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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 4 Novembre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 4
INTERPELLANZA 2009-06454
"EX MUNICIPALIZZATE - MORATORIA FISCALE" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SILVESTRINI, CASSANO E FERRANTE IN DATA 8 OTTOBRE 2009.
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200906454/002, presentata in
data 8 ottobre 2009, avente per oggetto:
"Ex Municipalizzate - Moratoria fiscale"

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola, per la risposta, al Vicesindaco.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
La questione è molto complessa e richiederebbe un tempo maggiore rispetto a quello
previsto dall'interpellanza: credo, in ogni caso, di poter essere esauriente nella mia
risposta.
Com'è noto, il problema nasce dall'assunzione, da parte del Governo Italiano, di un
quadro legislativo che favoriva una parziale privatizzazione dei servizi pubblici
locali.
Nel 2003, la Commissione Europea contestò quell'atto, poiché considerava i servizi
pubblici locali aiuti di stato, e pregò il Governo Italiano di recuperare le somme.
Dopo ampia discussione, nel 2007, ci fu un primo esborso, da parte di IRIDE, di
4.842.466 Euro all'Agenzia delle Entrate, con ricorso immediato avverso la
decisione della Commissione Europea, in sede di Tribunale di primo grado.
Dopo la sentenza negativa del Tribunale, lo Stato italiano non ha proposto ricorso in
appello davanti alla Corte di Giustizia, rinunciando a difendere in tutte le sedi la
legittimità della propria legislazione.
Successivamente, l'11 novembre 2008, la Commissione Europea comunicò che il
primo esborso non era sufficiente. A quel punto, furono rifatti i conti, prendendo in
considerazione gli anni interessati dalla moratoria, tra il 1996 e il 1999, ed emerse la
necessità di un ulteriore esborso, da parte di AEM e AMGA, di 59.955.127 Euro,
risorse poi pagate, nel maggio 2009, da IRIDE (anche in questo caso, ovviamente, fu
presentato ricorso).
Il 2 ottobre 2009, sulla base del fatto che il Governo riferisce che Bruxelles non
ritiene adeguato l'andamento della vicenda, si è riaperta la questione, con avvisi di
accertamento relativi alle posizioni distinte di AEM Torino e AMGA Genova, il cui
termine di pagamento è scaduto il 17 ottobre.
Il pregresso di AMGA Genova era di poco più di 8 milioni di Euro per capitale e di
8.844.000 Euro per interessi; AEM Torino, invece, 33.358 Euro per interessi e
25.579.000 per capitale, per un importo complessivo, tra capitale ed interessi, di 75
milioni di Euro. Mentre prima, dei 59 milioni, 2 erano dovuti ad AEM e il resto ad
AMGA, in questo caso c'è una situazione, per AEM, superiore a quella di AMGA. Il
totale è di 74 milioni di Euro di onere complessivo per AMGA e di più di 60 milioni
di Euro per AEM, per un totale di 135.747.359, di cui 71 milioni di capitale e 64 di
interessi.
Attraverso questo nuovo prelievo, FederUtility e le principali società quotate hanno
manifestato la loro protesta e la loro profonda preoccupazione per le conseguenze
sulla gestione. A tal proposito, lettere di IRIDE ed ACEA al Presidente del Consiglio
e all'Onorevole Letta e una serie di comunicati prendono posizione sull'argomento
dell'intera società.
Nei confronti dei nuovi accertamenti sono state e saranno attivate iniziative di
contrasto, analoghe a quelle predisposte avverso i precedenti, ossia sia il ricorso alle
sedi delle Commissioni tributarie e provinciali e la richiesta di deferimento alla Corte
Costituzionale delle disposizioni dell'art. 24 del Decreto Legge n. 185/2008, che
escludono rilevanza al condono tombale di cui si sono avvalse entrambe le Società
AEM Torino e AMGA Genova. Sono in corso gli opportuni approfondimenti per
verificare le possibilità di ricorrere in altre sedi, ad esempio nei confronti della Corte
di Giustizia contro la sentenza del Tribunale di primo grado della Comunità Europea.
Si precisa, inoltre, che non è stata accettata alcuna richiesta di sospensiva formulata
dalle società coinvolte, per cui gli oneri di cui ho parlato ovviamente sono stati
versati.
L'impatto sul bilancio del 2009 nel Gruppo IRIDE è il seguente: considerando che,
nel bilancio 2008, erano già stati accantonati 15 milioni di Euro e che gli interessi
calcolati dall'Agenzia delle Entrate sono pari a circa 64 milioni (per questo motivo
ho sempre distinto le due fattispecie), l'impatto sull'utile netto del bilancio
consolidato del 2009 del Gruppo IRIDE è pari a 103 milioni di Euro.
Non sono in grado di rispondere alla domanda se il dividendo, quest'anno, sarà
distribuito o meno; ovviamente è una questione da approfondire, sia all'interno della
società, sia nel rapporto coi soci.
È certo che l'impatto sull'utile - e, quindi, anche sui dividendi - è significativo, visto
che ha comportato un onere, nonostante i 15 milioni di riserva, di 103 milioni di
Euro.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
Chiedo la cortesia all'Assessore, così come ho fatto per l'interpellanza precedente, di
avere il suo testo, non essendo riuscita a prendere appunti sulle date, sui percorsi e
sui dati relativi alla vicenda.
Abbiamo parlato di IRIDE, ma non abbiamo parlato di SMAT: vorrei sapere se
anche per SMAT sia la stessa cosa. La risposta del Vicesindaco mi ha illuminata su
un aspetto: proprio mentre in Senato si sta discutendo il famoso articolo 15 (quello
che imporrà la gestione privata dei servizi pubblici locali, imponendo ai servizi
pubblici stessi di cambiare le loro modalità di gestione), qui si attua una sorta di
"azione a saccheggio" degli utili.
Mi chiedo: quando tutto sarà messo sul mercato, probabilmente questa operazione
non sarà più possibile o non sarà più conveniente, visto che, come vuole il Governo,
saranno gestori privati ad occuparsi dei servizi pubblici. Analizzando le cose dal
punto di vista storico, mi è balenata l'idea che la storia di questo percorso possa
indicare il fatto che, prima di liberalizzare e privatizzare definitivamente, in qualche
maniera, sia mosso un attacco corposo alle società che erano pubbliche, con un
introito notevole per lo Stato. L'Assessore, infatti, ha lasciato intendere che questa
sia l'interpretazione data dal Governo, secondo quanto riferito dalla Commissione
Europea, mettendo in luce il fatto che IRIDE si ritrova ad avere 103 milioni di Euro
in meno sugli utili di quest'anno.
Mi chiedo: possiamo noi consentire che i servizi pubblici locali, che sono - io credo -
beni comuni dei cittadini, possano essere esposti a questi capricci del mercato, che
impediscono di fatto una visione strategica di lungo periodo? Quando è stata creata la
S.p.A., infatti, non ci si immaginava tutto questo: c'è stato, cioè, un deficit di visione
strategica di cui bisogna, in qualche modo, tenere conto. Dopo, c'è stato un nuovo
deficit di visione strategica, perché quando è stata creata IRIDE e quando, in un
secondo momento, c'è stata la fusione IRIDE-Enìa, questi aspetti (che, comunque,
rappresentano per una società un onere ed anche un danno pesante, visto che si tratta
di 103 milioni di Euro di "multa", non so se sia corretto chiamarla così) non erano
prevedibili.
A mio modo di vedere, tutto ciò deve insegnarci che, nel momento in cui ci
occupiamo del futuro dei servizi pubblici, dobbiamo stare molto attenti alle soluzioni
che mettiamo in campo, perché l'esperienza insegna che siamo andati incontro a
rischi che hanno determinato il pagamento di prezzi molto salati e che ci hanno
portato all'impossibilità di ottenere quei benefici che erano stati ventilati come tali
per i bilanci comunali: evidentemente, infatti, se vengono pagati 103 milioni di Euro,
non saranno distribuiti quei dividendi che la Città di Torino si aspettava.
Non chiedo che questa interpellanza sia discussa in Commissione, perché stiamo
ancora aspettando di conoscere sia le vicende relative alla discussione parlamentare
sull'articolo 15, sia la vicenda specifica.
L'insegnamento che traggo dalla vicenda è che bisogna avere una grande prudenza
nell'esporre ai rischi del mercato quelli che sono servizi fondamentali per i cittadini.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
L'interpellanza è discussa.
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