Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200906454/002, presentata in data 8 ottobre 2009, avente per oggetto: "Ex Municipalizzate - Moratoria fiscale" COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per la risposta, al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) La questione è molto complessa e richiederebbe un tempo maggiore rispetto a quello previsto dall'interpellanza: credo, in ogni caso, di poter essere esauriente nella mia risposta. Com'è noto, il problema nasce dall'assunzione, da parte del Governo Italiano, di un quadro legislativo che favoriva una parziale privatizzazione dei servizi pubblici locali. Nel 2003, la Commissione Europea contestò quell'atto, poiché considerava i servizi pubblici locali aiuti di stato, e pregò il Governo Italiano di recuperare le somme. Dopo ampia discussione, nel 2007, ci fu un primo esborso, da parte di IRIDE, di 4.842.466 Euro all'Agenzia delle Entrate, con ricorso immediato avverso la decisione della Commissione Europea, in sede di Tribunale di primo grado. Dopo la sentenza negativa del Tribunale, lo Stato italiano non ha proposto ricorso in appello davanti alla Corte di Giustizia, rinunciando a difendere in tutte le sedi la legittimità della propria legislazione. Successivamente, l'11 novembre 2008, la Commissione Europea comunicò che il primo esborso non era sufficiente. A quel punto, furono rifatti i conti, prendendo in considerazione gli anni interessati dalla moratoria, tra il 1996 e il 1999, ed emerse la necessità di un ulteriore esborso, da parte di AEM e AMGA, di 59.955.127 Euro, risorse poi pagate, nel maggio 2009, da IRIDE (anche in questo caso, ovviamente, fu presentato ricorso). Il 2 ottobre 2009, sulla base del fatto che il Governo riferisce che Bruxelles non ritiene adeguato l'andamento della vicenda, si è riaperta la questione, con avvisi di accertamento relativi alle posizioni distinte di AEM Torino e AMGA Genova, il cui termine di pagamento è scaduto il 17 ottobre. Il pregresso di AMGA Genova era di poco più di 8 milioni di Euro per capitale e di 8.844.000 Euro per interessi; AEM Torino, invece, 33.358 Euro per interessi e 25.579.000 per capitale, per un importo complessivo, tra capitale ed interessi, di 75 milioni di Euro. Mentre prima, dei 59 milioni, 2 erano dovuti ad AEM e il resto ad AMGA, in questo caso c'è una situazione, per AEM, superiore a quella di AMGA. Il totale è di 74 milioni di Euro di onere complessivo per AMGA e di più di 60 milioni di Euro per AEM, per un totale di 135.747.359, di cui 71 milioni di capitale e 64 di interessi. Attraverso questo nuovo prelievo, FederUtility e le principali società quotate hanno manifestato la loro protesta e la loro profonda preoccupazione per le conseguenze sulla gestione. A tal proposito, lettere di IRIDE ed ACEA al Presidente del Consiglio e all'Onorevole Letta e una serie di comunicati prendono posizione sull'argomento dell'intera società. Nei confronti dei nuovi accertamenti sono state e saranno attivate iniziative di contrasto, analoghe a quelle predisposte avverso i precedenti, ossia sia il ricorso alle sedi delle Commissioni tributarie e provinciali e la richiesta di deferimento alla Corte Costituzionale delle disposizioni dell'art. 24 del Decreto Legge n. 185/2008, che escludono rilevanza al condono tombale di cui si sono avvalse entrambe le Società AEM Torino e AMGA Genova. Sono in corso gli opportuni approfondimenti per verificare le possibilità di ricorrere in altre sedi, ad esempio nei confronti della Corte di Giustizia contro la sentenza del Tribunale di primo grado della Comunità Europea. Si precisa, inoltre, che non è stata accettata alcuna richiesta di sospensiva formulata dalle società coinvolte, per cui gli oneri di cui ho parlato ovviamente sono stati versati. L'impatto sul bilancio del 2009 nel Gruppo IRIDE è il seguente: considerando che, nel bilancio 2008, erano già stati accantonati 15 milioni di Euro e che gli interessi calcolati dall'Agenzia delle Entrate sono pari a circa 64 milioni (per questo motivo ho sempre distinto le due fattispecie), l'impatto sull'utile netto del bilancio consolidato del 2009 del Gruppo IRIDE è pari a 103 milioni di Euro. Non sono in grado di rispondere alla domanda se il dividendo, quest'anno, sarà distribuito o meno; ovviamente è una questione da approfondire, sia all'interno della società, sia nel rapporto coi soci. È certo che l'impatto sull'utile - e, quindi, anche sui dividendi - è significativo, visto che ha comportato un onere, nonostante i 15 milioni di riserva, di 103 milioni di Euro. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Chiedo la cortesia all'Assessore, così come ho fatto per l'interpellanza precedente, di avere il suo testo, non essendo riuscita a prendere appunti sulle date, sui percorsi e sui dati relativi alla vicenda. Abbiamo parlato di IRIDE, ma non abbiamo parlato di SMAT: vorrei sapere se anche per SMAT sia la stessa cosa. La risposta del Vicesindaco mi ha illuminata su un aspetto: proprio mentre in Senato si sta discutendo il famoso articolo 15 (quello che imporrà la gestione privata dei servizi pubblici locali, imponendo ai servizi pubblici stessi di cambiare le loro modalità di gestione), qui si attua una sorta di "azione a saccheggio" degli utili. Mi chiedo: quando tutto sarà messo sul mercato, probabilmente questa operazione non sarà più possibile o non sarà più conveniente, visto che, come vuole il Governo, saranno gestori privati ad occuparsi dei servizi pubblici. Analizzando le cose dal punto di vista storico, mi è balenata l'idea che la storia di questo percorso possa indicare il fatto che, prima di liberalizzare e privatizzare definitivamente, in qualche maniera, sia mosso un attacco corposo alle società che erano pubbliche, con un introito notevole per lo Stato. L'Assessore, infatti, ha lasciato intendere che questa sia l'interpretazione data dal Governo, secondo quanto riferito dalla Commissione Europea, mettendo in luce il fatto che IRIDE si ritrova ad avere 103 milioni di Euro in meno sugli utili di quest'anno. Mi chiedo: possiamo noi consentire che i servizi pubblici locali, che sono - io credo - beni comuni dei cittadini, possano essere esposti a questi capricci del mercato, che impediscono di fatto una visione strategica di lungo periodo? Quando è stata creata la S.p.A., infatti, non ci si immaginava tutto questo: c'è stato, cioè, un deficit di visione strategica di cui bisogna, in qualche modo, tenere conto. Dopo, c'è stato un nuovo deficit di visione strategica, perché quando è stata creata IRIDE e quando, in un secondo momento, c'è stata la fusione IRIDE-Enìa, questi aspetti (che, comunque, rappresentano per una società un onere ed anche un danno pesante, visto che si tratta di 103 milioni di Euro di "multa", non so se sia corretto chiamarla così) non erano prevedibili. A mio modo di vedere, tutto ciò deve insegnarci che, nel momento in cui ci occupiamo del futuro dei servizi pubblici, dobbiamo stare molto attenti alle soluzioni che mettiamo in campo, perché l'esperienza insegna che siamo andati incontro a rischi che hanno determinato il pagamento di prezzi molto salati e che ci hanno portato all'impossibilità di ottenere quei benefici che erano stati ventilati come tali per i bilanci comunali: evidentemente, infatti, se vengono pagati 103 milioni di Euro, non saranno distribuiti quei dividendi che la Città di Torino si aspettava. Non chiedo che questa interpellanza sia discussa in Commissione, perché stiamo ancora aspettando di conoscere sia le vicende relative alla discussione parlamentare sull'articolo 15, sia la vicenda specifica. L'insegnamento che traggo dalla vicenda è che bisogna avere una grande prudenza nell'esporre ai rischi del mercato quelli che sono servizi fondamentali per i cittadini. COPPOLA Michele (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa. |