Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione congiunta della proposta di deliberazione n. mecc. 200903215/64, presentata dalla Giunta Comunale in data 26 maggio 2009, avente per oggetto: "Virtual Reality & Multi Media Park S.p.A. - Proposta di ricapitalizzazione della Società. Approvazione" e della proposta di mozione n. mecc. 200904146/02, presentata dai Consiglieri Comunali Giorgis, Cerutti, Domenico Gallo, Sbriglio, Petrarulo, Rattazzi, Gandolfo e Stefano Gallo in data 29 giugno 2009, avente per oggetto: "Accompagnamento alla deliberazione (n. mecc. 200903215/64) 'Virtual Reality & Multi Media Park S.p.A. - Proposta di ricapitalizzazione della Società. Approvazione'. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Sono presenti degli emendamenti per la proposta di deliberazione. In congiunta alla proposta di deliberazione, avviene la discussione della mozione di accompagnamento. La parola al Consigliere Coppola. COPPOLA Michele Mi piacerebbe parlare molto, ma non è necessario che ecceda nel mio intervento ed abusi della pazienza dei Consiglieri. Francamente, credo che avremmo potuto fare di meglio e, parlando di Virtual, dirlo è anche troppo facile, però penso che, in questa circostanza - e parto dal fondo -, sarebbe stato davvero molto semplice fare di più rispetto a quanto, invece, stiamo facendo questa sera. Partendo dalla considerazione fatta in Commissione durante le diverse sedute e le molteplici audizioni, è emerso che anche l'altro socio importante (la Regione Piemonte) aveva chiesto alla Città (che ha, oggi, la responsabilità maggiore) di essere più attiva nel coinvolgere quelli che sono definiti da tutti noi e da chi conosce questa Città gli "attori" del sistema cinema, al fine di vedere Virtual come un Parco che generi davvero ricadute sul territorio e lavori in sinergia con ruoli, definizioni ed obiettivi chiari. Purtroppo, questo tavolo, o documento, od accordo programmatico strategico non è arrivato prima dell'approvazione della ricapitalizzazione di questa sera; ci sono, anche in questa circostanza, impegni che non si sono concretizzati da un documento firmato, anzi, anche attraverso le audizioni fatte in Commissione Cultura dal Presidente Cassiani pochi giorni fa si capisce in maniera inevitabile che i soggetti pubblici o parapubblici che lavorano nel settore cinema e che dovrebbero generare ricadute economiche attive per il nostro territorio, evidentemente, di lavorare insieme non ne vogliono sapere. Essendo partito dal fondo, adesso devo cominciare a ricostruire il ragionamento e le dico, Presidente, che i numeri che abbiamo studiato e condivisi con i Colleghi in Commissione fanno rabbrividire. Questa sera si vota un aumento di capitale pari a circa un milione e mezzo di Euro a carico delle casse comunali, con delle relazioni ed un bilancio approvato per l'anno 2008 che - come ho detto prima - fanno davvero rabbrividire. Addirittura, pensi che nella relazione sulla gestione presentata congiuntamente al bilancio 2008 (approvato dal Presidente di Virtual), si dice che il ROI, il ROS ed il ROE (che sono indici fondamentali nella valutazione di un business) non vengono calcolati perché negativi, quindi, non si sono avuti ritorni sugli investimenti, sulle vendite e sul capitale. Cito questi tre dati perché si è insistito nelle audizioni fatte in Commissione sul valore industriale di un progetto, che, evidentemente, nei numeri illustrati, addirittura negli indici (che dovrebbero essere a conforto di un progetto di bilancio credibile e concreto) non vengono raccontati. Faccio fatica a trovare le ragioni per le quali i torinesi debbano mettere mano un'altra volta al loro portafogli, o nelle loro tasche e trovare un milione e mezzo di Euro di risorse pubbliche per ripianare e ricapitalizzare una società che sta dimostrando, anche nel 2009, di ottenere scarsi risultati. Basti pensare che, fino al 30 aprile di quest'anno, le perdite ammontavano a circa 123.000 Euro e si dice che, forse, nel 2010 ci sarà la possibilità di arrivare ad un pareggio di bilancio. Anche la deliberazione è colma di dubbi, di debolezze, di perplessità e termina in maniera molto chiara, facendo riferimento ad un impegno dell'Amministrazione (da contrarre con economie di mutuo) a trovare le risorse per dare energia ad un Parco che, purtroppo, non solo zoppica, ma sembra essere destinato ad una brutta fine. Quando ho detto che avremmo potuto comportarci diversamente, ho fatto riferimento alla necessità di rendere questo Parco uno strumento capace di attrarre maggiori intelligenze, maggiori risorse private e, invece, guardando i numeri, il Collegio Sindacale arriva a dirci che addirittura anche negli anni prossimi sarà impensabile generare una riduzione dei costi maggiore rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi e, visto che è nei numeri e che è scritto nei documenti che non si può pensare di incrementare i ricavi, allora mi chiedo se davvero questa sera ci stiamo comportando in maniera corretta, se ci stiamo assumendo una responsabilità seria nel trovare un milione e mezzo di Euro a supporto di un piano industriale triennale e programmatico che noi crediamo - l'abbiamo detto in Commissione e lo vediamo questa sera anche dalla scarsa presenza dei Consiglieri in Aula - non essere nella condizione reale di trovare sul mercato risorse, di trovare ospiti del Parco capaci di pagare per gli impegni assunti. Già tra pochi mesi avremo - ahimè - la ferale notizia di altre risorse pubbliche destinate male e, soprattutto, senza il minimo, probabile, possibile ed auspicato ritorno. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Rattazzi. RATTAZZI Giulio Cesare Le vicende che hanno accompagnato e preceduto questa deliberazione si rivelano tali da far descrivere alcune preoccupazioni che sono emerse, anche se non bisogna generalizzare, perché alcuni aspetti di attività possono essere considerati validi, come, per esempio, quello della formazione. Indubbiamente, la vicenda non è esaltante, non è una bella pagina dell'Amministrazione Comunale di Torino e spero che questa Giunta (come mi pare stia cercando di fare) possa ottemperare a degli impegni che renderebbero meno difficile affrontare e risolvere questo problema. Faccio alcune osservazioni riguardanti le vicende passate. Innanzitutto, bisogna chiedersi se, a questo punto, sia il caso che il Comune rimanga nella Società, visto che esiste anche un impegno attraverso la Legge Finanziaria. Quando non ci sono interessi di servizi pubblici, quando non ci si rapporta ad interessi di tipo generali, o di ricadute derivanti anche da partecipazioni a società che potrebbero produrre effetti sull'economia locale, il Comune dovrebbe togliersi e questo è un aspetto che credo si debba tenere conto dal punto di vista generale. La storia della Virtual è fatta di perdite causate dalla riduzione di capitali, la quale comportava, poi, la ricapitalizzazione. Questo è avvenuto per sei o sette anni, quindi, in un balletto piuttosto monotono che, naturalmente, oggi crea delle perplessità. La partecipazione, quindi, a questa iniziativa (che ha le sue buone intenzioni) certamente non ha dato le attese ricadute, le quali giustificherebbero, ad un certo punto, la partecipazione. In sostanza, le ricadute non sono state positive, in questo caso, per l'intervento pubblico, perché il Comune ha il 67% di questa Società, la Finpiemonte il 20%, la Provincia di Torino l'11% (che, poi, hanno espresso le loro perplessità). È successo uno strabiliante connubio, per cui si sono persi dei fondi pubblici, i quali non sono serviti a creare quelle iniziative di carattere privato che dovevano essere sostenute dalla missione e dai compiti che la Virtual doveva estendere. Si sono svolte delle attività di carattere esterno al sistema cinema, con condizioni tali da essere concorrenziali alle normali iniziative private e che, naturalmente, comportavano offerte di carattere agevolato e, alla fine, portavano, magari, a delle entrate non sufficienti a coprire le perdite pagate, nei bilanci successivi, dagli Enti pubblici. C'è stato questo connubio di situazioni che certamente va tenuto presente. Quanto è stato già detto in Commissione - non cambio il parere che ho espresso - è che le risorse non rientrate sono circa - a mio parere, avendo fatto i conti - una dozzina di milioni di Euro (compresi il 2008 e gli interessi) per quanto riguarda il Comune, 6 la Regione e 2 la Provincia. Tutto questo non è certamente esaltante e, inoltre, il bilancio economico annuale comporta normalmente una perdita, che potrebbe essere, anche adesso, intorno ai 300.000 Euro; infatti, già quest'anno siamo a 122.000 Euro. Su questo sfondo, noi presentiamo una mozione, cioè diamo un parere, che potrebbe portare, anche per quest'anno - è l'ultima spiaggia -, alla ricapitalizzazione con un altro milione e mezzo di Euro, però, con una mozione di accompagnamento (che accenno soltanto, perché non posso occupare troppo tempo) abbastanza stringente, per fare in modo che certi avvenimenti non succedano più in futuro e di fronte ad uno scenario che il Comune dovrà valutare di volta in volta. Il primo punto della mozione intende "definire attraverso atti di indirizzo, di programmazione e di impegno finanziario i rapporti" di chi si occupa, in termini concreti, del sistema cinema di Torino, cioè di fare in modo che le parti coinvolte si parlino ed abbiano delle interconnessioni positive. Il secondo punto riguarda l'esclusione dello svolgimento di attività non strategiche (quindi, al di fuori del sistema cinema), configurando anche la possibilità che gli "amministratori siano reclutati attraverso un bando pubblico idoneo a garantire il reperimento di professionalità adeguate e specifiche". Il terzo punto suggerisce di "valutare l'opportunità di procedere ad una gara ad ampia evidenza pubblica per l'alienazione della Lumiq…". Il quarto punto riguarda la valutazione dell'opportunità di trasformare la Società in altre forme giuridicamente configurabili, dove il Comune, insieme alla Provincia ed alla Regione, possa muoversi in termini più determinanti. Al quinto punto si chiede di definire un piano industriale, perché è importante; nella deliberazione presentata dalla Giunta si parla di un business plan, che, però, è piuttosto debole. Bisogna che sia definito meglio, ma, d'altra parte, mi pare che la Giunta si impegni in questa direzione, facendo anche in modo di elaborare un intervento a breve termine per affrontare la questione dell'anno finanziario 2009. Nel sesto ed ultimo punto si chiede di riferire in maniera continuativa al Consiglio Comunale su quanto succede nella Società. Esistono motivi o, quantomeno, speranze perché si possa procedere, anche se non ho nessuna difficoltà a dire che lo faccio obtorto collo. Intanto, potrebbero essere nominati, per esempio, nuovi amministratori, capaci di affrontare la situazione; in secondo luogo, si sta procedendo verso il superamento del debito pregresso. Infine, c'è il problema che una liquidazione immediata porterebbe ad uno sconquasso delle proprietà immobiliari e materiali della Società. Ci è stato promesso che il piano industriale verrà compilato in termini precisi e non vaghi com'è adesso il business plan, che si basa su condizionali e su proposte che non sono definite. C'è anche la possibilità di ricevere un contributo regionale, che riguarda, in verità, l'innovazione anche nel sistema cinematografico. È vero che esiste e che è stato stabilito adesso, quindi, potrebbe essere un elemento in più. Ci saranno, poi, le relazioni sull'operato ed un'osservazione sociale da parte nostra, soprattutto per sapere quanto avviene. In conclusione, credo che, in questo caso, la fiducia chiesta dalla Giunta possa essere concessa, però va anche meritata ed avremo modo di poterlo considerare in futuro. Di fronte ad un passato che non è stato entusiasmante, ad un presente problematico ed a un futuro che è ancora incerto, questa mozione è chiara, stringente e tale da suscitare anche l'apprezzamento della minoranza, per sostenere quanto è utile che si faccia per un settore così interessante come quello cinematografico a Torino, che unisce l'arte all'occupazione e la cultura all'economia. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Gli interventi che mi hanno preceduto sottolineavano dei problemi e sono sicuramente testimoni della delicatezza di quest'atto. La proposta di deliberazione è, nei fatti, una ricapitalizzazione. Anche per noi - il Consigliere Rattazzi ha parlato di ultima spiaggia - è l'ultima chance che l'Amministrazione Comunale può offrire a questa realtà per non disperdere le risorse finora impiegate e questa credo che sia anche l'intenzione della Giunta, come più volte espresso in Commissione. Rispondendo al Consigliere Coppola, il nostro impegno è di non ritrovarci a votare, tra qualche mese, un nuovo atto di questo tipo, proprio perché questa è l'ultima possibilità che offriamo a questa realtà. La ricapitalizzazione deve essere, pertanto, l'occasione per un drastico cambio di rotta. Come ha già ricordato il Consigliere Rattazzi, finora Virtual non ha portato avanti le finalità per cui è nata nel 1999, ossia essere un fornitore di servizi alle imprese del settore e non un soggetto pubblico che, in realtà, si è, poi, sostituito ai privati per produrre servizi rivolti anche all'esterno del comparto. Il Consigliere Rattazzi ha già, in parte, illustrato questa mozione di accompagnamento, ma per noi diventa una questione dirimente. Al di là dei termini finanziari ricordati nel suo intervento dal Consigliere Coppola, è importante che si stabiliscano paletti precisi da qui ai prossimi mesi. Non è un atto di sola fiducia, viste le perdite finanziarie man mano accumulate, che hanno richiesto periodiche immissioni di risorse da parte dei soci pubblici. Certo, si tratta - come ricordato - di perdite determinate anche da significativi investimenti nelle infrastrutture (locali, laboratori, studios, tecnologie), però riteniamo - per questo abbiamo voluto esprimerci chiaramente - che il business plan 2009 - 2010 abbia, nel suo contenuto, indicazioni troppo generiche e, soprattutto, pensiamo - e su questo riteniamo che sia stato anche molto scarso il dibattito in Commissione - ad un recupero alle origini delle funzioni di Virtual, che tenga conto del patrimonio torinese, costituito dalle società di produzione indipendenti di cui abbiamo parlato poco e che, tra l'altro (come abbiamo potuto verificare con altri Consiglieri), sono riconosciute su scala internazionale e necessariamente debbono essere valorizzate anche sul nostro territorio, come, forse, finora non è avvenuto. Il Parco tecnologico deve essere al servizio di queste realtà, tenendo conto del declino della televisione tradizionale a favore di nuovi media con nuove tecnologie e contenuti innovativi. Si tratta di una questione importante che, chiaramente, per i non addetti ai lavori può essere argomento complesso, ma che deve essere un elemento riconosciuto e valorizzato. Con la mozione chiediamo che si razionalizzi il sistema cinema, costituito da Torino Film Festival, Film Commission (in particolare, con il progetto Cineporto, Virtual) e si riconosca quali siano le priorità di queste realtà ed anche le loro relazioni con le società di produzione indipendente, soggetto che deve entrare a tutti gli effetti come interlocutore nella nuova programmazione. Inoltre, chiediamo di ridefinire lo statuto di Virtual, in modo da prevedere un modello di governance più snello e che gli amministratori siano reclutati attraverso un bando pubblico, idoneo a garantire il reperimento di professionalità adeguate e specifiche. Per quanto riguarda Lumiq, bisognerà decidere con attenzione, senza ripercorrere errori già fatti e, in questo senso - l'abbiamo anche detto in Commissione -, anche ipotizzando, una volta ristabilita la situazione finanziaria, il suo scioglimento. Data la delicatezza di questo atto, chiediamo al Vicesindaco di riferire periodicamente al Consiglio Comunale su questa riprogrammazione, su come verrà portata avanti, quindi, non esprimiamo semplicemente un atto di fiducia (che, peraltro, c'è) nei confronti del Vicesindaco, ma riteniamo importante stabilire dei paletti, proprio perché questa è effettivamente l'ultima chance che offriamo a Virtual. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Angeleri. ANGELERI Antonello Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l'intervento dei Colleghi, in particolare di quelli di maggioranza e devo dire che, per molti aspetti, gli interventi dei Consiglieri Rattazzi e Cerutti sono stati netti, precisi, anche duri, perché quando il Consigliere Rattazzi dice che questa non è una bella pagina dell'Amministrazione Comunale di Torino afferma un fatto molto grave. Mi stupisce ancora di più che a portarlo in quest'Aula sia una persona che io, personalmente, stimo moltissimo, ossia il Vicesindaco di Torino. Immagino che questa deliberazione gliel'abbiano fatta digerire; non voglio neanche pensare minimamente che sia convinto di quanto stia facendo in quest'Aula. Quando il Consigliere Cerutti parla (come il Consigliere Coppola) di "ultima spiaggia", conferma lo stato dei fatti. Oggi stiamo parlando di finanziare questa Società con un altro milione e mezzo di Euro che, oltretutto, non abbiamo! Dovremmo accendere un mutuo appositamente per questa vicenda e la Città di Torino si indebiterà ulteriormente e pagherà pure degli interessi! Tutto questo succede nonostante le cose che abbiamo letto a cura del Collegio Sindacale e che il Consigliere Coppola ha solo in qualche modo enunciato; io, invece, alcuni punti vorrei che fossero sottolineati in quest'Aula e rimanessero a verbale. I Revisori dei Conti al primo punto della loro relazione dicono: "Le attuali condizioni dei mercati finanziari e dell'economia reale richiedono di svolgere valutazioni particolarmente accurate in merito alla sussistenza del presupposto della continuità aziendale"; ora, mi rivolgo a Colleghi, in particolare al Consigliere Tedesco (che vedo attento), che si occupa di questa materia e mi viene da chiedere: forse, un'affermazione di questo genere non dovrebbe far riflettere il Consiglio Comunale prima di prendere una decisione per un ulteriore finanziamento? Non voglio leggere tutta la relazione, sarebbe lunga, ma al punto d) della relazione dicono: "Nel presente contesto economico" - quello che citavano prima - "la verifica delle riduzioni per perdite di valore delle attività risulta un processo fondamentale nella redazione delle relazioni finanziarie considerata, tra l'altro, la significativa incidenza delle attività immateriali dell'avviamento e delle partecipazioni sugli attivi di bilancio di alcune società. Nelle note di bilancio deve essere riportata un'adeguata informativa sui presupposti fondamentali riguardanti il futuro e sulle altre cause di incertezza delle stime che potrebbero presentare un elevato rischio e dar luogo, entro l'esercizio successivo, a significative rettifiche dei valori contabili delle attività e delle passività riportate nelle relazioni finanziarie". Vicesindaco, queste cose gliele abbiamo dette in Commissione e gliele stiamo ripetendo questa sera: lei, nel momento in cui insiste su questa posizione, si assume una grande responsabilità e di questo mi dispiace, perché il problema è che, leggendo questa relazione, uno dice: "Va bene, il 2008 è stato un disastro", ma non è che il 2007, il 2006 ed il 2005 siano andati meglio, perché se andiamo a vedere i milioni di Euro che abbiamo investito in questa Società, sappiamo quale sia la voragine di riferimento. Il problema vero è che l'Amministrazione Comunale dà un milione e mezzo di Euro quando nei primi quattro mesi del 2009 (cioè quelli che possiamo avere a disposizione, quindi, sto parlando dal 1° gennaio 2009 - 30 aprile 2009) è stato bruciato più dell'intero capitale sociale. C'è una perdita del periodo di 122.301,39 Euro! Lei potrebbe dire che, però, c'è ancora un appiglio e allora andiamo a vedere le prospettive che la dirigenza ha portare in Commissione e che ci ha illustrato con uno stralcio di tre paginette. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). No, Consiglieri, io voglio veramente leggervelo, perché capisco la disattenzione, avete già concordato, voterete favorevolmente questa deliberazione, però vorrei che i Consiglieri presenti capissero la gravità con cui partecipano alla votazione di questo atto! "Missione futura, business plan della Società: diventare il tessuto connettivo per le aziende operanti nella creatività digitale operando direttamente sul mercato per la fornitura di progetti di creatività digitale avanzati" - stessa cosa che andare a comprare un gelato - "in quanto Digital Creativity Hub, il Parco si pone come punto di riferimento per la cooperazione delle aziende del settore, favorendo la partecipazione congiunta (tra parco e imprese o tra imprese) a progetti di creatività digitale, in ciò mettendo a fattore comune le proprie relazioni, esperienze, competenze, tecnologie, con corrette ragioni economiche." - Ma chi si rivolge a questa Società? Finora dove erano? - "Come entità sul mercato il Parco ricerca progetti avanzati anche di sviluppo, che aprano la strada anche alle aziende del settore. In quest'ottica... eccetera". Questo è il business plan! Ora, chiamarlo "business plan" con una perdita superiore all'intero capitale sociale nei primi 4 mesi, mi sembra eccessivo. Abbiate pazienza, ma anche un ragazzo che ha finito l'esame di ragioneria a 18 anni, se legge questa cosa, come fa a credere che nei prossimi 5 mesi e mezzo, cioè da qui al 31 dicembre 2009, improvvisamente cambi lo scenario e si apra, per questa Società, una grandissima possibilità di mercato, come qualcuno in quest'Aula ci vuole fare credere? Pochi, per la verità, perché alcuni Consiglieri, onestamente (poi costretti da una filosofia di maggioranza) e sanamente hanno dichiarato, per coprirsi e lavarsi la faccia - lo dico in senso positivo -, che questa è l'ultima spiaggia, così si sono messi con il "fondoschiena coperto", giusto perché è proprio l'ultima chance. Ma non può essere ultima, perché se le prospettive sono queste, come fa ad essere questa l'ultima spiaggia? Io ed Consigliere Carossa, sommessamente, abbiamo già detto queste cose in Commissione, dove sono intervenuti anche altri Consiglieri; oltretutto, ci sarebbe anche una storia su questa deliberazione e su questa Società che racconterà, poi, il Consigliere Carossa che è anche interessante. Ci sono delle coincidenze simpatiche da raccontare. Vi chiedo, Vicesindaco, di pensarci bene: aspettate ancora un attimo, perché questa deliberazione potrebbe essere veramente l'ennesimo errore della Giunta, per non sperperare anche "solo" - voi direste - un milione e mezzo di Euro. Con questa cifra - e non voglio fare il populista - possiamo tranquillamente affermare che si possono fare molte cose in termini di investimenti in molte società, che, tra l'altro, operano bene - io voglio essere onesto - e, che, magari, avrebbero bisogno di questi quattrini per mettere a frutto veramente il raggiungimento di alcuni obiettivi seri, che non sono certo quelli che ho avuto modo di leggere in questo business plan, che vale poco e di cui verificheremo, ovviamente, le inesattezze - purtroppo - di qui a poco tempo. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ventriglia. VENTRIGLIA Ferdinando Cari Consiglieri della maggioranza, che vi apprestate - come ha detto il Consigliere Rattazzi - a dare la fiducia al Vicesindaco ed alla Giunta che ve la chiede, dopo tutte le raccomandazioni che abbiamo sentito, in particolare, quelle del Consigliere Cerutti ("che non succeda mai più, è l'ultima chance"), il vostro atteggiamento mi sembra quello - lo dico con tutto il rispetto e per una guisa di metafora, quindi, non vi offendete - di un alcolista con la cirrosi all'ultimo stadio che, davanti ad una bottiglia piena, se la apre, se la scola e dice: "Da domani smetto", oppure quella di un obeso con il diabete e tutti i possibili problemi di natura cardiovascolare, che si abbuffa con tre chili di pasta e, magari, un vascone di zuppa di trippa, e dice: "Ma da domani dieta". Faccio un'ipotesi di scuola: cosa serve per convincervi ad uscire da un'operazione del genere? È un polmone che, a stima, ha ingoiato 12 milioni di Euro, che, lungi dall'essere competitivo sul mercato dei servizi per l'audiovisivo, è riuscito, come industria assistita (avendo ucciso anche la concorrenza privata), a perdere, nonostante fosse, appunto, un'impresa assistita, queste cifre! Soldi che, quindi, dovevano non soltanto rientrare, ma moltiplicarsi, perché se mettiamo un'impresa assistita sul mercato è chiaro che immaginiamo che questa, facendo un po' di danno ai privati (che, come tutte le persone normali, a differenza degli amici dei politici si mettono sul mercato e rischiano anche la perdita), doveva non soltanto riportarci indietro i soldi, ma farcene avere altri! Questa Società doveva essere, in questo settore, il modello classico del sistema Torino, cioè quasi il monopolista del settore: se si voleva svolgere un'attività del genere a Torino, si andava da Virtual. Invece, signori, questa roba si è visto come è andata a finire. Io sono per un'etica della responsabilità: se ho un amico gravemente malato che continua a persistere in un comportamento dannoso per la sua salute, glielo posso dire una volta, due, tre, ma non lo posso incatenare perché non si faccia del male. Il problema è che questo amico, purtroppo, non coincide con chi decide e chi paga, perché voi decidete e tutti i torinesi pagano! Ci dobbiamo affidare alla mozione, caro Consigliere Cerutti. Quante mozioni "zuccherino" per ingoiare bicchieri amari abbiamo visto passare in quest'Aula negli anni! Quante! Ogni volta che c'è una deliberazione sulla quale una parte di maggioranza non vuole votare, si ricorre allo "zuccherino" della mozione, cioè si ingoia la medicina amara, per varie ragioni (di solito perché non si vuole uscire troppo dalla maggioranza, altrimenti Chiamparino fa il conto, arriva a tre volte che voi avete votato contro una deliberazione ed entrate già in "zona cattivi") e, quindi, si vota a favore, però c'è la mozione come "zuccherino". Quante ne abbiamo viste, Consigliere Cerutti! E quante ne abbiamo viste di queste che sono state, poi, applicate e sono servite a qualcosa? A mia memoria, ben poche. Ci affidiamo alle virtù taumaturgiche dell'Amministratore Delegato Fabio Cacciatori, che, al tempo stesso, fa anche l'Amministratore di Finpiemonte. Deve essere veramente bravo. Va bene che noi abbiamo come idea Berlusconi, che un momento prima decide chi fa il candidato presidente della Provincia e il momento dopo chiude un contratto per un gasdotto della Siberia e, poi, il momento dopo va a Villa Certosa, però bisogna essere veramente bravi per fare tutto questo e riuscire a trasformare un buco, un pozzo da 300 mila Euro l'anno con 12 milioni di perdite accumulate, in un'impresa che funziona avendo dentro quella che definire una zavorra sarebbe inadeguato, cioè LUMIQ, che è, all'origine, uno degli strutturali dello squilibrio di Virtual. Se fosse un problema vostro, io direi: "Vi volete uccidere di alcol o di zuccheri? Cavoli vostri, mi spiace che, poi, andiate all'assistenza pubblica, perché vi ammazzate e mi tocca pagarvi le cure mediche, anche se siete in quelle condizioni per responsabilità vostra", ma siccome è che il paziente siamo noi, non chiedeteci di assecondare questi stili non di vita, ma di amministrazione! Soprattutto, cari Consiglieri della maggioranza, con questa scelta (ma che sia l'ultima volta) perdete anche quel residuo di credibilità che potete avere come contraltare alla Giunta ed anche come elemento di razionalità, di rigore e di onestà intellettuale che vi dovrebbe dettare, almeno in questo caso, la parola "basta!". COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Cercherò di essere breve e sicuramente ci riuscirò, poiché non posso fare altro che ripetere concetti già espressi dai Colleghi di minoranza, con i quali abbiamo voluto rappresentare, attraverso l'ostruzionismo e la presentazione di centinaia di emendamenti, la nostra ferma opposizione rispetto a questo provvedimento, già manifestata in sede di Commissione. Vorrei solo ricordare - facendo un ragionamento, per quanto possibile, semplice, visto che il problema è, per sua natura, semplice - i tre numeri fondamentali attorno ai quali ruota questa vicenda: 12, come i milioni di Euro buttati sinora; 9, come gli anni trascorsi a mantenere in piedi un ente che si è dimostrato, oggettivamente, inutile, quando non dannoso e 0, come le ricadute provate e provabili sul territorio torinese derivanti dall'attività di Virtual. Di fronte a questi numeri io, signor Sindaco, più che interrogarmi sulla necessità di ricapitalizzare Virtual o meno, farei un passo indietro e mi interrogherei sul ruolo di un soggetto pubblico rispetto all'utilizzo di risorse pubbliche, confrontandolo con quello che ha un soggetto privato nel gestire, nell'usufruire risorse private. Mi spiego meglio. Se io fossi stato un'azionista privato di una società con i numeri di Virtual e se il suo Amministratore Delegato mi avesse presentato la proposta di ricapitalizzare la società sulla base di questi numeri, o avrei dato le dimissioni, o, meglio, prima di dare le dimissioni avrei preso per la giacca il proponente di questa idea e l'avrei cacciato (con nemmeno troppa delicatezza e men che meno gentilezza) fuori dalla porta. Invece, a differenza di quanto accade naturalmente, normalmente nel privato, qui ci troviamo con un soggetto pubblico che con allegrezza - come direbbe qualcun altro - gestisce risorse che non sono sue, ma della collettività, sulla base di numeri che, nel nome del buon senso, farebbero pensare ad un'iniziativa di matrice radicalmente opposta e decide di investire ancora su quella che si è dimostrata nient'altro che un'idrovora capace di aspirare, in nove anni, più di 1 milione e 300 mila Euro all'anno (media matematica). A questo punto, mi viene da pensare che sia necessario l'intervento del legislatore, perché sarebbe giusto che qualcuno proponesse una legge sul fine vita degli enti inutili. Le dirò di più, signor Vicesindaco: è un'iniziativa che possiamo prendere anche noi in piena autonomia; servirebbe una deliberazione quadro sul fine vita degli enti inutili, dove confrontare posizioni più o meno laiche e dove confrontarsi sui livelli oltre ai quali non si dovrebbe andare, sui numeri sulla base dei quali si dovrebbe fare una valutazione attenta, razionale, equilibrata, da buon padre di famiglia prima di continuare a gettare in un pozzo senza fondo risorse che non sono nostre, denaro che non è esclusivamente nostro, ma che noi, in un determinato periodo, gestiamo. Come detto da qualcun altro prima di me, sarebbe sin troppo facile ricordare tutte le questioni nelle quali l'Amministrazione Comunale non riesce ad intervenire per mancanza di denaro, quindi, non lo farò, signor Vicesindaco e non lo faccio anche perché lei, meglio di me e di chiunque altro dei pochi presenti in Sala, sa bene quali siano i conti della Città. Voglio ricordare a quest'Aula semivuota che noi restiamo la Città più indebitata d'Italia e che i cittadini (sulle cui teste pesa già un debito di più di 5.000 Euro) avranno, da questa sera, una volta approvata questa deliberazione, qualche Euro in più pro capite di debito a causa dell'approvazione di questa deliberazione. Onestamente, non ho parole per descrivere quello che altro non sembra che un modo di perseverare in una direzione che ha già portato quegli effetti noti a tutti. Se Torino è la città più indebitata d'Italia, è anche per iniziative come questa, è anche perché ci siamo ostinati a tenere in vita, scommettendo con denaro non nostro, soggetti, enti, aziende e partecipate che non hanno portato alcun beneficio, né di natura prettamente economica, né di natura sistemica, né diretto, né indiretto. Signor Vicesindaco, nel ringraziarla ancora una volta per la disponibilità che ha voluto dimostrare anche in questa occasione e per la presenza costante con cui ha accompagnato il dibattito che ci ha portati a questo Consiglio Comunale, vorrei soltanto farle presente - quasi a mo' di battuta - che, in questa città, non abbiamo bisogno di aziende e di soggetti su cui investire nella ricerca di una realtà virtuale, perché, sulla base degli interventi ascoltati dai banchi della maggioranza, se c'è qualcosa di virtuale in questa città è proprio la vostra maggioranza in Consiglio, una maggioranza che - direi in maniera quasi schizofrenica (ma non me ne vogliano i Colleghi) - riesce a dire tutto e a fare il contrario di tutto ciò che ha detto. Abbiate pazienza! Non è che io, come tutti, abbia moltissime cose da fare, ma - credetemi - qualcos'altro da fare ce l'avrei: perdonatemi, allora, se vi dico che sono davvero stanco di sopportare, di dover stancare il mio udito a sentire interventi che, poi, non sono seguiti da azioni coerenti. Abbia pazienza il professor Rattazzi, al quale guardo con grande rispetto per l'esperienza in questa città come preside e per l'esperienza già portata avanti in altre città come amministratore pubblico: "try to walk in my shoes" – e dicendo così, Vicepresidente, faccio un favore a lei, che nutre simpatia per i termini anglofili -, si metta nelle mie scarpe o si metta nei nostri panni (come diciamo noi, Consigliere Gallo), nei panni di chi fa opposizione e che, dai banchi dell'opposizione, non vede sortire i risultati che si augura e che si aspetterebbe. Diventa quasi un'offesa alla morale ascoltare interventi con cui ci si trova perfettamente d'accordo e vedere, poi, in quello schermo, brillare un quadratino verde, e non rosso. Abbiate pazienza, ma io sono stufo di questi atteggiamenti! Nel prendere in considerazione l'idea di una deliberazione sul fine vita degli enti inutili, vorrei che prendeste in considerazione anche l'opportunità - quando non la necessità - di essere, una volta tanto, coerenti con voi stessi, affinché ognuno di noi possa davvero guardarsi allo specchio, almeno quando riveste i panni dell'amministratore pubblico. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Petrarulo. PETRARULO Raffaele Personalmente, ho assistito ad alcune delle riunioni su Virtual (in cui era presente il Vicesindaco Dealessandri) e ho ascoltato con molto interesse gli interventi sia della maggioranza, sia della minoranza. Spesso, succede che tutti abbiano ragione: tuttavia, alla fine, occorre compiere una scelta politica. Credo che i Consiglieri della minoranza non abbiano torto, quando dicono che, a furia di dare soldi a Virtual senza ottenere alcun giovamento a livello di cassa, sembra quasi di essere di fronte ad un accanimento terapeutico nei confronti di quella società. In Commissione, il Vicesindaco ha esposto molto bene ciò che la legge prevede sarebbe potuto succedere nel caso in cui fossero stati portati in Tribunale i libri di Virtual. Come lei sa, Consigliere Ravello, è il Consiglio di Amministrazione che prende tale decisione: in altre parole, è l'insussistenza della capacità patrimoniale della società stessa che obbliga gli amministratori a fare questo. Poi, però, occorre guardare i fatti, occorre valutare gli atti compiuti: nel verbale del 18 maggio 2009, a pagina 5, il Consiglio di Amministrazione prende atto della perdita di circa 122.000 Euro, ma prende anche atto del parere favorevole del Collegio Sindacale, che tutti stabiliscono essere l'organo che dà l'input, l'imprimatur sull'eventuale liquidazione della società. Allora, le cose sono due: o i professionisti che compongono il Collegio Sindacale (di cui non faccio parte, ma io sono in ogni caso un professionista) hanno detto il falso, oppure, se qualcuno ha qualcosa da dire, lo dica nelle sedi opportune. Non si può, infatti, dire che quella società è sul baratro, così come non può il Collegio Sindacale prenderne atto e dare, poi, parere favorevole alla ricapitalizzazione con questo business plan, con questo piano industriale. A prescindere dalle mozioni che abbiamo firmato, come qualcuno ha già detto, oggi occorre dire la parola "fine". E non con la mozione, caro Vicepresidente Coppola, ma con un discorso oggettivo: alla fine dell'anno ci sarà il nuovo bilancio, che sancirà o una perdita o una nuova ricapitalizzazione (o un utile, non si sa mai), ma che sancirà anche dei doveri degli amministratori, inderogabili dalla politica. Questi doveri saranno sanciti dal Codice Civile: gli amministratori dovranno rendere conto non soltanto ai soci, ma anche all'eventuale insolvenza che viene paventata da molte parti di quest'Aula. A quel punto, nessuno sarà più disposto a ricapitalizzare la Virtual; nel caso in cui, però, ci fosse qualcuno, sarebbe un privato. Di fronte ad una perdita eccessiva o ad una perdita successiva - l'ho detto anche in Commissione e il Vicesindaco può confermarlo -, come Italia dei Valori non siamo disponibili ad una ricapitalizzazione. Su questo aspetto, penso che siamo tutti d'accordo, a prescindere dalla mozione di accompagnamento, perché non significa dare un'opportunità (qualcuno ha parlato di opportunità o di regalie). Penso che occorra distinguere: da un lato, c'è quanto prescrive la legge su ciò che una società di capitali può attuare, dall'altro, c'è la scelta politica che noi andiamo a fare. Oggi, stiamo facendo entrambe le cose: infatti, in quanto soci, diamo l'opportunità (consentita dalla legge) di ricapitalizzare e di non porre in liquidazione la società, ovvero a trasformarla da società di capitali a società di persone (la legge pone dei paletti alle società: se si scende sotto il minimo, diventa una società di persone, in cui la competenza e la responsabilità sono dei soci). Ricordiamo, però, che gli amministratori rimangono sempre responsabili di ciò che hanno fatto, perché la politica concede i soldi, ma gli amministratori devono rendere conto delle carte, cioè dei verbali depositati di assemblee, dei pareri dei Collegi Sindacali depositati nel Registro delle Imprese, documenti che non possono essere stralciati, che non possono essere non considerati. Sicuramente, in questo senso, gli amministratori stanno chiedendo la possibilità di fare un salto che, oggi, la crisi economica non agevola. Il Vicesindaco Dealessandri lo ricorderà, perché è stato detto anche in sede di Commissione: la crisi economica ha sicuramente giocato contro e noi non possiamo credere che, con tale crisi, questa società decolli ed altre rimangano ferme al palo. Per questi motivi, credo che si debba dare alla società non un'ultima possibilità, ma la possibilità certa di poter operare e la possibilità, per noi, a fine anno o anche prima (anzi, il mio invito sia al Presidente della Commissione sia al Vicesindaco va in questa direzione), di prevedere step di controllo più ravvicinati. Il 30 aprile ci sarà un bilancio infrannuale; personalmente penso che, già alla riapertura, con un bilancio al 31 luglio ovvero al 3 settembre, potremo vedere quale sarà l'excursus (che qualcuno sostiene essere in netta discesa): non possiamo aspettare il 31 dicembre. Oggi, quindi, chiedo al Consiglio e al Presidente, siccome abbiamo società che funzionano e che presentano bilanci (diversamente, sarebbe impensabile che Virtual possa, oggi, fare un bilancio al 30 aprile soltanto per la ricapitalizzazione, e poi farlo al 31 dicembre), che i bilanci infrannuali siano effettuati a step più ravvicinati. Chiedo, poi, al Presidente Cuntrò (e credo che la mia sia una richiesta intelligente) che sia fatto un bilancio al 31 luglio e che sia portato nella I Commissione di settembre (questo è il nostro compito): al 31 luglio si verificano i parametri (considerato ciò che è successo al 31 dicembre 2008 e al 30 aprile 2009), per cominciare a dire chi sta operando bene e chi non sta operando, dato che il 31 dicembre è vicino. La situazione, forse, non cambierà molto (perché i soldi saranno stati dati prima), ma sicuramente sapremo se sono stati concessi soldi che porteranno ad avere un'amministrazione migliore, soldi che daranno un inizio di credibilità in una società che, fino ad oggi, purtroppo ha determinato disequilibri. Mi ricordo quando, in Commissione, si parlava di Virtual e si diceva che ci sono state congetture che hanno portato anche a questo, perché, logicamente, se gli studios sono usati in un modo diverso rispetto all'inizio e se il loro uso è dettato da minori giorni di utilizzo nel corso dell'anno, noi avremo minori introiti. Credo che chiunque abbia interesse - dopodiché termino il mio intervento, perché non vorrei tediare l'assemblea - possa venire a verificare questi dati in sede di Commissione. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Sto parlando con Domenico Gallo, perché non vorrei che il rosso ideale di Virtual arrivasse con il rosso ideale di Mimmo Gallo: spero che non sia quello il rosso ideale. A parte gli scherzi, credo che si possa dare non l'ultima possibilità, ma la possibilità consentita dalla legge. Non siamo qui per regalare niente a nessuno, perché la politica non regala. Non regaliamo soldi a quella società per aumentare il debito dei cittadini, come sosteneva il Consigliere Ravello. Il Consigliere riferisce un dato inesatto, quando parla dell'esistenza di un debito che, se si opererà bene, potrebbe, forse, tendere a diminuire. La scommessa è politica: noi oggi scommettiamo, il 31 dicembre verificheremo. Non dimentichiamo che le scommesse si pagano, perché non siamo di fronte ad una giocata al Superenalotto: i bilanci sono composti da conti, da voci quali "dare" e "avere". Queste voci non le fanno né il Consigliere Ravello, né il Consigliere Petrarulo: le voci le fanno le società. Noi le verificheremo. Consigliere Cuntrò, mi raccomando con lei, affinché già il 31 luglio la Commissione si occupi del bilancio della Virtual, perché, a settembre, io sarò fra i primi a verificare. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Gandolfo. GANDOLFO Salvatore Credo che sia inutile parlare del passato: per il passato, infatti, è facile fare affermazioni negative, dato che i risultati ottenuti sono alla luce del sole. È chiaro che la fiducia che viene data alla Giunta sul suo operato è volta a portare avanti un'azienda che sicuramente, nel prossimo futuro, potrà dare dei frutti. Personalmente, non credo sia importante se un'azienda pubblica produca o no degli utili, credo piuttosto che le perdite possano essere sopportate dall'ente pubblico, perché ritengo siano utili alla crescita di un indotto, così come credo abbiano una ricaduta estremamente positiva per l'economia della città. Chiaramente, non devono essere perdite sconsiderate: proprio per questo motivo, nella mozione di accompagnamento, è stato presentato un emendamento che chiede di effettuare, entro la fine dell'anno, una verifica dello stato dell'arte della situazione economico- finanziaria e delle proposte e possibilità di sviluppo di questa società. Penso che tale verifica debba necessariamente essere fatta entro il mese di ottobre (non certamente entro i mesi di luglio o settembre: sarebbe assurdo pensare di procedere con tempi così brevi): in questo modo, si potrebbe prendere spunto dalla situazione per evitare, entro la fine dell'anno (se non ci sono stati risultati o, meglio, se questi non sono stati migliorati), di aumentare le perdite e di non arrivare alla fine di giugno o all'approvazione dei bilanci (ciò significa che si protrarrebbe, per oltre un semestre, un'ulteriore perdita per l'esercizio successivo). Siccome questo dato è stato ampiamente accettato dal Vicesindaco, che ha le deleghe in merito, mi sembra giusto dare le opportune possibilità ad un'impresa che, come dicevo prima, può apportare risultati positivi nell'economia di questa città, anche per non buttare via tutti gli investimenti fatti fino ad oggi. Il Gruppo dei Moderati esprimerà un parere favorevole sia alla deliberazione, sia alla mozione, con l'accoglimento di questo emendamento. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Sarò breve, anche perché l'intervento tecnico è già stato fatto dal Consigliere Angeleri. Anche se, in questa Sala, la presenza dei Consiglieri è enorme (e lo dico, ovviamente, in senso ironico), vorrei dire due cose. Ho sentito tutti i Consiglieri arrampicarsi sui vetri per difendere il loro voto a favore: sappiate che chiunque avesse valutato la questione non politicamente, avrebbe votato contro, cioè per lo scioglimento della società. Questa è una decisione politica: non cercate di mascherarla - lo dico ai Consiglieri di maggioranza che sono intervenuti - come una decisione motivata. Sono tutte storie, e lo sapete benissimo. Il business plan è un libro dei sogni, pieno di asterischi, di "se", di "ma" e di "forse". Sapete benissimo che questa società andava liquidata. Vorrei vedere quanti di voi avrebbero votato favorevolmente stasera, se solo un'azione fosse stata a carico vostro (perché ci avreste rimesso un bel po' di soldi); dato che, invece, sono soldi pubblici, non ve ne importa niente, quindi votate a favore e buonanotte! Si tratta di una votazione assolutamente politica, che denota - e mi spiace che, tra gli altri, anche il Consigliere Rattazzi sia favorevole - un appiattimento di questa maggioranza verso la Giunta e verso il Sindaco. Voi non avete voce in capitolo, nemmeno in cose lapalissiane come questa. Non avete assolutamente voce in capitolo. Ditelo, però. Se non lo dite voi, lo dico io, e ve lo dico in faccia, anche se siete pochi, almeno così, forse, cominciate a prendere atto della vostra nullità politica. Dico "nullità politica", perché penso che qui bisognerebbe provare a fare politica; mentre la Giunta si occupa di amministrazione, noi dovremmo fare politica. Più volte, è stata citata la mozione di accompagnamento, che pare essere la panacea di tutti i mali. Voi votate a favore della deliberazione, ma votate anche la mozione di accompagnamento, che sembra risolvere tutto. Risolve, forse, anche i debiti? Come li risolve, se a fine anno ne avremo ancor di più? Tra l'altro, ad esempio al punto 6, si chiede di "riferire periodicamente al Consiglio", ma, in dieci anni, dalla deliberazione del 19 luglio 1999, quanti milioni di Euro abbiamo perso? Dodici? Ancora di più? Tra Provincia e Regione sono stati persi 20 milioni di Euro? Bravi! In dieci anni, 20 milioni di Euro! Complimenti! C'è scritto anche che "la società deve riferire al Consiglio Comunale, una volta l'anno". C'era già scritto nella deliberazione del '99: quando fate queste mozioni panacea, almeno leggetevi le deliberazioni dalle quali queste vergogne nascono! La Virtual è una vergogna, che ha permesso di buttar via milioni e milioni di Euro, che - purtroppo - non sono vostri, né di chi ha proposto la deliberazione. C'è un'eccezionale coincidenza di tempi: oggi, il mitico Presidente della Provincia Saitta ha composto la nuova Giunta e chi ha nominato come Assessore alla Cultura? Ugo Perone. Andate a leggere la deliberazione del 19 luglio '99 e troverete scritto: "su proposta dell'Assessore Perone (che è, quindi, il responsabile di questa situazione che ha mangiato ai cittadini torinesi più di 10 milioni di Euro), di concerto con l'Assessore al Bilancio Peveraro (tutto torna sempre! Apro una parentesi: Peveraro è l'Assessore che ha portato i derivati in Comune, causando molti debiti ai cittadini torinesi) e Torresin (non scompaiono mai! E' l'attuale amministratore delegato, da 80.000 Euro l'anno, di TRM)". Rieccoli tutti qua, di nuovo, i responsabili, compreso chi ha votato, allora, la nascita di questa vergogna e chi voterà, oggi, questa ricapitalizzazione. Signori miei, considerate questo come lo sfogo di un cittadino prima che di un Consigliere, di un cittadino eletto per provare a fare opposizione in questa città: prendetelo come lo sfogo di un cittadino torinese. Vi chiedo, almeno ogni tanto, di riflettere su ciò che votate. Andate a leggere le deliberazioni di nascita di questa società e troverete, forse, aspetti tipici del libro dei sogni, come, ad esempio, la frase (e concludo): "Il Parco Tecnologico dovrà costituire un punto di riferimento, a livello nazionale ed internazionale, per le attività di ricerca e sviluppo nelle applicazioni di realtà virtuale". È riuscito questo obiettivo? No. È stato un fallimento? Sì. Inoltre si legge: "L'edificio destinato agli uffici dovrà ospitare due teatri", eccetera. Che bello! È proprio il libro dei sogni! Scrivete le deliberazioni in modo perfetto. Siete micidiali, davvero. Siete bravissimi in questo senso. Si legge anche: "Il Centro per la produzione di servizi multimediali avrà una prima dotazione di tecnologie per 14,5 miliardi di Lire". Ecco un'altra pagina del libro dei sogni, di questa deliberazione proposta dall'Assessore Perone – lo sottolineo – di concerto con gli Assessori Peveraro e Torresin. Il cerchio si chiude: oggi è il 6 luglio 2009; allora era il 19 luglio 1999. Complimenti! COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Silvestrini. SILVESTRINI Maria Teresa Intervengo a titolo individuale, di Consigliere indipendente, e non a nome del Gruppo, per esprimere la mia posizione favorevole sia alla mozione sia alla deliberazione, essendo io in sintonia con quanto espresso dal Consigliere Cerutti nel suo intervento. Senza voler assolutamente minimizzare la situazione di difficoltà del Multimedia, ritengo però che il voto favorevole a questa deliberazione, e soprattutto alla mozione di accompagnamento, voglia esprimere l'idea che l'industria culturale a Torino rappresenta un'opzione strategica per questa Amministrazione. Si tratta di un terreno nuovo, nel quale sicuramente l'Amministrazione, in passato, ha fatto errori molto gravi dal punto di vista dell'impostazione manageriale; per il poco che posso capire e comprendere dal punto di vista tecnico, alcune scelte fatte hanno preferito andare nella direzione di grandi partner privati, trascurando la vocazione iniziale del Parco Tecnologico di fungere da infrastruttura per le piccole produzioni e, in particolare, per le produzioni indipendenti. In questi nove anni, le piccole produzioni si sono rafforzate: attualmente abbiamo, a Torino, numerose imprese che lavorano nel campo dei contenuti digitali, per le quali il Parco Tecnologico può rappresentare non un sostegno in senso "assistenzialistico", ma un'infrastruttura che può diventare (così com'è successo in altre parti d'Europa, in particolare, nella città di Sheffield in Inghilterra) il volano per il consolidamento e l'implementazione di una produzione locale di tipo indipendente. Naturalmente si tratta, per il Multi Media, di fare una virata nella sua impostazione manageriale, si tratta forse di rinunciare a progetti grandiosi in favore di una maggiore capillarità di presenza sul territorio. Questi sono i motivi per cui il mio voto sarà favorevole sia alla deliberazione, sia alla mozione, perché credo che non sarebbe responsabile, da parte nostra (anche se, poi, naturalmente il rischio c'è, perché in ogni scelta si scommette sempre, in qualche modo, sul futuro), disperdere il patrimonio di strumentazioni, tecnologie e investimenti fatti in passato, rischiando anche, in qualche modo, di perderli. Naturalmente non dobbiamo essere noi, come Città, gli imprenditori. Noi, come Città, possiamo mettere a disposizione le strumentazioni, che permettano di valorizzare le professionalità operanti sul territorio. Voglio soltanto esprimere un ultimo concetto, che mi interessa personalmente, come fruitrice: poiché c'è uno spazio aperto, molto ampio, per la commercializzazione di questi prodotti multimediali, a contenuto digitale, credo che il Virtual, in futuro, possa rappresentare l'infrastruttura di sostegno alla produzione, in particolare alla piccola produzione indipendente e alla commercializzazione di un settore considerato crescente in tutto il mondo. Tra l'altro - non ricordo se l'abbia già detto - queste piccole imprese torinesi lavorano e distribuiscono prevalentemente all'estero: non vedo quindi il motivo per cui, in città, non possiamo valorizzarle. Poiché la storia passata è, senza dubbio, una storia difficile, è necessario cambiare completamente il business plan. Personalmente, mi sento di scommettere su un futuro nuovo, con la collaborazione di tutti coloro che, in questo settore, hanno lavorato e stanno lavorando: per questo motivo, ribadisco il mio voto favorevole alla mozione e alla deliberazione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Il dibattito sulla deliberazione e sulla mozione collegata è concluso. La parola al Vicesindaco. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Al di là dei toni e delle osservazioni, sono soddisfatto della discussione svoltasi oggi, che ritengo utile a comprendere ciò che stiamo facendo, anche in presenza di problemi. Voglio, anzitutto, rispondere al Consigliere Ventriglia: non bevo alcolici da quindici anni. Non si tratta, quindi, dell'ultima bottiglia. In secondo luogo, vorrei dire al mio amico Angeleri che nessuno mi ha chiesto di fare questa deliberazione - vorrei che fosse chiaro -: rientra nelle mie deleghe. Nessuno mi ha sollecitato in questa direzione. Perché ho proposto questa deliberazione e perché ne sono convinto? Per alcune semplici ragioni, che ora spiego. Nel '99, i soggetti citati dal Consigliere Carossa hanno scommesso sull'ipotesi di riportare il cinema a Torino, sull'ipotesi di costruire un sistema cinema nuovo, con nuove tecnologie (non a caso, si è scelto di farlo proprio dove era viva la tradizione del cinema torinese). I tecnici di allora hanno presentato un progetto che ha investito molto sulla tecnologia rispetto al valore stesso dell'immobile. Tra l'altro, per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi europei (largamente utilizzati per questa struttura), oggi ci viene data la nuova indicazione "poca struttura, tanto cervello", mettendo questa ipotesi a disposizione dei privati (perché nessun ente pubblico, così come Eden Park o i parchi esistenti a Torino, dal Bioindustry Park Canavese a Tortona e ad altre situazioni se ne occuperebbe). Che cosa non ha funzionato? Non ha funzionato il fatto che non sia arrivato un privato tanto forte da essere in grado di gestire il Parco e di pagare un livello di affitto adeguato: a quel punto, il sistema pubblico non pretendeva che i soldi spesi negli investimenti fossero recuperati, anzi i soldi li avrebbe utilizzati per cercare di far crescere l'insieme del territorio, mettendo formazione e ricerca a disposizione del territorio. È questa la funzione dei parchi. Non ha funzionato: ci hanno provato loro, ci abbiamo provato noi tre anni fa e abbiamo dovuto rilevare l'UMI (la parte data ai privati), perché altrimenti avrebbero portato i libri in Tribunale dichiarando fallimento e noi saremmo dovuti andare a recuperare proprietà del Comune (perché loro gestiscono tecnologie in parte del Parco e in larga parte muri e tecnologie di proprietà della Città, per un valore, all'epoca, di 18 milioni). Il ragionamento da fare, allora, qual è? Provo a rispondere non al Consigliere Carossa (di cui ho il massimo rispetto) ma al cittadino che Carossa vuole rappresentare, provo a spiegare a dieci persone qualsiasi: credo, infatti, che, se dieci persone qualsiasi capiscono una cosa, la classe dirigente ha poi la possibilità di decidere. Proviamo a dire a dieci cittadini torinesi che abbiamo fatto un certa operazione, che è andata male e che il deficit creato è dovuto, sostanzialmente, ad affitti non incassati. Tuttavia, la svolta è già stata fatta due anni fa: ma che cosa abbiamo fatto? Abbiamo ridotto le spese in formazione e in ricerca. Si tratta, ora, di fare l'ultimo passo, perché oggi (ma è già due anni che è così) il deficit che si aggiunge riguarda gli ammortamenti. Fra due anni, avremo finito; a quel punto, non arriverà dagli Stati Uniti o da altre parti del mondo una major: Virtual potrà essere utilizzato dalle aziende presenti sul territorio, sia che vogliano ubicarsi in quella sede, sia che vogliano utilizzare soltanto i teatri. Cerchiamo, allora, di far crescere un'idea un po' meno grandiosa di quella che avevamo alla partenza, ma che sia, comunque, funzionale al disegno iniziale dei parchi di far crescere le nostre aziende. Di farle crescere soprattutto in che cosa? Nell'animazione, nella progettazione in 3D, negli effetti speciali, ma anche in altre situazioni (recentemente l'API ha portato in quella sede l'evento Be to Be; è nato cioè un certo rapporto tra le imprese, che hanno cercato, in una situazione di crisi, di aiutarsi tra di loro, e infatti hanno partecipato in 160. Alcune aziende l'hanno utilizzato per organizzare i propri eventi: anche la Juventus l'ha fatto. Ho iniziato un'interlocuzione con alcune aziende (che operano in campi diversi, ma pur sempre nella virtualità), che ho invitato, pur essendo in campi diversi (ma sempre nel campo della virtualità e della creatività), a venire a vedere se sia possibile, per loro, utilizzare la struttura. Ho chiesto all'Unione Industriale (e mi hanno risposto favorevolmente) di organizzare in quella sede il Direttivo dei giovani. Chiedo, quindi, a voi (affinché ognuno di noi faccia qualcosa per il nostro territorio) di far conoscere la struttura, che sono convinto (e lo dico con coscienza) possa essere utile ai nostri imprenditori. Contemporaneamente, ci sarebbe un affitto tolto (la fase degli ammortamenti peserà ancora sulle nostre spalle e la ricapitalizzazione va in quella direzione) e il Parco potrebbe riprendere la sua funzione. È un ragionamento incomprensibile ai cittadini torinesi? Significa spendere in malo modo il denaro? Ero talmente cosciente di questo che, nel bilancio presentato, è stato previsto un milione per quest'anno (in realtà, valeva per poco meno di due anni). Voglio dire: nulla è accaduto per caso, perché - come dicevo - la situazione è già stata presa in considerazione due anni fa, passando da un consiglio di amministrazione generale a tre, cioè al minimo consentito dallo Statuto. Se l'indicazione è di modificare lo Statuto ed andare a uno, credo che entro quest'anno potremo farlo. Ma vi chiedo: ha senso non prevedere la ricapitalizzazione, adesso, quando mancano due anni agli ammortamenti (che comunque dovremo fare), e mandare l'azienda in liquidazione, dando un segnale (perché le belle notizie, forse, non circolano subito, ma le cattive sì), a tutta Italia, a tutta Europa e a tutto il mondo che mettiamo in liquidazione Virtual? Perché l'alternativa è la messa in liquidazione. Credo che, se il sistema pubblico - e di lavori ne fa - mettesse, in questo anno, un milione di Euro di lavoro (e non di ricapitalizzazione), saremmo in grado di riconsegnare quella situazione all'onor del mondo. Occorre infine dire che avevamo partner che avrebbero dovuto fare delle cose (ad esempio, la Regione) e non da oggi (mi riferisco non all'attuale Giunta, ma a quella precedente): avrebbe dovuto essere istituito il fondo per il cinema e questo, per mille ragioni, non è avvenuto. Sarebbe facile per me dire, adesso, che la situazione odierna deriva dalla mancata istituzione di quel fondo, incolpando chi non vi ha provveduto. Non credo che questo sia il corretto modo di agire: lo dico e mi fermo lì, a fronte del fatto che, oggi, la Regione ha costruito il fondo cinema (che ovviamente non è in capo a Virtual, ma gestirà l'altra parte, Film Commission) e a fronte del fatto che è previsto il fondo per l'innovazione, a cui tutte le imprese della creatività (sono oltre 40) hanno partecipato, che viene messo in capo a loro, che determina molta distribuzione e per il quale non c'è liquidità per chi lo gestisce (secondo me, la Regione ha fatto questo, persino esagerando, per correggere un'impostazione del passato, in cui si mantenevano gli strumenti e non la loro efficacia, senza verificarne l'incidenza sul territorio). A fronte di questo, chiedo: perché non facciamo l'ultimo miglio per cercare di salvare la situazione? Soprattutto, dico: in un momento come questo, è da irresponsabili o da responsabili, visto che c'è una struttura, che può aiutare una parte del nostro sistema e alla quale chiediamo di resistere (guardate che le difficoltà sono tremende: alcuni di loro - con cui ho parlato e credo l'abbiate fatto anche voi - mi hanno riferito che il mercato francese, per la prima volta, non va bene, che vi sono problemi sul mercato asiatico, ma che cercheranno di resistere. Che idea daremmo a queste persone, a tutti coloro che lavorano nel settore, se noi, oggi, approvassimo la messa in liquidazione del Virtual e non la sua salvezza? Per questi motivi, credo che ognuno di noi dovrà assumersi le rispettive responsabilità (personalmente, me le assumo fino in fondo): in questo modo, saremo coerenti con quanto affermiamo, sul fatto che tutti debbano fare la loro parte: un problema non si risolve, cercando di trasmetterlo ad un altro soggetto. Quando c'è un problema - e questo è un problema - ci si siede e si affronta. Questo è quanto ho cercato di fare io: per questo motivo, chiedo all'Aula di approvare, stasera, la proposta di deliberazione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Abbiamo terminato il dibattito generale sulla proposta di deliberazione. |