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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Ottobre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 9
INTERPELLANZA 2009-06140
"MOLTIPLICAZIONE DEGLI INCARICHI PER L'AD DI AMIAT?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GHIGLIA E RAVELLO IN DATA 28 SETTEMBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 2009006140/002, presentata in
data 28 settembre 2009, avente per oggetto:
"Moltiplicazione degli incarichi per l'AD di AMIAT"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, al Vicesindaco.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
Il titolo dell'interpellanza è: "Moltiplicazione degli incarichi per l'AD di AMIAT" e,
con riferimento all'oggetto, si comunica quanto segue. In primo luogo, il
responsabile del marketing commerciale, posizione dipendente dalla Direzione
Sviluppo Commerciale, è in quiescenza a far data dal 01/07/2009. Il dottor
Magnabosco è stato assunto in data 04/06/2009 dal Consiglio di Amministrazione di
AMIAT S.p.A. quale dirigente della neocostituita Direzione Sviluppo Commerciale;
in tale veste risponde al Consiglio di Amministrazione, al cui potere direttivo di
controllo e disciplinare è assoggettato.
Si precisa che la retribuzione annua dell'Amministratore Delegato, dottor
Magnabosco, è pari a 65.689,44 Euro e non più a 201.363 Euro, come riportato
nell'interpellanza. La retribuzione annua lorda del dirigente dottor Magnabosco è
pari a 149.000 Euro.
La Giurisprudenza, in più occasioni, si è pronunciata a favore della possibilità di
cumulo delle due posizioni, a condizione che il Dirigente sia effettivamente
subordinato, precisando che la condizione di necessaria subordinazione
(indispensabile per la legittima coesistenza in capo alla stessa persona delle due
funzioni) deve consistere nell'effettivo assoggettamento, nonostante la carica di
Amministratore rivestita, al potere direttivo di controllo e disciplinare dell'organo di
Amministrazione della società nel suo complesso. Quindi, come sopra detto, il dottor
Magnabosco, dirigente responsabile della Direzione Sviluppo Commerciale, risponde
al Consiglio di Amministrazione di AMIAT S.p.A., al cui potere direttivo di
controllo e disciplinare è sottoposto.
Dal parere rilasciato dal Segretario Generale, in data 17/02/2009 n. 56, non si evince
un'incompatibilità tra la qualifica di dirigente e quella di Amministratore Delegato,
laddove si legge che: "Sembra chiarito, invece, ormai che, nei limiti in cui siano
giustificate dalla professionalità del soggetto e risultino estranei i doveri compresi nel
mandato dell'Amministratore, non rientrano, al contrario, nel suddetto limite i
compensi percepiti dal Consigliere in virtù di un separato incarico professionale, o di
lavoro dipendente con la società".
In secondo luogo, le motivazioni di tale scelta vanno ricercate nello scenario in cui
opera e si troverà a breve ad operare AMIAT, dal momento che, com'è noto, da qui a
pochi mesi, si procederà alla chiusura dell'impianto di interramento controllato di
Basse di Stura. In tale contesto, in vista anche del processo di cambiamento
strategico che comporterà l'introduzione di tecniche e comportamenti orientati
sempre più al risultato, si è inserita la necessità di introdurre la struttura della
Direzione Sviluppo Commerciale, ossia di una struttura che assuma una diretta
responsabilità della direzione e del coordinamento di tutta l'attività commerciale di
AMIAT.
La nevralgicità della posizione attribuita a tale Direzione e le conseguenti
performance alla stessa richiesta hanno mosso il Consiglio di Amministrazione ad
affidare tale responsabilità ad una figura esterna, a cui competa assumere le
opportune decisioni strategiche in un momento particolarmente delicato per il futuro
di AMIAT.
L'indicazione, peraltro, di sviluppare - rafforzandola - l'area commerciale di
AMIAT, in considerazione della prevista chiusura di Basse di Stura e dunque della
necessità di perseguire al meglio le occasioni di incremento dei ricavi, proveniva
anche dall'azionista di maggioranza (cioè, noi).
Va detto, altresì, che non esistendo, allo stato, all'interno dell'Azienda una figura
professionale in grado di assumere tale posizione, reperire la stessa sul mercato
avrebbe comportato per la società un costo aggiuntivo, quanto meno, pari a quello
sostenuto per il dimissionario ingegner Giorgi, che era di 175.000 Euro circa.
Per quanto riguarda la terza domanda, le risorse patrimoniali, intese come fondi per
rischi e oneri, accantonate per non compromettere la continuità aziendale, sono state
dovutamente utilizzate nell'anno 2008 per un importo complessivo di 1.295.314
Euro. Tale risorse ammontano, alla data di chiusura del Bilancio di Esercizio 2008, a
complessivi 86.914.361 Euro. Tali valori risultano puntualmente riportati e
commentati nella nota integrativa al Bilancio di Esercizio 2008.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
La ringrazio, Vicesindaco, per essersi presentato, a differenza di qualche suo Collega
di Giunta, in quest'Aula e aver risposto alla nostra interpellanza.
Pur ringraziandola, devo esprimere la mia insoddisfazione per la sua risposta e
chiedo al Presidente che si calendarizzi, quanto prima, un approfondimento di questa
interpellanza in Commissione Controllo di Gestione. Infatti, se - come dice il
Vicesindaco - la Giurisprudenza si è espressa a favore del cumulo delle cariche, la
Giurisprudenza non ha considerato l'aspetto relativo all'opportunità politica che un
membro di un Consiglio di Amministrazione di una società partecipata da un Ente
Pubblico (nominato dalla politica e, quindi, controllante rispetto a ciò che accade in
Azienda), sia, contemporaneamente, anche il controllato di chi siede nel Consiglio di
Amministrazione.
Credo che questa sia un'incompatibilità politica, che va al di là di quello che la
Giurisprudenza può stabilire che si possa fare o meno.
In aggiunta a questa mia prima osservazione, c'è la lettura del parere del Segretario
Generale della Città di Torino, dottor Repice, che è stato citato anche dal
Vicesindaco. Vorrei mettere in relazione due passaggi di questo parere: "Occorre
esaminare la possibilità che un Amministratore sia anche dipendente della società" e,
poi, qualche riga dopo, continua: "La qualifica di dipendente sembra debba essere
esclusa sicuramente nel caso di Amministratore con ampie deleghe, o
Amministratore unico".
Metto in relazione questo passaggio con un virgolettato di un articolo de "La
Stampa" di Torino del 18 ottobre 2009 (quindi, di pochi giorni fa), all'interno del
quale l'Amministratore Delegato di AMIAT, il dottor Magnabosco, dice che l'unica
cosa che non avrebbe accettato sarebbe stato di guadagnare meno di uno dei suoi
collaboratori "avendo io tutte le deleghe". È un inciso che, di fatto, risponde al
passaggio con cui il Segretario Generale ci ricorda che è impossibile - secondo la sua
interpretazione - prevedere ed accettare il cumulo delle cariche nel caso in cui un
Amministratore ricopra su di sé ampie deleghe. Questo è un caso in cui il nostro
Amministratore non solo ricopre ampie deleghe, ma le ricopre tutte e lo dichiara ai
mezzi di stampa.
Mi chiedo come sia possibile permettere che un Amministratore (di provata
professionalità, ci mancherebbe), di un'Azienda pubblica, che deve sottostare a dei
dettami normativi, per superarli approfitti di un escamotage come questo ed arrivi
non solo a guadagnare come prima dell'entrata in vigore della Legge Finanziaria del
2007 (che metteva il tetto agli emolumenti degli amministratori), ma perfino di più,
perché se prima il nostro guadagnava 201.366 Euro lordi, ora, da Amministratore
Delegato e da Dirigente dell'Ufficio Marketing, guadagna circa 214.000 Euro.
Non solo viene meno l'obiettivo di una legge - che, peraltro, io reputo
discutibilissima, perché ritengo il contenuto della Legge Finanziaria (con la quale si
mette un tetto agli emolumenti degli amministratori) un passaggio ottuso, ma che non
può non essere rispettato -, non solo non si rispetta questo passaggio, ma si supera
perfino quanto previsto. L'Amministratore Delegato di una società partecipata con
oggettivi - noti a tutti - problemi di bilancio, non solo guadagna non meno di quanto
guadagnava prima della sua entrata in vigore, ma arriva persino a guadagnare di più.
Per questo motivo, chiedo, Presidente, che nell'approfondimento in Commissione
Controllo di Gestione sia prevista anche l'audizione del Segretario Generale della
Città di Torino, il dottor Repice, perché vorrei capire com'è possibile che nessuno sia
intervenuto per impedire che l'Amministratore Delegato di AMIAT si autoassumesse
di fronte ad una circolare del dottor Repice, che, su questo passaggio, è
estremamente chiara e che - giova ripeterlo una volta di più - non consente ad un
amministratore che ricopre ampie deleghe di autoassumersi e di fare
contemporaneamente il controllore ed il controllante.
Mi aspetto che questa Amministrazione, nel fare quanto più possibile chiarezza su
questa vicenda, ci offra anche la possibilità di fare una panoramica rispetto a tutte le
situazioni che possono essere simili nelle altre società partecipate dalla Città e che
prenda immediati, seri ed urgenti provvedimenti nei confronti di chi - a mio avviso -
possa anche aver commesso un abuso in questa procedura.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per una breve replica, al Vicesindaco.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
Come ha già detto il Consigliere Ravello, ci troviamo di fronte ad una legge che, se
applicata alla lettera, comporterebbe che l'Amministratore Delegato (che ha
l'insieme delle responsabilità) avesse un'indennità inferiore a qualsiasi altro
dirigente. Come sia possibile che quella ratio ci stia è oggettivamente difficile da
stabilire, però le leggi si applicano e quanto ho detto prima dimostra che il Consiglio
di Amministrazione di AMIAT le applica, cercando, ovviamente, una soluzione che,
alla fine, per l'Amministrazione e per i soci è comunque un risparmio rispetto alla
precedente situazione.
Bisogna capire su cosa dobbiamo discutere: se è riferito alla società, c'è un
risparmio, se è discutibile quanto deciso dal Consiglio di Amministrazione, faremo le
verifiche. Quelle che abbiamo fatto dimostrano che siamo nel rispetto della
Legislazione in vigore.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Presidente, evidentemente non mi sono spiegato.
Non è solo un problema di opportunità, ma anche di legittimità, signor Vicesindaco:
lei non mi ha convinto, relativamente alle leggi, quando ha detto che ci troviamo nel
campo di qualcosa di normale e regolare. È questo che va approfondito.
Ricordo che nessuno obbliga i nostri amministratori a fare gli amministratori, che
dedicarsi ad una società partecipata dalla Città di Torino è una libera scelta di
qualunque professionista e, che, di fronte a condizioni contingenti che non
consentano che la loro professionalità sia adeguatamente riconosciuta, credo che, via
loro, potrebbero farsi avanti molte altre persone.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Rinviamo l'interpellanza in Commissione Controllo di Gestione, con l'audizione del
dottor Repice, che ha espresso parere formale sulla vicenda.
L'interpellanza è discussa per l'Aula.
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