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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Novembre 2006 ore 14,00
Paragrafo n. 13

Comunicazioni del Sindaco su "Legge finanziaria"
Interventi
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Passoni.
PASSONI Gianguido (Assessore)
La vicenda, così come richiesto nelle comunicazioni del Gruppo UDC, nasce nel momento in cui il testo della Finanziaria è stato presentato pubblicamente, quindi alla fine di settembre.Questa complessa disciplina, di cui naturalmente tralasciamo tutti i dettagli che non interessano direttamente gli Enti Locali e che, invece, svisceriamo per la parte di nostro interesse, sostanzialmente recepisce due principi generali che in linea teorica sono assolutamente condivisibili.Il primo principio generale è quello del ristretto controllo sulla dinamica economica degli Enti Locali, ritornando ad un'impostazione bilancistica che produca negli Enti Locali avanzo economico, ovvero superamento delle spese con entrate, e il sistema di un circolo virtuoso che ritorni a finanziare quota parte degli investimenti mediante l'avanzo medesimo.Il secondo principio generale è quello della continuazione di un obiettivo di medio periodo corrispondente alla riduzione dell'indebitamento che già nelle Finanziarie precedenti aveva avuto un ritocco verso il ribasso e che trova un meccanismo - di cui dirò dopo - leggermente differente da quello tradizionalmente impostato. L'entità della manovra della Finanziaria cuba per 2.242 milioni di miglioramento del saldo finanziario degli Enti Locali, 370 milioni di Euro di abbattimento all'1% per il personale e 266 milioni di cofinanziamento Unione Europea su interventi.Il secondo punto che la Finanziaria modifica (ed è tutt'ora una notizia positiva) è l'abbandono del sistema del Patto di Stabilità con il sistema cosiddetto del saldo, ovvero un sistema che prevede un taglio secco dell'8% per i Comuni fuori media e del 6,1% per i Comuni in media rispetto allo stanziamento di Bilancio del 2004, con un meccanismo (più volte invocato anche da noi, non ultimo nella discussione sul Conto Consuntivo) di saldi e di flussi. La Finanziaria prevede un sistema di Patto di Stabilità misto, cassa e competenza, fatto su saldo, ovvero, per banalizzare, non è soltanto rilevante quanto si è speso nel passato, ma anche quanto si incassa in corso di esercizio in relazione a quanto conseguentemente si può pagare durante l'esercizio stesso.Il terzo punto, che è sicuramente un punto controverso, ma coerente con le linee generali di federalismo fiscale, prevede tre livelli di intervento per gli Enti Locali: l'individuazione di uno sblocco delle addizionali comunali e regionali, che era stato attuato negli ultimi anni come misura di riduzione del margine finanziario dei Comuni e la previsione della possibilità che i saldi dell'addizionale vengano ritoccati fino allo 0,8% massimo, dallo 0,5 massimo che era applicato in precedenza (il Comune di Torino attualmente applica lo 0,3%) e un meccanismo di primo embrione di tasse di scopo che il Governo ha declinato in due modalità.Anzitutto, una vera e propria tassa di scopo, ovvero la possibilità di introdurre, a livello comunale, un'imposizione fino a 5 Euro per notte di soggiorno, cioè una tassa di soggiorno di scopo da destinare a finanziamenti nel settore ricettivo-turistico; dall'altra parte, la possibilità di individuare una tassa di scopo per gli investimenti, costituita in un incremento finalizzato alla compartecipazione fino al 30% di opere pubbliche, tramite una possibilità di ritocco in aumento delle aliquote ICI fino allo 0,5 per mille.Questa è una sommatoria sintetica, ma necessaria, per cogliere qual era - e qual è tuttora - la vastità del tema finanziario sugli enti locali.Il 10 ottobre 2006 (cioè quando i Comuni, in fase di consultazione, hanno manifestato le proprie osservazioni anche tramite l'ANCI) si è articolato il primo incontro Stato-Governo-Comuni; in quella sede, il Governo e tutti i Comuni, compreso il Comune di Torino (anche se non devo ricordare ai Consiglieri con quale enfasi il nostro Comune abbia preso posizione rispetto all'entità immediata della manovra), hanno pattuito quattro punti chiave dell'intesa di rimodulazione: la rimozione dei vincoli per la spesa per investimenti, la riduzione complessiva della manovra di 600 milioni di Euro, un fondo compensativo di 260 milioni di Euro per i Comuni inferiori a 5.000 abitanti e lo scomputo del cofinanziamento Unione Europea sul calcolo del patto di stabilità per le opere cofinanziate.Questa fase si è articolata nel mese di ottobre con l'attività emendativa principalmente in capo al Governo, che ha scelto la strada di presentare un pacchetto di primi emendamenti già in sede di discussione di provvedimento in Commissione Bilancio alla Camera: voglio ricordare che il provvedimento, oggi, è licenziato con un primo pacchetto di emendamenti per la Camera, che domani comincerà l'esame del provvedimento, salva naturalmente la possibilità di presentare emendamenti al Senato (ritorno successivo alla Camera) o di presentare maxiemendamenti governativi sul testo in discussione alla Camera.Il primo pacchetto di emendamenti recepiva alcune modifiche (provo a descriverne alcune, che hanno forte incidenza sulla discussione per il nostro Comune).Innanzitutto, la prima modifica era la cancellazione della riduzione della possibilità di indebitamento dei Comuni con una norma che sostituiva al concetto dell'incidenza di interessi passivi il concetto dello stock del debito maturato fino ad una certa data; ovvero, se prima, in sostanza, non si potevano contrarre mutui oltre una certa cifra, commisurando gli interessi passivi all'entrata corrente, si è scelto, in prima battuta, un sistema che dicesse che lo stock del debito dei Comuni era quello al 30 settembre 2006, salvo un incremento possibile del 2,6%.Questa formulazione è caduta totalmente nell'emendamento del Governo, mentre è rimasta in piedi un'affermazione più simile a quella precedente, ma con una buona notizia: il dimezzamento previsto, due anni fa, dal Governo Berlusconi rispetto all'incremento della possibilità di indebitamento portata al 12% (inizialmente era al 25%, quel Governo l'aveva dimezzato al 12%), è stata ripristinata al 15% dal Governo attuale, quindi è stata ristabilita una moderata, ma pur sempre discrezionale, possibilità per gli enti locali di ricorrere all'indebitamento per finanziare la propria spesa di investimento.Il secondo elemento, che è stato pesantemente modificato e che incide maggiormente sulla nostra città, riguarda ovviamente il patto di stabilità.Come ho già detto, il patto di stabilità ha affermato un principio profondamente diverso dal precedente: per essere molto chiari, c'è stato un miglioramento dei saldi finanziari da 184 milioni di Euro (che è il calcolo programmatico con la prima versione del patto), ad una cifra intorno ai 129 milioni di Euro, cioè la cifra ricalcolata col nuovo sistema. Si è prevista, inoltre, una clausola di salvaguardia, cioè che i Comuni, in questo rapporto tra entità della manovra in riduzione e base di calcolo, ovvero media dei pagamenti triennali, non superassero l'8%. La Città di Torino si colloca tra il 7,5-8% di questo parametro, quindi è sotto la clausola di salvaguardia.Sono rimaste momentaneamente fuori dai primi emendamenti del Governo due richieste ugualmente importanti: una è quella sui mutui olimpici, che è stata degradata nell'importanza dalla manovra sull'indebitamento, l'altra è quella sul finanziamento annuale in Finanziaria del rimborso IVA sui servizi pubblici. Si tratta di due richieste (ritenute importanti non soltanto dai parlamentari che hanno partecipato agli incontri in sede locale, ma anche dalla Commissione stessa) che il Governo, in prima battuta, non ha ritenuto di inserire nel primo pacchetto di emendamenti. Naturalmente, auspichiamo che siano introdotte nel secondo.Terzo elemento di novità fondamentale: il sistema della compartecipazione IRE, ovvero il sistema che, fiancheggiando i trasferimenti erariali, esce dal sistema della compartecipazione statica, basata su un consuntivo di anni precedenti, per entrare in quella dinamica. Sostanzialmente, per la Città di Torino, dovrebbe aumentare - lo dico ottimisticamente, ma credo realisticamente - la possibilità di adeguare la compartecipazione all'effettivo gettito degli ultimi anni; pertanto, per il Comune, la somma complessiva dei trasferimenti e la compartecipazione non dovrebbe essere penalizzata, ma, anzi, dovrebbe leggermente incrementarsi.Mi rendo conto che sia difficile tradurre in termini semplici questa complessità di norme, queste indicazioni così complesse, ma per commentarle vorrei ricordare soltanto che l'emendamento sul patto di stabilità accoglie sostanzialmente un'osservazione che, peraltro, è anche indicata nella richiesta di comunicazione, ovvero la necessità di ridurre l'incidenza dei picchi di spesa verificatisi nell'ultimo triennio per effetto di opere o di investimenti caratterizzanti elementi particolari dell'attività del Comune.Ovviamente, il Comune, nel calcolo del triennio precedente, ha avuto il calcolo dei pagamenti per opere e forniture olimpiche (quindi il saldo per cui la base di calcolo del patto è fortemente incrementata per effetto dei pagamenti olimpici): non si tratta di un fatto vizioso, ma di un fatto virtuoso, ed in parte il meccanismo del patto corregge questa anomalia. Lo corregge in misura sufficiente oppure no? Chiaramente è una discussione aperta: non posso dire che il Comune abbia manifestato piena soddisfazione rispetto alla riduzione dell'obiettivo del patto, che, comunque, dal punto di partenza originario, ha ridotto di un terzo, sostanzialmente, l'entità richiesta sulla Città di Torino.Tra l'altro, ha ridotto le sperequazioni tra la Città di Torino e gli altri Comuni, perché un altro tema manifestato in sede ANCI era anche quello legato alle differenze che aveva in aggravio su Torino rispetto ad altri Comuni. Questo dettaglio, in qualche modo, si è leggermente ammorbidito.Quale scenario ne consegue? Credo che questo sia, in qualche modo, l'oggetto principale della richiesta delle comunicazioni. Sostanzialmente, come ho detto, le finalità della manovra hanno un elemento fondamentale: il ritorno a bilanci di enti locali che, producendo un avanzo economico tra entrate ed uscite, generino flussi di investimento senza ricorrere all'indebitamento.Sul piano macroeconomico, questa impostazione è assolutamente ineccepibile; in quali tempi e con quali modalità ciò debba verificarsi, è oggetto di valutazioni e di discussioni politiche, come è evidente, a livello nazionale, anche di una certa rilevanza.La Città di Torino, a questo punto, che cosa ha fatto e che cosa pensa di fare? Noi abbiamo iniziato, già dal mese di agosto (non per chiaroveggenza, ma per un atteggiamento di grande prudenza), un ragionamento che, in qualche modo, muoveva sulla direzione del patto di stabilità o, almeno, della formulazione attualmente all'esame della Camera (poi, forse, non sarà quello definitivo, certamente si tratta di un indirizzo generale che difficilmente sarà impostato, varierà forse ancora la quantità, ma l'impostazione di massima è destinata a rimanere tale).Questo lavoro ci ha permesso di arrivare a formulare il Bilancio del Comune di Torino, anziché tradizionalmente per la raccolta delle richieste di stanziamento, per un esame revisionale del Bilancio, formato con la regola del budget a base zero.Questa enunciazione (che, di per sé, rischia di essere esclusivamente un'enunciazione), permette, però, di governare in modo totalmente diverso le dinamiche di formazione del Bilancio. Faccio una piccola digressione per spiegare perché ciò sia molto importante: i 129 milioni di Euro - che nell'opinione comune rappresentano la riduzione ed il taglio al Bilancio del Comune - sono, in realtà, una cifra parametrica calcolata su un dato storico, cioè sui flussi generati nell'ultimo triennio. Il dato di come questo possa generare per il 2007 una riduzione, un incremento o una conferma del Bilancio in termini di parte corrente (cioè, come sposti effettivamente il pareggio di Bilancio sul 2007) non è assumibile in via previsionale. Infatti, trattandosi di un sistema misto, che mette insieme criteri di cassa (cioè fluidità di cassa verificabili solo in corso d'anno) con criteri di competenza (cioè verificabili anche ex ante nel Bilancio), è chiaro che l'obiettivo di riduzione di 129 milioni di Euro non corrisponde necessariamente ad un taglio della spesa di quella cifra. Immagino che questa affermazione, magari, potrà sconvolgere le convinzioni comuni di qualcuno, ma, in realtà, è un elemento parametrico che abbiamo esemplificato - e confermo che è il dato reale - per assumere a parametri fissi quello che potrebbe accadere. Per la verità può essere sia peggio che meglio, perché il risultato finale dipende dalla gestione del Bilancio e dalla capacità di costruirlo, tenendo conto che questi 129 milioni di Euro opereranno sul Bilancio di parte corrente.Sin dal mese di agosto, sapendo che il meccanismo del Patto avrebbe previsto questa dinamica, abbiamo introdotto un sistema di controllo sul Bilancio basato sui budget, proprio per avere tutte le chiavi di controllo e poter agire su ogni singola voce, adeguandolo a quanto prevede il saldo del Patto alla fine della manovra (fatto, altrimenti, difficilmente realizzabile). Tra l'altro, siamo tra i primi Comuni in Italia che hanno operato questo calcolo (sicuramente con il beneficio dell'inventario, ma, comunque, in modo molto attento e serio) sulla verifica di questi obiettivi rispetto ad un'ipotesi di Bilancio attualmente configurata. La logica del Patto e del saldo a budget zero ci permette di avere un ragionamento già precompensativo.Posso fornire un dato (che, fino ad oggi, non è stato diffuso): il ragionamento del budget a base zero, in termini di revisione della spesa del Comune di Torino, già nei primi 2 mesi, ha portato ad una riduzione di 40 milioni di Euro. Questo significa che con metodo e con un po' di attenzione ai vincoli di finanza pubblica (in qualche modo, senza grossi sacrifici), si può arrivare ad obiettivi molto vicini a quelli stabiliti dalla Finanziaria; naturalmente, auspichiamo che i 129 milioni di Euro si riducano ancora di un terzo, arrivando ad una cifra, che già il Sindaco aveva impostato qualche settimana fa, prossima agli 80-90 milioni di riduzione complessiva.L'altro elemento fondamentale su cui conta l'impostazione del Bilancio e che ha una forte influenza sul Patto di Stabilità è il tema dell'estinzione anticipata dei mutui. Uno dei parametri fondamentali del Patto di Stabilità riguarda proprio i titoli delle entrate e della spesa che riguardano l'estinzione anticipata, ovvero riduzione dell'indebitamento, interessi passivi e quote capitali di rimborso, voci che contano molto in termini di saldo e di calcolo. Il Comune non potrà che attuare una compiuta manovra con l'intenzione di redigere anche un consistente piano di estinzione dei mutui che rappresenti una dismissione dell'indebitamento e una riduzione degli interessi passivi e delle quote capitali nei prossimi 2 anni. Ciò anche in considerazione del fatto che il ritocco della possibilità di indebitamento verso l'alto come cifra assoluta ci permette di non fare questa manovra in arresto dei precedenti impegni di finanziamento; infatti, è possibile coniugare il mantenimento di un livello di investimento accettabile con una politica parallela di estinzione dell'indebitamento precedente e, quindi, tra l'altro, estinguendo i mutui con tassi di interesse decisamente peggiori rispetto a quelli attuali.Il terzo punto all'attenzione dell'Amministrazione è il tema che riguarda l'evasione fiscale. Nella Finanziaria è contemplata una filosofia - che condividiamo - rispetto alla giusta valutazione dell'equità fiscale come un valore di finanza pubblica. La Città di Torino sta approntando un piano che abbia al centro una forte rivisitazione del gettito dei tributi fiscali locali, ma che punti, soprattutto, al sostegno governativo alla finalizzazione della compartecipazione della ricerca dell'evasione IRE come una leva di finanziamento fiscale dei Comuni. Si tratta di una norma prevista, per la verità, dal Governo Berlusconi (infatti, rientrava nella Finanziaria precedente), che non è stata applicata nell'anno fiscale in corso, e rientra in un decreto riproposto per il 2007, che prevede una compartecipazione al recupero del gettito fiscale IRE pari al 30%, attraverso attività di intelligence ed investimenti della Città di Torino e dei Comuni in questo senso.Oggi, dichiarare di aver affrontato e risolto il problema sarebbe prematuro, banale e assolutamente virtuale; in questi mesi, abbiamo semplicemente provato ad agire intanto sul fronte della spesa, per poi valutare, in seguito, con il Consiglio Comunale che voterà il Bilancio, l'eventuale intervento sull'entrata.Come ho detto all'inizio, le leve di entrata sul Bilancio sono rese disponibili da una manovra che incentiva il federalismo fiscale locale; questa sicuramente è un'istanza che coglie la tassa di scopo sul soggiorno, per la cui applicazione e valutazione il Comune sta pensando di approntare il Regolamento attuativo. Più delicato, invece, è il tema delle addizionali dell'ICI.Ritengo di poter affermare che entrambi i ritocchi di queste due imposte non sono, a breve, negli obiettivi di questa Amministrazione. In particolare, mi sento di escludere nella maniera quasi assoluta l'ipotesi che il Comune applichi un'addizionale ICI come tassa di scopo (anche se l'assoluto in politica non esiste).Tuttavia, l'addizionale è un tema molto scottante, che, come ho detto, rientra nelle finalità complessive della manovra. Il Titolo I delle entrate è una delle leve con cui produrre avanzo, quindi è stato incentivato nella manovra complessiva. Qualora vi dovessimo ricorrere (oggi, non posso che usare questa formulazione possibilista, ma non assolutamente affermativa), è comunque allo studio una manovra compensativa sulle detrazioni ICI, tale da rendere totalmente neutrale il prelievo dell'eventuale addizionale sui redditi più bassi, in termini di maggior aumento della detrazione ICI conseguente.Quindi, se anche vi si dovesse ricorrere (e vorrei pregare i giornali ad una certa prudenza, perché questa non è affermazione imperativa, è una possibilità che un'Amministrazione seria non può escludere del tutto, ma sicuramente lavorerà per escluderla, questo vorrei fosse molto chiaro), si tratterebbe di un'eventuale operazione che risulterebbe neutrale per i redditi che abbiano un impatto basso.Se l'addizionale regionale, da una parte, cuba una percentuale dello 0.1 o 0.2, significa che una persona che guadagna 10.000 Euro ci rimette circa 10 Euro di addizionale comunale, ma se, invece, la recuperiamo con maggiori detrazioni ICI, la manovra, ovviamente, è neutrale per un reddito medio-basso. Questa è la filosofia e la possibile linea su cui, se necessario, ci muoveremo.In conclusione (perché mi sembra di aver toccato tutti i punti), questa è una fase in cui le Amministrazioni locali si trovano, forse per la prima volta dal 1975, in una fase di grande svolta. Il 1975, per chi, come me, andava all'epoca alle scuole elementari, fu il momento in cui i Comuni chiusero i loro debiti con il famoso "piè di lista", cioè il Governo decise di rimborsare cash quello che, in qualche modo, era l'ammanco complessivo del settore degli Enti Locali.Il settore degli Enti Locali, oggi, è sotto una forte pressione: concorre a ciò il Trattato di Maastricht e, in qualche modo, la necessità che gli Enti Locali, in Italia più che in altri Paesi d'Europa, partecipino all'obiettivo del risanamento del rapporto debito-Pil; l'ho già detto in altre sedi, ma l'Italia è uno dei pochi Paesi in cui il Patto di Stabilità si applica anche alla Finanza locale e non soltanto agli organi dello Stato.Questa è una fase difficile. Confidiamo che il ritorno ad un'iniziativa di Bilanci che producano avanzo economico sia un segnale di risanamento complessivo, non ricorrendo alle facili soluzioni della riduzione del welfare locale o ad altre di questo genere (che in questo Comune sono escluse categoricamente), ma neanche banalizzando il discorso, come fanno alcuni interventi recentemente verificatisi sugli asset comunali e sulle disponibilità di ricchezze incredibili, che, in qualche modo, sono comunque strumenti di politica locale e non casseforti occultate al Governo.Penso che la Finanza Locale abbia una grande missione, abbia una sfida storica, che è legata ad un salto di qualità complessivo ed al concorso di risanamento alla Finanza Pubblica, ma questa partita (che è delicata) richiede forte atteggiamento e forte consapevolezza da parte di tutti. Noi, nella logica coerente delle indicazioni della Finanziaria, stiamo operando in questo senso. Opereremo anche, ovviamente, per interventi ai margini migliorativi della manovra che ancora in Commissione sono consentiti e su questa linea della discussione critica su alcuni aspetti e della verifica puntuale sul campo degli obiettivi di Finanza Pubblica e di pareggio del Bilancio.Credo che sia la strada giusta per presentarsi all'appuntamento di fine anno con l'approvazione della Finanziaria, in modo che ci trovi non sprovvisti, non sorpresi, in grado di operare qualunque manovra necessaria a garantire i Servizi del Comune di Torino, ma, nello stesso tempo, non supini di fronte anche ad alcune impostazioni che, naturalmente, possono essere sembrate eccessivamente rigide.
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Giorgis.Le ricordo che ha fino a 5 minuti.
GIORGIS Andrea
Ho ascoltato con interesse la comunicazione dell'Assessore Passoni e ho soprattutto apprezzato questa prima comunicazione sul lavoro intrapreso nei mesi passati, che va sotto il titolo "Riconsiderazione del budget zero e verifica dell'assetto complessivo della spesa locale". Da quanto ho sentito, il lavoro finora intrapreso dalla Giunta, che è iniziato prima ancora di conoscere i dati della Finanziaria e, quindi, si tratta di un lavoro di rigore, di razionalizzazione della spesa non imposto dalle necessità che l'attuale progetto di Legge Finanziaria sembrerebbe imporci, ha portato ad un'ipotesi di risparmio, di contenimento della spesa intorno a circa 40 milioni di Euro e questa mi sembra già una buona risposta in ordine all'attenzione che la nostra Amministrazione sta ponendo al problema della spesa e del contenimento del nostro debito locale.Ho molto apprezzato anche la sottolineatura relativa alla lotta all'evasione fiscale. È un tema sul quale più volte siamo tornati in questa Aula ed è ben sottolineato anche negli indirizzi programmatici di questa maggioranza. Credo che sia importante ribadirlo in ogni occasione in cui si torna a riflettere sulla carenza di risorse e sulla necessità di introdurre politiche di giustizia sociale, perché il tema dell'evasione fiscale si lega strettamente a quello della giustizia ed al tema, quindi, della ridistribuzione delle risorse. Non è possibile realizzare nessuna politica di sviluppo e nessuna politica redistributiva se non vi è anche la capacità di chiedere a tutti i cittadini di concorrere all'adempimento dei propri doveri di solidarietà economica e, da questo punto di vista, invito la Giunta a non abbassare assolutamente la guardia su questo tema.L'Assessore non ha accennato - forse ero io distratto - ad un altro tema sul quale siamo più volte ritornati, che io immagino, però, rappresenti una di quelle questioni, per certi aspetti, necessarie, già inserite anch'esse nelle Linee Programmatiche di questa maggioranza. Alludo al tema delle dismissioni immobiliari ed al tema, quindi, della valorizzazione del nostro patrimonio. A questo proposito, credo che, una volta delineati il quadro complessivo nazionale, il quadro locale e la volontà di razionalizzare al meglio la spesa ed investire le risorse in maniera assolutamente incentrata sullo sviluppo, oltre che sulla coesione sociale - come solitamente ripetiamo -, diventi particolarmente importante anche prestare una certa cautela ed una certa riflessione prima di procedere a qualsiasi decisione volta all'acquisizione di nuovi patrimoni immobiliari.Credo che questa particolare cautela e questa particolare attenzione siano imposte, oltre che da esigenze connaturate ad ogni scelta di acquisizione - è evidente, non c'è acquisizione che non debba essere giustificata da comprovate ragioni di sviluppo e di investimento per la nostra collettività -, in questo contesto economico sia altresì necessario prestare una particolare cautela e valutare quali siano le priorità in un contesto di risorse particolarmente scarse che noi intendiamo soddisfare.Concludo ringraziando l'Assessore per le comunicazioni che ci ha or ora svolto in Aula, sottolineando, infine, come si debba assolutamente da un lato, riconoscere l'importanza della politica nazionale di rientro del debito pubblico e, dall'altro, anche sottolineare come in Italia l'inclusione degli Enti Locali tra i soggetti che debbano concorrere alla definizione del Patto di Stabilità sia, in realtà, anche la conseguenza di un modo tutto nostro di organizzare la definizione dei Servizi essenziali. Da questo punto di vista, sarebbe interessante se la nostra città (insieme alle altre città capoluogo che hanno ben rappresentato al Governo nazionale le contraddizioni di un taglio, di una penalizzazione di quegli Enti Locali che più hanno insistito sull'investimento pubblico) riuscisse anche ad evidenziare come sia indispensabile riorganizzare i centri di spesa relativi all'erogazione di tutti i Servizi, appunto, prioritari che nessuno, mi sembra, ritenga comprimibili.
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.
VENTRIGLIA Ferdinando
Noi conosciamo ed apprezziamo da troppo tempo l'Assessore Passoni - è stato anche Capogruppo di maggioranza nella passata tornata amministrativa - per immaginare che non sappia distinguere il taglio di una comunicazione politica in Aula da quello che non è neanche un intervento ad un convegno. Oggi gli interventi ai convegni si misurano sui 10 minuti, un quarto d'ora, ma, ormai, ci avviamo verso la lectio magistralis, nel senso che, fino agli ultimi 5 minuti della sua quasi mezzora di intervento, elementi politici non sono arrivati; sono arrivati altri elementi di conoscenza sempre utili, ma, forse, più propri di un altro contesto, di un'altra modalità di comunicazione, non certo per l'Aula.Prendo atto, comunque, che l'impostazione dell'Assessore è molto più legata al fatto, alla contingenza e meno alla comunicazione - magari, approfitto anche dei giornalisti - è molto diverso un Assessore Passoni che dice: "Attenzione, perché non necessariamente quei numeri su quelli che sono stati definiti i tagli sono dei veri tagli, ma vanno anche rapportati alle nostre strutture, alle dinamiche di costruzione del Bilancio" rispetto alle dichiarazioni decisamente più roboanti che faceva il Sindaco, che, attraverso una serie di pellegrinaggi dal Governo "amico", è riuscito a ridurre i tagli da 160 a 129 milioni. Questo è già stato un discreto risultato. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Purtroppo, non abbiamo la controprova se il Governo fosse stato un Governo meno "amico", perché se il Governo "amico" fa questo favore al Sindaco, avendo preso Prodi a Torino il 60% dei voti; forse, varrebbe la pena di sperimentare altre strade.Certamente l'impostazione dell'Assessore Passoni è diversa, ci è sembrata più legata al fatto e meno all'annuncio. Non di meno l'intervento delude, perché non sono arrivate nessun tipo di rassicurazioni, sempre nel nome della prudenza, che è una cosa utile quanto rara in questo periodo da parte di pubblici amministratori. Ogni tanto, se l'Assessore suggerisse anche al Sindaco quando rilascia dichiarazioni, non sarebbe una cosa sbagliata, però non ci sono rassicurazioni sulle modalità di pareggiare il Bilancio e non ci sono rassicurazioni su nuove tasse.Non so se l'Assessore mi voglia definire un gazzettiere (ai giornali dichiaro poco; ci finisco, a volte, per altre ragioni, ma dichiaro poco), però è anche vero che quello che ci dice non è affatto rasserenante, perché non prende impegni. Che cosa vuol dire, infatti, che si arriva alla neutralità della manovra per redditi più bassi, attraverso le detrazioni ICI? Quali sono i redditi bassi? Se sono quelli da 10.000 Euro, il problema non è certo quello di arrivare ad una detrazione da 10 Euro! Chi, oggi, in una grande città del Nord, guadagna 10.000 Euro lordi l'anno, credo non si veda risolvere i problemi attraverso uno sconto di 10 "Euri", mi verrebbe da dire, sulle tasse, da parte dell'Amministrazione Comunale.Si torna, quindi, sul tema, che l'Assessore, non a caso, ha evitato, perché si riconosce - lo ha detto - nella filosofia della manovra "Prodi-Bertinotti-Visco", che è la continua aggressione alla classe media.Perché l'Assessore non ci parla dei redditi superiori ai 10.000 Euro, che sono quelli che a noi interessano? Ci parli dei redditi di 15.000, 20.000 Euro lordi che sono, forse, figure che interessano un po' di più la classe media.Per quanto riguarda i risparmi, l'Assessore ci dice che è riuscito a risparmiare 40 milioni di Euro. Ho fatto un esame un po' rapsodico, non sistematico, ma credo indicativo ed ho trovato quattro provvedimenti interessanti: l'annullamento dei cartoncini di Natale, attraverso i quali avete risparmiato non so se 5.000 Euro e la recessione da un gemellaggio di Città Internazionale, per la quale il risparmio è stato di 13.000 Euro. D'altra parte, le segnalo, Assessore, che, se deve continuare a risparmiare, con due sole "botte", ossia un ulteriore conferimento ad Atrium e lo stipendio annuale del direttore generale Vaciago, arriva a 1 milione di Euro di spesa! Quindi le consiglio, magari, di risparmiarne 41 con due semplici atti!Chiudo, osservando che c'è ancora questo trattamento del welfare come "vacca sacra". Credo siano maturi i tempi in queste situazioni di Bilancio (che coinvolgono qualsiasi Governo, anche quelli, speriamo, non così amici, così, magari, introducono meno tagli), per una ridiscussione dei sistemi di welfare.L'Amministrazione non si deve vantare di dare molto welfare; dovrebbe vantarsi di darne meno, perché darebbe più opportunità. Insisto, e spero ci sia l'occasione, per avviare una discussione seria in Commissione Controllo di Gestione (dove l'Assessore possa parlare con lo stesso taglio usato nell'intervento sulle comunicazioni) sulla reportistica.Oggi, per quanto riguarda il welfare, di 100 Euro non sappiamo quanti siano destinati a servizi in controvalore ai beneficiari e quanti, invece, siano impegnati per sostenere gli operatori e la stessa industria del welfare.Sarei contento se ci fosse meno welfare e magari si garantissero più servizi per i beneficiari, con qualche consulente e operatore in meno.
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.
TRONZANO Andrea
Cercherò di argomentare la tesi per la quale abbiamo presentato un ordine del giorno con la richiesta al Sindaco e all'Assessore competente (che, a loro volta, rivolgeranno al Presidente della Camera e del Senato) di respingere la Finanziaria.L'argomento è difficile, è spinoso e, naturalmente, i numeri possono essere interpretati in diverse maniere.La Carta Europea del 1985 specifica chiaramente che le amministrazioni locali hanno il diritto e la capacità di regolamentare e amministrare una parte importante degli affari pubblici. L'articolo 5 della Costituzione prevede che lo Stato promuova le Autonomie locali, inoltre, gli articoli 114 e 118 conferiscono poteri di autonomia e funzioni amministrative agli Enti Locali. Il sunto di tutti questi articoli della Costituzione quindi è unico, gli Enti Locali cioè non debbono più essere sudditi ma attori principali, ma in questa Finanziaria a noi sembra, invece, che si continui ad essere sudditi.Vorrei fare alcune considerazioni di carattere politico a livello nazionale. Questa Finanziaria introduce 67 nuove tasse che, nell'ordine del giorno che presenteremo, abbiamo puntualmente elencato. Consideriamo che ogni cittadino italiano versa mediamente all'Erario 6.700 Euro in termini di imposte, tasse e tributi all'anno (contro i 5.800 di un tedesco), e che non sarà introdotto alcun taglio alla cattiva spesa corrente in questa Finanziaria, ma soltanto nuove entrate.Vorremmo fare ancora alcune considerazioni, secondo noi, importanti per quanto riguarda gli interventi sugli Enti locali. Innanzitutto (e volevo sapere dall'Assessore se, effettivamente, sia così), la gestione finanziaria dell'ICI sarà espropriata, sarà riscossa dalla Banca d'Italia e accreditata presso ciascuna Tesoreria Comunale, non consentendo la maturazione degli interessi e causando difficoltà nell'ottenimento e nell'attendibilità dei dati. Inoltre, potrebbero esserci addirittura ritardi sugli accrediti che renderebbero più difficili i controlli e gli accertamenti dei pagamenti.Il secondo aspetto consiste nel fatto che l'incremento delle aliquote previdenziali per i Co.co.co. e contributive (dal 32,7 al 33%) farà aumentare ulteriormente in modo consistente i costi fissi per il personale con contratti a termine, costituito da un numero significativo di giovani, che, con il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato delle precedenti Finanziarie, era stato assunto negli Enti locali con questo tipo di contratti.Vorremmo, inoltre, fare alcune considerazioni sugli interessi passivi dei mutui. Gli interessi passivi dei mutui entreranno in ammortamento nel 2007, quindi cresceranno sensibilmente e il Comune sarà costretto ad aumentare i tributi locali, anche in caso di rinegoziazione.Vorrei porre una domanda all'Assessore. L'incremento dell'IRAP, dovuto alla fusione Sanpaolo-IMI, dove sarà allocato? Questo è un aspetto, secondo noi, importante. Infine, pensiamo che non sia attraverso una manovra finanziaria che considera gli Enti locali dei sudditi che si attuerà e si porterà a termine il federalismo fiscale.
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carossa.
CAROSSA Mario
Ho un po' di imbarazzo nell'intervenire in questa discussione, a prescindere dalla lezione molto professionale dell'Assessore, il quale però, manca in cuore, cioè gli manca un po' la verve. È vero che i numeri sono aridi, però, mi aspettavo almeno la metà di quanto avete detto nelle precedenti Finanziarie. Quando la Città di Torino era toccata all'incirca per la metà, come soldi totali, gridavate almeno il triplo, il quadruplo di quanto non stiate facendo adesso.Mi aspettavo, non dico una critica al "padrone del vapore", ma, almeno, che fossero posti dei dubbi, mentre, alla fine, sento il solito discorso (che respingo con sdegno) secondo il quale i torinesi sono, mediamente, abbastanza ladri (dal momento che non sono navigatori, sono ladri) e che, quindi, la lotta all'evasione fiscale sia il modo per poter riuscire a risolvere i problemi dei tagli del Governo Prodi.Si colpisce, come al solito, il ceto medio, perché, come ha detto, giustamente, il Consigliere Ventriglia, coloro che hanno un reddito di 10.000 Euro, poverini loro, sicuramente non vengono toccati né da riduzione, né da aumento dell'ICI, perché la casa di proprietà, glielo ricordo, (lei è commercialista e dovrebbe saperlo), non ce l'hanno, quindi, non possono, neanche volendo, evadere qualche imposta. Si va sempre, come al solito, a toccare quelli con un reddito che va dai 15.000 ai 20.000 Euro, i ricchi, il ceto medio, è il solito discorso!Nel vostro programma c'era la riduzione, almeno in parte, delle aliquote ICI, adesso si sta dicendo che, forse, non andiamo ad aumentare... Vi va bene che la gente ha poca memoria, perché, altrimenti, vi verrebbe a prendere a casa! Stiamo scherzando?La riduzione dell'ICI era basilare, se adesso un Governo vostro amico vi impedisce di attuarla, almeno ammettetelo, lo potremmo anche capire, perché non abbiamo le fette di salame davanti agli occhi, ma si abbia il coraggio di dire che non si può fare, evitando di arrampicarsi sugli specchi!Vorrei sapere da lei, Assessore, nei limiti, naturalmente, di quanto vuole o può dirci, che non ci saranno aumenti dell'IRAP, che ci sarà la riduzione sulla prima casa dell'ICI (come promesso da voi in campagna elettorale) e che non ci sarà una nuova imposta sui turisti (come viene banalmente chiamata). Vorrei sentirmi dire queste cose e non solamente che è una grande vittoria del Sindaco... Tra l'altro, mi stavo chiedendo se quelli siano i libri mastri e se li stia firmando per portarli a Prodi, perché, oltre le chiavi, dovrebbe, mi permetto di dire, portare anche i libri del Comune. Perché, mi permetta, da una persona quantomeno onesta intellettualmente (il termine "quantomeno" non vuole essere offensivo, ma è come chiamare "gazzetti" i lavoratori della carta stampata), non ci venga a dire che una riduzione da 180 a 130 milioni sia una vittoria così grande: è come fare opposizione e insieme maggioranza, concordandola con il Governo centrale; riuscite a far questo molto bene e va tutto bene. Meglio di un pugno in un occhio!Signor Sindaco, quando è concordato prima, non è così, comunque fa lo stesso; però, mi domando veramente come potrà fare il Comune di Torino, se non aumentando determinate imposte, anziché diminuirle.Allora, diciamolo subito! Diciamo chiaramente che continuiamo con la svendita del patrimonio, che non avete creato né voi né io, bensì i nostri padri ed i nostri nonni, e voi state continuando a svenderlo: questo è il discorso!Infatti, tutti i fabbricati non sono stati messi da parte né dal Consigliere Carossa né dal Sindaco Chiamparino né dall'Assessore Passoni, perché vi hanno pensato alcuni amministratori che, in decenni passati, sono riusciti a farlo, mentre, nel corso di pochi anni, noi li stiamo vendendo tutti!A quale scopo si fa tutto questo? Forse, si agisce così per riuscire a ripianare qualcosa? Però, non abbiamo ancora capito in che cosa consista questo "qualcosa"!Forse, lo si fa per riuscire a spendere, a fare grosse spese e realizzare grandi palazzetti, che, magari, per poter essere utilizzati (ho presentato un'interpellanza proprio oggi), bisogna poi affittare a qualche musulmano per ricavarne un po' di denaro e riuscire a pagarne quantomeno la manutenzione ordinaria?In nome di che cosa i torinesi devono continuare ad essere tartassati da un Comune che, peraltro, dovrebbe essere di Sinistra?Purtroppo, nel 1975 non frequentavo le scuole elementari, ma pensavo di cambiare l'Italia: era un bel sogno. Però, già a quei tempi, ero contro il PC, e di questo continuo a vantarmi e a farne un punto d'onore!
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Bonino.
BONINO Gian Luigi
Intervengo, perché desidererei alcune precisazioni da parte dell'Assessore, qualora intendesse replicare.Innanzitutto, devo dire che, sotto molti aspetti, ha chiarito la difficoltà di questa Finanziaria, che conoscevamo tutti; d'altronde, mi pare che anche la presa di posizione del Comune di Torino, attraverso il Sindaco, a suo tempo, fosse stata non solo puntuale, ma anche molto evidente.Però, Assessore, vi sono alcuni aspetti che vorrei capire meglio.Lei ha parlato, soprattutto, dei fenomeni di ricaduta che la Finanziaria avrà sull'Ente Locale, quindi ha spiegato che cosa l'Ente Locale potrebbe essere costretto a fare per sopportare o, comunque, per alleviare quanto possiamo aspettarci.Per quanto riguarda l'ICI e le detrazioni, capisco perfettamente che siano sempre argomenti da trattare con estrema delicatezza, per evitare allarmismi sugli organi di stampa, eccetera; tuttavia, se non ho capito male, potrebbe esserci una manovra a rialzo dell'ICI, eventualmente stemperata da alcune detrazioni...
SINDACO
(Intervento fuori microfono).
BONINO Gian Luigi
Invece, sempre se non ho capito male, la manovra può essere fatta sull'ICI, senza diminuire l'aliquota, bensì operando sulle eventuali detrazioni, cioè alzandole in modo da non danneggiare entrambi gli aspetti; quindi, vorrei capire meglio a quale delle due opzioni sull'ICI s'intenda far riferimento.Per quanto riguarda l'addizionale IRPEF, dal suo intervento mi è parso di capire che, qualora sia confermato lo sblocco della percentuale, potrebbe esserci una manovra all'eventuale rialzo.Inoltre, relativamente alla questione patrimoniale cui qualche Consigliere ha accennato, sollecitando un'attenzione a non acquisire o perlomeno che, qualora si rendesse necessario acquisire nuove aree di patrimonio, lo si faccia soltanto dopo una discussione approfondita anche all'interno delle sedi più opportune (le Commissioni, oltre che il Consiglio), vorrei aggiungere che lo si dovrebbe fare, soprattutto, sulle eventuali dismissioni, proprio per capire (quando sarà il momento, perciò penso in fase di discussione di Bilancio) quale sia l'orientamento e poterle quantificare meglio, perché ritengo importante il tema delle dismissioni.Sono completamente d'accordo sulla lotta all'evasione fiscale, sebbene ritenga che, anche negli anni passati, questo Comune avesse già iniziato ad ottenere ottimi risultati, i quali ci hanno consentito di mantenere ed ampliare la base imponibile senza aumentare la pressione fiscale.
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.
GALLO Domenico
Sarei tentato di partire dalle conclusioni del Consigliere Carossa, ma preferisco rinviare quel tipo di dibattito ad altra sede.Vorrei solamente ricordare al Consigliere Carossa che questo Bilancio del Comune, che stiamo cercando di organizzare, sicuramente risente non soltanto dell'ultima Finanziaria (che non è stata ancora definita dal Governo Prodi), ma soprattutto di ben cinque Finanziarie dell'altro Governo; altrimenti, sembra che, in questi ultimi cinque anni, i Comuni siano stati trattati benissimo, mentre sono stati massacrati!Questo è il primo dato che mi premeva sottolineare, altrimenti, significherebbe che facciamo fantascienza o fantapolitica, perché, oggi, tutti gli interlocutori dell'altra parte politica si sono espressi come se si fossero dimenticati di aver governato il Paese fino a quattro mesi fa!Invece, bisogna tener conto di questo primo dato, altrimenti, veramente, non esiste onestà intellettuale nel modo di dibattere, mentre credo che, su questo, dovremmo essere tutti un po' più seri.Certamente, questa Finanziaria tocca i Comuni - anche il nostro - in maniera pesante, per un importo, prima citato dall'Assessore Passoni, che è su tutti i giornali, perché 129 milioni di Euro è sicuramente una cifra enorme, che non ci consentirà di realizzare la preventivata operazione sull'ICI.Però, l'Assessore Passoni ha assicurato che l'ICI non si tocca, perché è una tassa già pesante sulla prima casa.Dobbiamo fare tutte le azioni possibili per non andare a sfiorare minimamente questa voce, perché, sicuramente, toccheremmo i cittadini che hanno fatto enormi sacrifici per acquistarsi la prima casa.Il sistema della detrazione è un sistema possibile e, comunque, un sollievo per una parte della popolazione.Poi, credo che l'Assessore abbia detto anche molto chiaramente che non sarà toccato il welfare, quindi, a chi diceva che non avrebbe risposto ai quesiti della comunicazione chiesta dall'UDC, voglio replicare che l'Assessore ha detto chiaramente che il sistema welfare e quello educativo saranno sicuramente tenuti nella necessaria considerazione, come architrave di un'organizzazione amministrativa, perché, comunque, sono i gioielli di questa Città e vanno salvaguardati.Credo che sia importante la lotta all'evasione, sicuramente, fatta in maniera molto più incisiva.Vorrei capire - magari, si aprirà un dibattito -, poi, quali strumenti utilizzeremo per questo, perché l'evasione fiscale è il nocciolo della questione, non solo per la Città di Torino, ma anche per il Paese.Consigliere Carossa, l'altro giorno, a Vicenza, tutti gli evasori fiscali protestavano perché pagano qualche Euro in più: questo è il problema!In questi giorni, dalle dichiarazioni dei redditi su tutti i giornali, abbiamo visto quali siano gli evasori fiscali e a quale categoria appartengano, perché anche questa è disonestà intellettuale, se non vogliamo ammettere come stanno le cose, cioè quei dentisti, quegli avvocati, quei macellai che guadagnano 10.000-15.000 Euro l'anno, più di un pensionato e, comunque, meno di un loro dipendente.È questo lo scandalo che affligge il nostro Paese ed è chiaro che si ripercuota sulle Città!Credo che un altro aspetto importante, del quale la nostra Amministrazione deve tener debito conto, sia il superamento graduale della precarietà all'interno dell'Amministrazione Comunale, perché quelle categorie con i contratti di formazione, quali i lavoratori a tempo determinato, devono essere gradualmente stabilizzate, secondo quanto previsto, oggi, dalla Finanziaria.Un'altra questione riguarda l'eliminazione degli sprechi (peraltro, mi sembra che l'Assessore stia prendendo a cuore l'argomento), rispetto alla quale si potrebbe incidere su un'altra voce: la revisione delle consulenze, poiché, qualora esistano consulenze superflue, si può utilizzare personale interno all'Amministrazione, visto che ne abbiamo di qualificato.Poi, riguardo alla tassa di soggiorno, per provocazione direi di pensare pure ad una tassa d'accesso al centro storico, perché, se pensiamo che, da oggi, è in vigore l'ordinanza che vieta a 250.000 persone (tra cui anch'io) di utilizzare l'autovettura, a questo punto, anche l'accesso al centro è un lusso.Lo dico, provocatoriamente, anche al Sindaco e all'Assessore Passoni, verifichiamo anche questo! Una tassa di scopo sull'accesso al centro, perché sta diventando un lusso arrivare in quella zona!Sul Patrimonio vorrei dire anch'io qualcosa: credo che la relazione del Patrimonio sia uno dei punti chiave del programma del Sindaco. Anzitutto, chiedo che su questo si apra una riflessione; non so se dobbiamo vendere o dobbiamo alienare, ma il punto è capire che cosa si deve alienare e capire che cosa non si deve alienare. Poi, credo che il concetto di "valorizzazione del Patrimonio" sia un altro degli aspetti su cui dobbiamo tornare, perché a volte valorizzare il patrimonio vuol dire forse avere un intervento più redditizio rispetto all'alienazione.Penso che questa sia una riflessione che dobbiamo aprire all'interno della maggioranza, ma anche all'interno del dibattito del Consiglio Comunale. Non sempre alienare è meglio che valorizzare, quindi è un aspetto su cui credo che dobbiamo, come diceva il Collega Bonino, ragionare un po'.
COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Angeleri.
ANGELERI Antonello
Signor Sindaco e Collega Assessore, chiedo scusa per la mia ignoranza, ma ho capito molto poco della sua relazione (probabilmente per ignoranza mia, sicuramente, come lei aggiunge, signor Sindaco, ma, invece, penso proprio che non sia così).Essendo io in Consiglio Comunale dal 1980 (tranne che per una pausa, quando mi sono trasferito altrove), ricordo che allora, come ricordava prima l'Assessore Passoni, quando parlava suo padre (allora Assessore al Bilancio), io ero più giovane, ma nonostante non avessi terminato ancora gli studi, capivo quello che veniva a spiegarci del Bilancio di allora; del Bilancio in cui c'erano i famosi riferimenti, che allora erano i Ministri Stammati e Pandolfi, infatti ci ricordiamo i rimborsi a piè di lista e la facilità che, talvolta, rendeva irresponsabile l'Amministrazione nell'amministrare i propri cittadini e quindi la cosa pubblica.Ho capito, invece, gli ultimi 5 minuti dell'intervento dell'Assessore Passoni, quando ha inserito alcune note prettamente politiche. Avrei capito l'intervento dalla persona che siede di fianco, il dottor Pizzala, così come potevo comprendere, probabilmente, l'intervento fatto tecnicamente all'epoca dal Ragioniere Capo del Comune di Torino, il dottor Bava; oggi, mi è invece veramente difficile e sfido, però, molti Consiglieri ad intervenire e dire se hanno compreso tutte le questioni che l'Assessore Passoni ci ha posto.Rispetto alle sue dichiarazioni apparse sul giornale, le sono fraternamente vicino, perché se è vero che, come lei dice, ne usciamo soltanto andando a Lourdes, immagino che dalle cose che ci ha detto oggi effettivamente sia abbastanza complicato e difficile.Colleghi Giorgis e Gallo, ritengo che non ci sia una lotta all'evasione di destra, piuttosto che di sinistra. La lotta all'evasione è una lotta che hanno tentato i governi sino ad oggi, non riuscendoci nessuno - devo dire -; in questo Paese si registra il 30% di evasione, quindi il doppio dell'evasione media che c'è in Europa, ma, Collega Gallo, mi tratterrei dal fare affermazioni come lei ha fatto, dicendo che coloro che sono scesi in piazza domenica scorsa sono tutti evasori fiscali, perché la lotta all'evasione si fa invertendo quello che è il sistema odierno, ossia cercando di andare verso un sistema di detrazione, così come avviene in altri Paesi.Ecco che, allora, si ottiene il risultato che tutti quanti ci auguriamo anche in questo Paese che oggi è assolutamente fuori dalla percentuale che citavo prima, quella della percentuale europea.Avrei accolto molto di più e con favore un intervento in cui il nostro Assessore ci avesse parlato nel dettaglio di come andare ad investire e a cercare di recuperare quanto è possibile per un Settore piuttosto che un altro; ci avesse dato risposta su alcune questioni che abbiamo dibattuto in questo Consiglio Comunale, per esempio, sulla sicurezza; ci avesse dato indicazioni riguardo al Bilancio rispetto alla futura gestione preoccupante ( su cui abbiamo discusso alla presenza del Sindaco) dei rifiuti, sulla questione della viabilità e, invece, quello che abbiamo appreso con chiarezza è che in questo momento di grande difficoltà (è inutile negarlo) abbiamo un'unica certezza che sono alcune tasse che verranno confermate o introdotte, come quella che è in vigore in questa città, per la quale coloro che possiedono un'automobile Euro 0 o Euro 1 hanno ovviamente maggiori difficoltà di circolazione. Sono proprio, come abbiamo già detto in un intervento in quest'Aula, le categorie più deboli.Penso, quindi, che da qui alla presentazione del prossimo Bilancio Preventivo di strada ce ne sia ancora da fare e parecchia, e mi auguro che l'Assessore forse debba chiedere (lo dico fraternamente), probabilmente, alcune indicazioni in termini politici forse a colui che lo ha guidato fino adesso, ossia, a suo padre. Perché, da un punto di vista politico, ripeto, gli anni Ottanta erano più facili in termini di governo, ma non era assolutamente più semplice amministrare.Oggi abbiamo compreso molto poco di quanto voglia fare l'Amministrazione e ritengo che i cittadini abbiano diritto di saperne di più anche da chi li amministra.
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Sindaco.
SINDACO
Due parole per non fare mancare in questo appuntamento (che ormai sta diventando una utile consuetudine del lunedì), al quale non volevo far mancare due considerazioni, non per aggiungere argomenti alla relazione dell'Assessore Passoni che (per quello che ho sentito e per quello che mi è stato detto) contiene gli indirizzi sui quali stiamo lavorando per preparare un Bilancio che discuteremo quando sarà il momento, anche perché non abbiamo tutti gli elementi per poterlo fare.Ne approfitto per lanciare tramite gli amici della stampa un piccolo allarme: se è vero, come è vero, che la Commissione Bilancio, come avveniva tradizionalmente, anziché votare un pacchetto di emendamenti del Governo che modificavano il testo da mandare in Aula, dando alcuni elementi di certezza (in positivo o in negativo, non importa, ma di certezza in più sull'iter della Finanziaria), se è vero che solo in minima parte questo è avvenuto e il grosso della Finanziaria va in Aula alla Camera, sostanzialmente, senza essere modificata rispetto al testo iniziale, c'è un allarme da lanciare.È evidente che il percorso parlamentare diventa più complicato e le garanzie, anche rispetto a quei pochi o tanti che fossero, in totale, 600 milioni di sconto a comuni e province che erano stati concordati il 10 ottobre a Palazzo Chigi, possono essere a rischio, nel senso che un conto è se il percorso parlamentare parte acquisendo quell'accordo di Palazzo Chigi, un conto invece è se parte lasciandolo appeso ad una serie di emendamenti che possono passare, ma potrebbero anche non passare.Se le cose stanno così, bisogna prima di tutto che i nostri parlamentari (teoricamente questo dovrebbe essere un interesse bipartisan) siano molto attenti all'iter parlamentare, perché, rispetto agli altri Comuni, noi abbiamo un paio di emendamenti particolarmente significativi che riguardano la neutralizzazione, ai fini del Patto di Stabilità, degli investimenti olimpici e, al di là delle tecnicalità, in sede di Commissione Bilancio mi era parso che ci fosse una certa disponibilità, ma mi pare che non siano rientrati in quei pochi emendamenti approvati e, quindi, il testo giungerà in Aula senza quella maggior forza che deriva dal fatto di essere stato già oggetto di modifiche in sede di Commissione.Questa è una delle ragioni che, prendendo spunto dal dibattito, mi ha portato ad intervenire, in quanto ritengo che, in generale per i Comuni, ma in particolare per noi, si debba prestare molta attenzione affinché il percorso parlamentare recepisca gli emendamenti di maggior favore per i Comuni e le Province.Per quanto riguarda il patrimonio (che non è costituito solo da immobili, ma anche di società ed aziende), Consigliere Carossa, credo che i nostri "vecchi", coloro che lo hanno accumulato, inorridirebbero a vederlo inutilizzato, non ad alienarlo, perché quello che farebbe rivoltare nella tomba alcuni di questi "grandi vecchi"del passato sarebbe vedere questo patrimonio statico, senza un ruolo dinamico in una società che, rispetto ad allora, è significativamente cambiata e, francamente, credo che non ci sia nulla di più sbagliato che stare ad osservare e a rimirare un patrimonio che non è gestito, non produce reddito e politica industriale (penso, ad esempio, alle società ex municipalizzate). Le nostre politiche vanno in questa direzione, verso la valorizzazione del patrimonio immobiliare e mobiliare attraverso una gestione più accorta che, in alcuni casi, può anche richiedere l'alienazione.Per quanto riguarda l'evasione, ritengo che sia sbagliato considerare i lavoratori autonomi il simbolo dell'evasione fiscale, però vorrei raccontare un piccolo episodio personale: la sera del convegno sul Partito Democratico ad Orvieto, è saltata la centralina elettrica di casa e mia moglie, che era rimasta sola a casa, ha chiamato un pronto intervento - non faccio il nome della ditta, però ho i testimoni -, il costo dell'intervento è stato circa 200 Euro, ovviamente senza ricevuta fiscale. Sarà casuale, ma la ricevuta fiscale è arrivata solo dopo che, attraverso la mia segreteria, ho chiesto di averla; magari è stato tutto casuale e sicuramente è giusto non identificare queste categorie con gli evasori fiscali. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, ma sono tutti onesti, però, sarà stato casuale, perché probabilmente stavano per spedirmi la ricevuta, ma è arrivata solo dopo che, diversi giorni dopo l'intervento, ho fatto telefonare dalla mia segreteria, perché mi sembrava abbastanza fuori dal mondo che un intervento non proprio economico non avesse almeno un riscontro fiscale.Il racconto di questo episodio era per dire che la lotta all'evasione fiscale, secondo me, parte innanzitutto dal non chiamare tutti evasori fiscali (su questo sono assolutamente d'accordo e sbagliano coloro che lo fanno) e passa attraverso una serie di strumenti che questa Finanziaria concorre a mettere in pista, ma sicuramente non passa attraverso i condoni. Dato che una parte della discussione è stata di tipo politico, una politica che ha incentrato sui condoni una parte significativa della propria politica fiscale, di sicuro non ha abituato meglio coloro che già avevano questo tipo di tendenza e dato che in Italia, come è stato autorevolmente sottolineato dal Consigliere Angeleri, statisticamente questi soggetti sono significativamente più presenti che non in altri Paesi, una politica di condoni non ha aiutato a migliorare la situazione.Questa è una Finanziaria che viene da lontano, perché, se si prendono le statistiche, il problema dell'Italia, come ha scritto Sandro Profumo in un articolo sul "Corriere della Sera", non è un'eccessiva spesa pubblica, ma un eccessivo indebitamento, frutto di politiche che affondano le loro radici molto in là nel tempo. Se si consultano le statistiche, si scopre che l'indebitamento è diminuito solo quando Ciampi, Ministro del Tesoro, ha fatto una politica di abbattimento dei tassi di interesse che ha inciso significativamente sull'indebitamento, ma che è terminata nel 2000 e l'indebitamento è ricominciato a risalire senza che il Governo Berlusconi sia riuscito, magari anche volendolo, a far nulla per impedirlo, per essere il più neutro possibile.Perché dico questo? Perché bisogna sapere che la Finanziaria deve misurarsi con un blocco di indebitamento che, se non si riduce oltre i parametri europei, renderà sempre più difficile al Paese fare una politica per il futuro fatta di investimenti, quindi siamo pronti ad accettare i sacrifici.Quello che stupisce un po' - e mi riferisco all'intervista del Ministro Padoa Schioppa apparsa stamattina sul "Corriere della Sera" - è come i Ministri dell'Economia siano legati da una straordinaria continuità, perché riescono a dire che sono sempre gli altri a dover tagliare la spesa; mi chiedo se abbiano mai fatto bene i conti a casa loro. Questo valeva per Tremonti, che lo faceva con un po' più di arroganza, ma anche un po' più di effervescenza e vale per il Ministro Padoa Schioppa, che quando si parla dei tagli riesce solo a dire che anche i Comuni devono tagliare le loro spese, ma non so se il Ministro ha mai fatto un giro (come dicono sempre a me: "è mai venuto qui senza la scorta?") per il suo Ministero, perché probabilmente capirebbe che cos'è un eccesso di spesa pubblica rispetto al tipo di lavoro ed alle finalità.So che su questo c'è già una nota polemica del Presidente dell'ANCI, ma penso che bisognerebbe avere una maggiore considerazione, nelle difficoltà che sono di tutti, di cui noi ci vogliamo far carico; bisognerebbe che il Ministro dell'Economia non si mettesse a complicare ulteriormente le cose, creando una situazione che rischia di mettere seriamente in difficoltà le relazioni istituzionali fra Comuni ed il Ministero dell'Economia. Continuando con questo tipo di dichiarazioni, che inevitabilmente vengono lette come l'additare sempre come responsabili di tutti i mali della spesa pubblica nella finanza italiana soltanto i Comuni, oltre ad essere un ragionamento politicamente sbagliato, perché i Comuni sono in prima fila nel fornire servizi sociali, è anche sbagliato economicamente, perché, sempre secondo le statistiche, l'unica realtà della Pubblica Amministrazione che in questi anni ha ridotto il proprio concorso all'indebitamento pubblico è il comparto dei Comuni e lo ha fatto in modo significativamente più ingente che non il comparto della Pubblica Amministrazione in senso allargato.Le difficoltà ci sono e la Finanziaria deve misurarsi con queste, ma cerchiamo di farlo con uno spirito di collaborazione istituzionale e non rimpallandoci le responsabilità dagli uni agli altri, soprattutto quando questo rimpallo avviene verso la parte che ha dato di più e che, semmai, in questa fase dovrebbe contribuire al risanamento della finanza italiana meno di quanto dovrebbero fare altri.
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Le comunicazioni sono terminate.
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