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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 28 Settembre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 20
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2009-05776
"LEGGE REGIONALE N. 20 DEL 14 LUGLIO 2009". SNELLIMENTO DELLE PROCEDURE IN MATERIA DI EDILIZIA E URBANISTICA. DISPOSIZIONI AI SENSI DELL'ART. 6 IN ORDINE ALL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo all'esame congiunto della proposta di deliberazione n. mecc.
200905776/038, presentata dalla Giunta Comunale in data 15 settembre 2009, avente
per oggetto:
"Legge Regionale n. 20 del 14 luglio 2009. Snellimento delle procedure in materia
di edilizia e urbanistica. Disposizioni ai sensi dell'art. 6 in ordine all'applicazione
della Legge"
della proposta di mozione n. mecc. 200906028/002, presentata dal Consigliere
Ferraris in data 23 settembre 2009, avente per oggetto:
(Mozione n. 49/2009) "Accompagnamento alla deliberazione mecc. n.
200905776/038 'Legge Regionale n. 20 del 14 luglio 2009. Snellimento delle
procedure in materia di edilizia e urbanistica'. Disposizioni ai sensi dell'art. 6 in
ordine all'applicazione della Legge"
e della proposta di mozione n. mecc. 200906045/002, presentata dai Consiglieri
Cantore, Tronzano e Ravello in data 24 settembre 2009, avente per oggetto:
(Mozione n. 50/2009) "Accompagnamento alla deliberazione mecc. n.
200905776/038 'Legge Regionale n. 20 del 14 luglio 2009. Snellimento delle
procedure in materia di edilizia e urbanistica'. Disposizioni ai sensi dell'art. 6 in
ordine all'applicazione della Legge".

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Sono stati presentati degli emendamenti e due mozioni di accompagnamento, una a
firma del Consigliere Ferraris, l'altra presentata dai Consiglieri Cantore, Tronzano e
Ravello.
La discussione della deliberazione e delle mozioni è congiunta.
La parola all'Assessore Viano, per l'illustrazione.

VIANO Mario (Assessore)
L'atto deliberativo è quello previsto in capo alle Amministrazioni Comunali, ai fini
della introduzione di ulteriori eventuali limitazioni, parziali o totali, all'applicazione
delle deroghe previste dalla Legge Regionale 20. In senso proprio, la Legge
Regionale opera attraverso l'introduzione di una serie di deroghe, applicabili in
prevalenza rispetto alle norme dei piani regolatori e dei regolamenti edilizi, su tutto il
territorio regionale.
Abbiamo avuto modo di fornire un'illustrazione della proposta di deliberazione in
fase preliminare all'assunzione del provvedimento di Giunta, abbiamo assunto il
provvedimento, l'abbiamo trasmesso a tutte le categorie economiche e professionali,
infine, ne abbiamo fatto, ritengo, una discussione ampia e proficua in Commissione,
in chiusura del rapporto.
Purtroppo, tutto ciò è dovuto avvenire in tempi ristretti per via della scadenza del 29
settembre, entro la quale i Comuni possono introdurre ulteriori limitazioni rispetto
alle deroghe generalizzate della Legge Regionale.
L'orientamento assunto dall'atto di Giunta fin dalla sua illustrazione preliminare è
stato quello del rispetto istituzionale, ovvero assumere l'atto dell'Amministrazione
Regionale come un atto da applicare su tutto il territorio regionale, salvo ragioni
specifiche e legate alla particolare natura del territorio, piuttosto che dell'edificato,
che giustificassero precisazioni, messe a punto, ma, nella sostanza, rispettassero
l'indirizzo e l'intento perseguito attraverso la Legge Regionale.
Adesso non riprendo, ovviamente, tutte le motivazioni e le vicende che hanno
condotto a questa Legge Regionale, però dal nostro punto di vista i Comuni devono
applicare questa Legge, salvo calibrare in modo puntuale la normativa in base alle
particolarità del territorio e del costruito comunale.
Sintetizzo molto rapidamente l'atteggiamento tenuto sulle tre o quattro partite
fondamentali. Abbiamo operato sulle aree a rischio idrogeologico: di esondabilità per
la pianura, o di franosità per la collina. Per quanto riguarda queste aree, in osservanza
di quanto previsto dalla stessa Legge e in pieno accoglimento del disposto dell'atto di
approvazione della Variante 100 (ricorderete la Variante, cosiddetta idrogeologica, di
adeguamento del Piano Regolatore al Piano per l'Assetto Idrogeologico), abbiamo
semplicemente ribadito che si applicano (in quanto naturalmente si riconoscono le
condizioni previste dagli articoli 3 e 4 della Legge Regionale) questi articoli della
Legge Regionale con le limitazioni espressamente previste dall'atto di pianificazione
idrogeologica, perché in questo senso recitano la Legge Regionale e l'atto
approvativo della Variante 100.
Per quanto riguarda le aree di valenza storico-documentaria, naturalmente, va da sé
che abbiamo recepito le limitazioni già previste dalla Legge Regionale. Abbiamo
introdotto due ordini di limitazioni ulteriori. La prima si riferisce alla fascia costruita
a levante del Po in pedecollina e in collina, nella quale, come richiama la
deliberazione, dall'inizio del secolo vi è una limitazione sull'altezza massima
ammessa, che abbiamo inteso confermare proprio per ragioni di coerenza e
omogeneità con uno sviluppo dell'insediamento che, rispettoso di questa regola,
mostra una sua sostanziale coerenza che è bene salvaguardare. Quindi sono
applicabili le norme dell'articolo 3 e 4, con la limitazione dell'altezza massima in
questa fascia a levante del Po.
Inoltre, il secondo ordine di limitazioni riguarda le zone urbane storico-ambientali,
che sono, sostanzialmente, rappresentate nel territorio della città di Torino dalle
espansioni ottocentesche della città, dai quartieri di barriera, oltre che dalle
espansioni esterne ai viali urbani della ricostruzione napoleonica dopo la
demolizione delle mura, a cavallo tra fine Settecento e Ottocento. Le parti storiche di
questi ampliamenti ottocenteschi hanno, per un verso, la limitazione ordinaria
prevista dal Piano Regolatore per gli edifici caratterizzanti (questo vale tanto per gli
edifici interni che per quelli esterni alle zone urbane storico-ambientali); in più, il
Piano Regolatore ha introdotto una serie di limitazioni per quanto riguarda le altezze
e tutta una serie di parametri costruttivi edilizi. Abbiamo inteso riaffermare questi
parametri per quanto riguarda queste zone.
Quindi l'applicazione degli articoli 3 e 4 sono possibili, a condizione che siano
comunque rispettati i parametri fissati dal Piano Regolatore con uno specifico
allegato, l'Allegato A.
Si è discussa la questione dei pilotis, su cui abbiamo introdotto una limitazione di
applicazione, che è parsa comunque condivisibile.
Ritengo che saranno oggetto dell'illustrazione di una parte significativa degli
emendamenti presentati, da un lato, la questione della generalizzata applicazione
dell'articolo 3, anche a prescindere dal fatto che il costruito ricada entro aree
destinate a servizi, che è un po' una tesi ricorrente in una serie di emendamenti;
dall'altro, invece, la tesi opposta, nel senso che muove nella direzione di introdurre
maggiori limitazioni, ovvero quella di non consentire comunque la deroga, prevista
dalla Legge Regionale, di elevare di un piano, rispetto ai limiti fissati dal Piano
Regolatore.
Per quanto riguarda la prima, ritengo, nella sostanza, di dover rigettare la proposta, in
quanto sostanzialmente contraddice la finalità del Piano Regolatore, dove limita
l'obiettivo di salvaguardia e gli interventi sugli edifici che ricadono entro le aree per
servizi alla pura manutenzione straordinaria.
In questo senso, mi pare che sarebbe contraddittorio con tutta l'impostazione del
Piano consentire incrementi, per quanto non particolarmente significativi, ma che
contraddicono l'obiettivo di acquisire quelle aree da parte dell'Amministrazione, in
modo da renderle fruibili per le destinazioni viabili o a servizi che sono previste.
Per quanto riguarda, invece, la limitazione all'altezza, al numero dei piani, al piano
ancora realizzabile in deroga alle norme ordinarie degli strumenti urbanistici previste
dalla Legge Regionale, ci è parso che, con tutta franchezza, nell'atto del Consiglio
che dovrete andare ad assumere questo avrebbe avuto il significato di svuotare
l'intenzione della Legge Regionale. In questo senso, quindi, non si sarebbe collocato
entro l'alveo dell'atteggiamento generale che ho detto all'inizio, ovvero quello di
applicare la Legge, salvo limitazioni puntuali da introdurre con riferimento a
specificità locali, o comunque territoriali o dell'urbanizzato, ma senza negare nella
sua sostanza le finalità della Legge Regionale.
In questo senso, quindi, anche per quanto riguarda quest'ultimo tipo di
emendamento, proporrò di non accoglierlo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ferraris.

FERRARIS Giovanni Maria
Innanzitutto, abbiamo potuto dibattere questo provvedimento anche in relazione al
tempo che ci è stato dato, non per scelte di Giunta, ma di Consiglio: due mesi di
assenza del dibattito politico, evidentemente, portano a dover stringere i tempi e
questo non è un bene. Invito, quindi, il Presidente a tutelare maggiormente il dibattito
politico.
La questione, invece, nel merito è legata a evidenti contraddizioni non della Legge
Regionale, con quanto da lei espresso, ma rispetto alle esigenze del territorio,
soprattutto laddove viene dato un vincolo, forse esagerato, agli interessi storico-
ambientali, per cui i gruppi di appartenenza numerati da 1 a 5, a mio avviso,
appaiono esasperanti. Come già detto in Commissione, se venisse eliminato questo
vincolo, si darebbe l'opportunità di un'apertura dell'economia, non solo rispetto alla
capienza e alla vivibilità di un immobile, ma soprattutto rispetto alle scarse
possibilità che l'economia oggi offre in alternativa.
Allora, è evidente che dovremmo cercare di cogliere quelle poche possibilità. Questo
vale per tutto il resto della città, non viene vincolato su queste parti e secondo me è
troppo restrittivo; così come invito (come da scelta della Giunta: la accolgo, anche se
non ne sono particolarmente soddisfatto) a valutare, nei prossimi progetti che
verranno presentati, la fattibilità architettonica di una vivibilità, di un'edificazione in
un piano pilotis, quindi del suo aumento di cubatura, sulla quale alcune associazioni
di categoria hanno evidenziato qualche perplessità.
Per carità, possono andare bene le famose case di custodi, che si facevano al
pianoterra, e altri servizi; secondo me, andrebbero molto bene i servizi e gli uffici,
però la Legge Regionale non li contempla.
È evidente che un'ipotesi di Variante ad hoc sui servizi, come prospettato sulle ATS,
potrebbe anche far rientrare nella fattispecie questi ampliamenti nei pilotis e, secondo
me, si darebbe un servizio alla città, perché in un ufficio a piano terra ci può anche
stare un'abitazione.
Lo vedo anche storpiante e difficile da far coniugare nel contesto armonico di una
residenzialità privata, che allo stato attuale non offre questa possibilità. Il pilotis
nasce con uno spirito; oggi, vederlo variato forse rischia di creare più storpiature che
altro. Ma, al di là di questo, possiamo anche accordarlo con l'Assessore, se c'è
qualche possibilità di apertura. Ben venga, sul discorso ATS, che ci sia questa
finestra che l'Assessore aveva già ventilato in Commissione e io mi farò parte
promotrice.
Infine, sul discorso delle aree pedecollinari in riva al fiume e collinari, mi sono
permesso, proprio per mettere in evidenza quanto l'Assessore ha voluto cogliere
appieno (e, secondo me, se non lo faceva, era meglio), di dire: prendiamo tutto
quanto è incluso nella Variante 100. Prima il dibattito era andato in contrasto con le
sottoclassi 3B) e 3C); oggi le ha tolte e dice: "No, prendiamo tutto l'insieme della
circolare e della Variante idrogeologica".
A mio avviso, anche lì c'è una storpiatura, evidenziata anche dai tecnici in sede di
Commissione, ma che già lamentavo nella Variante 100, dovuta ad un'eccessiva
rigidità delle analisi idrogeologiche, fatte dai tecnici a macchia di leopardo, ma che,
alla fine, hanno praticamente conglobato a un limite di edificabilità tutte le fasce
collinari e residenziali con preesistenze edilizie, permettendo però, paradossalmente,
alcuni specifici interventi, ad esempio, le autorimesse interrate.
Questo mi sembra un po' in contrasto con lo spirito di salvaguardare; se salvaguardo,
tutelo con un parametro idrogeologico, ma se posso farlo su un'autorimessa interrata,
non vedo quale sia il motivo per non farlo su un'estensione del 20% di un'abitazione,
mono e bifamiliare. Così come non vedo quale sia (qui non c'è scritto, ma la natura
della Variante 100 lo ribadisce) la possibilità di frazionare un immobile da 1000 mq
in dieci alloggi da 100 mq. Oggi non è possibile, perché il modesto carico antropico,
che in Viale Thovez non è stato contemplato, lì sarebbe contemplato come aumento.
Allora, è evidente che c'è qualche cosa che non funziona. Non permettiamo uno
sviluppo armonico ed anche una salvaguardia del bene patrimoniale, di proprietà
tendenzialmente privata, ma che potrebbe essere anche pubblica, anche se, nel
pubblico, il pubblico interesse va a sanare. Questa è un'altra storpiatura.
Quindi, cercherei di andare laddove l'Assessore, determinando questo
provvedimento, non ha voluto accettare le istanze emerse in Commissione e andare
oltre, chiedendo (contestualmente al voto che noi, benché sia emersa qualche
criticità, per dovere accorderemo) che ci sia anche l'impegno di sostenere la mozione
di accompagnamento; in seguito toccherà a lei, Assessore, portare avanti l'istanza
della mozione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Non entrerò troppo nelle questioni tecniche, anche perché ne abbiamo già discusso.
Lei sicuramente è più ferrato del sottoscritto: oltre 200 Varianti di Piano Regolatore
hanno fatto sì che lei diventasse più bravo di un urbanista provetto. Quindi, non mi
metto sicuramente a cercare di dibattere con lei sullo stesso piano, perché ne uscirei
sconfitto.
Intervengo, invece, politicamente e faccio una constatazione. Complimenti! Tra la
Regione Piemonte e il Comune di Torino siete riusciti ad affossare il Piano Casa!
L'avete fatto, ritengo (e il resto, sono scuse), per una questione di base politica.
Questo Piano Casa arriva da un Governo con cui voi (parlo di "voi" come
maggioranza in questo Comune) cercate di combattere in tutte le maniere, non
capendo che non combattete contro questa maggioranza, ma contro i cittadini
comuni.
"Il Piano Casa, con le finalità - questo lo scrivete voi, giustamente - di sostenere il
rilancio dell'economia attraverso gli interventi edilizi, favorendo la riqualificazione
del patrimonio edilizio esistente dal punto di vista della qualità architettonica e
dell'efficienza energetica, nonché migliorando la sicurezza delle strutture e
l'accessibilità degli edifici...". Un Piano Casa che doveva fare da volano per un
rilancio, seppur parziale, della nostra economia.
E lo dico con amarezza, perché la Legge uscita dalla Regione Piemonte, e che avete
contribuito a rendere più pesante e di difficile applicazione, era ed è la Legge più
restrittiva di tutta la Padania, di tutto il Nord Italia. Noi siamo della Padania, di tutta
la Padania. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Gliela insegno poi bene, Signor
Sindaco, che cos'è, tanto oramai andiamo avanti così!
Detto ciò, è la più restrittiva nel momento in cui il nord-ovest e il Piemonte, in
particolare, è la zona della Padania, del nord Italia che, invece, è più in difficoltà dal
punto di vista economico.
State impedendo la partenza di questo volano. È chiaro che non poteva rappresentare
un ribaltamento della situazione economica, ma lei sa benissimo, Assessore (e voi
dovete sapere, cari Consiglieri), che questo Piano Casa, se applicato nell'ottica da cui
era partito a livello governativo, faceva sì che ci sarebbero state decine, centinaia,
migliaia di interventi, di piccoli interventi nel territorio nel Comune di Torino (cosa
che, purtroppo, non avverrà), che avrebbero fatto muovere la nostra economia.
Certo, non muoveva l'economia dei grossi gruppi, come il Sanpaolo o la FIAT!
Muoveva l'economia dei Pautasso, dei tanti impresariotti, anche romeni, che
lavorano nel nostro territorio. Muoveva tutto quel tanto di bel lavoro che c'è ancora,
nonostante quello che gli state facendo per ucciderlo. Ce ne sono tanti e si sarebbero
mossi; ci sarebbero stati tantissimi interventi e non mi venite a dire che erano
interventi che avrebbero cementificato la collina, o cementificato ulteriormente
Torino. Torino l'avete cementificata voi negli ultimi dieci anni, con milioni di metri
cubi che sono stati fatti nelle varie Spine, non sempre o quasi mai bene. Vi concedo
ancora "non sempre" o "quasi mai bene".
Non ci sarebbe stata nessuna cementificazione selvaggia, ma solo, come dicevo
prima, un susseguirsi di piccoli interventi, che riguardavano, tra l'altro, cosa? Chi?
Riguardavano il cittadino, l'impiegato, l'operaio che si è fatto la casa con sacrifici e
che, magari, aveva bisogno della stanza in più per i figli, magari, aveva bisogno della
stanza in più per il genitore che deve vivere con lui.
Caro Assessore, con questa approvazione, voi state affossando questo principio.
Tra l'altro, ho presentato degli emendamenti (ne parleremo dopo), ma voglio entrare
un attimo nel merito di questi emendamenti, anche se tecnicamente.
Abbiamo una Variante 100, lo abbiamo già detto in Commissione, lo ribadisco, però
su questo dovremo discutere, quantomeno prossimamente. L'ha già accennato il
Consigliere Ferraris: bisognerà discuterne. Abbiamo una Variante 100, e non entro
nel suo merito. C'è e permette in diverse zone del territorio cittadino edificazioni
anche molto rilevanti.
Lei lo sa benissimo; per esempio nella 3B3) mi permettono di fare garage interrati,
vani tecnici, eseguendo anche sbancamenti notevolmente più impattanti e importanti
di un qualsiasi aumento che mi permetterebbe il Piano Casa. Questo non si può, però,
fare.
È chiaro che il Comune di Torino non è tutto il Piemonte, ma il Comune di Torino è
la capitale del Piemonte: dovreste fare da guida per questa regione. Mi sarei aspettato
che interveniste in sede di discussione, in sede di preparazione di questa Legge in
Consiglio Regionale, per dire queste cose. Il fatto che non l'abbiate fatto non fa che
convincermi sempre di più che non volevate intervenire in questo modo: volevate
che il Piano Casa non venisse applicato qui!
Temo di sapere come finirà questa votazione, perché se non viene mal di pancia a
nessuno, magari la vostra potente macchina da guerra composta da 37/38 Consiglieri
su 50, forse riuscirà a raccogliere 27/28 voti a favore.
Quindi approverete questa deliberazione, dalla quale mi sarei aspettato che almeno
toglieste quel passaggio che ho letto prima, a proposito del rilancio, perché a questo
punto non è più vero, caro Assessore!
Sono d'accordo, tra l'altro, con le mozioni di accompagnamento che sono state
presentate. Sono d'accordo, perché ritengo che quantomeno si debba andare a
discutere su questo. Auspico che lei voglia farsi carico di onori e oneri (come
dovrebbe anche essere), che si faccia carico di provare a partire con una discussione
di questo genere e che faccia sì che vengano evitate le storpiature che in tanti
ritengono (non solo io, perché sarebbe minimale fossi solo io), vi siano in questa
Variante 100.
Finisco con una battuta: che non accada però, come ho già detto in Commissione,
che poi la Variante 100 sia modificata in senso ancora più riduttivo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.

VENTRIGLIA Ferdinando
Prima, quando parlava il Consigliere Ferraris, mi ero riproposto di sorvegliare il
quadrante del mio orologio e vedere se entro i 60 minuti avrebbe dichiarato se votava
contro, coerentemente con la sua dichiarazione di apertura al provvedimento, e,
invece, poi si è pronunciato favorevolmente.
Quindi, il Consigliere Ferraris, che ha un bel cognome latino professionale, d'ora in
poi lo chiameremo il Collega Militibus; non lo chiamiamo Servis, solo perché suona
troppo sardo e, poi, il Consigliere Cugusi potrebbe offendersi!
Non posso fare un intervento tecnico perché sono, com'è noto, un assoluto
incompetente in questo campo, mentre qui c'è uno scontro di titani tra professionisti
del settore, anche quelli che per ragion di stato devono poi fare la fatica di andare a
fare una via crucis nelle zone pedecollinari a spiegare ai loro amici, ai loro elettori (e,
talvolta, anche clienti) come mai abbiano dovuto votare un provvedimento del
genere.
Vorrei, però, fare solo un'osservazione singola di carattere politico, perché l'apertura
dell'Assessore è stata di carattere politico. L'Assessore dice: "Al di là del nostro
orientamento - che, comunque, si è inteso qual è -, c'è anche un tema di coerenza e di
non eccezionalità rispetto allo spirito e all'indirizzo generale della norma regionale".
Ed è questo che francamente ci stupisce un po', specie nel contesto del dibattito
politico cittadino e regionale, di cui le cronache rendono conto in questi giorni.
Se mi avessero detto di scommettere, mi sarei trovato in difficoltà, perché non avrei
escluso in partenza uno scatto di lungimiranza e di autonomia da parte di questa
Amministrazione, anche perché presumo che l'Assessore, date le implicazioni
politiche, si sarà a lungo confrontato su questo con la maggioranza e con il Sindaco.
Allora, capita che, ogni tanto, il Sindaco faccia qualche uscita un po' fuori dal
campo, e non c'è niente di male: sono temi che lanciano un dibattito. Anche l'ex
segretario del mio Partito, per esempio, ama lanciare spunti un po' fuori dal suo
terreno tradizionale.
Allora, quando leggiamo la posizione che ritengo coraggiosa, lungimirante e onesta
del Sindaco, in veste di rappresentante ANCI, sulla proposta di privatizzazione delle
utilities, certamente questo non è un tema nell'ortodossia di una sinistra che, invece,
è la stessa che, sembra, sta un po' all'origine delle impostazioni che ha dato la
Regione Piemonte sul Regolamento e alle quali non abbiamo soltanto voluto
adeguarci, ma anche aggiungere una parte nostra. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO) Ecco, istituzionali. Ma sono politiche, perché l'Assessore in maniera
leggera, devo dire la verità, ha un po' fatto il cantastorie, nel senso che ha provato a
spaventare i bambini facendo aleggiare queste masse di cubature che atterravano
sulla zona collinare e pedecollinare: un carico antropico da mobilitare i malthusiani!
In realtà, se vogliamo andare a cercare dove abbiano più inciso le trasformazioni in
questa Città, con i provvedimenti di questa Amministrazione, sono dove lo diceva
già il Consigliere Carossa, cioè sono le conigliere di appartamenti e di alloggi
costruite sulle Spine e sulle Aree di Trasformazione.
Quindi, non essendo un tecnico, questo adeguarsi, o addirittura questo rilancio da
parte dell'Amministrazione Comunale sull'impostazione della Bresso, mi ha
negativamente sorpreso. Ma è prevalente la sensazione della sorpresa, che non quella
della spiacevolezza. Non tanto per l'economia in sé, sappiamo che il Sindaco non ha
la stessa visione di un geometra di collina o di precollina (parlo male della mia
coalizione, non mi permetto di riferirmi ai Colleghi, insomma siamo un po' tra noi, e
quindi possiamo anche un po' scherzosamente prenderci in giro).
Il Sindaco è un macroeconomista, non è un geometra che si preoccupa dei guai dei
piccoli proprietari di casa, che sono i grandi cementificatori che popolano la collina e
la precollina torinese!
Mi stupisce proprio questo aspetto ideologico e sarebbe anche bello sentire una
parola del Sindaco su questo. Magari ha fatto un errore e ci vuole tornare sopra,
anche perché, signor Sindaco, tanto lei la gara ideologica con la Bresso non la vince!
(INTERVENTO FUORI MICROFONO) Appunto. Quindi, faccia che arrendersi
prima! Non provi questi inseguimenti, non la vince!
Però questa cosa mi sembrava un po' un timido tentativo venato d'incertezza e un
colpo di coda, come dire: "Ci proviamo anche noi, in fin dei conti Torino ha avuto
anche gli Anni Settanta!".

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Volevo solo ricordare che il primo Consigliere di ogni Gruppo può intervenire fino a
10 minuti, gli altri fino a 5 minuti.
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Effettivamente, Assessore, quello che ci stupisce - come diceva il Consigliere
Ventriglia - è la sua posizione abbastanza ideologica su questa deliberazione, perché
lei è, a mio giudizio (e ne do atto pubblicamente), il miglior Assessore della Giunta
del Sindaco Chiamparino, perché è sempre equilibrato, moderato, spiega tutte le cose
in maniera dettagliata, sicuramente dà ampio spazio alle capacità dei singoli, quindi
dà opportunità alla Città.
Poi, con le sue metodiche, giuste o sbagliate, comprensibili o no, avallabili oppure
no, però, ha un suo indirizzo e una sua idea.
In questo caso, credo che l'approvazione di questa deliberazione ponga un piccolo
vulnus all'interno del suo percorso politico, perché, oggettivamente, limita ancora di
più quanto già restringe la Legge Regionale, rispetto anche alle altre Regioni
limitrofe, quindi la Liguria, la Lombardia e la Val d'Aosta al tempo stesso.
Quindi, in questo senso, mi permetto di dire, magari enfaticamente, che la burocrazia
si autoalimenta. È la nostra preoccupazione riguardo a questa deliberazione: le cose
di buon senso date per scontate (come spesso fa nella maggior parte delle sue
deliberazioni, dà, e quindi consente sviluppo a questa città dal suo punto di vista
urbanistico) credo che in questo caso siano un po' frenate e consentano alla
burocrazia di prendere piede dove, in realtà, non dovrebbe farlo.
Per questo motivo, abbiamo presentato alcuni emendamenti, che speriamo verranno
accolti dall'Assessore; credo li abbia letti, vista la sua competenza ed attenzione su
questi temi, ma vorrei sottolineare che in alcuni punti chiediamo, nelle aree dove si
possono realizzare degli ampliamenti per case uni o bifamiliari, di lasciare questa
possibilità ai singoli, senza ulteriori restrizioni. Inoltre, abbiamo presentato una
mozione di accompagnamento che chiede - visto quanto diceva il Consigliere
Carossa riguardo alla possibilità di prevedere parcheggi e autorimesse pertinenziali
nelle aree 3-B3 in particolare - un provvedimento che vari l'attuale situazione e
consenta (naturalmente, non subito, trattandosi di una mozione è un auspicio) di
agire in deroga.
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