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CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Sindaco per le comunicazioni relative al grattacielo Intesa-Sanpaolo. SINDACO Sono grato a coloro che hanno chiesto queste comunicazioni, intanto perché mi permettono di recuperare il ritardo, che spero sia perdonabile, dovuto al fatto che, in questi giorni, sono stato molto impegnato ad approfondire la proposta del Consigliere Ghiglia circa il nuovo metodo per contrastare gli eventi invernali: l'argomento ci ha tenuto molto impegnati e, anche in relazione a quanto accaduto a Pechino, abbiamo cercato di approfondire il problema anche con degli esperti. Inoltre - e spero che il Consigliere Ghiglia me ne dia atto - ho dovuto lavorare molto per contenere le prevedibili e legittime proteste dei vari "fa fiuchè" che, com'è noto, pullulano nell'arena pubblica torinese. Sono grato, quindi, per questa possibilità avuta, così come sono grato per il fatto di poter precisare, in risposta alle affermazioni di stamattina del Consigliere Ravello e a quelle, dell'altro giorno, del Consigliere Cerutti, la nostra posizione sulla questione del grattacielo Sanpaolo. Devo dire che trovo un po' stupefacente che, anche su organi di stampa di un notevole peso nella nostra città, si riprenda una discussione che, in sostanza, è chiusa. Ovviamente - ci mancherebbe altro - tutte le opinioni sono legittime, libere ed anche utili. Le opinioni possono essere motivate da molte ragioni: dalla via di residenza, dall'idea che si ha della città e dal gusto architettonico. È tutto legittimo. Come dice qualcuno, con fare più o meno dietrologico, si può anche essere motivati da non meglio precisati scontri, che avrebbero a che vedere con i rapporti fra banca e azionisti della Banca Intesa-Sanpaolo. Ma tutto questo non tocca il fatto che, per quel che riguarda il grattacielo direzionale di Intesa-Sanpaolo, il nostro programma vada avanti esattamente come questa assemblea l'ha approvato. So che, all'attenzione della Commissione, c'è il Piano Esecutivo Convenzionato con allegata la Valutazione Ambientale e Strategica: questo consentirà ulteriori ed eventuali modifiche, che rientrano in ambiti tecnici ben definiti e che non mettono minimamente in discussione né le regole, né le scelte di fondo fatte a suo tempo dal Consiglio Comunale. Aggiungo che l'intero piano riguardante i grattacieli prosegue. Domani, a Roma, su mia delega, la dottoressa Paola Virano firmerà con Ferrovie e con la Regione l'accordo di programma per la costruzione del grattacielo in zona Lingotto (zona ex FIAT Avio, per capirci); com'è noto, su iniziativa di un investitore privato, è già in via di progettazione il grattacielo (di cui l'architetto Benedetto Camerana è uno dei progettisti) nell'Area ex Materferro, all'inizio della Spina. Mi auguro che presto, nonostante le comprensibili difficoltà (causate dalla crisi) degli investitori privati, qualche privato riprenda in mano il progetto della torre gemella del grattacielo di Intesa-Sanpaolo, quella sull'altro lato di Corso Bolzano, perché in questo modo, si definirebbe il progetto della Spina Centrale, il progetto elaborato e contenuto a suo tempo nel Piano Regolatore degli architetti Gregotti e Cagnardi. Non c'è, quindi, alcun cambiamento di programma; né, tanto meno, c'è un cambiamento di opinione da parte mia. Ritengo del tutto normale e legittimo che, su una materia come questa, ci siano opinioni diverse provenienti anche da chi, poi, fa parte della medesima squadra per quel che riguarda il governo della nostra Città. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Ricordo ai Consiglieri che ogni singolo Gruppo può intervenire per cinque minuti. La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Innanzitutto ricambio la sua gratitudine, signor Sindaco: lei è stato grato a noi e noi siamo grati a lei, prima di tutto, per aver voluto approfondire la proposta del Consigliere Ghiglia, dimostrando di aver imparato qualcosa dalla scandalosa impreparazione con la quale siete stati incapaci di gestire le nevicate dell'anno scorso, e soprattutto per averci così risparmiato la fatica di doverle comprare un'altra scatola di sale e un'altra paletta da consegnarle dopo i prossimi eventi nevosi. Le siamo anche grati per aver voluto rispondere alle nostre sollecitazioni rispetto al tema, cioè rispetto a questa strana ed intempestiva riapertura di un dibattito che noi stessi ritenevamo fosse chiuso, perché - come ho già ricordato - in democrazia capita così: si discute, si approfondisce, si ridiscute e poi si vota e si decide. Una volta che quella votazione e quella decisione è stata presa, ci pare alquanto inopportuno riaprirla e riproporla. Non ci siamo, però, potuti sottrarre a quello che ritenevamo un obbligo, quanto meno politico: quello di chiamarla in causa. Ciò che ci ha stupito, infatti, è che, ad esprimere perplessità rispetto all'opera non sia stato un cittadino comune, ma un cittadino che, oltre a farle, qualche volta, da ghost writer, fa anche il Presidente dell'organismo che è il primo azionista del gruppo bancario che andrà con il grattacielo a rappresentare simbolicamente tutta la sua potenza e tutta la centralità della città di Torino nel progetto di fusione tra Intesa e San Paolo. Perché, guardi, se il 16 gennaio 2008 il Presidente del Comitato di Gestione, il Presidente Salza, proprio in una delle sale di questo Comune, descriveva il grattacielo parlandone come di una "bella cosa" (cito testualmente), è strano che, ora, a distanza di meno di due anni, venga il Presidente della Compagnia a parlarne come di una bestia strana che, più o meno come una banca, succhia energia e divora risorse, senza poi ritrasmetterle al territorio. Visto il rapporto che lega non tanto lei quanto la Città all'avvocato Benessia, il quale ha rilasciato queste dichiarazioni la settimana scorsa (tra l'altro, nel corso di un'iniziativa patrocinata e finanziata dal Comune di Torino), vista la vicinanza tra questi due soggetti, tra noi e l'avvocato Benessia, mi pareva naturale conoscere - o almeno chiedere di conoscere - il parere della Giunta e del capo della maggioranza, che oggi non posso che riconoscere ci abbia rassicurato, confermando le posizioni che aveva sostenuto, anche con forza e convinzione, ai tempi delle lunghe discussioni e dei lunghi Consigli Comunali che portarono all'approvazione della variante. Ne siamo lieti. Siamo meno lieti di vedere che la Compagnia di San Paolo si preoccupa più di cose che attualmente non le dovrebbero competere che di cose sulle quali vorremmo che ci fosse una maggiore attenzione. Approfittiamo, allora, di questa occasione per chiedere che cosa ne è delle promesse relative ad un rilancio della banca, ad un rilancio dell'occupazione e ad un rilancio della centralità della nostra città, rispetto alla funzionalità e agli equilibri del Gruppo Intesa-Sanpaolo. Saremmo lieti se la Compagnia, invece di concentrarsi su un argomento ormai chiuso ed ampiamente superato, dicesse alla Città di Torino che cosa ha fatto e che cosa intende fare per garantire i livelli occupazionali nel territorio della nostra città, per fare in modo di sollecitare una banca ad essere più vicina alle esigenze e alle istanze dei correntisti, dei cittadini, delle imprese e delle aziende che dalle banche dipendono in questo particolare momento storico. Questo vorremmo. Credo che un'azione di moral suasion, come siete soliti dire voi anglofili, nei confronti della Compagnia di San Paolo possa essere esercitata, approfittando di questo confronto per il quale ancora la ringraziamo. Cosa sarà, poi, del contenitore? Credo che sia un problema marginale. Mi preoccupa di più conoscere che cosa sarà del contenuto, cioè di chi andrà ad insediarsi nel grattacielo. Per quanto riguarda il contenitore, sarò già ben tranquillo se mi si assicurerà che non lo si chiamerà "Pala Chiamparino" o qualcosa di simile. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Ringrazio il Sindaco che, nel suo intervento, ha dato legittimità a posizioni che possono essere articolate all'interno della sua maggioranza. Crediamo che il dibattito di oggi non sia surreale, proprio perché è corretto che la Città si interroghi su un'opera importante come il grattacielo Intesa-Sanpaolo, essendo mutate le condizioni rispetto alle quali l'opera è stata decisa, e perché quest'opera assume una valenza nel dibattito sullo sviluppo economico e territoriale di Intesa-Sanpaolo, del distretto nord-ovest e anche del rapporto tra le città di Torino e Milano. Si tratta di un aspetto importante, che sta assumendo un rilievo importante sugli organi di stampa, proprio perché c'è chi attribuisce a Torino quella dinamicità (dovuta, forse, anche all'opera del nostro Sindaco) che Milano sembra non più avere. È di oggi l'editoriale di Giangiacomo Schiavi, apparso su Il Corriere di Sera (credo che il Sindaco l'abbia letto), che propone un quadro impietoso della città meneghina che, di fronte alla sfida dell'EXPO, si presenta con liti, immobilismo e buchi di bilancio. In questo contesto, Torino deve giocare non una partita di rimessa, ma di rilancio nei confronti di Milano e nei confronti di tutto il Paese, quindi anche nei rapporti interni ad Intesa-Sanpaolo, dove non è scontato il rapporto di sudditanza di Torino. In questo dibattito, si inserisce il tema del grattacielo, su cui - come ha ricordato il Sindaco - abbiamo già deciso, ma che è ancora sottoposto al giudizio del Consiglio Comunale per quanto riguarda la Valutazione Ambientale Strategica, che abbiamo fortemente voluto (e non soltanto per considerazioni di carattere ideologico) e che riteniamo debba essere esaminata, anche perché deliberata dalla Giunta Comunale soltanto martedì scorso. In questo contesto, non potevamo far passare sotto silenzio le affermazioni di Angelo Benessia, Presidente della Compagnia di San Paolo, maggiore azionista di Intesa- Sanpaolo. Voglio ricordare le sue parole, così come le ho lette sugli organi di stampa: "Il grattacielo sarebbe una bestia strana, che costa tanto, che mangia energia e che, come tutti i grattacieli, dopo un certo numero di anni deve essere abbattuto e rifatto". Credo che banalizzi chi, in queste affermazioni, vuole vedere uno schiaffo di Angelo Benessia al Presidente Salza. Credo, piuttosto, così come ho già scritto nell'intervento ricordato dal Sindaco, che queste affermazioni rispecchino una torinesità e una concretezza, che vorrebbero che la nostra Città contasse di più rispetto a Milano, all'interno del polo bancario, nei fatti e nell'organizzazione, e non soltanto simbolicamente, con un grattacielo nel quale a me, a differenza del Consigliere Ravello, interessa che cosa ci sarà dentro (non mi interessa soltanto il contenitore, mi interessa anche il contenuto), anche perché quest'opera, paradossalmente, potrebbe rischiare di essere il simbolo di un potere che, a Torino, non c'è più. Le parole di Angelo Benessia riflettono anche le difficoltà di questo periodo. Ricordo che il dottor Modiano ci aveva fatto intravedere il fatto che, all'interno del grattacielo, ci sarebbe stato il suo ufficio: in realtà, però, come già ricordato, la Banca dei Territori non ha bisogno di concentrazioni in un unico edificio, dato che trova la sua forza nelle filiali. Nel frattempo, oltre a questi aspetti di carattere organizzativo all'interno di Intesa-Sanpaolo, è intervenuta la crisi economica. Proprio in base a queste riflessioni, credo che varrebbe la pena ripensare l'opera in una direzione più sostenibile dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed economico, come ci sembra di intravedere dalle parole di Angelo Benessia. Non si tratta di annullare la costruzione di un edificio che diviene un punto di riferimento a Torino per Intesa-Sanpaolo; si tratta, piuttosto, di adattarlo allo spirito dei tempi, dove i grattacieli non rappresentano più né la sostenibilità, né la modernità. Non chiediamo di rinnegare le scelte fatte, ma di avere la capacità di rivederle. Non ci sfugge che siano in gioco i rapporti di potere all'interno di Intesa-Sanpaolo, ma il nostro auspicio è che si possa ragionare anche su come sia possibile investire meglio ingenti risorse finanziarie sul territorio torinese in un momento di crisi. In particolare, sarebbe interessante ragionare maggiormente sulle politiche della Compagnia di San Paolo, che vorremmo fossero più innovative. Concludo, dicendo che questa innovazione potrebbe essere efficacemente rappresentata - non me ne voglia, signor Sindaco - dal fatto che noi vorremmo contrapporre, alla New York dei grattacieli del primo Novecento, il BedZED, il quartiere Beddington Zero Energy Development, a sud di Londra, il primo quartiere totalmente ecologico ed ecocompatibile, a zero emissioni di anidride carbonica. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Domenico Gallo. GALLO Domenico Personalmente mi sono astenuto sia sulla deliberazione di adozione per la realizzazione del grattacielo, sia sulla deliberazione di approvazione. Devo dire che, da un lato, mantengo la posizione di condivisione sull'utilità di un'opera sul cui futuro bisognerà poi aspettare il momento in cui sarà realizzata; dall'altro, mantengo le perplessità rispetto ad un'opera che è prevista dal Piano Regolatore, ma che risulta più alta rispetto alle previsioni del Piano stesso, un'opera che ha poco a che fare con la struttura urbanistica della città e che stride un po' con gli aspetti paesaggistici. Queste sono le perplessità che ho sempre manifestato: in ogni caso, l'Amministrazione Comunale, dopo un ampio dibattito all'interno della coalizione, a maggioranza, ha fatto una scelta, scelta sulla quale la Città dovrà cimentarsi. Francamente, mi interessano poco le polemiche del centrodestra, né mi interessano le beghe dei gruppi di potere, cioè gli scontri all'interno del gruppo dirigente di Intesa- Sanpaolo o dello scontro Torino-Milano: credo, invece, che l'Amministrazione Comunale debba fare attenzione ad alcuni aspetti molto importanti. Il grattacielo sarà realizzato e, in quel caso, credo che l'obiettivo della Città dovrà essere quello di fare in modo che il grattacielo rappresenti un volano di sviluppo. Uno degli aspetti che mi interessa maggiormente è il mantenimento della destinazione d'uso dell'opera e il fatto di portare lavoro ai cittadini torinesi: non ricordo bene, ma mi pare che il vincolo (che abbiamo posto con un emendamento del Consigliere Cerutti, sottoscritto anche da me) fosse un vincolo decennale. Mi interessa, quindi, che sia rispettato il vincolo decennale rispetto alla destinazione d'uso dell'opera: poiché l'opera, oggi, è destinata a collocare, al suo interno, settori della banca (quindi impiegati di Intesa-Sanpaolo), non vorremmo, poi, che l'opera fosse utilizzata per altri obiettivi. Credo che una parte dello schieramento della coalizione abbia fatto bene, all'epoca, a porre quel vincolo. Penso anche al mantenimento del livello occupazionale dei lavoratori di Intesa- Sanpaolo e penso ad un altro aspetto che non bisognerà sottovalutare, gli effetti dell'opera sulle aree circostanti al grattacielo: penso a quale impatto avrà la questione della viabilità sul quartiere, penso al problema dei parcheggi e al problema degli effetti positivi sul commercio della zona. Credo che la Città debba porre massima attenzione a questi aspetti, perché, se così sarà, il grattacielo rappresenterà un importante volano di sviluppo; se, invece, il grattacielo sarà utilizzato soltanto per gli interessi di un gruppo di potere, il discorso cambierà totalmente. Credo che il compito politico di questa Amministrazione sia quello di fare in modo che sia mantenuto il vincolo di destinazione d'uso dell'opera, per poter avere effetti positivi sulle zone circostanti, sul commercio, sulla viabilità e sul riassetto dei quartieri interessati. Questo è il compito politico che abbiamo: le beghe di potere interessano soltanto a chi vuole fare continue polemiche sulle vicende di questa città, polemiche che non portano da nessuna parte, nonostante gli spazi dati alla notizia stamattina dagli organi di informazione. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Goffi. GOFFI Alberto Sarò molto breve, perché non vorrei che oggi fosse rifatta, sul grattacielo, la stessa discussione che ha già occupato mesi e mesi. Il Sindaco ci ha rassicurati, in modo - credo - esaustivo; se, però, mi è consentito, non posso non sottolineare che le dichiarazioni di Benessia abbiano suonato un po' come una nota stonata, anche perché il grattacielo è stato equiparato ad uno spreco di energia (perlomeno, il concetto emerso da queste dichiarazioni è che il grattacielo sia uno spreco), quando invece credo che questo Consiglio Comunale si sia espresso in modo molto chiaro, nel momento in cui ha detto che il grattacielo rappresenta un'opportunità per la città, un'opportunità a prescindere (e mi rivolgo al Consigliere Cerutti). Anche il Consigliere Gallo - e mi compiaccio di questa sua conversione - ha detto che il grattacielo può essere una grande opportunità di lavoro, un volano economico per la nostra città. Per me il grattacielo è un'opportunità a prescindere. Poiché l'avvocato Benessia - e poi concludo il mio intervento, perché ho detto che sarei stato breve - interviene su una materia già chiusa, deliberata ed archiviata da questo Consiglio Comunale, mi viene la tentazione di fare alcune valutazioni su come siano spesi i soldi della Compagnia di San Paolo; se lui, infatti, interviene su una materia del Consiglio Comunale chiusa, deliberata ed archiviata, riaprendola (non so con quale legittimazione) o tentando di riaprirla, non vorrei, anch'io, andare a fare un esame ai raggi X su come siano effettivamente spesi i soldi della Compagnia di San Paolo e, magari, individuare - dico "magari" - qualche spreco anche da quelle parti. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Personalmente sono grato al Sindaco non a prescindere, ma perché, con questo intervento, mi ha comunque sollevato da una preoccupazione, dalla preoccupazione di doverci trovare, fra qualche settimana, a discutere del parcheggio di Piazza San Carlo o della chiusura del Quadrilatero Romano (ho avuto, per un attimo, il timore di ritrovarmi, fra poco, a dover affrontare deliberazioni di questo tipo). Non entro, in questo momento, sul merito della Valutazione Ambientale Strategica e su quanto dobbiamo ancora approvare: quando arriveranno gli atti, ne discuteremo. Ora, sono sollevato dalla preoccupazione che dicevo prima, la preoccupazione cioè che il dibattito politico si concentri in maniera così retrospettiva, anziché su questioni attuali, su questioni già affrontate, la preoccupazione che i nostri quotidiani locali prestino molta attenzione a questioni che quest'Aula ha già affrontato con serietà, approfondimento e confronto. Mi riservo di intervenire sulla vicenda San Paolo nel momento in cui affronteremo, così come ci siamo impegnati a fare, nelle sedi opportune, a partire dalla Conferenza dei Capigruppo, le scelte della Fondazione rispetto alle scelte della Compagnia. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Presidente, mi permetta di dire poche parole sulla parte iniziale dell'intervento del Sindaco: anch'io, in questi due giorni, ho riflettuto sulla questione "neve". Dopo le mie riflessioni, ho detto al Consigliere Ghiglia che esiste una soluzione meno costosa e più rapida: le sue dimissioni, Presidente. Se lei si dimette da Presidente del Consiglio, nevica e non c'è più bisogno dei cannoni. Possiamo percorrere questa strada, non c'è bisogno dei cinesi: è una strada rapida e che costa meno. Se lei decide di dimettersi questa sera, possiamo addivenire ad una nuova elezione. Al di là delle battute, mi fa piacere che il Sindaco, oltre ad essere riuscito, in passato, a far decollare gli aerei, adesso sia anche un tour operator, perché, dall'aereo fa incoming sulla città: lo apprezzo molto, perché invita a guardare quanto sia bella la città. Quando ho richiesto queste comunicazioni, ero convinto della risposta del Sindaco, che ho apprezzato, con tutto il rispetto degli interlocutori intervenuti sul giornale, soprattutto dei Consiglieri, ma anche, per rispetto, del Presidente della Compagnia San Paolo. L'ho presa come una battuta alla dialettica all'interno della Città, ma non ho mai pensato che potesse mettere in discussione quanto deciso dal Consiglio Comunale e quanto portato avanti con determinazione dal Sindaco. Ci voleva questa conferma. Può sembrare un dibattito inutile e in parte lo è; per questo motivo, abbiamo fatto digressioni simpatiche per fare qualche battuta, che può essere simpatica o meno. Non penso che il vero problema sia quanto dice Benessia, che può interessarmi sul piano politico, culturale, del confronto, ma va bene tutto; poi ha ragione il Consigliere Goffi e hanno ragione altri quando dicono: "Forse è meglio che Benessia si occupi bene di quanto deve in rappresentanza di tutta la Città". Penso che abbia ragione il Consigliere Gallo quando dice che sia confermata la mission di questo grattacielo, quindi la destinazione d'uso, il livello occupazionale e confermato, io dico, la possibilità del riequilibrio tra Torino e Milano, perché rimango dell'idea che non abbiamo fatto una fusione, ma siamo stati inglobati in Intesa. So che questa è un'idea non condivisa da tutti. Penso che il grattacielo, e non solo, possa riequilibrare il rapporto tra Torino e Milano, quindi non posso che dichiararmi soddisfatto della risposta del Sindaco. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Non si preoccupi, nevicherà lo stesso, basta avere pazienza e la stagione della neve arriverà. La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Immagino che si stesse parlando delle sue alquanto improbabili dimissioni, ma detto ciò non voglio entrare più di tanto nel discorso che ha iniziato anche il Sindaco. A me la neve piace, ma nel contempo mi piace e mi piacerebbe continuare a vedere dalla collina l'arco delle Alpi, come l'ho sempre visto fin da bambino, quindi per questo a me dispiace veramente, caro Sindaco, che lei non abbia cambiato idea. Ho firmato anche io le comunicazioni, nonostante fossi l'unico fra i richiedenti ad aver votato contro questa deliberazione, proprio perché speravo che magari quest'asse Benessia-Sindaco si stesse ravvedendo sulla posizione del grattacielo. Così non è stato, il Sindaco è stato molto chiaro. Me ne dolgo e non condivido le parole di Benessia. Mi sembra che una persona del suo livello pubblicamente dovrebbe sempre soppesare le parole, ma non capita in tutti i casi. Non riesco a capire questa uscita. È un grattacielo che già prima dell'inizio della costruzione fa sorgere dubbi sulla sua utilità, sul rapporto spesa/benefici. Vorrò vedere alla fine cosa capiterà, quando sarà purtroppo edificato. Mi lascia perplesso comunque, ma non entro più di tanto nel discorso. Sono molto terra terra, delle banche conosco molto poco, se non il bruttissimo rapporto che c'è normalmente fra cittadino comune e banca nel fatto che loro ti fanno sempre pesare i pochi soldi che ti danno e naturalmente ti prendono molto facilmente i tuoi quando hai qualche debito. Ho sentito in quest'Aula le posizioni di alcuni gruppi politici, ma non voglio fare assolutamente polemica. Mi sembra che ci siano dei gruppi che basano ormai la posizione politica all'interno del Consiglio Comunale con il "sì", "no", "forse", "può darsi". Cioè va sempre bene tutto, l'importante è stare su queste poltrone, è stare sotto il cappello e l'ombrello del Sindaco Chiamparino, perché naturalmente non bisogna permettersi di andare in opposizione. Detto ciò, termino perché non mi entusiasma così tanto questo discorso. Avevo una piccola speranza, me l'aveva già... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Si può andare all'opposizione e tenersi la stessa poltrona. Lei ha ragione, effettivamente ormai in questa ultima tornata di Consiglio Comunale ci sono varietà di posizioni e di posizionamenti che forse non si erano mai visti prima, anche senza il "forse". Comunque termino, perché non mi appassiona questo dibattito. Lei aveva già risposto, ahimè, non lo sapevamo, ma ha risposto stamattina con un piccolo trafiletto su Repubblica, in cui già diceva che non aveva cambiato idea. Bene, ai posteri l'ardua sentenza - come si dice -, fra qualche anno torneremo magari qua e, se lei accetterà, faremo un dibattito sull'utilità di questo grattacielo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Sindaco, per una breve replica. SINDACO Intervengo solo per chiarire che, pur avendo grandissimo rispetto per l'avvocato Benessia, non sono d'accordo con quanto ha detto. Anche se capisco che avendo risposto a una domanda può avere fatto prevalere le sue considerazioni culturali, di valutazione architettonica, sulla sua idea di città rispetto ad altre considerazioni più direttamente legate al ruolo che svolge, però non le condivido. È legittimo, credo non ci sia niente di male. Quindi non solo per questo, ma perché sulla questione grattacielo Sanpaolo si è espressa quest'Aula, non mi sono espresso io, non cambia nulla, se non ciò che è legittimo cambiare nell'ambito delle documentazioni che dovete ancora esaminare, valutare e approvare. Quindi, se ci sono questioni che stando al PEC e alla valutazione ambientale strategica dovranno essere modificate, saranno poste all'attenzione di quest'Aula. Seconda considerazione. Non avrei replicato, c'è però una questione seria che vorrei proporvi, perché se qualcuno ha l'idea che il grattacielo sia lo scambio per avere fatto la fusione Intesa-Sanpaolo, secondo me è sbagliata ed anche un po' peregrina di come stiamo all'interno di questa operazione, perché non l'ho mai concepito così, ma come una scelta di una banca che diventa più grande, che si fonde, che sente l'esigenza di razionalizzare le proprie strutture direzionali in una delle due città e fa una scelta, opinabile finché si vuole dal punto di vista architettonico. Non apro qui la discussione ambientale, perché non ho la minima competenza. Abbiamo letto Benedetto Camerana, abbiamo sentito Renzo Piano che ci ha spiegato come il valore di quell'opera è esattamente quella ambientale, quindi si discuta, però, in questo momento è una decisione che considero fatta autonomamente da una banca, che nulla ha a che vedere con gli assetti del nuovo Gruppo Intesa-Sanpaolo nato dalla fusione. Per questa ragione, non capisco quanto dice il Consigliere Cerutti che una vera dimostrazione di torinesità volta a far pesare di più Torino nella fusione è quella di rivedere la scelta sul grattacielo. Perché non è una questione che ha a che vedere con la fusione, neanche fare tre piani in più o cinque darebbe più peso a Torino in quella fusione, meno che meno decidere di non farlo neanche. Proprio perché siamo in una situazione di difficoltà economiche maggiori, vedo più che mai importante invece farlo e farlo in tempi rapidi, perché è comunque uno dei non tanti segni di trasformazione urbana che continua ad andare avanti e che mi auguro faccia da traino per altre operazioni di trasformazione urbana che stanno nelle linee del Piano Regolatore. Comunque, se il Consiglio vuole fare una discussione sulle politiche della Compagnia di Sanpaolo, le valutazioni sulla fusione Intesa-Sanpaolo, come sempre sono disponibile nell'ambito delle nostre competenze e delle informazioni e delle conoscenze che abbiamo. Questo era quanto mi interessava dare come ulteriore disponibilità. Mi sembra sia chiaro qual è la linea su cui l'Amministrazione intende muoversi. |