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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 9 Dicembre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 5
INTERPELLANZA 2009-07016
"CONDIZIONI DI VITA DISUMANE AL CIE DI TORINO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SILVESTRINI, CASSANO E FERRANTE IN DATA 27 OTTOBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200907016/002, presentata in
data 27 ottobre 2009, avente per oggetto:
"Condizioni di vita disumane al CIE di Torino"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Rispondono gli Assessori Mangone e Borgione.
La parola all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
La questione legata al CIE - come il Consigliere Silvestrini saprà - è di totale
competenza della Questura e la Città non ha nessun tipo di competenza sugli ospiti
del CIE. Tuttavia, la Questura ci ha gentilmente fornito informazioni legate alle
domande poste dagli interpellanti.
Come il Consigliere Silvestrini sa, con la Legge n. 94 il termine dei 60 giorni di
permanenza è stato trasformato in 180 giorni e che tutto questo ha creato, all'interno
del CIE, una situazione di tensione che, in alcuni momenti, è sfociata in gesti di
autolesionismo, di non particolare gravità o di allarme, ma ci sono stati episodi di
questo genere.
L'altra questione che viene evidenziata (legata ad una delle domande poste dagli
interpellanti) è quella dei maltrattamenti all'interno del CIE. La Questura ci riferisce
che vi è stato un solo episodio di un trattenuto pluripregiudicato, che ha sporto
querela nei confronti di due militari in servizio al CIE; attualmente, sono in corso
indagini della Polizia Giudiziaria per far luce sull'intera vicenda legata, appunto, a
questo fatto e non risultano altri episodi di questo genere.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
Io, naturalmente, so che la Città non ha competenze sul CIE di Torino, però quella
struttura fa parte della città ed è posta all'interno di un quartiere dove la sua presenza
è piuttosto significativa.
Sul giornale La Repubblica di ieri è di nuovo comparso un articolo - penso che
l'Assessore l'abbia letto - con questo titolo: "Il CIE è peggio del carcere, non
abbiamo niente da fare". Una delegazione di parlamentari ha visitato il CIE (penso
che quelli citati nell'articolo siano tutti di minoranza, cioè del PD) e verificato che
quella è una situazione invivibile, intollerabile, anche per la stessa struttura
architettonica immaginata per l'ospitalità e l'accoglienza, quindi, non solo per le
regole vigenti, ma anche per come è stata costruita la nuova struttura, che non ha
spazi sufficienti.
In previsione che si faccia il raddoppio (quindi, che i 90 posti diventino 180), questo
luogo viene ad assomigliare effettivamente - non vorrei dire parole troppo forti - ad
un vero e proprio "lager" all'interno della città. Penso che come Città ci dobbiamo
porre il problema di una struttura del genere all'interno del contesto in cui abitiamo
e, magari, l'Assessore, o comunque gli esponenti del Consiglio Comunale (adesso
non so in che forma) potrebbero prendere contatti da una parte con i parlamentari che
hanno visitato il CIE (di cui nell'articolo sono riportati commenti molto
preoccupanti) e, dall'altra, con la Questura, per capire se si possano attivare azioni di
miglioramento della vita degli ospiti.
Al di là del fatto che la risposta della Questura sia che gli episodi non sono stati
gravi, in realtà è proprio la qualità della vita interna di quel luogo che deve essere, se
possibile, mutata, trasformata.
Chiedo all'Assessore di voler assumere questa "causa" - tra virgolette -, perché come
Consigliere Comunale, ma soprattutto come cittadina di Torino, io mi sento
responsabile del fatto che all'interno della nostra città ci sia un posto in cui il
trattamento che le persone ricevono non sia ritenuto consono ed umano.
Come Amministrazione possiamo fare qualche cosa? Possiamo prendere i contatti
giusti ed immaginare un intervento concertato, concordato anche con i soggetti che
gestiscono e che costruiranno la seconda parte del CIE?
Queste sono delle domande. Lo so che avrei dovuto commentare la risposta ad
un'interpellanza, ma quella che abbiamo ricevuto è un po' burocratica, non è
soddisfacente, perché rimanda alla Questura come responsabile della struttura,
invece, secondo me, bisognerebbe approfondire la questione.
Chiedo che l'interpellanza venga approfondita nella Commissione Pari Opportunità e
Diritti, anche perché conosco la sensibilità del Presidente Centillo per queste
tematiche. Avevamo anche sentito che il Prefetto aveva detto che i Consiglieri
Comunali avrebbero potuto andare in visita al CIE a dicembre. Se l'interpellanza sarà
approfondita in Commissione, rimarrà come stimolo a portare avanti questo discorso
ed a sollecitare eventuali possibili iniziative in tal senso.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Mangone per una replica.

MANGONE Domenico (Assessore)
Rispetto all'approfondimento in Commissione, io prendo nota delle questioni
sollevate dal Consigliere Silvestrini e siamo, ovviamente, tutti sensibili ad alcuni
argomenti. L'approfondimento in Commissione, però, tenderei a disgiungerlo
rispetto alla visita al Centro, perché chi dovremmo invitare?
Se c'è interesse, da parte dei Consiglieri, per un ulteriore approfondimento, la
proposta che posso fare è di seguire la strada già percorsa in altre occasioni, cioè
chiedere al Prefetto un incontro sul punto specifico e quella potrebbe essere la sede
giusta per approfondire tutti gli aspetti che si ritengono da chiarire.
Per quanto riguarda, invece, il sopralluogo, credo che anche in quel caso il passaggio
obbligato sia la richiesta al Prefetto, quindi, possiamo provare ad unire le due cose,
però, in merito all'approfondimento, non perché io lo voglia negare, ma non saprei
cosa aggiungere oltre a quanto mi ha trasmesso la Questura, quindi, ripeterei le stesse
identiche cose. Propongo, invece, il percorso attraverso il Prefetto sia per
l'approfondimento, sia per la visita al Centro, alla quale mi aggregherei molto
volentieri.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Prima di darle la parola, Consigliere Silvestrini, per chiedere che cosa ne pensa,
provo a ricapitolare, per vedere se ho capito anche il pensiero dell'Assessore
Mangone.
L'Assessore, in sostanza, dice che prima di procedere ad un ulteriore
approfondimento in Commissione (che porterebbe, a suo giudizio, scarsi elementi
nuovi), sarebbe meglio - e che mi sembra condivisibile, ma, ovviamente, lei
esprimerà il suo parere - chiedere al Prefetto un incontro, anche per mettere in
scadenza la visita di cui si era parlato nel corso dell'ultimo colloquio, che avevamo
avuto come Conferenza dei Capigruppo e che - come lei ricordava, Consigliere
Silvestrini - aveva visto, in quella sede, l'accordo del Prefetto, in modo da permettere
una visita dei Consiglieri al Centro una volta terminati i lavori di ammodernamento
(così come lui aveva detto allora).
Su questo percorso lei è d'accordo?
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
L'incontro con il Prefetto non lo potrebbe fare la stessa Commissione Consiliare Pari
Opportunità e Diritti? Potremmo, come Commissione Consiliare Pari Opportunità e
Diritti, fare l'incontro col Prefetto, altrimenti, a che titolo lo facciamo? Come
Consiglieri interessati? Magari Commissione Pari Opportunità e Diritti e Conferenza
dei Capigruppo. In questo modo potremmo approfondire il tema e, poi, fissare la data
della visita al Centro.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La Presidenza del Consiglio invierà al Prefetto una richiesta di incontro. Ovviamente,
io sottoporrò questa proposta al vaglio della Conferenza dei Capigruppo, che è
competente per molti aspetti della materia, chiedendo, quindi, l'accordo a richiedere
al Prefetto un incontro insieme ai Consiglieri della Commissione Pari Opportunità e
Diritti, finalizzato all'eventuale visita del Centro così come concordato a suo tempo.
L'interpellanza è discussa.
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