Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200909630/002, presentata in data 16 dicembre 2009, avente per oggetto: "Foto indecente nella mostra fotografica sui valori della transessualità" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Levi. LEVI Marta (Assessore) Avrei qualcosa da dire sul titolo dell'interpellanza, nel senso che non è una mostra sui "valori della transessualità", anche perché credo che non si possa parlare di "valori di transessualità". Le persone transessuali sono spesso vittime di discriminazione e di atti di transfobia e nell'immaginario collettivo sono ancora oggi troppo spesso associate al tema della prostituzione - i viados, per fare un esempio - e al travestitismo. In realtà, il transessualismo è un fenomeno complesso ed è la condizione di una persona che soffre di quella che oggi viene chiamata "disforia di genere", cioè di un disturbo in cui l'identità sessuale e fisica non corrisponde alla condizione psicologica dell'identità di genere. Non è mia intenzione, ovviamente, fare una lezione sul transessualismo, non ne sarei neanche in grado, ma l'ho voluto dire proprio perché non si tratta di parlare di "valori" della transessualità. Per fare brevemente la storia di questa mostra: l'Associazione Luna, che fa parte del Circolo gblt Maurice, venne nel lontano autunno del 2008 a proporre alla Città di fare una mostra fotografica che aveva come obiettivo la visibilità delle persone transessuali. La proposero nell'autunno del 2008 e ipotizzavano di riuscire a farla nella primavera del 2009. La richiesta era di poter utilizzare uno spazio non solo pubblico, ma anche aperto, di passaggio, quindi in una via o piazza del centro. In allora, in realtà, proponemmo loro uno spazio pubblico, ma "protetto", perché, visto il tema, temevamo atti di vandalismo, che in realtà non ci sono stati. Inizialmente proponemmo la Galleria del Romano, dove non fu possibile fare la mostra perché le attività commerciali, visto il tema proposto, non diedero il loro assenso. Non abbiamo dato contributi economici a questa mostra, che è anche una delle ragioni per le quali l'esposizione della mostra fotografica è slittata nei mesi, perché l'Associazione Luna ha trovato per conto proprio le risorse necessarie per produrla. Viste le premesse, abbiamo scelto di dare il patrocinio alla mostra, così come peraltro ha fatto anche la Regione Piemonte. Per rispondere alle domande dell'interpellanza, ho chiesto di visionare le foto della mostra: ne ho viste alcune, non tutte. Il tema del transessualismo è, per alcuni aspetti abbastanza delicato e, soprattutto, la richiesta era stata di esporre in uno spazio pubblico aperto, quindi di rivolgere la mostra a un pubblico indifferenziato, non a persone che vanno a vedere una mostra in una galleria o in un museo e sanno cosa vanno a vedere. Per queste ragioni, avevo chiesto di poter vedere che tipo di foto sarebbero state esposte. Non ho ritenuto in alcun modo che le foto presentatemi potessero essere troppo forti, o offensive della decenza, anche per un pubblico indifferenziato. Per venire all'unica foto incriminata, che è oggetto dell'interpellanza, il mio giudizio personale è che non si tratta di un'immagine particolarmente forte ed anche il tema non è usato in maniera particolarmente strumentale. Non mi sembra, come dice l'interpellanza, che offenda la tradizione, che offenda la decenza. A prescindere da un mio giudizio personale, che potrebbe anche non contare nulla, è che è molto difficile, e soprattutto non è nelle intenzioni mie né dell'Amministrazione Comunale, se non in casi particolarmente gravi, fare un'opera di censura nei confronti, in particolare, di una mostra d'arte e nei confronti dell'arte in generale. L'arte spesso è provocatoria, spesso è fatta anche per far discutere e, ribadisco, non è intenzione dell'Amministrazione fare alcuna operazione di censura. Ribadisco inoltre che, avendo visto la foto esposta, credo che l'abbia vista anche il Consigliere Ravello, non la ritengo particolarmente forte e scandalosa. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la sua premessa, sicuramente utile per capire, soprattutto nei particolari, l'insieme e il contesto del progetto che si è accompagnato alla mostra oggetto della nostra interpellanza. Tengo solo a chiarire un principio, perché mi è caro e lo è sempre stato: ho sempre odiato le bieche e semplici banalizzanti strumentalizzazioni di un agire politico e, in ragione di questo, tengo solo a chiarire che non è mai stata nostra intenzione mettere in discussione il valore dell'arte in quanto tale; non è mai stata nostra intenzione mettere in discussione un progetto che ha indubbiamente una portata culturale, oltre che politica, da parte dei proponenti; non è men che meno mai stata nostra intenzione mettere in discussione il principio della libertà di espressione di un pensiero, soprattutto di azione che ritengo doverosa, di lotta e contrasto a qualunque forma di discriminazione. Lo dice chi di una certa discriminazione politica è sempre stato vittima, facendo parte di un partito di destra. Per cui sarebbe paradossale che uno della destra, che in questa città ha iniziato da adolescente a fare politica nella destra, si facesse portatore di un sentimento odioso di discriminazione quando egli ne è stato vittima; sarebbe una forma assurda e incivile di ribellione rispetto ad un sistema nel quale comunque siamo costretti a vivere. Però, Assessore, le segnalo un disagio che è legato al fatto che nel momento in cui il patrocinio è un atto di un'amministrazione pubblica, con il quale questa istituzione abbraccia una causa, e la abbraccia sia in generale che nel particolare - con riferimento ovviamente non solo al fine, ma anche al mezzo che il proponente di turno invita l'amministrazione ad abbracciare questa causa -, dovrebbe a mio avviso considerare un passaggio assolutamente naturale e sistematico l'esame delle fotografie per la cui mostra è stato richiesto il patrocinio. Non lo ritengo un fatto casuale, ma non per adottare eventualmente una forma di censura, semplicemente per calare una decisione, quella del patrocinio, in maniera circostanziata, in maniera dove sia profonda la conoscenza della questione in sé e, soprattutto, del mezzo che il richiedente adotta per diffondere un messaggio, per sensibilizzare di fronte a una causa e quant'altro. Nello specifico, Assessore, le confesso che ho un'impostazione culturale e politica assolutamente e serenamente laica. Vedo alcuni Colleghi che fanno come gli indiani per dire sì, così con la testa, solo che non siamo in India. Ve lo assicuro, evidentemente non ci conosciamo, d'altronde ci incontriamo tutte le settimane solo da tre anni e mezzo/quasi quattro, è anche naturale che non si conoscano dei passaggi che riguardano anche la sfera intima e privata di ognuno di noi. Ma lo dico pubblicamente e formalmente: la mia cultura, la mia formazione è laica. Nonostante questo, in un periodo particolare, quale è quello delle feste natalizie, mi creda, Assessore, guardare una mostra che non mi ha stupito, non mi ha sconcertato, ma vedere che all'interno di questa mostra vi era una fotografia raffigurante un transessuale con velo da Madonna nell'atto di allattare un bambino, intitolata "Immacolata Concezione", l'abbinamento tra immagine e titolo mi ha generato un disagio. Mi sono sentito sinceramente a disagio e per questo motivo sono intervenuto. Assessore, avevo visto la mostra già da tempo e non era stata oggetto di interpellanza o di qualunque altra iniziativa in questo Consiglio. Ci ha colpito quella foto nell'abbinamento tra immagine e titolo e ha offeso la mia sensibilità e, non essendo un alieno, non essendo un marziano, non essendo un extraterrestre, ho immaginato, credo senza sbagliarmi troppo, che qualcun altro come me potesse sentirsi ugualmente turbato. Inviterei l'Assessorato, e successivamente mi permetto di farlo anche nei confronti delle associazioni che conducono tante battaglie contro la discriminazione, a riflettere su quanto quella battaglia, cioè quella sacrosanta lotta alle discriminazioni possa essere indebolita da azioni che, per quanto provocatorie, vanno a turbare la sensibilità di un individuo, di un cittadino comune, che non ha una formazione confessionale, che si ritiene una persona di intelligenza medio bassa, che comunque si ritiene una persona normale, una persona come tante altre. Credo che questo dovrebbe essere davvero un elemento di riflessione per voi, che dal punto di vista istituzionale andate a sostenere battaglie anche contro le discriminazioni attraverso patrocini, contributi, sostegni reali a iniziative di questo tipo. Quanto giova alla lotta contro le discriminazioni un'iniziativa così provocatoria? Quanto giova alla lotta alle discriminazioni il mettere in piazza, davanti al passaggio natalizio, fatto di famiglie e bambini allegramente a passeggio per le vie del centro, una foto abbinata ad un titolo che davvero ha una portata oggettivamente, evidentemente provocatoria fino a questo punto? Non dimentico nemmeno, Assessore, che le ho parlato da laico, ma che mi viene abbastanza facile pensare che un non laico possa essersi sentito ancora più turbato del sottoscritto e, comunque, lei deve fare i conti non solo con i transessuali, non solo con le associazioni gblt, ma anche con tutte le realtà che hanno una formazione non laica come la nostra. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Levi, per una breve replica. LEVI Marta (Assessore) Senza volere stupire con effetti speciali il Consigliere Ravello, condivido in parte le osservazioni che ha fatto adesso in Aula. Resta un fatto. Non abbiamo sottovalutato il problema; come le ho detto, abbiamo chiesto di vedere le foto, cosa che non sempre si fa, proprio perché si portava questo tema in vie e piazze della città. Come dicevo, non ho visto tutte le foto perché il CD di presentazione non era completo e, in particolare, questa foto non c'era come non ce n'erano altre: non c'era per esempio quella di Adamo ed Eva (se ha visto la mostra, ha presente di cosa parlo). Vista la mostra, diventa veramente complicato entrare nel dettaglio e di dire "Questa sì, questa no, questa forse". Personalmente trovo molto più forte la foto della quale non mi ricordo il titolo, forse "Adamo ed Eva", che non quella dell'"Immacolata Concezione". Detto questo, la premessa che ho fatto compresa la storia, l'obiettivo dell'associazione non era fare la mostra sotto Natale, ma si è arrivati ad oggi per problemi nel riuscire a localizzarla dovuti alla non disponibilità di diversi soggetti - ho citato la vicenda della Galleria del Romano, ma abbiamo avuto anche altri intoppi. L'unica parte di cui ci siamo fatti carico è stata quella di garantire che l'associazione potesse, da qualche parte, potesse esporre la mostra. Come ho ricordato all'inizio l'obiettivo iniziale dell'Associazione Luna era di farla ad aprile 2009. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |