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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Settembre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 25

Comunicazioni del Presidente Castronovo su "Lettere di adesione del Consigliere Gandolfo al Gruppo Partito Democratico e del Consigliere Galasso al Gruppo UDC"
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
A questo punto mi corre l'obbligo di dare una comunicazione all'Aula in quanto
abbiamo ricevuto oggi comunicazione da parte del Consigliere Gandolfo di avere
deciso, in accordo col Capogruppo Andrea Giorgis, di aderire, a decorrere da oggi, al
Gruppo del Partito Democratico, gruppo del PD; così come avevamo già comunicato
prima della chiusura estiva che il Consigliere Galasso aveva deciso, in accordo con il
Capogruppo Goffi, di aderire al Gruppo dell'UDC.
La parola al Consigliere Galasso.

GALASSO Ennio Lucio
Affido all'attenzione del Consiglio brevi appunti. Uno dei problemi che tiene desta
l'attenzione degli opinionisti di diversa cultura e dei politici di vari schieramenti è
rappresentato dalla necessità di rendere più civile il confronto politico, perché si
pensa che solo così l'agire amministrativo e la produzione legislativa potranno essere
sapientemente indirizzati verso la convenienza per la comunità tutta.
La legittima necessità di raccogliere consenso si è trasformata in ossessione
impedendo una visione globale e strategica e, come ammoniva Mirabeau oltre due
secoli fa, bisogna guardarsi dal furore di governare, che è la più funesta malattia dei
Governi moderni, poiché per dirla con Giovanni Ansaldo, spesso la mediocrità è una
voragine per la quale anche gli spiriti eletti trovano una cupa attrazione.
È sorprendente, ma, oggi, la moderazione va controcorrente ed anche il coraggio
dell'eventuale solitudine potrà diventare una semenza generosa per l'equilibrio
politico ed istituzionale e per un'amministrazione non rissosa.
Occorre ricostruire il rapporto civile ed il senso civico non sulla reciproca sfiducia,
ma sulle possibilità della fiducia.
Nell'Amleto si legge che le epoche non falliscono, si compiono e neppure finiscono,
perché ci sono sempre degli strascichi; questo ci insegna che le demonizzazioni o le
demolizioni non sono immaginabili, perché sono infeconde, quando non sono
dannose.
Concordo con quanto scritto il 15 agosto 2009 dall'onorevole Giuliano Cazzola su
"Il Sole 24 ore": l'Italia ha espresso, in tempi assai più difficili degli attuali, una
classe dirigente orientata ad unificare il Paese, anche quando la realtà imponeva di
prendere atto dei suoi divari. La regola era semplice: essere equi, avere una visione
equilibrata e nazionale, sgombra da pregiudizi e rivalse.
In ciò sento l'eco della ragione per cui in questa Sala Consiliare, il 2 aprile 2008,
avevo fatto riferimento all'impegno della classe dirigente inglese di metà Ottocento
per far fronte alla crisi della Rivoluzione Industriale. È per questo motivo che, dopo
tale data, avevo suggerito negli scritti, nei colloqui e negli incontri di guardare ai
Moderati e all'UDC e, successivamente, avevo accolto con favore l'ipotesi letteraria
e politica di costruire una cattedrale.
Tutto ciò ha portato all'approdo, da tempo avvistato e comunicato agli amici dei
Gruppi Consiliari interessati, all'UDC, interprete di un'opposizione nazionale e
cittadina che non si appende all'ostruzionismo o al dileggio, capace di partecipare a
maggioranze senza smarrire la propria vocazione moderata, laica e di ispirazione
cristiana, perché, come ricorda il Cardinale Tettamanzi, serve un antidoto etico
all'"homo economicus", che cerca solo l'utilità; l'economia e la finanza devono
essere portatrici di uno sviluppo umano integrale. È una musica che ascolto, mi
motiva e mi entusiasma da cinquant'anni.
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