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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 4 Novembre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 17

Comunicazioni del Sindaco su "Grattacielo Intesa-San Paolo"
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Sindaco per le comunicazioni relative al grattacielo Intesa-Sanpaolo.

SINDACO
Sono grato a coloro che hanno chiesto queste comunicazioni, intanto perché mi
permettono di recuperare il ritardo, che spero sia perdonabile, dovuto al fatto che, in
questi giorni, sono stato molto impegnato ad approfondire la proposta del Consigliere
Ghiglia circa il nuovo metodo per contrastare gli eventi invernali: l'argomento ci ha
tenuto molto impegnati e, anche in relazione a quanto accaduto a Pechino, abbiamo
cercato di approfondire il problema anche con degli esperti. Inoltre - e spero che il
Consigliere Ghiglia me ne dia atto - ho dovuto lavorare molto per contenere le
prevedibili e legittime proteste dei vari "fa fiuchè" che, com'è noto, pullulano
nell'arena pubblica torinese.
Sono grato, quindi, per questa possibilità avuta, così come sono grato per il fatto di
poter precisare, in risposta alle affermazioni di stamattina del Consigliere Ravello e a
quelle, dell'altro giorno, del Consigliere Cerutti, la nostra posizione sulla questione
del grattacielo Sanpaolo.
Devo dire che trovo un po' stupefacente che, anche su organi di stampa di un
notevole peso nella nostra città, si riprenda una discussione che, in sostanza, è chiusa.
Ovviamente - ci mancherebbe altro - tutte le opinioni sono legittime, libere ed anche
utili. Le opinioni possono essere motivate da molte ragioni: dalla via di residenza,
dall'idea che si ha della città e dal gusto architettonico. È tutto legittimo. Come dice
qualcuno, con fare più o meno dietrologico, si può anche essere motivati da non
meglio precisati scontri, che avrebbero a che vedere con i rapporti fra banca e
azionisti della Banca Intesa-Sanpaolo. Ma tutto questo non tocca il fatto che, per quel
che riguarda il grattacielo direzionale di Intesa-Sanpaolo, il nostro programma vada
avanti esattamente come questa assemblea l'ha approvato.
So che, all'attenzione della Commissione, c'è il Piano Esecutivo Convenzionato con
allegata la Valutazione Ambientale e Strategica: questo consentirà ulteriori ed
eventuali modifiche, che rientrano in ambiti tecnici ben definiti e che non mettono
minimamente in discussione né le regole, né le scelte di fondo fatte a suo tempo dal
Consiglio Comunale.
Aggiungo che l'intero piano riguardante i grattacieli prosegue.
Domani, a Roma, su mia delega, la dottoressa Paola Virano firmerà con Ferrovie e
con la Regione l'accordo di programma per la costruzione del grattacielo in zona
Lingotto (zona ex FIAT Avio, per capirci); com'è noto, su iniziativa di un investitore
privato, è già in via di progettazione il grattacielo (di cui l'architetto Benedetto
Camerana è uno dei progettisti) nell'Area ex Materferro, all'inizio della Spina. Mi
auguro che presto, nonostante le comprensibili difficoltà (causate dalla crisi) degli
investitori privati, qualche privato riprenda in mano il progetto della torre gemella
del grattacielo di Intesa-Sanpaolo, quella sull'altro lato di Corso Bolzano, perché in
questo modo, si definirebbe il progetto della Spina Centrale, il progetto elaborato e
contenuto a suo tempo nel Piano Regolatore degli architetti Gregotti e Cagnardi.
Non c'è, quindi, alcun cambiamento di programma; né, tanto meno, c'è un
cambiamento di opinione da parte mia.
Ritengo del tutto normale e legittimo che, su una materia come questa, ci siano
opinioni diverse provenienti anche da chi, poi, fa parte della medesima squadra per
quel che riguarda il governo della nostra Città.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Ricordo ai Consiglieri che ogni singolo Gruppo può intervenire per cinque minuti.
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Innanzitutto ricambio la sua gratitudine, signor Sindaco: lei è stato grato a noi e noi
siamo grati a lei, prima di tutto, per aver voluto approfondire la proposta del
Consigliere Ghiglia, dimostrando di aver imparato qualcosa dalla scandalosa
impreparazione con la quale siete stati incapaci di gestire le nevicate dell'anno
scorso, e soprattutto per averci così risparmiato la fatica di doverle comprare un'altra
scatola di sale e un'altra paletta da consegnarle dopo i prossimi eventi nevosi.
Le siamo anche grati per aver voluto rispondere alle nostre sollecitazioni rispetto al
tema, cioè rispetto a questa strana ed intempestiva riapertura di un dibattito che noi
stessi ritenevamo fosse chiuso, perché - come ho già ricordato - in democrazia capita
così: si discute, si approfondisce, si ridiscute e poi si vota e si decide. Una volta che
quella votazione e quella decisione è stata presa, ci pare alquanto inopportuno
riaprirla e riproporla.
Non ci siamo, però, potuti sottrarre a quello che ritenevamo un obbligo, quanto meno
politico: quello di chiamarla in causa.
Ciò che ci ha stupito, infatti, è che, ad esprimere perplessità rispetto all'opera non sia
stato un cittadino comune, ma un cittadino che, oltre a farle, qualche volta, da ghost
writer, fa anche il Presidente dell'organismo che è il primo azionista del gruppo
bancario che andrà con il grattacielo a rappresentare simbolicamente tutta la sua
potenza e tutta la centralità della città di Torino nel progetto di fusione tra Intesa e
San Paolo. Perché, guardi, se il 16 gennaio 2008 il Presidente del Comitato di
Gestione, il Presidente Salza, proprio in una delle sale di questo Comune, descriveva
il grattacielo parlandone come di una "bella cosa" (cito testualmente), è strano che,
ora, a distanza di meno di due anni, venga il Presidente della Compagnia a parlarne
come di una bestia strana che, più o meno come una banca, succhia energia e divora
risorse, senza poi ritrasmetterle al territorio.
Visto il rapporto che lega non tanto lei quanto la Città all'avvocato Benessia, il quale
ha rilasciato queste dichiarazioni la settimana scorsa (tra l'altro, nel corso di
un'iniziativa patrocinata e finanziata dal Comune di Torino), vista la vicinanza tra
questi due soggetti, tra noi e l'avvocato Benessia, mi pareva naturale conoscere - o
almeno chiedere di conoscere - il parere della Giunta e del capo della maggioranza,
che oggi non posso che riconoscere ci abbia rassicurato, confermando le posizioni
che aveva sostenuto, anche con forza e convinzione, ai tempi delle lunghe
discussioni e dei lunghi Consigli Comunali che portarono all'approvazione della
variante. Ne siamo lieti.
Siamo meno lieti di vedere che la Compagnia di San Paolo si preoccupa più di cose
che attualmente non le dovrebbero competere che di cose sulle quali vorremmo che
ci fosse una maggiore attenzione.
Approfittiamo, allora, di questa occasione per chiedere che cosa ne è delle promesse
relative ad un rilancio della banca, ad un rilancio dell'occupazione e ad un rilancio
della centralità della nostra città, rispetto alla funzionalità e agli equilibri del Gruppo
Intesa-Sanpaolo. Saremmo lieti se la Compagnia, invece di concentrarsi su un
argomento ormai chiuso ed ampiamente superato, dicesse alla Città di Torino che
cosa ha fatto e che cosa intende fare per garantire i livelli occupazionali nel territorio
della nostra città, per fare in modo di sollecitare una banca ad essere più vicina alle
esigenze e alle istanze dei correntisti, dei cittadini, delle imprese e delle aziende che
dalle banche dipendono in questo particolare momento storico. Questo vorremmo.
Credo che un'azione di moral suasion, come siete soliti dire voi anglofili, nei
confronti della Compagnia di San Paolo possa essere esercitata, approfittando di
questo confronto per il quale ancora la ringraziamo.
Cosa sarà, poi, del contenitore? Credo che sia un problema marginale. Mi preoccupa
di più conoscere che cosa sarà del contenuto, cioè di chi andrà ad insediarsi nel
grattacielo.
Per quanto riguarda il contenitore, sarò già ben tranquillo se mi si assicurerà che non
lo si chiamerà "Pala Chiamparino" o qualcosa di simile.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Ringrazio il Sindaco che, nel suo intervento, ha dato legittimità a posizioni che
possono essere articolate all'interno della sua maggioranza.
Crediamo che il dibattito di oggi non sia surreale, proprio perché è corretto che la
Città si interroghi su un'opera importante come il grattacielo Intesa-Sanpaolo,
essendo mutate le condizioni rispetto alle quali l'opera è stata decisa, e perché
quest'opera assume una valenza nel dibattito sullo sviluppo economico e territoriale
di Intesa-Sanpaolo, del distretto nord-ovest e anche del rapporto tra le città di Torino
e Milano.
Si tratta di un aspetto importante, che sta assumendo un rilievo importante sugli
organi di stampa, proprio perché c'è chi attribuisce a Torino quella dinamicità
(dovuta, forse, anche all'opera del nostro Sindaco) che Milano sembra non più avere.
È di oggi l'editoriale di Giangiacomo Schiavi, apparso su Il Corriere di Sera (credo
che il Sindaco l'abbia letto), che propone un quadro impietoso della città meneghina
che, di fronte alla sfida dell'EXPO, si presenta con liti, immobilismo e buchi di
bilancio. In questo contesto, Torino deve giocare non una partita di rimessa, ma di
rilancio nei confronti di Milano e nei confronti di tutto il Paese, quindi anche nei
rapporti interni ad Intesa-Sanpaolo, dove non è scontato il rapporto di sudditanza di
Torino.
In questo dibattito, si inserisce il tema del grattacielo, su cui - come ha ricordato il
Sindaco - abbiamo già deciso, ma che è ancora sottoposto al giudizio del Consiglio
Comunale per quanto riguarda la Valutazione Ambientale Strategica, che abbiamo
fortemente voluto (e non soltanto per considerazioni di carattere ideologico) e che
riteniamo debba essere esaminata, anche perché deliberata dalla Giunta Comunale
soltanto martedì scorso.
In questo contesto, non potevamo far passare sotto silenzio le affermazioni di Angelo
Benessia, Presidente della Compagnia di San Paolo, maggiore azionista di Intesa-
Sanpaolo. Voglio ricordare le sue parole, così come le ho lette sugli organi di
stampa: "Il grattacielo sarebbe una bestia strana, che costa tanto, che mangia energia
e che, come tutti i grattacieli, dopo un certo numero di anni deve essere abbattuto e
rifatto". Credo che banalizzi chi, in queste affermazioni, vuole vedere uno schiaffo di
Angelo Benessia al Presidente Salza. Credo, piuttosto, così come ho già scritto
nell'intervento ricordato dal Sindaco, che queste affermazioni rispecchino una
torinesità e una concretezza, che vorrebbero che la nostra Città contasse di più
rispetto a Milano, all'interno del polo bancario, nei fatti e nell'organizzazione, e non
soltanto simbolicamente, con un grattacielo nel quale a me, a differenza del
Consigliere Ravello, interessa che cosa ci sarà dentro (non mi interessa soltanto il
contenitore, mi interessa anche il contenuto), anche perché quest'opera,
paradossalmente, potrebbe rischiare di essere il simbolo di un potere che, a Torino,
non c'è più.
Le parole di Angelo Benessia riflettono anche le difficoltà di questo periodo.
Ricordo che il dottor Modiano ci aveva fatto intravedere il fatto che, all'interno del
grattacielo, ci sarebbe stato il suo ufficio: in realtà, però, come già ricordato, la
Banca dei Territori non ha bisogno di concentrazioni in un unico edificio, dato che
trova la sua forza nelle filiali. Nel frattempo, oltre a questi aspetti di carattere
organizzativo all'interno di Intesa-Sanpaolo, è intervenuta la crisi economica.
Proprio in base a queste riflessioni, credo che varrebbe la pena ripensare l'opera in
una direzione più sostenibile dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed
economico, come ci sembra di intravedere dalle parole di Angelo Benessia. Non si
tratta di annullare la costruzione di un edificio che diviene un punto di riferimento a
Torino per Intesa-Sanpaolo; si tratta, piuttosto, di adattarlo allo spirito dei tempi,
dove i grattacieli non rappresentano più né la sostenibilità, né la modernità.
Non chiediamo di rinnegare le scelte fatte, ma di avere la capacità di rivederle.
Non ci sfugge che siano in gioco i rapporti di potere all'interno di Intesa-Sanpaolo,
ma il nostro auspicio è che si possa ragionare anche su come sia possibile investire
meglio ingenti risorse finanziarie sul territorio torinese in un momento di crisi. In
particolare, sarebbe interessante ragionare maggiormente sulle politiche della
Compagnia di San Paolo, che vorremmo fossero più innovative.
Concludo, dicendo che questa innovazione potrebbe essere efficacemente
rappresentata - non me ne voglia, signor Sindaco - dal fatto che noi vorremmo
contrapporre, alla New York dei grattacieli del primo Novecento, il BedZED, il
quartiere Beddington Zero Energy Development, a sud di Londra, il primo quartiere
totalmente ecologico ed ecocompatibile, a zero emissioni di anidride carbonica.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Domenico Gallo.

GALLO Domenico
Personalmente mi sono astenuto sia sulla deliberazione di adozione per la
realizzazione del grattacielo, sia sulla deliberazione di approvazione.
Devo dire che, da un lato, mantengo la posizione di condivisione sull'utilità di
un'opera sul cui futuro bisognerà poi aspettare il momento in cui sarà realizzata;
dall'altro, mantengo le perplessità rispetto ad un'opera che è prevista dal Piano
Regolatore, ma che risulta più alta rispetto alle previsioni del Piano stesso, un'opera
che ha poco a che fare con la struttura urbanistica della città e che stride un po' con
gli aspetti paesaggistici. Queste sono le perplessità che ho sempre manifestato: in
ogni caso, l'Amministrazione Comunale, dopo un ampio dibattito all'interno della
coalizione, a maggioranza, ha fatto una scelta, scelta sulla quale la Città dovrà
cimentarsi.
Francamente, mi interessano poco le polemiche del centrodestra, né mi interessano le
beghe dei gruppi di potere, cioè gli scontri all'interno del gruppo dirigente di Intesa-
Sanpaolo o dello scontro Torino-Milano: credo, invece, che l'Amministrazione
Comunale debba fare attenzione ad alcuni aspetti molto importanti.
Il grattacielo sarà realizzato e, in quel caso, credo che l'obiettivo della Città dovrà
essere quello di fare in modo che il grattacielo rappresenti un volano di sviluppo.
Uno degli aspetti che mi interessa maggiormente è il mantenimento della
destinazione d'uso dell'opera e il fatto di portare lavoro ai cittadini torinesi: non
ricordo bene, ma mi pare che il vincolo (che abbiamo posto con un emendamento del
Consigliere Cerutti, sottoscritto anche da me) fosse un vincolo decennale. Mi
interessa, quindi, che sia rispettato il vincolo decennale rispetto alla destinazione
d'uso dell'opera: poiché l'opera, oggi, è destinata a collocare, al suo interno, settori
della banca (quindi impiegati di Intesa-Sanpaolo), non vorremmo, poi, che l'opera
fosse utilizzata per altri obiettivi. Credo che una parte dello schieramento della
coalizione abbia fatto bene, all'epoca, a porre quel vincolo.
Penso anche al mantenimento del livello occupazionale dei lavoratori di Intesa-
Sanpaolo e penso ad un altro aspetto che non bisognerà sottovalutare, gli effetti
dell'opera sulle aree circostanti al grattacielo: penso a quale impatto avrà la
questione della viabilità sul quartiere, penso al problema dei parcheggi e al problema
degli effetti positivi sul commercio della zona. Credo che la Città debba porre
massima attenzione a questi aspetti, perché, se così sarà, il grattacielo rappresenterà
un importante volano di sviluppo; se, invece, il grattacielo sarà utilizzato soltanto per
gli interessi di un gruppo di potere, il discorso cambierà totalmente.
Credo che il compito politico di questa Amministrazione sia quello di fare in modo
che sia mantenuto il vincolo di destinazione d'uso dell'opera, per poter avere effetti
positivi sulle zone circostanti, sul commercio, sulla viabilità e sul riassetto dei
quartieri interessati.
Questo è il compito politico che abbiamo: le beghe di potere interessano soltanto a
chi vuole fare continue polemiche sulle vicende di questa città, polemiche che non
portano da nessuna parte, nonostante gli spazi dati alla notizia stamattina dagli organi
di informazione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Goffi.

GOFFI Alberto
Sarò molto breve, perché non vorrei che oggi fosse rifatta, sul grattacielo, la stessa
discussione che ha già occupato mesi e mesi.
Il Sindaco ci ha rassicurati, in modo - credo - esaustivo; se, però, mi è consentito,
non posso non sottolineare che le dichiarazioni di Benessia abbiano suonato un po'
come una nota stonata, anche perché il grattacielo è stato equiparato ad uno spreco di
energia (perlomeno, il concetto emerso da queste dichiarazioni è che il grattacielo sia
uno spreco), quando invece credo che questo Consiglio Comunale si sia espresso in
modo molto chiaro, nel momento in cui ha detto che il grattacielo rappresenta
un'opportunità per la città, un'opportunità a prescindere (e mi rivolgo al Consigliere
Cerutti).
Anche il Consigliere Gallo - e mi compiaccio di questa sua conversione - ha detto
che il grattacielo può essere una grande opportunità di lavoro, un volano economico
per la nostra città.
Per me il grattacielo è un'opportunità a prescindere.
Poiché l'avvocato Benessia - e poi concludo il mio intervento, perché ho detto che
sarei stato breve - interviene su una materia già chiusa, deliberata ed archiviata da
questo Consiglio Comunale, mi viene la tentazione di fare alcune valutazioni su
come siano spesi i soldi della Compagnia di San Paolo; se lui, infatti, interviene su
una materia del Consiglio Comunale chiusa, deliberata ed archiviata, riaprendola
(non so con quale legittimazione) o tentando di riaprirla, non vorrei, anch'io, andare
a fare un esame ai raggi X su come siano effettivamente spesi i soldi della
Compagnia di San Paolo e, magari, individuare - dico "magari" - qualche spreco
anche da quelle parti.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Personalmente sono grato al Sindaco non a prescindere, ma perché, con questo
intervento, mi ha comunque sollevato da una preoccupazione, dalla preoccupazione
di doverci trovare, fra qualche settimana, a discutere del parcheggio di Piazza San
Carlo o della chiusura del Quadrilatero Romano (ho avuto, per un attimo, il timore di
ritrovarmi, fra poco, a dover affrontare deliberazioni di questo tipo).
Non entro, in questo momento, sul merito della Valutazione Ambientale Strategica e
su quanto dobbiamo ancora approvare: quando arriveranno gli atti, ne discuteremo.
Ora, sono sollevato dalla preoccupazione che dicevo prima, la preoccupazione cioè
che il dibattito politico si concentri in maniera così retrospettiva, anziché su questioni
attuali, su questioni già affrontate, la preoccupazione che i nostri quotidiani locali
prestino molta attenzione a questioni che quest'Aula ha già affrontato con serietà,
approfondimento e confronto.
Mi riservo di intervenire sulla vicenda San Paolo nel momento in cui affronteremo,
così come ci siamo impegnati a fare, nelle sedi opportune, a partire dalla Conferenza
dei Capigruppo, le scelte della Fondazione rispetto alle scelte della Compagnia.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Presidente, mi permetta di dire poche parole sulla parte iniziale dell'intervento del
Sindaco: anch'io, in questi due giorni, ho riflettuto sulla questione "neve". Dopo le
mie riflessioni, ho detto al Consigliere Ghiglia che esiste una soluzione meno costosa
e più rapida: le sue dimissioni, Presidente. Se lei si dimette da Presidente del
Consiglio, nevica e non c'è più bisogno dei cannoni. Possiamo percorrere questa
strada, non c'è bisogno dei cinesi: è una strada rapida e che costa meno. Se lei decide
di dimettersi questa sera, possiamo addivenire ad una nuova elezione.
Al di là delle battute, mi fa piacere che il Sindaco, oltre ad essere riuscito, in passato,
a far decollare gli aerei, adesso sia anche un tour operator, perché, dall'aereo fa
incoming sulla città: lo apprezzo molto, perché invita a guardare quanto sia bella la
città.
Quando ho richiesto queste comunicazioni, ero convinto della risposta del Sindaco,
che ho apprezzato, con tutto il rispetto degli interlocutori intervenuti sul giornale,
soprattutto dei Consiglieri, ma anche, per rispetto, del Presidente della Compagnia
San Paolo.
L'ho presa come una battuta alla dialettica all'interno della Città, ma non ho mai
pensato che potesse mettere in discussione quanto deciso dal Consiglio Comunale e
quanto portato avanti con determinazione dal Sindaco. Ci voleva questa conferma.
Può sembrare un dibattito inutile e in parte lo è; per questo motivo, abbiamo fatto
digressioni simpatiche per fare qualche battuta, che può essere simpatica o meno.
Non penso che il vero problema sia quanto dice Benessia, che può interessarmi sul
piano politico, culturale, del confronto, ma va bene tutto; poi ha ragione il
Consigliere Goffi e hanno ragione altri quando dicono: "Forse è meglio che Benessia
si occupi bene di quanto deve in rappresentanza di tutta la Città".
Penso che abbia ragione il Consigliere Gallo quando dice che sia confermata la
mission di questo grattacielo, quindi la destinazione d'uso, il livello occupazionale e
confermato, io dico, la possibilità del riequilibrio tra Torino e Milano, perché
rimango dell'idea che non abbiamo fatto una fusione, ma siamo stati inglobati in
Intesa.
So che questa è un'idea non condivisa da tutti. Penso che il grattacielo, e non solo,
possa riequilibrare il rapporto tra Torino e Milano, quindi non posso che dichiararmi
soddisfatto della risposta del Sindaco.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non si preoccupi, nevicherà lo stesso, basta avere pazienza e la stagione della neve
arriverà.
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Immagino che si stesse parlando delle sue alquanto improbabili dimissioni, ma detto
ciò non voglio entrare più di tanto nel discorso che ha iniziato anche il Sindaco.
A me la neve piace, ma nel contempo mi piace e mi piacerebbe continuare a vedere
dalla collina l'arco delle Alpi, come l'ho sempre visto fin da bambino, quindi per
questo a me dispiace veramente, caro Sindaco, che lei non abbia cambiato idea. Ho
firmato anche io le comunicazioni, nonostante fossi l'unico fra i richiedenti ad aver
votato contro questa deliberazione, proprio perché speravo che magari quest'asse
Benessia-Sindaco si stesse ravvedendo sulla posizione del grattacielo. Così non è
stato, il Sindaco è stato molto chiaro.
Me ne dolgo e non condivido le parole di Benessia. Mi sembra che una persona del
suo livello pubblicamente dovrebbe sempre soppesare le parole, ma non capita in
tutti i casi. Non riesco a capire questa uscita. È un grattacielo che già prima
dell'inizio della costruzione fa sorgere dubbi sulla sua utilità, sul rapporto
spesa/benefici. Vorrò vedere alla fine cosa capiterà, quando sarà purtroppo edificato.
Mi lascia perplesso comunque, ma non entro più di tanto nel discorso. Sono molto
terra terra, delle banche conosco molto poco, se non il bruttissimo rapporto che c'è
normalmente fra cittadino comune e banca nel fatto che loro ti fanno sempre pesare i
pochi soldi che ti danno e naturalmente ti prendono molto facilmente i tuoi quando
hai qualche debito.
Ho sentito in quest'Aula le posizioni di alcuni gruppi politici, ma non voglio fare
assolutamente polemica. Mi sembra che ci siano dei gruppi che basano ormai la
posizione politica all'interno del Consiglio Comunale con il "sì", "no", "forse", "può
darsi". Cioè va sempre bene tutto, l'importante è stare su queste poltrone, è stare
sotto il cappello e l'ombrello del Sindaco Chiamparino, perché naturalmente non
bisogna permettersi di andare in opposizione.
Detto ciò, termino perché non mi entusiasma così tanto questo discorso. Avevo una
piccola speranza, me l'aveva già... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Si può
andare all'opposizione e tenersi la stessa poltrona. Lei ha ragione, effettivamente
ormai in questa ultima tornata di Consiglio Comunale ci sono varietà di posizioni e
di posizionamenti che forse non si erano mai visti prima, anche senza il "forse".
Comunque termino, perché non mi appassiona questo dibattito. Lei aveva già
risposto, ahimè, non lo sapevamo, ma ha risposto stamattina con un piccolo trafiletto
su Repubblica, in cui già diceva che non aveva cambiato idea. Bene, ai posteri
l'ardua sentenza - come si dice -, fra qualche anno torneremo magari qua e, se lei
accetterà, faremo un dibattito sull'utilità di questo grattacielo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Sindaco, per una breve replica.

SINDACO
Intervengo solo per chiarire che, pur avendo grandissimo rispetto per l'avvocato
Benessia, non sono d'accordo con quanto ha detto. Anche se capisco che avendo
risposto a una domanda può avere fatto prevalere le sue considerazioni culturali, di
valutazione architettonica, sulla sua idea di città rispetto ad altre considerazioni più
direttamente legate al ruolo che svolge, però non le condivido. È legittimo, credo non
ci sia niente di male.
Quindi non solo per questo, ma perché sulla questione grattacielo Sanpaolo si è
espressa quest'Aula, non mi sono espresso io, non cambia nulla, se non ciò che è
legittimo cambiare nell'ambito delle documentazioni che dovete ancora esaminare,
valutare e approvare. Quindi, se ci sono questioni che stando al PEC e alla
valutazione ambientale strategica dovranno essere modificate, saranno poste
all'attenzione di quest'Aula.
Seconda considerazione. Non avrei replicato, c'è però una questione seria che vorrei
proporvi, perché se qualcuno ha l'idea che il grattacielo sia lo scambio per avere fatto
la fusione Intesa-Sanpaolo, secondo me è sbagliata ed anche un po' peregrina di
come stiamo all'interno di questa operazione, perché non l'ho mai concepito così, ma
come una scelta di una banca che diventa più grande, che si fonde, che sente
l'esigenza di razionalizzare le proprie strutture direzionali in una delle due città e fa
una scelta, opinabile finché si vuole dal punto di vista architettonico. Non apro qui la
discussione ambientale, perché non ho la minima competenza. Abbiamo letto
Benedetto Camerana, abbiamo sentito Renzo Piano che ci ha spiegato come il valore
di quell'opera è esattamente quella ambientale, quindi si discuta, però, in questo
momento è una decisione che considero fatta autonomamente da una banca, che nulla
ha a che vedere con gli assetti del nuovo Gruppo Intesa-Sanpaolo nato dalla fusione.
Per questa ragione, non capisco quanto dice il Consigliere Cerutti che una vera
dimostrazione di torinesità volta a far pesare di più Torino nella fusione è quella di
rivedere la scelta sul grattacielo. Perché non è una questione che ha a che vedere con
la fusione, neanche fare tre piani in più o cinque darebbe più peso a Torino in quella
fusione, meno che meno decidere di non farlo neanche.
Proprio perché siamo in una situazione di difficoltà economiche maggiori, vedo più
che mai importante invece farlo e farlo in tempi rapidi, perché è comunque uno dei
non tanti segni di trasformazione urbana che continua ad andare avanti e che mi
auguro faccia da traino per altre operazioni di trasformazione urbana che stanno nelle
linee del Piano Regolatore.
Comunque, se il Consiglio vuole fare una discussione sulle politiche della
Compagnia di Sanpaolo, le valutazioni sulla fusione Intesa-Sanpaolo, come sempre
sono disponibile nell'ambito delle nostre competenze e delle informazioni e delle
conoscenze che abbiamo. Questo era quanto mi interessava dare come ulteriore
disponibilità. Mi sembra sia chiaro qual è la linea su cui l'Amministrazione intende
muoversi.
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