Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc. 200905776/038, presentata dalla Giunta Comunale in data 15 settembre 2009, avente per oggetto: "Legge Regionale n. 20 del 14 luglio 2009. Snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica. Disposizioni ai sensi dell'art. 6 in ordine all'applicazione della Legge" della proposta di mozione n. mecc. 200906028/002, presentata dal Consigliere Ferraris in data 23 settembre 2009, avente per oggetto: (Mozione n. 49/2009) "Accompagnamento alla deliberazione mecc. n. 200905776/038 'Legge Regionale n. 20 del 14 luglio 2009. Snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica'. Disposizioni ai sensi dell'art. 6 in ordine all'applicazione della Legge" e della proposta di mozione n. mecc. 200906045/002, presentata dai Consiglieri Cantore, Tronzano e Ravello in data 24 settembre 2009, avente per oggetto: (Mozione n. 50/2009) "Accompagnamento alla deliberazione mecc. n. 200905776/038 'Legge Regionale n. 20 del 14 luglio 2009. Snellimento delle procedure in materia di edilizia e urbanistica'. Disposizioni ai sensi dell'art. 6 in ordine all'applicazione della Legge". CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Sono stati presentati degli emendamenti e due mozioni di accompagnamento, una a firma del Consigliere Ferraris, l'altra presentata dai Consiglieri Cantore, Tronzano e Ravello. La discussione della deliberazione e delle mozioni è congiunta. La parola all'Assessore Viano, per l'illustrazione. VIANO Mario (Assessore) L'atto deliberativo è quello previsto in capo alle Amministrazioni Comunali, ai fini della introduzione di ulteriori eventuali limitazioni, parziali o totali, all'applicazione delle deroghe previste dalla Legge Regionale 20. In senso proprio, la Legge Regionale opera attraverso l'introduzione di una serie di deroghe, applicabili in prevalenza rispetto alle norme dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi, su tutto il territorio regionale. Abbiamo avuto modo di fornire un'illustrazione della proposta di deliberazione in fase preliminare all'assunzione del provvedimento di Giunta, abbiamo assunto il provvedimento, l'abbiamo trasmesso a tutte le categorie economiche e professionali, infine, ne abbiamo fatto, ritengo, una discussione ampia e proficua in Commissione, in chiusura del rapporto. Purtroppo, tutto ciò è dovuto avvenire in tempi ristretti per via della scadenza del 29 settembre, entro la quale i Comuni possono introdurre ulteriori limitazioni rispetto alle deroghe generalizzate della Legge Regionale. L'orientamento assunto dall'atto di Giunta fin dalla sua illustrazione preliminare è stato quello del rispetto istituzionale, ovvero assumere l'atto dell'Amministrazione Regionale come un atto da applicare su tutto il territorio regionale, salvo ragioni specifiche e legate alla particolare natura del territorio, piuttosto che dell'edificato, che giustificassero precisazioni, messe a punto, ma, nella sostanza, rispettassero l'indirizzo e l'intento perseguito attraverso la Legge Regionale. Adesso non riprendo, ovviamente, tutte le motivazioni e le vicende che hanno condotto a questa Legge Regionale, però dal nostro punto di vista i Comuni devono applicare questa Legge, salvo calibrare in modo puntuale la normativa in base alle particolarità del territorio e del costruito comunale. Sintetizzo molto rapidamente l'atteggiamento tenuto sulle tre o quattro partite fondamentali. Abbiamo operato sulle aree a rischio idrogeologico: di esondabilità per la pianura, o di franosità per la collina. Per quanto riguarda queste aree, in osservanza di quanto previsto dalla stessa Legge e in pieno accoglimento del disposto dell'atto di approvazione della Variante 100 (ricorderete la Variante, cosiddetta idrogeologica, di adeguamento del Piano Regolatore al Piano per l'Assetto Idrogeologico), abbiamo semplicemente ribadito che si applicano (in quanto naturalmente si riconoscono le condizioni previste dagli articoli 3 e 4 della Legge Regionale) questi articoli della Legge Regionale con le limitazioni espressamente previste dall'atto di pianificazione idrogeologica, perché in questo senso recitano la Legge Regionale e l'atto approvativo della Variante 100. Per quanto riguarda le aree di valenza storico-documentaria, naturalmente, va da sé che abbiamo recepito le limitazioni già previste dalla Legge Regionale. Abbiamo introdotto due ordini di limitazioni ulteriori. La prima si riferisce alla fascia costruita a levante del Po in pedecollina e in collina, nella quale, come richiama la deliberazione, dall'inizio del secolo vi è una limitazione sull'altezza massima ammessa, che abbiamo inteso confermare proprio per ragioni di coerenza e omogeneità con uno sviluppo dell'insediamento che, rispettoso di questa regola, mostra una sua sostanziale coerenza che è bene salvaguardare. Quindi sono applicabili le norme dell'articolo 3 e 4, con la limitazione dell'altezza massima in questa fascia a levante del Po. Inoltre, il secondo ordine di limitazioni riguarda le zone urbane storico-ambientali, che sono, sostanzialmente, rappresentate nel territorio della città di Torino dalle espansioni ottocentesche della città, dai quartieri di barriera, oltre che dalle espansioni esterne ai viali urbani della ricostruzione napoleonica dopo la demolizione delle mura, a cavallo tra fine Settecento e Ottocento. Le parti storiche di questi ampliamenti ottocenteschi hanno, per un verso, la limitazione ordinaria prevista dal Piano Regolatore per gli edifici caratterizzanti (questo vale tanto per gli edifici interni che per quelli esterni alle zone urbane storico-ambientali); in più, il Piano Regolatore ha introdotto una serie di limitazioni per quanto riguarda le altezze e tutta una serie di parametri costruttivi edilizi. Abbiamo inteso riaffermare questi parametri per quanto riguarda queste zone. Quindi l'applicazione degli articoli 3 e 4 sono possibili, a condizione che siano comunque rispettati i parametri fissati dal Piano Regolatore con uno specifico allegato, l'Allegato A. Si è discussa la questione dei pilotis, su cui abbiamo introdotto una limitazione di applicazione, che è parsa comunque condivisibile. Ritengo che saranno oggetto dell'illustrazione di una parte significativa degli emendamenti presentati, da un lato, la questione della generalizzata applicazione dell'articolo 3, anche a prescindere dal fatto che il costruito ricada entro aree destinate a servizi, che è un po' una tesi ricorrente in una serie di emendamenti; dall'altro, invece, la tesi opposta, nel senso che muove nella direzione di introdurre maggiori limitazioni, ovvero quella di non consentire comunque la deroga, prevista dalla Legge Regionale, di elevare di un piano, rispetto ai limiti fissati dal Piano Regolatore. Per quanto riguarda la prima, ritengo, nella sostanza, di dover rigettare la proposta, in quanto sostanzialmente contraddice la finalità del Piano Regolatore, dove limita l'obiettivo di salvaguardia e gli interventi sugli edifici che ricadono entro le aree per servizi alla pura manutenzione straordinaria. In questo senso, mi pare che sarebbe contraddittorio con tutta l'impostazione del Piano consentire incrementi, per quanto non particolarmente significativi, ma che contraddicono l'obiettivo di acquisire quelle aree da parte dell'Amministrazione, in modo da renderle fruibili per le destinazioni viabili o a servizi che sono previste. Per quanto riguarda, invece, la limitazione all'altezza, al numero dei piani, al piano ancora realizzabile in deroga alle norme ordinarie degli strumenti urbanistici previste dalla Legge Regionale, ci è parso che, con tutta franchezza, nell'atto del Consiglio che dovrete andare ad assumere questo avrebbe avuto il significato di svuotare l'intenzione della Legge Regionale. In questo senso, quindi, non si sarebbe collocato entro l'alveo dell'atteggiamento generale che ho detto all'inizio, ovvero quello di applicare la Legge, salvo limitazioni puntuali da introdurre con riferimento a specificità locali, o comunque territoriali o dell'urbanizzato, ma senza negare nella sua sostanza le finalità della Legge Regionale. In questo senso, quindi, anche per quanto riguarda quest'ultimo tipo di emendamento, proporrò di non accoglierlo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ferraris. FERRARIS Giovanni Maria Innanzitutto, abbiamo potuto dibattere questo provvedimento anche in relazione al tempo che ci è stato dato, non per scelte di Giunta, ma di Consiglio: due mesi di assenza del dibattito politico, evidentemente, portano a dover stringere i tempi e questo non è un bene. Invito, quindi, il Presidente a tutelare maggiormente il dibattito politico. La questione, invece, nel merito è legata a evidenti contraddizioni non della Legge Regionale, con quanto da lei espresso, ma rispetto alle esigenze del territorio, soprattutto laddove viene dato un vincolo, forse esagerato, agli interessi storico- ambientali, per cui i gruppi di appartenenza numerati da 1 a 5, a mio avviso, appaiono esasperanti. Come già detto in Commissione, se venisse eliminato questo vincolo, si darebbe l'opportunità di un'apertura dell'economia, non solo rispetto alla capienza e alla vivibilità di un immobile, ma soprattutto rispetto alle scarse possibilità che l'economia oggi offre in alternativa. Allora, è evidente che dovremmo cercare di cogliere quelle poche possibilità. Questo vale per tutto il resto della città, non viene vincolato su queste parti e secondo me è troppo restrittivo; così come invito (come da scelta della Giunta: la accolgo, anche se non ne sono particolarmente soddisfatto) a valutare, nei prossimi progetti che verranno presentati, la fattibilità architettonica di una vivibilità, di un'edificazione in un piano pilotis, quindi del suo aumento di cubatura, sulla quale alcune associazioni di categoria hanno evidenziato qualche perplessità. Per carità, possono andare bene le famose case di custodi, che si facevano al pianoterra, e altri servizi; secondo me, andrebbero molto bene i servizi e gli uffici, però la Legge Regionale non li contempla. È evidente che un'ipotesi di Variante ad hoc sui servizi, come prospettato sulle ATS, potrebbe anche far rientrare nella fattispecie questi ampliamenti nei pilotis e, secondo me, si darebbe un servizio alla città, perché in un ufficio a piano terra ci può anche stare un'abitazione. Lo vedo anche storpiante e difficile da far coniugare nel contesto armonico di una residenzialità privata, che allo stato attuale non offre questa possibilità. Il pilotis nasce con uno spirito; oggi, vederlo variato forse rischia di creare più storpiature che altro. Ma, al di là di questo, possiamo anche accordarlo con l'Assessore, se c'è qualche possibilità di apertura. Ben venga, sul discorso ATS, che ci sia questa finestra che l'Assessore aveva già ventilato in Commissione e io mi farò parte promotrice. Infine, sul discorso delle aree pedecollinari in riva al fiume e collinari, mi sono permesso, proprio per mettere in evidenza quanto l'Assessore ha voluto cogliere appieno (e, secondo me, se non lo faceva, era meglio), di dire: prendiamo tutto quanto è incluso nella Variante 100. Prima il dibattito era andato in contrasto con le sottoclassi 3B) e 3C); oggi le ha tolte e dice: "No, prendiamo tutto l'insieme della circolare e della Variante idrogeologica". A mio avviso, anche lì c'è una storpiatura, evidenziata anche dai tecnici in sede di Commissione, ma che già lamentavo nella Variante 100, dovuta ad un'eccessiva rigidità delle analisi idrogeologiche, fatte dai tecnici a macchia di leopardo, ma che, alla fine, hanno praticamente conglobato a un limite di edificabilità tutte le fasce collinari e residenziali con preesistenze edilizie, permettendo però, paradossalmente, alcuni specifici interventi, ad esempio, le autorimesse interrate. Questo mi sembra un po' in contrasto con lo spirito di salvaguardare; se salvaguardo, tutelo con un parametro idrogeologico, ma se posso farlo su un'autorimessa interrata, non vedo quale sia il motivo per non farlo su un'estensione del 20% di un'abitazione, mono e bifamiliare. Così come non vedo quale sia (qui non c'è scritto, ma la natura della Variante 100 lo ribadisce) la possibilità di frazionare un immobile da 1000 mq in dieci alloggi da 100 mq. Oggi non è possibile, perché il modesto carico antropico, che in Viale Thovez non è stato contemplato, lì sarebbe contemplato come aumento. Allora, è evidente che c'è qualche cosa che non funziona. Non permettiamo uno sviluppo armonico ed anche una salvaguardia del bene patrimoniale, di proprietà tendenzialmente privata, ma che potrebbe essere anche pubblica, anche se, nel pubblico, il pubblico interesse va a sanare. Questa è un'altra storpiatura. Quindi, cercherei di andare laddove l'Assessore, determinando questo provvedimento, non ha voluto accettare le istanze emerse in Commissione e andare oltre, chiedendo (contestualmente al voto che noi, benché sia emersa qualche criticità, per dovere accorderemo) che ci sia anche l'impegno di sostenere la mozione di accompagnamento; in seguito toccherà a lei, Assessore, portare avanti l'istanza della mozione. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Non entrerò troppo nelle questioni tecniche, anche perché ne abbiamo già discusso. Lei sicuramente è più ferrato del sottoscritto: oltre 200 Varianti di Piano Regolatore hanno fatto sì che lei diventasse più bravo di un urbanista provetto. Quindi, non mi metto sicuramente a cercare di dibattere con lei sullo stesso piano, perché ne uscirei sconfitto. Intervengo, invece, politicamente e faccio una constatazione. Complimenti! Tra la Regione Piemonte e il Comune di Torino siete riusciti ad affossare il Piano Casa! L'avete fatto, ritengo (e il resto, sono scuse), per una questione di base politica. Questo Piano Casa arriva da un Governo con cui voi (parlo di "voi" come maggioranza in questo Comune) cercate di combattere in tutte le maniere, non capendo che non combattete contro questa maggioranza, ma contro i cittadini comuni. "Il Piano Casa, con le finalità - questo lo scrivete voi, giustamente - di sostenere il rilancio dell'economia attraverso gli interventi edilizi, favorendo la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente dal punto di vista della qualità architettonica e dell'efficienza energetica, nonché migliorando la sicurezza delle strutture e l'accessibilità degli edifici...". Un Piano Casa che doveva fare da volano per un rilancio, seppur parziale, della nostra economia. E lo dico con amarezza, perché la Legge uscita dalla Regione Piemonte, e che avete contribuito a rendere più pesante e di difficile applicazione, era ed è la Legge più restrittiva di tutta la Padania, di tutto il Nord Italia. Noi siamo della Padania, di tutta la Padania. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Gliela insegno poi bene, Signor Sindaco, che cos'è, tanto oramai andiamo avanti così! Detto ciò, è la più restrittiva nel momento in cui il nord-ovest e il Piemonte, in particolare, è la zona della Padania, del nord Italia che, invece, è più in difficoltà dal punto di vista economico. State impedendo la partenza di questo volano. È chiaro che non poteva rappresentare un ribaltamento della situazione economica, ma lei sa benissimo, Assessore (e voi dovete sapere, cari Consiglieri), che questo Piano Casa, se applicato nell'ottica da cui era partito a livello governativo, faceva sì che ci sarebbero state decine, centinaia, migliaia di interventi, di piccoli interventi nel territorio nel Comune di Torino (cosa che, purtroppo, non avverrà), che avrebbero fatto muovere la nostra economia. Certo, non muoveva l'economia dei grossi gruppi, come il Sanpaolo o la FIAT! Muoveva l'economia dei Pautasso, dei tanti impresariotti, anche romeni, che lavorano nel nostro territorio. Muoveva tutto quel tanto di bel lavoro che c'è ancora, nonostante quello che gli state facendo per ucciderlo. Ce ne sono tanti e si sarebbero mossi; ci sarebbero stati tantissimi interventi e non mi venite a dire che erano interventi che avrebbero cementificato la collina, o cementificato ulteriormente Torino. Torino l'avete cementificata voi negli ultimi dieci anni, con milioni di metri cubi che sono stati fatti nelle varie Spine, non sempre o quasi mai bene. Vi concedo ancora "non sempre" o "quasi mai bene". Non ci sarebbe stata nessuna cementificazione selvaggia, ma solo, come dicevo prima, un susseguirsi di piccoli interventi, che riguardavano, tra l'altro, cosa? Chi? Riguardavano il cittadino, l'impiegato, l'operaio che si è fatto la casa con sacrifici e che, magari, aveva bisogno della stanza in più per i figli, magari, aveva bisogno della stanza in più per il genitore che deve vivere con lui. Caro Assessore, con questa approvazione, voi state affossando questo principio. Tra l'altro, ho presentato degli emendamenti (ne parleremo dopo), ma voglio entrare un attimo nel merito di questi emendamenti, anche se tecnicamente. Abbiamo una Variante 100, lo abbiamo già detto in Commissione, lo ribadisco, però su questo dovremo discutere, quantomeno prossimamente. L'ha già accennato il Consigliere Ferraris: bisognerà discuterne. Abbiamo una Variante 100, e non entro nel suo merito. C'è e permette in diverse zone del territorio cittadino edificazioni anche molto rilevanti. Lei lo sa benissimo; per esempio nella 3B3) mi permettono di fare garage interrati, vani tecnici, eseguendo anche sbancamenti notevolmente più impattanti e importanti di un qualsiasi aumento che mi permetterebbe il Piano Casa. Questo non si può, però, fare. È chiaro che il Comune di Torino non è tutto il Piemonte, ma il Comune di Torino è la capitale del Piemonte: dovreste fare da guida per questa regione. Mi sarei aspettato che interveniste in sede di discussione, in sede di preparazione di questa Legge in Consiglio Regionale, per dire queste cose. Il fatto che non l'abbiate fatto non fa che convincermi sempre di più che non volevate intervenire in questo modo: volevate che il Piano Casa non venisse applicato qui! Temo di sapere come finirà questa votazione, perché se non viene mal di pancia a nessuno, magari la vostra potente macchina da guerra composta da 37/38 Consiglieri su 50, forse riuscirà a raccogliere 27/28 voti a favore. Quindi approverete questa deliberazione, dalla quale mi sarei aspettato che almeno toglieste quel passaggio che ho letto prima, a proposito del rilancio, perché a questo punto non è più vero, caro Assessore! Sono d'accordo, tra l'altro, con le mozioni di accompagnamento che sono state presentate. Sono d'accordo, perché ritengo che quantomeno si debba andare a discutere su questo. Auspico che lei voglia farsi carico di onori e oneri (come dovrebbe anche essere), che si faccia carico di provare a partire con una discussione di questo genere e che faccia sì che vengano evitate le storpiature che in tanti ritengono (non solo io, perché sarebbe minimale fossi solo io), vi siano in questa Variante 100. Finisco con una battuta: che non accada però, come ho già detto in Commissione, che poi la Variante 100 sia modificata in senso ancora più riduttivo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ventriglia. VENTRIGLIA Ferdinando Prima, quando parlava il Consigliere Ferraris, mi ero riproposto di sorvegliare il quadrante del mio orologio e vedere se entro i 60 minuti avrebbe dichiarato se votava contro, coerentemente con la sua dichiarazione di apertura al provvedimento, e, invece, poi si è pronunciato favorevolmente. Quindi, il Consigliere Ferraris, che ha un bel cognome latino professionale, d'ora in poi lo chiameremo il Collega Militibus; non lo chiamiamo Servis, solo perché suona troppo sardo e, poi, il Consigliere Cugusi potrebbe offendersi! Non posso fare un intervento tecnico perché sono, com'è noto, un assoluto incompetente in questo campo, mentre qui c'è uno scontro di titani tra professionisti del settore, anche quelli che per ragion di stato devono poi fare la fatica di andare a fare una via crucis nelle zone pedecollinari a spiegare ai loro amici, ai loro elettori (e, talvolta, anche clienti) come mai abbiano dovuto votare un provvedimento del genere. Vorrei, però, fare solo un'osservazione singola di carattere politico, perché l'apertura dell'Assessore è stata di carattere politico. L'Assessore dice: "Al di là del nostro orientamento - che, comunque, si è inteso qual è -, c'è anche un tema di coerenza e di non eccezionalità rispetto allo spirito e all'indirizzo generale della norma regionale". Ed è questo che francamente ci stupisce un po', specie nel contesto del dibattito politico cittadino e regionale, di cui le cronache rendono conto in questi giorni. Se mi avessero detto di scommettere, mi sarei trovato in difficoltà, perché non avrei escluso in partenza uno scatto di lungimiranza e di autonomia da parte di questa Amministrazione, anche perché presumo che l'Assessore, date le implicazioni politiche, si sarà a lungo confrontato su questo con la maggioranza e con il Sindaco. Allora, capita che, ogni tanto, il Sindaco faccia qualche uscita un po' fuori dal campo, e non c'è niente di male: sono temi che lanciano un dibattito. Anche l'ex segretario del mio Partito, per esempio, ama lanciare spunti un po' fuori dal suo terreno tradizionale. Allora, quando leggiamo la posizione che ritengo coraggiosa, lungimirante e onesta del Sindaco, in veste di rappresentante ANCI, sulla proposta di privatizzazione delle utilities, certamente questo non è un tema nell'ortodossia di una sinistra che, invece, è la stessa che, sembra, sta un po' all'origine delle impostazioni che ha dato la Regione Piemonte sul Regolamento e alle quali non abbiamo soltanto voluto adeguarci, ma anche aggiungere una parte nostra. (INTERVENTO FUORI MICROFONO) Ecco, istituzionali. Ma sono politiche, perché l'Assessore in maniera leggera, devo dire la verità, ha un po' fatto il cantastorie, nel senso che ha provato a spaventare i bambini facendo aleggiare queste masse di cubature che atterravano sulla zona collinare e pedecollinare: un carico antropico da mobilitare i malthusiani! In realtà, se vogliamo andare a cercare dove abbiano più inciso le trasformazioni in questa Città, con i provvedimenti di questa Amministrazione, sono dove lo diceva già il Consigliere Carossa, cioè sono le conigliere di appartamenti e di alloggi costruite sulle Spine e sulle Aree di Trasformazione. Quindi, non essendo un tecnico, questo adeguarsi, o addirittura questo rilancio da parte dell'Amministrazione Comunale sull'impostazione della Bresso, mi ha negativamente sorpreso. Ma è prevalente la sensazione della sorpresa, che non quella della spiacevolezza. Non tanto per l'economia in sé, sappiamo che il Sindaco non ha la stessa visione di un geometra di collina o di precollina (parlo male della mia coalizione, non mi permetto di riferirmi ai Colleghi, insomma siamo un po' tra noi, e quindi possiamo anche un po' scherzosamente prenderci in giro). Il Sindaco è un macroeconomista, non è un geometra che si preoccupa dei guai dei piccoli proprietari di casa, che sono i grandi cementificatori che popolano la collina e la precollina torinese! Mi stupisce proprio questo aspetto ideologico e sarebbe anche bello sentire una parola del Sindaco su questo. Magari ha fatto un errore e ci vuole tornare sopra, anche perché, signor Sindaco, tanto lei la gara ideologica con la Bresso non la vince! (INTERVENTO FUORI MICROFONO) Appunto. Quindi, faccia che arrendersi prima! Non provi questi inseguimenti, non la vince! Però questa cosa mi sembrava un po' un timido tentativo venato d'incertezza e un colpo di coda, come dire: "Ci proviamo anche noi, in fin dei conti Torino ha avuto anche gli Anni Settanta!". CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Volevo solo ricordare che il primo Consigliere di ogni Gruppo può intervenire fino a 10 minuti, gli altri fino a 5 minuti. La parola al Consigliere Tronzano. TRONZANO Andrea Effettivamente, Assessore, quello che ci stupisce - come diceva il Consigliere Ventriglia - è la sua posizione abbastanza ideologica su questa deliberazione, perché lei è, a mio giudizio (e ne do atto pubblicamente), il miglior Assessore della Giunta del Sindaco Chiamparino, perché è sempre equilibrato, moderato, spiega tutte le cose in maniera dettagliata, sicuramente dà ampio spazio alle capacità dei singoli, quindi dà opportunità alla Città. Poi, con le sue metodiche, giuste o sbagliate, comprensibili o no, avallabili oppure no, però, ha un suo indirizzo e una sua idea. In questo caso, credo che l'approvazione di questa deliberazione ponga un piccolo vulnus all'interno del suo percorso politico, perché, oggettivamente, limita ancora di più quanto già restringe la Legge Regionale, rispetto anche alle altre Regioni limitrofe, quindi la Liguria, la Lombardia e la Val d'Aosta al tempo stesso. Quindi, in questo senso, mi permetto di dire, magari enfaticamente, che la burocrazia si autoalimenta. È la nostra preoccupazione riguardo a questa deliberazione: le cose di buon senso date per scontate (come spesso fa nella maggior parte delle sue deliberazioni, dà, e quindi consente sviluppo a questa città dal suo punto di vista urbanistico) credo che in questo caso siano un po' frenate e consentano alla burocrazia di prendere piede dove, in realtà, non dovrebbe farlo. Per questo motivo, abbiamo presentato alcuni emendamenti, che speriamo verranno accolti dall'Assessore; credo li abbia letti, vista la sua competenza ed attenzione su questi temi, ma vorrei sottolineare che in alcuni punti chiediamo, nelle aree dove si possono realizzare degli ampliamenti per case uni o bifamiliari, di lasciare questa possibilità ai singoli, senza ulteriori restrizioni. Inoltre, abbiamo presentato una mozione di accompagnamento che chiede - visto quanto diceva il Consigliere Carossa riguardo alla possibilità di prevedere parcheggi e autorimesse pertinenziali nelle aree 3-B3 in particolare - un provvedimento che vari l'attuale situazione e consenta (naturalmente, non subito, trattandosi di una mozione è un auspicio) di agire in deroga. |