Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Nel corso della prima riunione, dopo la pausa estiva, della Conferenza dei Capigruppo di venerdì scorso, ho comunicato che, il 4 settembre 2009, il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte - investito dal sottoscritto circa la deliberazione di revoca del mio incarico da Presidente del Consiglio - ha accolto la mia opposizione e, di conseguenza, ha stabilito il mio reintegro nell'incarico che il Consiglio Comunale mi aveva conferito, rinnovandolo a dicembre dell'anno scorso. I fatti li conoscono tutti: il 16 febbraio 2009, il Consiglio Comunale ha approvato, a larghissima maggioranza, una deliberazione di revoca; ho sostenuto che quella deliberazione non era legittima ed ho avanzato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte. Il 10 aprile 2009, il Tribunale ha emesso un'ordinanza di sospensione dell'efficacia della deliberazione stessa e, quindi, mi ha reintegrato; successivamente a questo provvedimento, il Consiglio Comunale di Torino, attraverso la Conferenza dei Capigruppo, ha dato mandato al Comune di procedere ad un ricorso al Consiglio di Stato contro l'ordinanza e, il 25 giugno 2009, il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che respingeva quel ricorso. Successivamente, il 16 luglio 2009, il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte si è riunito per l'udienza di merito e, il 4 settembre 2009, ha emesso una sentenza molto articolata e motivata (che non riprenderò in questa sede), con la quale vengono accolte le mie tesi e, quindi, vengo reintegrato nel ruolo di Presidente del Consiglio Comunale. Mi auguro che la sentenza sancisca la conclusione di questa vicenda, dal punto di vista del nostro rapporto, e che in questo Consiglio Comunale si possa lavorare, per quanto possibile, nella maniera migliore. Questa è la comunicazione che ho ritenuto di dover fare, prima, in Conferenza dei Capigruppo e, oggi, in Consiglio Comunale. Per quanto mi riguarda, credo di aver esaurito la parte relativa alle comunicazioni. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo concordato - come è normale che sia e come è sempre avvenuto per le comunicazioni del Sindaco o del Presidente - di concedere cinque minuti ad ogni Gruppo per intervenire. La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Ringrazio il Presidente - penso a nome di tutto il Consiglio Comunale - per la comunicazione. Non sto a ricordarle, perché sarebbe noioso e desueto, che, per quanto ci riguarda, lei ricopre questo ruolo in modo politicamente illegittimo (ovviamente, non a livello amministrativo). È politicamente illegittima la posizione che sta ricoprendo all'interno di questo Consiglio Comunale! Come ricorderà, abbiamo presentato una mozione di sfiducia e penso che la maggioranza si sia pentita di non averla appoggiata; in seguito, la maggioranza ha presentato una sua mozione (il cui esito è stato il passaggio al TAR e al Consiglio di Stato) e, oggi, ci troviamo con un Presidente che, secondo me, non rappresenta il Consiglio Comunale. Vorrei sottolineare che ciò non ha nulla a che fare con la stima personale ed altre valutazioni nei suoi confronti, ma lei non rappresenta questo Consiglio Comunale. Non voglio ritornare su questa polemica politica e non voglio intervenire sulle motivazioni della sentenza, perché il TAR ha stabilito (abbrevio e rendo più sintetico - e, forse, anche più volgare - quanto scritto nell'ordinanza) che, in realtà, lei sarebbe stato rimosso per una motivazione politica, perché non si sarebbe comportato nel rispetto del volere del Consiglio Comunale. Ribadisco che non voglio fare una polemica, ma le chiedo una valutazione ed una risposta, visto il finale di questa storia: Presidente - e ripeto quello che ho detto prima -, fatto salvo che lei, politicamente, occupa in modo illegittimo quella sedia, non pensa che questo sia un precedente? Noi stiamo rivedendo - anche se ci sono stati dei ritardi - lo Statuto ed il Regolamento ed ho intenzione di chiedere ai Colleghi di partecipare alla Commissione Statuto per proporre che vengano modificate le modalità per l'elezione del Presidente del Consiglio; se lei continua a ricoprire la carica di Presidente - e per me può anche farlo -, lo Statuto non potrà più prevedere che il Presidente sia espressione della maggioranza ed il Vicepresidente sia espressione della minoranza. Da oggi, con la fine di questa vicenda, abbiamo stabilito un precedente. Il Presidente è sempre stato eletto in rappresentanza della maggioranza e, spesso, la minoranza si è aggiunta (altre volte, invece, non lo ha fatto), il Vicepresidente - per fortuna, grazie alle qualità del Consigliere Coppola, che voglio riconoscere in questa sede -, invece, ha sempre preso i voti di tutto il Consiglio Comunale. Questo è un precedente, anche se non so chi siederà sui banchi del Popolo della Libertà o sui banchi dell'opposizione (o, come io mi auguro, della maggioranza, ma voglio sempre essere prudente), e significa che il prossimo Presidente del Consiglio potrà anche essere espressione dell'opposizione; anzi, posso cambiare il verbo, perché "dovrà" essere espressione dell'opposizione. Prima ho detto che "potrà" (quindi, che si potrà valutare), invece dovremo inserire nel Regolamento che il prossimo Presidente del Consiglio dovrà essere espressione della minoranza del Consiglio Comunale e, se volete (questo ve lo possiamo concedere), sarà affiancato da due Vicepresidenti di maggioranza. Questo è lo scenario che abbiamo davanti ed è la situazione che, oggi, i fotografi ed i giornalisti dovrebbero registrare. Presidente, vogliamo essere un asilo, un po' come abbiamo fatto in Conferenza dei Capigruppo (nel corso della quale abbiamo affrontato un problema che riguardava il Consigliere Gandolfo, perché un Collega, che fa il Deputato, non aveva apposto la sua firma) o un Consiglio Comunale serio? Cominciamo a lavorare - e mi rivolgo ai banchi della maggioranza -, visto che dobbiamo modificare lo Statuto ed il Regolamento, affinché il prossimo Presidente del Consiglio sia espressione della minoranza. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Goffi. GOFFI Alberto In realtà, forse non ci sarebbe neanche più molto da dire su questa vicenda; ammetto che, per non cadere in alcuna tentazione - in primo luogo, per la professione che svolgo e, poi, per la mia cultura politica -, non ho letto la sentenza; infatti, se l'avessi letta, probabilmente sarei caduto nella tentazione di criticarla e, visto che non è mia abitudine criticare le sentenze, non lo farò neanche in questo caso. Però, Presidente, visto che svolge un ruolo politico (e mi fermo a quanto è capitato prima della sentenza), in qualche modo, si deve interrogare sul ruolo della politica e sul rispetto delle Istituzioni. Il ruolo della politica, che è diverso e distinto dal ruolo della Magistratura, ha già emesso una sentenza nei suoi riguardi: il 95% dei Consiglieri presenti in quest'Aula ritiene che lei non debba più ricoprire questa carica, che lei non rappresenti più i Consiglieri come organo collegiale e che lei non possa più rappresentare i Consiglieri fuori da quest'Aula. È una sentenza - se vogliamo - gravissima e mi permetta di dire che lei l'ha accolta un po' con la tenacia di esponenti politici la cui carriera politica, secondo me, è volta al declino (cito un caso per tutti, Bassolino, che, certamente, ha avuto una tenacia forte nel tenere il suo posto) e con l'ingenuità di chi, dopo aver perso una causa, ricorre e spera di vincerla. Ammettiamo che, dal punto di vista della Magistratura, l'ha vinta, però lei, in qualche modo, ha svilito il ruolo della politica e dei Consiglieri Comunali ed è per questo motivo che facevo riferimento al rispetto delle Istituzioni. Personalmente, ho un grande rispetto delle Istituzioni, ma, di fronte a comportamenti come il suo, all'inizio del mio intervento sono stato tentato di chiamarla signor Castronovo e non Presidente e questo fatto mi preoccupa. Se una persona come me, che ha una cultura democratica e di rispetto delle Istituzioni, arriva a questo punto, evidentemente si è rotto quel rispetto doveroso che ci deve essere in quest'Aula e nei confronti delle Istituzioni italiane ed è lei che ha legittimato questo mio atteggiamento. Non vorrei che si arrivasse ad un'ulteriore sfida: vuole forse che i Capigruppo che hanno votato quella mozione - e ribadisco che rappresentano il 95% di questa Assemblea - arrivino fino al gesto estremo di non partecipare più ai Consigli Comunali se presieduti da lei? Non credo che questa sia la strada giusta, perché la Città, in questo momento, ha problemi gravi e credo che il Consiglio Comunale debba essere assolutamente compatto nel proseguire, nell'essere presente in quest'Aula e nel cercare, in qualche modo, di dare delle risposte. Ribadisco che non credo che questa sia la strada, ma non ritengo neanche che lei, oggi, possa evitare di riferire all'Aula, ascoltare questo dibattito come una mummia e fare finta che nulla sia capitato, come è accaduto negli ultimi tempi. Credo che lei abbia il dovere di evitare questi gesti. Presidente, pur essendo sfiduciato, abbia almeno questa correttezza: alla fine di questo dibattito, prenda la parola, dica che cosa vuole fare della sua carica e noi saremo liberi di decidere quale dovrà essere il nostro comportamento. Sicuramente saremo rispettosi dei bisogni che la Città sottoporrà a questo Consiglio Comunale, ma, certamente, non le faremo sconti, visto che lei non li ha fatti al Consiglio Comunale e alle Istituzioni. Per questo motivo, rispetteremo le Istituzioni, ma non le faremo degli sconti, perché viene meno anche quel rispetto personale che, fino ad oggi, abbiamo mantenuto e che lei, secondo me, ha lasciato passare in secondo piano. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Vorrei iniziare il mio intervento sottolineando che non vi è mai stata e non vi è neanche in questo momento una questione di carattere personale mia o di qualche Consigliere del Gruppo del Partito Democratico. Non abbiamo mai posto questioni personali, né intendiamo porle oggi, ma vogliamo, ancora una volta, sollevare una questione di carattere politico-istituzionale. Non è questa la sede adatta per discutere la sentenza del TAR, cioè dell'autonomia che la Magistratura amministrativa ha deciso di garantire al Consiglio Comunale; non voglio neanche aprire un confronto su quale sia la legittima competenza di un giudice amministrativo ad entrare nelle valutazioni di carattere politico di un'Assemblea elettiva. Voglio ribadire, però, con molta chiarezza che, per quanto riguarda il Gruppo del Partito Democratico, il Consigliere Castronovo non è nella condizione di avere la nostra fiducia e, a nostro avviso, non è in grado di ricoprire legittimamente, dal punto di vista politico, la carica che, oggi, il giudice amministrativo ha stabilito che può ricoprire. In questo clima di progressivo logoramento delle consuetudini che reggono la dinamica politica (e, quindi, avendo maggiore sfiducia nel rispetto spontaneo e politico delle regole che governano il buon andamento di un'Aula), sarebbe stato sufficiente - e forse era la strada da percorrere - procedere ad una semplicissima modifica statutaria, eliminando quel "per gravi motivi" e prevedendo una semplice maggioranza qualificata. In questo modo, la maggioranza qualificata avrebbe deliberato e certificato, in termini giuridicamente ineccepibili, la sfiducia nei confronti del suo operato. Non abbiamo percorso quella strada, che sarebbe stata la più semplice, perché abbiamo avuto fiducia nel rispetto, da parte sua, delle consuetudini, che è indispensabile osservare per garantire quella dinamica politica che consente, di fronte alla venuta meno del titolo di legittimazione, di far scaturire in automatico (senza bisogno di ricorrere ad alcuna procedura giuridica) le conseguenze che quel percorso vuole ottenere. Vorrei ricordare che, diversamente da quanto lei ha affermato nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, il suo titolo di legittimazione non deriva da alcun organismo nazionale e neanche da alcun organismo giuridico; il suo titolo di legittimazione è dato dal consenso di quest'Aula. Se nel nostro Statuto non abbiamo previsto un percorso lineare, improntato alla semplice maggioranza qualificata - che dobbiamo ribadire, perché è chiaro che il Presidente del Consiglio Comunale non deve essere nella disponibilità della maggioranza che ha vinto le elezioni -, e se questo elemento dovrà essere modificato, come propone il Capogruppo Cantore, voglio ribadire fin d'ora che la maggioranza che vince le elezioni e che esprime il Sindaco non deve poter disporre né dell'elezione, né della revoca del Presidente del Consiglio Comunale. Quando l'intera Assemblea, cioè una maggioranza "ultraqualificata", chiede la sua revoca, mi domando come possa sentirsi legittimato a ricoprire questo ruolo che, a nostro avviso (al di là della vicenda oggetto del giudice amministrativo), ha svolto in maniera non conforme a quanto richiesto da quella carica. Se qualcuno avrà la pazienza di andare a riprendere gli interventi svolti in occasione della sua rielezione, il Gruppo del PD disse che, nel merito, non riteneva ci fossero le condizioni per la sua riconferma, ma procedemmo al voto per semplice e doveroso rispetto istituzionale, siccome non volevamo compromettere l'agibilità di quest'Aula in quel momento delicato. Se consulterà i verbali della discussione, noterà che questo elemento emergeva già allora. In questa sede, non voglio fare l'elenco di tutte le ragioni che, a nostro avviso, rendono il suo operato incompatibile con la carica che ricopre (ne abbiamo già parlato tante volte), ma mi limito, ancora una volta, a sperare che ci sia quel sussulto di conformità al principio di legittimazione della carica e che, quindi, senza esporre quest'Aula a vicende imbarazzanti e poco decorose, si torni ad avere un clima di piena legittimazione. Questo è quello che auspico e chiedo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Penso che il mio intervento sarà molto breve, perché - non me ne voglia -, nel corso dei mesi, a furia di dibattere su questa vicenda e sul suo ruolo, è un po' sfumata la passione che ci poteva accompagnare almeno nei primi incontri. Diversamente da qualcun altro, non avendo incompatibilità di ruolo derivante dalla professione (che ben comprendo, peraltro), ho letto la sentenza, non fosse altro che per potermi avvicinare al mio letto, questa notte, pensando di aver imparato qualcosa. Leggendo la sentenza - che, peraltro, non critico, perché non ho i mezzi cognitivi o il ruolo per farlo -, ho capito qualcosa che non ci era sfuggito, né avevamo dimenticato, ma non avevamo tenuto, come avremmo dovuto, nella debita considerazione. La sentenza del TAR ci ricorda qual è il suo ruolo e che lei - come viene richiamato, costantemente e continuamente, in diversi passi - è tenuto all'imparzialità. Infatti, sottolinea che lei e il suo ruolo siete due soggetti collocati al di sopra delle parti e - ma queste sono considerazioni di natura politico-amministrativa, non solo amministrativa - che lei, tra le altre cose, è anche il difensore della dignità e dell'autonomia dell'Istituzione che rappresenta. Condividendo questi passaggi, mi sono chiesto, dandomi in testa la penna per flagellarmi (perché, evidentemente, lo meritavo), come ho fatto a non capire che lei, ricevendo quattro squatters che davanti a questo Municipio bruciavano le bandiere di Israele, non ha calpestato la dignità di questo Consiglio Comunale e che lei, nel rivolgersi ad un organo di giustizia amministrativa, non ha permesso che fosse messa in discussione l'autonomia e l'indipendenza di questa Assemblea elettiva. Che stolto a non pensarci! Ringrazio lei ed il TAR del Piemonte per avermi messo nella condizione di rimediare ad un mio gravissimo errore e di comprendere che, fino a questo momento, non avevo capito che cosa significasse fare il Presidente del Consiglio Comunale; non avevo compreso che fare il Presidente del Consiglio Comunale, ricoprendo un ruolo al di sopra delle parti, dovrebbe comportare, quasi in automatico, la presa di distanze in maniera inequivocabile da realtà che a questa Città (e a tutta la comunità torinese) fanno solo del danno! Non ripeterò quanto le hanno ricordato praticamente tutti i Consiglieri intervenuti prima di me: le assicuro che non è mai stata nostra intenzione portare la discussione su un piano personale, perché nella mia vita politica sono stato educato al costante rispetto per l'avversario, l'essere umano, l'animale politico, le Istituzioni e quant'altro; se adotto dei toni un po' aspri è per dare del colore ad una vicenda che, ormai, mi ha annoiato. Quanto mi ferisce, in ultima istanza, è che lei, agendo così, ha fatto in modo che si creasse un precedente, che reputo molto grave: il fatto che qualcuno si sia sostituito all'autonomia della nostra Assemblea elettiva. Creando questo precedente, lei ha danneggiato l'immagine della nostra Città e di questa Assemblea. Personalmente, come tutti i Consiglieri presenti in Aula, ho fatto una lunga corsa per poter avere l'onore di sedermi tra questi banchi e poter ammirare i velluti che ci circondano; danneggiare l'immagine di questa Assemblea, per molti di noi, significa danneggiare lo stesso sogno che ci ha accompagnati in una lunga campagna elettorale e che ci accompagna quotidianamente nel nostro agire. Questo non credo di poterglielo perdonare, Presidente. Vorrei proporre un ultimo elemento di sorpresa: da lei mi sarei aspettato, quanto meno, che rifondesse all'Amministrazione ciò che l'Amministrazione è tenuta, secondo la sentenza, a rifonderle (mi riferisco ai circa 4.700 Euro per le spese da lei sostenute per il ricorso al Tribunale). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Presidente, anche io mi unisco al coro di chi sostiene che non ci sia nulla di personale, perché siamo in una sede politica. Nel suo intervento, ad un certo punto, ha detto che si augura che questa sia l'ultima volta in cui si affronta la questione e che si ponga la parola fine a questa vicenda. Mi auguro veramente che questa sia l'ultima volta in cui si deve discutere, in questa sede, di una bruttissima figura che è stata fatta, non tanto in questa tornata amministrativa, quanto nell'intera storia del Consiglio Comunale. Prima di me sono intervenuti quattro Capigruppo, che rappresentano circa trenta Consiglieri, e altri devono ancora intervenire. Io intervengo al posto del Consigliere Carossa e rappresento altri tre Consiglieri; in totale, quindi, sono trentatre. La sentenza che ci ha consegnato ed illustrato (naturalmente, in linea di massima) non è questa; la sentenza è quella che questa Assemblea ha già decretato quando il 95% del Consiglio Comunale le ha detto: "Vada a casa, Presidente". La sentenza politica peggiore è quella che, dopo una sentenza ufficiale (che lei ci ha consegnato), oggi le ribadiamo, perché c'è una sfiducia totale. Le ripeto che ritengo che la sua sia stata una brutta figura; probabilmente, anche avendo visto il suo comportamento precedente, lei, delegittimato politicamente, rimarrà seduto lì fino alla scadenza della tornata amministrativa (nel 2011), ma chi rappresenterà? Penso si debba fare un po' di ordine su questa vicenda, perché è vero che lei ha dato a questa Città la sensazione di essere seduto ed avvitato con i controdadi a quella poltrona (questa è l'impressione che ha dato a tutti, anche alla cittadinanza), ma è altrettanto vero che questa situazione è da esaminare a partire dai mesi precedenti. Infatti, questo è anche il risultato di un'incapacità, da parte della maggioranza, di gestire al suo interno le vicende politicamente rilevanti (poi si sono imbattuti in uno come lei che ha i controdadi ben stretti e, ovviamente, ha reagito). Queste vicende, portate all'interno del Consiglio Comunale, non hanno fatto altro che infangarne la storia e devo dire che, da questo punto di vista, a me dispiace. Mi auguro che il dibattito di oggi possa farla riflettere (probabilmente, sono un inguaribile ottimista); è certo che lei rappresenta e rappresenterà se stesso, ma non è questo il ruolo affidato al Presidente del Consiglio Comunale di Torino. Nel suo intervento, il Consigliere Goffi minacciava, anche attraverso i ragionamenti fatti dai Capigruppo Giorgis e Cantore, di modificare il nostro Regolamento in Commissione Statuto. Mi auguro che non si debba arrivare a tanto e che il buonsenso prevalga, facendo sì che possa ritornare l'onore in questo Consiglio Comunale (che, probabilmente, si è perso da questo punto di vista). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Intervengo con un po' di malinconia, perché il Consiglio Comunale riprende, dopo la pausa estiva, i suoi lavori discutendo una questione che, sicuramente, ha trascinato la nostra vita consiliare in una situazione difficilmente spiegabile alla cittadinanza. Il Consiglio Comunale, con la votazione della deliberazione di revoca, si è avventurato in un ginepraio; noi non abbiamo partecipato al voto proprio perché ritenevamo che quel provvedimento non fosse legittimo e, in qualche modo, il TAR ci ha dato ragione, così come ha reso giustizia a lei, Presidente. A questo punto, crediamo che si debba prendere atto della situazione in cui si trova la Sala Rossa, vista la pantomima continua che vede questo Consiglio Comunale ragionare su questa vicenda e non sui temi che avrei voluto affrontare dopo la pausa estiva; mi riferisco, ad esempio, alla crisi economica che, probabilmente, questa città sta vivendo più di altre. Quindi, mantenendo la stima politica e personale nei suoi confronti, le chiediamo di valutare, con la stessa responsabilità con cui ha condotto i lavori consiliari e della Conferenza dei Capigruppo, se e quando assumere una decisione - quella che riterrà più opportuna -, affinché questo Consiglio Comunale possa recuperare quella credibilità che, man mano, ha perso proprio nel corso di questo dibattito, che, purtroppo, non fa bene alla nostra Istituzione. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Intervengo con molta difficoltà, perché si vive un po' di disagio quando una vicenda così incresciosa si trascina. Ho preferito scrivere degli appunti, anche per pesare le parole che intendo pronunciare questa sera, sperando che il mio intervento possa segnare un percorso di coerenza rispetto alle posizioni che ho assunto dal momento in cui è stata votata la deliberazione di revoca fino ad oggi. Ribadisco che voterei ancora contro quella deliberazione di revoca (stabilita dal comma 7 dell'art. 32 dello Statuto), perché, come allora, sono convinto che il gesto del Presidente di intrattenersi con i manifestanti pro-Hamas sia stato più un atto di leggerezza o di errata valutazione, che un'azione grave e in malafede; in questo senso, credo che non ci fossero gli estremi per presentare una deliberazione di revoca. Su quell'episodio, quindi, non cambio opinione e ribadisco le dichiarazioni fatte a caldo in Consiglio Comunale, compresa la contestuale condanna nei confronti dei manifestanti che hanno incendiato le bandiere di Israele. Ritengo che sia stato un errore presentare quella deliberazione di revoca; infatti, la revoca è consentita (in base all'articolo 32 comma 7 dello Statuto) solo per gravi e comprovati motivi, ricollegabili a comportamenti del Presidente del Consiglio e, soprattutto, alla sua capacità di assicurare l'ordinato e corretto svolgimento delle adunanze consiliari. Solo in questi casi, quindi, vi sarebbero le motivazioni per poter votare in Consiglio una deliberazione di revoca. Ciò premesso, vorrei sottolineare un aspetto importante, che, però, solo alcuni Consiglieri hanno menzionato: oggi, il contesto politico in cui opera il Consiglio Comunale di Torino è mutato rispetto a quando si è verificato l'episodio incriminato, il 19 gennaio 2009 (poco tempo dopo che il Consiglio Comunale aveva confermato il Consigliere Castronovo alla carica di Presidente del Consiglio Comunale), perché il Partito di Rifondazione Comunista non fa più parte della maggioranza di centrosinistra che sostiene il Sindaco Chiamparino. A mio avviso, è questo il problema, perché lei è stato eletto Presidente del Consiglio proprio in quanto esponente del suo partito (che avrei voluto facesse ancora parte della maggioranza e infatti, avevo proposto l'idea di accettare la sfida che il Sindaco ha lanciato al Partito di Rifondazione Comunista di governare questa Città per altri due anni). Non credo di dover aggiungere altro, Presidente; non chiedo le sue dimissioni e lascio che sia lei a scegliere, in base alla situazione che si è venuta a creare, alla sua coscienza e alla sua intelligenza. Decida che cosa è meglio fare, tenendo presente che l'Istituzione che rappresentiamo non può essere governata nel migliore dei modi se non vi è un clima di serenità e di condivisione dei ruoli, in particolare di quelli prestigiosi come quello da lei finora occupato. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Lonero. LONERO Giuseppe Il mio intervento sarà molto breve e non credo che sfrutterò tutti i cinque minuti a mia disposizione; vorrei semplicemente sottolineare il mio rammarico (che ho già avuto modo di esprimerle in altre occasioni, quando si è affrontato questo tema), perché, in questo momento, stiamo assistendo al ricorso ai Tribunali per fare politica. È una situazione assolutamente inaccettabile, soprattutto se, dopo aver citato in questa Sala quasi orgogliosamente le sentenze emesse, lei non prende atto che, vincendo in Tribunale, ha perso in quest'Aula. Nel momento in cui sono state emesse quelle sentenze in suo favore, paradossalmente lei è risultato lo sconfitto di tutta questa vicenda (naturalmente, dal punto di vista politico). Sono molto più giovane di lei sotto il profilo dell'esperienza politica (e anche anagraficamente), ma ho imparato che, nel momento in cui per fare politica ci si deve appoggiare al giudizio di un Tribunale, tutta la classe politica sta perdendo e chi ne fa ricorso dimostra la sua debolezza. È come se un bambino, al quale stanno cercando di rubare un giocattolo, si rivolgesse alla mamma, ma questo non è assolutamente accettabile in un'Aula in cui da adulti - e non da bambini - dobbiamo amministrare una città importante come Torino, dobbiamo inviare dei messaggi e degli insegnamenti molto seri, quindi non possiamo avvalerci dell'aiuto esterno per rimanere attaccati ad un posto per il solo fatto che ci piacerebbe continuare ad occupare quel posto. Prima il Consigliere Gallo Domenico la invitava a scegliere, ma, purtroppo, lei ha già scelto, Presidente, e lo dico con rammarico; dal punto di vista personale, nutro una profonda stima nei suoi confronti, ma, dal punto di vista politico, non le posso ribadire la stessa stima, che, invece, potrebbe recuperare - se mai ciò la interessasse - rassegnando le dimissioni. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, vorrei sottoporvi alcune considerazioni, dopo aver sentito quanto detto nel corso del dibattito. Non vi nascondo che mi aspettavo una discussione di questo genere, infatti non pensavo che si sarebbe proceduto in maniera differente da quanto è accaduto oggi; sapevo che avrei nuovamente sentito parlare di legittimazione politica e di dignità, magari anche da parte di esponenti di Gruppi nei quali alcuni Consiglieri Comunali, eletti nella maggioranza, sono passati nella minoranza, o viceversa, o hanno cambiano Gruppo Consiliare, come se tutto questo fosse parte integrante di una dignità della politica verso la quale nessuno dice mai nulla (né i giornali, né altri). Si tratta di persone che hanno avuto una legittimazione dal voto popolare per svolgere certi compiti in Consiglio Comunale, che, però, dopo un po', ne svolgono altri e, poi, ritornano a fare quelli di prima e, magari, in seguito ritornano a fare qualcos'altro; vi sono Gruppi che nascono con un solo Consigliere e, dopo un po', i Consiglieri diventano cinque, Gruppi che non hanno nessun Consigliere, ma, in seguito, ne entrano a far parte una decina; litighiamo sulle assegnazioni ai Gruppi Misti per questo o quel Consigliere e, secondo voi, tutto questo fa parte della Politica (con la P maiuscola). Ad un Presidente, invece, viene revocato l'incarico per il fatto di avere ricevuto una delegazione di manifestanti che protestavano contro il massacro che si stava tenendo a Gaza (che coinvolgeva migliaia di persone, con bombe non ammesse che venivano gettate tra le case), ma noi di tutto questo non parliamo. Questa è la mia prima considerazione: quando mi si dice di parlare di politica, rispondo che è giusto e che è necessario farlo. Per quanto riguarda la seconda considerazione, mi ha fatto molto piacere ascoltare una buona parte - non tutto - dell'intervento del Consigliere Cantore, che, però, ha fatto solo un errore, perché nello Statuto non è previsto che il Presidente del Consiglio Comunale debba essere espressione della maggioranza ed il Vicepresidente… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Si tratta di una prassi consolidata in questo Consiglio Comunale. Oggi, si dice che questa parte relativa alla Presidenza del Consiglio dovrebbe essere modificata e, forse, questa decisione nasce dal fatto che il Presidente viene sottoposto ad una critica, a causa di un'azione politica che ha commesso, riguardo alla sua legittimazione nel rappresentare il Consiglio Comunale. Io chiedo scusa, ma, come ho detto in altre occasioni, questo chiedere scusa alle volte è un po' esagerato. A mio parere, la lettura delle sentenze può essere molto istruttiva; questa sentenza ha un pregio, non perché mi dà ragione, ma, perché, nel darmi ragione, articola i fatti in un certo modo, afferma che, nel merito, le mie argomentazioni sono fondate e, soprattutto, sancisce un principio: il Presidente del Consiglio Comunale ha come compito fondamentale quello di garantire l'amministrazione e la funzionalità del Consiglio ed il rispetto delle regole da parte dei Consiglieri. Questo è quanto. Dopodiché, mi rendo perfettamente conto che esistono i problemi politici e che le soluzioni politiche che, a suo tempo, potevano essere ricercate, nel momento in cui sono state proposte, hanno ricevuto un rifiuto. Oggi, si tratta di ricominciare da zero, ma è necessario discutere questo argomento partendo dal fatto che è stato formalmente sancito il principio della non sindacabilità dei comportamenti politici del Presidente del Consiglio. Questo è quanto e, rispetto a ciò, terrò in debita considerazione le argomentazioni ed i suggerimenti avanzati in Aula questa sera (o proposti domani in Conferenza dei Capigruppo, o in futuro), ma credo che sia opportuno e necessario che tutti facciano un passo indietro e si riprenda a discutere su come risolvere ed affrontare politicamente il problema del funzionamento del Consiglio Comunale di Torino. |