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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Settembre 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 14
INTERPELLANZA 2009-04480
"INTERVENTI DEL COMUNE DI TORINO A FAVORE DEI RIFUGIATI E PROFUGHI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SILVESTRINI, CASSANO E FERRANTE IN DATA 9 LUGLIO 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200904480/002, presentata in
data 9 luglio 2009, avente per oggetto:
"Interventi del Comune di Torino a favore dei rifugiati e profughi"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Borgione.

BORGIONE Marco (Assessore)
Oltre a numerose considerazioni iniziali, l'interpellanza pone tre quesiti: il primo
riguardante l'iscrizione anagrafica (quindi, la residenza dei cittadini stranieri titolari
del permesso di soggiorno), il secondo relativo allo stato di avanzamento del progetto
di predisposizione della struttura comunale stabile di prima accoglienza e il terzo
sull'aggiornamento dei lavori del Tavolo con le associazioni.
Rispetto alla prima questione, comunico che abbiamo cercato di ovviare
all'impossibilità di registrare anagraficamente le persone che non avevano le
caratteristiche di ottenere la residenza presso le nostre anagrafi, con un Protocollo
d'Intesa (siglato da Prefettura, Questura, Direzione Provinciale del Lavoro, Regione
Piemonte e Provincia di Torino) destinato a valorizzare il domicilio
temporaneamente eletto da queste persone. Lo abbiamo fatto per due obiettivi: per
permettere l'accesso degli stranieri presenti sul territorio provinciale ed in possesso
dei titoli di protezione internazionale alla protezione sussidiaria per motivi umanitari
di accedere ai centri per l'impiego e alle agenzie interinali e per ottenere la loro
iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale nel distretto sanitario di riferimento.
Circa il secondo quesito, riguardante lo stato di avanzamento del progetto, abbiamo
attivato - penso che questo i Consiglieri lo sappiano già e sarà anche oggetto delle
comunicazioni che seguiranno - un numero significativo di posti di accoglienza, oltre
a quelli garantiti dalla convenzione con il Ministero per il Sistema di Protezione
Richiedenti Asilo e Rifugiati. Sono 50 posti, tra uomini e donne, più 20 posti per
minori, fino ad arrivare ai 250 che, a rotazione, ogni anno mettiamo a disposizione.
Nel 2008 le accoglienze sono state 1.047: la struttura della Città è quindi disponibile
per questi livelli di accoglienza. Abbiamo anche attivato progetti sperimentali come
il "Rifugio Diffuso" e, d'accordo con la Prefettura, abbiamo risposto al bando
pubblicato dal Ministro Maroni, in scadenza il 30 giugno, per un progetto che vede la
realizzazione di uno stabile con 80 posti di accoglienza per rifugiati. Su questo
aspetto, siamo in attesa di disposizioni da parte del Ministro.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
Voglio soltanto dire che, per quanto riguarda la residenza, il fatto di non avere una
carta di identità o una residenza riconosciuta rende sicuramente queste persone
cittadini dimezzati.
Quest'estate, mi è capitato di andare in una banca sita in una zona di Torino che, di
solito, non frequento, una banca molto vitale dal punto di vista lavorativo: c'erano
molti stranieri ed immigrati che facevano operazioni bancarie ed uno di loro, che non
aveva la carta di identità, non ha potuto farle.
Banalmente, non ci si immagina che cosa significhi non avere una carta di identità:
non si può nemmeno aprire un conto in banca. Tutta una serie di attività che fanno
parte della vita normale dei cittadini non possono essere portate avanti da chi non ha
una residenza. Questo significa mancata integrazione, mancata autonomia, significa
maggiore assistenzializzazione.
Prima le persone vengono rese autonome e capaci di vivere una vita il più normale
possibile, prima il problema sociale si attutisce e si trasforma in una situazione di
maggiore normalità.
A mio modo di vedere, questo è il motivo per cui l'Amministrazione dovrebbe
cercare di facilitare il più possibile l'acquisizione della residenza da parte di chi la
richiede, perché non si tratta soltanto di servizi sanitari o di centri per l'impiego, si
tratta di tutte quelle cose che servono per la vita: banalmente, il conto in banca è una
delle cose più comuni e normali.
Per quanto riguarda il progetto di predisposizione della struttura comunale stabile di
prima accoglienza, non ho capito se noi, come Amministrazione, abbiamo
individuato una struttura, oppure no. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). La
struttura comunale di cui si parlava è stata individuata, ma sappiamo che struttura è?
Abbiamo dei tempi programmati per allestirla?
La terza questione riguarda l'aggiornamento sui lavori del Tavolo con le
associazioni: mi rendo conto che, in questo momento, siamo in un momento di
transizione (visto che c'è appena stato il trasferimento a Settimo e in via Asti), ma mi
piacerebbe che, in Commissione, fossero audite le Associazioni che ci stanno
lavorando, per capire come proceda il lavoro e come queste riescano a portarlo
avanti. Mi pare di aver capito venerdì, parlando con i rappresentanti delle
associazioni, che la fase attuale sia una fase di impostazione. Vorrei che, tra una
ventina di giorni, in Commissione si approfondisse l'argomento con le associazioni
che si sono impegnate ad avviare percorsi di formazione professionale, di
apprendimento della lingua e di ricerca del lavoro con i profughi. Ritengo, infatti,
molto importante seguire attentamente proprio questo tipo di percorsi, anche per
capire che cosa si può fare di meglio o di diverso in futuro, per evitare che si ricrei
una situazione congestionata come quella che abbiamo dovuto affrontare e per
capire, invece, come possiamo provvedere diversamente.
Direi, quindi, che il terzo punto possiamo affrontarlo in seguito; per quanto riguarda
il primo e il secondo, invece, sarei grata all'Assessore se volesse rispondermi.
In ogni caso, lo ringrazio, anche per l'impegno dimostrato, soprattutto nella giornata
di venerdì, che penso abbia visto la soddisfazione di tutti, rispetto ad un'operazione
che non era facile e che, invece, è stata portata avanti in maniera soddisfacente da
tutti coloro che erano coinvolti.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola all'Assessore Borgione, per una breve replica.

BORGIONE Marco (Assessore)
Per quanto riguarda il tema della residenza, non spenderei altre parole, perché, per
ottenerla, ci sono criteri e regole precise e non è che ogni Comune possa andare in
deroga, come ritiene: per avere la residenza, è necessario possedere determinati
requisiti previsti dalla Legge Nazionale. Uno di questi è l'inserimento in uno dei
sistemi di protezione e di accoglienza previsti dagli accordi con il Ministero, per cui
quando le persone sotto protezione internazionale sono accolte non in maniera
temporanea in progetti straordinari - come Via Asti - ma nei percorsi messi in campo
dalla Città (conformemente, quindi, ai protocolli firmati con il Ministero: parlo, per
esempio, del Mondo Unito), ottengono, per il periodo di inserimento nella struttura,
la residenza all'indirizzo della comunità. Quindi tutti i componenti della comunità
costituiscono uno stato di famiglia.
Credo che il tema della residenza sia enfatizzato in maniera, forse, esagerata:
abbiamo, infatti, avuto la riprova che, con l'occupazione di Corso Peschiera, molti
degli occupanti - la metà di quelli censiti - avevano la residenza in altri comuni
italiani. Allora, se è vero che residenza è autonomia, non so quanto fosse calzante
l'esempio delle operazioni bancarie, perché stiamo parlando di persone che non
hanno disponibilità finanziarie tali da portarli a solcare la porta di un istituto di
credito; se anche fosse così, se le persone sono inserite in sistemi di protezione ed
hanno, quindi, l'iscrizione anagrafica, per cui possono fare le operazioni di cui
parlava il Consigliere Silvestrini. Ma - ripeto - oltre la metà di quelli con cui siamo
venuti in relazione aveva i documenti legati ad altri comuni (Firenze, Bari, Crotone,
Roma, Siracusa, Trapani, Lecce e Milano), per cui l'iscrizione anagrafica non è stata
una delle garanzie all'ottenimento della residenza e al compimento di percorsi di
autonomia; anzi, li abbiamo dovuti accompagnare qua, da Torino.
La struttura di 80 posti è un progetto. L'area di Via Somalia è stata messa a
disposizione dal Patrimonio, è un'area che è oggetto di trasformazione urbanistica, è
una parte della trasformazione urbanistica su cui abbiamo collocato sulla carta,
progettualmente, una struttura che prevede l'accoglienza di 80 posti per rifugiati.
Siamo a questo livello: si tratta di un foglio di carta con un progetto preliminare e
con una presentazione al Ministero per ottenere i fondi necessari alla sua
realizzazione. Noi, oggi, disponiamo di un'area e di un progetto inviato al Ministero
per l'approvazione e per il finanziamento.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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