Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc. 200909610/002, presentata in data 15 dicembre 2009, avente per oggetto: "Solidarietà al Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cantore, per l'illustrazione. CANTORE Daniele Penso che il documento sia stato consegnato a tutti i Consiglieri. Dopo quanto accaduto domenica sera nei confronti del premier (nonché del leader del nostro partito), ci è sembrato doveroso presentare in Conferenza dei Capigruppo questo documento, ritenendo che il Consiglio dovesse esprimere solidarietà al Presidente del Consiglio riprendendo le parole del Presidente della Repubblica, ma soprattutto essendo coscienti di quanto sta avvenendo nel Paese. Abbiamo presentato un ordine del giorno moderato, che pensavamo la Conferenza dei Capigruppo accettasse - me lo lasci dire, Presidente - nella sua completezza. Come sapete, abbiamo richiesto l'articolo 93; tuttavia, chiedendo che il documento andasse in Aula, non abbiamo chiesto ai Gruppi del Consiglio Comunale di votarlo: è altra cosa. Ricordo che noi, in passato, abbiamo acceduto a molte richieste della sinistra o del centrosinistra perché ordini del giorno o mozioni venissero in Aula. In questa occasione, invece, abbiamo dovuto cancellare una parte del nostro ordine del giorno, ma l'abbiamo fatto volentieri, anteponendo, in una situazione molto critica e tesa, il nostro senso di responsabilità e la solidarietà verso il Presidente del Consiglio. Voglio, però, leggere la parte che abbiamo dovuto togliere, affinché l'ordine del giorno arrivasse in Aula. La parte eliminata recitava: "Giudica gravi le dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti politici, il cui tentativo reiterato di provocare un clima di scontro violento è ormai evidente". Abbiamo ragionato e, di fronte ad alcune critiche rivolteci in sede di Conferenza dei Capigruppo, abbiamo acconsentito a sostituire "giudica" con "ritiene", proseguendo con "inopportune le dichiarazioni di alcuni esponenti politici" ed eliminando la frase "il cui tentativo reiterato di provocare un clima di scontro violento è ormai evidente". Personalmente credo che ognuno di voi, dentro di sé, ritenga inopportune le dichiarazioni di alcuni esponenti politici, ma non ha il coraggio di esprimerlo pubblicamente. Noi le riteniamo gravi e, come minimo, inopportune, e questo è condiviso da tutto il Paese. Ci sembrava un passaggio importante (i nomi non erano citati, anche se qualcuno diceva che erano facilmente riconoscibili), un segnale forte del Consiglio Comunale di Torino nella direzione auspicata dal Presidente della Repubblica, con la speranza e l'auspicio che, in futuro, questi esponenti politici non cadessero nuovamente in dichiarazioni gravi e inopportune. Premetto, cari Colleghi, che per noi sono gravi e inopportune le dichiarazioni nei confronti di qualsiasi leader politico, di tutti i leader politici attaccati su Internet, sui blog e in altre occasioni: non si dica, dunque, che abbiamo voluto utilizzare questo strumento soltanto a difesa del Presidente Berlusconi. Noi crediamo che, rispetto ad una situazione così delicata vissuta dal nostro Paese e rispetto ad un atto grave compiuto nei confronti del premier, a fronte di tutto ciò che è stato detto, alcuni esponenti politici dovessero trovare l'opportunità di tacere o, comunque, di esprimere la loro solidarietà. Faccio un esempio: se il fatto fosse accaduto a qualsiasi altro leader di partito o a un Consigliere Comunale, noi avremmo lasciato la polemica ad altri tempi. In questo caso, invece, è successo che alcuni dei leader che siedono in Parlamento e qualche esponente di partito abbiano pensato di coniugare la solidarietà con la polemica, dando un pessimo esempio di come debba svolgersi il dibattito politico all'interno del Paese, senza certamente rispondere alle esigenze reiterate del Presidente della Repubblica (sempre evocato ed osannato, ma soltanto a parole: qualcuno, infatti, ha dimenticato le sue parole e il suo richiamo). Per questo motivo, pensavamo che questo passaggio fosse opportuno: si è preferito, invece, eliminarlo. In ogni caso, a noi interessavano due aspetti in particolare: la solidarietà al Presidente del Consiglio e i capoversi che invitano ad un confronto politico serio, che vada nell'interesse del Paese e che, soprattutto, isoli (mi rendo conto che questo sia più difficile) tutte le frange estreme - leggo il passaggio - "prevedendo e stroncando ogni impulso e spirale di violenza e ogni occasione e luogo dove coltivarli". Riteniamo questo passaggio un passaggio importante, che non riguarda soltanto la sede nazionale, ma che può essere riportato alle vicende che spesso accadono nella nostra città. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Petrarulo. PETRARULO Raffaele In qualità di Vicecapogruppo ho partecipato alla Conferenza dei Capigruppo e sono stato uno di quei Consiglieri che concordava sul fatto che quell'ordine del giorno, con quella frase (che, secondo noi, non era una frase di solidarietà, ma aveva un tenore politicizzato), non potesse arrivare oggi in Aula. Al riguardo, c'è stato un ampio dibattito, ed io non ero l'unico Consigliere a pensarla in questo modo, altre forze politiche concordavano con me. Il Consigliere Cantore sa bene che la solidarietà è massima nei confronti di ogni persona che subisca violenza, che sia politica o meno, ma credo che non occorra strumentalizzare quella frase dai contenuti fortemente politici. Spesso non occorre citare nomi e cognomi: questi si intuiscono leggendo i giornali. Ci si riferiva a due esponenti del centrosinistra di rilevanza nazionale: Rosy Bindi del PD e Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori. Credo, allora, che un centrosinistra che si rispetti debba dare delle spiegazioni: io le do per il mio partito, un rappresentante del PD le darà per il suo. Pur essendo alleati, credo che ognuno debba rispondere di ciò che fa. Voglio leggere le mie spiegazioni, visto che, come bene afferma il mio Presidente nazionale, spesso in televisione vengono estrapolate piccole frasi, senza considerare l'interezza del discorso: "Noi non intendiamo dare alcuna scusante all'aggressore, un malato di mente che deve rispondere del suo gesto criminale, ma non intendiamo iscriverci al club dei buonisti di convenienza e degli ipocriti. È vero che il clima di odio deve cessare, ma ciò che è accaduto non può essere usato per fare da lavacro, da spugna nei confronti di una politica governativa irresponsabile verso i propri cittadini. Dissentivamo ieri e oggi, anche dopo quello che è successo. Non intendiamo cambiare la nostra posizione per un fatto grave, che condanniamo e deploriamo, e dire che dobbiamo avallare le politiche governative. Questa è ipocrisia allo stato puro e noi di Italia dei Valori questo non lo accettiamo". È vero o no che c'è esasperazione sociale nel Paese? CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Consigliere Petrarulo, la invito a rivolgersi a me, quando parla, utilizzando il microfono, altrimenti i Colleghi non sentono il suo intervento. PETRARULO Raffaele Ha ragione, Presidente, ma volevo rivolgermi al Consigliere a Cantore con cui c'è un ottimo dialogo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Certo, stiamo invecchiando entrambi: speriamo di arrivare, in vecchiaia, con un buon udito, visto che spesso c'è qualcuno che non vuole sentire quanto viene detto. Antonio Di Pietro, a Radio 24, ha detto: "È inutile dire che ve la pigliate con me, perché è come se ve la prendeste - ripeto ciò che dice lui - con il medico che vi dice che c'è un tumore. Prendetevela con il tumore, non con Di Pietro". A chi gli chiedeva se neppure davanti a quella faccia insanguinata non si debba fare un passo indietro, egli ha replicato: "Di fronte a quella faccia insanguinata dobbiamo stare zitti? Allora non fatemi delle domande e io non do le risposte". Personalmente vorrei che, da parte del PDL, lo stesso sdegno manifestato per l'atto becero subito da Berlusconi (perché fare quel gesto da parte di questo inconsulto è condannabile sempre, da condannare oggi) ci fosse anche nei confronti di quanto sta avvenendo su Facebook, dove ci sono gruppi (è una notizia dell'ANSA) chiamati "Uccidiamo a sprangate Antonio Di Pietro", gruppi che lo minacciano e che scrivono: "Al primo comizio ci faremo vedere noi, a morte lurido infame, adesso devi avere paura a vivere", gruppi che rivolgono minacce di morte alternate a insulti irripetibili. A questo riguardo, che cosa dice il PDL? Di Pietro, come tutta l'Italia dei Valori, ha condannato fermamente l'aggressore di Berlusconi. Sarebbe, allora, un bel gesto di civiltà, da parte del centrodestra, condannare le minacce e la violenza verbale nei confronti di Antonio Di Pietro. Sinora nessuna voce si è levata per condannare quei gruppi violenti: questo silenzio è gravissimo. Al contrario, sono in tanti che vorrebbero imbavagliare Internet, l'unico mezzo di comunicazione ancora interamente libero da censurare: noi continueremo a sostenere la libertà di espressione in rete. Vede, Consigliere Cantore, ci sono altri problemi, che non vado ad illustrare per non tediare l'Aula. I due fatti sono entrambi gravi, sia l'atto perpetrato contro Berlusconi, sia l'intimidazione nei confronti di chi fa politica d'opposizione (che potete apprezzare, oppure no) al centrodestra e al centrosinistra. Quando, però, il Presidente di un partito nazionale che fa opposizione ricorda che, in Italia, ci sono molti disoccupati e molti lavoratori che occupano le fabbriche e salgono sui loro tetti per protesta, dicendo che queste cose non devono avvenire, e poi noi strumentalizziamo la questione e chiediamo alle forze politiche di essere moderate e di non fare opposizione, allora dobbiamo dire che noi dell'Italia dei Valori non agiremo in questo modo e non ci fermeremo né al Governo, né nei Consigli provinciali, regionali e comunali, ma continueremo a dire quel che pensiamo, naturalmente nel rispetto della democrazia e della legalità. Poiché è stata cassata quella frase strumentale, comunico che voterò a favore dell'ordine del giorno, esprimendo solidarietà al Presidente Berlusconi per l'atto incivile subito, e non per la politica che sta attuando (perché la sua politica, secondo noi, è una politica che non merita). Tra l'altro, in sede di Conferenza dei Capigruppo si è deciso di cassare quella frase, che ritengo non dovesse essere letta in Aula... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, essendo stata cassata, mi ero impegnato a fare discorso diverso, più breve. In ogni caso, questo è il gioco delle parti: stiamo, allora, discutendo di un ordine del giorno, che anche i cittadini leggeranno (perché chi vuole documentarsi, può farlo). Penso che, oggi, il Presidente Berlusconi meriti la nostra solidarietà: l'ordine del giorno, quindi, avrà il mio voto favorevole. Mi piacerebbe, però, sentire dal centrodestra, Consigliere Cantore, oggi e non domani, un attestato di stima nei confronti del Presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Condivido l'appello che ci ha rivolto il Consigliere Cantore, non solo per iscritto. Se ho capito bene le parole, ha detto: "Sarebbe bene, di fronte a vicende come quelle che si sono consumate l'altro ieri, che i leader politici non cadessero nella tentazione di mischiare la solidarietà con la polemica". Forse, però, anche il Consigliere Cantore è caduto in questa tentazione, perché, dopo aver proposto di omettere un pezzo dell'ordine del giorno e ottenere l'unanimità, viene qui e ci illustra proprio quel pezzo. Insomma, alla fine, si tratta proprio di una tentazione dalla quale nessuno si difende, perché questa sera cosa stiamo discutendo? Come avevamo concordato in Conferenza dei Capigruppo, l'accordo era di un testo condiviso, che dicesse che è preoccupante quanto accaduto al Presidente del Consiglio. È un fatto grave, è un fatto per il quale, devo dire la verità, non ho l'autorevolezza di un leader nazionale, ma personalmente avrei chiesto e chiederei subito le dimissioni del Ministro degli Interni, perché sono preoccupato di vivere in un Paese in cui un leader politico rischia di essere attaccato in questo modo durante una manifestazione di piazza. Chiederei immediatamente le dimissioni del Ministro degli Interni, perché non è importante che sia stato colpito Berlusconi, perché domani potrebbe capitare a un qualsiasi altro leader politico, voglio che ci sia un Ministro degli Interni capace di prevenire gesti così gravi, perché la dialettica politica, in conseguenza di un gesto grave, rischia di essere compromessa. In Italia sta succedendo che, innanzitutto, il nostro Capo del Governo non può più, serenamente e in maniera normale, partecipare all'incontro con i cittadini. Come cittadino, questo fatto mi preoccupa. Sapere che il mio Presidente del Consiglio non può incontrare i cittadini e partecipare nelle piazze, la trovo una cosa preoccupante. E se questo naturalmente vale per il Presidente del Consiglio, vale per qualsiasi esponente politico. A me non basta sentire, come ho ascoltato alla radio, che secondo Maroni tutto è avvenuto nella massima attenzione e secondo quanto era ragionevolmente prevedibile; c'è un fatto grave che mette le nostre istituzioni più rappresentative in una condizione di debolezza. Se, oltre a questo fatto, constatiamo pure che in un Consiglio Comunale di una Città, anziché esprimere solidarietà, stiamo a discutere del clima politico che ha prodotto questo, allora sì che è due volte preoccupante cosa è avvenuto, perché è preoccupante, prima di tutto, per l'incolumità fisica del Presidente del Consiglio e per qualsiasi leader politico e, poi, perché questo atto di violenza corrompe la serenità del dibattito pubblico. Non so se prima fosse molto sereno il dibattito pubblico nel nostro Paese, non lo so, certo che a sentire i dibattiti che si svolgono all'estero presso partiti importanti come il Partito Popolare Europeo, forse questo dibattito tanto sereno già non era, però comunque adesso è decisamente un dibattito politico surriscaldato. È colpa di questo atto di violenza? Certo che è colpa di questo atto di violenza e sono preoccupato perché questo atto di violenza rende il confronto politico ancora più difficile ed è una testimonianza all'ordine del giorno che, nonostante l'unanimità in Conferenza dei Capigruppo, viene discusso per quello che non dice e non per quello che dice, perché questo è successo. Non so proprio come venirne fuori. Spero che questo richiamo alla pacatezza, alla serenità del confronto si traduca, per esempio, fra un quarto d'ora, in una prosecuzione dei lavori. Sarebbe già un gesto concreto, sarebbe già un gesto per fatti concludenti. Si evoca un dibattito pacato, si evoca una discussione serena, la voglio misurare alla prima deliberazione, voglio ascoltare gli interventi dell'opposizione, vedere i voti e, vedendo i voti, misurare la conseguenza di questo atteggiamento. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ci mancherebbe altro. Si può votare a favore o contro, ma si discute sulle deliberazioni, si sta sulle deliberazioni. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Volevo solo ricordare storicamente, quando nel 1948 il segretario del Partito Comunista Togliatti fu ferito, rischiando di morire, anziché aizzare i toni, lanciò un messaggio al Paese per stemperarli. È un episodio storico importante e credo che dovrebbe servire da esempio anche a voi rispetto a quanto accaduto ieri: si tratta di un fatto gravissimo, che però viene in qualche modo sopravvalutato. Quando il Ministro delle Riforme Bossi definisce l'atto di un uomo, sicuramente che ha problemi mentali, un atto terroristico, credo che non stemperi i toni. Si tratta dell'atto di una persona malata che ha compiuto individualmente un'azione violenta da condannare. Credo che oggi non avremmo dovuto aprire un dibattito, ma solamente esprimere la solidarietà al Presidente del Consiglio, perché è stato colpito da una persona che ha arrecato un danno alla propria salute in un momento di manifestazione pubblica. Credo che il Presidente del Consiglio, essendo uno dei massimi organi dello Stato, sia il primo che deve, dal mio punto di vista, anche dopo questo episodio, lanciare un messaggio distensivo al Paese e lo dovrebbe fare subito, dall'ospedale, perché credo che questo avrebbe un significato molto importante. Invece il giorno prima il Presidente del Consiglio, in un'assise importante, quale l'assemblea del Partito Popolare, ha sostanzialmente parlato di tre Presidenti della Repubblica che sono di sinistra, che hanno nominato cinque Giudici della Corte Costituzionale di sinistra e che, di conseguenza, qualsiasi legge varata da questo Governo è a rischio di illegittimità. Credo che vale anche la violenza delle parole e la violenza delle posizioni che si assumono in un momento difficile per il nostro Paese. Allora cogliamo l'occasione partendo da questo episodio per stemperare veramente i toni e difendere il conflitto politico, non un'azione di guerriglia e di parole violente quotidianamente. Magari vengono da più parti, ma a me sembra che il Presidente del Consiglio non sia indenne da questo clima incandescente. Credo che sarebbe importante fare questa riflessione, quindi abbiamo chiesto l'eliminazione di una frase per un motivo semplice: perché, leggendo il giornale questa mattina e ieri, ho visto che Rosy Bindi (che è una delle persone più docili, una delle persone, secondo me, più intelligenti che belle) è stata offesa in maniera indegna in una trasmissione televisiva davanti a milioni di telespettatori. Credo che non sia una persona che può essere considerata un "mandante" di un episodio sciagurato di cui risponderà la persona, credo che sia esagerato. Quindi la violenza del linguaggio e la violenza della polemica politica non stanno da una sola parte e da questa occasione si colga l'esempio per ripartire, che il nostro Paese torni ad essere normale, in cui l'autonomia dei poteri dello Stato venga rispettata. Il potere giudiziario, il potere legislativo e il potere esecutivo sono tre poteri autonomi uno dall'altro, così come stabilisce la Carta Costituzionale. Di questo credo che bisogna farne lezione e tesoro, quindi condanna e stigmatizzazione di un atto veramente incredibile, che non ha nessun tipo di giustificazione, né morale né politica, però cominciate anche voi a rispettare e a lanciare messaggi di distensione. Avevate tutto il diritto di presentare quell'ordine del giorno, come magari poteva presentarlo qualsiasi Consigliere di maggioranza o di opposizione, ma non con quella frase lì, perché oggi il nostro obiettivo in questa Sala Rossa è di dare la nostra solidarietà al Presidente del Consiglio, ad una persona che ha la legittimità di agire in quanto votato dal popolo, in quanto Presidente del Consiglio, in quanto persona autorevole che ha diritto di incontransi con i suoi elettori. Questa è la morale che dovrebbe passare oggi e non l'accusa a qualche politico che ha fatto a caldo dichiarazioni che possono essere discutibili, ma che non penso possano trovare elementi di complicità rispetto all'atto stesso, come invece si vuol far credere (e mi sembra francamente assurdo) che Rosi Bindi possa essere mandante di un atto così stupido. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Presidente, non avrei voluto intervenire in questo dibattito, perché pensavo che la discussione avvenuta in Conferenza dei Capigruppo quest'oggi avesse esaurito gli argomenti. Si tratta di un atto dovuto quello della solidarietà in questo caso al Presidente del Consiglio, un atto dovuto nei confronti di qualsiasi violenza subita da un rappresentante delle istituzioni, quindi a maggior ragione per quanto riguarda il Presidente del Consiglio. Ritengo fuori luogo l'intervento del Consigliere Giorgis: non sono preoccupato del fatto che lui chieda le dimissioni del Ministro Maroni, ci mancherebbe altro, però non riesco a comprendere veramente il motivo dell'inasprimento di una discussione che, invece, doveva manifestare solo la solidarietà e, per fortuna anche per la capacità di mediazione del Capogruppo Cantore, doveva essere unanime, come mi auguro sarà. Vorrei, sostanzialmente, capire se il Consigliere Giorgis - che non è in Aula, ma spero ascolti - stia seguendo il dibattito politico di questi ultimi mesi, perché il discorso è relativo all'atto di violenza che c'è stato, ma l'atto in sé è la conseguenza probabilmente di un clima più generale di intolleranza che verifichiamo, purtroppo, anche in questa città su altre vicende, richiamate anche tra le righe dal Consigliere Cantore. Il clima non è certamente di serenità e non può essere addebitato questo atto, fatto da un pazzo tra l'altro, con responsabilità nei confronti del Ministro degli Interni, anche perché le responsabilità, se ci sono - ma non voglio darle, lo voglio spiegare solo al Consigliere Giorgis che probabilmente si è distratto -, sono della scorta, perché i tempi di reazione sulle immediate vicinanze sono di competenza della scorta che sta intorno. Sono stati, tra l'altro a detta del Ministro Maroni, confermati due possibili attentati; è stato fatto tutto il possibile, quindi vorrei poi comprendere un po' meglio questa uscita che sinceramente non sono riuscito a comprendere. Per quanto riguarda l'ordine del giorno siamo ovviamente a favore, anche perché riteniamo che, se anche in quest'Aula ci fosse un po' più di serenità nell'affrontare questi temi - e intendo proprio evitare interventi come quelli del Consigliere Giorgis -, probabilmente riusciremmo a lavorare meglio e ad esprimere in modo sentito, col cuore, non solo con la bocca, quello che sentiamo rispetto ad una situazione preoccupante per tutto il Paese. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Non ripercorro i passaggi già tracciati dal Consigliere Cantore, essendo secondo firmatario di questo ordine del giorno; ribadisco, però, che tentare di negare l'esistenza di un rapporto tra quanto accaduto a Milano e un clima, uno stato di cose, un insieme di condizioni che è stato via via costruito nel tempo da una campagna denigratoria che ha toccato prima di tutto la famiglia, poi gli affari, poi la moralità, l'intimità personale, e solo quando restava del tempo l'attività politica nei confronti dell'uomo Silvio Berlusconi, è una volgare menzogna. Così come lo sarebbe negare l'esistenza di un rapporto tra quanto accaduto domenica, quanto accaduto sempre più di recente a Torino, le aggressioni a militanti politici, i tentativi di assalto a sedi di partito, i vandalismi ai danni anche solo dei mezzi dei nostri militanti, i pedinamenti, l'utilizzo di siti per "sbracare" nelle minacce, nelle accuse e quant'altro, è un'altra verità, negarlo è un'altra menzogna. Cercare di spostare il piano della discussione rispetto ad analisi socio-politiche, rispetto ad analisi dei massimi sistemi, sfuggendo alla realtà del problema è una grave irresponsabilità. Presidente, lei, come me, come il Consigliere Cantore, come soprattutto il Collega Capogruppo, Presidente Regionale del Partito Democratico, professor Giorgis (del quale lamento l'assenza), ha assistito a quanto accaduto nella Conferenza dei Capigruppo, e da osservatore, per carità, di parte, condizionato da una visione del mondo profondamente diversa dalla mia, ma certamente oggettivo, non può negare che si sia sfiorato un fatto raccapricciante, dal punto di vista della moralità del rapporto politico. Perché il Capogruppo Presidente Regionale, esimio professor Giorgis ha osato accusare il Consigliere Cantore di aver sconfinato sul piano della polemica politica, dimenticando che ai Consiglieri, al sottoscritto e al Capogruppo Cantore, che chiedevano con umiltà semplicemente che ci fosse garantito il diritto di portare un documento in Aula e di metterlo in discussione, di metterlo alla conta del voto, ha detto: "Guardate signori che o togliete quel passaggio che non ci sconfinfera, oppure il documento non lo portate in Aula, ma sarò io a presentarne uno identico e a metterlo in votazione". Mi dica lei se questo non è un bieco e volgare ricatto operato ai danni della minoranza, proprio da chi poi nasconde la propria indole dietro ad annunci retorici e quant'altro rispetto alla tutela del diritto di dissenso e via dicendo. Credo che questo sia un fatto grave, che, messo insieme a tutto il resto dei fatti che stanno accadendo attorno a noi, a pochi metri di distanza da noi, sia estremamente preoccupante. E quello che più ci spaventa, signor Presidente, è la facilità con la quale anche qui si scivola nel giustificazionismo, invece che sulla polemica, perché poi chi si indigna del fatto che la politica talvolta sconfina nella polemica è un finto ingenuo, ma chi lo fa molto spesso nell'indignarsi per il fatto che la si butta in polemica fa qualcosa di molto peggio. Abbiamo assistito a questo meccanismo, a quello che ormai è diventato un metodo consolidato in questa città nei casi, ormai numerosi, sinceramente ne ho perso il conto, in cui gli studenti di destra sono stati picchiati all'università, gli esponenti politici locali del centrodestra sono stati aggrediti in città, ci siamo sempre ritrovati in quest'Aula dicendo: "Sì, condanniamo, ma se non fosse stato per i ragazzi del FUAN che sono andati all'università a dare un volantino, non si sarebbero presi le botte; ma se non fosse stato per i leghisti che propongono il pacchetto sicurezza, non si sarebbero visti tirare i sassi; se non fosse stato per la Gelmini che ha osato fare finalmente una riforma della scuola, non sarebbe venuta l'Onda a malmenare qualcuno che si trovava lì davanti, a tentare di sfondare e assediando la sede, entrandovi dentro". Questo è il fatto drammatico della nostra epoca, che in questa città trova degli elementi di prova evidenti il giustificazionismo. E mi spiace che una persona intelligente quale è il Consigliere Petrarulo, per puro spirito di partito, difenda l'indifendibile, perché chiederei, Presidente, se potessi rivolgermi a lui, vorrei sapere se per caso abbia sentito qualche esponente politico del peso dell'onorevole Di Pietro dire: "Per carità, è una vergogna, ma Di Pietro se l'è cercata". Ha sentito qualcuno esprimere questo concetto? Che mi permetto dire non è nemmeno odioso, è schifoso; lo ha sentito? Perché ho cercato di fare qualcosa a cui non sono abituato, notoriamente distratto quale sono, di essere attento in questi giorni, di seguire le dichiarazioni di tutti gli esponenti di un tal rilievo, tali da giustificare una mia attenzione, e non ho sentito nessuno nell'ambito della mia area, ma nemmeno di qualche altro partito dire: "Sì, è vero non è piacevole minacciare Di Pietro di ucciderlo a sprangate, però alla fine se l'è meritato". No, non è accaduto e le assicuro, signor Presidente, la prego di assicurarlo al Consigliere Petrarulo, che questo mai accadrà perché esiste una differenza sostanziale, che è antropologica tra chi ad esempio in questa Città fa politica serrata contro il Sindaco Chiamparino, ma non in quanto uomo, in quanto amministratore a nostro avviso incapace di fare il bene dei Torinesi, ma mai nessuno di noi andrà in piazza a gridare "Io odio Chiamparino" (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, signor Sindaco, per favore, abbiamo fatto tante cose: le abbiamo portato il sale, la paletta, le abbiamo portato i cavalli davanti al Municipio, abbiamo srotolato striscioni, le abbiamo portato le siringhe di cartone, ma mai le abbiamo detto che la odiamo, perché non odiamo lei. Eventualmente non condividiamo il suo modo di agire, non condividiamo il tipo di impronta che l'amministratore Sergio Chiamparino ha dato a questa maggioranza e a questa Città. Questa è la differenza e su questo credo si debba andare a fare davvero delle distinzioni e prendere realmente le distanze da chi, invece, gioca e si approfitta di tutto il resto. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Salinas. SALINAS Francesco Noi voteremo a favore di questa proposta di ordine del giorno, convinti più dall'intervento del primo firmatario che da quello del secondo firmatario, che ci pare, nell'appassionata perorazione di questo provvedimento (forse per la giovane età che ci accomuna), sia scivolato su alcuni passaggi sui quali, francamente, vorremmo che la politica non scivolasse più. Mi riferisco, per esempio, all'esasperata ricerca del colpevole degli stati di tensione nella parte opposta o alla - almeno, a noi sembra così - mancata ricerca di uno spazio vero di dialogo sociale e costruttivo nella politica. Di fronte alla gravità di fatti come quello accaduto domenica scorsa, con l'aggressione al Presidente del Consiglio, non si deve far finta di essere uguali, ma si deve avere la serietà di cercare di cambiare gli elementi che hanno portato a questa situazione. In diverse occasioni, in questa Sala, si è levato da più parti un appello alla responsabilità della politica a fronte dell'esasperazione dei conflitti determinati da questa gravissima crisi che stiamo affrontando e del radicalizzarsi di molti rapporti sociali; in questo caso, non si può cercare il possibile responsabile, perché, di fronte alla follia di un soggetto, è difficile fare dei passaggi politici che giustifichino un atto di tale gravità. Riteniamo che debba essere - e in questo condividiamo pienamente lo spirito dell'ordine del giorno - un momento nel quale ritrovare, con serietà ma con grandissimo spirito di condivisione, l'elemento unificante della difesa della dignità delle Istituzioni di questa Repubblica, anche a livello locale. In particolare, abbiamo apprezzato (vorremmo sottolinearlo ed è per questo motivo che sono intervenuto) che i firmatari si siano riconosciuti nelle parole del Presidente Napolitano. Riteniamo che l'individuazione di punti fermi di unità nella Repubblica, come quello rappresentato dal Presidente, sia un passaggio ineludibile per riaprire, nella politica italiana, degli spazi per avviare una discussione che sia degna di questo nome. Lo faccio senza polemica, ma ritengo che il riconoscimento del ruolo di sintesi, di dialogo, di pacificazione e di equilibrio tra i poteri dello Stato rappresentato dal Presidente della Repubblica sia un fatto importante, che, in questo caso, dà atto della serietà del centrodestra torinese (più del fatto di mantenere il numero legale, anche perché dovremmo essere noi - e lo saremo - in grado di farlo) e si potrà partire da questo punto per avviare una stagione di dialogo, pur nella grande diversità delle opinioni. Riteniamo che anche a livello cittadino questo possa portare a risultati importanti; ad esempio, evitando, da ambo le parti, la strumentalizzazione dei temi nel dibattito politico cittadino, responsabilizzando ambo le parti a discutere per il bene della Città, a prescindere dalle opinioni, ma pensando al bene collettivo. Questo accade in tutte le democrazie sviluppate e crediamo che anche quella italiana lo sia. A nostro parere, il personale politico ed i gruppi dirigenti di questa Città possono dare dei segnali importanti in questo senso, a maggior ragione alle porte di una campagna elettorale che si preannuncia estremamente complessa, proprio per il clima nel quale ha preso l'avvio. Siamo fiduciosi, però, che, a partire da un ordine del giorno come questo, possano essere dati, da parte di tutti, dei segnali importanti di responsabilità. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cuntrò. CUNTRÒ Gioacchino Ritengo che, a fronte di quanto è successo e a fronte di questo ordine del giorno, la discussione in quest'Aula, forse in parte, sia stata deviata. In una situazione tragica come quella di domenica scorsa che ha coinvolto il Presidente del Consiglio - a prescindere dalla persona, ma per il ruolo istituzionale che lui rappresenta, in Italia e all'estero, visto che il dibattito politico spesso fa riferimento a come l'Italia viene rappresentata, nelle varie occasioni, anche all'estero -, sarebbe stato sufficiente esprimere, non per sminuire la questione, una semplice ma ferma solidarietà "senza se e senza ma", come ha fatto il segretario del PD Bersani. Questa sera, però, dal dibattito in Consiglio Comunale emerge un dato; ricordo quando, una mattina uscendo da casa per recarmi ad un appuntamento, ho visto dei manifesti che definivano "squalo" il Sindaco Chiamparino… (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Certo, era un complimento… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ho fatto questo riferimento, perché, a volte, nelle affermazioni politiche si fa anche uso dell'ironia. In quest'Aula si è discusso di quel manifesto ed è stato arricchito di contenuti, ma molto dipende anche da come ciò avviene, e, in quel caso, il Sindaco ha reagito con un semplice sorriso. Presidente, quando poi, in Aula, si afferma che si vuole prendere spunto da questo triste e doloroso evento che è avvenuto domenica per fare dei riferimenti al dibattito politico nella Città - anche rispetto ad alcune situazioni particolari, difficili e forti -, il rischio è che si voglia utilizzare in senso un po' differente la semplice solidarietà che avremmo potuto manifestare al Presidente del Consiglio. È proprio questo il messaggio che il Presidente della Repubblica ci voleva inviare, che vale per il dibattito politico nazionale, ma anche per i confronti, a volte accesi e difficili, che avvengono in quest'Aula. Prendere spunto dalle vicende che riguardano gli squatter e dalle occupazioni dei centri sociali per fare un parallelismo con ciò che è accaduto domenica, secondo me, è strumentale. Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Cantore, primo firmatario dell'ordine del giorno, e anche gli altri interventi e non mi stupisce, Presidente, il fatto che, nel corso della Conferenza dei Capigruppo, sia stata avanzata la richiesta che il documento fosse compatibile con un principio di solidarietà che potevamo esprimere tutti. Questo fatto non mi spaventa o scandalizza, però mi dispiace che venga utilizzata questa procedura, che è assolutamente normale, perché l'abbiamo utilizzata anche in altre occasioni, quando la maggioranza ha presentato degli ordini del giorno e si è cercato di trovare una convergenza, modificando o eliminando delle parole. Ricordo quando, l'anno scorso, abbiamo presentato il documento sulla Finanziaria, oppure quello riguardante la questione dell'ANCI, ma nessuno ha mai parlato di ricatto. A volte, i termini vanno oltre la raffigurazione della realtà; impariamo già noi, in quest'Aula, a dare il giusto peso e ad utilizzare i giusti elementi nel corso del confronto, anche per quanto riguarda ciò che avviene durante la Conferenza dei Capigruppo e in Aula, perché, usando certe parole, il rischio è che ci sia una interpretazione diversa di ciò che dobbiamo fare e della responsabilità che abbiamo in quest'Aula. Presidente, vorrei che trasmettesse al Consigliere Ravello il messaggio che la maggioranza di questa Città, che ha dimostrato in più occasioni un grande senso di responsabilità nel governo della città (ma anche di attenzione in alcune situazioni particolari), esprime una forte solidarietà al Presidente del Consiglio. Riteniamo che lei possa trasmettere questo messaggio; nello stesso tempo, però, siamo anche convinti che il Consigliere Ravello, in prospettiva, avrà una visione più serena e responsabile delle discussioni che avvengono in quest'Aula. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Bonino. BONINO Gian Luigi Il mio intervento sarà breve, perché è già stato detto quasi tutto. È indubbio che, in uno Stato democratico, le persone che fanno politica e credono nella democrazia non possono fare altro che manifestare la propria solidarietà al Presidente del Consiglio. Infatti, il Presidente del Consiglio, nel bene e nel male, rappresenta una delle più alte Istituzioni della nostra democrazia e credo che sia importante ricordarlo. Chiunque abbia fatto politica in questi anni e creda nella democrazia non può esimersi dal manifestare la propria solidarietà al Presidente del Consiglio, vittima del gesto di un folle. Comprendo che sia necessario approvare questo ordine del giorno, perché, alla fine, la politica ha bisogno anche dei suoi riti e credo che questo sia un passaggio necessario e, forse, anche doveroso da parte di questo Consiglio Comunale. Pertanto, come Gruppo dei Moderati, voteremo a favore di questo ordine del giorno e credo che (escludendo il fatto che, prima, qualcuno ha detto di aver subito un ricatto) i presentatori abbiano fatto bene a moderare i toni e ad eliminare alcune frasi che si riferivano ad un modo più violento di fare politica. È necessario stemperare i toni, partendo anche dal basso, quindi dall'Aula di un Consiglio Comunale come questo (seppure di una Città importante), riprendendo il vero significato della politica e della democrazia e facendo in modo che le forze di maggioranza ed opposizione dialoghino. Credo che questo sia il segnale inviato anche dal Presidente della Repubblica. Ribadisco che voteremo a favore di questo ordine del giorno, perché la democrazia impone la condanna di qualsiasi gesto violento che avvenga contro chi fa politica e, soprattutto, contro le Istituzioni. Non dimentichiamo che siamo di fronte al gesto di un folle, che, forse, è stato anche alimentato dal clima politico che, in questi mesi, si è venuto a creare. L'impegno di tutte le forze politiche, al di là delle varie posizioni che sono emerse in questi giorni (sia in Parlamento che da parte dei leader politici) a proposito di questo gesto, deve andare nella direzione di stemperare i toni, ritrovando il dialogo. Probabilmente, nel corso del dibattito si è andati anche oltre la normale, doverosa e sentita solidarietà che va espressa da ciascuno di noi ad un uomo, che, oltretutto, ricopre una delle più alte cariche dello Stato. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine del giorno: Presenti 34, Favorevoli 34. La proposta di ordine del giorno è approvata. |