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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 15 Dicembre 2009 ore 19,00
Paragrafo n. 6
ORDINE DEL GIORNO 2009-09610
"SOLIDARIETA' AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ON. SILVIO BERLUSCONI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CANTORE ED ALTRI IN DATA 15 DICEMBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc.
200909610/002, presentata in data 15 dicembre 2009, avente per oggetto:
"Solidarietà al Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore, per l'illustrazione.

CANTORE Daniele
Penso che il documento sia stato consegnato a tutti i Consiglieri.
Dopo quanto accaduto domenica sera nei confronti del premier (nonché del leader
del nostro partito), ci è sembrato doveroso presentare in Conferenza dei Capigruppo
questo documento, ritenendo che il Consiglio dovesse esprimere solidarietà al
Presidente del Consiglio riprendendo le parole del Presidente della Repubblica, ma
soprattutto essendo coscienti di quanto sta avvenendo nel Paese.
Abbiamo presentato un ordine del giorno moderato, che pensavamo la Conferenza
dei Capigruppo accettasse - me lo lasci dire, Presidente - nella sua completezza.
Come sapete, abbiamo richiesto l'articolo 93; tuttavia, chiedendo che il documento
andasse in Aula, non abbiamo chiesto ai Gruppi del Consiglio Comunale di votarlo: è
altra cosa.
Ricordo che noi, in passato, abbiamo acceduto a molte richieste della sinistra o del
centrosinistra perché ordini del giorno o mozioni venissero in Aula. In questa
occasione, invece, abbiamo dovuto cancellare una parte del nostro ordine del giorno,
ma l'abbiamo fatto volentieri, anteponendo, in una situazione molto critica e tesa, il
nostro senso di responsabilità e la solidarietà verso il Presidente del Consiglio.
Voglio, però, leggere la parte che abbiamo dovuto togliere, affinché l'ordine del
giorno arrivasse in Aula. La parte eliminata recitava: "Giudica gravi le dichiarazioni
rilasciate da alcuni esponenti politici, il cui tentativo reiterato di provocare un clima
di scontro violento è ormai evidente". Abbiamo ragionato e, di fronte ad alcune
critiche rivolteci in sede di Conferenza dei Capigruppo, abbiamo acconsentito a
sostituire "giudica" con "ritiene", proseguendo con "inopportune le dichiarazioni di
alcuni esponenti politici" ed eliminando la frase "il cui tentativo reiterato di
provocare un clima di scontro violento è ormai evidente". Personalmente credo che
ognuno di voi, dentro di sé, ritenga inopportune le dichiarazioni di alcuni esponenti
politici, ma non ha il coraggio di esprimerlo pubblicamente. Noi le riteniamo gravi e,
come minimo, inopportune, e questo è condiviso da tutto il Paese.
Ci sembrava un passaggio importante (i nomi non erano citati, anche se qualcuno
diceva che erano facilmente riconoscibili), un segnale forte del Consiglio Comunale
di Torino nella direzione auspicata dal Presidente della Repubblica, con la speranza e
l'auspicio che, in futuro, questi esponenti politici non cadessero nuovamente in
dichiarazioni gravi e inopportune.
Premetto, cari Colleghi, che per noi sono gravi e inopportune le dichiarazioni nei
confronti di qualsiasi leader politico, di tutti i leader politici attaccati su Internet, sui
blog e in altre occasioni: non si dica, dunque, che abbiamo voluto utilizzare questo
strumento soltanto a difesa del Presidente Berlusconi. Noi crediamo che, rispetto ad
una situazione così delicata vissuta dal nostro Paese e rispetto ad un atto grave
compiuto nei confronti del premier, a fronte di tutto ciò che è stato detto, alcuni
esponenti politici dovessero trovare l'opportunità di tacere o, comunque, di
esprimere la loro solidarietà. Faccio un esempio: se il fatto fosse accaduto a qualsiasi
altro leader di partito o a un Consigliere Comunale, noi avremmo lasciato la
polemica ad altri tempi. In questo caso, invece, è successo che alcuni dei leader che
siedono in Parlamento e qualche esponente di partito abbiano pensato di coniugare la
solidarietà con la polemica, dando un pessimo esempio di come debba svolgersi il
dibattito politico all'interno del Paese, senza certamente rispondere alle esigenze
reiterate del Presidente della Repubblica (sempre evocato ed osannato, ma soltanto a
parole: qualcuno, infatti, ha dimenticato le sue parole e il suo richiamo). Per questo
motivo, pensavamo che questo passaggio fosse opportuno: si è preferito, invece,
eliminarlo.
In ogni caso, a noi interessavano due aspetti in particolare: la solidarietà al Presidente
del Consiglio e i capoversi che invitano ad un confronto politico serio, che vada
nell'interesse del Paese e che, soprattutto, isoli (mi rendo conto che questo sia più
difficile) tutte le frange estreme - leggo il passaggio - "prevedendo e stroncando ogni
impulso e spirale di violenza e ogni occasione e luogo dove coltivarli". Riteniamo
questo passaggio un passaggio importante, che non riguarda soltanto la sede
nazionale, ma che può essere riportato alle vicende che spesso accadono nella nostra
città.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Petrarulo.

PETRARULO Raffaele
In qualità di Vicecapogruppo ho partecipato alla Conferenza dei Capigruppo e sono
stato uno di quei Consiglieri che concordava sul fatto che quell'ordine del giorno,
con quella frase (che, secondo noi, non era una frase di solidarietà, ma aveva un
tenore politicizzato), non potesse arrivare oggi in Aula. Al riguardo, c'è stato un
ampio dibattito, ed io non ero l'unico Consigliere a pensarla in questo modo, altre
forze politiche concordavano con me. Il Consigliere Cantore sa bene che la
solidarietà è massima nei confronti di ogni persona che subisca violenza, che sia
politica o meno, ma credo che non occorra strumentalizzare quella frase dai contenuti
fortemente politici. Spesso non occorre citare nomi e cognomi: questi si intuiscono
leggendo i giornali. Ci si riferiva a due esponenti del centrosinistra di rilevanza
nazionale: Rosy Bindi del PD e Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori. Credo,
allora, che un centrosinistra che si rispetti debba dare delle spiegazioni: io le do per il
mio partito, un rappresentante del PD le darà per il suo. Pur essendo alleati, credo
che ognuno debba rispondere di ciò che fa.
Voglio leggere le mie spiegazioni, visto che, come bene afferma il mio Presidente
nazionale, spesso in televisione vengono estrapolate piccole frasi, senza considerare
l'interezza del discorso: "Noi non intendiamo dare alcuna scusante all'aggressore, un
malato di mente che deve rispondere del suo gesto criminale, ma non intendiamo
iscriverci al club dei buonisti di convenienza e degli ipocriti. È vero che il clima di
odio deve cessare, ma ciò che è accaduto non può essere usato per fare da lavacro, da
spugna nei confronti di una politica governativa irresponsabile verso i propri
cittadini. Dissentivamo ieri e oggi, anche dopo quello che è successo. Non
intendiamo cambiare la nostra posizione per un fatto grave, che condanniamo e
deploriamo, e dire che dobbiamo avallare le politiche governative. Questa è ipocrisia
allo stato puro e noi di Italia dei Valori questo non lo accettiamo".
È vero o no che c'è esasperazione sociale nel Paese?

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Consigliere Petrarulo, la invito a rivolgersi a me, quando parla, utilizzando il
microfono, altrimenti i Colleghi non sentono il suo intervento.

PETRARULO Raffaele
Ha ragione, Presidente, ma volevo rivolgermi al Consigliere a Cantore con cui c'è un
ottimo dialogo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Certo, stiamo
invecchiando entrambi: speriamo di arrivare, in vecchiaia, con un buon udito, visto
che spesso c'è qualcuno che non vuole sentire quanto viene detto.
Antonio Di Pietro, a Radio 24, ha detto: "È inutile dire che ve la pigliate con me,
perché è come se ve la prendeste - ripeto ciò che dice lui - con il medico che vi dice
che c'è un tumore. Prendetevela con il tumore, non con Di Pietro". A chi gli
chiedeva se neppure davanti a quella faccia insanguinata non si debba fare un passo
indietro, egli ha replicato: "Di fronte a quella faccia insanguinata dobbiamo stare
zitti? Allora non fatemi delle domande e io non do le risposte".
Personalmente vorrei che, da parte del PDL, lo stesso sdegno manifestato per l'atto
becero subito da Berlusconi (perché fare quel gesto da parte di questo inconsulto è
condannabile sempre, da condannare oggi) ci fosse anche nei confronti di quanto sta
avvenendo su Facebook, dove ci sono gruppi (è una notizia dell'ANSA) chiamati
"Uccidiamo a sprangate Antonio Di Pietro", gruppi che lo minacciano e che
scrivono: "Al primo comizio ci faremo vedere noi, a morte lurido infame, adesso
devi avere paura a vivere", gruppi che rivolgono minacce di morte alternate a insulti
irripetibili. A questo riguardo, che cosa dice il PDL?
Di Pietro, come tutta l'Italia dei Valori, ha condannato fermamente l'aggressore di
Berlusconi. Sarebbe, allora, un bel gesto di civiltà, da parte del centrodestra,
condannare le minacce e la violenza verbale nei confronti di Antonio Di Pietro.
Sinora nessuna voce si è levata per condannare quei gruppi violenti: questo silenzio è
gravissimo. Al contrario, sono in tanti che vorrebbero imbavagliare Internet, l'unico
mezzo di comunicazione ancora interamente libero da censurare: noi continueremo a
sostenere la libertà di espressione in rete.
Vede, Consigliere Cantore, ci sono altri problemi, che non vado ad illustrare per non
tediare l'Aula. I due fatti sono entrambi gravi, sia l'atto perpetrato contro Berlusconi,
sia l'intimidazione nei confronti di chi fa politica d'opposizione (che potete
apprezzare, oppure no) al centrodestra e al centrosinistra.
Quando, però, il Presidente di un partito nazionale che fa opposizione ricorda che, in
Italia, ci sono molti disoccupati e molti lavoratori che occupano le fabbriche e
salgono sui loro tetti per protesta, dicendo che queste cose non devono avvenire, e
poi noi strumentalizziamo la questione e chiediamo alle forze politiche di essere
moderate e di non fare opposizione, allora dobbiamo dire che noi dell'Italia dei
Valori non agiremo in questo modo e non ci fermeremo né al Governo, né nei
Consigli provinciali, regionali e comunali, ma continueremo a dire quel che
pensiamo, naturalmente nel rispetto della democrazia e della legalità.
Poiché è stata cassata quella frase strumentale, comunico che voterò a favore
dell'ordine del giorno, esprimendo solidarietà al Presidente Berlusconi per l'atto
incivile subito, e non per la politica che sta attuando (perché la sua politica, secondo
noi, è una politica che non merita).
Tra l'altro, in sede di Conferenza dei Capigruppo si è deciso di cassare quella frase,
che ritengo non dovesse essere letta in Aula... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Sì, essendo stata cassata, mi ero impegnato a fare discorso diverso,
più breve. In ogni caso, questo è il gioco delle parti: stiamo, allora, discutendo di un
ordine del giorno, che anche i cittadini leggeranno (perché chi vuole documentarsi,
può farlo).
Penso che, oggi, il Presidente Berlusconi meriti la nostra solidarietà: l'ordine del
giorno, quindi, avrà il mio voto favorevole. Mi piacerebbe, però, sentire dal
centrodestra, Consigliere Cantore, oggi e non domani, un attestato di stima nei
confronti del Presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Condivido l'appello che ci ha rivolto il Consigliere Cantore, non solo per iscritto. Se
ho capito bene le parole, ha detto: "Sarebbe bene, di fronte a vicende come quelle
che si sono consumate l'altro ieri, che i leader politici non cadessero nella tentazione
di mischiare la solidarietà con la polemica". Forse, però, anche il Consigliere Cantore
è caduto in questa tentazione, perché, dopo aver proposto di omettere un pezzo
dell'ordine del giorno e ottenere l'unanimità, viene qui e ci illustra proprio quel
pezzo.
Insomma, alla fine, si tratta proprio di una tentazione dalla quale nessuno si difende,
perché questa sera cosa stiamo discutendo? Come avevamo concordato in
Conferenza dei Capigruppo, l'accordo era di un testo condiviso, che dicesse che è
preoccupante quanto accaduto al Presidente del Consiglio. È un fatto grave, è un
fatto per il quale, devo dire la verità, non ho l'autorevolezza di un leader nazionale,
ma personalmente avrei chiesto e chiederei subito le dimissioni del Ministro degli
Interni, perché sono preoccupato di vivere in un Paese in cui un leader politico
rischia di essere attaccato in questo modo durante una manifestazione di piazza.
Chiederei immediatamente le dimissioni del Ministro degli Interni, perché non è
importante che sia stato colpito Berlusconi, perché domani potrebbe capitare a un
qualsiasi altro leader politico, voglio che ci sia un Ministro degli Interni capace di
prevenire gesti così gravi, perché la dialettica politica, in conseguenza di un gesto
grave, rischia di essere compromessa. In Italia sta succedendo che, innanzitutto, il
nostro Capo del Governo non può più, serenamente e in maniera normale,
partecipare all'incontro con i cittadini. Come cittadino, questo fatto mi preoccupa.
Sapere che il mio Presidente del Consiglio non può incontrare i cittadini e partecipare
nelle piazze, la trovo una cosa preoccupante. E se questo naturalmente vale per il
Presidente del Consiglio, vale per qualsiasi esponente politico.
A me non basta sentire, come ho ascoltato alla radio, che secondo Maroni tutto è
avvenuto nella massima attenzione e secondo quanto era ragionevolmente
prevedibile; c'è un fatto grave che mette le nostre istituzioni più rappresentative in
una condizione di debolezza.
Se, oltre a questo fatto, constatiamo pure che in un Consiglio Comunale di una Città,
anziché esprimere solidarietà, stiamo a discutere del clima politico che ha prodotto
questo, allora sì che è due volte preoccupante cosa è avvenuto, perché è
preoccupante, prima di tutto, per l'incolumità fisica del Presidente del Consiglio e
per qualsiasi leader politico e, poi, perché questo atto di violenza corrompe la
serenità del dibattito pubblico.
Non so se prima fosse molto sereno il dibattito pubblico nel nostro Paese, non lo so,
certo che a sentire i dibattiti che si svolgono all'estero presso partiti importanti come
il Partito Popolare Europeo, forse questo dibattito tanto sereno già non era, però
comunque adesso è decisamente un dibattito politico surriscaldato.
È colpa di questo atto di violenza? Certo che è colpa di questo atto di violenza e sono
preoccupato perché questo atto di violenza rende il confronto politico ancora più
difficile ed è una testimonianza all'ordine del giorno che, nonostante l'unanimità in
Conferenza dei Capigruppo, viene discusso per quello che non dice e non per quello
che dice, perché questo è successo.
Non so proprio come venirne fuori. Spero che questo richiamo alla pacatezza, alla
serenità del confronto si traduca, per esempio, fra un quarto d'ora, in una
prosecuzione dei lavori. Sarebbe già un gesto concreto, sarebbe già un gesto per fatti
concludenti. Si evoca un dibattito pacato, si evoca una discussione serena, la voglio
misurare alla prima deliberazione, voglio ascoltare gli interventi dell'opposizione,
vedere i voti e, vedendo i voti, misurare la conseguenza di questo atteggiamento.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ci mancherebbe altro.
Si può votare a favore o contro, ma si discute sulle deliberazioni, si sta sulle
deliberazioni.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Volevo solo ricordare storicamente, quando nel 1948 il segretario del Partito
Comunista Togliatti fu ferito, rischiando di morire, anziché aizzare i toni, lanciò un
messaggio al Paese per stemperarli. È un episodio storico importante e credo che
dovrebbe servire da esempio anche a voi rispetto a quanto accaduto ieri: si tratta di
un fatto gravissimo, che però viene in qualche modo sopravvalutato. Quando il
Ministro delle Riforme Bossi definisce l'atto di un uomo, sicuramente che ha
problemi mentali, un atto terroristico, credo che non stemperi i toni. Si tratta dell'atto
di una persona malata che ha compiuto individualmente un'azione violenta da
condannare.
Credo che oggi non avremmo dovuto aprire un dibattito, ma solamente esprimere la
solidarietà al Presidente del Consiglio, perché è stato colpito da una persona che ha
arrecato un danno alla propria salute in un momento di manifestazione pubblica.
Credo che il Presidente del Consiglio, essendo uno dei massimi organi dello Stato,
sia il primo che deve, dal mio punto di vista, anche dopo questo episodio, lanciare un
messaggio distensivo al Paese e lo dovrebbe fare subito, dall'ospedale, perché credo
che questo avrebbe un significato molto importante. Invece il giorno prima il
Presidente del Consiglio, in un'assise importante, quale l'assemblea del Partito
Popolare, ha sostanzialmente parlato di tre Presidenti della Repubblica che sono di
sinistra, che hanno nominato cinque Giudici della Corte Costituzionale di sinistra e
che, di conseguenza, qualsiasi legge varata da questo Governo è a rischio di
illegittimità. Credo che vale anche la violenza delle parole e la violenza delle
posizioni che si assumono in un momento difficile per il nostro Paese.
Allora cogliamo l'occasione partendo da questo episodio per stemperare veramente i
toni e difendere il conflitto politico, non un'azione di guerriglia e di parole violente
quotidianamente. Magari vengono da più parti, ma a me sembra che il Presidente del
Consiglio non sia indenne da questo clima incandescente.
Credo che sarebbe importante fare questa riflessione, quindi abbiamo chiesto
l'eliminazione di una frase per un motivo semplice: perché, leggendo il giornale
questa mattina e ieri, ho visto che Rosy Bindi (che è una delle persone più docili, una
delle persone, secondo me, più intelligenti che belle) è stata offesa in maniera
indegna in una trasmissione televisiva davanti a milioni di telespettatori. Credo che
non sia una persona che può essere considerata un "mandante" di un episodio
sciagurato di cui risponderà la persona, credo che sia esagerato.
Quindi la violenza del linguaggio e la violenza della polemica politica non stanno da
una sola parte e da questa occasione si colga l'esempio per ripartire, che il nostro
Paese torni ad essere normale, in cui l'autonomia dei poteri dello Stato venga
rispettata. Il potere giudiziario, il potere legislativo e il potere esecutivo sono tre
poteri autonomi uno dall'altro, così come stabilisce la Carta Costituzionale. Di
questo credo che bisogna farne lezione e tesoro, quindi condanna e stigmatizzazione
di un atto veramente incredibile, che non ha nessun tipo di giustificazione, né morale
né politica, però cominciate anche voi a rispettare e a lanciare messaggi di
distensione.
Avevate tutto il diritto di presentare quell'ordine del giorno, come magari poteva
presentarlo qualsiasi Consigliere di maggioranza o di opposizione, ma non con quella
frase lì, perché oggi il nostro obiettivo in questa Sala Rossa è di dare la nostra
solidarietà al Presidente del Consiglio, ad una persona che ha la legittimità di agire in
quanto votato dal popolo, in quanto Presidente del Consiglio, in quanto persona
autorevole che ha diritto di incontransi con i suoi elettori.
Questa è la morale che dovrebbe passare oggi e non l'accusa a qualche politico che
ha fatto a caldo dichiarazioni che possono essere discutibili, ma che non penso
possano trovare elementi di complicità rispetto all'atto stesso, come invece si vuol
far credere (e mi sembra francamente assurdo) che Rosi Bindi possa essere mandante
di un atto così stupido.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Angeleri.

ANGELERI Antonello
Presidente, non avrei voluto intervenire in questo dibattito, perché pensavo che la
discussione avvenuta in Conferenza dei Capigruppo quest'oggi avesse esaurito gli
argomenti.
Si tratta di un atto dovuto quello della solidarietà in questo caso al Presidente del
Consiglio, un atto dovuto nei confronti di qualsiasi violenza subita da un
rappresentante delle istituzioni, quindi a maggior ragione per quanto riguarda il
Presidente del Consiglio.
Ritengo fuori luogo l'intervento del Consigliere Giorgis: non sono preoccupato del
fatto che lui chieda le dimissioni del Ministro Maroni, ci mancherebbe altro, però
non riesco a comprendere veramente il motivo dell'inasprimento di una discussione
che, invece, doveva manifestare solo la solidarietà e, per fortuna anche per la
capacità di mediazione del Capogruppo Cantore, doveva essere unanime, come mi
auguro sarà.
Vorrei, sostanzialmente, capire se il Consigliere Giorgis - che non è in Aula, ma
spero ascolti - stia seguendo il dibattito politico di questi ultimi mesi, perché il
discorso è relativo all'atto di violenza che c'è stato, ma l'atto in sé è la conseguenza
probabilmente di un clima più generale di intolleranza che verifichiamo, purtroppo,
anche in questa città su altre vicende, richiamate anche tra le righe dal Consigliere
Cantore.
Il clima non è certamente di serenità e non può essere addebitato questo atto, fatto da
un pazzo tra l'altro, con responsabilità nei confronti del Ministro degli Interni, anche
perché le responsabilità, se ci sono - ma non voglio darle, lo voglio spiegare solo al
Consigliere Giorgis che probabilmente si è distratto -, sono della scorta, perché i
tempi di reazione sulle immediate vicinanze sono di competenza della scorta che sta
intorno. Sono stati, tra l'altro a detta del Ministro Maroni, confermati due possibili
attentati; è stato fatto tutto il possibile, quindi vorrei poi comprendere un po' meglio
questa uscita che sinceramente non sono riuscito a comprendere.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno siamo ovviamente a favore, anche perché
riteniamo che, se anche in quest'Aula ci fosse un po' più di serenità nell'affrontare
questi temi - e intendo proprio evitare interventi come quelli del Consigliere Giorgis
-, probabilmente riusciremmo a lavorare meglio e ad esprimere in modo sentito, col
cuore, non solo con la bocca, quello che sentiamo rispetto ad una situazione
preoccupante per tutto il Paese.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Non ripercorro i passaggi già tracciati dal Consigliere Cantore, essendo secondo
firmatario di questo ordine del giorno; ribadisco, però, che tentare di negare
l'esistenza di un rapporto tra quanto accaduto a Milano e un clima, uno stato di cose,
un insieme di condizioni che è stato via via costruito nel tempo da una campagna
denigratoria che ha toccato prima di tutto la famiglia, poi gli affari, poi la moralità,
l'intimità personale, e solo quando restava del tempo l'attività politica nei confronti
dell'uomo Silvio Berlusconi, è una volgare menzogna. Così come lo sarebbe negare
l'esistenza di un rapporto tra quanto accaduto domenica, quanto accaduto sempre più
di recente a Torino, le aggressioni a militanti politici, i tentativi di assalto a sedi di
partito, i vandalismi ai danni anche solo dei mezzi dei nostri militanti, i pedinamenti,
l'utilizzo di siti per "sbracare" nelle minacce, nelle accuse e quant'altro, è un'altra
verità, negarlo è un'altra menzogna. Cercare di spostare il piano della discussione
rispetto ad analisi socio-politiche, rispetto ad analisi dei massimi sistemi, sfuggendo
alla realtà del problema è una grave irresponsabilità.
Presidente, lei, come me, come il Consigliere Cantore, come soprattutto il Collega
Capogruppo, Presidente Regionale del Partito Democratico, professor Giorgis (del
quale lamento l'assenza), ha assistito a quanto accaduto nella Conferenza dei
Capigruppo, e da osservatore, per carità, di parte, condizionato da una visione del
mondo profondamente diversa dalla mia, ma certamente oggettivo, non può negare
che si sia sfiorato un fatto raccapricciante, dal punto di vista della moralità del
rapporto politico. Perché il Capogruppo Presidente Regionale, esimio professor
Giorgis ha osato accusare il Consigliere Cantore di aver sconfinato sul piano della
polemica politica, dimenticando che ai Consiglieri, al sottoscritto e al Capogruppo
Cantore, che chiedevano con umiltà semplicemente che ci fosse garantito il diritto di
portare un documento in Aula e di metterlo in discussione, di metterlo alla conta del
voto, ha detto: "Guardate signori che o togliete quel passaggio che non ci
sconfinfera, oppure il documento non lo portate in Aula, ma sarò io a presentarne
uno identico e a metterlo in votazione". Mi dica lei se questo non è un bieco e
volgare ricatto operato ai danni della minoranza, proprio da chi poi nasconde la
propria indole dietro ad annunci retorici e quant'altro rispetto alla tutela del diritto di
dissenso e via dicendo.
Credo che questo sia un fatto grave, che, messo insieme a tutto il resto dei fatti che
stanno accadendo attorno a noi, a pochi metri di distanza da noi, sia estremamente
preoccupante.
E quello che più ci spaventa, signor Presidente, è la facilità con la quale anche qui si
scivola nel giustificazionismo, invece che sulla polemica, perché poi chi si indigna
del fatto che la politica talvolta sconfina nella polemica è un finto ingenuo, ma chi lo
fa molto spesso nell'indignarsi per il fatto che la si butta in polemica fa qualcosa di
molto peggio.
Abbiamo assistito a questo meccanismo, a quello che ormai è diventato un metodo
consolidato in questa città nei casi, ormai numerosi, sinceramente ne ho perso il
conto, in cui gli studenti di destra sono stati picchiati all'università, gli esponenti
politici locali del centrodestra sono stati aggrediti in città, ci siamo sempre ritrovati
in quest'Aula dicendo: "Sì, condanniamo, ma se non fosse stato per i ragazzi del
FUAN che sono andati all'università a dare un volantino, non si sarebbero presi le
botte; ma se non fosse stato per i leghisti che propongono il pacchetto sicurezza, non
si sarebbero visti tirare i sassi; se non fosse stato per la Gelmini che ha osato fare
finalmente una riforma della scuola, non sarebbe venuta l'Onda a malmenare
qualcuno che si trovava lì davanti, a tentare di sfondare e assediando la sede,
entrandovi dentro".
Questo è il fatto drammatico della nostra epoca, che in questa città trova degli
elementi di prova evidenti il giustificazionismo. E mi spiace che una persona
intelligente quale è il Consigliere Petrarulo, per puro spirito di partito, difenda
l'indifendibile, perché chiederei, Presidente, se potessi rivolgermi a lui, vorrei sapere
se per caso abbia sentito qualche esponente politico del peso dell'onorevole Di Pietro
dire: "Per carità, è una vergogna, ma Di Pietro se l'è cercata". Ha sentito qualcuno
esprimere questo concetto? Che mi permetto dire non è nemmeno odioso, è schifoso;
lo ha sentito? Perché ho cercato di fare qualcosa a cui non sono abituato,
notoriamente distratto quale sono, di essere attento in questi giorni, di seguire le
dichiarazioni di tutti gli esponenti di un tal rilievo, tali da giustificare una mia
attenzione, e non ho sentito nessuno nell'ambito della mia area, ma nemmeno di
qualche altro partito dire: "Sì, è vero non è piacevole minacciare Di Pietro di
ucciderlo a sprangate, però alla fine se l'è meritato". No, non è accaduto e le
assicuro, signor Presidente, la prego di assicurarlo al Consigliere Petrarulo, che
questo mai accadrà perché esiste una differenza sostanziale, che è antropologica tra
chi ad esempio in questa Città fa politica serrata contro il Sindaco Chiamparino, ma
non in quanto uomo, in quanto amministratore a nostro avviso incapace di fare il
bene dei Torinesi, ma mai nessuno di noi andrà in piazza a gridare "Io odio
Chiamparino" (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, signor Sindaco, per
favore, abbiamo fatto tante cose: le abbiamo portato il sale, la paletta, le abbiamo
portato i cavalli davanti al Municipio, abbiamo srotolato striscioni, le abbiamo
portato le siringhe di cartone, ma mai le abbiamo detto che la odiamo, perché non
odiamo lei. Eventualmente non condividiamo il suo modo di agire, non condividiamo
il tipo di impronta che l'amministratore Sergio Chiamparino ha dato a questa
maggioranza e a questa Città.
Questa è la differenza e su questo credo si debba andare a fare davvero delle
distinzioni e prendere realmente le distanze da chi, invece, gioca e si approfitta di
tutto il resto.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Salinas.

SALINAS Francesco
Noi voteremo a favore di questa proposta di ordine del giorno, convinti più
dall'intervento del primo firmatario che da quello del secondo firmatario, che ci pare,
nell'appassionata perorazione di questo provvedimento (forse per la giovane età che
ci accomuna), sia scivolato su alcuni passaggi sui quali, francamente, vorremmo che
la politica non scivolasse più. Mi riferisco, per esempio, all'esasperata ricerca del
colpevole degli stati di tensione nella parte opposta o alla - almeno, a noi sembra così
- mancata ricerca di uno spazio vero di dialogo sociale e costruttivo nella politica.
Di fronte alla gravità di fatti come quello accaduto domenica scorsa, con
l'aggressione al Presidente del Consiglio, non si deve far finta di essere uguali, ma si
deve avere la serietà di cercare di cambiare gli elementi che hanno portato a questa
situazione.
In diverse occasioni, in questa Sala, si è levato da più parti un appello alla
responsabilità della politica a fronte dell'esasperazione dei conflitti determinati da
questa gravissima crisi che stiamo affrontando e del radicalizzarsi di molti rapporti
sociali; in questo caso, non si può cercare il possibile responsabile, perché, di fronte
alla follia di un soggetto, è difficile fare dei passaggi politici che giustifichino un atto
di tale gravità. Riteniamo che debba essere - e in questo condividiamo pienamente lo
spirito dell'ordine del giorno - un momento nel quale ritrovare, con serietà ma con
grandissimo spirito di condivisione, l'elemento unificante della difesa della dignità
delle Istituzioni di questa Repubblica, anche a livello locale.
In particolare, abbiamo apprezzato (vorremmo sottolinearlo ed è per questo motivo
che sono intervenuto) che i firmatari si siano riconosciuti nelle parole del Presidente
Napolitano. Riteniamo che l'individuazione di punti fermi di unità nella Repubblica,
come quello rappresentato dal Presidente, sia un passaggio ineludibile per riaprire,
nella politica italiana, degli spazi per avviare una discussione che sia degna di questo
nome. Lo faccio senza polemica, ma ritengo che il riconoscimento del ruolo di
sintesi, di dialogo, di pacificazione e di equilibrio tra i poteri dello Stato
rappresentato dal Presidente della Repubblica sia un fatto importante, che, in questo
caso, dà atto della serietà del centrodestra torinese (più del fatto di mantenere il
numero legale, anche perché dovremmo essere noi - e lo saremo - in grado di farlo) e
si potrà partire da questo punto per avviare una stagione di dialogo, pur nella grande
diversità delle opinioni.
Riteniamo che anche a livello cittadino questo possa portare a risultati importanti; ad
esempio, evitando, da ambo le parti, la strumentalizzazione dei temi nel dibattito
politico cittadino, responsabilizzando ambo le parti a discutere per il bene della Città,
a prescindere dalle opinioni, ma pensando al bene collettivo. Questo accade in tutte
le democrazie sviluppate e crediamo che anche quella italiana lo sia. A nostro parere,
il personale politico ed i gruppi dirigenti di questa Città possono dare dei segnali
importanti in questo senso, a maggior ragione alle porte di una campagna elettorale
che si preannuncia estremamente complessa, proprio per il clima nel quale ha preso
l'avvio. Siamo fiduciosi, però, che, a partire da un ordine del giorno come questo,
possano essere dati, da parte di tutti, dei segnali importanti di responsabilità.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cuntrò.

CUNTRÒ Gioacchino
Ritengo che, a fronte di quanto è successo e a fronte di questo ordine del giorno, la
discussione in quest'Aula, forse in parte, sia stata deviata. In una situazione tragica
come quella di domenica scorsa che ha coinvolto il Presidente del Consiglio - a
prescindere dalla persona, ma per il ruolo istituzionale che lui rappresenta, in Italia e
all'estero, visto che il dibattito politico spesso fa riferimento a come l'Italia viene
rappresentata, nelle varie occasioni, anche all'estero -, sarebbe stato sufficiente
esprimere, non per sminuire la questione, una semplice ma ferma solidarietà "senza
se e senza ma", come ha fatto il segretario del PD Bersani.
Questa sera, però, dal dibattito in Consiglio Comunale emerge un dato; ricordo
quando, una mattina uscendo da casa per recarmi ad un appuntamento, ho visto dei
manifesti che definivano "squalo" il Sindaco Chiamparino… (INTERVENTI FUORI
MICROFONO). Certo, era un complimento… (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Ho fatto questo riferimento, perché, a volte, nelle affermazioni
politiche si fa anche uso dell'ironia. In quest'Aula si è discusso di quel manifesto ed
è stato arricchito di contenuti, ma molto dipende anche da come ciò avviene, e, in
quel caso, il Sindaco ha reagito con un semplice sorriso.
Presidente, quando poi, in Aula, si afferma che si vuole prendere spunto da questo
triste e doloroso evento che è avvenuto domenica per fare dei riferimenti al dibattito
politico nella Città - anche rispetto ad alcune situazioni particolari, difficili e forti -, il
rischio è che si voglia utilizzare in senso un po' differente la semplice solidarietà che
avremmo potuto manifestare al Presidente del Consiglio.
È proprio questo il messaggio che il Presidente della Repubblica ci voleva inviare,
che vale per il dibattito politico nazionale, ma anche per i confronti, a volte accesi e
difficili, che avvengono in quest'Aula. Prendere spunto dalle vicende che riguardano
gli squatter e dalle occupazioni dei centri sociali per fare un parallelismo con ciò che
è accaduto domenica, secondo me, è strumentale.
Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Cantore, primo firmatario dell'ordine del
giorno, e anche gli altri interventi e non mi stupisce, Presidente, il fatto che, nel corso
della Conferenza dei Capigruppo, sia stata avanzata la richiesta che il documento
fosse compatibile con un principio di solidarietà che potevamo esprimere tutti.
Questo fatto non mi spaventa o scandalizza, però mi dispiace che venga utilizzata
questa procedura, che è assolutamente normale, perché l'abbiamo utilizzata anche in
altre occasioni, quando la maggioranza ha presentato degli ordini del giorno e si è
cercato di trovare una convergenza, modificando o eliminando delle parole. Ricordo
quando, l'anno scorso, abbiamo presentato il documento sulla Finanziaria, oppure
quello riguardante la questione dell'ANCI, ma nessuno ha mai parlato di ricatto. A
volte, i termini vanno oltre la raffigurazione della realtà; impariamo già noi, in
quest'Aula, a dare il giusto peso e ad utilizzare i giusti elementi nel corso del
confronto, anche per quanto riguarda ciò che avviene durante la Conferenza dei
Capigruppo e in Aula, perché, usando certe parole, il rischio è che ci sia una
interpretazione diversa di ciò che dobbiamo fare e della responsabilità che abbiamo
in quest'Aula.
Presidente, vorrei che trasmettesse al Consigliere Ravello il messaggio che la
maggioranza di questa Città, che ha dimostrato in più occasioni un grande senso di
responsabilità nel governo della città (ma anche di attenzione in alcune situazioni
particolari), esprime una forte solidarietà al Presidente del Consiglio. Riteniamo che
lei possa trasmettere questo messaggio; nello stesso tempo, però, siamo anche
convinti che il Consigliere Ravello, in prospettiva, avrà una visione più serena e
responsabile delle discussioni che avvengono in quest'Aula.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Bonino.

BONINO Gian Luigi
Il mio intervento sarà breve, perché è già stato detto quasi tutto. È indubbio che, in
uno Stato democratico, le persone che fanno politica e credono nella democrazia non
possono fare altro che manifestare la propria solidarietà al Presidente del Consiglio.
Infatti, il Presidente del Consiglio, nel bene e nel male, rappresenta una delle più alte
Istituzioni della nostra democrazia e credo che sia importante ricordarlo. Chiunque
abbia fatto politica in questi anni e creda nella democrazia non può esimersi dal
manifestare la propria solidarietà al Presidente del Consiglio, vittima del gesto di un
folle.
Comprendo che sia necessario approvare questo ordine del giorno, perché, alla fine,
la politica ha bisogno anche dei suoi riti e credo che questo sia un passaggio
necessario e, forse, anche doveroso da parte di questo Consiglio Comunale.
Pertanto, come Gruppo dei Moderati, voteremo a favore di questo ordine del giorno e
credo che (escludendo il fatto che, prima, qualcuno ha detto di aver subito un ricatto)
i presentatori abbiano fatto bene a moderare i toni e ad eliminare alcune frasi che si
riferivano ad un modo più violento di fare politica. È necessario stemperare i toni,
partendo anche dal basso, quindi dall'Aula di un Consiglio Comunale come questo
(seppure di una Città importante), riprendendo il vero significato della politica e della
democrazia e facendo in modo che le forze di maggioranza ed opposizione
dialoghino. Credo che questo sia il segnale inviato anche dal Presidente della
Repubblica.
Ribadisco che voteremo a favore di questo ordine del giorno, perché la democrazia
impone la condanna di qualsiasi gesto violento che avvenga contro chi fa politica e,
soprattutto, contro le Istituzioni. Non dimentichiamo che siamo di fronte al gesto di
un folle, che, forse, è stato anche alimentato dal clima politico che, in questi mesi, si
è venuto a creare. L'impegno di tutte le forze politiche, al di là delle varie posizioni
che sono emerse in questi giorni (sia in Parlamento che da parte dei leader politici) a
proposito di questo gesto, deve andare nella direzione di stemperare i toni, ritrovando
il dialogo. Probabilmente, nel corso del dibattito si è andati anche oltre la normale,
doverosa e sentita solidarietà che va espressa da ciascuno di noi ad un uomo, che,
oltretutto, ricopre una delle più alte cariche dello Stato.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine
del giorno:
Presenti 34, Favorevoli 34.
La proposta di ordine del giorno è approvata.
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