Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200907016/002, presentata in data 27 ottobre 2009, avente per oggetto: "Condizioni di vita disumane al CIE di Torino" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Rispondono gli Assessori Mangone e Borgione. La parola all'Assessore Mangone. MANGONE Domenico (Assessore) La questione legata al CIE - come il Consigliere Silvestrini saprà - è di totale competenza della Questura e la Città non ha nessun tipo di competenza sugli ospiti del CIE. Tuttavia, la Questura ci ha gentilmente fornito informazioni legate alle domande poste dagli interpellanti. Come il Consigliere Silvestrini sa, con la Legge n. 94 il termine dei 60 giorni di permanenza è stato trasformato in 180 giorni e che tutto questo ha creato, all'interno del CIE, una situazione di tensione che, in alcuni momenti, è sfociata in gesti di autolesionismo, di non particolare gravità o di allarme, ma ci sono stati episodi di questo genere. L'altra questione che viene evidenziata (legata ad una delle domande poste dagli interpellanti) è quella dei maltrattamenti all'interno del CIE. La Questura ci riferisce che vi è stato un solo episodio di un trattenuto pluripregiudicato, che ha sporto querela nei confronti di due militari in servizio al CIE; attualmente, sono in corso indagini della Polizia Giudiziaria per far luce sull'intera vicenda legata, appunto, a questo fatto e non risultano altri episodi di questo genere. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Io, naturalmente, so che la Città non ha competenze sul CIE di Torino, però quella struttura fa parte della città ed è posta all'interno di un quartiere dove la sua presenza è piuttosto significativa. Sul giornale La Repubblica di ieri è di nuovo comparso un articolo - penso che l'Assessore l'abbia letto - con questo titolo: "Il CIE è peggio del carcere, non abbiamo niente da fare". Una delegazione di parlamentari ha visitato il CIE (penso che quelli citati nell'articolo siano tutti di minoranza, cioè del PD) e verificato che quella è una situazione invivibile, intollerabile, anche per la stessa struttura architettonica immaginata per l'ospitalità e l'accoglienza, quindi, non solo per le regole vigenti, ma anche per come è stata costruita la nuova struttura, che non ha spazi sufficienti. In previsione che si faccia il raddoppio (quindi, che i 90 posti diventino 180), questo luogo viene ad assomigliare effettivamente - non vorrei dire parole troppo forti - ad un vero e proprio "lager" all'interno della città. Penso che come Città ci dobbiamo porre il problema di una struttura del genere all'interno del contesto in cui abitiamo e, magari, l'Assessore, o comunque gli esponenti del Consiglio Comunale (adesso non so in che forma) potrebbero prendere contatti da una parte con i parlamentari che hanno visitato il CIE (di cui nell'articolo sono riportati commenti molto preoccupanti) e, dall'altra, con la Questura, per capire se si possano attivare azioni di miglioramento della vita degli ospiti. Al di là del fatto che la risposta della Questura sia che gli episodi non sono stati gravi, in realtà è proprio la qualità della vita interna di quel luogo che deve essere, se possibile, mutata, trasformata. Chiedo all'Assessore di voler assumere questa "causa" - tra virgolette -, perché come Consigliere Comunale, ma soprattutto come cittadina di Torino, io mi sento responsabile del fatto che all'interno della nostra città ci sia un posto in cui il trattamento che le persone ricevono non sia ritenuto consono ed umano. Come Amministrazione possiamo fare qualche cosa? Possiamo prendere i contatti giusti ed immaginare un intervento concertato, concordato anche con i soggetti che gestiscono e che costruiranno la seconda parte del CIE? Queste sono delle domande. Lo so che avrei dovuto commentare la risposta ad un'interpellanza, ma quella che abbiamo ricevuto è un po' burocratica, non è soddisfacente, perché rimanda alla Questura come responsabile della struttura, invece, secondo me, bisognerebbe approfondire la questione. Chiedo che l'interpellanza venga approfondita nella Commissione Pari Opportunità e Diritti, anche perché conosco la sensibilità del Presidente Centillo per queste tematiche. Avevamo anche sentito che il Prefetto aveva detto che i Consiglieri Comunali avrebbero potuto andare in visita al CIE a dicembre. Se l'interpellanza sarà approfondita in Commissione, rimarrà come stimolo a portare avanti questo discorso ed a sollecitare eventuali possibili iniziative in tal senso. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Mangone per una replica. MANGONE Domenico (Assessore) Rispetto all'approfondimento in Commissione, io prendo nota delle questioni sollevate dal Consigliere Silvestrini e siamo, ovviamente, tutti sensibili ad alcuni argomenti. L'approfondimento in Commissione, però, tenderei a disgiungerlo rispetto alla visita al Centro, perché chi dovremmo invitare? Se c'è interesse, da parte dei Consiglieri, per un ulteriore approfondimento, la proposta che posso fare è di seguire la strada già percorsa in altre occasioni, cioè chiedere al Prefetto un incontro sul punto specifico e quella potrebbe essere la sede giusta per approfondire tutti gli aspetti che si ritengono da chiarire. Per quanto riguarda, invece, il sopralluogo, credo che anche in quel caso il passaggio obbligato sia la richiesta al Prefetto, quindi, possiamo provare ad unire le due cose, però, in merito all'approfondimento, non perché io lo voglia negare, ma non saprei cosa aggiungere oltre a quanto mi ha trasmesso la Questura, quindi, ripeterei le stesse identiche cose. Propongo, invece, il percorso attraverso il Prefetto sia per l'approfondimento, sia per la visita al Centro, alla quale mi aggregherei molto volentieri. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Prima di darle la parola, Consigliere Silvestrini, per chiedere che cosa ne pensa, provo a ricapitolare, per vedere se ho capito anche il pensiero dell'Assessore Mangone. L'Assessore, in sostanza, dice che prima di procedere ad un ulteriore approfondimento in Commissione (che porterebbe, a suo giudizio, scarsi elementi nuovi), sarebbe meglio - e che mi sembra condivisibile, ma, ovviamente, lei esprimerà il suo parere - chiedere al Prefetto un incontro, anche per mettere in scadenza la visita di cui si era parlato nel corso dell'ultimo colloquio, che avevamo avuto come Conferenza dei Capigruppo e che - come lei ricordava, Consigliere Silvestrini - aveva visto, in quella sede, l'accordo del Prefetto, in modo da permettere una visita dei Consiglieri al Centro una volta terminati i lavori di ammodernamento (così come lui aveva detto allora). Su questo percorso lei è d'accordo? La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa L'incontro con il Prefetto non lo potrebbe fare la stessa Commissione Consiliare Pari Opportunità e Diritti? Potremmo, come Commissione Consiliare Pari Opportunità e Diritti, fare l'incontro col Prefetto, altrimenti, a che titolo lo facciamo? Come Consiglieri interessati? Magari Commissione Pari Opportunità e Diritti e Conferenza dei Capigruppo. In questo modo potremmo approfondire il tema e, poi, fissare la data della visita al Centro. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La Presidenza del Consiglio invierà al Prefetto una richiesta di incontro. Ovviamente, io sottoporrò questa proposta al vaglio della Conferenza dei Capigruppo, che è competente per molti aspetti della materia, chiedendo, quindi, l'accordo a richiedere al Prefetto un incontro insieme ai Consiglieri della Commissione Pari Opportunità e Diritti, finalizzato all'eventuale visita del Centro così come concordato a suo tempo. L'interpellanza è discussa. |