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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 13 Luglio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 2
INTERPELLANZA 2009-04267
"TRASFERIMENTO DEI PROFUGHI DALL'EX CLINICA SAN PAOLO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RAVELLO E GHIGLIA IN DATA 3 LUGLIO 2009.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Iniziamo l'adunanza del Consiglio Comunale discutendo l'interpellanza n. mecc.
200904267/02, presentata in data 3 luglio 2009, avente per oggetto:
"Trasferimento dei profughi dall'ex Clinica San Paolo"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Borgione.

BORGIONE Marco (Assessore)
L'interpellante chiede: "Se le associazioni citate in premessa abbiano ricevuto
contributi dal Comune di Torino"; solo alcune delle associazioni citate in premessa li
hanno ricevuti, insieme ad altre: nello specifico, la società San Vincenzo de Paoli, la
Diocesi di Biella Caritas Diocesana, l'associazione Il Campo (con sede ad Alba),
l'associazione Gruppo Abele Onlus, l'associazione GiOC e l'associazione Il Nodo.
Queste sei realtà hanno ricevuto contributi per complessivi 177.000 Euro.
Queste associazioni hanno presentato il progetto per l'accompagnamento dei
profughi e gli inserimenti sociali ed abitativi, quindi - come concordato al Tavolo
con Regione, Provincia e Prefettura - per distribuire sul territorio provinciale e
regionale la presenza e l'accoglienza dei profughi o rifugiati (ed è questo il motivo
per il quale compaiono la Diocesi di Biella, l'associazione Il Campo di Alba ed altre
realtà che hanno operato nel territorio regionale).
Per quanto riguarda la seconda domanda, gli accertamenti sono stati effettuati
attraverso gli organi istituzionali; quindi, Regione, Provincia, Comune e Prefettura
hanno verificato che il progetto seguisse l'iter. Sono stati già fatti trenta inserimenti
di adulti, in prevalenza sono donne con minori… Vi chiedo scusa, mi sono sbagliato,
la prevalenza è di uomini. Però il rapporto è molto stretto, è quasi uguale il numero
di uomini e di donne (a differenza del passato ed è per questo che sono stato indotto
nell'errore, perché ci sono parecchie donne con bambini o donne incinte). Gli
inserimenti effettuati fino ad ora sono trentuno, più quattro bambini, e si prevede di
farne altri nel corso del mese di luglio.
Per quanto riguarda la terza domanda, "Quanto sia stato speso o quale sia la
previsione di spesa per la ristrutturazione e l'adeguamento dei locali di Via Asti",
non è ancora stato speso nulla e rimane questa la previsione di spesa. Il Prefetto,
come il Consigliere ha avuto modo di sentire nel corso dell'incontro di venerdì con la
Conferenza di Capigruppo, ha dato disposizione al Provveditorato delle opere
pubbliche di definire le sistemazioni necessarie per l'accoglienza in Via Asti. Si
potrebbe verificare la necessità di alcuni interventi marginali, ma gli oneri saranno a
carico della Prefettura.
Anche la risposta alla quarta domanda (la durata della permanenza dei profughi
all'interno della nuova struttura) è stata fornita dalla Prefettura, prevedendo circa 6 o
8 mesi; l'auspicio è che, se tutto dovesse andare per il verso giusto, non dovrebbe
essere più necessario trovare un'altra struttura per spostarli al termine del periodo di
accoglienza in Via Asti, perché, nel frattempo, dovrebbe partire il progetto del
Ministero degli Interni, finanziato con fondi europei, che prevede l'inserimento
sociale, abitativo e lavorativo di oltre 100 persone.
Il quinto quesito chiede "se e in che modo sia stata coinvolta la Circoscrizione
competente"; purtroppo, a causa delle modalità con le quali è stata gestita questa
vicenda, non è stata coinvolta: infatti, la disponibilità da parte dell'Esercito è emersa
nel corso di una riunione del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, per cui
questa informazione è stata data immediatamente agli organi di stampa e un
quotidiano l'ha pubblicata il giorno successivo. È materialmente mancato il tempo
per effettuare tutti i passaggi istituzionali; oggi pomeriggio, si svolgerà un Consiglio
aperto della Circoscrizione, però non è propriamente ciò che si potrebbe definire un
coinvolgimento della Circoscrizione. Purtroppo, neanche noi siamo stati in grado di
poter esercitare una scelta, si è trattato di un'offerta secca.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Ringrazio l'Assessore, perché mi aveva accennato di avere altri impegni, ma,
nonostante ciò, è riuscito a trovare il tempo per rispondere a questa interpellanza, in
un giorno che definirei persino simbolico, considerato che, questa sera, ci sarà il
Consiglio aperto della Circoscrizione 8.
Vorrei partire dall'ultima risposta dell'Assessore, con la quale ci ha confermato ciò
che, onestamente, immaginavamo. Avevamo intuito che, nel percorso che ha portato
all'individuazione della Caserma La Marmora di Via Asti, l'Amministrazione
Comunale e l'Ente decentrato (territorialmente competente) non fossero stati
coinvolti, vista la situazione con connotati persino di emergenza. Non posso non
esprimere il mio rammarico, come ho già avuto modo di fare anche in presenza del
Prefetto.
Ritengo sia un fatto preoccupante che la Città, che ha dovuto farsi carico di una
situazione particolarmente critica, non abbia potuto esprimere la sua opinione quando
è giunto il momento di reperire una sede, oppure - perché c'è sempre la possibilità di
interpretare la questione da un altro punto di vista - l'autorità prefettizia si è dovuta
sostituire alla Città, che, evidentemente - ed è ciò che noi pensiamo -, non si è mossa
tempestivamente per risolvere il problema dell'occupazione abusiva dell'ex Clinica
San Paolo e, contestualmente, il problema dell'accoglienza, che, come previsto da
tutti i codici in materia, deve essere garantita ai profughi e ai migranti (cioè, a tutte
quelle che persone che, ahimè, fuggono da condizioni di carestia, guerra e
quant'altro).
Onestamente, mi pare che il ruolo svolto in questa partita dalla Città non sia stato
all'altezza. Non posso che prendere atto della disponibilità dimostrata dall'Assessore
Borgione, visto che ha partecipato ai diversi incontri che si sono tenuti con i
Capigruppo, durante i quali credo sia emersa prepotentemente la passività del
Comune di Torino. Infatti, si è permesso passivamente che, sotto la regia dei centri
sociali, una struttura inutilizzata come l'ex Clinica San Paolo venisse occupata e,
all'interno di questa, si svolgessero attività che creavano disturbo alla quiete pubblica
e disagi ai residenti nelle aree limitrofe. La Città non è stata in grado di individuare
una soluzione alternativa a questa occupazione abusiva ed è dovuto intervenire il
Prefetto, il rappresentante del Governo, per porre fine ad una situazione che si
protraeva da quasi nove mesi.
Credo che le colpe della Città e le responsabilità dell'Amministrazione siano evidenti
e che non sia sufficiente foraggiare alcune Associazioni (attraverso lo stanziamento
di contributi) per risolvere il problema della presenza ingombrante dei profughi
nell'ex Clinica San Paolo. E mi pare che anche i dati lo dimostrino, perché, se non ho
capito male, gli inserimenti effettuati sono trenta; se, attraverso lo stanziamento di
177.000 Euro, si è arrivati ad una quota di inserimenti pari circa al 10% degli
occupanti, significa che il Comune dovrebbe spendere quasi due milioni di Euro per
garantire un inserimento sociale e lavorativo a tutti i profughi presenti in quella
struttura.
Queste sono cifre di cui la Città di Torino non può disporre (e l'Assessore Borgione
lo sa meglio di me) e ciò dimostra che non siete riusciti a trovare un'altra via, se non
quella dello stanziamento di contributi - anche particolarmente cospicui -, per
risolvere una situazione che da problematica si è trasformata in critica.
È vero che i soldi consentono di rispondere in maniera più tempestiva ai problemi
che toccano la città, ma è altrettanto vero che una buona Amministrazione dovrebbe
riuscire a fornire delle risposte e ad individuare delle soluzioni senza
necessariamente utilizzare il denaro, del quale attualmente non può disporre.
Onestamente, non posso che rispondere con un cenno di sfiducia al suo ottimismo
per il fatto che, trascorsi questi sei o otto mesi di utilizzo della Caserma La Marmora,
il problema sarà definitivamente risolto e, quindi, non si porrà più la questione di
individuare un'altra struttura; in nove mesi siete riusciti ad individuare un'altra sede
solo grazie all'intervento della Prefettura e ciò significa che, in sei o otto mesi, non
riuscirete a garantire l'effettivo e definitivo inserimento sociale, abitativo e
lavorativo per queste persone.
Vorrei farle presente che richiederò delle informazioni su tutte le Associazioni che
hanno usufruito degli stanziamenti del Comune di Torino, per cui avrei bisogno di
una copia del progetto che ha giustificato l'erogazione del contributo, così come
scritto nell'interpellanza (solo perché lo ritengo un atto dovuto). Vorrei sottolineare
che abbiamo chiesto l'elenco delle Associazioni che hanno ricevuto i contributi dalla
Città di Torino perché avevamo bisogno di capire se questa Amministrazione ha
erogato delle risorse pubbliche anche a esponenti o a rappresentanti dei centri sociali,
che, fisicamente, hanno aperto l'ex Clinica San Paolo all'ingresso dei profughi e
(questo è un episodio noto a tutti, sicuramente anche all'Assessore, visto che anche il
Prefetto ne è a conoscenza), di fatto, hanno costruito una regia attorno alla loro
permanenza, fornendo quasi un patrocinio. Questo patrocinio credo che non sia stato
richiesto o voluto, anzi vorrei approfittare di questa vicenda per porre fine a questo
rapporto di convivenza che, nel corso degli anni, si è instaurato con una realtà -
quella dei centri sociali -, che, evidentemente (e, in questa occasione, l'ha dimostrato
una volta di più), non fa altro che creare disagio e disturbo a tutta la comunità.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola, per una breve replica, all'Assessore Borgione.

BORGIONE Marco (Assessore)
Sono stati disegnati due scenari, ma sono convinto che il giusto stia nel mezzo e,
cioè, vi sia una terza via.
È impensabile che un singolo Ente Locale possa farsi carico di questi fenomeni
relativi all'immigrazione, perché hanno un carattere nazionale e, addirittura,
sovranazionale. È anche vero che, nella realtà di Torino, la collaborazione tra le varie
Istituzioni (compresa la Prefettura) ha sempre registrato una perfetta armonia e,
quindi, si sono cercate delle soluzioni non a discapito degli altri, ma condivise.
Questa mi sembra una premessa doverosa, perché non bisogna stabilire chi è bravo o
chi è cattivo: c'è chi, nella difficoltà di ogni giorno, cerca di mettere in campo
risorse, idee e soluzioni, che non sempre sono così semplici come quelle che, da
quanto letto in questi giorni, vengono proposte.
Se il Consigliere me lo permette, vorrei sottolineare una piccola contraddizione
emersa dal suo intervento: ha detto che la Città non può spendere troppo, perché non
dispone delle risorse, ma, dall'altro canto, la accusa di non sapere accogliere. È un
po' semplicistica come considerazione, soprattutto perché, per quanto riguarda
l'accoglienza, il Consigliere conosce benissimo le disponibilità che questa Città offre
quotidianamente.
Concordo sull'impossibilità di una programmazione quando la Città si fa carico di
competenze che dovrebbero avere altri soggetti istituzionali; infatti, alcune persone
sono arrivate da Firenze, Crotone, Bari, Roma, Siracusa e Trapani, per cui esulano da
una possibile programmazione e capacità di assorbimento e di accoglienza rispetto a
quella che, invece, dovrebbe essere la norma.
Inoltre, non è corretto dire che la Città ha permesso che una struttura privata venisse
occupata; infatti, la prima reazione del Sindaco è stata quella di chiederne lo
sgombero. Da quel momento, la gestione è stata affidata alla Prefettura e alla
Questura e sicuramente la Città non è stata estranea a tutti i passaggi successivi, ma
vi è sempre stata una collaborazione condivisa.
Ribadisco che il tema non è cittadino, ma riguarda l'incapacità a livello nazionale di
governare i flussi migratori; a fronte di oltre trentamila sbarchi a Lampedusa nei
primi mesi del 2009, tremila posti di SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti
Asilo e Rifugiati) per sei mesi sono evidentemente non solo inadeguati, ma rendono
assolutamente ingestibile il lavoro. Tutto questo ricade sugli Enti Locali e sarebbe
importante che il Governo se ne facesse carico, ma non vorrei che, al contrario,
adottasse un atteggiamento passivo, di immobilismo. Non mi sembra che sia così,
perché il Ministro Maroni ha messo a disposizione cento milioni di Euro. La Città di
Torino si è candidata con due progetti: uno per il campo nomadi e uno per avere a
disposizione altri ottanta posti per l'accoglienza di profughi e rifugiati. Non vorrei,
però, che un certo immobilismo del Governo (ma, ripeto, che non mi sembra sia
questo l'atteggiamento) portasse, invece, ad accentuare delle tensioni, che, poi, si
indirizzano principalmente sugli Enti Locali.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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