Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200906742/002 presentata in data 19 ottobre 2009, avente per oggetto: "L'attività dello SFEP: quale idea di laicità ha il Comune di Torino?" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Borgione. BORGIONE Marco (Assessore) Vorrei fare una piccola premessa: mi sembra - se non ho capito male - che l'interpellanza parta da presupposti non proprio conformi all'accaduto reale. Preciso che in data 22 settembre - come ricorda l'interpellanza - si è svolto un incontro presso il Servizio di Formazione e Educazione Permanente (lo SFEP), ma non si trattava del corso di formazione per le badanti, bensì di un incontro volontario rivolto ai formatori, che, a loro volta, nelle diverse agenzie formative, svolgono la funzione di conduttori di gruppi di allievi, cioè saranno, poi, coloro che formeranno le badanti. È stato un incontro con le agenzie promosso su base volontaria e non era, quindi, rivolto alle persone che frequenteranno, come studenti, il corso per assistenti familiari, ma ai formatori che gestiranno, con gli studenti, le attività di rielaborazione dell'esperienza. L'incontro è stato svolto da personale incaricato dall'Arcidiocesi, dopo che era stato concordato all'interno del gruppo tecnico che segue il percorso sulla rielaborazione dell'esperienza, composto da operatori dello SFEP e da rappresentanti di associazioni che operano con persone che hanno ruolo di assistenti familiari, come l'Alma Mater e l'ASAI. L'incontro si affiancava, dunque, ad altri incontri per gli stessi formatori su altri temi, anche di carattere antropologico. L'incontro ha avuto per oggetto un tema sensibile come la centralità della persona nel concetto di salute, perché è argomento del tutto pertinente al percorso in oggetto (come, peraltro, ben noto a tutti i partecipanti). Il senso era di invitare i formatori a tener conto che nella formazione delle assistenti familiari ci fosse un'attenzione al percepimento dei bisogni materiali delle persone e degli anziani assistiti a casa ed ai bisogni che potevano essere espressi non solo sul piano materiale, ma anche su quello spirituale (largamente inteso ovviamente). Non è avvenuto alcun affidamento all'Arcidiocesi di compiti organizzativi di seminari; si è, invece, accolta la proposta dell'Arcidiocesi di un intervento all'interno di un percorso per formatori, previa condivisione - come dicevo - di questa proposta da parte del Gruppo Misto. Al momento, non sono previsti ulteriori appuntamenti di questa natura presso lo SFEP, non sono state contattate altre confessioni religiose per organizzare eventi per il Servizio di Formazione Educazione Permanente e l'incontro del 22 settembre non ha implicato alcun costo per la Città. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Salinas. SALINAS Francesco Sfogliando l'interpellanza - visto che questo passaggio era stato colto - scritta con il Consigliere Cerutti ed il Consigliere Gentile (alla quale hanno aderito, poi, altri firmatari), nel dispositivo parlavamo proprio di seminari per formatori di assistenti familiari, però prendiamo atto dei chiarimenti che ha dato l'Assessore. Il punto sul quale ci premeva segnalare, con questa interpellanza, una nostra perplessità, è uno, in particolare, cioè quello che fosse stata contattata (pur con tutti i passaggi procedurali che ci ha detto l'Assessore) per l'attività di preparazione dei formatori delle badanti a risposte di tipo non soltanto materiale, ma anche spirituale soltanto una (pur principale nella Città, nel Paese in cui viviamo) religione organizzata e cioè la Chiesa Cattolica, rappresentata dall'Arcidiocesi. Fermo restando il valore dell'attività svolta nel sociale dall'Arcidiocesi (quindi, non si tratta di una sterile e sciocca polemica) e la considerazione di questo valore, ci pareva opportuno - ed auspichiamo che questo possa essere un indirizzo per le attività successive dello SFEP, dietro indicazioni della Giunta - contattare quanto meno anche altre confessioni, considerando anche che le badanti da formare non sempre sono di religione cattolica. Riteniamo, soprattutto, che si debba riuscire ad organizzare una proposta con un maggior contenuto - la parola, ahimè, è ingombrante, ma occorre spenderla - di laicità nella considerazione delle domande pur non materiali che possono presentarsi nel confronto tra badanti da formare ed il malato. Non ho a mie mani il verbale (perché quello era, poi, l'elemento che ha catturato maggiormente la nostra attenzione) di visita presentato come un colloquio pastorale e con frequentissimi - lo dico da cattolico -, quasi inarrivabili, ahimè, esempi di comportamento cattolico, in pratica un comportamento fortemente connotato dal punto di vista religioso, oltretutto rivolto ad una malata molto più giovane dell'età media dei soggetti curati da badanti (37 anni), quindi, con insistiti richiami a momenti - rispettabilissimi, peraltro - di pratica religiosa, con la confessione, eccetera. Crediamo che questo, in qualunque modo sia successo, debba rimanere un caso circoscritto (parlo di questo tipo di documento), proprio perché lo sforzo che riconosciamo all'Amministrazione nel far passare anche a livello di esperti, di confronto, di essere il più aperta e laica possibile possa essere più coltivato, per arrivare ad un approccio al tema della spiritualità in soggetti in stato di bisogno, verso i quali si rivolge l'attività dei professionisti formati dallo SFEP, sempre più attenta e capace di rispondere anche alle esigenze di soggetti con profonde convinzioni religiose, ma mantenendo la percepibile distinzione tra il ruolo dell'Ente pubblico (quindi, fortemente laico) e quello delle doverose, rispettabili e lecite attività di lavoro sul campo religioso delle confessioni organizzate. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Borgione per una breve replica. BORGIONE Marco (Assessore) Accolgo l'invito del Consigliere Salinas. Però desidero anche riprendere l'ultimo esempio che ha fatto del "verbale di visita", per tracciare un sottile confine tra laicismo e laicità; cioè per evitare di non parlare di un qualcosa di spiritualmente specifico e confessionale, non corriamo il rischio di non occuparci per nulla di spiritualità. L'esempio che ha usato il Consigliere Salinas è, forse, estremizzato. Io non partecipo né allo SFEP, né al Gruppo Misto che valuta i documenti proposti negli incontri dello SFEP, ma posso presumere, dall'interpretazione che ha dato, che potrebbe rappresentare un documento un po' estremista, ma che aveva, come unica funzione, di portare in evidenza bisogni che potrebbero essere profondamente spirituali e non l'indottrinamento o la catechesi. Anche dal colloquio tra un assistito ed il suo assistente potrebbero emergere con chiarezza bisogni non percepiti come reali dalle persone che assistono, per cultura, tradizione, storia. È stato usato questo esempio (che, ovviamente, non farà parte dei documenti del corso delle agenzie formative) per dire: "Probabilmente non vi capiterà mai, ma, a volte, potreste venire incontro ad esigenze che non sono semplicemente materiali, ma, a volte, anche confessionali". CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Salinas. SALINAS Francesco Apprezzo il riconoscimento, da parte dell'Assessore, che poteva essere "un caso un po' estremizzato" - cito le sue parole -, ma questo credo non sia nulla di particolarmente innovativo rispetto alla cultura amministrativa di questa Città. Voglio precisare (auspicando e sperando di essere d'accordo con l'Assessore su questo) che le esigenze spirituali nei soggetti assistiti dalle badanti possono anche non essere religiosi, quindi, c'è una spiritualità che può non essere connotata religiosamente. L'auspicio è che la Città possa formare soggetti capaci di educare le badanti, anche per dare risposta a quel tipo di domanda spirituale non connotata religiosamente. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |