Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200905906/002, presentata in data 18 settembre 2009, avente per oggetto: "Quale sarà il destino del patrimonio delle IPAB inattive della Città di Torino?" COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Borgione. BORGIONE Marco (Assessore) Faccio una premessa di carattere generale, che riguarda le competenze in materia di IPAB. Attualmente, in base all'articolo quinto della Legge Regionale 1 del 2004, le competenze in materia di IPAB sono delegate alle Province, sia le funzioni di vigilanza sui loro organi, l'eventuale nomina di membri del consiglio di amministrazione di nomina regionale e la loro decadenza; questo è lo skill. Ciò significa che il controllo sull'attività e, di conseguenza, il controllo sul patrimonio delle IPAB esula dalle competenze dei Comuni. Sono stati fatti dei censimenti legati al patrimonio delle IPAB, presenti sul sito della Regione Piemonte, sul quale è pubblicato lo stato patrimoniale delle IPAB della Regione, anche se a una prima analisi non appare completo, ma comunque è un'indicazione molto precisa. Mi sembrava opportuno precisarlo. In secondo luogo, il Disegno di Legge 636, che è fermo in discussione in Regione, prevede la trasformazione delle IPAB a seconda del possesso dei requisiti per la privatizzazione e della consistenza patrimoniale in persone giuridiche di diritto privato o di aziende pubbliche di servizio alla persona. Quindi ci sono queste due opzioni aperte attualmente e in discussione in Consiglio Regionale. Sapendo che si parla spesso di IPAB inattive indistintamente, individuando quelle effettivamente inattive e quelle che, invece, hanno una gestione indiretta, allora appare opportuno, oltre che necessario, da un lato, disporre dei criteri per distinguere tra attività indirettamente rivolta ai servizi socio-assistenziali e inattività delle IPAB stesse. La fattispecie della completa inattività sembrerebbe più destinata a IPAB in dissesto che a quelle, invece, attive, con conseguente necessaria prudenza nella fase di estinzione, dato che chi riceve il patrimonio subentra nella titolarità di tutti i rapporti giuridici preesistenti. Detto ciò, andando un po' al contrario, rispondo alla prima delle domande presentate nell'interpellanza che, sulla base delle valutazioni effettuate dalla Provincia di Torino, le IPAB inattive sul nostro territorio sono tre: la Cappella della Corte d'Appello, che annovera come patrimonio le statue presenti nella cappella; l'Istituto Nazionale Umberto I per i figli dei militari, che è inattivo e privo di patrimonio immobiliare; l'Istituto Buon Pastore che, come si sa, è commissariato da oltre dieci anni. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Cominciamo dall'ultimo punto. L'Istituto Buon Pastore, commissariato da oltre dieci anni, ha un patrimonio immobiliare composto da un edificio in Corso Regina Margherita 153bis, attualmente occupato dall'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte; 27 unità immobiliari in Via Santa Chiara 56 e 58; altre 7 unità immobiliari in Via Monte di Pietà 8. È commissariato dal 1989 e non risulta che svolga alcuna attività. Allora, visto che come Comune stiamo cartolarizzando qualsiasi cosa, proprio da un punto di vista di economie gestionali, non sarebbe opportuno mettere mano a questa situazione sospesa da vent'anni e, rispetto alla quale, il Comune di Torino non ha introiti? Infatti, non credo che per l'immobile di Corso Regina Margherita, dove c'è l'Assessorato alla Regione Piemonte, la Città percepisca un affitto. Non capisco come sia la situazione. In ogni caso, visto che stiamo vendendo beni della Città per sopperire alle necessità di Bilancio, trovo che sarebbe necessario mettere ordine nel caso del Buon Pastore, perché si tratta di beni immobiliari abbastanza ingenti. Il discorso è che, anche solo in questo caso, la Città dovrebbe intervenire - politicamente, Assessore, non proceduralmente e amministrativamente - presso la Provincia per dire: questi beni non possono rimanere fermi da vent'anni, perché c'è un commissariamento (che mi piacerebbe poi approfondire cosa vuole dire), ma se sono beni di proprietà della Città, penso che sia nostro dovere, anche politico, il fatto di mettere mano a una situazione, si tratta di un certo valore. Questi beni dovrebbero per legge essere destinati ai Servizi Sociali. Ci lamentiamo sempre che non abbiamo sufficienti risorse per andare incontro alle necessità sociali dei cittadini di Torino, e quindi sicuramente queste sono situazioni su cui bisogna andare a intervenire. Per quanto riguarda poi le altre IPAB, penso che dovremmo approfondire la questione dei criteri di attività o inattività, perché se una IPAB era attiva per venire incontro a certi bisogni e oggi fa i concerti di lirica sinfonica, a me non interessa come attività, non è più l'attività sociale per la quale era nata. E quindi un patrimonio che può essere consistente, deve essere destinato a fini sociali per i quali era nato. Naturalmente, so bene che siamo nella fase di estinzione delle IPAB. So benissimo la fase storica in cui siamo. So benissimo che dall'800 in avanti c'è stato un processo storico che ha fatto delle IPAB gli enti dell'assistenza che adesso abbiamo concluso con questa fase storica, però mi piacerebbe che questa fase storica fosse conclusa anche con scelte politiche da parte del Comune di Torino sulle situazioni di inattività o anche di commissariamento, tenendo presente quali sono le condizioni del nostro Bilancio. Chiederei all'Assessore se non sarebbe opportuno, in vista dell'approvazione della Legge Regionale, fare una sorta di inventario di quali istituti sul territorio torinese potrebbero venire trasformati e esprimere un parere politico più che burocratico- amministrativo sulla migliore destinazione, a seconda dei bisogni della Città. C'è una legge che verrà varata, c'è una situazione che deve essere sanata, noi, come Comune, ci dobbiamo preoccupare di come questa legge potrà venire applicata nell'interesse dei bisogni sociali dei cittadini di Torino, esprimendo un parere politico. Dico questo perché non vorrei che questi patrimoni venissero privatizzati, senza che l'ente pubblico ne benefici. E siccome invece noi in questo momento, soprattutto sui Servizi Sociali, abbiamo necessità di risorse, queste strutture sono per legge destinate al sociale. COPPOLA Michele (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Il nostro Regolamento non prevede l'obbligo di replica. Lo concediamo quando l'Assessore lo richiede. Se non richiede di replicare, per me l'interpellanza è discussa. La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Allora, chiedo che in Commissione si approfondisca questo aspetto. COPPOLA Michele (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa per l'Aula. Verrà inviata al Presidente della Commissione competente per l'approfondimento richiesto. |