Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Riprendiamo l'esame della proposta di mozione n. mecc. 200901141/002, presentata da vari Consiglieri in data 5 marzo 2009, avente per oggetto: "Istituzione del Registro delle Dichiarazioni anticipata di volontà relative ai trattamenti sanitari - Testamento biologico". COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consiglieri Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Vorrei evidenziare tre aspetti. Innanzitutto, voglio rilevare che questa mozione, che abbiamo anche condiviso, è una mozione che, tra le sue motivazioni etiche, ha la dignità delle persone, come ha detto il Consigliere Salinas (con cui sono d'accordo che, nella storia italiana, abbiamo chiuso con lo Stato etico - almeno, lo spero -, grazie alla Resistenza e alla Costituente). La mozione riguarda un momento della vita in cui, a differenza di quanto mi sembra di aver sentito da alcuni Consiglieri, le persone non sono più capaci ad esprimere una propria volontà: non è che le persone siano nella condizione, in cui sembrava descriverle il Consigliere Genisio, di pensare che la loro vita non valga più, per cui "tanto vale morire" (sembra un feuilleton ottocentesco). Non è così: è, piuttosto, una dichiarazione di volontà anticipata, fatta prima che la persona non possa più dire quello che vorrà per quanto riguarda il suo futuro. A mio modo di vedere, questa è una mozione che chiede di seguire il naturale corso della vita; probabilmente, 100 o 50 anni fa, il problema non si sarebbe posto. È una questione che riguarda il fatto che la vita deve seguire, naturalmente, il proprio corso: questo aspetto, forse, non è emerso nel dibattito ascoltato in quest'Aula. Sembra un intervento artificiale contro la vita: in realtà, invece, è una possibilità per le persone di non avere interventi, resi possibili dal progresso scientifico, e di seguire il proprio naturale corso di vita, senza avere l'interferenza che la scienza rende possibile al giorno d'oggi. Questo è il senso della richiesta che viene da molti cittadini e questo è il senso della mozione: raccogliere le istanze della cittadinanza ed aprire per i cittadini di Torino una possibilità. Mi sembra che sia questo il senso della mozione, che sarà poi ulteriormente approfondito dalla deliberazione di iniziativa popolare - così mi pare di aver capito, è corretto, Consigliere Cerutti? -, per la quale si stanno raccogliendo le firme. Mi sembra che stiamo andando verso la direzione fortemente sentita dalla cittadinanza, che non può essere, quindi, da noi che considerata positivamente. Ci sembra non opportuna la votazione per parti separate, perché si rischia di snaturare il senso del documento. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Olmeo. OLMEO Gavino Mi riconosco in quasi tutto l'intervento del Consigliere Genisio, quindi sarò brevissimo. Inserendomi in alcune delle affermazioni fatte poc'anzi dai Consiglieri Lonero, Salinas ed altri, voglio ribadire che mi trovo anch'io, naturalmente, a dover riconoscere non soltanto l'inutilità, ma anche la pericolosità di uno Stato etico. È chiaro che, poi, ognuno considera Stato etico quello che gli pare e piace (come è ovvio che sia), nel senso che taluni considerano Stato etico soltanto quello Stato che trasferisce in termini legislativi le convinzioni religiose dei suoi governanti. Naturalmente sono Stati etici - ed hanno creato innumerevoli danni in questo nostro benedetto pianeta - anche tutti quegli Stati nei quali ci sono stati governanti che hanno trasferito in attività legislative, in leggi vere e proprie, le loro convinzioni etiche, normalmente pervase di ideologie alle quali la storia ha puntualmente tappato la bocca. Per quanto riguarda la mozione in discussione, il mio voto sarà contrario: sarà contrario perché, in assenza di una normativa dal punto di vista legislativo (che, in uno Stato come il nostro, compete solo e soltanto al Parlamento), questa mozione sarebbe un puro atto politico che non condivido. Non lo condivido, non perché non condivida l'esigenza che il Parlamento legiferi in materia di testamento biologico, perché abbiamo bisogno di un testamento biologico e su come debba essere realizzato ci sono posizioni differenziate. Non lo condivido perché tutto si può fare, fuorché creare ulteriore confusione ai cittadini, dando l'indicazione quasi che domani mattina, qualora sia approvata la proposta di mozione, ci sia la possibilità di presentare un testamento biologico che, ad esempio, escluda l'idratazione forzata e che preveda che questa, invece, debba essere realizzata. L'ultima mia osservazione è tecnica (per quanto non mi competano le questioni tecniche) ed è rivolta ai presentatori della mozione e a chi l'ha eventualmente commentata. Diciamo le cose come stanno, perché altrimenti diventa antipatico nei confronti dei cittadini che, eventualmente, a queste cose ci credono: non è vero che, se domani mattina fosse approvata la mozione o se in futuro fosse approvata la deliberazione di iniziativa popolare, all'Anagrafe del Comune di Torino sarebbe possibile presentare il proprio testamento biologico. L'Anagrafe del Comune di Torino, come le Anagrafi di tutti i Comuni d'Italia, è regolata da una legge e questa legge, al momento, non prevede questo. Dopodiché l'Assessorato ai Servizi Civici, su mandato del Consiglio, potrà anche stabilire uno sportello, nel quale consegnare questi testi, ma non stiamo parlando di questioni anagrafiche, siamo su tutt'altro piano. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Consigliere Silvestrini, nel momento in cui si conclude l'intervento, non è più possibile intervenire richiamando il fatto di non aver utilizzato l'intero tempo a disposizione: si creerebbe un precedente, che potrebbe, poi, essere utilizzato in un secondo momento. La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Presidente, sfugge a noi e sfugge a molti cittadini (è per questo motivo che abbiamo presentato questo atto) il motivo per cui questa raccolta possa essere fatta da un notaio o da un familiare, possa essere fatta su Facebook o su Youtube, e non sia fatta dalle Istituzioni. Nessuno sta parlando di un possibile ordine del giorno sul futuro di una legge; oggi stiamo facendo qualcosa che, di fatto, i cittadini chiedono e che fanno già fuori dal sistema pubblico: noi chiediamo che il sistema pubblico raccolga quello che già nel privato oggi succede. |