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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 30 Novembre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2009-06695
"CLINICA PER CLANDESTINI NEL CENTRO SOCIALE GABRIO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAROSSA ED ANGELERI IN DATA 16 OTTOBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200906695/002, presentata in
data 16 ottobre 2009, avente per oggetto:
"Clinica per clandestini nel centro sociale Gabrio"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Viano.

VIANO Mario (Assessore)
Per rispondere mi atterrò al testo dell'interpellanza e, poi, farò qualche
considerazione più generale.
Gli interpellanti segnalano come, a seguito di un'analoga interpellanza presentata in
Circoscrizione circa l'apertura di un presidio medico all'interno dello stabile
occupato sito in Via Revello 3/5, il Presidente del Consiglio di Circoscrizione,
Michele Paolino, ha dichiarato che l'edificio non è occupato abusivamente, ma esiste
una convenzione tra il Comune di Torino e un'associazione di volontari, già istituita
negli anni 1995/1996, e che detta associazione avrebbe chiesto e, pare, ottenuto il
permesso dal Comune per aprire uno sportello informativo e ambulatoriale gestito da
medici volontari, quindi una vera e propria clinica per clandestini; di conseguenza,
gli interpellanti chiedono di sapere se ciò corrisponde al vero. In primo luogo, l'atto
del 1995 possiamo definirlo (in maniera un po' retorica, ma neanche tanto) una
"foglia di fico", nel senso che è un atto con cui, in maniera formale, si dispose
l'assegnazione a titolo di custodia dell'immobile a favore dell'associazione
AreAzione, disponendo che gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria
gravassero su quest'ultima. Posso consegnarvi questo atto deliberativo del 1995, in
modo tale che lo possiate consultare nel dettaglio.
Si tratta di una soluzione "ponte" (non so come definirla), volta a gestire una
situazione di occupazione senza alcun titolo, per la quale non sono state ritenute
prevalenti le ragioni di un intervento urgente rispetto ad altre situazioni più gravi; di
conseguenza, fu gestito in questi termini (come potrete riscontrare puntualmente
nell'atto deliberativo). Non si tratta sicuramente di un atto con il quale si autorizzano
attività specifiche, ma è una semplice consegna in custodia.
È assolutamente evidente che, in primo luogo, non è stata richiesta alcuna
autorizzazione all'Amministrazione Comunale per svolgere le attività riferite dagli
interpellanti e, in secondo luogo, non essendo pervenuta alcuna richiesta, questa
attività non è stata autorizzata (e, peraltro, non sarebbe stato possibile autorizzarla).
Per quanto riguarda il riscontro puntuale del testo dell'interpellanza, queste sono le
risposte che posso fornire.
Naturalmente, ho avuto modo di parlarne con i miei Colleghi (in particolare, con
l'Assessore Levi, che ha la competenza sulla Gioventù) e anche con il Sindaco; allo
stato, riteniamo che si tratti di un'occupazione abusiva come tutte le altre, da gestire
nei termini generali di cui si è detto in tutti i recenti interventi, al di là del fatto che,
in una precedente interpellanza, voi abbiate rimarcato un diverso atteggiamento o,
comunque, una divergenza tra le mie affermazione e quelle del Sindaco. Io avevo
detto che lo sgombero può avvenire nel caso si verifichino le condizioni per
l'attivazione di un cantiere, oppure per un subentro, in modo da evitare che si
determinino inutili situazioni di tensione, senza avere, poi, alcuna garanzia circa la
tenuta degli effetti di questo sgombero. Nella sostanza, l'atteggiamento è quello che
abbiamo segnalato a più riprese, soprattutto nei tavoli con la Prefettura e la Questura,
durante i quali, di fatto, si concordano le modalità e i tempi dell'intervento. Quindi,
da questo punto di vista, questa situazione è assimilata a tutti gli altri casi.
Devo aggiungere, però, che, in questo caso, c'è un'oggettiva situazione che richiede
una particolare urgenza nell'intervento, legata, da un lato, a problemi statici (nel
senso che ci sono precarietà su cui occorrerebbe intervenire in maniera drastica), e
dall'altro lato, al livello di inquinamento e di pericolosità (oltre che onerosità) dovuto
alla presenza massiccia di materiali contenenti amianto; tutto ciò induce a pensare
che questa situazione debba essere superata attraverso la demolizione, perché non vi
è alcuna soluzione tecnicamente e, soprattutto, economicamente ragionevole.
In relazione a ciò, stiamo cercando di giungere ad una condivisione delle ragioni di
interesse generale per decidere lo sgombero con coloro che stanno occupando questo
stabile (peraltro con un atteggiamento che, in generale, non è così precluso
all'interlocuzione con la Pubblica Amministrazione); quindi, stiamo anche cercando
di offrire loro, nel quadro di una disciplina generale (che è quella tipica delle
associazioni spontanee o meno), soluzioni alternative che siano condotte all'insegna
del rispetto delle regole che presiedono l'attività dell'Amministrazione in questo
ambito.
In questo senso, sto lavorando insieme alla Collega, perché la disponibilità di
soluzioni alternative dipende in larga misura dalle Divisioni Patrimonio ed
Urbanistica; quest'ultima è coinvolta perché, nell'ambito delle trasformazioni,
talvolta si dismettono degli edifici magari di non grandissimo valore, che, però,
possono essere utilmente mantenuti per ospitare attività associative di varia natura.
Quindi, stiamo cercando di capire se è possibile programmare un'uscita non
conflittuale.
Resta comunque il fatto che, in termini generali, questa vicenda è da ricondurre ad
un'occupazione abusiva e, quindi, per quanto ci concerne, è da trattare in analogia a
tutti gli altri casi simili.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Angeleri.

ANGELERI Antonello
Probabilmente è la prima volta che, in quest'Aula, devo manifestare la mia più totale
contrarietà rispetto alla risposta inadeguata fornita dall'Assessore. Oggi, scopriamo
che questa realtà, che sembrava occupata abusivamente, ha una regolare "foglia di
fico", perché, d'ora in poi, chiameremo così le deliberazioni.
Si tratta di una "foglia di fico" addirittura antecedente al 1995, perché nel 1993, caro
Assessore, il suo predecessore ha presentato una deliberazione per stabilire proprio in
quello stabile la nuova sede del Centro di Documentazione Scolastica, con un
affidamento lavori per circa novecento milioni di Lire. Nel 1995, avete presentato
questa deliberazione (che illustrerà il mio Capogruppo) e, dopo aver praticamente
chiuso questa vicenda da un punto di vista legale, avete cancellato l'operazione
precedente, perché questo sito risultava occupato. Quindi, si tratta di un danno per la
Città.
Quello che mi colpisce di più è che questo andazzo, che ormai prosegue da molti
anni in questa città, provoca continue occupazioni (e, poi, le citerò gli ultimi esempi,
perché non c'è il tempo per elencarli tutti) da parte di questi personaggi, che non
hanno nulla a che vedere con la legalità. Mi riferisco all'occupazione, avvenuta
quindici giorni fa, di uno stabile privato in Corso Vercelli n. 32 e all'occupazione di
sabato scorso della Facoltà di Economia. Oltretutto, queste persone hanno degli
atteggiamenti strafottenti, perché pensano di poter fare tutto quello che vogliono in
questa città. In fondo, è giusto che si comportino così, perché, con
un'Amministrazione che risponde in questo modo, è comprensibile che i centri
sociali facciano quello che vogliono; alla fine, in questa città passa il messaggio che
chi è più furbo e chi non rispetta le regole, ovviamente, poi ha ragione.
Penso che le Istituzioni non si possano permettere un simile comportamento e non
posso accettare che lei, Assessore, risponda dicendo che i fatti compiuti da questi
personaggi non precludono dei rapporti con le Istituzioni. Visto che queste persone si
comportano bene (ad esempio, com'è avvenuto in Piazza Castello, quando siamo
stati oggetto delle loro attenzioni, attraverso il lancio di sassi e la distruzione del
nostro gazebo, con il conseguente ferimento dei nostri ragazzi e di cittadini inermi,
che non c'entravano nulla), come lei ha detto, le loro azioni non precludono una
trattativa con le Istituzioni. Vorrei sottolineare che questo atteggiamento è
profondamente sbagliato e non lo condividiamo; questo non significa che non siamo
disponibili - e l'abbiamo dimostrato - a ritirare, per esempio, la nostra mozione che
richiede lo sgombero immediato dei centri sociali. Infatti, comprendiamo che
potrebbe generare una situazione di violenza, perché è difficile trattare con questa
gente, ma un conto è discutere come Istituzione e un altro conto è discutere da pari.
Questo, per quanto ci riguarda, è inammissibile.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Vorrei fare una breve integrazione a quanto detto dal Consigliere Angeleri.
In primo luogo, non mi sarei mai aspettato, per come la conosco, di trovare questa
deliberazione della Giunta Comunale firmata da lei, Assessore; non me l'aspettavo,
non tanto per la deliberazione in sé, ma per quello che c'è scritto, che è importante:
"Si ritiene opportuno procedere ad una regolamentazione dei rapporti tra la Città e la
realtà aggregativa che attualmente occupa l'immobile di Via Revello". Viene
occupato un immobile, queste persone fanno quello che vogliono (perché ciò
avveniva già allora e bisognerebbe cercare le denunce per le aggressioni e gli atti di
violenza verso la Lega Nord, ma non solo) e voi accettate di regolamentare questa
situazione.
Voi avete fatto un accordo con queste persone, che, come previsto nella
deliberazione, avrebbero dovuto corrispondere una somma alla Città di Torino, ma,
da quello che risulta da una sua risposta ad un'interpellanza presentata dai
Consiglieri Molino e Borghezio, questi soldi non sono mai stati dati. Quindi, avete
fatto un accordo con queste persone, che, fin da subito, non l'hanno rispettato e
accettate comunque questa situazione. Io, invece, non la accetto e lo voglio ribadire,
anche perché voglio capire le intenzioni di questa Città per quanto riguarda gli stabili
occupati dai centri sociali.
Ne riparleremo dopo le 18.00, quando ci sarà più tempo per discuterne e potrò
domandarlo direttamente, perché rappresenta la cartina di tornasole di quello che la
Città vuole fare effettivamente. Sono sempre favorevole alle trattative e a discutere,
però, con chi si può discutere; non condivido questo atteggiamento, perché, visto che
loro hanno occupato quello stabile, a questo punto sembra che abbiano un percorso
preferenziale.
Queste persone, come tutte le associazioni di volontariato (che sono sicuramente più
benemerite di loro), hanno diritto ad una sede, ma per ottenerla dovranno mettersi in
lista d'attesa. Gli accordi vanno bene, ma non bisogna premiare i disonesti a scapito
degli onesti!

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per una breve replica, all'Assessore Viano.

VIANO Mario (Assessore)
Vorrei richiamare all'attenzione degli interpellanti (che sono stati molto radicali nel
giudicare le mie parole) che noi consideriamo - e l'ho esplicitato, avendolo verificato
con il mio Collega competente per materia e con il Sindaco - quella situazione come
un'occupazione abusiva. Non ho detto che quell'atto fa sì che tutto quanto è
avvenuto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Comunque, resta il fatto che,
allo stato attuale, la consideriamo un'occupazione abusiva, che va trattata come le
altre situazioni analoghe, definite, per quanto riguarda le modalità e i tempi,
nell'ambito del Tavolo di concertazione tra la Prefettura, la Questura e la Città.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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