Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200906233/002, presentata in data 1 ottobre 2009, avente per oggetto: "Stabilizzazione insegnanti di religione: no ai privilegi e rispetto delle regole per evitare discriminazioni tra i lavoratori" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Borgogno. BORGOGNO Giuseppe (Assessore) Nella riunione di Giunta dello scorso martedì, è emersa l'indicazione di tornare al punto in cui la vicenda si era fermata qualche mese fa, cioè al punto in cui gli uffici delle Risorse Umane (nel frattempo, poi, evidentemente, sono state fatte ulteriori legittime verifiche) devono verificare se e attraverso quali condizioni, ovvero attraverso quale percorso, sia possibile avviare un percorso di stabilizzazione di questo personale nei profili attualmente esistenti nella nostra pianta organica. La decisione riguardante la creazione di un nuovo profilo professionale, invece, è stata accantonata per ragioni legate soprattutto alle complicazioni di carattere amministrativo che potrebbero emergere. Sul punto, tuttavia, così come si era deciso quattro mesi fa, occorre tornare, con la verifica fatta dagli uffici delle Risorse Umane, al tavolo centrale riunito con le Organizzazioni Sindacali, così come indicato anche nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale, che riguarda il contratto integrativo. Si tornerà, quindi, in quella sede con il risultato di questa analisi; l'eventuale seguito del percorso non può che essere visto attraverso il tentativo di trovare un accordo, da un lato, con le Organizzazioni Sindacali, dall'altro con la Curia, entro il profilo esistente (non abbiamo molteplici profili, abbiamo soltanto il profilo "istruttore pedagogico", che comprende due ruoli: l'insegnante di scuola materna e gli educatori dell'asilo nido). Dopo aver verificato possibilità e percorso, credo sia inevitabile prevedere una prova selettiva (che deve essere preceduta dalla valutazione dei titoli, dato che stiamo parlando di inserire persone nei nostri profili professionali e nel nostro organigramma), elemento che, quando se ne discusse qualche anno fa, mancava. Occorre, quindi, tornare ad uno stato che ci permetta di avviare questi lavoratori al lavoro e al profilo professionale attraverso gli stessi meccanismi e percorsi degli altri dipendenti. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Ringrazio l'Assessore per la risposta che mi ha dato, anche se mantengo alcune perplessità. Voglio, innanzitutto, fare una premessa di carattere ideale: sul piano politico, mi sono sempre battuto per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari, dai lavoratori socialmente utili a quelli assunti con contratti di formazione e con contratti a tempo determinato, perché uno dei principi base della nostra Costituzione repubblicana è il diritto al lavoro. Non ho, quindi, alcun tipo di pregiudiziale di tipo ideologico: credo di aver superato questo problema da tempo. C'è una questione di fondo che, però, non riguarda la Curia. Personalmente, infatti, credo che la Curia (che ha nominato ed individuato gli insegnanti) sia un soggetto non istituzionale, un soggetto che ha certamente una sua importanza in quanto organismo fondamentale per la Chiesa cattolica, ma che credo non dovrebbe avere né diritti rispetto a tutto ciò che è pubblico, né prerogative di individuare e nominare insegnanti da impegnare presso gli Enti Locali. Ma non è questo il problema che pongo. Lei diceva, Assessore Borgogno - e l'ho anche letto sui giornali -, che quanto si è fatto rappresenta un passo avanti, perché non si parla di creazione di nuovi profili, ma di assunzione nei profili già esistenti; si tratta, quindi, di un salto in avanti, poiché riporta - credo - in una situazione di correttezza l'eventuale assunzione di questi lavoratori. Credo, però, che, pur trattandosi di profili esistenti, tutti i lavoratori assunti dal Comune di Torino debbano essere assunti in seguito a concorso pubblico. Non è una questione pregiudiziale: se fosse così, francamente mi dispiacerebbe. Il fatto è che io credo che, se non stiamo attenti, realizziamo un preoccupante precedente, perché la prova selettiva non è un concorso pubblico. Queste due prove sono su due piani diversi. Ritengo, invece, più opportuna l'idea di prevedere un concorso pubblico, nel quale siano ovviamente valutati i titoli. Se un insegnante di religione ha insegnato per dieci anni in una scuola pubblica ha dei titoli che devono essergli riconosciuti. Dal mio punto di vista, quindi, lo strumento migliore è quello del concorso pubblico, con il riconoscimento dei titoli dati dall'insegnamento presso le scuole municipali di Torino. Voglio lanciare un grido di attenzione, più che di avversione. Personalmente, non avevo votato contro la mozione: mi ero astenuto. Ieri, però, ho letto sui quotidiani Repubblica e La Stampa un articolo dal titolo "7.500 lavoratori precari hanno fatto ricorso al TAR per essere assunti. Oltre 7.400 precari sono in graduatoria per essere assunti". Chiedo, allora, alla Giunta e all'Amministrazione Comunale di Torino di fare molta attenzione, perché la questione, dal mio punto di vista, potrebbe diventare un precedente molto rischioso sul piano dell'iter democratico con cui si arriva alla stabilizzazione. Vorrei che la Giunta e gli uffici che stanno lavorando all'ipotesi di stabilizzazione spostassero l'attenzione su quanto sto dicendo. Perché, invece, non bandire un concorso pubblico, dove sia avvantaggiato chi ha un certo punteggio, determinato dagli anni di lavoro svolti nel settore pubblico (assegnando un punto per ogni anno)? Perché non utilizzare la forma prevista dalla Legge? Stiamo attenti. Perché non stabilizzare, allora, in questo modo, anche quei lavoratori che hanno lavorato nell'Amministrazione Comunale in anni diversi? Perché non stabilizzare anche un lavoratore che abbia lavorato tre anni al Comune di Torino, anche non continuativamente, secondo quanto stabilito dal Decreto che prevedeva l'assunzione del lavoratore a tempo determinato sulla base di tre anni negli ultimi cinque anni (l'Assessore Borgogno ha seguito questa operazione, molto importante per la Città, che ha stabilizzato centinaia di lavoratori)? Personalmente, non credo sia giusto andare in questa direzione. Non creiamo il precedente in base al quale, poi, accorrono in Piazza Palazzo di Città centinaia di lavoratori che, avendo lavorato tre anni nel Comune di Torino, chiedono di essere stabilizzati mediante una prova selettiva. Non credo di dire cose fantascientifiche, né tanto meno rivoluzionarie: dico cose normali e semplici. L'interpellanza che ho presentato non va assolutamente contro quei lavoratori, con cui mi sono confrontato in Commissione e con cui ho sempre sostenuto l'idea che il lavoro sia un diritto per tutti (dunque, anche per loro). Siccome, però, la prima cosa che ha fatto il Governo Berlusconi è stata la cancellazione della Legge che prevedeva la stabilizzazione dei lavoratori precari, ho deciso di non votare a favore ma di astenermi sulla mozione, perché il Consiglio Comunale ha respinto un emendamento con cui chiedevo che il Governo, prima, ritirasse il decreto contro i lavoratori precari (dopodiché avremmo potuto procedere con le stabilizzazioni, ovviamente nelle forme stabilite dalla Legge). Questa è la posizione del Gruppo che rappresento in questo Consiglio. Al di là delle controproposte di CGIL, CISL e UIL (CGIL e UIL hanno assunto una posizione contraria, mentre la CISL è favorevole alla stabilizzazione), non dimentichiamo che i lavoratori sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti. Un'Amministrazione come la nostra, che su questi aspetti è sempre stata attenta, non deve commettere un errore che potrebbe essere gravissimo. Se la stabilizzazione fosse attuata con i criteri da voi accennati, credo che, in piazza, ci sarebbero centinaia di persone che hanno lavorato presso il Comune, riunite per chiedere di essere stabilizzate. Questa è la mia posizione. Il mio invito, quindi, è alla prudenza. Impegniamoci, affinché quella mozione sia applicata. Personalmente, dopo averla letta con attenzione, mi sono astenuto. C'è, però, un punto in cui non si stabilisce un automatismo, ma ci si orienta ad una verifica, con una proiezione verso un atteggiamento positivo, senza dare spazio a discriminazioni. Se passa la logica della stabilizzazione mediante una semplice prova selettiva, invece, temo si possa dar luogo ad un'inaccettabile discriminazione tra lavoratori. La pongo così, Assessori, con tutta la correttezza che credo mi contraddistingua. Vi invito, dunque, a considerare le mie parole non come un intervento contrario, ma come un intervento utile a far sì che questi lavoratori godano del loro diritto al lavoro, ma con tutti i crismi della regolarità e dell'inattaccabilità sul piano delle procedure. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Borgogno. BORGOGNO Giuseppe (Assessore) Il Consigliere sa bene che, negli anni passati, abbiamo stabilizzato tutti coloro che ne avevano diritto. Il nostro è il Comune che, in Italia, ha stabilizzato maggiormente (in numeri assoluti, non in numeri relativi): io ne sono orgogliosissimo, e credo debbano esserlo tutti, qualunque sia la collocazione in quest'Aula. Credo, quindi, di poter dire con serenità che non ci sarebbero centinaia di persone a reclamare gli stessi requisiti, perché abbiamo stabilizzato praticamente tutti. Ho parlato di tre aspetti: anzitutto, ho ribadito la necessità di tornare al tavolo con le Organizzazioni Sindacali, perché il ritorno a quel tavolo non c'è ancora stato e perché, comunque, la ricerca di un accordo ci deve essere, così come ci deve essere un confronto con la Curia (perché è inevitabile); il secondo aspetto riguarda la valutazione dei titoli: ricordo al Consigliere che, tra quegli insegnanti di religione, ve ne sono alcuni senza titoli (quindi, questa è una valutazione che va fatta); infine, ho parlato della prova selettiva, che è una verifica che stanno attuando gli uffici delle Risorse Umane, così come è stato fatto anche nei mesi passati. Normalmente, la prova selettiva è di carattere concorsuale, tant'è che una delle questioni su cui, negli anni passati, c'è stata grande discussione, proprio su questo argomento, riguardava, nell'ambito della norma sulle stabilizzazioni, la prova selettiva non di carattere concorsuale. In condizioni normali, credo che le prove selettive siano di carattere concorsuale: evidentemente, occorre trovare il modo per riportare la questione al livello di tutte le altre che riguardano l'ingresso nei ruoli dell'Amministrazione. E' materia su cui gli uffici stanno lavorando, su cui si tornerà al tavolo con le Organizzazioni Sindacali, su cui ci sarà anche un confronto con la Curia, è materia di cui - immagino - il Consiglio Comunale si occuperà ancora. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |