Cittą di Torino

Consiglio Comunale

Cittą di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 28 Settembre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 4
INTERPELLANZA 2009-01599
"PARITA' DI DIRITTI PER L'ASSEGNAZIONE DELLE CASE "ATC"" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI COMUNALI SCANDEREBECH E GOFFI IN DATA 25 MARZO 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200901599/002, presentata in
data 25 marzo 2009, avente per oggetto:
"Parità di diritti per l'assegnazione delle case 'ATC'"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Tricarico.

TRICARICO Roberto (Assessore)
L'interpellanza si inserisce nella discussione che abbiamo fatto prima, quando il
Consigliere Ventriglia ha chiesto di intervenire per modificare la Legge Regionale
che disciplina i criteri di accesso e di permanenza degli inquilini nelle case popolari.
Riguardo al problema specifico, questo Consiglio Comunale si è già espresso,
approvando all'unanimità una proposta di ordine del giorno che chiede alla Regione
di sospendere questi provvedimenti di decadenza. Tuttavia, come sapete, un ordine
del giorno non può derogare alla legge, quindi, se non cambia la legge, continueremo
per dovere d'ufficio ad operare in questo modo. Devo, però, assolutamente garantire
sul fatto che non esiste una disparità di trattamento e non esiste, da parte nostra,
alcuna intenzione di privilegiare un inquilino piuttosto che un altro.
Noi eseguiamo, in via ordinaria, controlli di legge per accertare il possesso dei
requisiti di permanenza in capo agli assegnatari delle case popolari (tra questi
controlli, la titolarità di diritti di proprietà o di altri diritti reali su immobili presenti
nel territorio nazionale). Questo è imposto dalla normativa regionale, che prevede
appunto la decadenza dell'assegnazione in caso di titolarità, a prescindere
dall'effettiva disponibilità, di diritti reali su immobili la cui rendita catastale sia
superiore a 3,5 volte la tariffa della categoria A2, classe 1, nel Comune in cui è
ubicato l'immobile.
Gli accertamenti disposti ci consentono di avere un quadro completo della situazione,
riscontrando casi di palese violazione della normativa regionale, con assegnatari che
hanno la disponibilità di alloggi idonei al proprio nucleo siti nel territorio regionale,
ma anche casi di nuclei in situazione di debolezza sociale (perché anziani o disabili)
e anche economica, proprietari di terreni o di porzioni di fabbricati siti in altre
Regioni, dal valore commerciale risibile. Si tratta di assegnatari che, nel caso in cui
fossero estromessi dall'alloggio popolare, non avrebbero né disponibilità abitativa,
né tanto meno mezzi economici per sostenere l'onere di una locazione in alloggio
privato. Di queste persone la Città deve, comunque, continuare a farsi carico,
mettendo in campo risorse diverse dalle case popolari e sostenendo oneri ancora più
gravosi.
Questa situazione è già stata valutata meritevole di attenzione da parte della Giunta
Regionale, perché nel Disegno di Legge n. 313 (che, appunto, è fermo lì in Aula)
viene proposta una modifica che noi accogliamo, perché, come da documento che ho
trasmesso tempo fa alla Regione, chiediamo che la decadenza debba essere fatta
valere salvando particolari categorie sociali, intervenendo, quindi, sul concetto di
disponibilità dell'alloggio, piuttosto che sul concetto di titolarità. L'auspicata entrata
in vigore di questo Testo Unico eviterà alle Amministrazioni Comunali di adottare e,
conseguentemente, di eseguire provvedimenti di decadenza nei confronti di
assegnatari in situazioni di palese debolezza sociale, i quali, in base alle nuove
regole, conserverebbero il diritto ad abitare nell'alloggio.
Non esiste, però, solo il problema di perdere l'alloggio, ma anche il problema
derivante dall'adozione del provvedimento che annuncia la decadenza, perché,
appena la persona riceve il documento che annuncia la decadenza, il canone
raddoppia. Anche in questo caso, però, per intervenire è necessaria una modifica
della Legge Regionale.
Quindi, insistiamo, affinché, prima della fine della legislatura, venga modificata
questa norma. Se l'interpellante lo ritiene opportuno, può eventualmente esortare la
Regione, attraverso un ordine del giorno, a mettere in campo immediatamente questo
tipo di provvedimento.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Mi è sembrato di percepire la volontà estrema dell'Assessore di condividere quanto
scritto nell'interpellanza dell'UDC.
L'interpellanza è stata presentata perché mi è capitato di incontrare alcune persone
alle quali è stata sottratta la casa popolare, in quanto avevano ereditato un terreno
agricolo (quindi, senza un'abitazione, senza un trullo, nulla). Anzi, chiarisco: non
hanno più avuto il diritto al rinnovo della casa popolare a Torino.
È vero, c'era anche un piccolo trullo, ma non era vivibile, perché, come sappiamo,
certe volte, i trulli pugliesi non sono vivibili, soprattutto quelli antichi. Quindi, il
fatto che questa famiglia si sia trovata in difficoltà e che i Servizi le abbiano risposto
di tornare nel paese dove ha quel terreno e quel trullo - non vivibile - sono aspetti che
possono creare ancora più disagio diffuso all'interno della nostra società.
Personalmente, mi sembra che ci sia un po' di disparità tra chi ha un terreno
all'interno dell'Italia e chi ha un terreno all'estero, perché, se queste persone
avessero ereditato un terreno all'estero, avrebbero continuato ad avere diritto alla
casa popolare a Torino.
Mi chiedo, quindi, in che modo noi, come Comune, e lei, come Assessore, potremmo
intervenire affinché questa legge cambi, perché, purtroppo, queste disparità esistono.
Se queste vicende non sono molto note, allora, cerchiamo di indagare, perché accade
più spesso di quanto pensiamo (infatti, ho ricevuto più di una telefonata riguardo a
questo problema).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Tricarico, per una replica.

TRICARICO Roberto (Assessore)
Innanzitutto, confermo che il mio Ufficio non ha sgomberato alcuna persona che vive
in una casa popolare, pur non avendo più i requisiti per occuparla, in quanto titolare
di un diritto di proprietà o reale su un immobile collocato fuori dalla nostra Regione.
Questo è certo, perché mi sono assunto la responsabilità, che si potrebbe anche
configurare in maniera grave (perché non sto applicando una legge), di oppormi
fisicamente con la mia forza per l'esecuzione di un provvedimento che ritengo
ingiusto.
C'è, però, bisogno assoluto che su questa materia intervenga la Regione Piemonte;
quindi, non è compito mio. Condivido quanto è stato detto, però devo dire che non è
vero che non si persegue chi ha un diritto reale o un titolo di proprietà fuori
dall'Italia; certamente, però, è più difficile accertarlo.
Quindi, ripeto con forza che, siccome esiste un Consiglio Regionale che sta
lavorando da cinque anni e che vede impegnati alcuni Consiglieri al punto che
percepiscono delle indennità assolutamente all'altezza del lavoro che svolgono, c'è
bisogno che questa Legge Regionale venga assolutamente modificata, e mi pare che
su alcuni punti ci sia il consenso largo. Mi stupisce che la dialettica tra opposizione e
maggioranza non sblocchi questa Legge Regionale che, invece, è urgente, se
veramente la politica vuole risolvere i problemi delle persone più in difficoltà.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)