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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Ottobre 2009 ore 12,00
Paragrafo n. 12
INTERPELLANZA 2009-06397
"IL BOIA E L'IMPICCATO. I PATROCINI LEGALI DELL'AVVOCATO ASSESSORE AI VIGILI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VENTRIGLIA ED ALTRI IN DATA 7 OTTOBRE 2009. [Interpellanza generale]
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza generale n. mecc. 200906397/002,
presentata in data 7 ottobre 2009, avente per oggetto:
"Il boia e l'impiccato. I patrocini legali dell'Avvocato Assessore ai Vigili"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, al Vicesindaco.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
Nell'interpellanza si afferma che "…l'Assessore alla Polizia Municipale si sia
trovato ad essere contemporaneamente controparte come difensore di un cittadino
fermato e denunciato per guida in stato di ebbrezza dagli stessi Vigili (…), che tale
situazione configura quanto meno una grave inopportunità e probabilmente un
conflitto di interessi" e che ragioni di opportunità avrebbero dovuto consigliare
l'affidamento della difesa ad altri colleghi del suo studio. Su tali affermazioni
preliminari occorre precisare quanto segue: alla data dell'assunzione della difesa
d'ufficio, l'Assessore Mangone non deteneva le deleghe relative alla Polizia
Municipale, ma, soprattutto, la nomina del difensore d'ufficio avviene sulla base di
una rotazione automatica, imposta dalle regole di cui all'articolo n. 27 e dalla
disposizione attuativa del Codice Penale e del Regolamento della difesa d'ufficio,
approvato con delibera del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati del 18/06/2007,
allegato 1, articolo 3.
Leggo solo due articoli del Regolamento - se i Consiglieri fossero interessati, lo
posso lasciare agli atti -, che danno esattamente l'idea, per chi non lo sa, di che cosa
accada in queste situazioni. "Modalità di nomina: i Magistrati e la Polizia Giudiziaria
si rivolgono, per la designazione del difensore, di cui all'articolo 97 comma 3 del
Codice Penale, all'ufficio centralizzato, predisposto, ai sensi dell'articolo 29 - che
dispone l'attuazione del medesimo -, dal Consiglio dell'Ordine Forense che fornisce,
con l'ausilio di un sistema informatizzato, il nominativo del difensore di turno. Il
criterio previsto per l'individuazione del difensore è quello della rotazione
automatica e del rispetto di compatibilità logistiche, in modo da evitare una pluralità
di nomine contestuali che possano incidere sull'effettività della difesa".
L'Ordine degli Avvocati provvede a fornire alle forze dell'ordine l'indicazione degli
avvocati di turno per ogni giorno dell'anno, attraverso un call center operante in un
apposito ufficio, esistente presso il Consiglio medesimo. A tale ufficio dell'Ordine
degli Avvocati di Torino, tutte le forze dell'ordine (compresi i Vigili Urbani che si
trovano ad operare in qualità di agenti di Polizia Giudiziaria) devono fare
necessariamente riferimento per compiere gli atti per i quali la Legge prevede
garanzie difensive. Ciò avviene ogniqualvolta il soggetto identificato non provveda
alla nomina di un difensore di sua fiducia.
Pertanto, l'indicazione del nominativo dell'Assessore quale difensore d'ufficio in un
verbale di identificazione da parte degli agenti non riguarda un'ordinaria procedura
amministrativa - vi prego di seguire questo passaggio - di elevazione di una sanzione
da parte della Polizia Municipale, bensì il procedimento penale per guida in stato di
ebbrezza, che ha avuto inizio con gli accertamenti mediante l'etilometro ed il
conseguente sequestro dell'autovettura.
Dunque, non è corretto affermare che l'Assessore Mangone si sia trovato ad essere
controparte della Polizia Municipale nella sua veste di difensore d'ufficio e, tanto
meno, che si sia determinato un conflitto di interessi; infatti, la controparte
dell'automobilista fermato non è la Polizia Municipale, bensì l'Autorità Giudiziaria.
In ordine ai quesiti posti va detto quanto segue: da una prima ricognizione, allo stato,
non constano pendenze di cause e/o procedimenti curati dallo studio dell'avvocato
Mangone; salve le premesse in ordine ai meccanismi di legge e di regolamento
dell'Ordine degli Avvocati di Torino che presidiano la nomina dei difensori d'ufficio
nell'ambito dei procedimenti penali, nel caso di specie l'individuazione, nella sua
veste di avvocato, dell'Assessore Mangone è avvenuta con le modalità di cui alla
relazione del 14/10, protocollo 639, allegata alla presente, che è la modalità di cui
all'articolo 3 del Codice di attuazione che vi ho letto.
Inoltre, è necessario specificare che il caso in oggetto riguarda la procedura per la
nomina di un difensore d'ufficio e non, come asserito (e, forse, è questo che ha
provocato l'equivoco nell'interpellanza), l'attribuzione di un gratuito patrocinio. Il
gratuito patrocinio, così com'è configurato dall'articolo n. 74 del DPR n. 115 del 30
maggio 2002, è previsto, su istanza dell'interessato, nel processo penale per la difesa
del cittadino non abbiente, indagato, imputato, condannato, persona offesa da reato,
danneggiato che intenda costituirsi parte civile, responsabile civile, ovvero
civilmente obbligato per la pena pecuniaria. È l'interessato che cerca il patrocinio
gratuito se rientra nei limiti di legge previsti, cioè se il livello del suo reddito è così
basso da consentirgli di poter usufruire del patrocinio gratuito, ma non è il caso di cui
stiamo parlando.
Per quanto riguarda la terza domanda, tutti i dipendenti comunali, compresi i membri
del Corpo di Polizia (ovviamente, lo dico per rispondere alla domanda, ma non è
riferito a questo caso), nello svolgimento delle proprie mansioni e nei rapporti con
l'utente devono attenersi ai criteri generali di diligenza, imparzialità e buona fede e
alle specificazioni contenute nel Codice di comportamento dei dipendenti delle
Pubbliche Amministrazioni.
La quarta domanda chiede se i fatti accaduti non giustifichino, quanto meno, una
diversa attribuzione delle deleghe all'interessato; in realtà, non sussistendo in alcun
modo i fatti richiamati, per quanto ci riguarda, non vi è nulla da modificare.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.

VENTRIGLIA Ferdinando
Vorrei fare subito una premessa in questi termini, perché molto è stato detto, molto è
stato dichiarato e qualcosa, ma sempre troppo, è stato scritto. La premessa non
riguarda soltanto l'Assessore Mangone, ma riguarda tutti in quest'Aula: non ci
interessano le querelle tra singoli esponenti dell'Amministrazione e organi di stampa.
Abbiamo sollevato un punto che è di carattere generale e vorremmo discuterne.
Tutt'al più, come componente dell'opposizione, posso osservare, sommessamente tra
me e me, che, se ogni tanto qualche giornale fa anche qualche domanda un po'
maliziosa (e, magari, può sbagliare o farsi confondere da un quadro di informazione
che comunque non è mai - neanche oggi - del tutto trasparente), non guasta. Un
Assessore della Città di Torino non può pensare di avere un trattamento che sia
sempre sulla linea dell'agiografia pura ("Santo subito"); ogni tanto, c'è qualche
giornale che critica (magari anche malamente o in maniera cattiva), ma è normale.
Lo sa bene il Sindaco, così come il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Evidentemente, l'Assessore Mangone sta compiendo i primi passi di una carriera
luminosa e, se possiamo permetterci - non avendo questa esperienza e vedendo le
cose dall'altra parte, cioè da chi riceve maliziose e moltiplicate critiche di stampa -,
forse, in questo caso più che in altri, la soluzione migliore sarebbe stata quella di
dire, molto semplicemente e tranquillamente, anche all'opposizione: "È vero,
scusate, ci possono essere dei casi di inopportunità; è stato un errore mio, una
leggerezza non prevedere che si potessero configurare degli elementi che avrebbero
potuto far pensare all'inopportunità". Uno "scusate" per dimenticanza avrebbe fatto
molto meno rumore e creato molto meno chiacchiericcio rispetto a quanto, invece,
poi ha voluto fare l'Assessore Mangone.
Mi fa piacere che finora, almeno nella risposta della Giunta, non ci si sia attaccati ai
tecnicismi giuridici, perché, come può ben testimoniare il Presidente del Consiglio
Comunale, in quest'Aula i tecnicismi giuridici hanno sempre avuto esiti misti: ad
alcuni piacciono, ad altri un po' meno.
Prendiamo atto volentieri della precisazione del Vicesindaco. Se il punto è che è
brutto che l'Assessore Mangone, come Assessore all'Ambiente, o come Assessore
alla Polizia Municipale (e, comunque, conta fino ad un certo punto l'attribuzione
delle deleghe, perché, come è noto, oggi, come Consigliere Comunale, non posso
entrare in contenzioso con l'Amministrazione Comunale, questo è ovvio), intervenga
professionalmente contro i Vigili, sarebbe altrettanto brutto, se non sotto un profilo
di minore inopportunità e minore clamore giornalistico, anche se si occupasse di un
altro Assessorato.
Se l'Assessore non segue il ricorso della multa, ma difende il suo assistito in un
procedimento penale, sia in fase di istruttoria che in fase di dibattimento, l'avvocato
Mangone, in questo caso, ha il dovere di difenderlo al meglio delle sue possibilità.
Mi chiedo, però, se nella difesa del suo assistito, sia in istruttoria che in dibattimento
(ovviamente, mi auguro che l'Assessore non abbia seguito questa cosa, perché - mi
sembra di capire - la persona non ha diritto all'avvocato d'ufficio, ma, comunque,
poi potrebbe servire anche per i clienti ai quali l'Assessore presenterà delle parcelle
importanti come avvocato), in questo caso, possa un Assessore della Città di Torino,
per di più con deleghe alla Polizia Municipale, sollevare questioni - come può
capitare - sulle risultanze che ha la controparte. Cioè, ha il diritto di interrogarsi e
interrogare sul verbale che è stato fatto, sugli accertamenti e su tutta la fase di
istruttoria che accompagna la contestazione di un reato?
Un avvocato deve fare questo nel penale e, allora, se l'avvocato Mangone si fosse
trovato (ci fa piacere scoprire che non è questo il caso), per dovere professionale e di
difesa del suo assistito, nella situazione di dover contestare e discutere il verbale dei
Vigili Urbani (funzionale alla contestazione del reato specifico), probabilmente ci
sarebbe stata l'inopportunità.
Se non bastasse, l'avvocato Mangone avrà ben presente i due articoli del Codice
deontologico dell'Ordine degli Avvocati di Torino: il n. 10, che riguarda il dovere di
indipendenza, e il n. 37, che riguarda il conflitto di interessi e che recita: "L'avvocato
ha l'obbligo di astenersi dal prestare attività professionale quando questa determini
un conflitto con gli interessi di un proprio assistito o interferisca con lo svolgimento
di un altro incarico, anche non professionale"; inoltre precisa che: "Sussiste conflitto
di interessi anche (…) quando la conoscenza degli affari di una parte possa
avvantaggiare ingiustamente un altro assistito (…)".
Anche se, per fortuna, questa situazione non si è verificata, in teoria l'Assessore si
sarebbe potuto trovare a difendere, in istruttoria o in dibattimento, questo cittadino e
si sarebbe verificato un oggettivo conflitto di interessi, che lo avrebbe messo anche
sotto una cattiva luce per quanto riguarda il profilo professionale (fatto che, in questa
sede, non vogliamo assolutamente intendere o suggerire). Ribadisco che non è
successo un dramma, però la vostra reazione e la linea di partito (perché la company
line è stata: "non c'è conflitto di interessi") con cui avete affrontato questa
contestazione evidenzia, a nostro modo di vedere, una certa leggerezza e noncuranza
(e anche un pizzico di ?ß???) da parte di Assessori che, probabilmente, hanno
l'abitudine di non curarsi di nulla, perché non sono sufficientemente sotto controllo e
criticati da quei contropoteri previsti dal nostro ordinamento; ad esempio, dovrebbe
farlo l'opposizione (quindi, ce ne facciamo carico anche noi, che, evidentemente,
l'abbiamo criticata troppo poco, Assessore, e abbiamo abituato troppo bene lei ed i
suoi Colleghi) e parte della stampa.
Speriamo che questa vicenda serva da lezione a tutti, ma, soprattutto, ai membri della
Giunta, perché, forse, un po' più di prudenza ed un minimo di umiltà (perché tutti gli
Assessori e anche il Sindaco possono sbagliare; si può sbagliare facilmente per
dimenticanza) non guasterebbero.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Penso sia ormai chiaro che non stiamo affrontando questo argomento dal punto di
vista dell'illegittimità o della volontà di censurare l'operato dell'Assessore Mangone,
ma sotto il profilo ben più grave che il Consigliere Ventriglia ha definito con due
termini: leggerezza ed inopportunità. Siamo in questo ambito e non vogliamo andare
oltre, perché non è nostra intenzione mettere sotto accusa l'Assessore Mangone. Ci
siamo semplicemente chiesti se l'Assessore possa svolgere contemporaneamente, al
meglio delle sue possibilità e capacità, il ruolo di Assessore alla Polizia Municipale e
di difensore d'ufficio di un cittadino che ha commesso un reato rilevato dai Vigili
Urbani in veste di agenti di Polizia Giudiziaria. Questa è la domanda che ci siamo
posti. A nostro avviso, la risposta è "no", perché l'Assessore, nel momento in cui ha
ricevuto le deleghe dal Sindaco successivamente alla nomina a difensore d'ufficio,
avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni da quell'incarico, del quale sicuramente può
fare a meno. Questo è il punto.
Allo stesso modo, ci si dovrebbe chiedere perché un ingegnere presente in questo
Consiglio non possa, per esempio, collaudare un'opera pubblica del Comune di
Torino o perché il Revisore dei Conti dell'Amministrazione non possa tenere la
contabilità dell'AMIAT. Si tratta di una questione sempre legata all'inopportunità di
svolgere questi compiti, partendo dal presupposto che, in primo luogo, tutti i
professionisti vi mettano la serietà e la correttezza professionale, la deontologia e
abbiano la volontà di svolgere sempre al meglio il loro mestiere in qualunque caso e
circostanza.
Per cui, ribadiamo la non opportunità che l'Assessore Mangone continui a svolgere
quel ruolo, fermo restando che rientra nella sua disponibilità il fatto di rinunciarvi o
meno. È chiaro che, non essendo obbligato e non violando alcuna norma di legge,
non è tenuto a dimettersi da quell'incarico, ma, nello stesso tempo, per tutti i motivi
che finora sono stati esposti, sarebbe un bel gesto da parte sua rassegnare le
dimissioni da difensore d'ufficio.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Ringrazio il Vicesindaco per la sua risposta a quesiti che non riteniamo
assolutamente scandalosi. Prima di tutto, vorrei che comprendeste la curiosità che ci
ha mosso e che evitaste di respingere con sdegno un'istanza finalizzata a chiarire il
senso di un episodio, che è apparso come una coincidenza o una circostanza casuale,
ma che, come è solito accadere per le circostanze casuali, avrebbe potuto
scaraventarci di fronte ad una verità sconvolgente.
In questo caso non sarà una verità sconvolgente o sconcertante, perché abbiamo
compreso il meccanismo secondo il quale funzionano determinate pratiche, ma
questa resta comunque - e vorrei che venisse sfruttata in questo senso - una buona
occasione per discutere in senso più generale del conflitto di interessi che, negli
ultimi anni, è stato molto caro alla sinistra (alla quale l'Assessore Mangone
appartiene), che non è mai stato toccato dalla destra e che è stato utilizzato da alcune
parti politiche come un'arma per ottenere dei risultati ovviamente politici, talvolta
persino per ribaltare dei risultati elettorali. Il conflitto di interessi ha vari livelli di
gravità: c'è il conflitto di interessi che rende incompatibile la possibilità di ricoprire
contemporaneamente due cariche diverse e c'è un conflitto di interessi che,
basandosi sull'etica deontologica, rivela come, talvolta, ci possa essere solo un
problema - non irrilevante - di opportunità, così come è già stato detto da chi mi ha
preceduto.
Un'analisi generale del conflitto di interessi per valutare il rapporto tra deontologia
professionale e deontologia politica credo possa partire dall'occasione di quest'oggi
per arrivare ad esaminare quanto accade all'interno di questa Pubblica
Amministrazione. Per esempio, per verificare quanti, non solo tra i politici che
siedono in questo Consiglio, ma soprattutto tra i politici che siedono tra i banchi della
Giunta - e che, quindi, hanno nelle loro mani il potere esecutivo - o (ancora più
importante) tra tutti i funzionari, dirigenti e direttori di questa Amministrazione, che,
magari - come accennava il Consigliere Lonero -, si occupano contemporaneamente
di opere pubbliche all'interno della Pubblica Amministrazione e del collaudo delle
opere. Si tratta di casi reali che si sono verificati puntualmente negli ultimi tempi.
Vorrei che, senza sconcerto, ci si interrogasse sull'importanza del dare un significato
attuale all'etica deontologica, perché questa possa essere applicata non solo tra chi
svolge una professione, ma, soprattutto, tra chi si occupi di politica. Ricordo - è una
reminiscenza scolastica - che, se non sbaglio, Kant sosteneva che, secondo un
principio deontologico, un giusto fine fosse perseguibile solo con un giusto mezzo.
Vorrei sapere dall'Assessore se non si possa considerare assurdo o, comunque,
curioso che l'Assessore alla Polizia Municipale possa ottenere un buon fine facendo,
contemporaneamente, anche l'avvocato difensore di chi dalla Polizia Municipale -
sulla quale ha la responsabilità - venga fermato e sanzionato. Se non si tratta proprio
di conflitto di interessi, credo non mi si possa negare che si tratti, quantomeno, di una
nemmeno troppo velata inopportunità politica.
Non ho l'ardire di chiederle di rinunciare alla sua professione - ci mancherebbe altro!
-, ma, visto questo episodio, eventualmente posso chiederle di rinunciare a ricoprire
l'incarico di Assessore alla Polizia Municipale. Credo non ci sia nulla di male e che
questo sia un diritto di tutti i Consiglieri Comunali, per cui, oggi, ne approfitto. Non
potendo entrare nella sua sfera privata, che lei giustamente pretende sia una
questione solo sua, entro nella sfera politica, che più mi riguarda, e le chiedo se lei
non ritenga, prima ancora che debba intervenire il capo della Giunta, che possa
essere non così sbagliato fare un passo indietro, ritornando ad un minuto prima di
quel rimpasto di Giunta che la portò dall'occuparsi di immondizia all'occuparsi - tra
l'altro, senza nemmeno troppa eleganza - di Polizia Municipale, ripristinando un
equilibrio superato qualche mese fa all'interno della sua Giunta ed evitando qualsiasi
possibilità - ovviamente in maniera preventiva - che ogni sua azione potesse essere
messa sotto accusa e diventare oggetto di qualche nostra interpellanza, come sta
accadendo quest'oggi. Credo che non ci sia nulla di male.
Viste tutte le cose che un Assessore di una Città complessa come Torino ha da fare,
comprendo che, nell'esercitare la sua professione, lei possa non aver pensato che
qualche sua azione avrebbe potuto essere interpretata male; ma ribadisco che non le
voglio chiedere - anche perché non potrei - di rinunciare all'assunzione della
qualifica di difensore d'ufficio; le chiedo, quanto meno, di rinunciare all'assunzione
della qualifica di Assessore alla Polizia Municipale.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Ho qualche difficoltà a fare questo intervento, perché è già stato detto quasi tutto.
Soprattutto è stata detta una cosa fondamentale: non è stata violata alcuna norma di
legge e su questo mi pare che siamo tutti d'accordo, è una delle poche certezze di
questa vicenda non bella (volevo dire "brutta", ma è esagerato).
Il motivo per cui ho difficoltà ad intervenire non è tanto per il fatto di aver
riscontrato che, secondo me, l'Assessore ha sbagliato (sono quasi certo che sia
accaduto per disattenzione e può capitare), ma per l'arroganza di questa Giunta e - ho
usato il termine "arroganza" appositamente - di questa maggioranza.
Ho sentito la risposta del Vicesindaco: è stata una difesa fortissima, dalla quale
risulta che, in pratica, non è accaduto nulla. Ma le voci dei Consiglieri di
maggioranza che ho sentito nei corridoi mi danno decisamente più fastidio della
risposta di oggi del Vicesindaco. Perché? Ma cosa avete fatto? Ma cosa c'è? Ma è
tutto tranquillo? Ma state scherzando? A questo punto, mi sembra che in quest'Aula
non ci sia più il buonsenso; prima vengono le opportunità politiche, le opportunità di
partito ed i doveri di corrente. Sentirsi dire: "Non è successo nulla", quando, invece,
è chiaro che, da quanto dichiarato prima dai miei Colleghi, c'è un conflitto di
interessi, c'è un fatto di fondo assolutamente sbagliato che riguarda un Assessore di
questa Città (e non perché abbia le deleghe alla Polizia Municipale: quella è solo
un'aggravante).
Ho estrema fiducia in qualsiasi professionista e, nella fattispecie, nell'avvocato
Mangone, perché lui deve svolgere al meglio la sua professione. Con il Consigliere
Airola della Lega Nord (prima che uscisse dal partito) avevo avuto un contrasto
fortissimo a proposito di una votazione, perché lui mi disse: "Io, prima che
Consigliere, sono un medico". Così come, allora, non ero d'accordo su questo,
continuo a non esserlo adesso che ci ricadiamo di nuovo (anche se al contrario, però).
In quel caso, il Consigliere Airola almeno aveva avuto il coraggio di dire: "Io, prima,
sono un medico e, poi, sono un Consigliere Comunale", anche se ribadisco che non
ero d'accordo. In questo caso, non si dice questo e non si dice nemmeno: "Io sono,
prima, Assessore di questa grande Città e, poi, un professionista"; non si dice nulla,
perché non è successo nulla, cari Colleghi! I sorrisi del Capogruppo del PD sono
vergognosi! E lo dico a verbale, perché si tratta del Capogruppo di un Partito che,
dietro, aveva una storia di lealtà, correttezza e onestà.
Io non sono d'accordo, perché non è vero, come dite voi, che non sia successo nulla.
È accaduto qualcosa che non è rilevante dal punto di vista penale, ma lo è dal punto
di vista dell'opportunità politica e civile!
Ribadisco che non c'entra il discorso sul fatto che sia l'Assessore alla Polizia
Municipale, che è solo un'aggravante, ma perché si tratta di un Assessore di questa
Città. Per me non cambia che sia lui o il suo studio (e questo è un altro dato
fondamentale, cari Colleghi) a dover attaccare agenti della Polizia Municipale e,
quindi, dipendenti della Città di Torino, per difendere una persona che è stata
accusata di un reato. In questo caso, o svolge male il suo incarico di Assessore o
quello di professionista. In casi del genere, non è possibile far bene tutte e due le
cose. Questo è il mio pensiero e quello del Gruppo della Lega Nord…
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere Mauro, Berlusconi avrà
sicuramente fatto delle cose peggiori, ma, magari, bisognerebbe guardare anche la
trave che ognuno di noi ha nel proprio occhio! Il cambiamento, Consigliere Mauro,
bisogna farlo, sempre e in qualsiasi caso, dalla base, non bisogna mai chiedere di
cambiare dal vertice!
Vorrei citare solamente un dato, che, magari, qualcuno politicamente più vecchio di
me ricorda: nel 1995, nella Giunta Regionale presieduta da Ghigo, c'era un certo
Assessore Viglietta, il quale era proprietario di una grande fabbrica di ferramenta e
quando gli Uffici fecero un bando, la sua ditta, a sua insaputa (non è mai stato
provato il contrario, per cui ritengo sia vero), partecipò e lo vinse e, quindi, lui
dovette dimettersi. Magari qualcuno dell'opposizione non sarà d'accordo con me, ma
ritengo che per questo fatto fu giustamente attaccato dalla sinistra, che, allora, forse
cercava di fare maggiormente gli interessi della gente e meno gli interessi delle
correnti. Capisco che qualcuno possa dire che i livelli sono diversi, ma la correttezza
di fronte alle persone è simile.
Quindi, vorrei ricordare che non fu la Lega Nord "con il cappio" che, allora, attaccò
in Consiglio Regionale l'Assessore Viglietta, ma fu la sinistra, senza cappio, ad
attaccarlo. E non so se, dall'altra parte, ci fu la stessa arroganza da parte di chi, in
quel momento, era al potere. Sicuramente, se c'è stata, è stato un errore, così come
sbagliate voi ad usare questo metodo per difendervi. Le difese d'ufficio ci possono
stare, ma questo tipo di difesa, per cui affermate che voi siete assolutamente nel
giusto e che non c'è nulla di sbagliato, non la accetto.
Vorrei terminare dicendo che non sono d'accordo - e mi dispiace - con il Consigliere
Ravello (infatti, tra noi esiste una dialettica, non di correnti, ma sulle opinioni, che è
molto più importante); Assessore, non le chiedo di dimettersi dalla sua carica, però
vorrei che il suo nome non comparisse più nell'elenco dei difensori d'ufficio:
secondo me, sarebbe un bel gesto. Se nella sua risposta dirà di voler prendere questo
provvedimento, per me e per la Lega Nord l'incidente sarà chiuso, perché, così come
ho detto all'inizio del mio intervento, non c'è alcun problema giuridico di violazione
di legge; c'è stata solamente una disattenzione (o, almeno, noi la riteniamo così) e, se
vi si porrà rimedio, riterremo rientrata la questione. Questo lo diciamo con estrema
onestà intellettuale.
Però, ci comporteremo diversamente, se continuerete a dire: "Non c'è alcun
problema".

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Probabilmente, questa interpellanza generale è servita a qualcosa. Non ricordo che ci
siano stati interventi - a parte la risposta sui giornali, ma tutto è nato da un articolo su
un giornale, a cui, poi, naturalmente è seguita la richiesta di discussione in Aula - con
toni particolarmente strillati in quest'Aula, in Commissione o in altri sedi. È la prima
volta che mi pronuncio su questo tema, quindi non so a che cosa si riferissero
queste... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io discuto in Sala Rossa, non nei
corridoi, quindi è bene venire in Aula a chiarire.
Ho sentito alcuni interventi preoccupati su un tema considerato spesso tabù per il
centrodestra: che questa vicenda e questo malinteso, tutto d'un tratto, abbiano fatto
scattare una certa sensibilità sul problema del conflitto di interessi? Sarebbe bello se
da Torino partisse una svolta politica nel centrodestra e prendesse piede la giusta
attenzione ad uno dei problemi che, con maggiore gravità, attanaglia il nostro Paese.
Sarebbe un fatto positivo e credo che dovremmo essere grati anche a questo
malinteso, se, nonostante il dispiacere e l'amarezza (che comprendo bene) con la
quale l'Assessore Mangone ha vissuto questa vicenda, questo rappresentasse l'inizio
della svolta e portasse il centrodestra a considerare finalmente quanto è grave il
problema del conflitto di interessi. Probabilmente, sarebbe importante anche per altri
temi; le saremmo tutti grati, Assessore Mangone, se poi riuscissimo ad affrontare
anche il problema del Patto di Stabilità e della disoccupazione… (INTERVENTO
FUORI MICROFONO).
Per quanto riguarda il merito, è stato detto quasi tutto, però c'è una piccola
differenza: non so se Berlusconi abbia avuto le televisioni in sorteggio, cioè se siano
state sorteggiate le tre reti e se il conflitto di interessi del nostro Premier sia
cominciato così. Magari, dopo un sorteggio, lui si è accorto che gli erano state
attribuite queste televisioni e gli era stata rifilata la Presidenza del Consiglio. Non
sarebbe mica male: mi iscriverei anch'io a quell'albo dove ci si può ritrovare, da un
giorno all'altro, contemporaneamente, titolare della carica di Presidente del
Consiglio, di tre (più tre) reti televisive, dei maggiori quotidiani e quant'altro.
Detto questo, credo che nella replica (del Vicesindaco o, direttamente, dell'Assessore
Mangone) varrebbe la pena ribadire ulteriormente la differenza tra causa civile, causa
amministrativa e causa penale. La controparte della causa civile è un privato
cittadino o, nei rapporti privatistici, la Pubblica Amministrazione; nella causa
amministrativa, la controparte è la Pubblica Amministrazione; infine, nella causa
penale, l'imputato si difende dalla pretesa punitiva dello Stato. Se ho capito bene,
l'Assessore Mangone non ha mai assunto la difesa di cittadini nei confronti della
Pubblica Amministrazione, non ha mai tutelato le ragioni dei cittadini che
contestavano l'attività amministrativa, né mi sembra abbia mai tutelato le ragioni dei
cittadini che contestavano sul piano civilistico l'azione amministrativa.
Questo fatto ha origine da un sorteggio relativo ad una vicenda penale, in cui
l'Assessore ha difeso o, meglio, si sarebbe potuto trovare a dover difendere una
persona dalla pretesa punitiva dello Stato.
A prima vista, può apparire una sorta di distinzione sottile o un sofisma, in realtà
rappresenta una questione enorme (e tutt'altro che irrilevante) chi sia il soggetto
passivo e, in questo caso, chi sia il soggetto attivo della controversia in sede
giurisdizionale. A mio parere, è questo l'aspetto dirimente: chi è il soggetto attivo?
La Pubblica Amministrazione, un privato o lo Stato?
Esiste, poi, un altro aspetto legato al carattere automatico. Da questo punto di vista,
ricorderei anche quelle norme del Codice di Deontologia che, per esempio, gravano
sul difensore e gli suggeriscono di chiedere al Consiglio dell'Ordine se sussistano,
nello specifico caso, ragioni ulteriori che potrebbero indurre. Sono certo che
l'Assessore Mangone verificherebbe, se dovesse avere contezza che esistono
situazioni del genere e lo farebbe ex parte professionale, come deontologia
professionale, e non nella sua carica politica. Ritengo, quindi, che da questa vicenda
si debbano cogliere gli aspetti positivi che prima ho indicato.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Ringrazio il Consigliere Giorgis per alcuni spunti che mi ha fornito. Intanto, devo
dire che siete curiosi, perché tendete sempre a portare il problema ad un altro livello
(in effetti, lo facevate un po' meno con il Governo Prodi, anche se, in qualche modo,
avveniva anche in quel caso). Infatti, è facile portare il ragionamento su altri fatti o
su altre situazioni amministrative e politiche, pur senza nulla togliere al suo
intervento, che è sempre molto efficace e pertinente. È facile fare riferimento al
Governo nazionale e, Assessore Mangone, al Presidente Berlusconi. Mi verrebbe da
dire, se possiamo paragonare Berlusconi a Mangone - e metto in seconda linea il
Presidente Berlusconi a lei -, che le auguro la fortuna di Berlusconi, perché, a forza
di essere bombardato su fatti inesistenti e su conflitti di interessi, da alcuni anni è
protagonista - a dir poco - della vita politica di questo Paese, perché lo ha governato
e lo sta governando. Mi aspetterei questi riferimenti al Governo nazionale e al
Presidente Berlusconi se fossimo in una sezione, per esempio, della Valle di Susa
(dove, peraltro, lei abita), ma siamo nel Consiglio Comunale di Torino e non
vogliamo sfuggire a questa discussione, che - ha ragione il Consigliere Giorgis - è
stata utile. Per questo motivo, non dobbiamo criminalizzare l'organo di informazione
- "Torino Qui" o "Torino Cronaca" - che ha sollevato il problema.
Andiamo a vedere le pagliuzze ma non notiamo i tronchi, ad esempio, i conflitti di
interessi - di vari livelli - di alcuni Consiglieri con gli organi di informazione e,
invece, criminalizziamo un organo di informazione che ha posto, alla luce del sole (al
posto delle solite "marchette" per far emergere questo o quell'altro Consigliere o
Deputato), un problema alla città, così come gli era stato riportato.
È vero, non c'è nulla di penalmente o civilmente rilevante o che abbia una ricaduta
amministrativa, ma, Assessore Mangone, esiste una questione e sono convinto che,
dentro di lei, la conosca. Non so se lei interverrà dopo o se lascerà parlare il
Vicesindaco al suo posto, ma, francamente, avremmo voluto sentire lei, verificato
che, in questa seduta, si è escluso qualsiasi attacco personale, ma si è unicamente
rilevata una questione di inopportunità.
Non parlo di conflitto di interessi e non le chiedo neanche di dimettersi da Assessore
alla Polizia Municipale: è una scelta politica del Sindaco e della maggioranza. Le
chiedo se, invece, non ritenga opportuno escludere il suo nominativo dall'elenco dei
difensori d'ufficio, perché mi pare che ci siano seimila avvocati a Torino, ma solo
mille siano iscritti a quell'elenco; questo significa che cinque avvocati su sei
rinunciano a questa possibilità.
A fronte di questa vicenda che non ha nulla di penale, ma che ha unicamente fatto
emergere un problema che non c'entra nulla con il conflitto di interessi, se fossi al
posto di Domenico Mangone deciderei di togliere il mio nominativo da quell'elenco.
Dopo aver presentato le sue scuse (e, magari, possono anche non starci le scuse),
dovrebbe prendere questa decisione, anche a fronte dell'incomprensione che può
nascere negli organi di informazione e nell'opinione pubblica e anche nell'ipotesi
che possa venire strumentalizzato il suo doppio ruolo di avvocato e di
Amministratore. Sono d'accordo con il Consigliere Carossa, lei deve dare
preminenza al suo ruolo di Amministratore, prima che al suo ruolo professionale,
perché è stato nominato da un Sindaco che è stato eletto dai cittadini e quindi, a mio
parere, deve prevalere il ruolo di Amministratore.
Per evitare confusioni o incidenti di questo genere, non sarebbe il caso, Assessore
Mangone (le rivolgo la domanda precisa, perché non dobbiamo finire questo
Consiglio con delle chiacchiere, dato che l'interpellanza non aveva alcuna volontà
persecutoria), di rinunciare a rimanere nell'elenco dei difensori d'ufficio, dando così
l'esempio (e rimaniamo a Torino, senza andare a Roma, Bruxelles o altre parti) per
superare una possibile inopportunità? Perché non è opportuno per lei, per la Giunta
della quale fa parte, per la sua maggioranza e per l'intero Consiglio Comunale.
Valuti lei, Assessore.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la replica, al Vicesindaco.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
Trovo assolutamente consone alcune delle parole pronunciate dai Consiglieri, così
come la richiesta di chiarimenti avanzata dal Consigliere Giorgis e penso che
quest'Aula non abbia messo in discussione la risposta che è stata fornita, perché è
tecnicamente ineccepibile - anche se non politicamente -.
In ogni caso, proviamo a ripercorrere la vicenda. Credo che sia lecito il ruolo svolto
dall'opposizione, così come quello svolto dall'informazione o da qualsiasi
Consigliere che rivolga una domanda imbarazzante all'Esecutivo.
Il problema è che non ci troviamo in questa fattispecie. La fattispecie in cui ci
troviamo parte dal fatto che, sostanzialmente, si è insinuato - non nell'interpellanza,
perché, infatti, non vi ho fatto alcun cenno prima e vorrei che questo fosse chiaro -
che, pur non essendo i Vigili alle strette dipendenze dell'Assessore Mangone ma
rientrando nelle sue deleghe, un Vigile avrebbe telefonato all'Assessore Mangone,
facente parte dell'elenco dei difensori d'ufficio, per difendere una persona. Bisogna
partire da questo fatto. Siamo di fronte ad un'insinuazione pesantissima, non ad una
domanda imbarazzante o ad una curiosità da soddisfare, è questo il problema. Credo
- vale per l'Assessore Mangone, così come per tutti i miei Colleghi e tutti voi - che si
possa fare qualsiasi domanda imbarazzante, ma non si possa insinuare di aver
commesso un fatto (al di là se sia reato o meno) inopportuno, perché questo significa
gettare fango - per non usare altri termini - sulle persone. È vero che non dobbiamo
riferirci al dibattito nazionale, ma siamo sabaudi e anche da noi la legge ha ancora un
senso. Cioè, proprio nella Sabaudia, i principi e le regole vanno rispettate.
La prima cosa da ristabilire è che è giusto chiedere se si è rimasti entro le regole; in
questo caso, la risposta è positiva e, di fronte a questa risposta, se ne deve prendere
atto. A quel punto, non c'è più nulla da chiedere ed è per questa ragione che ritengo
di dover rispondere io e non l'Assessore Mangone.
Dobbiamo usare la categoria del buonsenso, Consigliere Carossa.
Siamo di fronte al fatto che un membro della Giunta - togliamogli per un attimo il
nome - svolge quella professione (ma potrebbe farne qualunque altra), e il suo nome
è inserito in un elenco previsto dal sistema legislativo. Tra l'altro, ho detto che ciò
avviene prima che assuma la delega.
Quindi, se usassimo la categoria del buonsenso, dovremmo dire che non si pone
alcun problema. Questo è talmente vero che penso che l'Assessore Mangone
risponderà alla domanda da voi posta, nel caso decidesse di farlo.
Una volta definito il fatto che le regole sono rispettate, comprese quelle etiche,
ognuno di noi può decidere in rapporto a queste che cosa fare. Qualsiasi strada
scelga, rispetto alla domanda, continuerei a difenderla.
Termino, dicendo che sono disponibile, domani mattina o dopodomani, qualsiasi
cosa succeda, a rispondere a queste domande e a una domanda di questo genere sia
per la Giunta, ma anche per qualsiasi Consigliere che sia di maggioranza o di
opposizione. Vorrei che questo fosse chiaro, non solo all'interno del nostro Consiglio
Comunale, ma a tutta la Città di Torino (e non solo), perché noi ci comportiamo così.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza generale è discussa.
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