Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Passiamo alla discussione congiunta della proposta di deliberazione n. mecc. 200809659/09, presentata dalla Giunta Comunale in data... , avente per oggetto: "Variante n. 200 al PRG vigente 'Linea 2 metropolitana e quadrante Nord – Est di Torino' - Approvazione documento programmatico della variante strutturale ai sensi della Legge Regionale n. 1/2007" e della proposta di mozione n. mecc 200803786/02, presentata dai Consiglieri... in data..., avente per oggetto: "Collegata delib. Mecc. 200809659/09 oggetto: 'Variante n. 200 al PRG vigente Linea 2 metropolitana e quadrante Nord - Est di Torino' Appr.ne documento programmatico variante strutturale ai sensi della LR n. 1/2007". CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Comunico che in data 21/5/2009 le competenti Commissioni hanno rimesso il provvedimento in Aula. La proposta di deliberazione e la proposta di mozione saranno discusse congiuntamente. Ricordo ai Consiglieri che, per quanto riguarda la trattazione della Variante, ogni Capogruppo avrà a disposizione 20 minuti ed ogni Consigliere avrà a disposizione 10 minuti. La parola all'Assessore Viano, per l'illustrazione. VIANO Mario (Assessore) Credo che l'atto deliberativo sia stato ampiamente illustrato e discusso in Commissione; mi preme, allora, richiamare gli elementi essenziali di questo atto e le ragioni fondamentali che ci hanno condotto a proporlo. Parto da queste ultime. Noi siamo fortemente convinti che una delle precondizioni essenziali (non l'ingrediente ultimo), dal punto di vista urbanistico e trasportistico di un processo di riqualificazione di aree urbane che hanno subito, nel tempo, un processo di progressiva marginalizzazione, è il recupero di un elevato livello di accessibilità di quella porzione della città alle altre parti della città (in particolare, le aree centrali) da parte di tutti gli utilizzatori, dei city user che accedono alla città e ai suoi servizi. Affinché su quella parte di città possano essere collocati i servizi rari, è assolutamente imprescindibile che il livello di accessibilità sia elevato. In questo senso, abbiamo lavorato alla definizione del tracciato di riferimento della Linea 2 di metropolitana e, a partire da questa definizione di tracciato, abbiamo costruito una Variante urbanistica (che è oggetto del presente atto deliberativo) coerente con questo intento. Allora, nel momento in cui realizziamo o mettiamo a programma ed integriamo fortemente la realizzazione dell'infrastruttura metropolitana con l'operazione urbanistica, è chiaro che l'operazione urbanistica deve assumere caratteri coerenti con l'entità degli investimenti e con il livello di accessibilità che è possibile garantire con l'infrastruttura a quella parte della città. Per dirla in termini espliciti: è evidente che aree relativamente esterne, poco accessibili dal sistema autostradale-tangenziale per un verso e dal sistema del trasporto pubblico veloce per altro verso, nel momento in cui sono servite da una nuova linea di metropolitana (che deve essere realizzata in assoluta contestualità temporale con la trasformazione urbana: questa è una precondizione, una condizione assolutamente irrinunciabile, e lo vedremo anche negli emendamenti), nel momento in cui le due operazioni di riqualificazione e di infrastrutturazione vanno avanti, è evidente che la parte di città servita da questa nuova infrastruttura (di grande valenza dal punto di vista dell'accessibilità attraverso il trasporto pubblico) assume un carattere totalmente diverso da quello che storicamente è andato consolidandosi. In questo senso, la Variante prova ad interpretare normativamente il nuovo carattere che questa parte della Città viene ad assumere, in relazione alla previsione di realizzazione della nuova linea di metropolitana. Questa è la ragione di fondo dell'atto proposto. Altra componente irrinunciabile di questo atto è la valorizzazione, ovvero la possibilità concreta di portare in capo al pubblico (e quindi alla regia, al controllo pubblico) il grosso delle valorizzazioni, che diventano possibili attraverso la Variante urbanistica e la realizzazione dell'infrastruttura. Assolutamente va da sé che, nel momento in cui un'area relativamente esterna e marginale viene servita con questo livello di qualificazione, i valori immobiliari lievitano significativamente. Attraverso la Variante, nell'ambito della cui relazione programmatica abbiamo illustrato il percorso intrapreso, abbiamo inteso portare a vantaggio dell'Amministrazione la maggior parte delle valorizzazioni che derivano dalla realizzazione dell'infrastruttura, in modo tale che, con queste valorizzazioni immobiliari, la Città sia in grado di cofinanziare in maniera significativa la realizzazione dell'infrastruttura stessa. Questa è, appunto, la condizione perché, col concorso dello Stato e della Regione, sia ragionevole attendersi che l'opera possa trovare finanziamento ovvero accoglimento da parte delle autorità preposte all'ammissione ai finanziamenti. Naturalmente, poi, abbiamo prestato attenzione - e questo è richiamato in alcuni passaggi che riteniamo fondamentali dell'atto deliberativo programmatico - ai servizi rari, e quindi di scala urbana e metropolitana, che possono essere collocati, in particolare, nell'intorno delle maggiori stazioni di interscambio - e quindi di connessione - sia con il passante ferroviario, sia con i possibili potenziamenti della rete stradale di penetrazione urbana. In queste aree, dunque, abbiamo ritenuto si possano collocare utilmente ed efficacemente servizi pubblici e privati, i cosiddetti servizi rari, cioè quelli non specificamente di quartiere, ma rivolti ad un territorio più ampio. Abbiamo, poi (e lo abbiamo richiamato in maniera - credo - forte), prestato attenzione a valorizzare appieno l'opportunità, offerta da questa Variante, di dotare i quartieri che affacciano sulle aree in trasformazione con i nuovi insediamenti ed i nuovi abitanti di un livello di servizio pubblico e privato, che sia sostanzialmente adeguato agli standard contemporanei e quindi si collochi ai vertici della qualità urbana che è possibile realizzare in termini di servizi e di attenzioni progettuali. Vari passaggi richiamano, così come la stessa mozione di accompagnamento richiama (credo in maniera significativa), l'importanza del tema delle attenzioni progettuali nella riflessione odierna. Naturalmente questa Variante - ritengo utile richiamarlo - si integra con un'azione di più ampio spettro dal punto di vista settoriale (e non dal punto di vista fisico) riconducibile all'iniziativa, proposta ed ammessa a finanziamento, denominata "Urban 3" (che riguarda esattamente la porzione di territorio all'interno della quale la Variante opera per le parti trasformabili: è chiaro che la maggior parte del territorio di barriera coinvolto dal progetto di "Spina 3", invece, è molto meno trasformabile, noi qui lavoriamo sulle parti molli, per così dire, che si prestano ad una trasformazione radicale). Negli interventi individuati ed indicati in "Urban 3" (relativi al quadrante Nord di Barriera di Milano), invece, con il carattere multisettoriale tipico dei programmi di rigenerazione urbana, lavorano più sui tessuti preesistenti e sulla riqualificazione socio-economica dei tessuti esistenti (non solo e non tanto e non soprattutto fisica). Voglio richiamare l'integrazione fra le due azioni (infrastrutturale e urbanistica) con questo atto e di rigenerazione urbana in senso più lato del programma "Urban 3", perché ci pare, da questo punto di vista, rappresenti l'orizzonte entro cui si colloca (a nostro modo di vedere, in maniera compiuta) l'obiettivo perseguito di intervenire in modo significativo e qualificato sul comprensorio Nord della città. Chiudo rapidamente (riservandomi, naturalmente, di replicare alle osservazioni, che emergeranno in seguito, in relazione agli emendamenti), dicendo che gli emendamenti presentati dalla Giunta si riferiscono sostanzialmente a tre temi su cui l'attenzione, in ultimo, si è molto concentrata e che abbiamo voluto rendere espliciti. Il primo tema - forse il più banale, ma è comunque utile esplicitarlo - riguarda la valenza non prescrittiva ed il carattere meramente illustrativo delle prefigurazioni cosiddette morfologiche, ovvero delle rappresentazioni tridimensionali che sono state date: non hanno alcun valore prescrittivo cogente, sono mere illustrazioni volte a rappresentare graficamente, in maniera plastica e più facilmente leggibile, la direzione entro cui si colloca la Variante. Non hanno altro valore. Seconda questione (certamente più importante): abbiamo registrato ed accolto la sollecitazione a condurre maggiori ed ulteriori approfondimenti sul tema infrastrutturale in senso lato, ovvero, per dirla in maniera esplicita, sull'opportunità di adottare, così come prefigurato nel testo proposto dalla Giunta, la soluzione del prolungamento della Statale 11 fino a Vanchiglia (quindi una soluzione di tipo stradale, ma di viabilità di penetrazione e, quindi, di viabilità ad alto carico di traffico) e di realizzare l'intercambio tra mezzo privato e mezzo pubblico su Vanchiglia, o, viceversa, di pensare e quindi verificare tecnicamente ed economicamente l'opportunità e sostenibilità di una soluzione che veda una biforcazione, o una soluzione tecnicamente da valutare, della linea metropolitana verso la zona ancora libera che si presta ad un'utilizzazione in questo senso, in territorio di San Mauro (ma a cavallo tra Torino e San Mauro), collocata a margini del tracciato della Statale 11 (laddove, all'altezza di Abbadia di Stura, la Statale 11 piega nettamente verso Est, cioè la zona Pescarito), dove la previsione del Piano Regolatore prevede il possibile prolungamento della viabilità in penetrazione verso Torino. L'alternativa da verificare fino in fondo è se sia il caso di lavorare su un prolungamento del tracciato stradale, con tutte le controindicazioni e gli impatti che può avere o, viceversa, puntare su una soluzione che porti il nodo di interscambio tra mezzo privato e mezzo pubblico più all'esterno rispetto a Vanchiglia (nella zona Pescarito, in un punto di fortissima accessibilità con l'attuale sistema viabilistico: in particolare, la Statale 11, che è fortemente collegata con gli svincoli autostradali di Stura). Il terzo tema su cui abbiamo ritenuto opportuno apportare una serie di correzioni, soprattutto nel testo della relazione, riguarda la caratterizzazione del polo commerciale, che abbiamo inteso qualificare, in modo più generico, come polo di sviluppo commerciale, escludendo e stralciando tutti i richiami tecnici, i rinvii e le nomenclature tecniche. Abbiamo escluso, quindi, il richiamo alla L2 o quant'altro ed abbiamo escluso ogni richiamo dimensionale esplicito, per demandarlo ad una fase di concertazione che la legislazione prevede sia affidata al progetto preliminare di Variante. Su tutta questa partita, voglio dire con molta franchezza che, certamente, i termini generali della questione restano quelli descritti nel documento programmatico; in particolare, quale configurazione dare a questo polo di sviluppo commerciale è questione affidata ad una fase che sta di fronte a noi e che deve essere condotta, anche con le rappresentanze di categorie del settore del commercio, attraverso lo sviluppo di un'attività di concertazione, che riteniamo essenziale anche alla buona riuscita, in generale, dell'operazione. Questi sono i tre temi. Altre accentuazioni che sono state richiamate nella mozione di accompagnamento e negli emendamenti sono, in genere (salvo alcuni casi, e mi riferisco a proposte di emendamento avanzate dal Gruppo di Rifondazione), dirompenti nell'economia del provvedimento, nel senso che significherebbero negarlo, implicitamente. In questo senso, allora, è naturale che il giudizio della Giunta, nel merito, è stato un giudizio negativo di rigetto. Nella sostanza, comunque, mi pare che siamo di fronte ad un lavoro che ha incontrato nel Consiglio un'attenzione ed una sensibilità elevata (e quindi molto apprezzabile): credo che sia un buon viatico per il lavoro che abbiamo di fronte, un lavoro certamente ancora impegnativo ma con grandi prospettive, nel senso che, obiettivamente, si tratta di un'operazione di grande respiro e di grande significato, su cui è importante raccogliere e coordinare il coinvolgimento, da un lato, del Consiglio Comunale e di tutte le sue rappresentanze, dall'altro, dell'articolazione del decentramento e delle rappresentanze locali di residenti o di categorie economico- professionali. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Ricordo che ogni Capogruppo ha venti minuti a disposizione, mentre ogni singolo Consigliere ha dieci minuti. La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Ringrazio l'Assessore per la sua relazione. Credo che sia importante dare il giusto peso ad un atto di questa valenza: anch'io, quindi, cercherò di riprendere alcune delle questioni emerse durante il dibattito e riprese, poi, in parte, all'interno della mozione di accompagnamento a cui lo stesso Assessore faceva riferimento. Certo, le politiche dell'Amministrazione Comunale, da tempo, hanno individuato il territorio di Torino Nord come quello che più necessita di interventi di riqualificazione che possiamo definire multidisciplinari (che riguardano, quindi, anche la carenza generale di servizi, compresa l'inadeguatezza dei trasporti e del sistema viabile). Sappiamo che, in questa parte della città, nel tempo, si sono concentrate una serie di emergenze, non ultima una maggiore presenza di cittadini stranieri, che richiede una specifica attenzione sui progetti di integrazione. La proposta di questa Variante dovrebbe avere l'obiettivo di sottoporre il quadrante Nord - Est della città ad un processo di trasformazione generale, progettando un nuovo asse di mobilità pubblica come asse direttore di nuovi insediamenti, come l'Assessore stesso diceva. In queste ultime settimane, abbiamo ritenuto fosse molto importante approfondire questo atto così rilevante che, in pratica, ha la valenza di un nuovo Piano Regolatore, non solo per quella parte di città, ma per tutta la città ed anche per l'area metropolitana: siamo certamente consapevoli che si tratta di un indirizzo generale, sul quale, successivamente, vorremmo definire insieme le progettualità specifiche. Ironicamente, potremmo dire che lo spirito dei tempi ci potrebbe fermare, cioè potremmo dire che quest'atto ha un'importanza strategica, sulla quale tutti conveniamo. Abbiamo, però, voluto andare un po' oltre questa affermazione generale e, con altri Gruppi (in particolare Rifondazione Comunista e Moderati), abbiamo svolto un importante approfondimento, sia in Commissione, sia in altre sedi, dal quale, gradualmente, sono emersi alcuni particolari, come è naturale che sia per un atto così complesso. Le questioni che vorrei ricordare riguardano la Società di Trasformazione Urbana, la cosiddetta STU, che - lo chiariremo successivamente con un atto del Consiglio Comunale - sarà il soggetto attuatore, lo strumento individuato da Finpiemonte nel suo studio di fattibilità: noi chiediamo che abbia una forte regia pubblica e che si ponga come garante della contestualità degli interventi immobiliari con la realizzazione della Linea 2. Si tratta di un elemento da non sottovalutare: la contestualità per noi è elemento essenziale e abbiamo voluto sottolinearlo nella mozione di accompagnamento. Abbiamo accolto positivamente l'emendamento presentato dalla Giunta che accoglie la proposta della Circoscrizione 6 (quello a cui faceva riferimento l'Assessore Viano) di valutare anche questa seconda possibilità, la biforcazione della Linea 2, con la possibilità di localizzare il parcheggio di intercambio, anziché allo scalo Vanchiglia, nella zona Pescarito. Riteniamo che, in questo momento, forse questa sarebbe la soluzione migliore, perché non attirerebbe traffico in una zona vicino al centro, ma lo farebbe in una zona lontana, e non avrebbe il grosso impatto ambientale derivante dalla costruzione del collegamento dell'ex Statale 11 sotto il Parco del Mesino e della Colletta (che è un intervento non di poco conto). Siamo soddisfatti, quindi, che la Giunta abbia accettato di considerare queste due possibilità. Nel corso del dibattito, non abbiamo nascosto - e continuiamo a non farlo - il fatto che gli interventi immobiliari previsti siano molto consistenti e siano, per noi, fonte di grande attenzione, sia sul fronte della sostenibilità ambientale, sia su quello della sostenibilità economica. Abbiamo già ricordato in Commissione che la stessa Finpiemonte ha valutato gli indicatori di rischio accettabili per intraprendere l'operazione, ma, nel suo studio afferma che esiste una rischiosità direttamente connessa al rischio di mercato, derivante dall'intercertezza riguardo alla capacità della domanda immobiliare, nella città di Torino, di assorbire una così alta quantità di nuove edificazioni. Se si applicassero gli indici massimi, potremmo pensare - come ho già avuto modo di dire - ad un nuovo quartiere delle dimensioni di Ivrea. Vengo, ora, agli emendamenti, che riteniamo molto importanti: in particolare, nella relazione illustrativa sugli indici, abbiamo presentato un emendamento che chiede che l'indice 1 sia l'indice massimo (cosa diversa da avere l'indice 1 secco) per le aree di proprietà pubblica. Per noi non è, quindi, un valore vincolante, ma un valore massimo. La modifica è per noi dirimente, proprio perché indichiamo che la valutazione definitiva degli indici dovrà tenere conto - e così l'abbiamo anche introdotto in deliberazione - degli obiettivi economici che la Variante intende perseguire (ossia la valorizzazione delle aree di proprietà comunale mediante l'attribuzione di un indice superiore rispetto a quello delle aree private, sia delle effettive conseguenze sotto il profilo della qualità urbana, sociale e ambientale del nuovo insediamento, sia dell'impatto che il nuovo insediamento produce sul resto del quartiere). A questo punto, com'è corretto che sia, saranno definite le cubature nel progetto preliminare e ne verificheremo insieme la sostenibilità. Voglio ricordare le altre questioni per noi importanti sul fronte ambientale: crediamo che sia giusto richiamare l'utilizzo di tecnologie innovative volte al risparmio energetico, alla riduzione delle emissioni, alla green technology con i cosiddetti tetti verdi; dovrà essere garantita la qualità architettonica, tenendo conto (tra l'altro, è riportato anche nella relazione illustrativa) della deliberazione del Consiglio Comunale relativa alla costruzione degli edifici a torre, a tutela del paesaggio e ambiente urbano. Chiediamo, inoltre, che gli atti relativi agli interventi nei singoli lotti previsti dalla Variante siano sottoposti al parere della Commissione locale per il paesaggio. Non vorremmo ripetere alcune esperienze sulle Spine, che riteniamo potessero intraprendere un'altra strada. Non vorremmo, poi, tralasciare il tema, spesso dimenticato, delle bonifiche, che sappiamo rappresentare un problema in altri progetti e che vanno pianificate anche dal punto di vista economico, dando ampia informazione alla cittadinanza. Nella mozione di accompagnamento, abbiamo dedicato particolare attenzione al tema dei servizi, che dovranno essere progettati insieme agli interventi edilizi e non dopo (come, spesso, purtroppo è successo); bisognerà, poi, definire da subito - aspetto su cui vorrei tornare più avanti - un piano straordinario di interventi per la rigenerazione urbana, per il miglioramento della viabilità, per l'aumento dei parcheggi, per l'ampliamento e la riqualificazione delle zone di verde pubblico nelle aree circostanti a quelle interessate dalla Variante 200. Suggeriamo di iniziare a delineare questo piano, che potrebbe crescere man mano, quando esamineremo (credo abbastanza rapidamente) le due anticipazioni, cioè il PRIN Gondrand e il PRIN Regaldi: nel momento cui andremo a definire il PRIN, vale la pena considerare già da subito il piano, in modo tale che, effettivamente, il quartiere possa subito godere degli interventi che a poco a poco si andranno a realizzare. Chiediamo (e su questo aspetto ci dovrà essere un impegno, così come richiesto nella mozione) che le risorse derivanti dalla realizzazione delle modifiche urbanistiche (in particolare, ci riferiamo agli oneri di urbanizzazione a scomputo) possano ricadere sul territorio oggetto della Variante. Sappiamo che non è possibile avere vincoli precisi, ma chiediamo un impegno affinché si vada in questa direzione, e quindi nelle aree della zona Nord e limitrofe, in particolare per sostenere gli interventi che vorremmo andare a definire. Ultima - ma non per importanza - priorità è data dalla necessità di tenere presente l'emergenza abitativa, soprattutto per quelle fasce di cittadini non abbienti che non rientrano nelle fasce più deboli e che continuano a non avere risposte adeguate. Chiediamo di destinare all'edilizia privata convenzionata una percentuale superiore al 10%, che eviti (come già indicato nella Variante in cui abbiamo definito la percentuale del 10%) la costruzione dei cosiddetti quartieri-ghetto. Tutti i passi successivi della Variante dovranno prevedere processi di progettazione partecipata, di discussione, di informazione costante con i cittadini interessati alla trasformazione, le Circoscrizioni interessate e tutti i soggetti sociali che, a diverso titolo, possono contribuire alla progettazione urbanistica degli spazi pubblici, con particolare attenzione per quei soggetti residenti ed attivi nei territori limitrofi. Abbiamo voluto richiamare i punti della mozione di accompagnamento della maggioranza che sostiene questa Giunta: come dicevo, riteniamo sia stato molto importante andare al di là della condivisione generica della necessità di riqualificare questa parte della città, provare ad aggiungere qualche elemento di attenzione e rimandare al preliminare la definizione della quantità effettiva di edificato, di cui vorremmo poter verificare la sostenibilità sociale, ambientale ed economica (se ci saranno, cioè, le condizioni). Con un accoglimento di queste nostre indicazioni, il nostro voto alla Variante 200 sarà positivo. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ventriglia. VENTRIGLIA Ferdinando Voglio fare tre osservazioni a margine dell'intervento che farà il Capogruppo Cantore: si tratta di tre domande sulle quali non sappiamo se l'Assessore vorrà o potrà darci risposte e sulle quali ci siamo confrontati sin dalle prime fasi di esame del provvedimento. Parto dalla relazione riassuntiva fatta dall'Assessore sul finanziamento/cofinanziamento di una seconda linea di metropolitana L'Assessore ha usato l'espressione "cofinanziamento significativo", in proporzione significativa. Cominciamo da questo, allora: di quale metropolitana stiamo parlando? Perché non è facile orientarsi nelle ultime evoluzioni implicite del programma politico del Sindaco (stiamo parlando di indicazioni ai politici, di provvedimenti di natura politica, di progettualità di larga massima) e non è indifferente, ad esempio, capire - e questo dovete dircelo - se, con la costruzione della seconda linea di metropolitana, ci "impicchiamo" alla tecnologia VAL o se pensiamo a qualcos'altro. Non è irrilevante sapere come sarà costruita questa seconda linea della metropolitana, di cui si legge non soltanto nel programma del Sindaco, ma anche nel tanto strombazzato, all'epoca, DPF del Sindaco stesso, che doveva essere la pietra di valutazione e di confronto sulla tenuta della maggioranza e che, poi, è scomparso (probabilmente la pietra è stata rimessa nella cava). Non è irrilevante, perché con una linea VAL avremmo alcuni limiti, alcune specifiche, e potremmo anche avere costi ulteriori, mentre con un'altra tecnologia potremmo avere problemi di intermodalità, ma potremmo anche avere una linea di metropolitana che si integra in un sistema di mobilità di area vasta. Questa è la prima domanda alla quale non si è dato risposta. Se, ad esempio, dico che voglio vendere dei BOT per acquistare una macchina, devo sapere se acquisterò una Ferrari o una Cinquecento, perché la differenza c'è e devo capirla, soprattutto perché devo comprare una macchina: devo comprarla per andare a fare la spesa o per fare con la mia famiglia le vacanze, ogni anno, a Santa Maria di Leuca? È diverso. Seconda questione: si potrà dire che si tratta di un esercizio futile, ma è lo stesso Assessore ad aver riprodotto questa correlazione, ed è un tema centrale in questo provvedimento: facciamo questa operazione dopo una serie di valutazioni, per una prospettiva di riqualificazione di area, ma anche e soprattutto per cofinanziare la seconda linea di metropolitana. Va benissimo, però non sappiamo che metropolitana sia, né quanto costi; non sappiamo nemmeno quali siano i valori ricavati dalle aree. Abbiamo, allora, provato a fare uno schema semplice, per persone semplici come noi, ed abbiamo messo tra le entrate i valori delle aree e tra le uscite un valore orientativo di metropolitana, immaginando di farne una con le tecnologie della Linea 1 (anche se non è detto che sarà così, ma, grosso modo, abbiamo ragionato su quell'ordine di grandezza). I nostri esperti hanno trovato alcune difficoltà, perché, nei provvedimenti da voi avanzati, per alcune aree vi sono previsioni molto specifiche, per altre ci sono soltanto punti interrogativi. Per noi è difficile fare una partita doppia (dare/avere), avendo a disposizione una serie di punti interrogativi in entrata. La domanda è: come si finanzia e con che cosa? Tornando alla metafora della macchina, non sappiamo se e quanto abbiamo, in termini di risparmi. Terza questione - e riprendo parzialmente, ma con un'ottica diversa, una parte di intervento del Consigliere Cerutti -: se noi, alla fine di tutto, potessimo schiacciare il tasto di riavvolgimento veloce per trovarci tra qualche anno, ci troveremmo con una città avveniristica delle dimensioni di Ivrea, come diceva il Consigliere Cerutti, avremmo Torino dall'altra parte e, in mezzo, ci sarebbe una ciambella di quartieri, lasciati a loro stessi, di edilizia degradata, vecchia e bisognosa di riqualificazione. Rischieremmo di avere una situazione paradossale, rischieremmo cioè di avere zone semicentrali che potrebbero essere valorizzate (anche se mi rendo conto che queste siano meno interessanti per l'imprenditore rispetto ad aree nuove, dove si pagano i diritti e si fa, sostanzialmente, quel che si vuole, piuttosto che prevedere piani particolareggiati di recupero ad isolato). Tuttavia, non possiamo nemmeno permetterci di avere un centro che è quello che è, ma rispetto al quale, comunque, non si può dire che l'Amministrazione non pensi (credo, anzi, che al centro l'Amministrazione di sinistra pensi anche troppo), dall'altra parte, la città nuova, con i palazzi nuovi, effetto di questo provvedimento e, in mezzo, un ghetto. Dico "ghetto" nel senso che, se non lo sarà per le persone che lo abitano (anche se, in parte, purtroppo, lo è già, e chi conosce quei quartieri sa benissimo che tipo di popolazione ci vive), lo sarà dal punto di vista visivo, ictu oculi, vista la presenza di una tipologia di insediamento che necessiterebbe di investimenti importanti. Quindi, anziché vendere le aree, verrebbe da dire di investire e recuperare quella zona (anche se risulterebbe difficile farlo); sarebbe troppo facile dire di recuperare la zona nord, costruendo nuovi palazzi e tralasciando tutto il resto. Sono queste le tre domande che consegno al dibattito e sulle quali mi aspetterei di avere una qualche risposta dall'Assessore. Vorremmo avere qualche elemento in più, perché, in tutta la fase di dibattito approfondito in Commissione e sui giornali, che ha accompagnato l'iter di questo provvedimento, su questi tre interrogativi che ci paiono semplici e comprensibili, pur essendo un provvedimento di larga massima, non abbiamo avuto alcun tipo di elemento. Di fatto, ci avvieremmo ad approvare un qualcosa che assomiglia molto ad un "pagherò" che ad un assegno in bianco, perché non sappiamo che cosa l'Amministrazione voglia fare, dove voglia farlo e quanto realizzi (cioè quali siano i numeri). COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Gallo Domenico. GALLO Domenico Farò alcune considerazioni su un'operazione che credo rappresenti un'occasione storica ed importante per la Città sul piano economico e sociale. Stiamo parlando della zona Nord, di una parte della città molto sacrificata, dove il degrado e la bassa qualità della vita hanno ormai raggiunto livelli inaccettabili, che potrà godere dei benefici che un grande progetto di trasformazione urbana produrrà su tutto quel territorio. Attraverso l'applicazione dei contenuti del documento programmatico della Variante, infatti, quella zona potrà vedere migliorata la qualità urbana attraverso la dotazione di servizi di mix funzionali che incideranno sulla qualità dello spazio pubblico. Tutto questo avverrà in teoria. In base alla teoria, quindi, siamo effettivamente di fronte ad un'operazione molto interessante. È una grande operazione che, oltre alle profonde trasformazioni urbanistiche su aree come lo scalo Vanchiglia (abbandonato al degrado ormai da anni), prevede la realizzazione della Linea 2 della metropolitana, che attraverserà la città da Nord a Sud, che permetterà l'interscambio con il passante ferroviario, che raccorderà i flussi di traffico pedecollinare della Statale 11 con il nodo di scalo Vanchiglia, incrocerà la linea di metropolitana 1 e che raggiungerà a Sud Corso Marche. Dico questo, per illustrare le dimensioni dell'operazione. Credo che questa operazione potrà attuarsi nell'arco di almeno vent'anni: è un'operazione di prospettiva, ovviamente da affrontare nell'immediato, che sicuramente comporterà rischi: le stime di Finpiemonte, infatti, prevedono una spesa di 1 miliardo e 400 milioni di Euro. Per questo motivo, sono previsti rischi molto pesanti sia per gli imprenditori che interverranno, sia per la stessa Città. Anche la Città, dunque, dovrà dimostrare di avere coraggio e convinzione su questo terreno, visto che il primo lotto della Linea 2 di metropolitana costerà 600 milioni di Euro, di cui almeno il 50% sarà finanziato dalla vendita dei diritti edificatori. Così come accadrà a Copenaghen (questo è l'esempio che ci è stato fatto in Commissione), dove saranno venduti diritti edificatori per ben un milione di metri quadrati di aree pubbliche. Assessore, lei ricorderà che, su questo aspetto, ho manifestato perplessità, perché ritengo che la vendita dei diritti edificatori debba essere un evento straordinario e non ordinario. Purtroppo, è diventato un evento ordinario. In ogni caso, comprendo la nostra situazione di cassa e le nostre difficoltà economiche, ma credo che, per un'opera di queste dimensioni (che rappresenta sicuramente un'opera di indubbia utilità pubblica e nazionale), almeno il 50% dovrebbe essere finanziato dal Governo nazionale. Credo che il premier Berlusconi, che è tanto impegnato sui temi dello sviluppo, dovrebbe finanziare gran parte dell'opera. Anziché prevedere la realizzazione - e lo dico anche ai Consiglieri dell'opposizione - del ponte sullo stretto di Messina, probabilmente sarebbe meglio finanziare opere di questo tipo (ma forse il Consigliere Carossa dissente su questo aspetto). Credo che il Governo nazionale dovrebbe finanziare questo tipo di infrastrutture, ad esempio la Linea 2 di metropolitana, opera che ha chiaramente un'utilità pubblica nazionale, non solo per i torinesi. Su questo terreno, Assessore, la invito - così come invito il Sindaco e l'intera Amministrazione - ad aprire un confronto con il Governo nazionale, che non può lavarsene le mani, ritenendo che lo sviluppo passi attraverso le infrastrutture e concedendo miliardi soltanto a città come Roma e Catania, senza destinare nemmeno un Euro a città come Torino, che si sono indebitate investendo su operazioni di grossa portata. Questo, in sintesi, è il contenuto di un emendamento presentato insieme al Consigliere Cerutti, nel quale sottolineiamo la necessità di sottoporre il progetto definitivo all'attenzione del Governo nazionale, perché non credo che un'opera di queste dimensioni si possa realizzare con le sole risorse di un Ente come il Comune di Torino. Apprezzo e condivido il coraggio, ma credo che dobbiamo spostare l'asse del finanziamento sulle risorse nazionali: comprendo anche le difficoltà, ma credo che questo sia un elemento su cui anche l'opposizione che siede in quest'Aula dovrebbe dare una mano alla concretizzazione per un'operazione di questo tipo. Purtroppo, ho saputo che, nel corso di una conferenza stampa organizzata, pochi giorni fa, dai Consiglieri dell'opposizione, la candidata alla Presidenza della Provincia di Torino Claudia Porchietto ha dichiarato che si tratta di un'operazione sbagliata, che dà in mano agli speculatori la cementificazione di alcune parti della città: il Partito della Libertà, quindi, se ne lava le mani, speculando su un piano elettorale: io credo che un atteggiamento di questo tipo non sia comprensibile. Proprio loro che sono fautori del libero mercato e dello sviluppo, anziché dare una mano su questo terreno (magari apportando delle loro correzioni), per motivi di speculazione elettorale si astengono dal contribuire ad un'operazione di questa portata, dichiarandosi contrari ad essa. Credo che, da questo punto di vista, compiano un errore gravissimo; così come credo che, se qui in Comune ci fosse una Giunta di centrodestra, il Governo nazionale si atteggerebbe diversamente nei confronti della Città di Torino. Credo che tutti noi dobbiamo porre l'attenzione sulla qualità degli interventi (tema che, in prospettiva, mi preoccupa), chiedendo garanzie agli imprenditori. Assessore Viano, ritengo che ci sia la necessità irrinunciabile di stabilire un equilibrio tra la qualità e la quantità. Guai se non fosse così, perché rischieremmo di costruire quartieri non a misura d'uomo come vorremmo, senza la qualità ambientale e la contestuale realizzazione dei servizi necessari in quei quartieri. Credo che i nuovi quartieri residenziali dovranno essere a misura d'uomo, con un buon ambiente, in cui vi siano i servizi necessari. Su questo aspetto, la Città non dovrà subire, ma dovrà indicare delle linee. Non sono gli imprenditori che devono indicare la linea da seguire, siamo noi che dobbiamo farlo, di concerto con le associazioni imprenditoriali che manifesteranno interesse. Insieme dovremo concordare un'azione che vada nella direzione di assicurare l'equilibrio tra quantità e qualità. Credo che questo aspetto interessi imprenditori seri, che, per essere più credibili, dovranno costruire parti di città diverse rispetto a certe operazioni fatte in maniera poco accettabile. Condivido, quindi, il contenuto della deliberazione; credo che alcune sue parti siano innovative, ad esempio laddove si parla del monitoraggio rispetto alle necessità dei quartieri. Non ho mai visto una deliberazione in cui si sviluppi un ragionamento di quella portata. Dal mio punto di vista, questo porterà al protagonismo dei quartieri e del territorio rispetto a ciò che andrà costruito su quei territori. Credo che l'elemento fondante di questa complessa operazione sia proprio la qualità dei servizi: nella deliberazione lo si sostiene, così come si sostiene che si procederà ad un'attenta indagine sulla dotazione di servizi pubblici e di interesse pubblico presenti sul territorio (intervento che dovrà produrre riqualificazione ambientale). Tali verifica dovrà garantire che i nuovi insediamenti non portino aggravio alle eventuali situazioni di inadeguatezza già esistenti in quelle aree (sappiamo tutti quale sia la situazione attuale della parte Nord della città). Concludo annunciando il voto favorevole del mio Gruppo. Credo che siano cinque le condizioni di fondo che potranno davvero far diventare questa deliberazione strategica e occasione di sviluppo equilibrato: 1) i nuovi quartieri residenziali dovranno essere a misura d'uomo e dovranno essere realizzati contestualmente a tutti i servizi necessari; 2) la Città dovrà indicare le linee di sviluppo, per fare in modo che ci sia un rapporto equilibrato tra qualità e quantità; 3) il progetto dovrà essere sottoposto all'esame del Governo, per ottenere i finanziamenti adeguati; 4) dovrà esserci il coinvolgimento delle Circoscrizioni V e VI nella decisione del tracciato della metropolitana e dei servizi necessari; 5) dovrà essere realizzata una percentuale consistente di alloggi di edilizia pubblica popolare sovvenzionata e convenzionata, per rispondere al problema della casa per le famiglie disagiate (si tratta di una condizione che ho posto anche in sede di Commissione, dato che, nella deliberazione, ci si propone di raggiungere anche obiettivi di tipo sociale). È un'occasione per dare finalmente una soluzione ai problemi della casa, che continuano ad esistere anche nella nostra città. Questo obiettivo, Assessore, dovrà rappresentare uno dei punti dell'accordo con le imprese che parteciperanno alla costruzione dei nuovi sedimenti abitativi. So che, per ogni lotto di 4.000 metri quadrati, il 10% degli alloggi deve essere di edilizia sovvenzionata o convenzionata (ma ce lo spiegherà in fase di replica). Credo che questa quota debba essere superata e debba essere uno dei punti fondamentali degli obiettivi sociali che dobbiamo raggiungere con gli imprenditori che manifesteranno interesse ad intervenire nell'operazione. Questo darà il senso della socialità che vogliamo concretizzare, anche con questi interventi, non soltanto sul piano della riqualificazione di aree molto vaste, ma anche con obiettivi precisi (come, ad esempio, la casa, che rappresenta ancora un problema per centinaia di famiglie che non hanno diritto all'accesso, perché le condizioni del mercato, purtroppo, sottraggono a tante persone la possibilità di avere un tetto). Essendo io molto sensibile a questo aspetto, chiedo un impegno particolare suo, Assessore, e del Consiglio Comunale. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Levi-Montalcini. LEVI-MONTALCINI Piera Intervengo per riassumere il lavoro svolto dalla Commissione, un lavoro iniziato alla fine di gennaio, dopo che la Giunta, a fine anno scorso, aveva approvato questa deliberazione che ha visto i Consiglieri coinvolti in una lunga discussione, intervallata da un periodo concesso per lo studio della Variante in modo tale da poter approfondire quanto in essa contenuto, anche se, essendo una Variante programmatica, non contiene definizioni puntuali. Non le contiene oggi, mentre, all'inizio, l'Assessore aveva specificato quale sarebbe stata l'evoluzione di questa trasformazione, che interessa questa parte della città che deve essere riqualificata, per uscire dal degrado attuale. Credo che i tempi di realizzazione saranno lunghi; mi auguro che ciascuna parte che sarà esaminata e, di volta in volta, costruita sia sempre inserita nel quadro generale della visione complessiva di tutta la trasformazione, in modo da non perdere di vista l'obiettivo finale e da non eccedere nel peso urbanistico delle singole trasformazioni. Abbiamo audito numerosi Enti ed associazioni, dall'Ordine degli Architetti al Collegio Costruttori, alle associazioni ambientaliste, abbiamo audito Finpiemonte e l'Ordine degli Ingegneri, l'Unione Industriale, il Collegio Edile API, l'Agenzia Metropolitana dei Trasporti Pubblici in quanto interessata con la Linea metropolitana 2, Urban Center, le organizzazioni sindacali, l'Associazione Banche Italiane (ABI), l'Ascom Confesercenti (che non si è presentata, chiedendo di intervenire poi più avanti) ed i Presidenti della V, VI e VII Circoscrizione. Vorrei ricordare i punti essenziali delle audizioni: l'Ordine degli Architetti, come il Collegio Edile API ed il Collegio Costruttori, chiedono che sia posta particolare attenzione alla tipologia delle nuove costruzioni. Si è parlato addirittura di fare una città laboratorio all'interno della città di Torino, una sperimentazione sia per le qualità di risparmio energetico, sia per la qualità estetica. Sulla qualità estetica tutti hanno insistito molto, mi auguro, quindi, che i futuri Consigli Comunali prendano a cuore questa raccomandazione, dato che noi certamente non vedremo la fine di questa trasformazione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Intendo noi come Consiglieri Comunali, perché prima di arrivare a 150 anni, sicuramente vedremo finita anche questa trasformazione: poiché non saremo noi a ricordarlo ai nostri successori qui in Sala Rossa, dobbiamo lasciare un segno sia con la mozione di accompagnamento, sia con gli interventi odierni, per far sì che si ponga particolare attenzione a questa trasformazione. Uno degli interventi che, forse, ha destato più dubbi è stato quello di Urban Center: il professor Olmo portava ad esempio (più che un esempio, a noi sembrava già un progetto definitivo) gli studi fatti, al momento attuale, sull'area. Per fortuna, su richiesta della Commissione, l'Assessore ha scorporato - e per questo lo ringraziamo tutti - i rendering (dicendo che sono prettamente indicativi), per permettere ai progettisti, ai cittadini ed a chi lavorerà su questo grande progetto, di verificare se le attuali ipotesi perdureranno con il passare degli anni. Il lavoro della Commissione è stato attento. È stato anche lungo, non solo per volere della Commissione, ma perché vi sono state interruzioni dovute alle vacanze di Pasqua e ad altre festività che cadevano proprio nei giorni di Commissione, però, come è successo per il grattacielo del San Paolo, gli approfondimenti hanno aiutato tutti i Consiglieri a capire quello che oggi andranno a votare e a convincere alcuni tra i più restii a pensare che la trasformazione sarà davvero utile e vantaggiosa per la città. Ci auguriamo tutti che gli 800.000 metri quadri ipotizzati (se si usufruiranno tutti i diritti edificatori oggi messi sul tappeto) siano veramente utili alla città: su questo aspetto chiederemo all'Assessore approfondimenti successivi, ma sarà una cosa che verrà nel tempo e che non è inerente a questa, che è un documento programmatico di una Variante strutturale. Oggi si vota, ma il lavoro della Commissione non è finito qui, perché dovrà dare indirizzi su ciò che succedere in un prossimo futuro. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Consigliere Lo Russo, conferma la sua volontà ad intervenire? Avevo inteso diversamente. LO RUSSO Stefano Non ho capito che cosa abbia inteso, ma comunque intervengo. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Poco fa, lei si era avvicinato al banco della Presidenza chiedendomi di posticipare il suo intervento. Probabilmente il caldo mi ha fatto intendere male. LO RUSSO Stefano No. Credo non mi abbia capito, Vicepresidente. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Le chiedo scusa. Probabilmente il caldo mi ha fatto intendere male. LO RUSSO Stefano Capisco le vicende politiche che stanno investendo la coalizione che la sostiene, Vicepresidente, mi rendo conto che la rendono particolarmente nervoso in questi giorni, e quindi comprendo gli interventi di alcuni Consiglieri in sede di trattazione della mozione di accorpamento. Ha tutto la mia comprensione. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Grazie, Consigliere Lo Russo. Lei è sempre vicino, e quindi la ringrazio. LO RUSSO Stefano Prima di entrare nel merito, ho questo grande rammarico, in realtà, che proprio mi rende inquieto sull'atteggiamento che ha tenuto e che sta tenendo il centrodestra di questa città attorno a uno dei provvedimenti più importanti che avremo la fortuna, l'onere e l'onore di esaminare nell'arco di questo mandato. In realtà, credo che attorno a questo provvedimento così importante la discussione sia stata abbastanza alta, anzi molto più alta che su tanti altri argomenti. È stata una discussione alta nel metodo, a differenza di quanto diceva prima il Consigliere Silvestrini. Credo che questa, come tanti altri provvedimenti di così grande importanza, abbia avuto un buon metodo di lavoro, lo diceva prima il Presidente Levi-Montalcini. Sono state fatte numerose audizioni delle categorie, sono stati auditi i cittadini, tutte le organizzazioni del tessuto produttivo ed economico di questa città. Quanto diceva l'Assessore Viano in sede di illustrazione, in merito ad alcune modifiche sostanziali che verranno poi apportate ad alcuni passaggi cruciali, è proprio frutto di questa discussione. Credo che questo sia uno dei migliori esempi di collaborazione tra la Giunta e il Consiglio e ritengo che prendere questo come esempio negativo di mancata comunicazione sia proprio un errore. Tutto ciò mi rammarica. Non è stata una manovra elettorale, anche se qualcuno (e faccio riferimento alla candidata Presidente Claudia Porchietto) ha provato a renderla tale, dichiarando addirittura con una conferenza stampa a Palazzo Civico la netta contrarietà del centrodestra a questo provvedimento. Per certi versi, ha fatto bene, l'ho apprezzata perché ha fatto chiarezza sulla posizione, è stata da questo punto di vista molto più chiara lei che i partiti che la sostengono in questo difficile ballottaggio, dando dimostrazione di grandissima autorevolezza e, soprattutto, schierando una coalizione importante come quella del centrodestra, rispetto a un provvedimento strategico per la nostra città. Sono contento di avere l'onere di poter votare questo provvedimento, perché, quando fra un po' di anni verremo tutti chiamati a rendere conto di quanto è stato fatto in questi cinque anni di Consiglio Comunale per lo sviluppo di questa città, potrò avere il piccolo orgoglio di avere preso parte a delineare un'importante trasformazione (dipenderà anche molto dall'atteggiamento che assumerà il Governo Nazionale), che darà a questa città un'importante infrastruttura: la Linea 2 della metropolitana, della quale c'è un gran bisogno e per la quale i torinesi saranno grati a coloro che avranno sostenuto questa deliberazione. Credo che questa deliberazione abbia alcuni elementi assolutamente qualificanti. Lo diceva prima l'Assessore Viano: innanzitutto, c'è un recupero di accessibilità a una porzione importante della città, sia da parte di quell'area di città verso il centro di Torino, sia verso quell'area che può veramente diventare, intorno a questa grande trasformazione, un nuovo polo di sviluppo. Oggi è assolutamente noto a tutti coloro che si interessano un po' a queste cose che operazioni di riqualificazione parziale hanno difficilmente effetti protratti nel tempo, occorre intervenire drasticamente su importanti porzioni di città se si vogliono ottenere obiettivi veri di riqualificazione. Secondo elemento qualificante di questa Variante, Colleghi del centrodestra, è l'entità degli investimenti, in un periodo di grandissima contrazione economica come quello che stiamo vivendo. La scelta che fa la Città di credere nello sviluppo, di credere che possiamo invertire il ciclo e possiamo dare il nostro piccolo contributo a fare uscire dalla crisi almeno una parte della città, credo sia un bel segnale in un momento in cui, al di là dei tanti proclami devoluti a mezzo stampa da parte del Governo e dal Presidente Berlusconi, questa città, come tutto il resto del Paese, sta patendo. Terzo elemento qualificante, come detto in sede di presentazione della deliberazione, è che la valorizzazione immobiliare, attorno a cui, purtroppo, anche con scarsa eleganza, si è concentrato il dibattito, è in capo al soggetto pubblico. Mercoledì assisteremo a una iniziativa pubblica del centrodestra a difesa della sicurezza. Ricordo solo ai suoi esponenti che in questo Paese da oltre un anno governa Silvio Berlusconi e che il Ministro degli Interni si chiama Maroni, quindi la sicurezza, cari amici, è teoricamente compito vostro. Però questo girotondismo di lotta e di governo che vi contraddistingue è emblematico di una situazione in cui non avete più argomenti ed è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Compito della Città è cercare di favorire le condizioni urbane, affinché le nostre forze dell'ordine lavorino nelle migliori condizioni possibili per garantire la sicurezza, quindi riparare le strade, pulire i cassonetti, sistemare l'illuminazione: questo è il compito di una città. La Polizia, i Carabinieri, le forze dell'ordine fanno parte del Governo Nazionale. Allora, noi cerchiamo di fare la nostra parte, voi, al di là di cavalcare strumentalmente ed elettoralmente questi temi, fondamentalmente non fate nulla e tagliate le risorse finanziarie alle forze dell'ordine... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). C'entra, perché i progetti di riqualificazione urbana delle aree degradate... COPPOLA Michele (Vicepresidente) Colleghi, per cortesia! Sono indisponibile a polemiche. LO RUSSO Stefano C'entra, Consigliere Cantore. Glielo spiego volentieri. Anzi, la ringrazio per questa domanda che mi offre l'occasione per spiegare. È proprio questa la differenza, anche un po' culturale, che ci divide: non è vero che siamo tutti uguali e che c'è il pensiero unico dominante. È esattamente questo uno dei paletti sui quali ci dividiamo: da un lato, c'è chi immagina la sicurezza come voi, che sostanzialmente prevedete di istituire ronde private, invece che finanziare le forze dell'ordine; dall'altro c'è chi, come noi, invece (nel piccolo di una Amministrazione Comunale), cerca di favorire le condizioni sociali e urbanistiche di aggregazione, di qualità della vita, che sono uno dei cardini su cui si basa la politica di sicurezza. Ecco perché c'entra il tema della sicurezza sul tema della Variante 200. Proprio per questi motivi. L'altro elemento qualificante è che, è vero che si prevede la realizzazione di importanti insediamenti, ma l'asse cruciale è che questo nuovo insediamento nasce intorno a una infrastruttura importante di trasporto pubblico. È questo l'elemento innovativo, a differenza forse di quanto accaduto, non credo a Torino, ma da tante altre parti, in cui prima si fa un'operazione di trasformazione urbana e, poi, si dota quell'area di strumenti di trasporto pubblico. Abbiamo invertito un po' l'ordine dei problemi: prima delineiamo la rete di trasporto pubblico e, intorno ad essa, costruiamo un'operazione di riqualificazione urbana. Credo che sia proprio intorno a questi provvedimenti così importanti che si rinforzano, si costruiscono e, purtroppo, alle volte, essendo i percorsi politici variabili nel tempo, ci si può anche trovare di fronte al fatto che non si condivide più la stessa idea di città, la stessa strategia di sviluppo. Credo che noi ci schieriamo convintamente da questa parte; lasciamo il centrodestra nella sua critica, nella sua posizione rispetto a questa Variante, e convintamente, con grande rammarico per il vostro atteggiamento, crediamo sia opportuno andare avanti con determinazione attorno a questo provvedimento. |