Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200607796/02, presentata in data 24 ottobre 2006, avente per oggetto:"Moschea olimpica"Il sottoscritto Consigliere Comunale,CONSIDERATOche su un quotidiano cittadino è riportata la notizia che il Comune intenderebbe, per venire incontro alle necessità della comunità musulmana, affittare uno dei palazzi degli sport invernali onde adibirlo saltuariamente a moschea per la preghiera del venerdì;INTERPELLAIl Sindaco e l'Assessore competente per sapere:1) se le dichiarazioni dell'Assessore Viano riportate sul predetto quotidiano corrispondono al vero;2) se detti intendimenti sono condivisi dal Sindaco e dalla Giunta o sono esternazioni del solo Assessore Viano;3) nell'eventualità di condivisione di tale intendimento da parte del Sindaco e della Giunta se non si ritenga opportuno modificare la destinazione d'uso del palazzo da adibire a luogo di preghiera, e predisporre inoltre un concorso di idee indispensabile per la costruzione di un minareto che identifichi senza ombra di dubbio questa nuova moschea. F.to Mario Carossa CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Curti. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Va benissimo che risponda l'Assessore Curti, però questa interpellanza chiamava in causa anche l'Assessore Viano e non per motivi ironici, come hanno riportato i giornali, ma per ragioni di Regolamento e Piano Regolatore.Non so come funzioni in questi casi e chiedo scusa per questo; mi aspettavo anche una risposta dall'Assessore Viano, perché il discorso sui cambi di destinazione d'uso è fondato, ma se ci sono accordi secondo i quali risponde l'Assessore Curti anche su questi aspetti, va benissimo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Grazie Consigliere per la precisazione e infatti stavo per chiedere se l'Assessore Curti avrebbe risposto anche per quanto di pertinenza dell'Assessore Viano, perché, se così non fosse, l'interpellanza potrebbe rimanere sospesa per la parte di competenza dell'Assessore Viano; se l'Assessore Curti rispondesse anche ai quesiti rivolti all'Assessore Viano, starà a lei, Consigliere Carossa, considerarsi o meno soddisfatto delle risposte fornite e a quel punto potremo considerare l'interpellanza sospesa per le risposte dell'Assessore Viano, oppure, se lei lo ritenesse opportuno, rimandarla in Commissione per continuare la discussione. Intanto, però, darei la parola all'Assessore Curti in maniera tale da poter valutare se le risposte fornite saranno sufficienti per poter esprimere un certo grado di soddisfazione.La parola, per la risposta, all'Assessore Curti. CURTI Ilda (Assessore) Rispondo anche a nome dell'Assessore Viano, che non poteva essere presente. Naturalmente il Consigliere è libero di sentirsi o meno rappresentato dalla mia risposta, dato che la sua interpellanza interpella direttamente l'Assessore Viano.Ritengo che anche in questo caso, così come in altri, il condizionale sia il modo verbale più adatto, perché l'articolo di giornale a cui si fa riferimento pone una serie di interrogativi tutti anticipati da "se", "se fosse", "cosa succederebbe" e di conseguenza anche le risposte dal punto di vista amministrativo non possono che essere condizionali.L'articolo di stampa a cui si fa riferimento è stato pubblicato il giorno della fine del Ramadan, quando, come da molti anni accade, parte dei musulmani torinesi si sono ritrovati a Palazzo del Lavoro per la grande preghiera del venerdì. In quell'occasione è stato chiesto ad alcuni dei rappresentanti più conosciuti della comunità se fossero intenzionati ad usare in maniera stabile il Palazzo del Lavoro; l'Assessore Viano, interpellato a sua volta, a quel punto ha risposto che il Palazzo del Lavoro non è di proprietà della Città e che la Città non aveva nulla da rispondere in merito. Alla domanda se ci sarebbe una disponibilità da parte della Città, qualora ci fosse una richiesta da parte della comunità musulmana, rispetto ad altri spazi come i palazzi olimpici, l'Assessore ha detto che, se ci fosse una loro richiesta e pagassero un affitto, il trattamento sarebbe lo stesso di qualunque altra richiesta per manifestazione. È evidente che questo non comporta nessun atto e nessuna apertura di procedure né di tipo amministrativo né altro.Vorrei, però, sottolineare in questa sede, giusto per sgomberare il tema della grande Moschea, che, ad oggi, all'Amministrazione Comunale non risulta pervenuta alcuna richiesta formale di utilizzo di spazio pubblico da parte di qualche rappresentante delle comunità islamiche; quindi, non c'è nessuna richiesta depositata e nello stesso tempo non c'è alcuna richiesta formale in cui si chiede, come è successo in altre città italiane, di poter costruire o riqualificare uno spazio, al quale dovrebbe seguire una Variante di Piano Regolatore, quindi una procedura amministrativa.È bene, però, ricordare che esistono spazi privati (affittati o acquistati, ma in prevalenza affittati da proprietari privati) che vengono utilizzati per attività culturali e sociali ed anche come luoghi di preghiera; in città sono sei quelli formali.È altrettanto bene ricordare come l'Islam non abbia necessariamente bisogno di luoghi formali per il culto, nel senso che il culto può essere esercitato anche in luoghi privati o comunque in luoghi non necessariamente deputati alla preghiera e che non esiste un clero, quindi non esiste una gerarchia ecclesiastica a cui fare riferimento; l'Imam è in genere l'uomo anziano, saggio, riconosciuto da una parte della comunità, che conduce la preghiera del venerdì e può farlo in qualsiasi luogo ove ritenga ci sia un sufficiente numero di fedeli disponibili a pregare.Questo fa in modo che ci siano dei luoghi, solitamente di privati, che non sono luoghi di culto, ma sono sedi di associazioni, all'interno dei quali si esercita anche il momento della preghiera; spesso sono luoghi molto sacrificati dal punto di vista dello spazio e quindi si può creare un conflitto con l'ambiente circostante (faccio riferimento ad appartamenti piuttosto che a bassi fabbricati all'interno di cortili che sono regolarmente affittati da proprietari privati).Non c'è, quindi, nessun elemento che possa richiedere un intervento dell'Amministrazione Pubblica, ma sappiamo bene, conoscendo le situazioni, che spesso in questi luoghi si produce conflittualità, non fosse altro per il fatto che in poche decine di metri quadri si ritrovano tantissime persone che occupano anche tutti gli spazi circostanti (cortile, scale, eccetera), procurando nocumento ai residenti.Ritengo che tutti noi, con un'attenzione a risolvere i problemi e non ad esacerbarli, dovremmo prendere atto di questa situazione ed avviare processi di dialogo e di relazione con i rappresentanti della comunità, con cui abbiamo molti rapporti, per capire come dare dignità ad un diritto formalmente riconosciuto dalla Costituzione italiana all'articolo 2, secondo il quale la libertà di espressione religiosa è un diritto formale, ma bisogna riconoscerne anche la possibilità di esercitarlo in modo sostanziale, garantendo al contempo il diritto di coloro che abitano in quelle aree a non essere vittimizzati da una presenza che spesso diventa difficile.Per concludere, nonostante la giornalista, nel suo articolo, abbia costruito, in qualche modo, una notizia su opinioni sentite qua e là (come spesso succede), da questo punto di vista ribadisco (interpretando, credo, correttamente le dichiarazioni dell'Assessore Viano, perché più volte le ho rilasciate anch'io) la nostra disponibilità: abbiamo avviato momenti di dialogo e di riflessione con la comunità islamica, che, come altre comunità religiose, non è un unicum, nel senso che non è composta da un solo soggetto che rappresenti tutti, ma da una serie di persone, di sensibilità e di origini nazionali. E' vero che c'è un unico Islam, ma ci sono anche declinazioni diverse a livello nazionale, per cui siamo assolutamente attenti, desiderosi ed impegnati in un rapporto di dialogo, fermo restando che, ad oggi, non sembra ravvisarsi ancora alcuna formale richiesta (ma può anche darsi che non ci sia mai) di uno spazio da adibire a luogo di culto per la comunità musulmana.Sappiamo anche quanto la differenziazione e la pluralità dei soggetti di cui stiamo parlando difficilmente possa identificarsi in un unico luogo formalmente costruito.Altra cosa è la preghiera di fine Ramadan, che rappresenta un momento di grande incontro di tutta la comunità, dove, in qualche modo, le differenze sono superate, perché ci si incontra tutti in un momento molto alto ed ampio.Spero di aver risposto alle indicazioni del Consigliere Carossa. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Anticipo che chiederò una risposta all'Assessore Viano, nell'ottica che, un domani, qualche Imam possa chiedere alla Città di Torino l'affitto del Palaisozaki.L'unica cosa su cui sono perfettamente d'accordo con lei, Assessore, e lo dico con il sorriso sulle labbra, è sul discorso dei "se". Sono anche d'accordo sul fatto delle opinioni, sentite qua e là, su cui si è poi costruito l'articolo.Non concordiamo, però, su quanto lei, correttamente, ha detto, anche perché mi pare di capire che, nel momento in cui ci fossero richieste formali (che può anche darsi non arrivino mai, ma che potrebbero anche arrivare), l'intendimento della Giunta o, quanto meno, degli Assessori, sarebbe di venire incontro a tali richieste. Su questo non possiamo essere d'accordo e voglio spiegarne il motivo (visto che si tratta di frasi che rimarranno a verbale, quindi importanti): non siamo d'accordo non tanto per una questione di una bieca chiusura, quanto soprattutto per un discorso di opportunità. Le ultime statistiche, infatti, parlano di un milione e mezzo di musulmani in Italia, mentre altre statistiche (che sicuramente non sono state svolte dal Partito che rappresento in questo Consiglio) parlano di un 10% di musulmani che recitano abitualmente la preghiera. Non mi riferisco, quindi, al momento della chiusura del Ramadan, perché si tratta di un altro evento, ma alla preghiera del venerdì, cui partecipa circa il 10% dei musulmani (dato che potrebbe essere paragonato a quello riferito ai credenti, italiani e non, che partecipano alla messa della domenica).Mi lascia perplesso, quindi, il fatto che, un domani, un qualche Imam possa chiedere al Comune di Torino la possibilità di utilizzare edifici esistenti o di costruirli ex novo: si dovrà aprire una discussione, ma in ogni caso sono perplesso proprio per il discorso delle cifre. Dopodiché, parlando sempre del "se", cioè dell'eventualità che, un domani, ci possa essere chiesto in affitto uno dei palazzi olimpici, rimangono aperte - cerco di spiegare brevemente i motivi - le mie domande all'Assessore sul cambio di destinazione d'uso.Sul Piano Regolatore, infatti, si legge che l'uso di un fabbricato è dato o dal permesso edilizio o dall'uso preminente che ne viene fatto. Nell'ottica che uno dei palazzi olimpici possa essere affittato per la preghiera del venerdì, questo significherebbe che verrebbe usato come luogo di preghiera (quindi, di culto) per circa 50-52 volte l'anno: questa sicuramente sarebbe la situazione di utilizzo preminente rispetto a qualsiasi altro utilizzo. A questo punto, allora, dovrebbe necessariamente intervenire il discorso del cambio di destinazione d'uso: per attuarlo, però, bisognerebbe fare una variante al Piano Regolatore.Quella che è stata considerata dalla giornalista una battuta ironica, per me non lo è affatto: è davvero una questione di lettura del Piano Regolatore della Città di Torino.Per questo motivo, affidandomi alla benevolenza del Presidente, perché non so come agire, chiedo la possibilità di avere una brevissima risposta, anche scritta (non voglio disturbare altri Assessori) sull'argomento del cambio di destinazione d'uso. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Possiamo concludere la discussione dell'interpellanza, rinviando in II Commissione, per quanto di competenza dell'Assessore Viano, circa le domande rivolte dal Consigliere Carossa e considerando soddisfatta la parte inerente all'Assessore Curti.Chiedo al Consigliere Carossa di coordinarsi con il Presidente della II Commissione Levi-Montalcini per concordare modalità e tempi della discussione di quanto espresso in interpellanza con la presenza dell'Assessore Viano.L'interpellanza è discussa. |