Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Sindaco. SINDACO Ritengo doveroso aprire questo intervento, prima di tutto, rinnovando la solidarietà alla Lega Nord, ai suoi esponenti che sono stati aggrediti nel tentativo di impedire loro di esercitare una funzione intimamente connessa all'esercizio democratico della politica. Credo che basterebbe questo per qualificare il gesto degli aggressori. Su come si sono svolti i fatti, io ho una ricostruzione in parte, da fonti giornalistiche, in parte, direttamente dal Questore, quindi, l'idea che mi sono fatto è che ci sia stato, da parte della Polizia, di fronte ad un tentativo di un gruppo che ha messo insieme diverse forme di cosiddetto "antagonismo", di impedire iniziative analoghe a quella della Lega anche di altri gruppi dislocati sempre in altre aree del centro, che, in questa manovra complessa, ad un certo punto, si siano trovati nell'impossibilità di fare da intercapedine fra i diversi gruppi e questo ha portato a quel contatto, con la distruzione del gazebo e, poi, con gli scontri che ne sono conseguiti. Chi ne vuole sapere di più e più approfonditamente, con gli strumenti vari, a cominciare dalle interpellanze parlamentari, può, naturalmente, sentire i responsabili dell'ordine pubblico e della piazza, che sono, evidentemente, diversi dal Sindaco. Per quel che mi riguarda, l'ho detto subito e lo ripeto: constato che qui ci troviamo, non per la prima volta, di fronte ad un tentativo di impedire - a volte nella sede di Largo Saluzzo, altre volte in altri luoghi della città - alla Lega Nord il libero esercizio del suo pensiero politico, a prescindere da come ognuno di noi possa giudicare quel pensiero politico. Quando questo, poi, avviene anche con forme di esercizio della violenza non solo verbale, ma anche fisica, rende, da parte mia - come ho già avuto modo di fare subito -, automatica, doverosa, ma anche sentita la solidarietà ed aggiungo anche che sono forme di intolleranza alle quali dobbiamo trovare tutti insieme, a cominciare da chi ha la responsabilità dell'ordine e della sicurezza pubblica, il modo di porvi fine, perché non è tollerabile che in una città si impedisca o si cerchi di impedire ad un partito qualunque, qualsiasi sia la sua collocazione politica, l'esercizio di una funzione fondamentale, ossia la libera espressione delle idee. Ho smesso di commentare le esternazioni dei vari rappresentanti di Rifondazione Comunista, perché mi sembrano farneticanti e non si possono neanche commentare. Faccio riferimento alle esternazioni del loro Segretario Provinciale. Io, da quando - per fortuna - in questa maggioranza ed anche in questo Consiglio si è esaurita la spinta non propulsiva di quel partito, posso fare a meno di commentare e questo è l'atteggiamento che mi sento di avere, perché rispetto a certe considerazioni, già il rispondere è considerarli degli interlocutori. C'è stato anche chi ha voluto stigmatizzare il Consigliere Carossa fotografato in pose difensive; naturalmente, non spetta a me difenderlo. La mia considerazione è molto semplice e l'ho già fatta pubblicamente: è chiaro che dobbiamo fare molta attenzione tutti, soprattutto se si hanno funzioni e responsabilità pubbliche, a gesti, atti e comportamenti che possano evocare la violenza, però credo che nessuno di noi possa mettere sullo stesso piano, specie in momenti convulsi, complicati come quelli che possiamo immaginare - tutti noi ne siamo stati, in epoche diverse, magari, protagonisti -, gli aggrediti e gli aggressori, perché questa credo sia una considerazione da fare nel giudicare atteggiamenti e comportamenti come quelli che abbiamo visto rappresentati pubblicamente. Per quel che riguarda la questione sulla quale una parte di questo Consiglio torna spesso, sovente, ogni volta che succede un episodio simile, cioè lo sgombero dei centri sociali, vorrei dire una cosa, che spero sia chiara una volta per tutte: lo sgombero dei centri sociali, prima di tutto, non è - com'è noto - di competenza delle Amministrazioni pubbliche, quindi, né del Sindaco e né di altri. Bisogna anche sapere (perché, altrimenti, facciamo solo propaganda) che se si dovesse decidere di procedere - io sono, naturalmente, a sostegno di quanto sarà deciso dagli organismi competenti -, si dovrà mettere in conto che episodi come quelli di sabato - non mi riferisco tanto alla Lega, ma in generale, di rischio di vandalizzazione della città - potrebbero diventare all'ordine del giorno. Lo dico non per giustificare qualcuno, ma perché comprendo le motivazioni ambientali che portano i responsabili della sicurezza e dell'ordine pubblico (a cominciare dal Prefetto, dal Questore, dai Comandanti delle varie Forze operative) ad affrontare questo tema con estrema attenzione, perché quando si va ad aprire un fronte, poi, si deve essere al corrente di che cosa implichi. In ogni caso, abbiamo chiesto lo sgombero di tutti i centri sociali occupati (quelli di nostra proprietà). Ne è avvenuto uno, quello del cosiddetto "Veleno squat" di Corso Chieri, nel quale, secondo alcuni, ci sarebbe stato anche mio figlio; peccato che sia più a destra di me e che viva a Bruxelles (per sua, non so se fortuna o meno), quindi, è all'estero da alcuni anni, ormai. Questo è piccolo segno di come l'imbarbarimento della vita politica può arrivare a tirare in ballo cose che non c'entrano assolutamente niente. Il Prefetto (che ho sentito nella serata di sabato e, poi, di nuovo oggi, insieme al Questore) mi ha detto che in settimana ci sarà il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, probabilmente con la presenza del Sottosegretario al Ministero degli Interni onorevole Michelino Davico. In quella sede si valuteranno le situazioni, il quadro ambientale ed ognuno farà le proprie valutazioni e - come ho già avuto modo di dire -, qualunque sarà la decisione che scaturirà da quell'ambito, avrà il pieno ed incondizionato sostegno da parte mia e dell'Amministrazione Comunale, però bisogna che ognuno si assuma le responsabilità che gli competono. Mi sarei aspettata una richiesta di comunicazioni sui ragazzi che hanno sparato - anche se proiettili, per fortuna, non veri, da tiro a segno - sui passanti; mi sento di dirlo perché credo di interpretare il pensiero di molti, se non la totalità di questa Assemblea e che mi ha molto colpito per l'atto in sé, ovviamente, per la protervia con cui risponderebbero - ed uso il condizionale -, perché ho letto che gli organi funzionari ed i Carabinieri, quando li hanno fermati, hanno loro risposto che, intanto, non possono fargli niente, dimostrando, quindi, quanto certe criticità, anche della nostra Legislazione, siano, ormai, introiettate a tutti i livelli. Mi ha colpito soprattutto il fatto che nel parlare di queste persone - com'è giusto che sia -, per dargli la visibilità che si meritano, non si citi un fatto di cui io, pur non avendo responsabilità diretta, mi sento responsabile: non si è chiamata in causa la mancanza del ruolo educativo di tutte le agenzie che operano su questo terreno (non solo nella nostra Città) e che non riescono più a svolgere un ruolo educativo, a cominciare da quello della famiglia e dei genitori. Non si tratta di fare analisi sociologiche; che Barriera di Milano sia un luogo critico, lo sappiamo tutti, però ci vivono alcune decine di migliaia - mal contate - di persone che non sparano quando vedono uno con la telecamera che li registra! Non sparano ai passanti! C'è un problema di responsabilità individuale che bisogna chiarire, ma non solo nel momento repressivo - com'è giusto che sia -, ma anche nel momento educativo, che sta a monte, che coinvolge tante persone, non solo direttamente l'Amministrazione. Credo sia giusto denunciarlo questo, perché l'Amministrazione, indirettamente, se ne sente responsabile e vorrebbe poter aiutare a migliorare la funzione educativa generale diffusa nella nostra città. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Prima di dare la parola ai Consiglieri che hanno fatto richiesta, ricordo che, in deroga a quanto previsto dal nostro Regolamento e facendo seguito ad una richiesta del Consigliere Carossa, la Conferenza dei Capigruppo ha ritenuto opportuno concedere per ogni Gruppo fino a dieci minuti anziché cinque, com'è, invece, consuetudine nelle comunicazioni fatte all'Aula nella parte relativa alle repliche dei Consiglieri. La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Voglio, innanzitutto, ringraziare il Sindaco e tutte le persone che, in questi due giorni, hanno espresso solidarietà al sottoscritto ed al partito che rappresento; ho visto che era solidarietà non pelosa, ma vera, sincera. Voglio solo dire alcune cose per spiegare anche quanto è avvenuto (dalla mia parte, naturalmente). Sabato in Piazza Castello c'erano una ventina di ragazzi della Lega che volantinavano sotto due gazebo. Non ci sono stati né cori, né altro, tutto era tranquillo; purtroppo - lo ha accennato il Sindaco ed io sono assolutamente d'accordo -, forse per carenze di mezzi, non lo so, forse anche sottovalutazione - non mi nascondo mai dietro un dito, non è mia abitudine - da parte di chi era preposto all'ordine pubblico quel pomeriggio, fatto sta che il corteo di circa 150 persone (autonomi, anarchici, io li chiamo "delinquenti") è arrivato da Via Roma e non c'era assolutamente quel normale cordone di Polizia presente altre volte. A questi signori non è parso vero! C'erano solo una ventina di poliziotti e questi autonomi, dopo un attimo di indecisione, hanno caricato. Voglio spiegare anche il motivo del gesto. Io ero consapevole che potevo attirarmi critiche, c'erano dei fotografi, ero assolutamente consapevole che determinati gesti avrebbero potuto attirare critiche. In quel momento - credetemi - mi sono sentito responsabile, perché ero l'unico adulto in quel gruppo; cinque di questi ragazzi hanno quindici anni, mi sono sentito responsabile perché, avendo passato, in altri periodi - quando ero molto più giovane - esperienze simili, sapevo benissimo che, se fosse preso il panico a quei ragazzi e fossero scappati, vi sarebbe stata lungo la piazza una caccia all'uomo che avrebbe avuto conseguenze ben più gravi di quanto è avvenuto. Ho ritenuto opportuno mettermi davanti, cercare di tenere fermi i ragazzi e far sì che non fossero spazzati via. C'è stata la nostra reazione e rivendico, in questo intervento, il diritto alla reazione, il diritto all'autodifesa. È chiaro che - e voglio rispondere al Consigliere Goffi - l'ordine pubblico è preposto alle forze dell'ordine, non l'ho mai messo in discussione, ma, nel momento in cui manca, per un qualsiasi motivo, questo cuscinetto, io rivendico il diritto all'autodifesa. Voglio solo dire un'ultima cosa, perché non voglio dilungarmi troppo, tantomeno su dichiarazioni farneticanti di certe persone, che mi ricordano quasi - con i dovuti distinguo - certi personaggi che dicevano: "Né con lo Stato, né con le Brigate Rosse". Ricordo a tutti che un humus simile è quello che ha fatto crescere il terrorismo in Italia, in certi periodi (Prima Linea e quant'altro); se andate a verificare, è nato in certi ambienti e certe dichiarazioni si commentano da sole. In merito alle alleanze, ci saranno altri che dovranno pensarci. Plaudo a quanto ha detto il Sindaco, ossia che in questo Consiglio Comunale non vi sia questa situazione. Oggi ho detto al Consigliere Domenico Gallo: "Non lo avevo mai capito, ma oggi ho compreso il perché di quanto mi dicevi, ossia che non potevi stare in un simile Gruppo". Sabato pomeriggio vi è stato uno scoppio di violenza da parte di questi delinquenti che mi ha fatto paura. Tra l'altro, erano tutti personaggi conosciuti dalle forze dell'ordine, io li avevo sempre visti separati; per la prima volta - e questo ha stupito anche il Questore, che, poi, è venuto in piazza - si sono saldati diversi gruppi, diverse aree. Questo è l'esempio di quello che abbiamo ricevuto addosso. Questa è una delle pietre che abbiamo raccolto, questa, in particolare, è una pietra che ha colpito alla spalla - per fortuna - un ragazzo di quindici anni. Questo è uno degli esempi di quello che ci hanno buttato addosso! Io dico che l'autodifesa ci deve essere in questi casi, perché queste persone sono esclusivamente dei delinquenti, non più solo teppisti, ma delinquenti! Farà un piccolo intervento il Consigliere Angeleri, perché abbiamo presentato un ordine del giorno in merito. Concordo con il Sindaco quando dice che bisogna metterci tutti insieme per sgomberare i centri sociali, però bisogna decidere qualcosa. Non si può, secondo il mio modesto parere, continuare a protrarre questa decisione, nei modi, nei termini dovuti, questo senz'altro; è chiaro che, per un centro sociale sgomberato, deve essere pronto immediatamente un progetto successivo, perché sappiamo benissimo che vengono rioccupati, però penso che tutti insieme - e per "tutti insieme" intendo Consiglio Comunale, Stato, Prefetto, Consiglio dei Ministri e quant'altro - dobbiamo metterci in testa che simili covi non possono più esistere. Sabato in questo corteo vi erano, naturalmente, esponenti dell'Askatasuna, del Gabrio, che sono due centri sociali che occupano palazzi comunali. C'erano, poi, esponenti di altri gruppi, ma questi c'erano ed erano quelli che guidavano il gruppo. Tralascio il fatto di quanto è avvenuto, perché è intervenuto il Consigliere Ravello su questo argomento. Non ci sono più, sul computer, le registrazioni di Radio Blackout, con tre inviti alla delinquenza, collegamenti con Radio Blackout e di fonti diffuse da Radio Blackout: uno quando erano in Piazza San Carlo, uno quando erano in Via Roma che venivano in Piazza Castello ed un altro in Piazza Castello. Chiedo anche che venga affrontato il problema di Radio Blackout, perché affitta uno stabile comunale e non credo possa esistere una radio che diffonde messaggi di incitamento alla violenza. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Il Consigliere Angeleri avrà circa due minuti e mezzo a disposizione. La parola al Consigliere Ghiglia. GHIGLIA Agostino Intanto, formalizzo ufficialmente una richiesta al Sindaco Chiamparino e domani lo faremo anche al Protocollo. Noi chiediamo formalmente di poter avere in locazione i locali che, attualmente, ospitano il Gabrio, visto che il Sindaco ha detto molte volte che sarebbe stato disponibile ad insistere con le forze dell'ordine e con il Prefetto sullo sgombero qualora vi fosse stata una soluzione alternativa. Il mio partito è disponibile ad affittare i locali, da quando, ovviamente, saranno resi liberi, salvo la bonifica dall'amianto che il proprietario, cioè il Comune, non ha mai fatto, nonostante - come dovreste sapere, perché è stato più volte documentato anche per via fotografica - il centro sociale Gabrio ne sia pieno. Mi chiedo, tra l'altro, come possa esserci una clinica a favore dei più disagiati in un posto dove si respira quotidianamente l'amianto. Signor Sindaco - lo dico anche in quest'Aula, perché non è servito in passato con le interrogazioni -, essendo la Città la proprietaria, credo che abbia anche delle responsabilità, quindi, la invito, visto che altro non può fare - come ci ha spiegato, da anni lei sta facendo di tutto per riportare la legalità in questa città, quindi, anche liberare i centri sociali occupati -, a segnalare questa situazione all'ASL, chiedendo un loro sopralluogo, perché, in questo modo, per la messa in sicurezza di questo locale, si potrà bonificarlo non solo da un punto di vista ambientale. Prima di passare alla parte politica, il PDL si rende disponibile ad affittare i locali del Gabrio ed anche quelli di Askatasuna, perché abbiamo bisogno di più di una sede: abbiamo il coordinamento regionale, il coordinamento provinciale, il coordinamento cittadino, vogliamo fare una serie di sezioni sul territorio, quindi, le formalizzeremo la nostra richiesta anche per scritto, così avrete già la destinazione d'uso. Tra l'altro, c'è un locale di proprietà del Comune di Torino (credo sia l'ex Circolo Garibaldi, non so se adesso che anche voi non siete più troppo comunisti, ce n'è ancora qualcuno) che una volta era proprietà comunale ed andava in affitto, quindi, ci sono dei precedenti, ne tenga il debito conto. Per quanto riguarda la volontà politica di questa Amministrazione, signor Sindaco, lei qualche anno fa non era così d'accordo a sgombrare i centri sociali; ha cambiato idea in questi anni - è legittimo, solo i paracarri stanno fermi -, però lei paga anche il fatto di essere - suo malgrado sicuramente - il capo di una coalizione in questa Città che, da quando c'era ancora Castellani, ha fatto sì che in questa città ci fosse il maggior numero di centri sociali in Italia ed il maggior numeri di centri sociali italiani allocati in strutture comunali, quindi, lei, il suo vecchio partito, il suo partito nuovo una responsabilità politica ce l'avete eccome, perché avete sempre tutelato e tollerato, perché dove un Sindaco vuole, i centri sociali non ci stanno. Tra l'altro, aspettiamo ancora la risposta alla nostra interrogazione (il Consigliere Ravello, poi, dirà a quando risale, perché non me lo ricordo più), in cui chiedevamo che ci desse copia degli atti formali e scritti con cui chiedeva lo sgombero dei centri sociali di proprietà comunale. In ogni caso, tenga buon conto delle nostre richieste e la prego di farsi un appunto di mandare l'ASL, perché il Gabrio va bonificato, non soltanto dalle zecche, ma anche dall'amianto. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola la Consigliere Goffi. GOFFI Alberto Colgo la replica pacata del Consigliere Carossa, ma prima di arrivare a questa pagina (che certamente è triste per questa Città), prima di individuare ancora delle responsabilità, vorrei che si individuassero gli interlocutori competenti. Per me sono il Prefetto, il Questore, le forze dell'ordine. Consigliere Carossa, capisco tutte le sue ragioni, ma la differenza tra me e lei, la differenza tra me e le ronde è che io non credo all'occhio per occhio, dente per dente, non credo all'autodifesa, ma demando la mia sicurezza allo Stato, quindi, di questo tema, forse, bisognerebbe parlarne. Mi auguro che qualche illustre parlamentare piemontese ne parli in Parlamento, chieda per quale ragione questa Città è stata messa sotto assedio quando centinaia, se non qualche migliaia, di persone serie, normali, andavano a passaggio con i propri bambini e non si è garantita la sicurezza né delle parti politiche, né delle persone normali che, quel giorno, erano nel centro della nostra città. Se c'è qualche responsabilità, il Ministro degli Interni prenda provvedimenti in termini di potenziamento di mezzi, di personale e, eventualmente, anche di provvedimenti sanzionatori nei confronti di chi aveva le competenze di coordinare e non lo ha fatto nella maniera adeguata, perché non si può far finta di nulla. Sono le Istituzioni dello Stato che devono garantire la sicurezza, poi, ci sono anche le Istituzioni locali che devono garantire il rispetto delle regole. Non possiamo, da un lato, dire che bisogna prendere provvedimenti per le tifoserie negli stadi e nei confronti dei calciatori violenti che danno cattivo esempio in campo e, poi, essere noi calciatori violenti che, seppur per ragioni di difesa, brandiscono le cinghie, perché allora non funziona l'assioma, c'è qualcosa che non quadra. Rispettare le istituzioni significa anche rispettare la funzione che svolgiamo. Non voglio, poi, commentare le dichiarazioni del segretario provinciale dei Comunisti Italiani, che mi auguro che, almeno domani mattina (avrei voluto che accadesse già stamattina), sia convocato da un magistrato, che gli chieda come sia possibile che un capo politico di Torino e Provincia possa fare un incitamento alla violenza, così come ha fatto. Credo che quello del segretario provinciale dei Comunisti Italiani sia un incitamento chiarissimo alla violenza, fatto, oltretutto, agli organi di stampa; per questo motivo, mi auguro che la Magistratura torinese prenda immediatamente provvedimenti, perché non si tratta più di dialettica politica, è ben altra cosa. Se non contestualizziamo l'accaduto nel periodo in cui viviamo, caratterizzato dalle tensioni sociali di questi giorni e dalla perdita di molti posti di lavoro, rischiamo una deriva pericolosa per tutta la classe politica e per la città. La Magistratura, quindi, faccia il suo dovere e convochi immediatamente il segretario provinciale per chiedergli spiegazioni. Il Ministro degli Interni faccia il suo dovere: eventualmente, rimuova chi, in questa vicenda, doveva garantire l'ordine pubblico ed ha sbagliato. Se si tratta, invece, di un problema di mezzi e di personale, provveda a fornirli alla Città. Anche lei, però, Consigliere Carossa, deve fare un'autocritica. Lei rappresenta un'istituzione della Città: credo, quindi, che non dovesse - e non deve - prendere questa posizione, perché, nel momento in cui si è aggrediti, occorre chiamare la forza pubblica a difenderci. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Capisco tutto, ma la scena in cui lei brandisce una cinghia e la scena, del giorno dopo, in cui lei viene trattenuto mentre aggredisce altri, francamente rappresenta una brutta pagina di questo Consiglio Comunale, è una brutta pagina delle Istituzioni di questa città, è una brutta pagina di una vicenda politica che riguarda un partito. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Le ultime parole del Consigliere Goffi mi fanno dire che, di fatto, in quest'Aula ognuno di noi gioca la sua parte. A questo proposito, mi piacerebbe che il Consigliere Cugusi stesse fermo: diversamente, non si capisce quale parte giochi lui. Intendo dire che tutti noi siamo portati a giocare una parte che, spesso, non corrisponde alla realtà. Il suo intervento, invece, Consigliere Goffi, corrisponde alla sua abile arte di mediazione, all'arte di stare un po' a destra e un po' a sinistra. Corrisponde, forse, anche alle sue future alleanze elettorali, con le quali potrà dare un colpo al cerchio e uno alla botte. In questo caso, siamo di fronte ad una situazione seria. Vorrei iniziare il mio intervento, riallacciandomi alle ultime parole del Sindaco sui fatti accaduti nel quartiere Barriera di Milano. Ci troviamo di fronte ad una città nella quale alcuni ragazzi, con una pistola ad aria compressa, sparano all'impazzata, nella quale accadono fatti come quello avvenuto in Piazza Castello, con l'aggressione di amici della Lega e dell'Associazione Culturale Ezra Pound, cioè di persone che avevano tutto il diritto di avere un loro gazebo in quella piazza. Questo è incomprensibile ed inaccettabile. Lei, Sindaco, ha ragione - e lo riconosco - quando parla di responsabilità complessiva: è una responsabilità che, secondo me, parte dalle famiglie ed arriva alla scuola. La scorsa settimana, ci siamo lamentati di cortei che hanno attraversato ed imbrattato la città. C'è un'intolleranza politica inaccettabile. Qualcuno potrebbe dirmi che è necessario anche considerare quanto avviene a livello nazionale. Non sono d'accordo. Una volta, il Vicesindaco ha detto: "Siamo sabaudi". Prendiamo, dunque, questa accezione in senso positivo e guardiamo quel che accade a Torino. Allora, signor Sindaco - mi rivolgo a lei, in quanto primo cittadino -, vogliamo mettere un freno a questa deriva inaccettabile per la città, che vale sia per quanto accaduto in Barriera di Milano, sia, sul piano politico, per quanto accaduto sabato in Piazza Castello, dove c'erano un partito politico ed un'associazione che legittimamente esprimevano la propria posizione politica e che, a fronte di questo, sono stati aggrediti da un gruppo di autonomi dei centri sociali? Non sto a disquisire sul fatto - mi permetta, Consigliere Goffi - se fosse giusto difendersi oppure no: chiaramente, se ci sono le forze dell'ordine, è giusto chiedere il loro intervento. Se, però, le forze dell'ordine non sono presenti, credo che, uscendo dall'ipocrisia, nessuno di noi sia portato a ricevere bastonate e schiaffi gratuitamente: questa affermazione esprime una posizione ipocrita, visto che ognuno di noi, generalmente, tenta di difendersi. È la legittima difesa, tipica dell'individuo, che si manifesta, ad esempio, negli stadi e di fronte ad un'aggressione. Questo è accaduto nei confronti della Lega e dell'Associazione Culturale Ezra Pound, alle quali va la solidarietà del Popolo della Libertà. Chiediamo, però, qualcosa di più: a noi interessa che, finalmente, la Città, al di là delle parole, assuma una posizione. Non so che cosa succederà sul piano giudiziario rispetto alle aggressioni avvenute sabato; chiedo, però, al Sindaco (non voglio dilungarmi) se, dopo la vicenda di sabato, che ha visto un'aggressione (da lei ripetutamente condannata), da parte degli autonomi, nei confronti della Lega e di un'associazione politica e culturale, la Città sia disposta, in caso di azione giudiziaria, a costituirsi parte civile nei confronti degli aggressori. Infatti, Colleghi del centrosinistra e della sinistra, queste aggressioni da parte degli Autonomi sono ormai reiterate: voglio ricordare gli attacchi alle istituzioni, ai partiti politici, alle persone. Voglio ricordare lo sfascio della città da parte di questi soggetti. Abbiamo una dottrina che potrebbe risalire a vent'anni fa. È quindi possibile, insieme e al di fuori della logica partitica e della polemica politica, a difesa dei nostri cittadini, della nostra città, della libertà di espressione e della democrazia (di cui ci riempiamo sempre moltissimo la bocca), prevedere, oltre ad un'azione di aiuto alle famiglie, alla scuola, alla società a diventare più tolleranti, un'azione ferma dell'Amministrazione di Torino, della Giunta e del Sindaco di Torino (che, di fronte a questi ennesimi fatti di violenza alle persone, ai partiti politici, alla Città, decidono di costituirsi parte civile)? Certamente sarebbe una costituzione dal valore soprattutto simbolico (lei, Sindaco, prima di altri, ci ha insegnato che, in questa città, esistono segnali simbolici). Chiediamo, quindi, a nome di tutti noi, un segnale simbolico, per far capire agli autonomi, pochi o tanti che siano, dove sta la parte vera della città, la parte che amministra la città ed anche la parte che fa opposizione a questa Amministrazione. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Circa un anno fa, sono fuoriuscito dal Partito dei Comunisti Italiani, perché, da tempo, notavo la deriva estremista di quel partito che, in una certa fase della nostra storia, ha avuto la sua importanza. Per fare un cenno storico, voglio ricordare che, dopo la scissione del Partito della Rifondazione Comunista da cui nacquero i Comunisti Italiani, quel partito, per senso di responsabilità, seppe sorreggere il governo. Quel partito diede luogo ad una scissione storica, rompendo l'ascesa di un partito che, allora, aveva l'8-9% dei voti. Quel partito, oggi, non c'è più: c'è, invece, un partito che fa dell'estremismo la propria azione politica. Credo, quindi, di aver scelto bene: penso, infatti, che oggi tutto sia accettabile, tranne la violenza. Personalmente, non sono d'accordo su nulla di quanto fa la Lega Nord. La Lega Nord, infatti, pone questioni importanti, ma le affronta in maniera sbagliata e pericolosa. La pratica politica della Lega produce fatti che, dal mio punto di vista, fanno male al Paese, che lo dividono tra nord e sud, che speculano sulla sicurezza, allarmando ed istigando, di fatto, al razzismo: mi riferisco all'istituzione delle ronde, alla clandestinità come reato, alla speculazione sui dialetti come lingua principale, all'idea complessiva di una società chiusa, arroccata su valori egoistici, localistici e razzistici. Mi riferisco ad una politica volutamente cieca, a difesa di interessi privati e contro un'equa distribuzione della ricchezza. Tutto questo, per me, è la Lega Nord. La sua politica è pericolosa, perché sta scatenando una guerra tra poveri, che sono spinti a vedere come nemici altri poveri, senza distinguere se abbiano la pelle bianca o nera. La Lega, con la sua politica, istiga a vedere nemici e pericoli dappertutto. Per rispolverare un po' di memoria storica, voglio accennare alcuni gravissimi episodi, accaduti anche nella nostra città, hanno visto esponenti della Lega Nord protagonisti di azioni criminali. Lo voglio dire, perché ne rimanga traccia. Ciò premesso, ho cercato, dal mio punto di vista, di analizzare il fenomeno Lega Nord: è un fenomeno di massa, un fenomeno che fa presa e che sta, legittimamente, ricevendo molti consensi (mi pare, infatti, che la Lega Nord, alle ultime elezioni, abbia avuto l'8 per cento dei voti a livello nazionale). E' un partito forte, presente nei territori, con una pratica politica che, sul piano organizzativo, io invidio. Credo, però, che la Lega Nord debba essere battuta sul terreno dei valori e delle forze delle idee e della democrazia: è questa la differenza che voglio mettere in evidenza. Le farneticazioni e le azioni di guerriglia, certamente, non favoriscono né il Paese, né la città, tanto meno la sinistra. Con la Lega Nord voglio avviare una sfida, per quanto io possa farlo, in qualità di Consigliere Comunale: voglio battere questo partito su valori diversi. Nei prossimi giorni, andrò sul territorio a parlare con i cittadini: l'ho sempre fatto, ma lo farò con più fermezza e più determinazione. Chiederò ai cittadini se sia meglio destinare 100 milioni di Euro di finanziamento alle ronde o se sia meglio una Polizia più efficiente, ben organizzata e fornita dei mezzi necessari. Inoltre, chiederò anche se sia meglio avere immigrati che, pur lavorando, sono spinti in drammatiche condizioni di clandestinità, oppure se sia meglio farli uscire dalla clandestinità, riconoscendo loro diritti e doveri. Penso che la Lega Nord vada battuta su questo terreno, con un confronto aspro, duro e severo. La violenza, in questo tipo di argomentazioni, non c'entra nulla. La Lega Nord va battuta con idee costruttive, serie ed equilibrate, affrontando il tema della sicurezza, spauracchio che, ormai, ossessiona famiglie e persone. Il tema sicurezza va affrontato predisponendo iniziative serie e non propagandistiche o elettoralistiche (purtroppo, le idee propagandistiche fanno presa sulla povera gente). È questo che credo sia pericoloso nell'ideologia della Lega e di chi sostiene queste idee. Credo che la risposta alla Lega sia data dalla risposta ai problemi sociali della nostra città: lavoro, casa (per citare alcuni aspetti fondamentali) e migliori condizioni di vita in generale. Dico no, quindi, alla violenza. Ai miei ex compagni dico semplicemente che credo che la storia del Partito Comunista sia offesa da quelle azioni. Credo che la storia del Partito Comunista sia un'altra: è la storia di chi ha contribuito a liberare il nostro Paese da una dittatura, è la storia dei comunisti che hanno firmato la Costituzione Repubblicana e che si sono battuti, negli anni passati, contro il terrorismo. È la storia di un grande partito che non aveva a che fare con queste violenze e con queste azioni. Questo mi sento di dire ai miei ex compagni, invitandoli alla riflessione. Ai centri sociali, invece, vorrei chiedere che cosa vogliano ottenere, quale sia il loro obiettivo e che cosa ci sia, di costruttivo, nelle loro azioni. Penso che i centri sociali abbiano legittimità ad esistere, ma credo che si possa esistere e fare politica in modo diverso, in modo anche antagonista, ma senza violenza. In questo modo, si potrebbe dar loro maggiore spazio, così come avvenuto nel caso dei profughi di Corso Peschiera, dove c'è stato l'apporto costruttivo di un segmento dei centri sociali, per la soluzione di un problema da noi sollecitato da un anno. Questo è quanto mi sento di dire, in questo momento. La Lega Nord, quindi, va battuta per le sue idee, che, dal mio punto di vista, sono pericolose, al di là delle persone che ne fanno parte: personalmente, ho parlato con il Consigliere Carossa (al quale ho stretto la mano), che credo abbia il diritto di manifestare liberamente le proprie idee, così come credo abbia il diritto di distribuire volantini. L'ideologia del Consigliere Carossa, però, va battuta spostando il terreno della lotta politica non sulla violenza, ma sulla progettualità, che dev'essere alternativa ad una destra che, dal mio punto di vista, anziché far avanzare questo Paese, lo sta facendo regredire. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Lonero. LONERO Giuseppe Voglio partire dalle ultime parole del Consigliere Gallo riguardo ad una destra che, secondo il suo punto di vista (che rispetto, ma non condivido) sta facendo regredire questo Paese. Voglio sottolineare al Consigliere Gallo che, da anni, da parte di esponenti della destra, parlamentare e non, non ci sono atti violenti di alcun tipo nei confronti di avversari politici. Questo - e sono sicuro che il Consigliere Gallo me ne darà atto - è un grosso passo avanti nella società italiana, perché da questa parte politica - lo rivendico con forza - non si istiga più alla violenza, non si accettano e non si tollerano atti violenti contro gli avversari politici e, soprattutto - sottolineo anche questo aspetto, lo sottolineo per esperienza e responsabilità diretta e personale -, quando si subiscono atti di violenza assolutamente ingiustificati e immotivati, si calmano gli animi, perché reagire con la violenza alla violenza è quanto di più diseducativo possa esserci in questa società. Parlo per esperienza diretta e personale perché, come il Consigliere sicuramente saprà, durante l'ultima campagna elettorale, il partito che rappresento ed io, in prima persona, siamo stati oggetto di violenza da parte delle stesse persone che sabato erano in piazza e che hanno aggredito ed attaccato la Lega Nord e Casa Pound, a cui va tutta la nostra solidarietà. Quanta fatica, Consigliere Gallo! Quanta fatica per tenere a freno i giovani, quanta fatica per insegnare loro che il modo più sbagliato per fare politica e per avviarsi alla politica è quello di reagire con l'"occhio per occhio, dente per dente" (perché l'impulsività, l'istintività dei giovani che si avvicinano alla politica porterebbe a quello). Noi che abbiamo posti di responsabilità, però, abbiamo il dovere, prima di tutto con l'esempio e poi con le parole e il convincimento, di insegnare e far vedere loro che quello sarebbe il modo più sbagliato per fare politica e per rivendicare il diritto ad esprimere le proprie idee politiche. Diverso è - e mi rivolgo al Consigliere Goffi - vedere alcuni delinquenti (condivido la definizione del Consigliere Carossa) che lanciano pietre che, se dovessero colpire un avversario politico in un posto sbagliato, lo porterebbero sicuramente alla morte. Diverso è vedere lanciare pietre di quelle dimensioni, da quella distanza - per fortuna, non sono andate a segno - da un avversario politico, con quell'odio con cui le ha lanciate. Sfido chiunque - anche lei, Consigliere Goffi - a non difendersi e, soprattutto, a non difendere non la sua persona, ma militanti politici di cui ha la responsabilità. Anche in questo, infatti, si vede il dirigente di partito, il responsabile provinciale o regionale: quando, cioè, dà segni di presenza, di attenzione e di educazione nei confronti di chi fa attività politica. E allora l'insegnamento alla pura e semplice difesa, facendo scudo del proprio corpo per ripararsi da oggetti contundenti, penso sia un esempio da lodare, se compiuto con i migliori intenti, come è stato compiuto dal Consigliere Carossa. E allora, signor Sindaco, davanti ad una situazione come questa, diventata ormai quasi un caso nazionale (perché l'antagonismo politico che c'è a Torino non ha eguali in altre parti d'Italia, la nostra città è diventata un caso e sono sicuro che, nei suoi colloqui con il Prefetto e il Questore, questo concetto le è stato ribadito, visto che a noi è stato ribadito - ma se non l'hanno fatto anche con lei, significa che si utilizzano due lingue -; in ogni caso, Torino è un caso e sono il Prefetto e il Questore a dirlo, non io), ci si chiede perché, davanti ad esponenti di partito che vogliono democraticamente manifestare la loro opinione, si debba essere costantemente aggrediti, si debba essere costantemente violati e mutilati di questo diritto sacrosanto, sancito da quella Costituzione che gli ex compagni di partito del Consigliere Gallo hanno contribuito a scrivere? Ci sono, infatti, manifestanti che sono contro a tutti i costi, ci sono manifestanti che hanno piacere ad essere antagonisti e violenti nell'antagonismo, a tutti i costi. Sono sorpreso, però, dal fatto che le forze dell'ordine, sabato pomeriggio, in piazza, fossero in così esiguo numero. Sono sorpreso perché, normalmente - e lo dico sempre per esperienza -, le ho sempre viste molto attente, molto precise, molto preparate sia nel contrastare, sia nel prevedere, sia nell'anticipare le azioni di questi antagonisti. Sono sorpreso. Evidentemente, questa volta, la controinformazione ha avuto qualche falla, oppure questi antagonisti a tutti i costi hanno trovato un modo per comunicare, per trovare una capacità di aggregazione che ancora dev'essere studiata ed approfondita. In questo senso, allora, dobbiamo lavorare. Sulla reazione e sulla capacità di difesa, ho già espresso il mio pensiero; sulla solidarietà che, logicamente, abbiamo politicamente ed umanamente già espresso, anche personalmente, agli esponenti della Lega che hanno subito gli attacchi e sull'istigazione, però, vorrei richiamare la vostra attenzione. Credo che sia assolutamente inaccettabile ed assolutamente da condannare che esponenti di alto livello di un certo partito si permettano impunemente di istigare alla violenza e di dare la propria comprensione e solidarietà a chi ha aggredito: queste persone non dovrebbero avere più diritto di svolgere il ruolo che svolgono. Perché, vedete, che questi antagonisti occupino immobili comunali può già far pensare ad una certa tolleranza (qualcuno più maligno di me pensa quasi ad un'azione di fiancheggiamento), ma se si arriva ad istigare e a comprendere la violenza, allora si tratta di complicità. Devo dare atto al Sindaco di aver preso fortemente le distanze da chi ha tenuto quegli atteggiamenti assolutamente incomprensibili: a lui, quindi, non si può attribuire questa azione di complicità. Adesso, però, signor Sindaco, sta a lei dimostrare di voler applicare la tolleranza zero nei confronti di queste persone e chiedere, lei per primo che ha la responsabilità della qualità della vita su tutto il territorio comunale, al Prefetto e al Questore di fare il possibile per risolvere la situazione, perché sono occorsi fatti nuovi, ancor più gravi. Se non vuole che qualcuno pensi ad un suo atteggiamento tollerante nei confronti di questi soggetti, si esponga in prima persona, con la piena consapevolezza di avere intorno a sé tutto il Consiglio Comunale in questa azione. Poiché lei ha fatto un richiamo all'unità in questa azione, chieda fortemente, con la forza di tutto il Consiglio Comunale alle sue spalle, la tolleranza zero da parte delle forze dell'ordine nei confronti di questi delinquenti (e ribadisco la definizione). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Il rischio di svolgere un dibattito dai toni e contenuti un po' banali, un po' scontati, a volte anche un po' stucchevoli è molto forte su argomenti come quello della sicurezza, ma è molto forte per la semplicissima ragione che noi, sui temi della sicurezza, più volte abbiamo ascoltato sostanzialmente le stesse cose. Innanzitutto, mi dispiace che si continui a chiedere all'Amministrazione cittadina di essere... Ma di essere che cosa? L'ha detto in tutti i luoghi. Vorrei ricordare che il tavolo per la sicurezza e l'ordine pubblico partì da un'iniziativa di questa maggioranza, di questa Amministrazione e dal Sindaco. Per quanto riguarda l'opposizione ai centri sociali, possiamo certamente individuare, adesso, nei centri sociali il problema risolto il quale tutto diventa meraviglioso e finalmente senza più difficoltà. È uno dei tanti modi in cui abbiamo assistito, negli ultimi anni, da parte del centrodestra, affrontare i problemi del nostro Paese. In quest'Aula, quando parliamo di sicurezza, si individua, volta per volta, una categoria: si parla dei centri sociali e tutto finisce in un discorso, con il quale non si compie alcun passo in avanti. Ho già espresso la mia solidarietà, ma voglio ribadirla: ci mancherebbe altro, ci mancherebbe altro che non si esprimesse non soltanto la solidarietà, ma, come ho detto in Conferenza dei Capigruppo, non si considerasse la violenza subita da un partito politico, la violenza subita da alcuni esponenti di una forza politica, alla stregua di una violenza che si è consumata in città e che abbiamo subito come cittadini torinesi. Questo è. Detto questo, noi qui possiamo prendere un impegno? Possiamo prendere un impegno che abbia conseguenze pratiche. Mi chiedo sempre se il tempo che impieghiamo qui a discutere, può, ogni tanto, essere produttivo di conseguenze pratiche, al di là delle schermaglie e del gioco a presentare come un problema della maggioranza o dell'opposizione. Provo, allora, a prendere sul serio questi minuti che ci siamo dati per discutere della sicurezza. Allora, posto che - ripeto - la violenza non conduce da nessuna parte, che aggredito ed aggressore non possono essere collocati sullo stesso piano e posto quanto è stato ricordato in maniera molto efficace dal Capogruppo Goffi circa le responsabilità che devono essere non soltanto chiaramente individuate, ma anche chiaramente rispettate, facciamo sì che, anche sulla sicurezza, non si consumi quella confusione o quel conflitto d'interessi o quella commistione che non portano da nessuna parte. Detto tutto ciò, potrebbero le forze politiche presenti in questo Consiglio Comunale, tutte le forze politiche e tutti i Consiglieri presenti in questo Consiglio Comunale, prendere, magari, l'impegno ad usare un linguaggio, una terminologia ed un tono che contribuiscano a contrastare quelle pulsioni alla violenza che, purtroppo, noi constatiamo nel nostro tessuto sociale. Questo potrebbe essere un impegno concreto, e lo dico rivolto a tutte le forze politiche: un linguaggio, un tono, una moderazione che è coerente a quel bisogno, che noi tutti qui avvertiamo, di far sì che preoccupanti segnali di violenza che si consumano durante le manifestazioni politiche e nelle vie della nostra città da parte di ragazzini, come veniva giustamente ricordato dal Sindaco, siano il più possibile contrastati, perché anche il linguaggio, anche il tono del confronto pubblico può dare un qualche contributo a far sì che la violenza possa essere mitigata. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Cercherò di raccogliere l'invito del Consigliere Giorgis alla moderazione, anche se la tentazione è quella di respingere con sdegno interpretazioni di sociologia da supermercato rispetto a quanto accade e che non potrebbe essere tollerato nella nostra città. Sono lieto che il Sindaco abbia fatto ciò che, comunque, non avrebbe potuto non fare, che abbia, cioè, condannato e preso le distanze dai violenti, che abbia solidarizzato con quelle persone che, prima di essere militanti di un partito, sono cittadini torinesi che sono stati brutalmente aggrediti durante questo fine settimana. Mi permetto, però, di sottolineare come le sue condanne, i suoi attestati di solidarietà, le sue prese di distanza rischino di restare lettera morta e non servire a nulla se, a seguirli, non ci saranno finalmente azioni concrete e decise, quelle azioni che, da anni, chiediamo da parte sua e da parte delle Amministrazioni che si sono avvicendate al governo di questa Città, per prendere finalmente, una volta per tutte, le distanze ed isolare quei quattro teppisti che, dietro alle bandiere rosse, nascondono nient'altro che un'istintiva e bieca violenza. Le ricordo, signor Sindaco, che lei, in quanto tale, è l'amministratore pro tempore di tutti i beni intestati alla collettività; lei è il proprietario pro tempore di tutti gli immobili che sono occupati abusivamente da questi vandali e che rappresentano un comodo rifugio per quattro delinquenti per pianificare le loro scorribande, per organizzare le loro iniziative, per mettere un ordine alle loro violenze e trasformare i normali sabati pomeriggio dei torinesi in scenari da guerriglia urbana. Personalmente, ritengo inaccettabile che questi soliti noti, che noi gentilmente ospitiamo, a nostre spese, nei centri sociali, si riducano a tanto ed arrivino ad aggredire, con una violenza così cieca, cittadini ed esponenti politici che rivendicano soltanto il diritto di esprimere un'idea, oltre quello di passeggiare in pace e tranquillità nel centro della loro città, e mi aspetto, signor Sindaco, che lei prenda anche le distanze da quelle forze politiche - rappresentate anche in questo Consiglio - che non hanno fatto in modo che la condanna fosse unanime e trasparente, ma che, alla condanna rispetto a questi atti, hanno accompagnato molti "se" e troppi "ma". A questi - e soprattutto alle anime belle che, dal centro alla sinistra, si indignano perché una persona cerca, quantomeno, di difendersi da un'aggressione - innanzitutto vorrei augurare di non trovarsi mai in situazioni di questo tipo (che ho vissuto, personalmente, la prima volta a 16 anni). Auguro a queste anime pie di non trovarsi mai nella condizione di dover essere minacciati da teppisti che mettono in discussione non soltanto il loro diritto di esprimere un pensiero, ma soprattutto il loro diritto di esistere e di toccare il suolo di questa città. Auguro con tutto il cuore ai partiti che oggi si sono abbandonati ad un'inequivocabile condanna nei confronti del gesto, fatto dal Consigliere Carossa, di brandire la cintura (di questi tempi, io mi sarei spaventato se gli fossero caduti i pantaloni!), di non trovarsi mai vittime di queste aggressioni, che all'interno delle università, nelle piazze della nostra città, all'interno delle sedi di partito, rendono difficile, per chi siede da questa parte di quest'Aula, fare attività politica, e non da oggi. Resta, poi, qualcosa che si commenta da solo: il delirio di quello che, evidentemente, non è altro che un malato di mente (affermazione di cui mi assumo la piena responsabilità), un povero mitomane, un rappresentante delle macerie di un partito di cui lei, però, Sindaco, non può non ricordare il nome, un partito che fino a pochi mesi fa, le ha retto la maggioranza, un partito che le ha portato voti, un partito che le ha permesso di essere il Sindaco di tutti noi, un partito rappresentato appunto da una persona nei confronti della quale, forse, più che una condanna, ci vorrebbe un bel trattamento sanitario obbligatorio, che fa del vecchio e drammatico adagio secondo cui il potere nasce dalla canna del fucile un insegnamento di vita. Vi prego, ribaltate le vostre indignazioni e le vostre condanne su quelle Istituzioni che tengono con sé questo partito in maggioranza e in Giunta. Fate pochi passi, percorrete Via Garibaldi, svoltate al fondo a sinistra, bussate al palazzo della Giunta Regionale e chiedete alla Presidente Bresso di allontanare dalla sua Giunta e dalla sua maggioranza chi incita alla violenza, chi semina un odio che solo dai folli può essere evidentemente raccolto. Fatelo. Invece di lasciarvi andare con queste condanne che rischiano, poi, di suonare ipocrite (anche se mi aspetto che siano assolutamente sincere), fate seguire da un atto di coerenza e di serietà le parole che avete speso e pronunciato. In conclusione, le ricordo, Sindaco, che la situazione che viviamo, che ormai si è consolidata, è anche frutto (e nessuno riuscirà a convincermi del contrario) dell'accondiscendenza, quando non della vera e propria copertura politica, che da queste Amministrazioni è stata garantita agli esponenti dei centri sociali e a tutti i rappresentanti di quell'area. Ricordo con sconcerto tutte le volte in cui a queste persone, dopo le loro scorribande (che, molto spesso, colpivano miei Colleghi di Partito ed amici con cui ho condiviso un'esperienza politica giovanile), non è arrivato niente più che un rimbrotto. Ora, Sindaco, non le resta che fare una cosa: sgomberi senza "se" e senza "ma" tutte le strutture occupate abusivamente e finalmente le metta a nostra disposizione. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Credo anch'io, come altri Consiglieri, che sabato Torino non abbia registrato una bella pagina. Nel commentare, poi, i fatti, bisogna dire che sono state spese parole del tutto inadeguate, soprattutto da parte di chi si colloca nella sinistra e fa abuso della parola "comunista". In questo senso, esprimiamo la nostra preoccupazione per gli episodi che hanno caratterizzato la vita cittadina di questi ultimi giorni; tuttavia, più che vedere un filo rosso, così come ha detto il Sindaco, con gli episodi di teppismo urbano (che certamente non sono da sottovalutare, perché indicatori di una grande crisi della famiglia e delle istituzioni), noi intravediamo piuttosto un filo rosso - e ci spiace che nessuno l'abbia ricordato - con gli episodi accaduti lunedì scorso: mi riferisco alle scritte, attribuite alle BR, contro un rappresentante sindacale della FIOM della Flexider. In questo senso, quindi, intravediamo un clima non positivo in questa città, che sabato ha visto alcune frange estremiste protagoniste di fenomeni di violenza. Così come già affermato dal Sindaco, sarebbe meglio che nessun rappresentante istituzionale fosse ripreso in atteggiamenti che evocano la violenza, come quello del Consigliere Carossa, al quale sono legata da simpatia personale. Non posso, tuttavia, esimermi dal ricordare che il suo partito è portatore di politiche molto distanti da me, politiche dai toni spesso particolarmente violenti. Detto questo, però, occorre sempre distinguere tra aggrediti e aggressori, così come ha evidenziato correttamente il Sindaco nelle sue considerazioni. In questo momento, più che riprendere le considerazioni del Consigliere Cantore, riteniamo prioritario che, da questa sede istituzionale, venga, in modo trasversale, la condanna di ogni forma di violenza e vi sia, così come diceva il Consigliere Giorgis, l'unità di tutte le forze democratiche per porre argine al tentativo di strumentalizzare con la violenza la crisi economica e sociale che la nostra città sta vivendo. Questa potrebbe essere l'occasione per avere un'unità di intenti in questa direzione, stigmatizzando ogni forma di violenza, da qualsiasi parte essa provenga. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Angeleri. Le ricordo che dispone di soli due minuti e mezzo, essendo già intervenuto, in precedenza, il Consigliere Carossa. ANGELERI Antonello Innanzitutto voglio dire al Consigliere Giorgis che il dibattito, in questa sede, non mi sembra stucchevole ed inappropriato. Inoltre, credo che il Consigliere Giorgis abbia sentito le parole del Consigliere Cerutti, che vorrei riprendere, perché il clima che si sta respirando in questo periodo (io e il Sindaco, che abbiamo qualche anno in più del Consigliere Giorgis, lo sappiamo perfettamente) purtroppo è molto vicino al clima respirato negli anni Settanta, poco prima che apparissero quelle frange violente che hanno caratterizzato un periodo molto negativo della nostra città (mi riferisco, ovviamente, alle Brigate Rosse), causando un clima di odio e violenza (che ho vissuto personalmente). E' un'esperienza che, purtroppo, fa parte di noi. Dal Sindaco, oggi, ho ascoltato un ragionamento che condivido, un ragionamento diverso da quello fatto due anni fa, quando, in questa Sala, si discuteva dello sgombero dei centri sociali). In quell'occasione, il Sindaco sosteneva la necessità di evitare di creare tensioni e l'opportunità di valutare le varie reazioni. Oggi, c'è, invece, una posizione di ravvedimento, e di questo sono felice. Non chiedo, però, una posizione forte al Sindaco: io e il Consigliere Carossa chiediamo, invece, in una mozione, che sia tutto il Consiglio Comunale ad assumere una posizione netta sullo sgombero dei centri sociali, che non soltanto dev'essere portato avanti da questa Città, ma dev'essere portata avanti con le altre forze dell'ordine, con il Prefetto e il Ministero dell'Interno. Occorre che tutta la città sia consapevole: negli anni Settanta, se il Sindaco ricorda (ma credo lo ricordi molto bene), le Giunte di sinistra iniziarono un percorso (portato avanti, in seguito, anche da Assessori del centrodestra) sulle politiche di prevenzione nei confronti dei giovani, politiche che permisero di ottenere qualche risultato, ma che oggi, la Giunta di centrosinistra, ha completamente abbandonato. Concludo, richiamando l'intervento del Consigliere Goffi. Avrei voluto che il Consigliere Goffi (che ha una figlia) fosse stato presente all'aggressione di Piazza Castello. Vorrei dire, a lui e all'UDC, che, forse, sarebbe utile uscire dai salotti buoni della città, salotti che è molto più facile frequentare, e scendere in piazza, per comprendere che cosa realmente sia successo sabato. Sabato prossimo saremo di nuovo in Piazza Castello: invito, allora, ufficialmente il Consigliere Goffi (augurandomi, naturalmente, che non accada quanto accaduto sabato scorso) a partecipare. Forse, scendendo in mezzo alla gente, potrebbe comprendere meglio che cos'è la politica, potrebbe comprendere meglio quali sono le preoccupazioni di un padre, del Consigliere Carossa, unico adulto in mezzo ai giovani, che ha cercato soltanto - ve lo posso garantire, essendo presente anch'io - di difendere quei giovani. Perché vedete, Consigliere Goffi e Sindaco, ricevere pietre in testa non è sicuramente una cosa che rasserena. Mi auguro, quindi, che, da parte di questo Consiglio, ci siano una presa di posizione unanime nei confronti dei centri sociali e la chiusura totale dell'apertura che c'è stata sino ad oggi. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Galasso. GALASSO Ennio Lucio Ritengo di dover vantare né maggiore dignità morale, né maggiore indignazione solo perché, lontano nel tempo, ho subito aggressioni da parte di extraparlamentari e di terroristi di Prima Linea, pur avendo sempre praticato compostezza e ragionevolezza, tanto è vero che, nel volantino di rivendicazione di Prima Linea, si sottolineava il mio essere per bene, ma essendo il nemico un nemico politico, le qualità personali erano assolutamente rimosse. Ho praticato, e sempre ritengo di dover praticare, la passione politica con orgoglio, ma oggi è necessario dare contributi per un maggior senso civico ed istituzionale. Devo dire che il Consigliere Goffi si è mosso proprio su un piano di rigore istituzionale, che è l'unica premessa - e lo sottolineo - proprio per svellere il cerchiobottismo, per fare chiarezza in un confuso contesto politico avvilito dalla opacità di senso istituzionale. Noi oggi dobbiamo constatare che troppo milita, contro l'idea cara a Renan, di una nazione che è la volontà di vivere insieme: tra rischi di democrazia plebiscitaria, disunità nazionale e conflittualità permanente, si segnala uno smarrimento cui bisogna reagire, e bisogna reagire ed avere la consapevolezza della drammaticità del momento, ma reagire tutti insieme. Non è la prima volta - e hanno ragione i Consiglieri che hanno parlato prima di me nel segnalare che non è la prima volta - che questi episodi accadono. Accadono contro le forze politiche, accadono contro i manifestanti e i giovani delle forze politiche, anche quando sono tranquillamente ad assolvere compiti di mera propaganda politica, senza nessuna situazione neppure emotiva che possa giustificare la reazione. Ci sono state aggressioni alle forze dell'ordine in occasione di manifestazioni non autorizzate: ebbene, in queste occasioni, le forze politiche hanno un dovere: non soltanto quello di non criticare (perché la condanna qui assume, a volte, il mero orpello morale), ma quello di assumere, poi, le decisioni conseguenti. Devo dire che queste decisioni conseguenti - di allontanamento e di annullamento di certi rapporti - debbono soprattutto porle in essere quelle forze contigue o quelle forze che rischiano di essere ritenute contigue, perché soltanto così si toglie quel brodo di cultura che alimenta quella zona grigia, che finisce per costituire un momento di reclutamento. Voglio anche dire - e lo voglio dire anche al Consigliere Gallo - che non dobbiamo mai perdere di vista quelli che sono gli autori delle violenze, perché non riusciremo mai ad estirpare il cancro della violenza, se ogni volta che qualcuno fa qualcosa andiamo subito a lanciare un ponte su un'eventuale responsabilità più lontana. Devo anche dire che ho apprezzato il riferimento del Sindaco al fenomeno del bullismo, ma questo, ancora una volta, ci informa di un rischio di spappolamento sociale: gli investimenti e gli impegni del Comune, quindi, per quanto i compiti di istituto consentono, vanno rivolti proprio a questo fine, per andare a rinforzare le agenzie educative, per andare ad alimentare la famiglia e, in essa, a trovare una risposta più adeguata alla drammaticità del momento. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Bonino. BONINO Gian Luigi Come Gruppo, non possiamo far altro che esprimere la nostra convinta solidarietà alla Lega e al Consigliere Carossa per i fatti avvenuti sabato: non può essere diversamente da parte di nessuno di noi, esprimendo la contrarietà ad ogni forma di violenza. Per quanto riguarda il mio Gruppo e, in modo particolare, per quanto compete a me personalmente, credo che non possa assolutamente esistere alcuna forma di violenza, né per chi la subisce né per chi la compie. Riferendomi a quanto riportato dagli organi di stampa in questi giorni, mi sento di stigmatizzare il comportamento di una forza politica come quella del Partito dei Comunisti Italiani e del suo segretario, perché affermazioni e prese di posizione di questo tipo, in questo momento di così forte tensione sociale che vive il nostro Paese, non aiutano sicuramente la democrazia. Queste esternazioni non sono altro che prese di posizione a sostegno della violenza stessa. Noi dobbiamo superare questo metodo che ormai è invalso nella politica italiana e, soprattutto, nella nostra città, una città che, da sempre, ha fatto della democrazia un'insegna insuperabile. Per quanto riguarda il problema dei centri sociali, credo che il Sindaco abbia portato le stesse ragioni che adduce da tempo sull'argomento. Il problema dei centri sociali è un problema che riguarda la Città, un problema che il Sindaco ha segnalato più volte in quest'Aula, ma è un problema sul quale conveniamo sia un compito dello Stato - dal Ministero degli Interni alle autorità prefettizie e al Questore - non soltanto la decisione del loro sgombero, ma anche la dotazione per realizzare tale sgombero e la gestione delle situazioni di tensione che possono crearsi. Credo che chi ha responsabilità di governo non debba soltanto cercare di far propaganda sull'occupazione degli stabili da parte dei centri sociali, ma debba, piuttosto, farsi carico di sostenere queste situazioni. Per quanto riguarda la Lega, abbiamo detto la solidarietà che, indiscutibilmente, viene data, da parte del mio Gruppo, al Consigliere Carossa e a tutti coloro contro i quali vengono perpetrati atti di violenza in modo indiscriminato. Della Lega, però, non condividiamo assolutamente la posizione politica: non possiamo dimenticare, infatti, che si tratta di un partito che predica la divisione dell'Italia contro l'unità del nostro Paese. Non possiamo nemmeno dimenticare che, alcune volte, lo stesso Segretario nazionale della Lega ha incitato a prendere i fucili per fare la rivoluzione padana. Si tratta di affermazioni che possono sembrare folcloristiche, però sono affermazioni che lasciano il segno, quando espresse da personaggi con responsabilità politica elevata. Non possiamo dimenticare che la Lega è il partito che porta avanti una rigida discriminazione nei confronti dell'immigrazione. Tutto questo non può che vederci contrari. Signor Sindaco, lei ha terminato il suo intervento riferendosi all'episodio di bullismo criminale che ha caratterizzato in questi giorni la nostra città, un episodio commesso da ragazzi minorenni che, approfittando proprio della minore età (e lo hanno ribadito in modo arrogante alle forze dell'ordine, secondo quanto riportato dai giornali), si sono messi a sparare contro alcuni cittadini, con una pistola ad aria compressa. Questo comportamento fa parte - e mi riallaccio al problema della violenza manifestata in Piazza Castello - della degenerazione complessiva che sta vivendo la società italiana e la nostra città, in modo particolare. Credo che tutto questo vada riallacciato all'educazione delle famiglie, della scuola, degli enti e di tutti coloro che devono occuparsi di questi aspetti. Credo che una base solida, da questo punto di vista, possa evitare, in futuro, il verificarsi, nelle nostre strade, di episodi di violenza simili a quelli accaduti sabato scorso. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Petrarulo. PETRARULO Raffaele Vorrei partire dal finale, laddove si parla di violenza: è da condannare qualsiasi forma di violenza, sia la violenza rivolta verso esponenti politici (come quella di sabato), sia quella compiuta da esponenti politici (in questo caso, bisogna poi vedere se si è nel campo della politica), sia quella fatta, gratuitamente, da bulli di quartiere nei confronti di cittadini, come la professoressa, di cui si parlava prima, di Barriera di Milano. Il Consigliere Carossa ha la solidarietà assoluta del Gruppo Italia dei Valori e del sottoscritto, perché nessuno si può permettere di attaccare nessuno, in nessuna circostanza. La mia argomentazione sulla questione, dunque, è molto vasta, Sindaco. Lei ha detto bene, quando ha riferito di aver fatto il possibile (e mi rivolgo al Consigliere Ravello). Ma il Sindaco, dopo aver approvato, in sede di comitato di sicurezza, lo sgombero dei centri sociali, rimandando al Prefetto l'attuazione, cos'altro deve fare? Deve forse andare di persona a sgomberare il centro sociale? Ditelo, se lo sgombero tocca al Sindaco Chiamparino! Credo che il suo compito non sia questo. Ovviamente, occorre dare la responsabilità a qualcuno, perché, diversamente, ci fermiamo a quanto espresso dal Consigliere Giorgis e cerchiamo soltanto di mantenere la situazione tranquilla. Personalmente, Consigliere Giorgis, sono per i fatti concreti: concordo con lei sulla prima parte del suo intervento, ma per la seconda parte la penso diversamente, perché credo che siano necessari fatti concreti. Voglio ricordare, così come è stato fatto sui giornali, la retata fatta dall'Arma dei Carabinieri, nella quale sono state arrestate oltre 30 persone. Voglio ricordare i controlli sui mezzi pubblici: a furia di presentare denunce ed interpellanze, i mezzi pubblici di Barriera di Milano e Borgata Aurora sono stati controllati e questo fatto ha ricevuto il plauso dei residenti. Credo che il Sindaco debba insistere su questa strada deve insistere, senza smettere di indicare, in sede di Comitato di Sicurezza, che cosa è necessario fare. È facile dare colpa ai centri sociali, ai bulli, alle loro famiglie, a tutti. Tutti hanno ragione. Concordo in pieno con quanto sostiene lei, Sindaco; occorre sgomberare i centri sociali, perché fanno una politica sbagliata, come dice il Consigliere Ravello, ma occorre anche cacciare via chi spara con le pistole nei cortili. Secondo lei, Consigliere Ravello, queste persone possono vivere tranquilli nelle loro case? Io credo di no. Chi fa violenza gratuita, deve essere fermato. Anche i centri sociali. Se compiono violenze nelle strade o nelle case private, occorre fermarli. Allora, o usiamo lo stesso metro per tutti, oppure dobbiamo approfondire la questione. Vorrei, infine, che, una volta per tutte, si finisse di dare la responsabilità oggettiva della sicurezza soltanto al Comune di Torino. Credo che il miliardo di Euro tolto dalla Finanziaria ai fondi destinati alla sicurezza e alle forze dell'ordine, stia provocando, sul territorio, molti problemi, che la Lega, nonostante l'istituzione delle ronde, non riesce a risolvere. Sul giornale ho letto che, sabato, 50 carabinieri hanno fatto una retata: questa non dev'essere un'operazione spot. È un'operazione che va fatta tutti i giorni, Consiglieri Carossa, Ravello e Cantore, da oggi fino alla fine dell'anno e per tutto l'anno prossimo. Tuttavia, come farla? Con quali soldi, con quali mezzi? Non basta dire al Sindaco di farla personalmente. Sono sicuro che, nell'interrogazione che presenterete in Parlamento, chiederete gli stessi fondi già chiesti per risanare Tossic Park ed altri luoghi, in modo tale che anche Barriera di Milano e Borgata Aurora siano finalmente ripulite. Occorrono fatti, non soltanto parole. Non è polemica: è praticità. Credo, infatti, che, se le cose si vogliono, si possono fare. Secondo me, si può certamente fare, se noi lo vogliamo e se tutti lo vogliono. Occorre agire non a parole, ma con i fatti. Mi permetta una battuta, Sindaco: quando lei ha riferito di aver passeggiato in Via Antonio Cecchi l'altra settimana, sono rimasto un po' perplesso per le sue parole. Lei ha detto di essere passato in quella via e di aver visto tutto tranquillo. Sono passato anch'io, con alcuni cittadini, e ho notato che, purtroppo, non era così, perché sono stato fermato e mi è stato chiesto se volessi acquistare droga, eccetera. Le cose son due: o, forse, quando passa un'Istituzione importante come lei, molti delinquenti si dileguano, oppure, quando passa una persona come me (certamente non importante come lei), questi si avvicinano tentando di vendere droga. Dico questo, signor Sindaco, non per criticarla, ma per farle capire che occorre toccare con mano quanto sta avvenendo in quella zona, in Barriera di Milano e in Borgata Aurora. Se vuole, possiamo andarci insieme, una sera, in anonimato: vedrà che ciò che ho riferito io e ciò che ha visto lei sono due lati della stessa medaglia. Entrambi abbiamo ragione, ma quella che ho visto io è la verità, mentre ciò che ha visto è una verità parziale e non quello che avviene tutti i giorni. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa In questo dibattito, intervengo come donna e, in quanto tale, mi sento estranea (non soltanto politicamente, quanto "ontologicamente") alla logica dello scontro fisico, che è un modello di comportamento sociale maschile. Personalmente, quindi, sono poco competente nell'intervenire su queste modalità di rapporti, perché non sono parte della mia esperienza e della mia storia: in effetti, nelle fotografie apparse sui giornali, chi erano coloro che si fronteggiavano? Erano maschi. Devo, poi, dire che, come donna, il gesto del Consigliere Carossa mi ha colpita, perché l'estrazione della cinghia è un gesto tipico della violenza domestica, è un gesto che evoca l'autoritarismo patriarcale e, in quanto tale, mi ha urtata, mi ha profondamente urtata, perché il padre autoritario e violento che si toglie la cinghia e picchia è tipico di una cultura che, per me, è assolutamente da rigettare e rifiutare. Penso che l'esperienza di essere picchiati con la cinghia del padre sia lontana da quella che vivono i giovani d'oggi, penso che sia l'esperienza degli uomini della mia età, da cui ho sentito tanti racconti in merito. Questo è un fatto che mi ha urtata profondamente. La solidarietà al Consigliere Carossa non può essere data non soltanto da me, ma dall'intero Gruppo, proprio perché un incitamento alla violenza di questo genere mi pare assolutamente non condivisibile. Voglio, però, dire qualcosa sui centri sociali. I centri sociali esistono in tutte le città europee, sono un fenomeno urbano e metropolitano. Non possiamo pensare di vivere in una città dove tutti ci piacciono. Io vivo in una città dove ci sono persone che a me proprio non piacciono! Una città metropolitana, nell'epoca della globalizzazione, è fatta di soggetti sociali molto differenziati. Allora, questa parte di cultura, di antagonismo e di autogestione, è importante che abbia degli spazi, anche - diciamo così - di decompressione, per una parte di giovani che certamente hanno una cultura politica antitetica a quella del piatto provincialismo - che chiamerei "politica della cozza"- portato avanti dalla Lega, nell'epoca della globalizzazione. Non vorrei, quindi, che la nostra città diventasse un luogo provinciale, dove fenomeni come quelli che esistono a Berlino, a Londra, a Parigi e in tutte le città europee sono eliminati dalla "politica della cozza" e della chiusura, perché non si sa avere a che fare con queste realtà, non si sa contrattare con loro gli spazi, non si sa contrattare con loro le giuste modalità di interazione sul territorio: secondo me, questo è un aspetto importante. Mi ha, poi, interessata quanto riferito dal Sindaco a proposito dei ragazzi che sparano con quel tipo di fucile, di cui adesso non so il nome (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo sapete voi, che avete consuetudine con le armi: io non lo so. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Devo, allora, dire questo: accade... CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Chiedo scusa, Consigliere Silvestrini. Colleghi, stiamo parlando di violenza. Lasciamo intervenire il Consigliere Silvestrini in pace, per cortesia? È possibile che ci debba essere questa confusione? SILVESTRINI Maria Teresa Normalmente, quando qualcuno mi chiede com'è la mia esperienza politica, rispondo che è un'esperienza violenta, perché lo è: io sento come tale il dibattito in quest'Aula e non di meno cerco di starci dentro, anche se non mi appartiene come DNA e come abitudine sociale. Vorrei dire una cosa a proposito di quanto riferito dal Sindaco sui ragazzi di Barriera di Milano. Gli studi socio-antropologici ritengono che i giovani maschi, per crescere, abbiano bisogno di misurare la propria forza, di sapere fin dove possono arrivare e dove, invece, si devono fermare. Questa crescita si misura nel confronto con l'autorità paterna e con l'autorità in generale: se non esiste un principio di autorità sufficientemente paterno, accade che questi ragazzi "facciano il proprio Edipo", così come si dice in psicoanalisi, con la Polizia, cioè sfidano per vedere dove arrivano. È un fenomeno diverso da quello dei centri sociali, ma è un fenomeno che va capito, perché altrimenti rischiamo di non capire la società nella quale viviamo. Alcuni interventi hanno posto l'accento su temi quali la violenza nella politica e il rapporto con i giovani (penso agli interventi del Consigliere Giorgis e del Consigliere Lonero): personalmente, credo che tutti questi spunti debbano essere maggiormente approfonditi ed articolati da noi, per costruire un discorso che sia in grado di comprendere concretamente l'esperienza. Voglio, però, concludere, parlando di una mail (che poi vi porterò). Ricevo sempre le e-mail dal Redattore Sociale, l'agenzia di Famiglia Cristiana: non so se anche qualcuno di voi le riceva, io le ricevo tutti i giorni. Venerdì 23 ottobre, il Redattore Sociale ha presentato un'inchiesta sul CIE di Torino, il centro per immigrati dove, grazie alle proposte e alla legge voluta dalla Lega, vengono rinchiusi gli immigrati a Torino. Vi invito a leggere quanto è stato pubblicato venerdì 23 ottobre sulla situazione del CIE di Torino. La situazione è di una violenza raccapricciante: c'è un ragazzo di 25 anni che sta facendo lo sciopero della fame perché è stato picchiato (due alpini sono indagati dalla Procura per questo pestaggio), ci sono persone che compiono gesti autolesionistici, c'è anche chi ingoia pile. Si tratta di situazioni davvero pesanti. Credo che, quando si parla di violenza, dobbiamo anche ricordare questi aspetti che, in città sono, in qualche modo, nascosti: presenterò un'interpellanza, perché voglio chiedere che, su questo argomento, sia fatta chiarezza, trattandosi di una situazione per me inammissibile ed inaccettabile. Spero che la discussione su questi temi, sulla violenza in politica e su che cosa significhi, per noi, democrazia e rapporto con i giovani, possa continuare ad essere approfondita: dagli interventi di oggi, ho visto, infatti, che c'è spazio per affrontarli. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Di fronte all'atteggiamento offensivo di una parte di quest'Aula, e mi riferisco agli applausi al termine dell'intervento (tutti sapete che, in Aula, non si possono fare applausi), credo che sarebbe bene che ci fosse la consapevolezza, da parte di tutti, dell'opportunità di mantenere, in Aula, atteggiamenti conseguenti gli interventi fatti. Consigliere Carossa, non le ho dato la parola. La parola al Consigliere Tronzano, al quale ricordo che dispone di circa quattro minuti, essendo già intervenuto il Consigliere Cantore per sei minuti. TRONZANO Andrea Ringrazio i Consiglieri presenti in Aula: poiché il dibattito mi sembra interessante, la loro presenza dimostra che, sull'argomento, sono necessari presenza ed ascolto. Ringrazio, naturalmente, anche il Sindaco. Senza polemica, ricordo al Consigliere Silvestrini che, dietro ad ogni persona, c'è o un padre o un figlio, e tutti voi sapete quale dolore comporti la perdita di un padre o di un figlio. Onore, quindi, al Consigliere Carossa, che difende i suoi figli di fronte ad una tale violenza, che avrebbe anche potuto provocare la morte di una persona. E voi sapete che cosa vuol dire questo, Consigliere Silvestrini. Che cosa aggiungo, signor Sindaco, per non essere banale rispetto alle cose già dette, tutte corrette e giuste, dal mio Capogruppo e dai Consiglieri Carossa, Angeleri e Ravello? Credo che, se il Prefetto e il Questore, da questa Città (e da noi in modo particolare), avranno la consapevolezza di essere nel giusto sgomberando i centri sociali, lo faranno con maggiore tranquillità e serenità. Probabilmente, fino ad oggi, questo non è avvenuto, perché non c'è mai stata una posizione comune da parte della Città e dei suoi opinion leader (mi riferisco sia al Sindaco, sia ad altri poteri). Credo, quindi, che se la mozione presentata dai Consiglieri Carossa e Angeleri fosse approvata, questa potrebbe rappresentare un invito, un augurio, un auspicio che il Prefetto e il Questore possano attuare quello che il Sindaco, oggi, ha detto con chiarezza: credo, infatti, che oggi sia il tempo delle responsabilità e il tempo di sgomberare i centri sociali. Chiedo, inoltre, al Sindaco di valutare come applicare la legge: spesso, infatti, non è una questione normativa, ma è una questione di applicazione delle leggi e delle modalità di intervento della Magistratura. È necessario, quindi, che il Procuratore Capo della Repubblica sia informato di queste situazioni (ma lo sarà già sicuramente) e sia invitato a ragionare sul destino di chi compie violenza. Credo che provocare il ferimento di una persona sia un reato: dunque gli autori possono essere arrestati e chiusi in carcere. Se, addirittura, è stato dato il confino alla signora Mastella, figuriamoci se non riusciamo ad arrestare persone che commettono violenza e reati. Chi applica la legge è responsabile, tanto quanto noi politici, dell'applicazione dello sgombero dei centri sociali. Su questo aspetto, Sindaco, la invito a riflettere. Infine, chiedo: ci sarà un patrimonio di valori condivisi in questa città? Spero di sì. Dalle parole del Sindaco, sembra di sì; dalle parole dei Consiglieri Silvestrini e Collega Gallo non sembra, ma è possibile, visto che esistono siti internet di centri sociali che inneggiano alla violenza, siti che non vengono chiusi perché, secondo la legge italiana, fanno informazione. Se, quindi, ci lamentiamo della mancanza della libertà di stampa e organizziamo manifestazioni e se, in questa sede, il Consigliere Cerutti ci accusa di essere razzisti, mi pare che non ci sia un patrimonio di valori condivisi. Penso, però, che le parole del Sindaco vadano nella direzione giusta: auspico, quindi, che, con le altre forze della Città, compresa la Magistratura, il Sindaco possa applicarle. Vorrei aggiungere un'ultima cosa, Sindaco: le parole "Sta con loro, perché il figlio è uno squatter" non sono nostre. Non ci rispecchiano, neghiamo fortemente che questo titolo sia del Gruppo che rappresento. Se vogliamo evitare di aggiungere odio su odio, queste cose oggettivamente non sono alla nostra portata. Questa è la solidarietà che vorrei portarle, Sindaco. Solidarietà, quindi, al Consigliere Mario Carossa ed altrettanta solidarietà al Sindaco. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Salti, alla quale ricordo che dispone di un minuto scarso. SALTI Tiziana Voglio esprimere la mia solidarietà al Gruppo Lega Nord e al qui presente Mario Carossa. Ero presente alla manifestazione e vi assicuro che non è stato piacevole. È stata una situazione uguale a molte altre che ho vissuto e subito da gruppi di autonomi che, purtroppo, continuano a operare in tranquillità nella nostra città. Credo che Mario Carossa sia stato fin troppo moderato nell'esternare le sue opinioni: dico questo, per dare uno schiaffo a tutti coloro che, comunque e sempre, vanno contro alla Lega rispetto alle sue idee e ai suoi proclami. In realtà, credo che le forze dell'ordine abbiano sottovalutato il rischio. Vorrei, quindi, invitare il Sindaco ad accogliere il suggerimento del Capogruppo Cantore e a valutare, eventualmente, la costituzione di parte civile in questi procedimenti. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola, per la replica, al Sindaco. SINDACO Capisco la battaglia politica e capisco che l'oggetto della battaglia politica (da parte di alcuni, non di tutti) sia il Sindaco, però mi riservo di fare avere all'Onorevole Ghiglia un documento, dal quale possa avere chiaro che, ad esempio, nelle città di Milano, Roma e Napoli, c'è un numero di centri sociali, che occupano strutture pubbliche, maggiore di quanti ce ne siano a Torino. Sarà mia cura far avere questa documentazione al Consigliere Ghiglia, sperando che, almeno su questo aspetto, finalmente possa farsene una ragione e trovare la pace con se stesso. Spero, inoltre - anzi, non spero, ma glielo auguro -, che il PDL estenda le sue sedi in tutta la città: naturalmente, se arriveranno richieste di affitto e se l'affitto risulterà congruo alle valutazioni dell'Ufficio Patrimoniale, le prenderemo in considerazione, come tutte le altre. Vorrei dire, poi, un'altra cosa: non è che, se non c'è un uso alternativo degli stabili, non si procede allo sgombero, perché, come ho già detto moltissime volte, nella peggiore delle ipotesi l'uso alternativo è quello di inserire gli stabili nel fondo immobiliare (è un uso alternativo, perché serve a procurare risorse che la Città utilizza da altre parti). Il problema dell'uso alternativo, quindi, non c'è. Se, poi, la proposta di affitto è congrua e si trova l'intesa, non c'è nulla in contrario ad andare incontro a legittime esigenze di presenza territoriale del Popolo della Libertà. Ci tengo a dire, però, una cosa, perché bisogna che ci capiamo: è chiaro a tutti che non spetta al Sindaco dare l'ordine a Polizia e Carabinieri di sgomberare i centri sociali, né alcunché di altro che assomigli ai centri sociali? Perché, se non è chiaro a tutti, continuiamo a girare attorno all'argomento (capisco che, nella battaglia politica, si debba metterlo in conto), senza risolvere il problema. Ma questo non va bene. Anche il Consigliere Angeleri, che adesso non c'è, parlava del ravvedimento. Ma quale ravvedimento! Ho sempre detto esattamente quanto dico adesso e sul quale, purtroppo, il Consiglio non si è pronunciato. Semplicemente due anni fa lo dicevo facendomi carico della posizione di tutti gli altri responsabili dell'ordine e della sicurezza pubblica, oggi distinguo queste valutazioni, perché è molto semplice. Per quel che mi riguarda, ho sempre detto che possiamo sgomberare i centri sociali domani mattina, e lo sanno talmente bene coloro che li frequentano che questa è la mia posizione che, se andate su quei siti di cui parlava il Consigliere Tronzano, si scopre che uno degli avversari prediletti è proprio il sottoscritto, considerato in vario modo alla stregua del nemico numero uno. Se vogliamo fare qualcosa di utile e si dichiara guerra a quelle realtà, bisogna mettere in conto atti di vandalismo della città, tipo quelli di sabato. Questa è la motivazione per la quale i responsabili dell'Ordine Pubblico (Prefetto, Questore, Carabinieri, Guardia di Finanza, Ministero, perché non credo che questi operino senza informare il Ministero dell'Interno e i loro superiori) hanno sempre valutato di procedere con attenzione, con cautela, valutando il contesto. Ha ragione il Consigliere Angeleri quando dice che fino a due anni fa mi facevo carico in nome e per conto di tutti; oggi, c'è un coordinamento per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica dove porto la richiesta di sgombero, disponibile a sostenere qualsiasi azione venga decisa in quella sede, ma qualsiasi, compresa quella che tenendo conto del contesto, decida di procedere - come, peraltro, diceva il Consigliere Carossa - valutando bene tempi, modalità, perché poi è troppo forte il rischio di sottoporre la città a tensioni che rischiano di essere controproducenti. Spero che sia chiaro questo, perché se non si valuta tutto ciò, rischiamo di fare solo propaganda. Dopodiché, se volete presentare un ordine del giorno, è nei vostri poteri. Poi, vorrei leggerlo e capire cosa c'è scritto, ma comunque nessuna difficoltà a firmare un ordine del giorno che chieda lo sgombero dei centri sociali. Siamo assolutamente d'accordo alla costituzione di Parte Civile: l'abbiamo fatta per gli spacciatori di San Salvario, e abbiamo avuto ragione e siamo stati risarciti di 15.000 Euro che saranno reimpiegati nelle politiche per la sicurezza; non è stata accettata la costituzione di Parte Civile sul delitto del tabaccaio di Santa Rita, Monetti, perché la Corte d'Assise ha valutato che non c'era spazio. Ammesso che ci sia un procedimento giudiziario, perché per il momento non ne sono a conoscenza, certamente non avremo difficoltà a prendere in considerazione questa opportunità. Per quanto riguarda Radio Blackout, come ho già detto l'altra volta, dal momento che il contratto con l'associazione scade a novembre, non mi sembra il caso di andare ad aprire una procedura per tre mesi, perché a novembre non sarà rinnovato, in quanto non sussistono più le motivazioni sociali per le quali si concedeva il canone diminuito. Mi pare di aver risposto chiaramente alle questioni che mi avete posto e che si possa ribadire al tavolo del Comitato di Sicurezza, appena si riunirà, la richiesta di sgombero, sapendo che l'uso alternativo c'è (come ho già detto prima), e nella peggiore delle ipotesi è il fondo immobiliare, sapendo però che questo va valutato attentamente rispetto al contesto in cui si colloca. E questa valutazione spetta a tutti e io sosterrò fino in fondo qualunque decisione emerga dal quel contesto. Sulla questione dei minori, non ho detto che c'è un filo rosso, vorrei dirlo al Consigliere Cerutti; ho detto che mi sarei aspettato una richiesta di comunicazioni su quell'episodio, mentre invece, se non accennavo io il discorso, non se ne parlava. E mi sembra un fatto diverso, ma altrettanto significativo. Per quanto riguarda il Consigliere Petrarulo, Barriera di Milano avrà tutte le criticità del mondo e, naturalmente, vale quanto detto da entrambi sui nostri giri, ma non è questo. Hanno sparato anche in Corso Orbassano, non è neanche detto che siano gli stessi. Anzi, quelli che hanno colpito la professoressa potrebbero essere altri. Non sono in grado di seguire il Consigliere Silvestrini sulle sue elaborazioni socio- antropologiche, ma faccio solo una considerazione: se si individua sempre e soltanto la responsabilità nell'istituzione, qualunque essa sia, non c'è più nessuno che si sente individualmente responsabile di alcunché, a cominciare dalle famiglie. Insomma, chiunque abbia un qualche parente che insegna sa che oggi dare un 4 ad un allievo la prima cosa che produce è (nove su dieci) il genitore che viene a criticare l'insegnante. Attenzione a questo fenomeno (che fa molto comodo poi ai media, perché fa titolo), ha oggettivamente un effetto deresponsabilizzante sulle persone, sugli individui, sulle famiglie e su tutti coloro che hanno responsabilità educative. Non è la responsabilizzazione di nessuno, ma è una constatazione della quale dovremmo essere consapevoli. |