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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Dicembre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2009-09630
"FOTO INDECENTE NELLA MOSTRA FOTOGRAFICA SUI VALORI DELLA TRANSESSUALIT?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RAVELLO E GHIGLIA IN DATA 16 DICEMBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200909630/002, presentata in
data 16 dicembre 2009, avente per oggetto:
"Foto indecente nella mostra fotografica sui valori della transessualità"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Levi.

LEVI Marta (Assessore)
Avrei qualcosa da dire sul titolo dell'interpellanza, nel senso che non è una mostra
sui "valori della transessualità", anche perché credo che non si possa parlare di
"valori di transessualità".
Le persone transessuali sono spesso vittime di discriminazione e di atti di transfobia
e nell'immaginario collettivo sono ancora oggi troppo spesso associate al tema della
prostituzione - i viados, per fare un esempio - e al travestitismo. In realtà, il
transessualismo è un fenomeno complesso ed è la condizione di una persona che
soffre di quella che oggi viene chiamata "disforia di genere", cioè di un disturbo in
cui l'identità sessuale e fisica non corrisponde alla condizione psicologica
dell'identità di genere.
Non è mia intenzione, ovviamente, fare una lezione sul transessualismo, non ne sarei
neanche in grado, ma l'ho voluto dire proprio perché non si tratta di parlare di
"valori" della transessualità.
Per fare brevemente la storia di questa mostra: l'Associazione Luna, che fa parte del
Circolo gblt Maurice, venne nel lontano autunno del 2008 a proporre alla Città di
fare una mostra fotografica che aveva come obiettivo la visibilità delle persone
transessuali. La proposero nell'autunno del 2008 e ipotizzavano di riuscire a farla
nella primavera del 2009.
La richiesta era di poter utilizzare uno spazio non solo pubblico, ma anche aperto, di
passaggio, quindi in una via o piazza del centro. In allora, in realtà, proponemmo
loro uno spazio pubblico, ma "protetto", perché, visto il tema, temevamo atti di
vandalismo, che in realtà non ci sono stati. Inizialmente proponemmo la Galleria del
Romano, dove non fu possibile fare la mostra perché le attività commerciali, visto il
tema proposto, non diedero il loro assenso.
Non abbiamo dato contributi economici a questa mostra, che è anche una delle
ragioni per le quali l'esposizione della mostra fotografica è slittata nei mesi, perché
l'Associazione Luna ha trovato per conto proprio le risorse necessarie per produrla.
Viste le premesse, abbiamo scelto di dare il patrocinio alla mostra, così come peraltro
ha fatto anche la Regione Piemonte.
Per rispondere alle domande dell'interpellanza, ho chiesto di visionare le foto della
mostra: ne ho viste alcune, non tutte. Il tema del transessualismo è, per alcuni aspetti
abbastanza delicato e, soprattutto, la richiesta era stata di esporre in uno spazio
pubblico aperto, quindi di rivolgere la mostra a un pubblico indifferenziato, non a
persone che vanno a vedere una mostra in una galleria o in un museo e sanno cosa
vanno a vedere. Per queste ragioni, avevo chiesto di poter vedere che tipo di foto
sarebbero state esposte.
Non ho ritenuto in alcun modo che le foto presentatemi potessero essere troppo forti,
o offensive della decenza, anche per un pubblico indifferenziato.
Per venire all'unica foto incriminata, che è oggetto dell'interpellanza, il mio giudizio
personale è che non si tratta di un'immagine particolarmente forte ed anche il tema
non è usato in maniera particolarmente strumentale. Non mi sembra, come dice
l'interpellanza, che offenda la tradizione, che offenda la decenza.
A prescindere da un mio giudizio personale, che potrebbe anche non contare nulla, è
che è molto difficile, e soprattutto non è nelle intenzioni mie né
dell'Amministrazione Comunale, se non in casi particolarmente gravi, fare un'opera
di censura nei confronti, in particolare, di una mostra d'arte e nei confronti dell'arte
in generale.
L'arte spesso è provocatoria, spesso è fatta anche per far discutere e, ribadisco, non è
intenzione dell'Amministrazione fare alcuna operazione di censura. Ribadisco inoltre
che, avendo visto la foto esposta, credo che l'abbia vista anche il Consigliere
Ravello, non la ritengo particolarmente forte e scandalosa.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la sua premessa, sicuramente utile per capire,
soprattutto nei particolari, l'insieme e il contesto del progetto che si è accompagnato
alla mostra oggetto della nostra interpellanza.
Tengo solo a chiarire un principio, perché mi è caro e lo è sempre stato: ho sempre
odiato le bieche e semplici banalizzanti strumentalizzazioni di un agire politico e, in
ragione di questo, tengo solo a chiarire che non è mai stata nostra intenzione mettere
in discussione il valore dell'arte in quanto tale; non è mai stata nostra intenzione
mettere in discussione un progetto che ha indubbiamente una portata culturale, oltre
che politica, da parte dei proponenti; non è men che meno mai stata nostra intenzione
mettere in discussione il principio della libertà di espressione di un pensiero,
soprattutto di azione che ritengo doverosa, di lotta e contrasto a qualunque forma di
discriminazione.
Lo dice chi di una certa discriminazione politica è sempre stato vittima, facendo
parte di un partito di destra. Per cui sarebbe paradossale che uno della destra, che in
questa città ha iniziato da adolescente a fare politica nella destra, si facesse portatore
di un sentimento odioso di discriminazione quando egli ne è stato vittima; sarebbe
una forma assurda e incivile di ribellione rispetto ad un sistema nel quale comunque
siamo costretti a vivere.
Però, Assessore, le segnalo un disagio che è legato al fatto che nel momento in cui il
patrocinio è un atto di un'amministrazione pubblica, con il quale questa istituzione
abbraccia una causa, e la abbraccia sia in generale che nel particolare - con
riferimento ovviamente non solo al fine, ma anche al mezzo che il proponente di
turno invita l'amministrazione ad abbracciare questa causa -, dovrebbe a mio avviso
considerare un passaggio assolutamente naturale e sistematico l'esame delle
fotografie per la cui mostra è stato richiesto il patrocinio.
Non lo ritengo un fatto casuale, ma non per adottare eventualmente una forma di
censura, semplicemente per calare una decisione, quella del patrocinio, in maniera
circostanziata, in maniera dove sia profonda la conoscenza della questione in sé e,
soprattutto, del mezzo che il richiedente adotta per diffondere un messaggio, per
sensibilizzare di fronte a una causa e quant'altro.
Nello specifico, Assessore, le confesso che ho un'impostazione culturale e politica
assolutamente e serenamente laica.
Vedo alcuni Colleghi che fanno come gli indiani per dire sì, così con la testa, solo
che non siamo in India. Ve lo assicuro, evidentemente non ci conosciamo, d'altronde
ci incontriamo tutte le settimane solo da tre anni e mezzo/quasi quattro, è anche
naturale che non si conoscano dei passaggi che riguardano anche la sfera intima e
privata di ognuno di noi. Ma lo dico pubblicamente e formalmente: la mia cultura, la
mia formazione è laica.
Nonostante questo, in un periodo particolare, quale è quello delle feste natalizie, mi
creda, Assessore, guardare una mostra che non mi ha stupito, non mi ha sconcertato,
ma vedere che all'interno di questa mostra vi era una fotografia raffigurante un
transessuale con velo da Madonna nell'atto di allattare un bambino, intitolata
"Immacolata Concezione", l'abbinamento tra immagine e titolo mi ha generato un
disagio. Mi sono sentito sinceramente a disagio e per questo motivo sono
intervenuto.
Assessore, avevo visto la mostra già da tempo e non era stata oggetto di interpellanza
o di qualunque altra iniziativa in questo Consiglio. Ci ha colpito quella foto
nell'abbinamento tra immagine e titolo e ha offeso la mia sensibilità e, non essendo
un alieno, non essendo un marziano, non essendo un extraterrestre, ho immaginato,
credo senza sbagliarmi troppo, che qualcun altro come me potesse sentirsi
ugualmente turbato.
Inviterei l'Assessorato, e successivamente mi permetto di farlo anche nei confronti
delle associazioni che conducono tante battaglie contro la discriminazione, a
riflettere su quanto quella battaglia, cioè quella sacrosanta lotta alle discriminazioni
possa essere indebolita da azioni che, per quanto provocatorie, vanno a turbare la
sensibilità di un individuo, di un cittadino comune, che non ha una formazione
confessionale, che si ritiene una persona di intelligenza medio bassa, che comunque
si ritiene una persona normale, una persona come tante altre.
Credo che questo dovrebbe essere davvero un elemento di riflessione per voi, che dal
punto di vista istituzionale andate a sostenere battaglie anche contro le
discriminazioni attraverso patrocini, contributi, sostegni reali a iniziative di questo
tipo.
Quanto giova alla lotta contro le discriminazioni un'iniziativa così provocatoria?
Quanto giova alla lotta alle discriminazioni il mettere in piazza, davanti al passaggio
natalizio, fatto di famiglie e bambini allegramente a passeggio per le vie del centro,
una foto abbinata ad un titolo che davvero ha una portata oggettivamente,
evidentemente provocatoria fino a questo punto?
Non dimentico nemmeno, Assessore, che le ho parlato da laico, ma che mi viene
abbastanza facile pensare che un non laico possa essersi sentito ancora più turbato
del sottoscritto e, comunque, lei deve fare i conti non solo con i transessuali, non solo
con le associazioni gblt, ma anche con tutte le realtà che hanno una formazione non
laica come la nostra.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Levi, per una breve replica.

LEVI Marta (Assessore)
Senza volere stupire con effetti speciali il Consigliere Ravello, condivido in parte le
osservazioni che ha fatto adesso in Aula.
Resta un fatto. Non abbiamo sottovalutato il problema; come le ho detto, abbiamo
chiesto di vedere le foto, cosa che non sempre si fa, proprio perché si portava questo
tema in vie e piazze della città.
Come dicevo, non ho visto tutte le foto perché il CD di presentazione non era
completo e, in particolare, questa foto non c'era come non ce n'erano altre: non c'era
per esempio quella di Adamo ed Eva (se ha visto la mostra, ha presente di cosa
parlo).
Vista la mostra, diventa veramente complicato entrare nel dettaglio e di dire "Questa
sì, questa no, questa forse". Personalmente trovo molto più forte la foto della quale
non mi ricordo il titolo, forse "Adamo ed Eva", che non quella dell'"Immacolata
Concezione".
Detto questo, la premessa che ho fatto compresa la storia, l'obiettivo
dell'associazione non era fare la mostra sotto Natale, ma si è arrivati ad oggi per
problemi nel riuscire a localizzarla dovuti alla non disponibilità di diversi soggetti -
ho citato la vicenda della Galleria del Romano, ma abbiamo avuto anche altri intoppi.
L'unica parte di cui ci siamo fatti carico è stata quella di garantire che l'associazione
potesse, da qualche parte, potesse esporre la mostra.
Come ho ricordato all'inizio l'obiettivo iniziale dell'Associazione Luna era di farla
ad aprile 2009.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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