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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 28 Settembre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 10
INTERPELLANZA 2009-05643
"SITUAZIONE DEBITORIA DEL COMUNE DI TORINO E TEMPISTICA DI PAGAMENTO DELLE FATTURE" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAROSSA E ANGELERI IN DATA 9 SETTEMBRE 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200905643/002, presentata in
data 9 settembre 2009, avente per oggetto:
"Situazione debitoria del Comune di Torino e tempistica di pagamento delle fatture"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
L'interpellanza premette e rileva "che il Comune di Torino si avvale… anche di
fornitori esterni sia di servizi che di altre necessità…" - ovviamente, di aziende
private e di partecipate - e che tali privati avrebbero "lamentato tempi lunghissimi
per i pagamento delle fatture", che l'Amministrazione Pubblica "non può prescindere
dal pagamento delle prestazioni…" e che "a più riprese… si è avuto un quadro assai
preoccupante della situazione debitoria…".
Si chiede, pertanto:
- "quali siano i tempi reali per il pagamento delle fatture ai fornitori esterni del
Comune di Torino;
- quale sia l'ammontare esatto del debito verso i privati fornitori…;
- quale sia l'ammontare esatto del debito della Città di Torino verso le società
partecipate…;
- quale sia il debito totale accumulato fino ad oggi…".
Premetto, doverosamente, che agli Uffici di Ragioneria del Comune di Torino non
risultano, allo stato, lamentele circa la sofferenza di fornitori privati per il pagamento
di fatture legate a prestazioni erogate al Comune di Torino e che, naturalmente, non
viviamo su un altro pianeta, quindi, conosciamo bene quale sia la situazione di
carenza di liquidità del sistema economico e finanziario nella nostra Città.
Complessivamente, nel sistema generale economico nazionale il problema si può
distinguere in due subordini. La Ragioneria, cioè il soggetto che liquida e, poi, eroga
finanziariamente il pagamento delle fatture, è il tratto terminale di un procedimento
amministrativo che contabilizza (ovviamente, in modo diverso - come ampiamente
detto - rispetto ai privati) l'erogazione della prestazione (che avviene in un dato
momento), che è il riscontro, in base al contratto di fornitura, della veridicità della
prestazione erogata e, di conseguenza, parliamo del fatto che questo provvedimento
(detto "liquidazione") determina la corrispondenza delle prestazioni erogate rispetto
al debito che ha la Città in questa fase, ma la liquidazione in contabilità pubblica non
è il pagamento.
Solo dopo la liquidazione (periodo che richiede spesso del tempo tecnico di
confronto sul metodo delle prestazioni erogate) viene trasmessa agli Uffici per il
pagamento e, di conseguenza, l'emissione di un mandato.
Stante, comunque, questo procedimento (che è tipico del settore pubblico), che
necessariamente ha più fasi di un rapporto normale di fornitura tra privati, non
risultano, in questo momento, solleciti di fornitori privati al Comune di Torino.
Questo, naturalmente, attiene ad un tema che riguarda (almeno, questo mi sembrava
lo spirito dell'interpellanza) il pagamento e la tempistica di pagamento di fatture
rivolte all'esterno.
Altro discorso (ma non sveliamo nulla di nuovo) è il tema del rapporto tra Città e
aziende partecipate, per le quali il rapporto di pagamento/incasso di poste debitorie e
creditorie è suscettibile di variazioni in relazione all'andamento delle entrate
tributarie e dei trasferimenti reali per il Comune di Torino e, dall'altra parte, la
maturazione dei crediti da parte del fornitore azienda pubblica.
Rispetto al dato che è stato discusso in Commissione a febbraio 2009, la situazione è
leggermente andata allargandosi, cioè dai circa 300 milioni di Euro complessivi di
debiti si è arrivati a circa 350 milioni di Euro, esattamente in parallelo con la
dinamica degli incassi dei crediti da parte del Comune. Faccio un esempio molto
semplice: stante la situazione per la quale la Città oggi deve riscuotere 150 milioni di
Euro di trasferimenti erariali dallo Stato (che sono più di quanto doveva riscuotere
all'epoca), esattamente per la stessa ragione, dall'altra parte, la Città ha pagato meno
i suoi fornitori (naturalmente pubblici).
Per quanto riguarda, invece, i fornitori esterni, smentisco qualunque voce di
sofferenza o di proteste pervenute alla Città, quindi, non ci riguarda, anzi, com'è
noto, la Città concorda i pagamenti e detiene meccanismi di controllo del pagamento
con i propri fornitori istituzionali, mentre accelera e produce in ogni fattispecie il
pagamento di prestazioni di terzi, proprio al fine di non mettere in difficoltà soggetti
che effettuino piccole o grandi forniture alla Città.
In ogni caso, pur non pervenendo lamentele da parte dei privati rispetto al saldo delle
fatture, l'intera procedura di pagamento (intesa come ricevimento della fattura,
liquidazione, arrivo dell'avviso alla Ragioneria, pagamento della somma stessa) si
contiene mediamente all'interno dei 90 giorni, che è un terzo di quanto - credo -
paghino i principali gruppi industriali in questo momento rispetto al mercato e,
quindi, devo dire che siamo abbastanza bravi.
Non so fare previsioni su quanto questo meccanismo perdurerà o si modificherà,
perché non è un segreto che le condizioni di liquidità del sistema finanziario pubblico
e privato reggano sul sistema del credito e, di conseguenza, l'interrogativo è
prevedibile ed è dimostrabile anche nel settore privato che le maggiori sofferenze
legate ai tempi di pagamento e di cassa arrivi, in realtà, proprio dall'autunno in poi,
come, peraltro, ampiamente previsto nel momento in cui venimmo consultati nella
Commissione di Controllo di Gestione a febbraio 2009, perché, ovviamente, un
conto è la crisi economica e, di conseguenza, il risultato di esercizio, un altro è
quanto sta succedendo, cioè una tempistica di pagamento dei fornitori nel sistema
privato che, in alcuni casi, arriva a 365 giorni, ma, in questo momento, non è il caso
del Comune di Torino.
Complessivamente, quindi, il valore del debito verso le partecipate (inteso come
rapporti di conto corrente) è circa di 350 milioni di Euro, la maggior parte dei quali
(esattamente come all'epoca) nei confronti del fornitore IRIDE (per circa 220 milioni
di Euro).
È un'informazione che concilia, o non concilia con i dati di contabilità delle società?
Lo dico per l'ennesima volta: è legata alla tipologia di contabilizzazione pubblico-
privata ed è una posta che segue una dinamica ordinaria, cioè il pagamento con un
rapporto di conto corrente - com'è noto - secondo le disponibilità finanziarie, salvo
maturazione degli interessi passivi qualora la Città non paghi o paghi con l'utilizzo
del plafond di credito previsto nel contratto tra Città ed IRIDE.
Per quanto riguarda il punto 2), non esiste l'esatto ammontare del debito verso i
privati fornitori, nel senso che la Città, quando perviene il provvedimento di
liquidazione, paga. Non vi sono debitori alla porta, come si voleva lasciare intendere.
Quale sia l'ammontare esatto verso le partecipate l'ho già detto.
In merito al punto 3), ossia a quale sia il piano di rientro di tale debito, è evidente che
la Città ci sta lavorando da tempo, anche se non ha presentato un piano di rientro
inteso come documento unico ed organico; già nel Bilancio di quest'anno
l'Amministrazione sta architettando un meccanismo di uscita dalla dipendenza dal
sistema finanziario di questi pagamenti, destinando le entrate straordinarie della
gestione del Bilancio al pagamento di debiti di cassa, quindi, non applicazione in
parte competenza, ma in parte cassa.
Queste due operazioni (che sono in dirittura di arrivo, com'è noto, perché il
Consiglio ne è ampiamente coinvolto) sono la società di cartolarizzazione, che
realizza un finanziamento su mezzi straordinari di Bilancio destinati al rientro dei
debiti verso le partecipate e la società delle infrastrutture INFRA.TO, che ha proprio
lo scopo di riallineare il rapporto debito/credito tra le varie operazioni straordinarie
in corso con il Gruppo GTT, legate sia al finanziamento di opere straordinarie (come
investimenti per la metropolitana), sia al rapporto ordinario di debito/credito legato al
Contratto di Servizio sul trasporto pubblico.
Queste sono le due operazioni principali che intendiamo attuare a breve, il cui valore
si attesterà, probabilmente, sul 50% del valore che ho esposto prima come attuale
situazione di debito verso le partecipate.
È difficile rispondere al punto 4), se non dicendo che occorrerebbe consultare il
Bilancio; non è possibile dire quale sia il debito accumulato, se non avvalendosi dei
debiti sulla partita contabile.
Il debito della Città è dato fondamentalmente dalla somma dei residui passivi esposti
in parte competenza e in parte capitale. Sulla parte in conto capitale - lo dico, ormai,
fino all'ossessione - è di 3 miliardi 107 milioni di Euro (che è esposta a Bilancio in
tutte le salse possibili); la parte residui è legata, ovviamente, alla dinamica dei
pagamenti e delle partite legate spesso ad entrate in accertamento, quindi, c'è una
connessione tra residui attivi e residui passivi che sta nell'equilibrio di Bilancio.
La Città non è ferma di fronte al fatto che il Legislatore tenda a rendere sempre meno
credibile la riscossione dei residui attivi, non ultima la sanatoria sulle multe; nessuno
ci spiega neppure come pagare quelli passivi, perché, se dovessimo sanare i residui
attivi (che sono crediti), da qualche parte dovremmo anche riequilibrare l'esistenza
dei passivi. Auspichiamo che il Legislatore (non il Governo) si renda conto che il
sistema della riscossione nel comparto pubblico è entrato profondamente in crisi già
a metà degli anni Novanta. Il circuito di riscossione è pesantemente rallentato da
normative molto lunghe ed il Legislatore stesso, per risolvere certi problemi, non
affronta il tema della riscossione, ma, spesso, opera forme di rottamazione dei ruoli
attivi, che hanno un unico difetto: se io cancellassi 100 milioni di Euro di crediti dal
mio Bilancio, dovrei spiegare come faccio pagare i 100 milioni di Euro di debiti che
sono dall'altra parte del Bilancio. Finché ci sono poste patrimoniali con segni diversi,
ma di uguale ammontare, in termini di competenza, il Bilancio è sostanzialmente in
equilibrio. Se si procedesse in quella direzione, chiaramente ci sarebbero
conseguenze di natura patrimoniale anche sui Bilanci degli Enti locali.
Il segnale che abbiamo (anche tramite l'ANCI) in questi tempi è che, in realtà, il
sistema della liquidità e della capacità di pagamento dei cittadini e, di conseguenza,
della riscossione e del pagamento dei fornitori da parte dei Comuni del sistema
pubblico in allargato stia ampliando la forbice per una ragione molto semplice: si fa
troppo poco per riscuotere le entrate degli Enti locali (che sono pagate dai cittadini)
e, giustamente, ci si lamenta anche molto per il pagamento, invece, del fronte spese
da parte degli Enti verso i fornitori.
Credo che il quadro sia abbastanza complesso, com'è ovvio, ma è frutto di una
valutazione che nel Bilancio di quest'anno trova elementi di strategia dipendenti da
fattori interni, cioè il controllo interno della spesa. In realtà, parte da fattori esterni,
cioè dall'andamento della riscossione, per la quale la Città persegue politiche di
recupero che, magari, possono risultare, in alcuni casi, antipatiche (penso al recupero
evasioni o all'emissione di cartelle a ruoli per il recupero del coattivo), ma che non
bisogna mai disgiungere e non si può essere buoni sul ruolo coattivo dei creditori e,
poi, lamentarsi se non paghiamo i fornitori. Bisogna avere l'onestà intellettuale e la
responsabilità politica di essere duri sia quando si riscuotono i crediti, sia quando si
pagano i fornitori.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Angeleri.

ANGELERI Antonello
Non intendevo far arrabbiare l'Assessore Passoni; penso, come il Consigliere
Carossa, di non vivere sulla luna, quindi, di essere in grado di comprendere quali
siano i problemi che sta vivendo oggi questa Città, però, Assessore, non è che tutte le
volte che risponde alle interpellanze ci deve spiegare che la colpa è dello Stato che
non paga e che non ci siano responsabilità del Comune nella gestione del Bilancio.
Ormai lo sappiamo a memoria! Fra un po' ci incide una cassetta, così ce la portiamo
dietro ed evitiamo di fare tutta questa pappardella e mettere a verbale cose esistenti
già da tempo!
Detto questo, avendo la consapevolezza di non vivere sulla Luna e conoscendo
abbastanza bene la situazione debitoria del Comune di Torino (che ammonta ad Euro
3.107.000, anche se, complessivamente, si parla di 5 miliardi), la nostra interpellanza
è causata dalla lettura di un articolo comparso sulla "Voce del Popolo" qualche
giorno prima della presentazione dell'interpellanza, che riportava una dichiarazione
dell'Assessore (al di là delle partite di giro di cui parlava) che ci ha preoccupati,
laddove sosteneva che la lentezza a monetizzare le entrate genera ritardi nei
pagamenti del Comune, in particolare verso le società partecipate. Dal febbraio di
quest'anno, la situazione è notevolmente peggiorata: basta leggere i bilanci delle
aziende partecipate.
Al di là di questo, in quell'articolo, l'Assessore sostiene anche che, di norma, le
erogazioni sono più puntuali verso i fornitori esterni. Che cosa significa questo?
Significa che, probabilmente, ci sono situazioni in cui, purtroppo, i pagamenti non
sono puntuali.
Vorrei, quindi, capire meglio la situazione ed avere, se possibile, un quadro più
preciso dei pagamenti, per fare, poi, un ragionamento solo ed in funzione della
situazione attuale (l'Assessore ha detto che peggiorerà, nell'autunno). Poiché
sappiamo che la situazione economica non è certamente in una fase di soluzione, ma,
piuttosto, è in una fase di aggravamento (soprattutto nella provincia di Torino), la
mia preoccupazione è volta soprattutto agli artigiani e agli imprenditori. Quando cito
queste due categorie, mi riferisco ai più piccoli che, molto spesso, lavorano in
subappalto per il Comune e per i quali i pagamenti superano addirittura i 365 giorni,
nonostante siano previste regole molto precise (che lei e i suoi dirigenti, Assessore,
ovviamente conoscete) per i pagamenti in caso di subappalto (e potrei anche citare
situazioni specifiche).
Credo che questo non derivi dalla sua mancata conoscenza della situazione - mi
perdoni, Assessore, non voglio assolutamente essere polemico nei suoi confronti -,
tuttavia le chiedo, al di là delle risposte che ci ha fornito, una verifica più puntuale
sui pagamenti diretti ai fornitori (non voglio, ovviamente, citare i casi in questa sede)
ed una maggiore attenzione rispetto alla questione dei subappalti, perché, alla fine,
sappiamo tutti bene che le persone maggiormente colpite sono proprio i piccoli
imprenditori.
Chiedo, quindi, al Presidente (visto che, da qui a pochi minuti, si svolgerà un
appuntamento importante in questa Sala) di aggiornare l'interpellanza in sede di
Commissione Controllo di Gestione, dove l'Assessore si è sempre reso disponibile a
partecipare, in modo tale da consentire anche ad altri Consiglieri di intervenire e
portare proprio quegli esempi che, oggi, non è opportuno riferire.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Per quanto riguarda il rinvio in Commissione Controllo di Gestione, le chiedo di
concordare tempi e modalità con l'Assessore stesso, perché credo che, da questo
punto di vista, i tempi non siano ininfluenti circa la possibilità di avere dati precisi e
puntuali.
La parola all'Assessore Passoni, per una breve replica.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Per quanto riguarda le ultime considerazioni, condivido quanto trascritto nell'articolo
della Voce del Popolo, giornale che, di solito, non mi tratta bene, essendo io uno tra i
pochi comunisti non convertiti. Mi rendo conto, quindi, che ce l'abbiano un po' con
me, non essendomi io tardivamente convertito. Tuttavia, accetto la critica di quel
giornale, critica che considero un elemento di merito.
Sul tema dei pagamenti nel settore dell'edilizia (che il Consigliere citava), il Sole 24
Ore ha pubblicato, la settimana scorsa, un'indagine ed un'intervista al Presidente dei
costruttori Cherio, nella quale si scriveva (e devo dire che il fatto ci ha sorpreso,
anche se non è un merito della Città, ma del sistema Torino, che regge più di altri)
che, a Torino, nonostante le difficoltà, rispetto alle altre città d'Italia, è la migliore
città per quanto riguarda i tempi di pagamento in edilizia, dato che si paga entro 210
giorni. Questo è un merito, che ci fa capire quale sia l'aria che tira nel nostro Paese e
quali siano i problemi che le piccole imprese e le ditte individuali si trovano ad
affrontare.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza viene rinviata in Commissione di Controllo e Gestione per un
approfondimento.
L'interpellanza è discussa.
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