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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 12 Ottobre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 12
INTERPELLANZA 2009-05974
"DIPENDENTI: FRUIZIONE CONGEDI LEGGI 104/1992 E 53/2000" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SILVESTRINI, CASSANO E FERRANTE IN DATA 22 SETTEMBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200905974/002, presentata in
data 22 settembre 2009, avente per oggetto:
"Dipendenti: fruizione congedi Leggi 104/1992 e 53/2000"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
La questione posta dagli interpellanti è legata ad una vicenda ormai nota, perché
sulla questione abbiamo già risposto in più occasioni; questa interpellanza, però, è
maggiormente dettagliata rispetto alle questioni poste precedentemente. Cercherò di
essere puntuale come viene chiesto nell'interpellanza e, inoltre, posso anche
consegnare la nota che mi è stata preparata dagli Uffici.
Nell'ultimo triennio, l'aspettativa retribuita prevista dalla Legge n. 53 del 2000 è
stata fruita da 73 dipendenti, di cui 65 donne e 8 uomini (in questo caso, il
riferimento è all'aspettativa retribuita di massimo due anni nell'intera vita lavorativa
del dipendente).
Il dato seguente, che riguarda sempre il periodo considerato dell'ultimo triennio -
così come richiesto -, comprende sia i congedi previsti dalla Legge n. 104 del 1992,
sia quelli previsti dalla Legge n. 53 del 2000: ne hanno usufruito un totale di 1.218
persone, di cui 272 uomini e 946 donne.
Vi elenco con maggiore dettaglio le tipologie (alcuni dati sono espressi in giorni e
altri in ore, perché, come i Consiglieri sanno, questo tipo di permesso può essere
usufruito sia in giorni che in ore): aspettativa per gravi motivi, 8 giorni per gli uomini
e 65 giorni per le donne, per un totale di 73 giornate; permesso dal lavoro ex articolo
33, comma 3 della Legge n. 104 (per figli con un'età superiore ai 3 anni), 79 ore per
gli uomini e 347 ore per le donne, per un totale di 426 ore, e 202 giorni per gli
uomini e 690 giorni per le donne, per un totale di 892 giorni; permesso dal lavoro ex
articolo 33, comma 6 della Legge n. 104, 27 giorni per gli uomini e 111 giorni per le
donne, per un totale di 138 giorni, e 35 ore per gli uomini e 92 ore per le donne, per
un totale di 127 ore. Il totale complessivo dei permessi, tra giorni e ore, ammonta a
1.656, così suddivisi: 351 per gli uomini e 1.305 per le donne.
La questione, come dicevo in premessa, è stata oggetto di dibattito e di discussione
questa estate: il Direttore Generale, attraverso una sua direttiva, aveva posto la
questione, perché, così come ho avuto modo di dire la settimana scorsa rispondendo
ad un'interpellanza, diversamente dal privato, il monte ore e giornate per
l'applicazione di questa normativa è a totale carico del Bilancio del Comune. Infatti,
con questo tipo di normativa, il privato ottiene il risarcimento da parte degli Enti
previdenziali, mentre il pubblico non ha questa opportunità. Sono un peso -
assolutamente giusto e legittimo - sul Bilancio della Città e l'intenzione era di porre
la questione, perché si tratta di somme importanti, che incidono anche sul Patto di
Stabilità. Era solo un modo per evidenziare il problema e, quanto meno, verificare la
possibilità di neutralizzare, ai fini del Patto di Stabilità, quelle somme. Se i
Consiglieri lo ritengono opportuno, posso fornire il quadro dettagliato, perché non so
se sono riuscito a rendere sufficientemente chiara la serie di numeri presente nello
schema.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
La ringrazio per aver preparato questa nota, che è molto utile e che vorrei poter
consultare subito. Ho preso qualche appunto e non mi risulta chiaro il dato relativo
alle 1.218 persone; vorrei sapere di quale tipo di congedo hanno usufruito queste
persone. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È il totale? (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Va bene.
Siccome le Leggi nn. 104 e 53 sono legate sia all'assistenza dei figli disabili che
all'assistenza dei genitori non autosufficienti, nell'interpellanza avevo domandato
che venisse precisata la tipologia per cui sono stati chiesti questi congedi e queste
agevolazioni.
La riflessione che vorrei sottoporvi è questa: capisco che il Direttore Generale abbia
voluto porre il problema perché il Comune non riceve i rimborsi dall'INPS, però non
è stato opportuno inviare messaggi così allarmistici ai dipendenti. Infatti, come si
evince anche da questi dati, si tratta di persone che hanno la necessità di usufruire dei
permessi, che vengono concessi sulla base del rilascio di una certificazione da parte
della Commissione Handicap, dalla quale non è facile ottenerla. Effettivamente, si
tratta di casi per i quali vi è la necessità di congedi e, non a caso, dai dati emerge che
sono prevalentemente le donne che usufruiscono di questi permessi.
Se sarà possibile verificarlo, credo che emergerà che la maggior parte di questi
permessi vengono utilizzati per fornire l'assistenza ai genitori anziani. Infatti, non
bisogna dimenticare un altro aspetto: il Comune non assume più nuovi dipendenti e
l'età dei dipendenti avanza e, verso i 50-55 anni, si presenta il problema di dare
assistenza ai genitori anziani.
A tale proposito, l'Assessore non ha approfondito il terzo punto dell'interpellanza:
ho chiesto se il voler mettere in discussione, in qualche modo, dei diritti sanciti per
legge non sia in contrasto con il fatto che il Comune di Torino abbia promosso la
domiciliarità. La burocrazia per la domiciliarità è un vero e proprio secondo lavoro
per chiunque tenti di intraprendere il percorso di assistenza ad un parente anziano.
Per questo motivo, la necessità di ottenere dei congedi è fisiologica. Infatti, l'accesso
ai Servizi Sociali, per lo svolgimento delle pratiche, avviene in orario lavorativo, cioè
nello stesso orario in cui i dipendenti sono al lavoro. A mio parere, se mettiamo in
discussione la fruizione dei congedi da parte dei dipendenti, andiamo contro la
strategia perseguita dai Servizi Sociali della domiciliarità; le Leggi nn. 104 e 53
dicono esplicitamente che non possono fruire di questi congedi le persone con figli o
genitori ricoverati in strutture. Quindi, servono proprio a garantire l'assistenza
domiciliare.
Dobbiamo interrogarci sulla coerenza di queste direttive nei confronti dei dipendenti
rispetto a ciò che, poi, si vuole fare nei confronti dei cittadini. La semplificazione
delle procedure per la domiciliarità, che ho sempre richiesto, forse sarebbe utile
anche in questa direzione.
Vorrei sapere dall'Assessore come intende agire l'Amministrazione e quali saranno i
passi successivi. Infatti, se vuole intervenire su questi temi, forse è opportuno
approfondire la questione in Commissione; altrimenti, se la vicenda si ferma qui e
non verranno più messe in discussione le Leggi nn. 104 e 53 (e potremo averne la
certezza), ci dichiariamo soddisfatti della risposta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per una breve replica, all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
Vorrei rassicurare i Consiglieri che la direttiva è stata immediatamente ritirata e,
quindi, non viene messo in discussione il diritto dei soggetti che ne hanno titolo ad
usufruire di questi congedi. È evidente che il Servizio Risorse Umane è chiamato a
verificare l'effettiva sussistenza di tali diritti e, a fronte di questi, ritengo che non vi
sia alcun tipo di problema.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Vista la rassicurazione dell'Assessore sul rispetto della normativa, dichiaro discussa
l'interpellanza.
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