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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 12 Ottobre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2009-06233
"STABILIZZAZIONE INSEGNANTI DI RELIGIONE: NO AI PRIVILEGI E RISPETTO DELLE REGOLE PER EVITARE DISCRIMINAZIONI TRA I LAVORATORI" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE GALLO DOMENICO IN DATA 1 OTTOBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200906233/002, presentata in
data 1 ottobre 2009, avente per oggetto:
"Stabilizzazione insegnanti di religione: no ai privilegi e rispetto delle regole per
evitare discriminazioni tra i lavoratori"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Borgogno.

BORGOGNO Giuseppe (Assessore)
Nella riunione di Giunta dello scorso martedì, è emersa l'indicazione di tornare al
punto in cui la vicenda si era fermata qualche mese fa, cioè al punto in cui gli uffici
delle Risorse Umane (nel frattempo, poi, evidentemente, sono state fatte ulteriori
legittime verifiche) devono verificare se e attraverso quali condizioni, ovvero
attraverso quale percorso, sia possibile avviare un percorso di stabilizzazione di
questo personale nei profili attualmente esistenti nella nostra pianta organica.
La decisione riguardante la creazione di un nuovo profilo professionale, invece, è
stata accantonata per ragioni legate soprattutto alle complicazioni di carattere
amministrativo che potrebbero emergere.
Sul punto, tuttavia, così come si era deciso quattro mesi fa, occorre tornare, con la
verifica fatta dagli uffici delle Risorse Umane, al tavolo centrale riunito con le
Organizzazioni Sindacali, così come indicato anche nell'ordine del giorno approvato
dal Consiglio Comunale, che riguarda il contratto integrativo. Si tornerà, quindi, in
quella sede con il risultato di questa analisi; l'eventuale seguito del percorso non può
che essere visto attraverso il tentativo di trovare un accordo, da un lato, con le
Organizzazioni Sindacali, dall'altro con la Curia, entro il profilo esistente (non
abbiamo molteplici profili, abbiamo soltanto il profilo "istruttore pedagogico", che
comprende due ruoli: l'insegnante di scuola materna e gli educatori dell'asilo nido).
Dopo aver verificato possibilità e percorso, credo sia inevitabile prevedere una prova
selettiva (che deve essere preceduta dalla valutazione dei titoli, dato che stiamo
parlando di inserire persone nei nostri profili professionali e nel nostro
organigramma), elemento che, quando se ne discusse qualche anno fa, mancava.
Occorre, quindi, tornare ad uno stato che ci permetta di avviare questi lavoratori al
lavoro e al profilo professionale attraverso gli stessi meccanismi e percorsi degli altri
dipendenti.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Ringrazio l'Assessore per la risposta che mi ha dato, anche se mantengo alcune
perplessità.
Voglio, innanzitutto, fare una premessa di carattere ideale: sul piano politico, mi
sono sempre battuto per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari, dai lavoratori
socialmente utili a quelli assunti con contratti di formazione e con contratti a tempo
determinato, perché uno dei principi base della nostra Costituzione repubblicana è il
diritto al lavoro. Non ho, quindi, alcun tipo di pregiudiziale di tipo ideologico: credo
di aver superato questo problema da tempo.
C'è una questione di fondo che, però, non riguarda la Curia.
Personalmente, infatti, credo che la Curia (che ha nominato ed individuato gli
insegnanti) sia un soggetto non istituzionale, un soggetto che ha certamente una sua
importanza in quanto organismo fondamentale per la Chiesa cattolica, ma che credo
non dovrebbe avere né diritti rispetto a tutto ciò che è pubblico, né prerogative di
individuare e nominare insegnanti da impegnare presso gli Enti Locali.
Ma non è questo il problema che pongo.
Lei diceva, Assessore Borgogno - e l'ho anche letto sui giornali -, che quanto si è
fatto rappresenta un passo avanti, perché non si parla di creazione di nuovi profili,
ma di assunzione nei profili già esistenti; si tratta, quindi, di un salto in avanti, poiché
riporta - credo - in una situazione di correttezza l'eventuale assunzione di questi
lavoratori. Credo, però, che, pur trattandosi di profili esistenti, tutti i lavoratori
assunti dal Comune di Torino debbano essere assunti in seguito a concorso pubblico.
Non è una questione pregiudiziale: se fosse così, francamente mi dispiacerebbe. Il
fatto è che io credo che, se non stiamo attenti, realizziamo un preoccupante
precedente, perché la prova selettiva non è un concorso pubblico. Queste due prove
sono su due piani diversi. Ritengo, invece, più opportuna l'idea di prevedere un
concorso pubblico, nel quale siano ovviamente valutati i titoli. Se un insegnante di
religione ha insegnato per dieci anni in una scuola pubblica ha dei titoli che devono
essergli riconosciuti.
Dal mio punto di vista, quindi, lo strumento migliore è quello del concorso pubblico,
con il riconoscimento dei titoli dati dall'insegnamento presso le scuole municipali di
Torino.
Voglio lanciare un grido di attenzione, più che di avversione.
Personalmente, non avevo votato contro la mozione: mi ero astenuto. Ieri, però, ho
letto sui quotidiani Repubblica e La Stampa un articolo dal titolo "7.500 lavoratori
precari hanno fatto ricorso al TAR per essere assunti. Oltre 7.400 precari sono in
graduatoria per essere assunti".
Chiedo, allora, alla Giunta e all'Amministrazione Comunale di Torino di fare molta
attenzione, perché la questione, dal mio punto di vista, potrebbe diventare un
precedente molto rischioso sul piano dell'iter democratico con cui si arriva alla
stabilizzazione.
Vorrei che la Giunta e gli uffici che stanno lavorando all'ipotesi di stabilizzazione
spostassero l'attenzione su quanto sto dicendo. Perché, invece, non bandire un
concorso pubblico, dove sia avvantaggiato chi ha un certo punteggio, determinato
dagli anni di lavoro svolti nel settore pubblico (assegnando un punto per ogni anno)?
Perché non utilizzare la forma prevista dalla Legge?
Stiamo attenti.
Perché non stabilizzare, allora, in questo modo, anche quei lavoratori che hanno
lavorato nell'Amministrazione Comunale in anni diversi? Perché non stabilizzare
anche un lavoratore che abbia lavorato tre anni al Comune di Torino, anche non
continuativamente, secondo quanto stabilito dal Decreto che prevedeva l'assunzione
del lavoratore a tempo determinato sulla base di tre anni negli ultimi cinque anni
(l'Assessore Borgogno ha seguito questa operazione, molto importante per la Città,
che ha stabilizzato centinaia di lavoratori)?
Personalmente, non credo sia giusto andare in questa direzione.
Non creiamo il precedente in base al quale, poi, accorrono in Piazza Palazzo di Città
centinaia di lavoratori che, avendo lavorato tre anni nel Comune di Torino, chiedono
di essere stabilizzati mediante una prova selettiva.
Non credo di dire cose fantascientifiche, né tanto meno rivoluzionarie: dico cose
normali e semplici.
L'interpellanza che ho presentato non va assolutamente contro quei lavoratori, con
cui mi sono confrontato in Commissione e con cui ho sempre sostenuto l'idea che il
lavoro sia un diritto per tutti (dunque, anche per loro). Siccome, però, la prima cosa
che ha fatto il Governo Berlusconi è stata la cancellazione della Legge che prevedeva
la stabilizzazione dei lavoratori precari, ho deciso di non votare a favore ma di
astenermi sulla mozione, perché il Consiglio Comunale ha respinto un emendamento
con cui chiedevo che il Governo, prima, ritirasse il decreto contro i lavoratori precari
(dopodiché avremmo potuto procedere con le stabilizzazioni, ovviamente nelle forme
stabilite dalla Legge).
Questa è la posizione del Gruppo che rappresento in questo Consiglio.
Al di là delle controproposte di CGIL, CISL e UIL (CGIL e UIL hanno assunto una
posizione contraria, mentre la CISL è favorevole alla stabilizzazione), non
dimentichiamo che i lavoratori sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti.
Un'Amministrazione come la nostra, che su questi aspetti è sempre stata attenta, non
deve commettere un errore che potrebbe essere gravissimo. Se la stabilizzazione
fosse attuata con i criteri da voi accennati, credo che, in piazza, ci sarebbero centinaia
di persone che hanno lavorato presso il Comune, riunite per chiedere di essere
stabilizzate.
Questa è la mia posizione.
Il mio invito, quindi, è alla prudenza.
Impegniamoci, affinché quella mozione sia applicata. Personalmente, dopo averla
letta con attenzione, mi sono astenuto. C'è, però, un punto in cui non si stabilisce un
automatismo, ma ci si orienta ad una verifica, con una proiezione verso un
atteggiamento positivo, senza dare spazio a discriminazioni. Se passa la logica della
stabilizzazione mediante una semplice prova selettiva, invece, temo si possa dar
luogo ad un'inaccettabile discriminazione tra lavoratori.
La pongo così, Assessori, con tutta la correttezza che credo mi contraddistingua.
Vi invito, dunque, a considerare le mie parole non come un intervento contrario, ma
come un intervento utile a far sì che questi lavoratori godano del loro diritto al
lavoro, ma con tutti i crismi della regolarità e dell'inattaccabilità sul piano delle
procedure.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Borgogno.

BORGOGNO Giuseppe (Assessore)
Il Consigliere sa bene che, negli anni passati, abbiamo stabilizzato tutti coloro che ne
avevano diritto. Il nostro è il Comune che, in Italia, ha stabilizzato maggiormente (in
numeri assoluti, non in numeri relativi): io ne sono orgogliosissimo, e credo debbano
esserlo tutti, qualunque sia la collocazione in quest'Aula.
Credo, quindi, di poter dire con serenità che non ci sarebbero centinaia di persone a
reclamare gli stessi requisiti, perché abbiamo stabilizzato praticamente tutti.
Ho parlato di tre aspetti: anzitutto, ho ribadito la necessità di tornare al tavolo con le
Organizzazioni Sindacali, perché il ritorno a quel tavolo non c'è ancora stato e
perché, comunque, la ricerca di un accordo ci deve essere, così come ci deve essere
un confronto con la Curia (perché è inevitabile); il secondo aspetto riguarda la
valutazione dei titoli: ricordo al Consigliere che, tra quegli insegnanti di religione, ve
ne sono alcuni senza titoli (quindi, questa è una valutazione che va fatta); infine, ho
parlato della prova selettiva, che è una verifica che stanno attuando gli uffici delle
Risorse Umane, così come è stato fatto anche nei mesi passati.
Normalmente, la prova selettiva è di carattere concorsuale, tant'è che una delle
questioni su cui, negli anni passati, c'è stata grande discussione, proprio su questo
argomento, riguardava, nell'ambito della norma sulle stabilizzazioni, la prova
selettiva non di carattere concorsuale. In condizioni normali, credo che le prove
selettive siano di carattere concorsuale: evidentemente, occorre trovare il modo per
riportare la questione al livello di tutte le altre che riguardano l'ingresso nei ruoli
dell'Amministrazione. E' materia su cui gli uffici stanno lavorando, su cui si tornerà
al tavolo con le Organizzazioni Sindacali, su cui ci sarà anche un confronto con la
Curia, è materia di cui - immagino - il Consiglio Comunale si occuperà ancora.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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