Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200908078/002, presentata in data 23 novembre 2009, avente per oggetto: "Selezione a valle per le insegnanti di religione?" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) A questa interpellanza rispondono gli Assessori Mangone e Borgogno. La parola all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) La discussione sul merito di questa interpellanza l'abbiamo fatta la scorsa settimana. L'interpellanza era formulata in maniera diversa, però la finalità di entrambe le interpellanze erano praticamente le stesse e in Commissione abbiamo approfondito tutti gli aspetti legati a questa interpellanza. Io non posso che richiamarmi alle considerazioni fatte in quella sede e ripetere, per quanto possa essere utile in questa sede, tutte le cose che sono state già dette. La vicenda delle insegnanti di religione risale, ormai, a un po' di tempo fa; è stata oggetto di discussione, di dibattito ed anche di momenti in cui si è deciso di assumere una strada piuttosto che un'altra. Mi riferisco, ovviamente, al dibattito che vi è stato in questi ultimi mesi, in questi anni, sulla modalità per inquadrare un certo numero di lavoratori precari alle dipendenze della Città. C'erano due scuole di pensiero: una tendeva alla costituzione di un profilo specifico per l'insegnamento della religione cattolica, l'altra all'utilizzo di profili esistenti per inquadrare e stabilizzare questi lavoratori precari alle dipendenze del Comune di Torino. Nel frattempo, vi è stata una mozione del Consiglio Comunale, che prevedeva ed indicava la strada della stabilizzazione di questi lavoratori e, in seguito a queste discussioni, c'è stato anche un momento di riflessione in Giunta, che ha deciso di non costituire un profilo specifico. Vi sono state numerose riunioni con tutte le organizzazioni sindacali e si è giunti, fondamentalmente, ad un'intesa. Le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto, quindi, un documento che è possibile suddividere in due parti (adesso non ce l'ho sotto mano, ma ricordo bene il testo): una che riguarda la stabilizzazione delle insegnanti attualmente precarie e l'altra, invece, che riguarda una forma di stabilizzazione di insegnanti per il futuro. Questo accordo, ovviamente, è stato raggiunto con grande fatica, dopo avere accertato le condizioni dei lavoratori precari della Città di Torino e da quanto riferiscono gli Uffici, gli unici soggetti stabilizzabili erano rimasti, ormai, quelli, perché grazie al lavoro fatto da questa Amministrazione, tutti i soggetti che erano idonei sono stati stabilizzati con i requisiti previsti dalla Legge Finanziaria del 2007. Ricordiamo che la Legge Finanziaria del 2007 prevedeva una serie di requisiti ed uno di questi era la durata del rapporto di lavoro precario alle dipendenze della Città, che partiva dal 2007 ed era retroattivo fino a cinque anni, con un numero di giorni pari a 1.080 o tre anni (l'interpretazione, poi, che è stata data era quella legata ai 1.080 giorni). L'altro requisito di legge era che i precari dovevano avere sostenuto una prova concorsuale od essere assunti attraverso l'applicazione di una legge. Questa seconda fattispecie è quella nella quale rientrano le insegnanti di religione, perché - come i Consiglieri interpellanti sanno bene, perché ne abbiamo discusso - la Città è obbligata a garantire l'insegnamento agli alunni che scelgono di frequentare l'ora di religione, che può essere svolta da insegnanti che hanno l'idoneità da parte della Curia. Queste insegnanti hanno avuto, negli anni, incarichi annuali, per cui, una parte ha maturato i requisiti previsti dalla Legge Finanziaria. Questa è la condizione per cui si è pensato che era ancora percorribile, ad oggi, la strada prevista dalla Legge del 2007, pertanto, in seguito anche alla decisione di Giunta ed all'accordo con i sindacati, si è provveduto a dar corso alle formalità per la stabilizzazione di un certo numero di lavoratori precari alle dipendenze della Città di Torino. La seconda parte, invece, di questo accordo con le organizzazioni sindacali prevede che nel 2010 inizi l'iter per nuove assunzioni e l'accordo che è stato scritto è quello di attribuire un punteggio all'anzianità di servizio delle insegnanti che hanno svolto lavoro alle dipendenze della Città di Torino. Successivamente a quell'accordo vi è stata, da parte delle organizzazioni sindacali, un'ulteriore richiesta di approfondimento e sia gli Uffici che fanno capo all'Assessore Borgogno, sia i miei stanno verificando la situazione, per capire (previa, ovviamente, disponibilità finanziaria della Città) quale numero e le modalità di assunzione di insegnanti precari sia possibile far rientrare nel concorso previsto per il 2010 con assunzioni per il 2011. Devo precisare - lo dico, ma credo che, dal ragionamento che ho fatto, sia abbastanza chiaro - che si tratta di personale che non rientra nei parametri previsti dalla Legge Finanziaria del 2007, perché oltre a questi insegnanti non vi sono altri soggetti precari alle dipendenze della Città di Torino che possano rientrare nella legge e nei requisiti che citavo prima previsti dalla Finanziaria del 2007. Questa è stata la ragione per cui si è pensato di percorrere quella strada, in linea con le decisioni assunte da questa Amministrazione da un po' di anni a questa parte, che va nella direzione di stabilizzare tutto il personale precario possibile. Intendiamo perseguire ulteriormente questa finalità, e, per raggiungere questo scopo, abbiamo già sottoscritto un impegno, che ci consentirà altre stabilizzazioni nei Servizi Educativi. Ho fatto un po' il quadro generale di tutta la vicenda. L'interpellanza pone una serie di domande anche puntuali, alle quali lascerei rispondere l'Assessore Borgogno. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'Assessore Mangone ha parlato per 9 minuti e 10 secondi; spero che l'Assessore Borgogno arrivi al massimo a 9 minuti e 9 secondi, per non superarlo. La parola all'Assessore Borgogno. BORGOGNO Giuseppe (Assessore) Alla prima domanda posta dall'interpellanza rispondo che viene fatta tutti gli anni una ricerca di professionalità interna per l'insegnamento della religione cattolica. Quest'anno, tra le insegnanti a tempo indeterminato che lavorano nella nostra Amministrazione, 4 hanno dato la disponibilità ad insegnare la religione nella loro sezione ed è quanto stanno facendo. Per quanto riguarda la necessità di organico, ovviamente, dipende dal tipo di organizzazione di questo Servizio. Per la situazione attuale, per il modo in cui fino ad ora è stato organizzato, la necessità di organico è, oltre alle 4 insegnanti volontarie interne, di 31 insegnanti a 18 ore più 1 di monte ore, sulla base dell'organizzazione attuale. I bambini che frequentano l'ora di religione sono 7.220 e quelli che non se ne avvalgono 1.591. C'è una domanda che riguarda la quantità di ore settimanali previste. Sulla base dell'attuale organizzazione del Servizio, le ore previste sono complessivamente 564 di insegnamento settimanale. Naturalmente, secondo come ogni sede è organizzata, l'insegnamento può essere effettuato in compresenza con un orario concordato con il Collegio Docenti o con il Direttore di Circolo. Dipende, anche in questo caso, dal tipo di organizzazione che si dà ogni sede. Le attività alternative, in generale, sono organizzate autonomamente in ogni scuola. Al punto 4) dell'interpellanza si chiede "quali saranno le mansioni ricoperte dalle insegnanti di religione cattolica… se viene meno l'abilitazione all'insegnamento da parte della Curia". Se questo percorso illustrato dall'Assessore Mangone si concluderà, in caso venga meno l'abilitazione - cosa diversa dal caso in cui avessimo deciso di istituire il profilo specifico, perché c'è una corrispondenza, abilitazione con profilo con occupazione - e l'idoneità da parte della Curia, queste persone verranno assegnate all'insegnamento di attività integrative. All'ultima domanda dell'interpellanza rispondo che il concetto di attività integrativa nella nostra scuola è piuttosto ampio e riguarda diverse funzioni e figure. Il totale del personale che si può collocare sotto il titolo "Attività integrative" è di 242 persone, perché si articola in diverse funzioni: c'è il personale che lavora nei CTP, quello che lavora nei CESM (e solo qui sono 31 e ne abbiamo un bisogno molto forte di nuovo, in quanto i CESM sono uno dei punti di sofferenza), ci sono 140 insegnanti dei laboratori, le insegnanti del centro multimediale, quelle del Progetto Nomadi (che sono 16) e ci sono le cosiddette "bilinguiste", di cui abbiamo un assoluto bisogno. Ne abbiamo parlato qualche tempo fa in Commissione della necessità - e li faremo - di fare corsi di formazione per il nostro personale, per poter coprire l'insegnamento della seconda lingua in tutti gli ultimi anni delle scuole materne della Città. Oltre a questo percorso formativo, c'è n'è un altro in cantiere, che riguarda i cosiddetti "bisogni educativi speciali", che sono una cosa diversa dall'handicap. Questo personale, quindi, qualora perdesse l'idoneità, verrebbe dedicato ad una di queste attività integrative e per alcune di queste attività integrative sono già in campo dei percorsi formativi, che possono riguardare personale già attualmente in servizio, o personale che si potrebbe aggiungere nei prossimi mesi. In generale, sul tema delle attività integrative, in particolare sui "bisogni educativi speciali" (insegnamento della seconda lingua e CESM), abbiamo un'assoluta necessità di avere personale che possa irrobustire quei Servizi, perché con l'andare in pensione del personale attualmente in servizio - tra l'altro, in alcuni di questi luoghi c'è personale un po' più anziano - avremo un problema a far funzionare adeguatamente, appunto, questi servizi. Aggiungo un'ultima cosa a quanto ha detto l'Assessore Mangone. La seconda parte dell'intesa è stata firmata su un'impostazione propostaci dalle organizzazioni sindacali unitariamente e voglio sottolinearlo non per scaricare le responsabilità, ma perché è evidente che, se c'è una via di concertazione da intraprendere, se la controparte propone la base della concertazione, è chiaro che è diverso dal fatto se noi proponiamo e la controparte respinge. In questo caso, addirittura è stata la controparte a proporre. La seconda parte dell'accordo, quella che riguarda il concorso, dal mio punto di vista è assolutamente molto importante e non va né banalizzata, né messa da parte, né considerata come un qualcosa in più, o come la ciliegina sulla torta per completare il menù. L' obiettivo del concorso è, dal mio punto di vista - ovviamente, visto che lo abbiamo iniziato tre anni fa e me ne sono occupato direttamente -, la priorità di completare un percorso di stabilizzazione del personale precario. L'altra priorità è che se non facciamo un concorso entro il 2010, o avremo meno personale impiegato (perché la gente va in pensione, quindi, rischiamo di ridurre il servizio), o saremo costretti ad utilizzare ancora più personale precario, superando una percentuale di soglia (che credo non dovrebbe più succedere) e, quindi, potremmo essere costretti a ridurre la qualità del servizio. Entrambe le prospettive - lo dico francamente - mi spaventano molto. Dire che si fa un concorso significa mettere un punto di non ritorno, per cercare di evitare una via pericolosa per il nostro servizio, che, sia sulla quantità che sulla qualità, continua ad essere - per fortuna e speriamo per tanto tempo - tra i migliori d'Italia. In un successivo - quello che citava l'Assessore Mangone - incontro con le organizzazioni sindacali abbiamo pensato di dettagliare due punti, anche su giusta richiesta delle organizzazioni sindacali. Primo punto: il concorso verrà bandito non genericamente entro il 2010, ma entro giugno del 2010; secondo punto: il numero di posti messi a bando (naturalmente, fatte le verifiche con l'Assessore Passoni e con i Servizi Finanziari). I sindacati chiedevano una garanzia che si facesse il concorso e la formula che hanno trovato loro è stata: "Almeno uno, almeno uno". Il concorso, quindi, si terrà entro giugno ed il numero lo decideremo nelle prossime settimane e dovrà essere proporzionale sia al numero "residuo" - tra virgolette - di personale precario di lungo corso, che non ha maturato i 1.080 giorni (quindi, non rientrerebbe in una delle categorie previste dalla Finanziaria 2007), sia al numero di unità di personale che andrà in pensione, altrimenti si rischiano le due cose che dicevo prima: o una riduzione del servizio, o una riduzione della sua qualità. Credo si debba collaborare tutti insieme per evitare entrambe le cose. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Poteva sembrare superfluo ritornare sull'interpellanza rispetto alla discussione che abbiamo già avuto venerdì in Commissione, ma noi non l'abbiamo pensata così, perché crediamo - e lo ribadiamo in questa sede - che l'Amministrazione Comunale abbia fatto una scelta discutibile, quindi, è corretto riprenderla. È vero che non si è dato vita alla costituzione di un profilo specifico nella forma, però, poi, nella sostanza, ci si è mossi in questa direzione. Non siamo contrari alla stabilizzazione - parlo al plurale e credo che su questo il Consigliere Silvestrini sia d'accordo -, però, in questo caso, riteniamo che siano stati saltati dei criteri di equità ed anche di laicità da parte di un'Istituzione come il Comune di Torino, che deve essere laica (argomento sicuramente all'ordine del giorno). Voglio ribadire che non sono soltanto i Consiglieri Cerutti e Silvestrini a pensarla in questo modo: anche il Coordinamento Genitori Nidi, Materne, Elementari e Medie ha chiesto di essere audito dalla V Commissione, non condividendo il percorso intrapreso. Non me ne voglia l'Assessore Borgogno. Del resto, lui stesso, in una sede istituzionale quale la Commissione che si è svolta venerdì, ha detto che, effettivamente, l'accordo risulta essere poco convincente o, perlomeno, poco convincente per alcune parti. Adesso discutiamo soltanto della parte non convincente: quella convincente non può essere la giustificazione per accettare l'altra, può essere soltanto un contentino. Lo abbiamo già detto, ma vogliamo ricordarlo: esiste una sentenza del TAR del gennaio 2008 che ha respinto il ricorso contro il Comune di quattro insegnanti di religione (alcune delle quali, forse, saranno stabilizzate adesso, buon per loro) rimaste escluse dalla stabilizzazione del 2007 per la copertura di 114 posti di istruttore pedagogico, con l'assegnazione del profilo specifico di educatore di asilo nido e di insegnante di scuola materna. Il TAR ha considerato che l'assunzione a tempo indeterminato del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, debba essere subordinato al fatto che tale personale sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge. La legge, dunque, prevede che il personale a tempo determinato che può partecipare alle procedure di stabilizzazione debba comunque aver superato procedure di carattere selettivo, anche se non necessariamente nella forma del concorso pubblico. Ci chiediamo, allora, come si possano conciliare queste affermazioni con la stabilizzazione pubblicata dal Comune di Torino la scorsa settimana: mi riferisco all'avviso di copertura di 35 posti, rivolto fondamentalmente agli insegnanti di religione, che prevede una sola prova scritta (un questionario di domande a risposta multipla) che sarà effettuata il 21 dicembre, con pubblicazione, già il giorno successivo (essendo i tempi molto stretti), della graduatoria per l'assunzione. Non voglio aggiungere commenti rispetto a questo tipo di selezione. Ci sarà sicuramente un concorso. A questo proposito, ringrazio l'Assessore Borgogno per le garanzie offerte per il concorso, che sicuramente cercherà di privilegiare i precari di lungo corso - come lui stesso li ha definiti - o quelle persone che hanno lavorato internamente per garantire i nostri servizi. Crediamo, però, che, con la stabilizzazione che avverrà a fine anno, si sia creato un pericoloso precedente. Concludo il mio intervento, parlando di una questione che è stata ripresa soltanto dall'Assessore Mangone e non dall'Assessore Borgogno, relativa al fatto che le persone che saranno stabilizzate sono le uniche ad avere determinate caratteristiche rispetto alla Finanziaria del 2007. Rispetto alla notizia che altri Comuni hanno percorso strade diverse, l'Assessore Borgogno, venerdì, in sede di Commissione, ci ha riferito che vi erano circolari attuative: noi, in questi giorni, abbiamo verificato, che, ad esempio, il Comune di Napoli, non più tardi del 12 giugno 2009, si è mosso in un'altra direzione, considerando i dipendenti con un servizio di almeno 180 giorni minimi lavorativi. Ci chiediamo, quindi, e chiediamo agli Assessori Borgogno e Mangone di fornirci i dati relativi a queste procedure applicative, dato che il Comune di Napoli, ad esempio, sembrerebbe essere andato in un'altra direzione. Sappiamo che le interpretazioni sono soggettive; in questo caso, però, ci sarebbe piaciuto poter dare corso ad altre stabilizzazioni, proprio per non istituire questa stabilizzazione ad hoc, cioè quella che proprio non volevamo perseguire. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Ringrazio gli Assessori e ringrazio anche il Consigliere Cerutti, che ha già ampiamente trattato la questione. Personalmente, vorrei soffermarmi su un altro aspetto. Le domande poste nell'interpellanza nascevano dal fatto che, a seguito di tutta questa vicenda, avevamo studiato tutta la legislazione, in particolare gli accordi tra lo Stato e la Chiesa del 1985 e del 2003, e avevamo notato che, in qualche modo, il Comune di Torino non rispettava tali accordi. Per quale motivo? Perché, nell'ambito degli accordi tra Stato e Chiesa per l'insegnamento della religione, si dice che questa materia può essere insegnata dalle maestre di circolo didattico. Qui si è creato, invece, un bacino esterno di persone che, in qualche modo, hanno esercitato una funzione che poteva essere esercitata internamente. Non so bene quante siano le maestre, ma ipotizziamo che, per 7.200 bambini, ci siano 350/400 maestre: si sa che queste maestre possono insegnare la religione; credo, quindi, che, con i tre mesi di corso organizzato dalla Curia e un'autorizzazione, 31 persone, più altre 4, andassero reperite all'interno dell'Amministrazione Comunale. È questo il nodo della questione. Auspico che, nel futuro, questo non accada più. Spero, cioè, che non si possano più fare nomine di insegnanti esterne di religione, perché non è previsto dall'accordo tra Stato e Chiesa. Per me questa vicenda è un "pateracchio": in questo caso, "pateracchio" significa "accordo tra forze politiche" o "accordo matrimoniale". È un pateracchio all'italiana, dove si crea, di fatto, una certa situazione e poi la si va a sanare. Mi chiedo come questi pateracchi siano ancora possibili nell'era Brunetta, visto che Brunetta è il primo a voler eliminare queste sacche di privilegio. Noi, invece, adesso, ci ritroviamo a sanare la situazione di 31 persone per le quali non sono stati rispettati gli accordi tra Stato e Chiesa. Nel futuro, bisognerebbe, innanzitutto, fare una ricerca di professionalità interna, perché, sia per le elementari, sia per le materne, la religione può essere insegnata dalle maestre. A meno che non siano sottese decisioni politiche non dichiarate: so, infatti, che la Curia, ultimamente, non ha più organizzato i corsi per maestre, forse proprio allo scopo di indurre all'assunzione di persone esterne e creare i propri canali, che sono decisamente di tipo clientelare. Credo che dobbiamo riflettere su questa genesi, tutta italiana, della vicenda, perché non siamo né contrari all'insegnamento della religione nelle materne; né contrari all'insegnamento da parte dei precari; siamo, però, contrari ai pateracchi: di questo occorre tenerne conto. La religione deve essere insegnata da chi la può realmente insegnare: non dobbiamo far entrare in Comune persone esterne, che poi dobbiamo assumere (perché non si può lasciarli in stato di precarietà). È questo il senso del discorso. Con questa assunzione, in pratica, abbiamo 31 persone, che non si capisce come siano inquadrate a livello di professionalità e di profili; abbiamo un bacino che, prima, era esterno e che è diventato interno: il pateracchio, da fuori, è diventato interno. Se, ad esempio, i bambini diminuiscono, diminuisce anche la necessità di insegnanti di religione: a quel punto, se c'è bisogno di sole 32 insegnanti e non più di 35, che cosa fanno quelle in sovrannumero? Si tratta di problemi che sorgono quando, evidentemente, non si seguono le norme. Vorrei, infine, unirmi alle richieste del Consigliere Cerutti riguardanti la questione dei 360 e dei 180 giorni: non è stato inserito nell'interpellanza, perché è emerso dopo, ma se ci fosse data una risposta noi saremmo contente. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Borgogno, per una breve replica. BORGOGNO Giuseppe (Assessore) Non so che cosa sia successo, perché non me ne sono mai occupato, né so quale sia la genesi per cui si sia arrivati ad avere l'insegnamento della religione cattolica organizzato in questo modo. Ho, però, potuto verificare che, tutti gli anni, viene fatta una ricerca di professionalità interna: questa ricerca interna, l'anno scorso, ha dato esito 5, quest'anno 4. Così stanno le cose. In tutta la questione, gli unici dati certi che differenziano la questione del profilo specifico da quello non specifico sono, anzitutto, che queste persone, se perdessero l'idoneità, avrebbero, comunque, titoli di studio verificati; in secondo luogo, che saranno impegnate in attività di carattere integrativo e che - ci tengo a sottolinearlo, perché c'è confusione sull'argomento - l'insegnamento della religione cattolica non è un'attività integrativa. Non lo è; è, piuttosto, un insegnamento che dobbiamo obbligatoriamente fornire, al quale i bambini e le loro famiglie possono facoltativamente aderire. Le attività integrative sono un'altra cosa e sono quelle che ho descritto prima, cioè i Centri Educativi Specializzati Municipali, i Bisogni Educativi Speciali, la seconda lingua, i servizi per i nomadi, eccetera. In queste attività c'è un forte bisogno di personale e quindi sono previsti corsi formativi: se il personale perde l'idoneità, sulla base dei titoli che possiede e dopo un eventuale percorso formativo interno rimane a lavorare qui. E di lavoro da fare ce n'è. È questo il dato più certo, che lo differenzia, sia dal punto di vista della quantità, sia da quello della qualità, dall'altra ipotesi. Poi, ovviamente, tutto è legittimo. Per quanto mi riguarda, sono testimone del fatto che non ci sono stati accordi o pateracchi tra le forze politiche; anzi, voglio insistere nel dire che eravamo arrivati - ed è questa la ragione per cui trovo questo aspetto non convincente - a definire, con le Organizzazioni Sindacali, la necessità di valutare questa ipotesi, o similari, quando ancora mi occupavo di personale (fine aprile/inizio maggio) e quando l'Assessore all'Istruzione era il Collega Saragnese che, con il sottoscritto e con il Vicesindaco Tom Dealessandri, aveva concordato la necessità che gli uffici verificassero e poi tornassero al tavolo delle Organizzazioni Sindacali a riferire. Il motivo per cui ritengo che, forse, sarebbe stato utile, necessario ed importante per tutti approfondire e verificare meglio qualche elemento, magari articolando diversamente le prove, sta nel fatto che, da inizio maggio a novembre, si sono persi alcuni mesi. La responsabilità di questo, ovviamente, è di tutti, anche mia: se avessimo proseguito immediatamente, laddove ci eravamo fermati, con uno schieramento e un'articolazione che riguardavano anche le forze politiche di riferimento, forse la questione sarebbe stata più convincente. Relativamente alla questione, citata dal Consigliere Cerutti, riguardante il Comune di Napoli, sulla durata dell'anno scolastico e sul tema non dei 180 giorni, ma delle 42 settimane, preciso che non abbiamo che non siamo d'accordo. Abbiamo, però, chiesto che gli uffici e coloro che firmano gli atti verifichino se sia applicabile, perché quando abbiamo fatto le altre stabilizzazioni (ricordo, ancora una volta, che siamo la città che ha stabilizzato maggiormente in Italia: non mi stancherò mai di ripeterlo), abbiamo applicato il criterio dei 1.080 giorni negli ultimi 5 anni, eccetera. Per quale motivo? Le ragioni sono due: anzitutto, perché così stabilivano la norma e l'interpretazione data dalla Città di Torino e da altre città; in secondo luogo, perché ritenevamo che ci potessero essere altre possibilità di stabilizzazioni successive. Il governo, poi, ha eliminato le possibilità di stabilizzazione. A quel punto, che cosa abbiamo chiesto agli uffici? Abbiamo chiesto di verificare, dato che si tratta di scuola e dato che non ci sono altre possibilità di stabilizzazione automatica, se sia possibile applicare le 42 settimane anziché i 1080 giorni. La risposta è stata che, sulla base non soltanto dell'applicazione di allora, del 2008, ma anche di tutte le circolari interpretative dell'ANCI più volte arrivate dal Ministro Nicolais, quando era ancora in carica e c'era ancora il Governo Prodi, e dai Ministri che si sono alternati alla guida di quel dicastero, non si riteneva di poter procedere in quella direzione. Se chi deve predisporre e firmare gli atti, certificando la loro effettiva legalità, dice che non se la sente, non credo che ci sia volontà politica che possa superare questa situazione. Posso, però, garantirvi che siamo stati noi per primi, oltre ai Sindacati, a dire agli uffici di verificare la questione e che, se ci fosse stata, a giudizio degli uffici, la possibilità tecnico-amministrativa di fare quell'operazione subito, noi saremmo stati assolutamente pronti. In quel momento è emersa la questione di ancorare meglio il concorso del 2010, perché l'obiettivo della stabilizzazione (oltre che la necessità, dal mio punto di vista, di rafforzare la Divisione delle Risorse Educative) non può essere assolutamente trascurato. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Ringrazio l'Assessore, chiedendogli se possa fornirci le circolari interpretative dell'ANCI cui faceva riferimento. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |