatto che mi sembra abbastanza anomalo. Ecco perché condivido lo spirito, mentre nel merito dell'aspetto tecnico individuato si potrebbero fare delle osservazioni, ma vale il fatto che si tratta di una cosa nuova e vedremo anche come sarà alla controprova (poi, la Commissione ha lavorato). Chiedo al Consiglio Comunale di integrare con questa parte, accettando il mio emendamento che elimina semplicemente un punto dal Regolamento dei cimiteri e lascia alle comunità, così come individuate, piena e totale sovranità sulle persone che si rivolgono a loro. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Vorrei solo dire che credo che questa richiesta provenga soprattutto dalla Chiesa rumena ortodossa ed il Vicesindaco ha fatto bene a citarla, perché, oggettivamente, è la più numerosa a Torino. Pertanto credo che non solo per essa, ma anche per le altre religioni, sia un atto di assoluta civiltà questo tipo di proposta di deliberazione, che avrà il mio voto favorevole. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Appendino. APPENDINO Chiara Vorrei solo ribadire in Aula quanto ho già detto in Commissione, cioè che, al di là di alcune perplessità che sono più tecniche (sul discorso dei metri quadrati definiti e sulla possibilità di costruire fino a 7 metri di altezza), si tratta comunque di un tentativo ed è una prima mossa. Quindi, al di là di questa perplessità, in linea di massima siamo favorevoli sul concetto - come ho detto in Commissione - ed il nostro voto sarà favorevole alla proposta di deliberazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Liardo. LIARDO Enzo Mi rivolgo al Vicesindaco, visto che ha illustrato in maniera esauriente questa proposta di deliberazione, affinché nella replica possa eventualmente integrare le informazioni dicendo se questa operazione, in qualche modo, possa costare al Comune di Torino in termini economici; cioè se ci sarà un aggravio di spesa e se avete fatto anche queste considerazioni, che per me sono dovute. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Consigliere Carbonero. CARBONERO Roberto Come ho già fatto in Commissione (con assoluta civiltà), esprimo la contrarietà della Lega Nord a questa iniziativa. Tra l'altro, non ha nulla a che vedere con il discorso proposto dalla comunità romena. Come ho detto anche in Commissione, secondo me tutto quello che è legato al mondo cristiano deve comunque avere questo suo ambito e questa sua possibilità. Sono contrario al fatto che invece venga aperta indiscriminatamente a qualunque tipo di religione, semplicemente perché la nostra è una cultura ed è una religione profonda e radicata (questo è il commento di questi giorni quando è venuto a galla l'argomento, perché se ne è discusso apertamente con tante persone) e mi dispiace - scusatemi se lo penso e sono sicuro che non lo condividerete - perché mi sembra l'ennesima non dico marchetta politica, ma è molto vicino a qualcosa di simile. Infatti, dobbiamo fare a tutti i costi i primi della classe e, poi, l'Italia si riferirà a noi per quello che abbiamo fatto. Ritengo giusto che sia qualcun altro a fare questo tipo di esperienza, magari in posti meno problematici di questo, e, invece, lo vogliamo fare a tutti i costi. Il motivo per cui lo stiamo forzando è proprio perché, secondo me, ci sono altre cose dietro, che non riguardano semplicemente la pluralità; sono sicuro che c'è qualcosa di diverso. Ribadisco il voto contrario della Lega Nord, che non ha nulla a che vedere con tutto quello che è il mondo e l'emisfero cristiano, però, secondo me, tutto il resto non va collocato in quella situazione. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Sindaco. SINDACO Anche io voglio intervenire brevemente per sottolineare il valore di questa proposta di deliberazione alla luce delle trasformazioni e delle innovazioni di natura demografica che hanno investito la composizione della nostra comunità. Noi siamo una città nella quale il 17% della popolazione ha origini straniere: 150.000 cittadini stranieri su una popolazione di 930.000 abitanti. Si tratta di una presenza che si sostanzia in comunità consistenti: 50.000 cittadini di origine rumena, 40.000 cittadini di origine dei Paesi del Nord Africa, 10.000 peruviani, 6.000 cinesi, 4.000 albanesi e via di questo passo. Siamo tutti consapevoli che questa nuova dimensione multiculturale e multietnica della nostra città impone l'adozione di politiche di integrazione, che consentano ad ogni cittadino, quale che sia il luogo in cui è nato, che ha scelto come luogo della sua vita e della sua residenza Torino di sentirsi un cittadino a pieno titolo, un cittadino riconosciuto, un torinese come gli altri, anche se non è nato a Torino. Tra i fattori che segnano l'identità di una persona c'è anche la sua fede religiosa e tra i fattori che segnano da sempre la vita delle civiltà ci sono le modalità con cui ogni civiltà esercita il culto dei suoi morti; dalla civiltà egizia ad oggi non c'è civiltà che, per quanto riguarda il culto dei propri morti, non abbia avuto un elemento caratterizzante della sua identità e della sua cultura. Ritengo che sia un fattore di civiltà ed un modo per realizzare politiche di integrazione il fatto che la nostra Città, nel momento in cui ha 150.000 cittadini di origine straniera, sia capace, attraverso le misure che abbiamo adottato di innovazione del Regolamento del funzionamento dei nostri cimiteri, di riconoscere a ciascuno la possibilità di praticare il culto dei morti che corrisponde alla sua identità ed alla sua cultura. Non si tratta di voler fare il primo della classe. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Siccome è un tema di cui mi sono occupato per molti anni svolgendo altre funzioni, i diritti non sono fondati sulla principio della reciprocità, ma sono indisponibili ed inalienabili per ogni persona e non è che si riconoscono dei diritti ad uno soltanto se vengono riconosciuti reciprocamente dei diritti ad un altro in un altro Paese. La cultura di ospitalità internazionale in materia di diritti dice che questi vanno riconosciuti ad ogni persona, senza condizioni. Il principio di reciprocità che lei invoca non è riconosciuto ed è contraddetto in ogni sede internazionale, da Strasburgo alle Nazioni Unite. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma che cosa c'entra per noi o per voi? Francamente, io non ragiono in questi termini. Penso che risponda ad una regola di civiltà essere capaci di offrire ad ogni cittadino, qualsiasi sia la sua identità originaria, la sua cultura, la sua lingua, la sua fede ed il suo percorso esistenziale, la possibilità di sentirsi un cittadino a pieno titolo e pienamente integrato e riconosciuto, titolare dei diritti e, naturalmente, titolare di doveri. Tra i diritti che devono essere riconosciuti a ciascuno c'è anche la possibilità di coltivare il culto dei morti in un modo corrispondente alla propria cultura e fede. Non vedo in questo alcun elemento particolare che comprometta i caratteri ed il profilo della nostra identità e della nostra civiltà; semmai dimostra la capacità di aprirsi anche al riconoscimento delle identità e delle civiltà altrui. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Prima di concedere la parola al Vicesindaco, ricordo che lo scorso Consiglio Comunale aveva già affrontato il tema e ringrazio la Giunta di questa Amministrazione perché questo lavoro è arrivato ad una conclusione. Era un tema che aveva già interessato e per il quale le sollecitazioni ad una decisione erano già state intraprese ed erano evidenti nel ruolo di rapporti e relazioni internazionali; lo stesso Presidente del Consiglio Comunale, nello scorso mandato, era stato investito di questa tipologia di problemi, che avevo fatto mia e, poi, avevo anche cercato di interpretare il contributo verso il Vicesindaco. La parola al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Intanto vorrei dire al Consigliere Carbonero che non vi è proprio nulla dietro, nel senso che tutto si è svolto nel seguente modo. Più di 3 anni fa il Console ed il Padre ortodosso, che tutti conosciamo, sono venuti a pormi questo problema. In realtà, non sono andato per vie brevi, cioè è stata una cosa complicata, perché abbiamo preso in considerazione l'insieme dei testi legislativi ed abbiamo approfondito quale poteva essere la soluzione migliore. Ero molto in dubbio tra l'idea di fare una cosa tra comunità etniche, per cui il tema si risolveva con un'ordinanza del Sindaco, oppure andare verso un'ipotesi di questo tipo, molto più completa e complessa in quanto bisogna vedere il Regolamento. La prima era più spiccia, non c'era bisogno del Consiglio Comunale, ma aveva il difetto, consentendo, sulla base di una concessione etnica, la possibilità di un luogo di culto (ancorché limitato a 60 metri quadrati), di rischiare di creare un problema, perché, a quel punto, se qualcuno su quell'area faceva una cosa di questo genere, tutti avrebbero avuto il diritto di dire: "Allora che si fa?". È stato un approfondimento che è durato più di 3 anni per arrivare ad una soluzione ed a trovare un modo che siamo in grado di prendere in considerazione all'interno del Regolamento; siamo in grado di dargli una visibilità ed una responsabilità, per cui lo potranno fare solo le comunità che hanno personalità giuridica ed il riconoscimento giuridico; chi fra queste comunità non ha questa possibilità non lo potrà fare. D'altra parte, per poterla dare in concessione e per rendere qualcuno responsabile, il soggetto giuridico deve essere configurato, altrimenti non c'è la possibilità né di contrarre, né poi di verificare che quanto contratto venga risolto. In realtà, l'altro pezzo era l'equilibrio relativo al fatto che dobbiamo consentire ad altri di entrare al cimitero, perché - come diceva il Sindaco - ogni civiltà ha le sue consuetudini, e dobbiamo farle convivere contemporaneamente senza mettere in discussione la configurazione attuale del cimitero. D'altra parte, ci ha aiutato anche l'esperienza che sin qui è stata fatta. Ce ne sono altre, ma meno significative; al Cimitero Monumentale abbiamo la comunità ebraica ed è difficile recarvisi e non individuare l'area che abbiamo concesso alla comunità ebraica molti decenni or sono. Allo stesso modo non ha mai creato problemi, in questi 10 anni, il fatto che vi sia il campo islamico al Cimitero Parco; però, non avendo una definizione la comunità islamica e non essendo organizzata per poter prendere un'area in concessione, è gestito sia nella manutenzione che nella sepoltura da parte della Città. Vi sembra che tutto questo abbia creato dei problemi a qualcuno che si è recato al Cimitero Parco? No. Anche sulla base di questa esperienza, abbiamo cercato di individuare nel Regolamento sia un'area adatta, sia un modo per gestire queste situazioni. Tutto ciò non comporta un costo e non comporta neanche un grande beneficio economico, perché, sostanzialmente, concediamo queste aree alle comunità interessate che hanno queste caratteristiche ad un Euro al metro quadrato per ogni anno che verranno usate. Sostanzialmente, per rispondere al Consigliere Liardo, vi è un introito da parte della Città e non vi sono spese per la Città stessa. La manutenzione è a carico della comunità, per cui ovviamente questa parte dovrà essere normata dalla comunità che gestirà l'area interessata. Per quanto concerne il problema dell'emendamento del Consigliere Viale, vorrei spiegare la ragione - anche se non sono io che ho espresso quel parere, ma la dottoressa Bove - del parere tecnico; tecnicamente non è possibile prenderlo in considerazione perché stiamo facendo il Regolamento per affrontare l'argomento comunità e minoranze religiose. Se noi dovessimo affrontare l'argomento (a parte che l'abbiamo discusso in Commissione), come il Consigliere Viale sa, io non sono d'accordo ad abolire ciò, perché era una richiesta ed un modo attraverso cui si era espresso questo Consiglio Comunale, ma, trattandosi del Regolamento, può essere ampiamente discusso e regolamentato in modo diverso in qualsiasi momento; però non si può prendere in considerazione oggi, perché, altrimenti, dovremmo dire che cosa faremmo a quel punto. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non è automatico, perché questo Consiglio si è dato un Regolamento di quel tipo, che prevedeva che vi fosse il campo infanti, nati morti e feti. Oggi questa abolizione richiederebbe una discussione, una diversa ricollocazione ed anche riscrittura del Regolamento stesso; per questo motivo è stato espresso un parere tecnico sfavorevole. Credo che sia anche un modo da parte mia per sottolineare il fatto che non introduciamo questa discussione oggi, visto che ne stiamo facendo un'altra. Se invece si volesse affrontare quell'argomento e più Consiglieri fossero interessati a farlo, ovviamente potremmo dedicarvi una sessione di discussione, poi dovremmo pensare al Regolamento e, infine, portarlo in Aula. Credo che per chi deve proporre, per chi ha la responsabilità della firma e della regolarità degli atti, ma anche per il Consiglio sia il modo migliore per affrontare argomenti che, tra l'altro, sono molto delicati (come quello introdotto dall'emendamento del Consigliere Viale) se dovessimo discuterli nel merito. Non possiamo discuterlo, ma ritengo comunque giusto dare una risposta e non fare semplicemente finta che sia decaduto, visto che ha un giudizio di regolarità tecnica sfavorevole. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi degli emendamenti. L'emendamento n. 1, presentato dal Vicesindaco, recita: FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) La parola al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) È il recepimento dei pareri delle Circoscrizioni. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1: Presenti 23, favorevoli 23. L'emendamento n. 1 è approvato. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 2, presentato dal Consigliere Viale. La parola al Consigliere Viale. VIALE Silvio Intervengo solo perché ci sia una logica nelle cose che facciamo. Se questo Consiglio ha deciso, peraltro inconsapevolmente, quando ha approvato il Regolamento, evidentemente questo Consiglio è titolato a decidere. Se valesse questo principio (cioè, la questione che abbia deciso e non possa più decidere), non faremmo più nulla qui dentro. La seconda questione riguarda il fatto che, attualmente, i feti (che sono quelli dopo le 20 e fino a 28 settimane, lo dico ai Colleghi perché qualcuno me l'ha chiesto) e, su richiesta dei genitori, quelli sotto le 20 settimane (che sono conferiti obbligatoriamente al cimitero) ed i nati morti, che sono pochi numericamente, mentre i primi saranno 250/300 all'anno, i nati morti sono una ventina o anche meno (e si tratta dei nati morti dopo le 28 settimane, perché, se nasce, ha un minimo respiro e poi muore, è dichiarato nato vivo e c'è l'obbligo di denuncia anagrafica e del funerale), oggi vengono conferiti al cimitero e seppelliti nel campo feti, che è collocato nella zona nord, verso Superga (dopo i campi delle suore, per capirci). Fino a 2 anni fa venivano inumati nella terra, mentre oggi sono tumulati, perché, essendo questa disposizione non storica, ma soltanto degli ultimi 10 anni (cioè da quando aveva le deleghe l'Assessore Lepri), si è accumulata una serie di piccole tombe anonime - perché i genitori, essendo aborti, in gran parte non se ne occupavano - e, dopo 5 o 6 anni, quando sono state riprese le tombe, non si sapeva a chi chiedere che cosa fare, per cui si è passati a questa seconda soluzione. L'ipotesi di che cosa fare è molto semplice: come oggi vengono messi lì, nel momento in cui viene abolito il campo feti, ogni feto seguirà la strada della propria comunità, religiosa o, in qualche modo... Quelli che non hanno alcuna destinazione, finiranno nel settore di un campo normale, che, di fatto, diventerà il posto in cui saranno concentrati. Secondo me sarebbe più corretto, visto che si parla di cremazione o di inumazione, che i feti per i quali genitori non chiedono la sepoltura possano essere cremati e le ceneri distribuite nell'area a ciò adibita del cimitero. L'abolizione del campo feti non crea alcun vuoto, ma c'è semplicemente un percorso che per ogni comunità è coerente con questa proposta di deliberazione. Rimane il punto di che cosa accade quando non viene individuato dalla comunità, ma, esattamente come è oggi per le persone adulte, se non c'è una comunità che la rivendichi, la salma viene inumata o tumulata nel settore maggioritario della Città, cioè in un campo normale. Ritengo che l'abolizione di questo punto non comporti alcun disagio, anzi garantisce un elemento di equità in coerenza con la proposta di deliberazione presentata dal Vicesindaco. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Qual è il parere della Giunta? DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Il parere della Giunta è negativo. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2: Presenti 25, favorevoli 5, contrari 20. L'emendamento n. 2 è respinto. In seguito alla votazione di cui sopra, l'originale dell'emendamento n. 2 è inserito nel presente verbale all'appendice degli emendamenti respinti, codificato con il n. . FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di deliberazione così emendata: Presenti 34, astenuti 1, favorevoli 31, contrari 2. La proposta di deliberazione è approvata. FERRARIS Giovanni Maria (Presidente) Pongo in votazione l'immediata eseguibilità del provvedimento: Presenti 34, astenuti 1, favorevoli 31, contrari 2. L'immediata eseguibilità è concessa. |