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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Dicembre 2006 ore 14,00
Paragrafo n. 5
INTERPELLANZA 2006-09663
?CAMPO NOMADI A VILLARETTO? PRESENTATA DAI CONSIGLIERI COMUNALI RAVELLO, GHIGLIA, VENTRIGLIA, GALASSO E LONERO IN DATA 30 NOVEMBRE 2006.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200609663/02, presentata in data 30 novembre 2006, avente per oggetto:
"Campo nomadi a Villaretto"
I sottoscritti Consiglieri Comunali,
PREMESSO
che la Città di Torino, con ordinanza sindacale, avrebbe requisito un terreno privato ubicato in Strada del Francese per ospitare temporaneamente i nomadi sfollati dal campo di Mappano distrutto da un incendio il 16 novembre scorso;
CONSIDERATO
che un gruppo di residenti di Villaretto, preoccupato per la decisione dell'Amministrazione di allestire il campo provvisorio in prossimità delle loro abitazioni, avrebbe inoltrato al Sindaco di Torino una lettera con la quale, contestualmente ai timori che i termini stabiliti dall'ordinanza in premessa possano prolungarsi, si richiedono urgenti interventi di qualificazione della zona;
CONSTATATO
che nella zona sarebbero diversi gli insediamenti abusivi di nomadi e che, di conseguenza, la collocazione di un nuovo campo comporterebbe l'aggravarsi dei fenomeni di degrado urbano spesso denunciati dai cittadini;
INTERPELLANO
il Sindaco e l'Assessore competente per sapere:
1) per quali ragioni sia stata individuata per la collocazione del campo provvisorio un'area non di proprietà pubblica e si sia reso necessario provvedere alla requisizione di un terreno di privata proprietà;
2) se siano state accertate le cause dell'incendio che ha distrutto il campo abusivo nel quale sostavano i nomadi e se siano state ravvisate eventuali responsabilità individuali;
3) quanti siano i nomadi sfollati e quanti di loro siano attualmente ospitati nel campo temporaneo allestito dalla Croce Rossa;
4) dove andranno ad alloggiare i nomadi sfollati allo scadere dei termini fissati dall'ordinanza con la quale è stato requisito il terreno di Strada del Francese;
5) quando sarà restituito al legittimo proprietario il terreno requisito per l'allestimento del campo provvisorio e se sia stata prevista una forma di risarcimento dei danni subiti dal proprietario;
6) quali urgenti provvedimenti si intenda adottare per far fronte alle richieste dei cittadini in merito alla carenza di infrastrutture e di servizi nella zona di Villaretto;
7) quanti siano i campi nomadi attualmente esistenti nel territorio cittadino, quante siano le persone ospitate e quali siano le risultanze delle attività di controllo sulla regolarità del soggiorno e di prevenzione dei fenomeni di degrado, di microcriminalità e di sfruttamento minorile.
F.to Roberto Sergio Ravello
Agostino Ghiglia
Ferdinando Ventriglia
Ennio Lucio Galasso
Giuseppe Lonero

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Rispondono gli Assessori Borgogno, Viano e Borgione.
La parola all'Assessore Borgogno.

BORGOGNO Giuseppe (Assessore)
Stiamo parlando di un'area che sorge accanto ad un'area pubblica, anzi l'area del Comune è interclusa in quest'area privata, quindi per potervi accedere sarebbe stata necessaria un'ordinanza che permettesse di transitare nell'area privata. Dato che quest'area privata si prestava molto meglio della nostra ad ospitare il campo di tende allestito dalla Croce Rossa Militare, si è deciso di fare un'ordinanza che prevedesse non solo il transito, ma l'occupazione di quella parte di terreno.
Questa non è stata una decisione maturata in Comune o attraverso un conciliabolo, ma è il frutto di una discussione avvenuta in Prefettura, presieduta dal Prefetto e che si è svolta dal momento dell'incendio al campo di Borgaro in avanti; è stata un'opera di mediazione e tutte le decisioni sono state prese su proposta del Prefetto (tutti questi passaggi sono stati verbalizzati in Prefettura).
Alla seconda domanda posta nell'interpellanza francamente non so cosa rispondere. Credo che si debba chiedere ai Carabinieri che hanno svolto le indagini e ai Vigili del Fuoco che sono intervenuti; tra l'altro, essendo successo a Borgaro, non so assolutamente nulla di che cosa sia accaduto.
Il campo allestito dalla Croce Rossa Militare è stato realizzato dalla Protezione Civile della Provincia; noi non abbiamo avuto nessun ruolo se non quello di tentare di individuare un'area al confine con Borgaro con la dinamica che ho già spiegato: abbiamo emesso un'ordinanza per utilizzare quell'area privata confinante con un'area comunale, in quanto il terreno era in piano e pertanto immediatamente praticabile.
In questo campo sono stati ospitati 95 nomadi, di cui 21 minori, gran parte dei quali frequentano le scuole di Borgaro, sulla base di un progetto fatto a suo tempo con il Comune di Borgaro. Quasi tutti i nuclei familiari sfollati, quindi, hanno dei bambini in età scolare che frequentavano le scuole di Borgaro ed è per questa ragione che nella discussione in Prefettura si è cercato di individuare un terreno che fosse al confine con il territorio di Borgaro e non troppo distante dalla sede delle scuole frequentate da questi bambini.
Attualmente, circa 30 delle persone che erano ospitate in questo campo sono state (e lo saranno fino ad aprile) ospitate dal Comune di Torino nel campo di "emergenza freddo" di Basse di Stura (anche questa decisione è stata discussa, verificata e verbalizzata in Prefettura).
I restanti 65 rimarranno ancora lì (l'ho constatato giovedì pomeriggio, quando sono passato) per qualche giorno, in quanto la mediazione con il Prefetto prevede che venga allestito un campo entro il territorio del Comune di Borgaro e la Protezione Civile della Provincia insieme al Comune di Borgaro non hanno ancora ultimato i lavori per il trasferimento di queste persone nel nuovo campo. Il terreno, quindi, verrà liberato entro qualche giorno.
Naturalmente, esiste un accordo (in questo caso, verbale) con la proprietà, che si è dichiarata disponibile ad ospitare una parte di quelle persone ancora per qualche giorno; ribadisco che la parte - tra virgolette - "assegnata" all'ospitalità del Comune di Torino è stata trasferita, già all'inizio della scorsa settimana, presso il campo dell'"emergenza freddo" di Basse di Stura.
Non è prevista alcuna forma di risarcimento, né finora il Comune ha sostenuto delle spese; infatti, si tratta di un terreno (con le caratteristiche che ho descritto prima) che ha ospitato un campo realizzato dalla Protezione Civile della Provincia insieme alla Croce Rossa Militare. La Croce Rossa Militare si è occupata della gestione del campo, dotandola di alcuni gruppi elettrogeni per l'illuminazione, e la Protezione Civile della Provincia mi sembra che si sia fatta carico delle spese per l'acqua (fornita da SMAT, non con allacciamenti, ma con una cisterna che è stata trasportata lì per questo scopo).
Quindi, il Comune di Torino non ha sostenuto spese, a meno che non si possa ritenere, in futuro, una spesa un intervento utile (ma su questo argomento, poi, potremo discutere) come la recinzione della parte di terreno del Comune, in modo da separarla fisicamente dalla zona del privato che è stata utilizzata in questi giorni; infatti, se un giorno dovessimo servirci di quel terreno per qualunque motivo (non necessariamente per un campo nomadi), sarebbe opportuno potervi accedere senza dover fare un passaggio (comunque inevitabile, ad oggi) all'interno del terreno del privato, che, in ogni caso, richiederebbe un'ordinanza. Ad oggi, quindi, la situazione è questa.
Per quanto riguarda il punto 6), con i cittadini di Villaretto (al di là del fatto che sia Villaretto di Borgaro o Villaretto di Torino) vi sono questioni molto antiche, sulle quali probabilmente l'Assessore Viano potrà aggiungere qualche elemento. Sono previsti una serie di progetti ed alcuni interventi che dovrebbero riuscire a sistemare quella zona; ribadisco che, in seguito alla proposta del Prefetto della divisione del campo, la parte destinata a Basse di Stura, come ho detto, è già stata trasferita e, nei prossimi giorni, si realizzerà il campo di Borgaro. Conclusa questa fase, avremo comunque un incontro con i cittadini di Villaretto, sia per quanto riguarda questa vicenda, che per quelle più generali, collegate ai problemi della zona.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per un'integrazione, all'Assessore Viano.

VIANO Mario (Assessore)
Per quanto riguarda il punto 6) "quali urgenti provvedimenti si intenda adottare per far fronte alle richieste dei cittadini in merito alla carenza di infrastrutture e di servizi nella zona di Villaretto", indubbiamente si tratta di una questione di lungo periodo, che, nel corso dell'ultimo anno, non ha certamente trovato la soluzione, ma comunque ha potuto compiere un passo in avanti molto significativo. Infatti, la realizzazione della Circonvallazione Sud consente di "scaricare" la borgata - perché, in senso proprio, è storicamente una borgata, non tanto una zona di tipo urbanistico -, che era strutturata e configurata, secondo i canoni dell'Ottocento, per usi agricoli (quindi, per il transito dei mezzi agricoli minori, che allora erano in uso) e che, quindi, risulta inadeguata ai mezzi pesanti che ora l'attraversavano per raggiungere l'area industriale di Strada del Francese.
La realizzazione della Circonvallazione Sud ritengo abbia risolto più della metà dei problemi che sono stati segnalati, nel senso che, certamente, quella era la questione fondamentale; per il resto, si tratta di sistemazioni di aree cedute alla Pubblica Amministrazione, che sono in carico agli operatori proponenti la trasformazione. Per onestà, bisogna precisare che abbiamo richiamato, a più riprese, questi operatori sull'adempimento, sicuramente rallentato e in ritardo per quanto riguarda la parte relativa alle urbanizzazioni rispetto a quella relativa alla costruzione delle residenze.
Si tratta di una situazione fisiologica? In buona misura lo è; alcuni problemi aggiuntivi sono derivati dal fatto che porzioni piccole ma significative (che erano interessate dalla realizzazione delle opere di urbanizzazione) erano proprietà di terzi, che, in un primo momento, avevano dichiarato la propria disponibilità a cedere al proponente, mentre, successivamente, si sono rifiutati di farlo; di conseguenza, la Città di Torino ha dovuto attivarsi direttamente, sulla base dei progetti predisposti dagli operatori, per acquisire in maniera forzosa queste aree. Naturalmente, tutto ciò richiede dei tempi che vanno al di là dell'ordinarietà, determinando gli sfasamenti temporali che si sono verificati tra la realizzazione delle opere residenziali a carico del privato e le urbanizzazioni, sempre a carico del privato proponente, che, però, proprio per le ragioni che ho esposto, hanno subito dei particolari ritardi.
Mi pare di poter dire che siamo in una fase in cui, fortunatamente, l'emergenza è alle spalle; si tratta solo di finire di completare le opere, però ribadisco che la realizzazione della Circonvallazione Sud è stata decisiva sotto tutti i punti di vista.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per un'integrazione, all'Assessore Borgione.

BORGIONE Marco (Assessore)
Vorrei fornire un brevissimo contributo per quanto riguarda il numero dei campi presenti nella città di Torino. I campi autorizzati sono 4, situati in varie zone della città.
Il campo Sangone, in Corso Unione Sovietica, ospita, in maniera esclusiva, Sinti piemontesi; sono presenti circa 140 persone, ma, essendo legate agli spettacoli itineranti, la situazione non è statica e questo dato è riferito al mese di ottobre. I campi di Strada dell'Aeroporto e di Via Germagnano ospitano Rom romeni, mentre in Via Silvestro Lega sono presenti 110 Sinti piemontesi.
Il campo di Via Germagnano ospita circa 180 persone (in gran parte, Rom Khorakhanè, che non erano stati autorizzati in Strada dell'Arrivore quando il campo è stato spostato). Il campo di Strada dell'Aeroporto, invece, ha accolto, nel 1988, i nomadi trasferiti dal campo di Strada Druento n. 155 (dove è stato costruito lo Stadio delle Alpi) e da quello di Via Reiss Romoli n. 306 (area ex Paracchi); ospita Rom Khorakhané, Rom Kanjarija e qualche famiglia di Romuni e Rom Gadjikané. In totale sono presenti circa 285 persone.
Sulla questione legata alla prevenzione dei fenomeni di degrado, vorrei sottolineare come, nello scorso inverno, l'attenzione dell'Amministrazione si sia concentrata e concretizzata sull'aspetto più umanitario: è stato effettuato un intervento sulla sponda destra della Stura, dove erano presenti nuclei familiari, con parecchi bambini piccoli, che vivevano in situazioni veramente al limite. Queste persone sono state ospitate nell'area di accoglienza umanitaria gestita dalla Croce Rossa a Basse di Stura ed è stato avviato un percorso di condivisione e di rientri in patria. Infatti, circa 40 persone, al termine del periodo di accoglienza a Basse di Stura, hanno concordato il rientro in Romania.
Questo ha permesso di risolvere un fenomeno di degrado relativo alla sponda destra. Spostando le famiglie dalle parti più a rischio, rispetto al livello del fiume, nel campo di accoglienza, siamo riusciti a ripulire le zone interessate da baracche o roulotte abbandonate e nel corso dell'anno non si sono più verificate occupazioni di quelle sponde demaniali.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Ringrazio il Presidente e gli Assessori per avermi dedicato così tanto del loro tempo prezioso (e non sono ironico).
Per quanto riguarda la prima parte delle risposte, tenderei soltanto a motivare la mia richiesta in merito alle ragioni che hanno cagionato l'emergenza, ossia l'incendio.
Avanzo questa richiesta, perché, onestamente, non comprendo, e men che meno condivido l'approccio dell'Assessore in questo senso, perché credo sia una questione necessariamente da approfondire e provo a spiegarmi. Non comprendo il fatto che la situazione si sia affrontata in maniera un po' superficiale, perché, ovviamente, quello che conosciamo (e che, in particolare, il sottoscritto conosce) nasce da ciò che si legge sugli organi di stampa da lungo tempo e che riguarda fenomeni che si ripetono con una frequenza un po' eccessiva nei campi nomadi. Questo lascia credere, non solo a me, ma anche a chi, magari, studia in maniera più approfondita la cultura delle popolazioni nomadi, che il fatto che gli incendi si ripetano, talvolta, sia dovuto o a una condizione di grave insicurezza dei campi nomadi per chi ci vive e, di conseguenza, per chi, magari, risiede in zone limitrofe, oppure, dal punto di vista culturale, da una particolare abitudine a dimostrare nuove esigenze e nuove necessità.
Credo non sia sbagliato credere che gli incendi, che si ripetono in maniera tanto frequente nei campi nomadi, possano essere dovuti al fatto che ci vive, cerchi, in qualche modo, di essere sistemato in condizioni e in luoghi più consoni alle proprie esigenze e necessità. Ripeto e sottolineo che è una forma assolutamente particolare, lontana dalla nostra cultura di manifestare un senso di disagio, ma, talvolta, come è stato dimostrato, appartenente alle popolazioni nomadi.
Credo, quindi, sia più corretto cercare di capire che cosa sia capitato realmente, ossia se l'incendio sia stato di origine e di natura dolosa o meno, per capire come cercare di evitare che, in futuro, si ripetano situazioni di questo tipo, che, se non hanno inevitabilmente comportato un costo materiale ed economico per la città, hanno indiscutibilmente comportato un "costo opportunità", anche in termini di tempo. Il "costo opportunità" è quello che uno paga nel momento in cui, occupato a fare qualcosa, non fa altro.
Intervengo su un altro punto dell'interpellanza che abbiamo testé discusso, in particolare per quanto riguarda la necessità di riqualificare e, quindi, sulla lettera mandata all'Amministrazione dai cittadini di Villaretto (mi spiace non sia più presente l'Assessore Viano) per quanto riguarda la carenza di strutture e servizi e la necessità, non tanto di riqualificare una zona, ma di qualificarla ex novo. Devo dire che noi "piccoli Amministratori" (anche il sottoscritto, in particolare) abbiamo colto (parallelamente alla tempestività legittima, per carità, doverosa, di fronte a una situazione emergenziale di questo tipo, con cui l'Amministrazione ha dato risposte all'emergenza) una disattenzione protrattasi nel tempo nei confronti della zona di Villaretto, ovviamente nell'area di competenza torinese. Presidente, credo che, se vorrà riferire all'Assessore quanto sto dicendo, questo potrà essere affrontato con maggiore attenzione e approfondimento in sede di Commissione, anche se non so se sia possibile smembrare le richieste dell'interpellanza e portarne soltanto una in Commissione.
Per quanto riguarda il proprietario del terreno, avevo richiesto se fosse prevista, in questi casi (non soltanto per il caso specifico, quanto per il futuro, perché sono eventi che, purtroppo, possono anche accadere nuovamente), una forma di indennizzo per il proprietario che, comunque, indipendentemente dal tipo di utilizzo che fa del terreno, temporaneamente requisito, subisce un danno. La cosa che più mi colpisce è che, scaduti i termini sanciti dall'ordinanza con cui il Sindaco ha requisito il terreno, da quanto apprendo dall'Assessore, vi sarebbero ancora, ad oggi (in accordo con il proprietario, per carità), dei nomadi sfollati. Sebbene sia più sereno nel sapere che il proprietario è d'accordo con l'Amministrazione, non posso nascondere un minimo di preoccupazione che, comunque, si lega ai timori primariamente espressi dal proprietario (il quale ricordo che affermò di essere molto preoccupato, perché, molto spesso, in Italia, le cose vanno in maniera un po' particolare e quelli che sono termini perentori vengono chiaramente e palesemente disattesi, visto che quanto pronosticato si è avverato), per cui chiedo che l'Amministrazione intervenga quanto prima, affinché siano rispettati i tempi previsti dall'ordinanza. Questo è anche il modo per non dare un segnale alla popolazione, che spesso si spaventa anche senza averne razionalmente le ragioni e a chi, molto spesso, ripeto, si spaventa di fronte a provvedimenti che lo vanno a toccare.
In ultima istanza, avrei preferito che l'Assessore Borgione mi avesse fornito qualche dato, ma riconosco di non averne fatto richiesta specifica. Sarei stato curioso di conoscere, parallelamente alla situazione normata dei campi nomadi presenti sul territorio torinese, la situazione di irregolarità, perché, purtroppo, molto spesso vediamo fiorire, come bucaneve a marzo, piccoli campi nomadi, che vengono sgomberati nel momento in cui l'Amministrazione viene a conoscenza della loro esistenza. Questa è una situazione che, a mio avviso, necessita di interventi più rapidi e, talvolta, anche più radicali, perché il fenomeno si ripete con frequenza, credo, eccessiva.
È lecito che in una città vasta e complessa come Torino non si possano avere decine di migliaia di occhi e conoscere tempestivamente il luogo in cui sta prendendo vita un campo nomade irregolare, però credo vadano presi provvedimenti a priori, per evitare che ciò accada e si ripeta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Borgione.

BORGIONE Marco (Assessore)
Non volevo sottrarmi a questa risposta. La situazione è molto chiara. Prima le ho parlato di una condizione sulla sponda destra della Stura, che è una di queste tipiche situazioni irregolari sulle quali siamo intervenuti.
Il presidio del territorio è molto complesso in una città come Torino, anche perché costoro si spostano moltissimo. Se si potesse fare una stima, rispetto alle presenze irregolari sul territorio non localizzabili in un'area precisa, anche perché oggetto di fenomeno di nomadismo, penso si aggirerebbero intorno al centinaio all'anno.
I luoghi prescelti sono, in genere, molto degradati (aree industriali dismesse, piuttosto che aree aperte: parchi, giardini, o orti urbani), dove è anche difficile un controllo e un presidio del territorio. Per cui, quando gli operatori dei servizi notano delle situazioni particolari, lavorano in collaborazione con i Vigili Urbani con opere di persuasione.
L'ultima più importante si è svolta in Strada del Portone, dove ci sono state delle concentrazioni di famiglie Rom che si è provveduto, ovviamente, ad allontanare da quel presidio, perché non autorizzato. È inevitabile che si verifichino queste situazioni in aree industriali dismesse, in parchi pubblici, in giardini o orti urbani molto degradati o periferici.
Tra l'altro, dal 1° gennaio ci sarà l'ingresso della Romania nella Comunità Europea, per cui il tema sarà da affrontare in termini completamente differenti da quelli attuali. Quindi, anche l'approccio dovrà essere ritarato con il nuovo anno.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Borgogno.

BORGOGNO Giuseppe (Assessore)
Prima ho detto che non conosco le cause dell'incendio e che c'è un'indagine in corso da parte dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, eccome; se vuole controlliamo il verbale. Ho detto che ci sono indagini in corso da parte dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri: si sta cercando di individuare i responsabili di quell'incendio, anche tra le persone attualmente ospiti nel campo dell'emergenza freddo di Basse di Stura; infatti, uno dei requisiti per la conduzione e la gestione di quel campo è che le persone ospitate siano identificate e identificabili. Tuttavia, c'è un'indagine in corso, naturalmente abbiamo chiesto informazioni, ma l'indagine è ancora in corso.
Noi, però, siamo entrati nella vicenda su richiesta e su sollecitazione del Prefetto, l'ho detto all'inizio e lo ripeto ancora, si è creata un'emergenza di Protezione Civile e, poi, è stata costruita l'ordinanza. Il Prefetto ha convocato il Comune di Borgaro, che prima non intendeva trovare una collocazione ove ospitare le persone che occupavano il campo bruciato, poi aveva individuato una porzione al confine con Torino, praticamente a Falchera, che a giudizio del Comune di Torino non era praticabile, come anche a giudizio della Croce Rossa e della Protezione Civile della Provincia; a quel punto, il Prefetto ha convocato i Comuni di Borgaro e Torino per trovare una soluzione, dove è venuto fuori quel terreno, con quelle caratteristiche, il fatto che fosse un'area interclusa, come ho detto prima.
Così come tutto ciò che è accaduto durante e dopo, compresi i tempi più lunghi di occupazione di quell'area, fanno parte di una discussione sempre svoltasi in Prefettura, cioè nessuno ha mai deciso per conto proprio. Per quanto riguarda il Comune di Torino, ho detto prima che la quota di ex ospiti del campo di Villaretto, che adesso si trovano nel campo di Basse di Stura, sono stati trasferiti al campo di Basse di Stura ben prima della scadenza dell'ordinanza.
C'è stata poi un'altra riunione, nella quale abbiamo insistito con il Prefetto affinché i tempi del Comune di Borgaro fossero adeguatamente limitati; ancora giovedì l'Assessore Borgione ha sentito il Viceprefetto (essendo il Prefetto fuori Italia), che è di nuovo intervenuto sul Comune di Borgaro per gli stessi motivi. L'impegno, ovviamente, è di restituire il terreno, come è scritto nell'ordinanza, nelle condizioni in cui era prima di essere occupato. Si tratta di un terreno che non veniva utilizzato, solo una porzione era adibita a magazzino di materiale ferroso, che è stato adeguatamente recintato. Se la Protezione Civile della Provincia che, come ho detto, ha allestito il campo, lo dovrà disallestire, in realtà, quel terreno verrà restituito al proprietario in condizioni addirittura migliori rispetto a prima: è stato, infatti, costruito un fondo di ghiaia che prima non c'era, è stato livellato. In ogni caso, la situazione è esattamente quella descritta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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