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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Ottobre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 17
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2009-04890
PROGRAMMA DI CARTOLARIZZAZIONE IMMOBILIARE REALIZZATO ATTRAVERSO SOCIET? UNIPERSONALE A RESPONSABILIT? LIMITATA - LINEE DI INDIRIZZO - INTEGRAZIONE LINEE PROGRAMMATICHE 2006-2011 EX ARTICOLO 31 STATUTO.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc.
200904890/008, presentata dalla Giunta Comunale in data …, avente per oggetto:
"Programma di cartolarizzazione immobiliare realizzato attraverso Società
Unipersonale a Responsabilità Limitata - linee di indirizzo - Integrazione linee
programmatiche 2006-2011 ex articolo 31 Statuto"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Comunico che in data 7/10/2009 la competente Commissione ha rimesso il
provvedimento in Aula.
Sono stati presentati 22 emendamenti.
La parola all'Assessore Viano.

VIANO Mario (Assessore)
L'atto deliberativo è stato oggetto di ampia discussione in Commissione e, in ultimo,
anche di un'illustrazione del contenuto specifico degli emendamenti in Conferenza
dei Capigruppo. Tuttavia, trattandosi di un provvedimento importante, mi preme
sottolinearne i tratti essenziali.
Le società di cartolarizzazione sono società non operative (credo che sia importante
richiamare l'attenzione su questo - come abbiamo già fatto in Commissione -); non
hanno costi operativi di qualche significatività, in relazione al fatto che non hanno il
compito di gestire il patrimonio che viene acquisito, ma hanno l'unico scopo di
permettere il flusso finanziario verso il cosiddetto "originator" - ovvero, verso la
Città che la costituisce, ossia colui che cede i beni (nel caso specifico, appunto, la
Città) - e di garantire il pagamento dei creditori - le banche - attraverso la vendita dei
beni stessi.
Per beneficiare dei consistenti vantaggi fiscali connessi all'operazione di
cartolarizzazione, non deve esservi ambiguità circa l'oggetto della società (che deve
svolgere esclusivamente operazioni di cartolarizzazione, non può avere altri compiti)
e deve esservi la massima separazione tra l'originator e la società stessa; in caso
contrario, potrebbero non essere debitamente garantiti gli interessi dei creditori.
Mi pare che queste siano le questioni fondamentali che sono state oggetto di
illustrazioni in Commissione, che ho ritenuto utile richiamare in termini di estrema
sintesi all'inizio di questa discussione.
Naturalmente, resto disponibile per ogni maggiore dettaglio o richiesta di chiarimenti
da parte dei Consiglieri.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ferraris.

FERRARIS Giovanni Maria
Purtroppo, non ho potuto partecipare a tutte le riunioni di Commissione, ma ho
incaricato i Colleghi di porre alcune riflessioni.
Mi sta bene la filosofia che intende adottare il Comune, per carità, perché è ovvio che
si tratti di un trasferimento di denaro regolarizzato e anche con benefici fiscali, ma
c'erano alcune perplessità che, probabilmente, sono state sanate nel dibattito in
Commissione, quali il discorso dell'accensione di un mutuo e, ovviamente,
dell'accensione di un prestito, quindi di debiti a cui la Città dovrà far comunque
fronte. L'Assessore diceva che, grazie alla vendita, la Città riuscirà a garantire i
debiti assunti.
Evidentemente, c'è un nodo che io espongo (ma può essere un dubbio magari
sanato). Circa un anno fa, era stata presentata un'asta nella quale vi erano, ad
esempio, due immobili che, oggi, vengono citati nella cartolarizzazione. Questi due
immobili erano stati oggetto (con altri, che poi sono stati stralciati - penso a Via
Baltimora -) di alcune riflessioni in Commissione, secondo noi, per l'incongruità del
valore valutato e per la destinazione d'uso che si dava; infatti, purtroppo, l'asta in
quel senso andò deserta.
Ora, si ripropongono questi immobili, ovviamente, con un'altra versione, attraverso
una società che poi farà la miglior valorizzazione, ma in un momento in cui il
mercato non offre grandi prospettive, anzi, in questo momento, è proprio l'inverso. Il
mio dubbio permane, anzi aumenta: era proprio il caso di inserire questi immobili in
quel modo? È vero che si definiscono in altri immobili le prospettive di variazione di
destinazione urbanistica, ma le ricordo che, recentemente, c'è stata una variante
urbanistica oggetto di approvazione (forse, di adozione) che ha modificato le carte in
tavola, proprio inerenti alla prospettiva che l'asta del dicembre scorso offriva al
proponente, tant'è che il nostro Gruppo si astenne (senza fare troppa polemica).
Non vorrei che si ripetesse l'errore e che il proponente rimanesse insoddisfatto.
Sarebbero state importanti maggiori certezze. In quel caso, successe che la
Sovrintendenza diede un parere che fu assunto come necessario e vincolante per il
proponente, il quale mi pare non avesse intenzione di procedere. Questo vale anche
per gli altri immobili, quindi stiamo attenti (la Cavallerizza Reale, forse, non è tutta
cittadina, ma, probabilmente, è anche demaniale; la parte di Via Bizzozero, ex
Borello & Maffiotto, ha qualche evidenza, al di là del valore che gli era stato dato;
Corso Chieri era andata già deserta). Stiamo attenti a non fare, tra virgolette, un
"buco" nella vendita, perché, comunque, noi ci assumiamo un onere e ci accolliamo
un ulteriore debito. Per carità, questo debito potrebbe essere risarcito alla banca con
l'immobile, ma bisognerà vedere se la banca lo valorizzerà nello stesso modo.
Quindi, le perizie dovrebbero essere, tra virgolette, "conosciute" prima e non dopo,
perché la banca potrebbe avere tutto l'interesse a valutare "x" questo immobile,
invece che "y" (magari, un importo "x" inferiore all'importo "y" valutato da noi).
Questo è un primo aspetto.
L'altro aspetto riguarda l'opportunità di valorizzare questi immobili a priori, prima di
venderli, perché ho il dubbio che quell'immobile, che prima era valorizzabile con
una certa entità e con certi fini, un domani possa venire vincolato diversamente (vuoi
per il Consiglio Comunale che non riesce a deliberare, vuoi per alcuni vincoli posti
dalla Sovrintendenza, o da altri Enti o da Leggi nazionali). Questo penalizza la Città.
Senza entrare nella polemica, però, francamente, si parla di tanti valori, tanta
economia e di tanti denari, e si parla anche di impegni che sono nostri e che, in
qualche modo, sono proprio dei cittadini, anche se indirettamente; quindi, stiamo
molto attenti a non rifare gli errori commessi un anno fa, anche se nessuno può
averne colpa diretta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Dichiaro il voto favorevole alla proposta di deliberazione, però devo enunciare
alcune perplessità.
Faccio una dichiarazione di non condivisione di un aspetto di politica generale:
ormai, il modo di finanziare i Comuni è diventato quello di alienare il patrimonio.
Ripeto, voterò a favore di questa proposta di deliberazione, perché c'è un problema
di finanza pubblica, quindi di fabbisogno economico che induce la nostra
Amministrazione Comunale a fare anche operazioni di questo tipo, però, all'inizio,
da quando si è avviato il processo di alienazione del patrimonio (considerandolo
importante per la Città), pensavo che quella fosse una via straordinaria, invece devo
prendere atto che, ormai, questa è diventata una via ordinaria. Quindi, la critica
politica che faccio non va alla nostra Amministrazione, ma va ad una concezione
della finanza pubblica attraverso la quale si dice agli Enti locali di arrangiarsi e di
trovare il modo per andare avanti.
Francamente, comincio ad essere un po' restio a continuare in questo processo di
smantellamento del patrimonio pubblico, il quale credo sia la ricchezza della nostra
Città.
Ho voluto fare questa dichiarazione semplicemente perché credo che i Comuni,
costretti a fare questo tipo di politica, non arriveranno lontano.
Quindi, il mio voto sarà sicuramente favorevole, ma volevo capire - se l'Assessore
replicherà - come saranno strutturate le varianti urbanistiche rispetto agli 11 immobili
che verranno, poi, riutilizzati da soggetti privati, che, nel frattempo, li avranno
acquistati legittimamente.
Volevo capire quali siano le tutele per il territorio circostante, dopo aver votato
questa proposta di deliberazione, senza sapere quale sarà la destinazione d'uso di
quegli immobili; quali garanzie ci siano rispetto alla tutela dell'ambiente e alla
comprensione delle caratteristiche di quei territori. Questo, dal mio punto di vista,
sarebbe stato interessante capirlo prima.
Le varianti su questi 11 immobili, quindi, su 11 aree territoriali porteranno delle
modifiche al territorio. Gli acquirenti avranno un obiettivo, un progetto di riutilizzo
dell'area, e noi ci troviamo a votare questa proposta di deliberazione senza sapere
che cosa avverrà in quelle aree. Questa è la nota più critica, oltre al problema legato
alla politica nazionale che sta, in qualche modo, costringendo gli Enti locali ad
alienare il patrimonio per fare cassa.
Credo che su questo aspetto dovremmo fare mente locale e valutare se, dopo il terzo,
quarto, quinto provvedimento di alienazione, si possa continuare così (sempre che ci
siano ancora immobili da alienare, perché non so quale sia lo stato dell'arte rispetto
alla quantità di ricchezze che ci è rimasta). Il concetto di valorizzazione, dal mio
punto di vista, non passa solo attraverso l'alienazione, ma dovrebbe passare anche
attraverso altri modi, come il valore potenziale di un immobile (non valutandolo
solamente con la vendita).
Quindi, comprendo la necessità per la nostra Amministrazione di dovere dare corso a
questa operazione, perché, altrimenti, non so come quadrerebbe il Bilancio, però
credo che la nostra Amministrazione, su questi aspetti, dovrebbe cominciare a fare
un momento di riflessione sul fatto se sia giusto continuare in questo modo o se,
invece, sia il caso di arrestare il processo di smantellamento del patrimonio, che,
comunque, costituisce l'unica vera ricchezza per un'Amministrazione, perché senza
gli immobili e senza le aree territoriali non comprendo che cosa possa rimanere.
Quindi, ho voluto fare una critica romantica, però ci tenevo a dichiararlo a verbale.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
In linea con l'intervento del Consigliere Gallo, aggiungo che abbiamo seguito con un
po' di fatica l'evoluzione della proposta di deliberazione, che, tra l'altro, è stata
ampiamente rimaneggiata rispetto alla sua versione iniziale.
Quindi, rispetto all'utilizzo dello strumento, abbiamo potuto seguire il cambiamento,
e non ci pronunciamo, anche perché abbiamo potuto verificare che è uno strumento
nuovo utilizzato da altri Comuni (in particolare, dal Comune di Venezia). Quindi, su
questo, ci atteniamo alla proposta della Giunta.
Crediamo anche che gli stessi proponenti della deliberazione, se non fossimo nelle
difficoltà finanziarie (sulle quali è inutile fare ulteriori considerazioni),
probabilmente non l'avrebbero presentata, nel senso che, proprio perché sappiamo
che le dismissioni avvengono per esigenze di bilancio, è chiaro che questa politica, in
questo momento, ci può portare a ripianare in parte i nostri debiti. È chiaro, però, che
è una politica di corto respiro, che ora è necessaria, ma sappiamo che non potrà
essere utilizzata all'infinito.
Quindi, queste sono chiaramente anche le nostre perplessità, che però, per
responsabilità, ci fanno dire che bisogna procedere in questa direzione.
Ciò non toglie che dobbiamo, comunque, fare un rilievo negativo - che l'Assessore
già conosce e che avevamo già discusso nel momento in cui avevamo votato il
Bilancio e il piano di dismissioni allegato -. In questo piano di dismissioni avevamo
ritrovato un immobile in particolare, quello di Strada Castello di Mirafiori, che
avevamo richiesto di rivedere (tra l'altro, con un impegno previsto all'interno della
mozione di accompagnamento al Bilancio votata dallo stesso Consiglio Comunale) e
che, invece, ci ritroviamo all'interno della deliberazione con, addirittura,
l'inserimento dell'area che la Circoscrizione aveva indicato come alternativa.
Quindi, ci riserviamo di fare alcune considerazioni nel momento in cui verrà
esaminata in Aula la variante corrispondente.
Abbiamo già avuto modo di conoscere il giudizio della Circoscrizione rispetto a
quest'area, che non è stato positivo proprio perché viene ribadita la questione che si
tratta di un terreno che, se costruito da un insediamento residenziale minimo 80% e
ad ASPI al massimo al 20%, andrebbe a deturpare dal punto di vista paesaggistico ed
ambientale il contesto complessivo in cui si va a inserire.
Quindi, abbiamo grandi perplessità nel merito e sappiamo che, così come è già stato
discusso con l'Assessore, questo provvedimento non sarà posto immediatamente alla
nostra attenzione, ma con tempi più lunghi proprio per difficoltà di carattere tecnico.
Quindi, ci riserviamo di verificare con la Giunta come si possa procedere e come si
possa tenere conto delle nostre indicazioni e di quelle della Circoscrizione, pur
rimarcando negativamente che, nonostante un impegno preso nella mozione per
rivedere il piano di dismissioni con le Commissioni Consiliari competenti, non si sia
proceduto in questo senso.
Comunque, dichiariamo fin da ora, seppur con queste considerazioni non positive, il
nostro voto favorevole.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Mi fa piacere sentire che tutti quanti sono molto critici (almeno coloro che sono
intervenuti fino ad ora) e che non sono d'accordo, però, poi, sono allineati, con
obbedienza assoluta e rispettosa al "capataz" di turno (cioè, al Sindaco), e, quindi,
voteranno favorevolmente.
Detto ciò, mi riserverò di fare un intervento più strettamente politico in sede di
dichiarazione di voto.
Volevo porre alcune domande, ma non so se farle all'Assessore Viano, o a qualcun
altro, perché questo provvedimento è stato firmato da ben 13 persone (forse, per
suddividere fra tutti quanti il fallimento che avverrà fra alcuni anni). Forse, queste
domande dovrebbero essere fatte alla presenza di uno dei veri artefici di questo
provvedimento, l'Assessore Passoni, che non vedo in Aula - e me ne dolgo, perché
avrebbe potuto farmi la sua ennesima lectio magistralis sul discorso che io non
capisco niente -.
Le domande che voglio fare sono dieci (ormai, va di moda), e incomincio da pagina
5, dove sono state cambiate alcune cose (cari amici anche della maggioranza,
bisognerebbe essere attenti, perché il secondo provvedimento rispetto al primo è
cambiato molto).
A pagina 5, ad un certo punto si dice che il soggetto deputato non sa ancora se
autorizzare la costituzione, ovvero l'acquisizione di una società di cartolarizzazione.
Vorrei una spiegazione su questo primo punto.
Sempre a pagina 5, punto A, rispetto alla precedente deliberazione, si dice: "Oggetto
sociale. Rispetto alla precedente versione dello Statuto si prevede anche e/o
l'emissione di titoli". Questo è stato aggiunto, prima non c'era. Siccome si tratta di
qualcosa di decisamente importante, vorremmo sapere quali caratteristiche e che
tipologia avranno questi titoli.
Riguardo al punto B, sempre a pagina 5, vorrei sapere il motivo (e vorrei che lo
sapeste anche voi, perché sicuramente non lo sapete) per cui il tutto è stato
prolungato dal 2016 al 2025. Questo è già un mettere le mani avanti? Ammettete già
un fallimento dell'operazione, come è successo per le precedenti? Come mai, dalla
prima alla seconda deliberazione, avete allungato i tempi di ben nove anni?
A pagina 10 si dice che c'è una corresponsione di un prezzo differito al Comune. Per
l'esattezza, si dice: "…senza prevedere la corresponsione di un prezzo differito al
Comune, il diritto alla ricezione degli eventuali proventi in eccesso rispetto...",
eccetera; vorrei capire che cosa significa. Si mettono di nuovo le mani avanti e il
Comune non potrà prendere dei proventi in più di quelli previsti?
Vorrei capire questo, perché quando si parla di soldi è sempre importante capire. Non
mi sono spiegato bene, ma penso che l'Assessore, con l'ausilio degli Uffici, abbia
capito sicuramente.
A pagina 11 si dice: "È opportuno sottolineare che la società che si costituisce...", e
fin qui sarebbe tutto okay, se non fosse che a pagina 5 si afferma che non si sa ancora
se sarà questa la strada scelta. Infatti, a pagina 5 - scusatemi, ma questi aspetti tecnici
io, a differenza dell'Assessore Passoni, non li so a memoria e quindi devo leggerli -
si dice: "È necessario autorizzare la costituzione, ovvero l'acquisizione di una società
di cartolarizzazione". Quindi, si tratta di una costituzione o di un'acquisizione? Sono
due questioni decisamente differenti.
Vado avanti, se annoio me lo dica. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No,
non era inteso a lei, più che altro alla Presidenza, perché tra l'altro ritengo che sia
vergognoso avere solo cinque minuti a disposizione per discutere una questione del
genere, ma questo è un altro discorso ancora. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Proprio vergognoso, non inadeguato, è differente, le parole pesano,
perché non si vuole discutere di questioni così importanti.
A pagina 12, è stata cancellata la temporizzazione prevista delle cessioni di
immobili.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Carossa. Mi rendo conto che le domande siano
tante...

CAROSSA Mario
Continuo ad andare avanti, perché è vergognoso, deve togliermi la parola.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non può andare avanti ad libitum.

CAROSSA Mario
Ho molta fiducia nell'Ufficio di Presidenza, che è composto dal Presidente e dal
Vicepresidente, il quale mi dice che un Consigliere per Gruppo ha a disposizione 10
minuti, mentre il Presidente mi dice che ne ho cinque. Quindi, mi dica.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Un Consigliere per Gruppo ha a disposizione 10 minuti, ma, siccome lei ha detto che
voleva rivolgere dieci domande, le faccio solo notare che è già oltre la metà del
tempo a sua disposizione.
Prego, proceda.

CAROSSA Mario
Grazie. Recupererò questo tempo.
A pagina 12, è stato cancellato tutto il paragrafo che dava una temporizzazione: si
parlava di incassi di 16.000.000 nel primo anno, di altri incassi nel secondo anno e di
altri ancora nel 2012. Si è cancellato tutto quanto. Mi sembra che stiamo veramente
andando ad una deliberazione troppo larga, e non sono assolutamente d'accordo.
Sempre a pagina 12 si parla di tasso, di Euribor di periodo. Mentre prima c'era
Euribor a dodici mesi, adesso questo termine non è più precisato. Anche questo è un
allargamento delle maglie, o comunque un'insufficiente informazione di questa
deliberazione.
Verso la fine, c'era scritto che le condizioni previste per il finanziamento sono: tasso
di interesse pari all'Euribor a dodici mesi di periodo, più spread (2,0) determinato in
sede di selezione. È stato cancellato "12 mesi" e "2,0" dello spread. Quindi, mi
sembrano sempre più larghe le maglie di questa deliberazione.
Andiamo a pagina 19, dove si dice: "Di affidare l'Amministrazione della Società ad
un organo di amministrazione" - tra l'altro, sempre che sia quella indicata prima,
perché non è così chiaro il tipo di società (acquisizione, o altro) -. Però, l'articolo 12
dello Statuto prevede l'alternativa di un amministratore unico; quindi vorrei capire
che cosa si intende.
A pagina 19, il punto 10 recita: "Di rinviare a successiva determinazione dirigenziale
l'assunzione dell'impegno di spesa per la costituzione della società o l'acquisizione
di società costituita da finanziarie con economie di mutuo…". Vorrei capire qualcosa
di più su queste economie di mutuo; vorrei capire quali sarebbero queste economie di
mutuo, anche perché, da tempo, l'Assessore Passoni dice di volere ridurre i mutui,
eccetera, mentre qui, invece, andiamo a crearne altri.
A pagina 21, il punto 17 dice: "Di autorizzare la costituenda società ad avvalersi
degli Uffici Comunali a partire dall'approvazione del presente provvedimento".
Vorrei capire in che cosa consiste la frase "avvalersi degli Uffici Comunali", perché,
scritta in questo modo, sembra che la società - faccio un esempio - possa richiedere
agli Uffici Comunali dell'Edilizia Privata, all'Architetto Cortese, di metterle a
disposizione cinque tecnici.
Questo era un esempio, ma vorrei che si specificasse meglio che cosa si intende con
questa frase, precisando quali siano gli Uffici, i motivi e i tempi, perché, altrimenti, si
corre il rischio che questa società diventi quasi proprietaria degli Uffici Comunali, e
questo non va bene.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Innanzitutto, vorrei porre una domanda tecnica. Ho ascoltato l'intervento del
Consigliere Carossa e l'ho sentito "pescare" almeno un paio di domande riguardanti
pagina 19 e, persino, pagina 21. Mi sono confrontato anche con gli altri Colleghi e la
deliberazione che ci è stata consegnata termina a pagina 18, per cui confesso di
essermi perso: o il Consigliere Carossa, ma non ho dubbi sul fatto che comunque si
sia ispirato alla deliberazione giusta, ha ricevuto una deliberazione diversa dalla mia,
o sto sbagliando io e ho un'altra deliberazione con il titolo "Programma di
cartolarizzazione".

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Presumo - siccome questo dipende dagli Uffici del Consiglio Comunale - che il
Consigliere Carossa si riferisse al testo integrato con gli emendamenti.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Infatti, il Consigliere Carossa lo conferma.
Quindi, non si riferiva al testo della deliberazione originaria.

RAVELLO Roberto Sergio
Quindi, è un testo distribuito informalmente?

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
È il testo coordinato con gli emendamenti ed è stato trasmesso venerdì.

RAVELLO Roberto Sergio
Non ho nulla da dire rispetto all'intervento del Consigliere Carossa, però mi sembra
un po' strano che il Consiglio Comunale si debba confrontare partendo da un testo di
cui esiste una versione ufficiale ed una versione informale distribuita chissà come,
chissà dove e chissà quando.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Ma non è così, il testo informale...

RAVELLO Roberto Sergio
Però l'Assessore risponderà.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Vorrei chiarire che quel testo è stato distribuito per agevolare la lettura della
deliberazione alla luce degli emendamenti che sono stati predisposti dalla Giunta ed
è stato consegnato ai Capigruppo e alla Commissione, proprio per permettere ai
Consiglieri una lettura facilitata del vecchio testo. Quindi, si tratta di una tavola
sinottica: sono stati inseriti gli emendamenti all'interno del testo originario, ma non è
una struttura diversa.

RAVELLO Roberto Sergio
Essendo una persona dotata di pochissimi pregi, ma molti più limiti e difetti, le
confesso che avrei potuto trovare utile anch'io far riferimento ad un documento che
integrando gli emendamenti mi aiutasse nella lettura, ma non ce l'ho. Mi arrangerò,
Presidente, che cosa devo fare?
Innanzitutto rilevo due fatti, tanto curiosi, quanto politicamente gravi e, comunque,
non irrilevanti.
Il primo è che, finalmente, questa maggioranza ha ritrovato una sua ormai smarrita
compattezza, dimostrata dagli interventi di almeno due Gruppi della cosiddetta
sinistra più radicale. Non mi riferisco a lei, Consigliere Silvestrini, e non so se sono
io ad ispirarla particolarmente, però lei può sempre chiedere di intervenire.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). In alcuni interventi, rendendoli in prosa, è
stato detto: "Questa deliberazione ci fa schifo, ma, per ragioni di opportunità e per
sostenere questa maggioranza traballante, che non ha bisogno di cadere in ulteriori
trappole, la voteremo"; praticamente, hanno fatto un atto di realpolitik. Peccato, però,
che questo atto di realpolitik arrivi su un provvedimento che manifesta, dal punto di
vista politico, un fallimento clamoroso di un progetto, che ha palesato l'incapacità
degli Assessori e, in particolare, del Sindaco di trovare, in tre anni e mezzo, una
soluzione ai problemi economici e finanziari di questa Città. Si tratta di un progetto
politico che non è stato capace di individuare una proposta che garantisse al Comune
di Torino la possibilità di recuperare (o, quanto meno, di tentare di farlo) e di
garantirsi un minimo di autosufficienza finanziaria.
Oggi, vedo, in questo ennesimo provvedimento di dismissioni del nostro patrimonio
immobiliare, un nuovo atto totalmente privo del benché minimo senso di
lungimiranza. Oggi, l'Assessore Viano, novello Sansone, si presenta in Aula, in
questo tempio di velluti ed arazzi, e, incatenato alle esigenze del Bilancio, lo fa
crollare, affinché dietro di sé non rimanga più nulla e, soprattutto, dopo di sé non
rimanga più nulla. Indipendentemente, da chi sarà il fortunato - più o meno fortunato,
questo è tutto da stabilire - che, poi, andrà a prendere il posto del nostro Sindaco e
andrà a sostituire questa Amministrazione. Questa è una logica totalmente priva di
lungimiranza, con la quale si guarda all'immediato futuro, dimenticando che una
buona Amministrazione dovrebbe essere caratterizzata da una maggiore sensibilità
rispetto agli anni a venire e lo ha detto bene il Consigliere Gallo: fate della
straordinarietà un atto di ordinaria amministrazione.
Per quanto riguarda il metodo, riscontro almeno due elementi che suscitano la nostra
perplessità: il primo è dovuto al fatto che si siano invertiti i procedimenti, per cui,
prima, si fa la deliberazione di cartolarizzazione (ma questo è già accaduto) e, poi, si
faranno le Varianti urbanistiche che renderanno alienabili gli immobili oggetto del
provvedimento. Il secondo riguarda il fatto che non ci può non accompagnare, nel
momento in cui valutiamo questa deliberazione, una certa scarsezza di aspettative
rispetto all'esito; infatti, se non sbaglio, è la terza volta che l'Assessore si trova a
dover presentare al Consiglio Comunale una nuova invenzione per liberarsi di un
patrimonio immobiliare che, evidentemente, ci pesa, non frutta e ci costa.
Dopo i due fallimenti dell'asta e del fondo, ora ci proviamo con la cartolarizzazione e
speriamo "che la vada e non la spacchi" una terza volta; purtroppo, mia nonna mi
diceva - molto banalmente - che, di solito, non c'è due senza il tre, per cui è facile
temere che questo passaggio possa portarci ad un risultato non tanto diverso rispetto
ai precedenti.
Devo ammettere, però, che è più nel merito che mi preoccupo e vorrei tornare
all'inizio del mio intervento: avevo detto che c'erano almeno due fattori che
destavano la mia curiosità e, soprattutto, la mia preoccupazione. Il primo è
rappresentato dal fatto che i Gruppi di una certa sinistra si sono espressi
contrariamente, pur annunciando il loro voto favorevole, e l'altro è che in quest'Aula
noto, perché la trovo particolarmente evidente, l'assenza del mandante. Lei è un
mero esecutore, Assessore Viano, noi lo sappiamo bene e a me dispiace. Le esprimo
la mia solidarietà, perché lei si presenta di fronte a quest'Aula, si prende le critiche,
raccoglie le domande e, come è solito fare, ci fornisce le risposte senza portarci
troppo a passeggio (ovviamente, quando le ha), però il vero mandante di questa
operazione latita. Il vero mandante è l'Assessore al Bilancio, ma non è presente e io
trovo piuttosto pesante la sua assenza, perché vorrei che fosse lui - cioè, colui che
tiene in mano i cordoni di questa borsa, che, con tutti i buchi che ha, fa acqua da tutte
le parti - a spiegarci le ragioni per le quali dovremmo accettare e votare questo
provvedimento. Non deve essere lei, da tecnico dell'urbanistica (almeno nel ruolo
che ricopre), a giustificarlo, perché le giustificazioni sono esclusivamente di natura
economico-finanziaria e noi abbiamo bisogno che qualcuno che si occupa di questa
materia ci convinca della bontà del percorso che avete imboccato ormai da tempo e
che ci porterà - perché per questo sarete ricordati - in cinque anni a vendere circa 300
milioni di Euro del patrimonio acquisito in decenni dai torinesi. Si tratta di 300
milioni di Euro polverizzati, di cui non avremo più nulla.
Credo sia abbastanza naturale chiedersi, una volta esaurito questo percorso e
completato il progetto di dismissione di questi 300 milioni di Euro, che cosa accadrà
dopo e come farà la prossima Amministrazione a garantire la prestazione dei servizi
ai cittadini. Voi non siete stati capaci, e questa è la vostra colpa più grave, di trovare
una soluzione alternativa, non siete stati in grado di poter garantire un adeguato
livello nella prestazione dei servizi senza dover andare necessariamente a dismettere
- mi auguro non a regalare - il patrimonio immobiliare dei torinesi.
Questo credo non possa non pesare sulle vostre coscienze, ma, in particolare,
dovrebbe pesare sulla coscienza di chi, oggi, è assente, cioè l'Assessore al Bilancio.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Coppola.

COPPOLA Michele
In realtà, prendo la parola perché il lavoro svolto in I Commissione, con il Presidente
Cuntrò, mi obbliga a fare qualche considerazione anche in Aula, visti gli
approfondimenti effettuati con i Colleghi durante le diverse sedute di Commissione.
Il Presidente Cuntrò si è adoperato affinché fosse fornita la documentazione
necessaria a tutti i Consiglieri e questo devo dire che è stato un buon risultato. Sono
pentito, invece, di aver assecondato il percorso, perché credo che questa
deliberazione, risultante dagli emendamenti che stiamo leggendo - qualora l'Aula li
dovesse approvare -, sarebbe stato meglio leggerla congiuntamente in Commissione,
in modo tale da avere il quadro d'insieme; in effetti, alcune cose le ho lette solo ora.
Il mio intervento sarà breve, perché il tempo è tiranno: in realtà, ha ragione il
Consigliere Ravello, gli immobili venduti ammontano a 295 milioni di Euro, ma gli
anni non sono sei, sono esattamente cinque anni e nove mesi. (INTERVENTI
FUORI MICROFONO). Lo evidenzio perché abbiamo assistito con particolare
attenzione a questo processo di alienazione del patrimonio immobiliare e prima di
ragionare sul merito - o, meglio, sui motivi - devo dire che la battuta più facile è la
seguente: abbiamo fatto tre grandi alienazioni del patrimonio immobiliare e, ogni
volta, abbiamo scelto un metodo diverso. Probabilmente, questo significa che, quanto
meno, i primi due metodi che l'Amministrazione aveva scelto non erano giusti, visto
che ha dovuto rivolgersi al mercato adottando una terza via.
Forse, la risposta più facile è che, avendo poco tempo a disposizione, il modo
migliore per introitare risorse era rappresentata dalla triangolazione interna con una
società di cartolarizzazione, a prescindere dal fatto che si tratti dello strumento
migliore e più adeguato. Le dico questo, Assessore Viano, perché, parto dal
presupposto che, forse, quando si aliena parte del patrimonio immobiliare
bisognerebbe esplicitare quali sono, secondo l'Amministrazione, le azioni, le
iniziative o i programmi che prenderanno corpo da questa alienazione. Non lo
ricordiamo mai, ma, in realtà, una quota va sulla spesa corrente - e, quindi, la
plusvalenza di carico degli immobili - e una quota torna sugli investimenti.
Credo che sarebbe più corretto (e, per certi versi, anche una giustificazione maggiore
per voi) se dichiaraste in maniera chiara, esplicitandole nel testo della deliberazione,
le motivazioni per cui servono 75 milioni di Euro entro la fine dell'anno e quali sono
i programmi ed i progetti che l'Amministrazione metterà in atto grazie a questi 75
milioni di Euro. Purtroppo, questo non viene mai detto con chiarezza e rappresenta
un limite di simili operazioni.
Tornando al metodo scelto, sono preoccupato e la prova della mia preoccupazione,
Assessore - ne abbiamo disquisito durante i lavori in Commissione -, sta, ad esempio,
nell'aver cancellato, con un emendamento, dal testo della deliberazione la previsione
temporale che lei faceva in relazione ai tre momenti di grande alienazione: 15-16
milioni nel primo anno, 30-35 milioni nel secondo anno e la parte restante nel terzo
anno. Quando le dicevo che questa previsione era figlia della penna che scriveva la
deliberazione ma non di un ragionamento, lo facevo perché ritenevo che
quell'impegno temporale non avrebbe potuto essere mantenuto, ma che, quanto
meno, ci sarebbe servito per studiare l'indebitamento e, quindi, la progressione
finanziaria negativa di questa operazione. Questa progressione finanziaria negativa
rende ulteriormente condizionante l'operazione e condizionata la nostra condizione
(magari, l'italiano non è perfetto, ma il principio è molto chiaro).
Mi spiego: se non indichiamo anche una cadenza temporale certa di questa
operazione di cartolarizzazione di 75 milioni di Euro, che prendiamo sul mercato o,
meglio, che prende una S.r.l. completamente nostra, che all'inizio doveva avere un
capitale sociale di 50.000 Euro e che, in realtà, adesso avete aumentato (non ne
comprendo le ragioni, a meno che non vogliate comprarne una e che, quindi, questo
generi oneri differenti e costi aggiuntivi), significa che l'esposizione finanziaria ed il
pagamento degli interessi passivi saranno maggiori rispetto alla cifra di cui, oggi,
abbiamo contezza.
Se, addirittura, questa operazione sarà ancora più appesantita da un'incertezza
temporale, probabilmente quei famosi programmi ed impegni che avreste dovuto
esplicitare non potranno essere mantenuti o, perlomeno, chi verrà dopo si troverà un
fardello ancor più significativo. Perché faccio questo ragionamento? Perché il
Consigliere Ravello - non a torto - parlava dell'assenza dell'Assessore Passoni, ma
certamente iniziative come queste, che hanno il beneficio di far chiudere il Bilancio
dell'anno in corso, spostano significativamente sugli anni a venire le debolezze di chi
amministra e di chi, a tutti gli effetti, afferma che non riuscirà a chiudere i prossimi
Bilanci in serenità.
Non c'erano altri modi? Non c'erano strumenti che mettessero davvero a rialzo il
valore d'acquisto degli immobili? Mi preoccupa che questa operazione sia zoppa
come quella intermedia, attraverso il fondo di gestione esterno (non proprio), per
intenderci, Pirelli Real Estate, che vinse ed oggi si ritrova con un ingente patrimonio
immobiliare che non riesce ad alienare, perché il mercato è cambiato; non solo ha
dovuto versare alla Città di Torino i dividendi derivanti da un accordo al di là di
quanto aveva già pagato, ma, per quanto riguarda la gestione della SGR, è vero che
non ci interessa, però, tutto sommato, dimostra un'evidente negatività, perché se
abbiamo valorizzato casualmente, questa volta, con un'eccedenza al patrimonio
scritto in deliberazione, perché ci servivano - lo dico in maniera scolastica, mi lasci
definire - 75 milioni di Euro e quel patrimonio, magari, vale un po' meno e non lo
alieniamo per niente, è un caso scolastico negativamente potenziale. Chi verrà dopo
di noi si troverà a gestire non solo un'alienazione non riuscita, ma anche un
indebitamento ancor più significativo.
Per questo motivo servono certezze di carattere temporale, perché darebbero quanto
meno fiducia a chi, oggi, deve votare e che, probabilmente, si esprimerà
diversamente da come, invece, l'Assessore si aspetta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
Quando sono diventata Consigliere Comunale mi occupavo di storia, compresa
quella della nostra città. Nei miei studi avevo avuto modo di conoscere la storia
dell'architettura, dell'evoluzione della nostra città e mai più avrei pensato che avrei
dovuto votare la vendita di palazzi che - mi riferisco a quelli venduti quando noi
eravamo in maggioranza, a cui io ho votato a favore - per me erano storici, come, ad
esempio, il palazzo Levi-Pogatschnig in Corso Vittorio, oppure quello di Piazza San
Carlo, ma anche l'Università di Piazza Albarello, o le ville della collina. Quando ho
votato quella deliberazione, per me è stato come vendere un pezzo di storia della
città, qualcosa di simbolico e non soltanto materiale e contabile.
Oggi la mia sofferenza vera e propria dipende dal fatto che vendiamo la Cavallerizza,
dove nel Settecento andava a cavalcare Vittorio Alfieri. Quando vado in certi posti,
questi luoghi mi parlano della storia della nostra città ed il fatto che vendiamo questi
immobili senza nemmeno pensare che cosa diventeranno, cioè senza nessuna
programmazione, per me rappresenta la rinuncia, da parte della Città, a riconoscere la
propria identità ed a farla valere per il futuro.
Oggi mi sento sollevata di poter votare contro la vendita di questi palazzi, in
particolare, della Cavallerizza, per motivi storico-culturali, ma anche politici, cioè la
mancanza di una programmazione delle scelte del patrimonio urbano.
Una Città deve avere una visione urbanistica, la quale non è scollegata da una visione
sociale; questo è un concetto che ho tentato di ripetere più volte in questo Consiglio
Comunale, ma non mi pare sia stato raccolto.
Vanno ripristinati dei nessi tra la visione urbanistica e quella sociale, perché abitare
non vuol dire soltanto stare in un cubo di cemento, ma anche apprezzare quanto ci
circonda; la stessa architettura è eminentemente un atto simbolico. Nel momento in
cui la Città vende palazzi storici senza dire ed avere un'idea di quale destinazione
avranno, rinuncia a dire qualche cosa sull'identità che la città vorrà avere in futuro.
Inoltre, non abbiamo neanche ragionato sui bisogni di spazi da parte di associazioni,
o quant'altro; non abbiamo fatto un ragionamento sugli spazi pubblici necessari a
Torino.
Il nostro è un ragionamento di tipo puramente contabile; ovviamente, adesso siamo
arrivati alla fine, questa "cartolarizzazione" - come la si vuole chiamare - è l'ultima.
Sarà l'ultima volta che avremo beni immobili di un certo valore da vendere, dopo
non ne rimangono più ed io, per la verità, sono molto curiosa di sapere che cosa ci
hanno reso gli altri, quelli a cui ero affezionata e che adesso non sono più di proprietà
pubblica, di cui vorremmo capire esattamente come sia andata la vendita.
Proprio oggi ho presentato un'interpellanza su un'altra questione, che, però, c'entra
col patrimonio della Città, cioè la questione delle IPAB. L'Amministrazione avrebbe
potuto entrare in possesso di patrimoni ingenti (quelli delle ex IPAB), in particolare,
dell'Istituto Buon Pastore - lo voglio ricordare -, che possiede un ampio edificio in
Corso Regina Margherita, dove c'è l'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte,
che potrebbe pagare un affitto alla Città di Torino o, comunque, potrebbe essere della
Città di Torino se si fosse fatta la scelta politica di far passare il patrimonio delle
IPAB alla Città, ma non è stato fatto. Oggi l'Assessore Borgione ha detto: "Quella è
un'IPAB inattiva". È commissariata da vent'anni; per quale motivo la Città non entra
in possesso del suo patrimonio? Per quale motivo vendiamo dei beni, però, poi, non
curiamo realmente quanto possediamo? Questa è una domanda che, sinceramente, mi
rimane insoluta.
È evidente il nostro voto contrario a questa deliberazione, che non è pregiudiziale,
ma è l'espressione del fatto che la Città non può - secondo me - abdicare al suo
compito di progettare, orientare il futuro urbanistico, sociale ed i modi di abitare e di
vivere la città e non può rescindere i nessi tra l'urbanistica ed il sociale soltanto sulla
base di considerazioni di tipo contabile ed economico, che non hanno - come hanno
detto i Consiglieri Cerutti e Gallo Domenico - prospettiva, ci schiacciano sul presente
e non ci aprono finestre sul futuro.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Viano per una breve replica.

VIANO Mario (Assessore)
Ho sentito che in molti degli interventi (almeno, in questa fase) attendendo le
dichiarazioni di voto, alcuni Consiglieri hanno posto questioni specifiche e proverò a
rispondere partitamente.
È stato chiesto se era il caso di inserire immobili in questa società di
cartolarizzazione che andiamo a costituire che, recentemente, hanno visto l'asta
disertata. Ritengo di sì, nel senso che abbiamo l'esigenza pressante di recuperare
risorse a valere sul Bilancio dell'anno in corso, che è stato approvato dal Consiglio
Comunale con queste previsioni di entrata (in parte corrente e in parte capitale),
quindi, occorre che realizziamo queste valorizzazioni, queste alienazioni con cui
ricavare risorse assolutamente nell'anno, altrimenti occorrerà tagliare ulteriormente
servizi (previsti a finanziamento) nell'anno in corso e che possiamo onorare e sperare
di confermare a condizione che le entrate (che abbiamo, d'altra parte, previsto con
atto del Consiglio, che ha approvato il Bilancio stesso) vengano realizzate.
Lo abbiamo già detto a più riprese: abbiamo pensato - e qualcuno ha ripreso questo
tema - di poterci avvalere di una soluzione come quella rappresentata dalla società di
cartolarizzazione proprio perché ci consente, intanto, di non fare uscire gli immobili
dal perimetro esteso della Pubblica Amministrazione (perché la proprietà della
società di cartolarizzazione è totalmente in capo all'Amministrazione Comunale) e,
per converso, di realizzare immediatamente ricavi importanti per l'equilibrio
gestionale attuale del Bilancio comunale.
Se non realizziamo queste operazioni ora, non saremo in grado di confermare gli
impegni che abbiamo assunto con il Bilancio 2009 (mica con il Bilancio futuribile).
Il Consigliere Coppola, per esempio, ha detto che sarebbe bene sapere a che fini, per
quali investimenti, per finanziare quali servizi sono realizzate queste dismissioni, ma
è evidente che non può essere indicato in modo esplicito in deliberazione, perché le
entrate, così come le spese, non sono attribuite bi-univocamente l'una all'altra,
ovvero, non è che una determinata entrata sia legata rigidamente ad una determinata
spesa, però, se non si realizzerà il complesso delle entrate previste a Bilancio, non si
potrà sostenere il complesso delle spese previste dallo stesso, che è in equilibrio
sempre che le entrate si realizzino.
Queste entrate (in parte in conto capitale, in parte in partita corrente) vanno a
finanziare poste della spesa del Bilancio 2009. Questa è una cosa assolutamente
esplicita, che non abbiamo mai mascherato.
Non ci sono certezze assolute circa l'esito, però costituiamo la società (abbiamo già
interloquito con gli Istituti di credito), la quale dovrà formalmente indire una gara per
selezionare, per individuare l'istituzione finanziaria con cui indebitarsi e, in quella
fase, andremo a vedere se, concretamente, saremo in condizione o meno di realizzare
quel flusso di risorse in entrata sul Bilancio comunale che ci consentirà di
corrispondere agli impegni che abbiamo assunto.
Per rispondere al Consigliere Ferraris, la Cavallerizza non è mai stata comunale. La
parte che cediamo alla società di cartolarizzazione è quella già acquisita dalla Città; è
vero che non è ancora totalmente nella titolarità della Città, ma cediamo alla società
di cartolarizzazione la parte che, invece, è già acquisita. Storicamente non è mai stata
della Città, è sempre stata dell'Agenzia del Demanio e la Cavallerizza è dell'Alfieri
non perché Vittorio Alfieri ci cavalcava dentro, ma semplicemente perché l'architetto
Alfieri l'ha progettata, che è tutt'altro (lo dico per il Consigliere Silvestrini, che ha
fatto l'ultimo intervento).
Tutti i progetti, i piani urbanistici che si riferiscono al complesso della Cavallerizza
prevedono che quella parte storica, monumentale, aulica del complesso venga,
comunque, ceduta alla Città, in esito alla trasformazione, per ospitare servizi
pubblici, quindi, è assolutamente ovvio che non si disperderà in capo ad utilizzatori,
gestori privati la parte di rilevanza storico-architettonico-documentaria, dal
Maneggio Chiablese al Maneggio Reale. Resteranno e torneranno pienamente, a
seguito dell'operazione urbanistica, nella piena disponibilità e titolarità della Città.
Per quanto riguarda l'area ex Borello e Maffiotto, più o meno è una situazione
analoga.
Per quanto riguarda le Varianti urbanistiche, come abbiamo detto in Commissione,
sono già state adottate dalla Giunta, sono in consultazione presso le Circoscrizioni e,
a breve, arriveranno alla discussione della II Commissione. È vero, ci sono
complessità legate ad alcune di esse ed è assolutamente evidente che le operazioni di
cessione (che si faranno nel corso dell'anno) produrranno delle entrate nel Bilancio
della Città. Quelle che non si faranno nel corso dell'anno le potranno produrre negli
anni successivi, o non produrle per nulla. Per il momento, noi autorizziamo la
costituzione della società e la dismissione di quei beni; se non avranno esito i
processi ed i percorsi di Variante urbanistica, naturalmente, non sarà possibile
procedere alle condizioni che abbiamo indicato.
Non siamo partiti prima semplicemente perché dovevamo capire quali erano le
condizioni di valorizzazione possibili. Dopodiché, abbiamo allestito le deliberazioni,
ma quelle inerenti l'urbanistica hanno tempi più lunghi, perché devono seguire
determinate procedure (acquisizione pareri preventivi, adozione, pubblicazione,
osservazione ed, infine, approvazione) molto complesse. Abbiamo formalmente
avviato il percorso, abbiamo assunto l'atto di Giunta necessario, ma non lo abbiamo
ancora concluso. Tuttavia, è evidente che la condizione perché si possa realmente
valorizzare è che a questa conclusione si pervenga entro l'anno. È quello su cui
scommettiamo ed è ciò su cui noi, naturalmente, siamo impegnati.
Rispondo rapidamente anche alle domande del Consigliere Carossa.
Ci siamo domandati se costituire o acquisire e, in effetti, abbiamo tenuto aperta la
questione, perché, siccome i tempi di costituzione sono piuttosto lunghi e complessi,
anche dal punto di vista degli accrediti del Ministero del Tesoro (li chiamo
"accrediti", magari il termine tecnico non è quello giusto) e visto che ci sono, invece,
agenzie che offrono servizi di supporto agli Enti Pubblici che intendono percorrere
questa strada (perché non è nuovissima) che hanno anche già, in funzione
strumentale, costituito e abilitato presso il Ministero dell'Economia società di
cartolarizzazione, possiamo acquisire. Anche quest'operazione la facciamo sulla base
di un'evidenza pubblica, perché è chiaro che rimane un'operazione attuata da un
soggetto totalmente detenuto dalla Città, da una Pubblica Amministrazione, quindi,
in quanto tale, assoggettato in tutto e per tutto (non sfugge nulla, per nessun aspetto)
alla disciplina generale che presiede alle attività della Pubblica Amministrazione.
Anche la scelta di un soggetto che offra servizi tecnici e giuridici di supporto e la
possibilità di acquisire la "scatola vuota" (società di cartolarizzazione), che ha
costituito ai fini di offrire questo tipo di servizio agli Enti Pubblici che intendono
percorrere questa strada è una procedura che la società dovrà mettere in campo
(naturalmente, in forme di assoluta evidenza pubblica).
Nella seconda domanda si chiede perché l'emissione di titoli o perché la possibilità
di emettere titoli. Semplicemente per non precluderci (come società, non come Città)
la possibilità di non ricorrere solo ad indebitamento, ma anche all'emissione di titoli.
La strada dell'indebitamento è quella assolutamente ordinaria e, a tutti gli effetti,
riteniamo che sia realizzabile, però è una misura di prudenza, per evitare che, nel
momento in cui ci fossero problemi di indebitamento, non sia possibile ricorrere allo
strumento dell'emissione di titoli, ma è una possibilità in più, che non intendiamo
praticare, se non in caso di assoluta necessità.
La terza domanda si riferisce alla proroga della durata della nuova società dal 2016 al
2025. Anche questo è stato un affinamento legato all'interlocuzione, da un lato, con
il credito e, dall'altro, con il Ministero del Tesoro, che hanno auspicato un tempo più
lungo, per non costringere le operazioni di alienazione della società in tempi troppo
stretti, che avrebbero potuto penalizzare i risultati che la società è chiamata a
conseguire.
I proventi differiti - che sono le valorizzazioni che realizzerà la società - sono
destinati ad attività che, ordinariamente, sono di interesse pubblico (fondazioni che
perseguono obiettivi di interesse pubblico), a cui destiniamo, statutariamente, i
risultati positivi (che auspichiamo) dell'attività di valorizzazione che, nel corso di
questo arco temporale piuttosto lungo, svolgerà la società di cartolarizzazione. Non
solo, quindi, risultati di breve. Alla chiusura della società stessa, le plusvalenze che
realizzerà andranno per queste finalità di interesse pubblico.
Per la questione della cancellazione dall'atto deliberativo della temporalizzazione del
tasso di riferimento ci è stato chiesto di farlo proprio per riconoscere maggiormente
l'autonomia, rispetto all'Amministrazione, della società che - come ho detto - deve
essere un soggetto autonomo. È una richiesta delle banche per poterlo finanziare,
perché vogliono che, poi, l'attività che svolgerà (quindi, i risultati che
conseguiranno) sia quanto più possibile aderente alle condizioni specifiche di
mercato, senza troppi vincoli dettati dall'Amministrazione, che potrebbero
rappresentare delle catene, degli elementi di costrizione; questa è la ragione.
Devo dire - e lo dico anche con riferimento all'intervento del Consigliere Coppola -
che la questione dei tempi di cessione non ha nessuna rilevanza sul Bilancio,
sull'attività dell'Amministrazione, perché, in ogni caso, l'Amministrazione verrà
remunerata dell'alienazione (nel senso che verrà pagata l'alienazione) entro fine
anno 2009. Dopodiché, la società di cartolarizzazione dovrà fare tutto quanto
possibile ed auspicabile in relazione alla realizzazione di migliori risultati di ulteriore
valorizzazione. Per quanto riguarda la Città, i tempi di dismissione sono
assolutamente indifferenti rispetto al risultato di breve (che è fondamentale) di cedere
ora, da parte della Città alla società stessa, questo patrimonio, quindi, di realizzare
ora, nel 2009, il risultato economico atteso.
Le economie di mutuo sono semplicemente quelle che si determinano alla fine
dell'esecuzione di un'opera pubblica, legate all'ammontare complessivo della
somma mutuata ed al fatto che, con i ribassi, pur tenendo conto di eventuali perizie o
quant'altro, residuano e, quindi, possono essere destinate. Sono risorse da
considerare assolutamente interne all'Amministrazione e che attengono ad un
percorso di indebitamento relativo alla realizzazione di opere pubbliche.
L'avvalersi degli Uffici Comunali - lo abbiamo detto ampiamente in Commissione -
non può essere indifferenziato. La società dovrà stipulare un contratto di servizio con
l'Amministrazione, che si rapporterà con il suo organo di amministrazione. Noi
auspichiamo un amministratore unico, proprio perché non si tratta di una società
operativa, quindi, non vogliamo caricarla di costi; stiamo al di sotto di certi limiti per
non avere il Collegio Sindacale. Riferiremo, naturalmente, alle Commissioni
Consiliari, ma stiamo cercando di renderla più leggera possibile. La nuova società si
avvarrà degli Uffici Comunali nei limiti di quanto definito nel contratto di servizio,
non gravandola di ulteriori oneri, ma semplicemente mettendo gli Uffici Comunali a
disposizione della società. Nei fatti è quello, ma formalmente è un contratto di
servizio nei confronti della Città, perché la società è altro, deve essere altro rispetto
alla Città, deve essere autonoma, altrimenti non potrebbero agire le agevolazioni
fiscali e quant'altro.
Il testo di riferimento è semplicemente quello integrato, quello della deliberazione;
probabilmente quello a cui si riferiva il Consigliere Carossa è quello integrato,
distribuito mercoledì scorso. Per quanto ne so, è stato distribuito a tutti i Gruppi e mi
dispiace che non sia pervenuto al Consigliere Ravello. È stato un disguido interno,
perché assicuro che la distribuzione è stata diffusa e generalizzata. È sempre un
nuovo strumento, è un po' una provocazione, perché ora abbiamo questa esigenza
specifica di realizzare senza dover immettere sul mercato, che è in un momento tale
in cui i risultati sarebbero francamente non soddisfacenti (per utilizzare un
eufemismo).
In realtà, la destinazione delle risorse è per il finanziamento dell'attività prevista a
Bilancio e basta. La cadenza delle alienazioni non mette in questione in alcun modo
le entrate, quindi, non condiziona la futura attività dell'Amministrazione.
Tutti abbiamo chiara consapevolezza di come sia questo percorso, che non può
essere proseguito ad libitum, ma può consentirci di far fronte, nel breve periodo - lo
abbiamo esplicitato -, agli impegni presi, ma che, nel lungo periodo, deve essere
superato attraverso aggiustamenti o acquisizioni di altre fonti di entrata di carattere
fiscale o parafiscale, che consentano di non dover ricorrere ad operazioni
straordinarie, proprio per evitare che, appunto, diventino surrettiziamente ordinarie in
quanto ripetute tutti gli anni. Questa è una chiara consapevolezza che ha la Giunta;
d'altra parte, occorre affrontare questa fase, questo tempo che rimane rispetto al
quale dobbiamo garantire la continuità di erogazione dei servizi essenziali, per
consentire anche di affrontare una situazione generale economica e sociale che,
francamente, è critica. La straordinarietà di queste operazioni trova una maggiore
giustificazione (seppure, in termini generali, occorra evitarlo) se si tiene conto che si
pone in una fase in cui occorre mettere in campo mezzi straordinari per fare fronte a
situazioni eccezionali a cui dobbiamo rispondere.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla trattazione degli emendamenti.
L'emendamento n. 1, presentato da…, recita:

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 1:
Astenuti 2 (considerando il mio voto), Favorevoli 27 e Contrari 3.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'emendamento n. 2, presentato da..., recita:

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Vorrei fare una domanda all'Assessore. Se comprendo bene, con questo
emendamento si modifica, nel primo testo, la parte in cui si dice che gli eventuali
plusvalori (introiti in più), al netto dei costi sostenuti dalla società stessa, vanno
all'Ente pubblico, nel secondo testo, a finalità pubbliche. Vorrei, se possibile, che mi
spiegasse la differenza fra queste due parole, perché, secondo me, è molto
importante.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Viano.

VIANO Mario (Assessore)
Anche nell'ultima Conferenza dei Capigruppo avevo insistito su questo aspetto. Il
problema è proprio questo: la prescrizione normativa è di un'assoluta separazione.
La società di cartolarizzazione che si costituirà avrà una sua personalità giuridica,
una sua autonomia, una sua responsabilità ed una sua totale indipendenza e deve
averla, altrimenti, per una serie di ragioni tecnico-giuridiche (che hanno,
naturalmente, delle motivazioni) non potrebbe accedere a tutte le agevolazioni fiscali
e qualificherebbe, insomma, il suo indebitamento come se fosse della Città.
Per poter realizzare questa condizione di indipendenza, di autonomia della società di
cartolarizzazione è stato necessario prevedere esplicitamente che le plusvalenze
realizzate da tutta questa operazione siano destinate a finalità pubbliche, ma non
confluiscano nel Bilancio della Città, ovvero, non siano attribuiti alla Città (che l'ha
costituita in questa fase, con questo atto deliberativo); possono essere destinate a
finalità pubbliche, ma non devono, in senso formale e sostanziale, passare nel
Bilancio della Città.
La finalità pubblica che ci pare possa essere adeguata allo scopo è l'apporto ad una
fondazione che, ordinariamente, deve essere finanziata attraverso risorse di Bilancio
comunale e che, potendo essere finanziata in parte significativa con risorse di
valorizzazione tratte dall'attività della società, alleggerirà, nei fatti, il Bilancio
dell'Amministrazione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 2:
Presenti 33, Astenuti 3, Favorevoli 25, Contrari 4. L'emendamento è approvato.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'emendamento n. 3, presentato da…, recita:

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 3:
Presenti 29, Astenuti 1 (che sono io), Favorevoli 28. L'emendamento è approvato.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'emendamento n. 4, presentato da..., recita:

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 4:
Presenti 26, Favorevoli 22, Astenuti 4. La proposta di emendamento n. 4 è approvata.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'emendamento n. 5, presentato da…, recita:

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Ricordatevi che il voto del Presidente è sempre di astensione.
Invito i Consiglieri a rimanere al loro posto nel corso delle operazioni di voto, se
possibile, per evitare contestazioni e problemi successivamente. Posso chiedere ai
Capigruppo di richiamare i loro Consiglieri a rimanere presenti in Aula durante le
operazioni di voto, per cortesia?

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 5:
Presenti 27 più il Presidente 28, Astenuti 4, Favorevoli 24.
L'emendamento n. 5 è approvato.
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