Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Gennaio 2013 ore 10,00
Paragrafo n. 16

Comunicazioni del Presidente su "Minuto di silenzio in memoria di Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel per la medicina, e Luigi Arcuti, banchiere".
Interventi

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Prima di iniziare il Consiglio Comunale del nuovo anno 2013, ritengo doveroso
ricordare due persone che sono scomparse in questi giorni.
La prima, la scienziata torinese, senatrice a vita e cittadina onoraria dalla nostra Città
dal 1987, professoressa Rita Levi-Montalcini (che ha fatto parte, fra le tante
associazioni e accademie, dell'Accademia dei Lincei ed è stata la prima donna ad
essere ammessa all'Accademia Pontificia), si è spenta il 30 dicembre scorso all'età di
103 anni nella sua casa romana. Molti di noi non erano presenti, ci siamo subito
stretti comunque attorno alla famiglia della nostra Collega, Piera Levi-Montalcini.
È difficile sintetizzare in poche parole la vita di una donna straordinaria che è stata
conosciuta dalla stampa nazionale ed internazionale e per la quale, in questi giorni,
sono state espresse doverose celebrazioni.
Nata a Torino il 22 aprile 1909 in una famiglia ebraica, allieva del famoso istologo
Giuseppe Levi, si laureò con lode in medicina nel 1936 insieme ai colleghi, direi
d'eccezione, Renato Dulbecco e Salvador Luria.
Nel Dopoguerra si trasferì negli Stati Uniti d'America per continuare le sue ricerche
in campo neurologico, già iniziate in Belgio e in Italia.
Dobbiamo a lei la scoperta nel 1953 della proteina indicata con la sigla NGF (nerve
growth factor, fattore di crescita nervosa), una molecola che favorisce e regola la
crescita delle cellule del sistema nervoso.
Per questi suoi studi ricevette nel 1986 il premio Nobel per la medicina, un doveroso
riconoscimento ad una lunga carriera scientifica spesa al servizio della ricerca e
dunque al servizio degli altri.
Una scienziata che riservò spazio anche all'impegno politico e alla riflessione etica.
Nominata senatrice a vita nel 2001, portò in politica la sua passione per la ricerca e
per i diritti delle persone, difendendo i valori civili e morali in cui credeva. Lascia
un'eredità immensa oserei dire, come ha scritto di lei Umberto Veronesi, un
messaggio d'amore per la scienza e di fiducia incondizionata nella capacità del
pensiero razionale di costruire il progresso della civiltà.
Il 2 gennaio scorso, qui a Torino, dopo la camera ardente allestita presso la capitale,
oltre 5.000 torinesi le hanno dedicato l'ultimo commosso saluto e, dopo le parole del
Sindaco, lo faremo anche noi.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Desidero naturalmente, prima di tutto, porgere al Consigliere Comunale Piera Levi-
Montalcini e a tutti i familiari, come ho già avuto modo di fare nelle scorse
settimane, le condoglianze della Città e mie personali.
Con la scomparsa della Senatrice Rita Levi-Montalcini, la comunità internazionale -
come è stato sottolineato in ogni commento in queste settimane - ha perso una figura
illustre e luminosa della storia della scienza del Novecento, una protagonista
importante dell'impegno civile e politico, un'intellettuale di elevatissimo spessore.
Mente straordinaria, con la forza morale delle anime più nobili, Rita Levi-Montalcini
è stata una personalità carismatica destinata ad interpretare simboli e a incarnare
ideali. Il contributo alla ricerca scientifica, alla vita politica e culturale di questo
Paese e della scienza su scala internazionale, la sua incrollabile capacità di guardare
al mistero della vita con gli occhi laici e sereni di chi cerca la verità della ragione, ne
hanno fatto una figura unica non solo per la nostra Città, ma per l'intera comunità
nazionale ed internazionale.
È stata un riferimento costante per i giovani, per le donne, per la comunità scientifica
nella quale veniva riconosciuta come un'autorità indiscussa.
La sua profonda fiducia nel futuro, nelle capacità dell'essere umano ad innovare, il
suo convincimento indomito nell'uguaglianza tra le persone, fra i sessi, l'hanno resa,
sin dai primi anni di studio, esempio per ogni generazione di come fosse possibile
combattere e superare le più grandi sfide nel nome della ragione e di un pensiero
illuminato.
Importantissimo è stato, come sappiamo, il suo contributo di una vita unicamente
dedicata alla ricerca. Gli anni Cinquanta la portarono alla scoperta e
all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa, scoperta per la
quale nel 1986 è stata insignita del Nobel insieme al biochimico Stanley Cohen.
Fu inoltre la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze
e nel 2001 nominata senatrice a vita dall'allora Presidente della Repubblica, Carlo
Azeglio Ciampi, per i suoi meriti sociali e scientifici.
D'altra parte, l'abbiamo visto nei giorni scorsi, la Torino della quale era cittadina
onoraria, le ha tributato, in occasione delle esequie, un grande e corale omaggio, così
come ha fatto l'intera comunità nazionale e internazionale.
Un omaggio non inaspettato. Incarnava quel rigore e quel senso del dovere, quella
caparbietà consone al carattere prettamente torinese e i torinesi a migliaia le hanno
voluto dare l'ultimo saluto.
La sua biografia è stata richiamata in queste settimane ripetutamente. Nata a Torino
nel 1909 da genitori ebraici, Rita è stata persona che non conosceva ostacoli,
soprattutto non se ne faceva intimidire. Non la fermarono pareri contrari e pregiudizi,
quando nel 1930 decise di proseguire gli studi all'Università.
Si era resa conto che il ruolo femminile tradizionale concepito dal padre, non le si
addiceva e gli chiese il permesso di tentare una carriera professionale del tutto
inusitata per una donna di quel tempo.
Fu così che vinse una delle prime battaglie per la dignità, iscrivendosi alle lezioni del
corso universitario alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, che fino a quei tempi era
precluso alle ragazze.
Con caparbietà, si applicò agli studi e vinse il pregiudizio di genere, opponendosi a
un destino predefinito, preferendo, all'idea di restringere la soggettività e la
personalità di una donna nella sola dimensione familiare, la dedizione, alla ricerca
scientifica, alle relazioni umane e all'impegno sociale. E non la fermarono né le leggi
razziali, né la guerra.
In quel periodo oscuro continuò a lavorare, quando si trasferì nel 1938, dopo la
proclamazione delle leggi razziali, da Torino in Belgio e quando ritornò in Piemonte
nel 1940, poco prima che il Paese fosse invaso dai tedeschi. E dopo l'8 settembre,
sotto falsa identità, in Toscana con la sorella gemella Paola, continuò la sua attività
scientifica e quando nel 1947 le fu offerta una cattedra universitaria negli Stati Uniti,
la sua carriera finalmente venne riconosciuta e decollò.
È stato scritto che furono le leggi razziali a segnare il suo futuro di scienziata, futuro
che trovò in terra straniera e non ostile un destino che la accomunò a Renato
Dulbecco, a Salvador Luria, entrambi premi Nobel e allievi, come lei, del medesimo
maestro, il professor Giuseppe Levi.
Lo studio, il rigore, l'essere vicina al prossimo in prima fila nelle battaglie civili,
sono stati altrettanti tratti caratterizzanti della sua vita così longeva.
Rita Levi-Montalcini, signora della scienza, esemplare nella propensione a mai
lasciarsi intimorire nelle difficoltà, è stata un modello indiscutibile dell'affermazione
della donna in tutti i campi. È stata per tutti un esempio di come sia possibile
combattere e superare le sfide più grandi.
Torino le conferì la cittadinanza onoraria nel 1987, l'anno successivo al
conferimento del premio Nobel. Nella nostra Città ritornava spesso con la
riservatezza e il pudore che è stato un tratto distintivo della sua umanità e del suo
stile, per una cerimonia, per una conferenza, per l'inaugurazione di un ospedale o un
centro di ricerca, per il ritiro di uno degli innumerevoli riconoscimenti che le vennero
conferiti, o anche solo per una visita in famiglia. E a Torino festeggiò i 100 anni nel
2009, con una Lectio Magistralis al Teatro Carignano, di cui ancora tutti ricordiamo
la straordinaria intensità.
Per tutto questo, non possiamo che esprimere dolore e cordoglio della nostra intera
comunità per aver perso un grande scienziato, una grande donna, una grande torinese
animata da un profondo amore per l'Italia. Certamente, la sua scomparsa non può
essere lenita da alcuna parola, ma resta però indelebile il segno profondo che ha
impresso alla comunità scientifica, alle sue esperienze e alle sue scoperte. E resta
l'indelebile segno di una donna che con le sue battaglie, con il suo profilo umano e
culturale, ha contribuito a fare della donna una figura rappresentativa, rappresentata,
riconosciuta e rispettata.
Con questi sentimenti riconfermo ancora una volta la vicinanza della nostra Città alla
famiglia e la volontà della nostra Amministrazione di mettere in campo nei prossimi
mesi programmi e iniziative volte a valorizzare al massimo l'opera e la figura di Rita
Levi-Montalcini, in ragione tale che si continui a coltivarne la memoria per le
generazioni che verranno e perché questa grande donna e il suo contributo alla vita
della nostra comunità e alla vita della comunità scientifica rimanga come una
condizione presente.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Prima di iniziare voglio ancora ricordare, benché in forma diversa, un torinese, il
banchiere Luigi Arcuti, mancato ieri, all'età di 88 anni.
Lo ricordiamo in quanto figura di spicco, come ha ricordato anche il Sindaco, che ha
contribuito a fare di una banca torinese come la Sanpaolo, una delle principali
banche del nostro Paese, essendo il principale fautore e promotore dell'integrazione
tra Sanpaolo e Imi, di cui fu nominato presidente nel 1980.
Fu un indefesso lavoratore che io spesso (peraltro, perché lo conoscevo), vedevo
lavorare anche la domenica, quindi non gli mancava l'impegno per la sua azione
professionale e anche per la sua Città.
Lo vogliamo ricordare stringendoci vicino alla sua famiglia e anche alla comunità
che ha potuto lavorare, vivere e crescere grazie al suo impegno, alla sua passione e
alla sua lungimiranza.
Anche il Sindaco voleva ricordarlo.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Perché chi, come me e altri che sono in questa Sala, hanno avuto la fortuna di
conoscere Luigi Arcuti, non possono che ricordarne il suo grande amore per la Città
e la sua straordinaria dedizione alla sua attività di banchiere che lo ha visto
percorrere tutti i vari gradini di una prestigiosa carriera nel settore finanziario e
bancario, italiano e internazionale.
Era un uomo di raffinata cultura, profondamente innamorato del suo lavoro, un uomo
soprattutto di visione e di pensieri lunghi, capace di guardare alla propria attività, non
soltanto nella dimensione contingente, ma anche nel medio e lungo periodo.
È stato, nel settore bancario e finanziario italiano, un grande innovatore. Se oggi
l'istituto bancario Sanpaolo, a cui Arcuti ha dedicato gran parte della sua attività e di
cui è stato anche presidente, è parte di uno dei principali gruppi bancari europei,
Gruppo Intesa Sanpaolo, lo si deve anche all'azione indefessa con cui Arcuti operò
per sprovincializzare una dimensione puramente locale del nostro istituto bancario,
per proiettarlo sia nella dimensione nazionale, che nella dimensione europea e
internazionale.
È con Arcuti che l'istituto bancario Sanpaolo si è aperto a orizzonti, a dimensioni di
mercato, a intraprese finanziarie di vasto respiro ed è con Arcuti che la banca ha
conosciuto quel salto di qualità che poi gli ha consentito, via via nel tempo, grazie
all'azione di altri importanti uomini, dal presidente Zandano, al presidente Salsa,
all'attuale gruppo dirigente della banca, di diventare uno dei primari istituti bancari
del nostro Paese e del contesto europeo.
Credo che per tutto questo la Città debba coltivare un sentimento di gratitudine nei
confronti del dottor Arcuti, ricordandolo. Domani, proprio per questo, a nome della
Città, parteciperò alle esequie che gli daranno l'ultimo saluto.

FERRARIS Giovanni Maria (Presidente)
Invito il Consiglio Comunale ad osservare un minuto di silenzio.
(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)