Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200904480/002, presentata in data 9 luglio 2009, avente per oggetto: "Interventi del Comune di Torino a favore dei rifugiati e profughi" CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Borgione. BORGIONE Marco (Assessore) Oltre a numerose considerazioni iniziali, l'interpellanza pone tre quesiti: il primo riguardante l'iscrizione anagrafica (quindi, la residenza dei cittadini stranieri titolari del permesso di soggiorno), il secondo relativo allo stato di avanzamento del progetto di predisposizione della struttura comunale stabile di prima accoglienza e il terzo sull'aggiornamento dei lavori del Tavolo con le associazioni. Rispetto alla prima questione, comunico che abbiamo cercato di ovviare all'impossibilità di registrare anagraficamente le persone che non avevano le caratteristiche di ottenere la residenza presso le nostre anagrafi, con un Protocollo d'Intesa (siglato da Prefettura, Questura, Direzione Provinciale del Lavoro, Regione Piemonte e Provincia di Torino) destinato a valorizzare il domicilio temporaneamente eletto da queste persone. Lo abbiamo fatto per due obiettivi: per permettere l'accesso degli stranieri presenti sul territorio provinciale ed in possesso dei titoli di protezione internazionale alla protezione sussidiaria per motivi umanitari di accedere ai centri per l'impiego e alle agenzie interinali e per ottenere la loro iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale nel distretto sanitario di riferimento. Circa il secondo quesito, riguardante lo stato di avanzamento del progetto, abbiamo attivato - penso che questo i Consiglieri lo sappiano già e sarà anche oggetto delle comunicazioni che seguiranno - un numero significativo di posti di accoglienza, oltre a quelli garantiti dalla convenzione con il Ministero per il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati. Sono 50 posti, tra uomini e donne, più 20 posti per minori, fino ad arrivare ai 250 che, a rotazione, ogni anno mettiamo a disposizione. Nel 2008 le accoglienze sono state 1.047: la struttura della Città è quindi disponibile per questi livelli di accoglienza. Abbiamo anche attivato progetti sperimentali come il "Rifugio Diffuso" e, d'accordo con la Prefettura, abbiamo risposto al bando pubblicato dal Ministro Maroni, in scadenza il 30 giugno, per un progetto che vede la realizzazione di uno stabile con 80 posti di accoglienza per rifugiati. Su questo aspetto, siamo in attesa di disposizioni da parte del Ministro. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Voglio soltanto dire che, per quanto riguarda la residenza, il fatto di non avere una carta di identità o una residenza riconosciuta rende sicuramente queste persone cittadini dimezzati. Quest'estate, mi è capitato di andare in una banca sita in una zona di Torino che, di solito, non frequento, una banca molto vitale dal punto di vista lavorativo: c'erano molti stranieri ed immigrati che facevano operazioni bancarie ed uno di loro, che non aveva la carta di identità, non ha potuto farle. Banalmente, non ci si immagina che cosa significhi non avere una carta di identità: non si può nemmeno aprire un conto in banca. Tutta una serie di attività che fanno parte della vita normale dei cittadini non possono essere portate avanti da chi non ha una residenza. Questo significa mancata integrazione, mancata autonomia, significa maggiore assistenzializzazione. Prima le persone vengono rese autonome e capaci di vivere una vita il più normale possibile, prima il problema sociale si attutisce e si trasforma in una situazione di maggiore normalità. A mio modo di vedere, questo è il motivo per cui l'Amministrazione dovrebbe cercare di facilitare il più possibile l'acquisizione della residenza da parte di chi la richiede, perché non si tratta soltanto di servizi sanitari o di centri per l'impiego, si tratta di tutte quelle cose che servono per la vita: banalmente, il conto in banca è una delle cose più comuni e normali. Per quanto riguarda il progetto di predisposizione della struttura comunale stabile di prima accoglienza, non ho capito se noi, come Amministrazione, abbiamo individuato una struttura, oppure no. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). La struttura comunale di cui si parlava è stata individuata, ma sappiamo che struttura è? Abbiamo dei tempi programmati per allestirla? La terza questione riguarda l'aggiornamento sui lavori del Tavolo con le associazioni: mi rendo conto che, in questo momento, siamo in un momento di transizione (visto che c'è appena stato il trasferimento a Settimo e in via Asti), ma mi piacerebbe che, in Commissione, fossero audite le Associazioni che ci stanno lavorando, per capire come proceda il lavoro e come queste riescano a portarlo avanti. Mi pare di aver capito venerdì, parlando con i rappresentanti delle associazioni, che la fase attuale sia una fase di impostazione. Vorrei che, tra una ventina di giorni, in Commissione si approfondisse l'argomento con le associazioni che si sono impegnate ad avviare percorsi di formazione professionale, di apprendimento della lingua e di ricerca del lavoro con i profughi. Ritengo, infatti, molto importante seguire attentamente proprio questo tipo di percorsi, anche per capire che cosa si può fare di meglio o di diverso in futuro, per evitare che si ricrei una situazione congestionata come quella che abbiamo dovuto affrontare e per capire, invece, come possiamo provvedere diversamente. Direi, quindi, che il terzo punto possiamo affrontarlo in seguito; per quanto riguarda il primo e il secondo, invece, sarei grata all'Assessore se volesse rispondermi. In ogni caso, lo ringrazio, anche per l'impegno dimostrato, soprattutto nella giornata di venerdì, che penso abbia visto la soddisfazione di tutti, rispetto ad un'operazione che non era facile e che, invece, è stata portata avanti in maniera soddisfacente da tutti coloro che erano coinvolti. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Borgione, per una breve replica. BORGIONE Marco (Assessore) Per quanto riguarda il tema della residenza, non spenderei altre parole, perché, per ottenerla, ci sono criteri e regole precise e non è che ogni Comune possa andare in deroga, come ritiene: per avere la residenza, è necessario possedere determinati requisiti previsti dalla Legge Nazionale. Uno di questi è l'inserimento in uno dei sistemi di protezione e di accoglienza previsti dagli accordi con il Ministero, per cui quando le persone sotto protezione internazionale sono accolte non in maniera temporanea in progetti straordinari - come Via Asti - ma nei percorsi messi in campo dalla Città (conformemente, quindi, ai protocolli firmati con il Ministero: parlo, per esempio, del Mondo Unito), ottengono, per il periodo di inserimento nella struttura, la residenza all'indirizzo della comunità. Quindi tutti i componenti della comunità costituiscono uno stato di famiglia. Credo che il tema della residenza sia enfatizzato in maniera, forse, esagerata: abbiamo, infatti, avuto la riprova che, con l'occupazione di Corso Peschiera, molti degli occupanti - la metà di quelli censiti - avevano la residenza in altri comuni italiani. Allora, se è vero che residenza è autonomia, non so quanto fosse calzante l'esempio delle operazioni bancarie, perché stiamo parlando di persone che non hanno disponibilità finanziarie tali da portarli a solcare la porta di un istituto di credito; se anche fosse così, se le persone sono inserite in sistemi di protezione ed hanno, quindi, l'iscrizione anagrafica, per cui possono fare le operazioni di cui parlava il Consigliere Silvestrini. Ma - ripeto - oltre la metà di quelli con cui siamo venuti in relazione aveva i documenti legati ad altri comuni (Firenze, Bari, Crotone, Roma, Siracusa, Trapani, Lecce e Milano), per cui l'iscrizione anagrafica non è stata una delle garanzie all'ottenimento della residenza e al compimento di percorsi di autonomia; anzi, li abbiamo dovuti accompagnare qua, da Torino. La struttura di 80 posti è un progetto. L'area di Via Somalia è stata messa a disposizione dal Patrimonio, è un'area che è oggetto di trasformazione urbanistica, è una parte della trasformazione urbanistica su cui abbiamo collocato sulla carta, progettualmente, una struttura che prevede l'accoglienza di 80 posti per rifugiati. Siamo a questo livello: si tratta di un foglio di carta con un progetto preliminare e con una presentazione al Ministero per ottenere i fondi necessari alla sua realizzazione. Noi, oggi, disponiamo di un'area e di un progetto inviato al Ministero per l'approvazione e per il finanziamento. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |