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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Giugno 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2008-09659
VARIANTE N. 200 AL P.R.G. VIGENTE "LINEA 2 METROPOLITANA E QUADRANTE NORD-EST DI TORINO" - APPROVAZIONE DOCUMENTO PROGRAMMATICO DELLA VARIANTE STRUTTURALE AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE N. 1/2007.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo alla discussione congiunta della proposta di deliberazione n. mecc.
200809659/09, presentata dalla Giunta Comunale in data... , avente per oggetto:
"Variante n. 200 al PRG vigente 'Linea 2 metropolitana e quadrante Nord – Est di
Torino' - Approvazione documento programmatico della variante strutturale ai sensi
della Legge Regionale n. 1/2007"
e della proposta di mozione n. mecc 200803786/02, presentata dai Consiglieri... in
data..., avente per oggetto:
"Collegata delib. Mecc. 200809659/09 oggetto: 'Variante n. 200 al PRG vigente
Linea 2 metropolitana e quadrante Nord - Est di Torino' Appr.ne documento
programmatico variante strutturale ai sensi della LR n. 1/2007".

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Comunico che in data 21/5/2009 le competenti Commissioni hanno rimesso il
provvedimento in Aula.
La proposta di deliberazione e la proposta di mozione saranno discusse
congiuntamente.
Ricordo ai Consiglieri che, per quanto riguarda la trattazione della Variante, ogni
Capogruppo avrà a disposizione 20 minuti ed ogni Consigliere avrà a disposizione 10
minuti.
La parola all'Assessore Viano, per l'illustrazione.

VIANO Mario (Assessore)
Credo che l'atto deliberativo sia stato ampiamente illustrato e discusso in
Commissione; mi preme, allora, richiamare gli elementi essenziali di questo atto e le
ragioni fondamentali che ci hanno condotto a proporlo.
Parto da queste ultime.
Noi siamo fortemente convinti che una delle precondizioni essenziali (non
l'ingrediente ultimo), dal punto di vista urbanistico e trasportistico di un processo di
riqualificazione di aree urbane che hanno subito, nel tempo, un processo di
progressiva marginalizzazione, è il recupero di un elevato livello di accessibilità di
quella porzione della città alle altre parti della città (in particolare, le aree centrali) da
parte di tutti gli utilizzatori, dei city user che accedono alla città e ai suoi servizi.
Affinché su quella parte di città possano essere collocati i servizi rari, è
assolutamente imprescindibile che il livello di accessibilità sia elevato. In questo
senso, abbiamo lavorato alla definizione del tracciato di riferimento della Linea 2 di
metropolitana e, a partire da questa definizione di tracciato, abbiamo costruito una
Variante urbanistica (che è oggetto del presente atto deliberativo) coerente con
questo intento.
Allora, nel momento in cui realizziamo o mettiamo a programma ed integriamo
fortemente la realizzazione dell'infrastruttura metropolitana con l'operazione
urbanistica, è chiaro che l'operazione urbanistica deve assumere caratteri coerenti
con l'entità degli investimenti e con il livello di accessibilità che è possibile garantire
con l'infrastruttura a quella parte della città.
Per dirla in termini espliciti: è evidente che aree relativamente esterne, poco
accessibili dal sistema autostradale-tangenziale per un verso e dal sistema del
trasporto pubblico veloce per altro verso, nel momento in cui sono servite da una
nuova linea di metropolitana (che deve essere realizzata in assoluta contestualità
temporale con la trasformazione urbana: questa è una precondizione, una condizione
assolutamente irrinunciabile, e lo vedremo anche negli emendamenti), nel momento
in cui le due operazioni di riqualificazione e di infrastrutturazione vanno avanti, è
evidente che la parte di città servita da questa nuova infrastruttura (di grande valenza
dal punto di vista dell'accessibilità attraverso il trasporto pubblico) assume un
carattere totalmente diverso da quello che storicamente è andato consolidandosi. In
questo senso, la Variante prova ad interpretare normativamente il nuovo carattere che
questa parte della Città viene ad assumere, in relazione alla previsione di
realizzazione della nuova linea di metropolitana.
Questa è la ragione di fondo dell'atto proposto.
Altra componente irrinunciabile di questo atto è la valorizzazione, ovvero la
possibilità concreta di portare in capo al pubblico (e quindi alla regia, al controllo
pubblico) il grosso delle valorizzazioni, che diventano possibili attraverso la Variante
urbanistica e la realizzazione dell'infrastruttura. Assolutamente va da sé che, nel
momento in cui un'area relativamente esterna e marginale viene servita con questo
livello di qualificazione, i valori immobiliari lievitano significativamente.
Attraverso la Variante, nell'ambito della cui relazione programmatica abbiamo
illustrato il percorso intrapreso, abbiamo inteso portare a vantaggio
dell'Amministrazione la maggior parte delle valorizzazioni che derivano dalla
realizzazione dell'infrastruttura, in modo tale che, con queste valorizzazioni
immobiliari, la Città sia in grado di cofinanziare in maniera significativa la
realizzazione dell'infrastruttura stessa. Questa è, appunto, la condizione perché, col
concorso dello Stato e della Regione, sia ragionevole attendersi che l'opera possa
trovare finanziamento ovvero accoglimento da parte delle autorità preposte
all'ammissione ai finanziamenti.
Naturalmente, poi, abbiamo prestato attenzione - e questo è richiamato in alcuni
passaggi che riteniamo fondamentali dell'atto deliberativo programmatico - ai servizi
rari, e quindi di scala urbana e metropolitana, che possono essere collocati, in
particolare, nell'intorno delle maggiori stazioni di interscambio - e quindi di
connessione - sia con il passante ferroviario, sia con i possibili potenziamenti della
rete stradale di penetrazione urbana. In queste aree, dunque, abbiamo ritenuto si
possano collocare utilmente ed efficacemente servizi pubblici e privati, i cosiddetti
servizi rari, cioè quelli non specificamente di quartiere, ma rivolti ad un territorio più
ampio.
Abbiamo, poi (e lo abbiamo richiamato in maniera - credo - forte), prestato
attenzione a valorizzare appieno l'opportunità, offerta da questa Variante, di dotare i
quartieri che affacciano sulle aree in trasformazione con i nuovi insediamenti ed i
nuovi abitanti di un livello di servizio pubblico e privato, che sia sostanzialmente
adeguato agli standard contemporanei e quindi si collochi ai vertici della qualità
urbana che è possibile realizzare in termini di servizi e di attenzioni progettuali. Vari
passaggi richiamano, così come la stessa mozione di accompagnamento richiama
(credo in maniera significativa), l'importanza del tema delle attenzioni progettuali
nella riflessione odierna.
Naturalmente questa Variante - ritengo utile richiamarlo - si integra con un'azione di
più ampio spettro dal punto di vista settoriale (e non dal punto di vista fisico)
riconducibile all'iniziativa, proposta ed ammessa a finanziamento, denominata
"Urban 3" (che riguarda esattamente la porzione di territorio all'interno della quale la
Variante opera per le parti trasformabili: è chiaro che la maggior parte del territorio
di barriera coinvolto dal progetto di "Spina 3", invece, è molto meno trasformabile,
noi qui lavoriamo sulle parti molli, per così dire, che si prestano ad una
trasformazione radicale). Negli interventi individuati ed indicati in "Urban 3"
(relativi al quadrante Nord di Barriera di Milano), invece, con il carattere
multisettoriale tipico dei programmi di rigenerazione urbana, lavorano più sui tessuti
preesistenti e sulla riqualificazione socio-economica dei tessuti esistenti (non solo e
non tanto e non soprattutto fisica).
Voglio richiamare l'integrazione fra le due azioni (infrastrutturale e urbanistica) con
questo atto e di rigenerazione urbana in senso più lato del programma "Urban 3",
perché ci pare, da questo punto di vista, rappresenti l'orizzonte entro cui si colloca (a
nostro modo di vedere, in maniera compiuta) l'obiettivo perseguito di intervenire in
modo significativo e qualificato sul comprensorio Nord della città.
Chiudo rapidamente (riservandomi, naturalmente, di replicare alle osservazioni, che
emergeranno in seguito, in relazione agli emendamenti), dicendo che gli
emendamenti presentati dalla Giunta si riferiscono sostanzialmente a tre temi su cui
l'attenzione, in ultimo, si è molto concentrata e che abbiamo voluto rendere espliciti.
Il primo tema - forse il più banale, ma è comunque utile esplicitarlo - riguarda la
valenza non prescrittiva ed il carattere meramente illustrativo delle prefigurazioni
cosiddette morfologiche, ovvero delle rappresentazioni tridimensionali che sono state
date: non hanno alcun valore prescrittivo cogente, sono mere illustrazioni volte a
rappresentare graficamente, in maniera plastica e più facilmente leggibile, la
direzione entro cui si colloca la Variante. Non hanno altro valore.
Seconda questione (certamente più importante): abbiamo registrato ed accolto la
sollecitazione a condurre maggiori ed ulteriori approfondimenti sul tema
infrastrutturale in senso lato, ovvero, per dirla in maniera esplicita, sull'opportunità
di adottare, così come prefigurato nel testo proposto dalla Giunta, la soluzione del
prolungamento della Statale 11 fino a Vanchiglia (quindi una soluzione di tipo
stradale, ma di viabilità di penetrazione e, quindi, di viabilità ad alto carico di
traffico) e di realizzare l'intercambio tra mezzo privato e mezzo pubblico su
Vanchiglia, o, viceversa, di pensare e quindi verificare tecnicamente ed
economicamente l'opportunità e sostenibilità di una soluzione che veda una
biforcazione, o una soluzione tecnicamente da valutare, della linea metropolitana
verso la zona ancora libera che si presta ad un'utilizzazione in questo senso, in
territorio di San Mauro (ma a cavallo tra Torino e San Mauro), collocata a margini
del tracciato della Statale 11 (laddove, all'altezza di Abbadia di Stura, la Statale 11
piega nettamente verso Est, cioè la zona Pescarito), dove la previsione del Piano
Regolatore prevede il possibile prolungamento della viabilità in penetrazione verso
Torino.
L'alternativa da verificare fino in fondo è se sia il caso di lavorare su un
prolungamento del tracciato stradale, con tutte le controindicazioni e gli impatti che
può avere o, viceversa, puntare su una soluzione che porti il nodo di interscambio tra
mezzo privato e mezzo pubblico più all'esterno rispetto a Vanchiglia (nella zona
Pescarito, in un punto di fortissima accessibilità con l'attuale sistema viabilistico: in
particolare, la Statale 11, che è fortemente collegata con gli svincoli autostradali di
Stura).
Il terzo tema su cui abbiamo ritenuto opportuno apportare una serie di correzioni,
soprattutto nel testo della relazione, riguarda la caratterizzazione del polo
commerciale, che abbiamo inteso qualificare, in modo più generico, come polo di
sviluppo commerciale, escludendo e stralciando tutti i richiami tecnici, i rinvii e le
nomenclature tecniche. Abbiamo escluso, quindi, il richiamo alla L2 o quant'altro ed
abbiamo escluso ogni richiamo dimensionale esplicito, per demandarlo ad una fase di
concertazione che la legislazione prevede sia affidata al progetto preliminare di
Variante.
Su tutta questa partita, voglio dire con molta franchezza che, certamente, i termini
generali della questione restano quelli descritti nel documento programmatico; in
particolare, quale configurazione dare a questo polo di sviluppo commerciale è
questione affidata ad una fase che sta di fronte a noi e che deve essere condotta,
anche con le rappresentanze di categorie del settore del commercio, attraverso lo
sviluppo di un'attività di concertazione, che riteniamo essenziale anche alla buona
riuscita, in generale, dell'operazione.
Questi sono i tre temi.
Altre accentuazioni che sono state richiamate nella mozione di accompagnamento e
negli emendamenti sono, in genere (salvo alcuni casi, e mi riferisco a proposte di
emendamento avanzate dal Gruppo di Rifondazione), dirompenti nell'economia del
provvedimento, nel senso che significherebbero negarlo, implicitamente. In questo
senso, allora, è naturale che il giudizio della Giunta, nel merito, è stato un giudizio
negativo di rigetto.
Nella sostanza, comunque, mi pare che siamo di fronte ad un lavoro che ha
incontrato nel Consiglio un'attenzione ed una sensibilità elevata (e quindi molto
apprezzabile): credo che sia un buon viatico per il lavoro che abbiamo di fronte, un
lavoro certamente ancora impegnativo ma con grandi prospettive, nel senso che,
obiettivamente, si tratta di un'operazione di grande respiro e di grande significato, su
cui è importante raccogliere e coordinare il coinvolgimento, da un lato, del Consiglio
Comunale e di tutte le sue rappresentanze, dall'altro, dell'articolazione del
decentramento e delle rappresentanze locali di residenti o di categorie economico-
professionali.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Ricordo che ogni Capogruppo ha venti minuti a disposizione, mentre ogni singolo
Consigliere ha dieci minuti.
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Ringrazio l'Assessore per la sua relazione.
Credo che sia importante dare il giusto peso ad un atto di questa valenza: anch'io,
quindi, cercherò di riprendere alcune delle questioni emerse durante il dibattito e
riprese, poi, in parte, all'interno della mozione di accompagnamento a cui lo stesso
Assessore faceva riferimento.
Certo, le politiche dell'Amministrazione Comunale, da tempo, hanno individuato il
territorio di Torino Nord come quello che più necessita di interventi di
riqualificazione che possiamo definire multidisciplinari (che riguardano, quindi,
anche la carenza generale di servizi, compresa l'inadeguatezza dei trasporti e del
sistema viabile).
Sappiamo che, in questa parte della città, nel tempo, si sono concentrate una serie di
emergenze, non ultima una maggiore presenza di cittadini stranieri, che richiede una
specifica attenzione sui progetti di integrazione.
La proposta di questa Variante dovrebbe avere l'obiettivo di sottoporre il quadrante
Nord - Est della città ad un processo di trasformazione generale, progettando un
nuovo asse di mobilità pubblica come asse direttore di nuovi insediamenti, come
l'Assessore stesso diceva.
In queste ultime settimane, abbiamo ritenuto fosse molto importante approfondire
questo atto così rilevante che, in pratica, ha la valenza di un nuovo Piano Regolatore,
non solo per quella parte di città, ma per tutta la città ed anche per l'area
metropolitana: siamo certamente consapevoli che si tratta di un indirizzo generale,
sul quale, successivamente, vorremmo definire insieme le progettualità specifiche.
Ironicamente, potremmo dire che lo spirito dei tempi ci potrebbe fermare, cioè
potremmo dire che quest'atto ha un'importanza strategica, sulla quale tutti
conveniamo. Abbiamo, però, voluto andare un po' oltre questa affermazione generale
e, con altri Gruppi (in particolare Rifondazione Comunista e Moderati), abbiamo
svolto un importante approfondimento, sia in Commissione, sia in altre sedi, dal
quale, gradualmente, sono emersi alcuni particolari, come è naturale che sia per un
atto così complesso.
Le questioni che vorrei ricordare riguardano la Società di Trasformazione Urbana, la
cosiddetta STU, che - lo chiariremo successivamente con un atto del Consiglio
Comunale - sarà il soggetto attuatore, lo strumento individuato da Finpiemonte nel
suo studio di fattibilità: noi chiediamo che abbia una forte regia pubblica e che si
ponga come garante della contestualità degli interventi immobiliari con la
realizzazione della Linea 2. Si tratta di un elemento da non sottovalutare: la
contestualità per noi è elemento essenziale e abbiamo voluto sottolinearlo nella
mozione di accompagnamento.
Abbiamo accolto positivamente l'emendamento presentato dalla Giunta che accoglie
la proposta della Circoscrizione 6 (quello a cui faceva riferimento l'Assessore Viano)
di valutare anche questa seconda possibilità, la biforcazione della Linea 2, con la
possibilità di localizzare il parcheggio di intercambio, anziché allo scalo Vanchiglia,
nella zona Pescarito. Riteniamo che, in questo momento, forse questa sarebbe la
soluzione migliore, perché non attirerebbe traffico in una zona vicino al centro, ma lo
farebbe in una zona lontana, e non avrebbe il grosso impatto ambientale derivante
dalla costruzione del collegamento dell'ex Statale 11 sotto il Parco del Mesino e
della Colletta (che è un intervento non di poco conto).
Siamo soddisfatti, quindi, che la Giunta abbia accettato di considerare queste due
possibilità.
Nel corso del dibattito, non abbiamo nascosto - e continuiamo a non farlo - il fatto
che gli interventi immobiliari previsti siano molto consistenti e siano, per noi, fonte
di grande attenzione, sia sul fronte della sostenibilità ambientale, sia su quello della
sostenibilità economica.
Abbiamo già ricordato in Commissione che la stessa Finpiemonte ha valutato gli
indicatori di rischio accettabili per intraprendere l'operazione, ma, nel suo studio
afferma che esiste una rischiosità direttamente connessa al rischio di mercato,
derivante dall'intercertezza riguardo alla capacità della domanda immobiliare, nella
città di Torino, di assorbire una così alta quantità di nuove edificazioni. Se si
applicassero gli indici massimi, potremmo pensare - come ho già avuto modo di dire
- ad un nuovo quartiere delle dimensioni di Ivrea.
Vengo, ora, agli emendamenti, che riteniamo molto importanti: in particolare, nella
relazione illustrativa sugli indici, abbiamo presentato un emendamento che chiede
che l'indice 1 sia l'indice massimo (cosa diversa da avere l'indice 1 secco) per le
aree di proprietà pubblica. Per noi non è, quindi, un valore vincolante, ma un valore
massimo. La modifica è per noi dirimente, proprio perché indichiamo che la
valutazione definitiva degli indici dovrà tenere conto - e così l'abbiamo anche
introdotto in deliberazione - degli obiettivi economici che la Variante intende
perseguire (ossia la valorizzazione delle aree di proprietà comunale mediante
l'attribuzione di un indice superiore rispetto a quello delle aree private, sia delle
effettive conseguenze sotto il profilo della qualità urbana, sociale e ambientale del
nuovo insediamento, sia dell'impatto che il nuovo insediamento produce sul resto del
quartiere). A questo punto, com'è corretto che sia, saranno definite le cubature nel
progetto preliminare e ne verificheremo insieme la sostenibilità.
Voglio ricordare le altre questioni per noi importanti sul fronte ambientale: crediamo
che sia giusto richiamare l'utilizzo di tecnologie innovative volte al risparmio
energetico, alla riduzione delle emissioni, alla green technology con i cosiddetti tetti
verdi; dovrà essere garantita la qualità architettonica, tenendo conto (tra l'altro, è
riportato anche nella relazione illustrativa) della deliberazione del Consiglio
Comunale relativa alla costruzione degli edifici a torre, a tutela del paesaggio e
ambiente urbano. Chiediamo, inoltre, che gli atti relativi agli interventi nei singoli
lotti previsti dalla Variante siano sottoposti al parere della Commissione locale per il
paesaggio.
Non vorremmo ripetere alcune esperienze sulle Spine, che riteniamo potessero
intraprendere un'altra strada.
Non vorremmo, poi, tralasciare il tema, spesso dimenticato, delle bonifiche, che
sappiamo rappresentare un problema in altri progetti e che vanno pianificate anche
dal punto di vista economico, dando ampia informazione alla cittadinanza.
Nella mozione di accompagnamento, abbiamo dedicato particolare attenzione al
tema dei servizi, che dovranno essere progettati insieme agli interventi edilizi e non
dopo (come, spesso, purtroppo è successo); bisognerà, poi, definire da subito -
aspetto su cui vorrei tornare più avanti - un piano straordinario di interventi per la
rigenerazione urbana, per il miglioramento della viabilità, per l'aumento dei
parcheggi, per l'ampliamento e la riqualificazione delle zone di verde pubblico nelle
aree circostanti a quelle interessate dalla Variante 200. Suggeriamo di iniziare a
delineare questo piano, che potrebbe crescere man mano, quando esamineremo
(credo abbastanza rapidamente) le due anticipazioni, cioè il PRIN Gondrand e il
PRIN Regaldi: nel momento cui andremo a definire il PRIN, vale la pena considerare
già da subito il piano, in modo tale che, effettivamente, il quartiere possa subito
godere degli interventi che a poco a poco si andranno a realizzare.
Chiediamo (e su questo aspetto ci dovrà essere un impegno, così come richiesto nella
mozione) che le risorse derivanti dalla realizzazione delle modifiche urbanistiche (in
particolare, ci riferiamo agli oneri di urbanizzazione a scomputo) possano ricadere
sul territorio oggetto della Variante. Sappiamo che non è possibile avere vincoli
precisi, ma chiediamo un impegno affinché si vada in questa direzione, e quindi nelle
aree della zona Nord e limitrofe, in particolare per sostenere gli interventi che
vorremmo andare a definire.
Ultima - ma non per importanza - priorità è data dalla necessità di tenere presente
l'emergenza abitativa, soprattutto per quelle fasce di cittadini non abbienti che non
rientrano nelle fasce più deboli e che continuano a non avere risposte adeguate.
Chiediamo di destinare all'edilizia privata convenzionata una percentuale superiore
al 10%, che eviti (come già indicato nella Variante in cui abbiamo definito la
percentuale del 10%) la costruzione dei cosiddetti quartieri-ghetto.
Tutti i passi successivi della Variante dovranno prevedere processi di progettazione
partecipata, di discussione, di informazione costante con i cittadini interessati alla
trasformazione, le Circoscrizioni interessate e tutti i soggetti sociali che, a diverso
titolo, possono contribuire alla progettazione urbanistica degli spazi pubblici, con
particolare attenzione per quei soggetti residenti ed attivi nei territori limitrofi.
Abbiamo voluto richiamare i punti della mozione di accompagnamento della
maggioranza che sostiene questa Giunta: come dicevo, riteniamo sia stato molto
importante andare al di là della condivisione generica della necessità di riqualificare
questa parte della città, provare ad aggiungere qualche elemento di attenzione e
rimandare al preliminare la definizione della quantità effettiva di edificato, di cui
vorremmo poter verificare la sostenibilità sociale, ambientale ed economica (se ci
saranno, cioè, le condizioni).
Con un accoglimento di queste nostre indicazioni, il nostro voto alla Variante 200
sarà positivo.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.

VENTRIGLIA Ferdinando
Voglio fare tre osservazioni a margine dell'intervento che farà il Capogruppo
Cantore: si tratta di tre domande sulle quali non sappiamo se l'Assessore vorrà o
potrà darci risposte e sulle quali ci siamo confrontati sin dalle prime fasi di esame del
provvedimento.
Parto dalla relazione riassuntiva fatta dall'Assessore sul
finanziamento/cofinanziamento di una seconda linea di metropolitana
L'Assessore ha usato l'espressione "cofinanziamento significativo", in proporzione
significativa. Cominciamo da questo, allora: di quale metropolitana stiamo parlando?
Perché non è facile orientarsi nelle ultime evoluzioni implicite del programma
politico del Sindaco (stiamo parlando di indicazioni ai politici, di provvedimenti di
natura politica, di progettualità di larga massima) e non è indifferente, ad esempio,
capire - e questo dovete dircelo - se, con la costruzione della seconda linea di
metropolitana, ci "impicchiamo" alla tecnologia VAL o se pensiamo a qualcos'altro.
Non è irrilevante sapere come sarà costruita questa seconda linea della
metropolitana, di cui si legge non soltanto nel programma del Sindaco, ma anche nel
tanto strombazzato, all'epoca, DPF del Sindaco stesso, che doveva essere la pietra di
valutazione e di confronto sulla tenuta della maggioranza e che, poi, è scomparso
(probabilmente la pietra è stata rimessa nella cava). Non è irrilevante, perché con una
linea VAL avremmo alcuni limiti, alcune specifiche, e potremmo anche avere costi
ulteriori, mentre con un'altra tecnologia potremmo avere problemi di intermodalità,
ma potremmo anche avere una linea di metropolitana che si integra in un sistema di
mobilità di area vasta.
Questa è la prima domanda alla quale non si è dato risposta.
Se, ad esempio, dico che voglio vendere dei BOT per acquistare una macchina, devo
sapere se acquisterò una Ferrari o una Cinquecento, perché la differenza c'è e devo
capirla, soprattutto perché devo comprare una macchina: devo comprarla per andare
a fare la spesa o per fare con la mia famiglia le vacanze, ogni anno, a Santa Maria di
Leuca? È diverso.
Seconda questione: si potrà dire che si tratta di un esercizio futile, ma è lo stesso
Assessore ad aver riprodotto questa correlazione, ed è un tema centrale in questo
provvedimento: facciamo questa operazione dopo una serie di valutazioni, per una
prospettiva di riqualificazione di area, ma anche e soprattutto per cofinanziare la
seconda linea di metropolitana.
Va benissimo, però non sappiamo che metropolitana sia, né quanto costi; non
sappiamo nemmeno quali siano i valori ricavati dalle aree.
Abbiamo, allora, provato a fare uno schema semplice, per persone semplici come
noi, ed abbiamo messo tra le entrate i valori delle aree e tra le uscite un valore
orientativo di metropolitana, immaginando di farne una con le tecnologie della Linea
1 (anche se non è detto che sarà così, ma, grosso modo, abbiamo ragionato su
quell'ordine di grandezza). I nostri esperti hanno trovato alcune difficoltà, perché,
nei provvedimenti da voi avanzati, per alcune aree vi sono previsioni molto
specifiche, per altre ci sono soltanto punti interrogativi. Per noi è difficile fare una
partita doppia (dare/avere), avendo a disposizione una serie di punti interrogativi in
entrata. La domanda è: come si finanzia e con che cosa? Tornando alla metafora
della macchina, non sappiamo se e quanto abbiamo, in termini di risparmi.
Terza questione - e riprendo parzialmente, ma con un'ottica diversa, una parte di
intervento del Consigliere Cerutti -: se noi, alla fine di tutto, potessimo schiacciare il
tasto di riavvolgimento veloce per trovarci tra qualche anno, ci troveremmo con una
città avveniristica delle dimensioni di Ivrea, come diceva il Consigliere Cerutti,
avremmo Torino dall'altra parte e, in mezzo, ci sarebbe una ciambella di quartieri,
lasciati a loro stessi, di edilizia degradata, vecchia e bisognosa di riqualificazione.
Rischieremmo di avere una situazione paradossale, rischieremmo cioè di avere zone
semicentrali che potrebbero essere valorizzate (anche se mi rendo conto che queste
siano meno interessanti per l'imprenditore rispetto ad aree nuove, dove si pagano i
diritti e si fa, sostanzialmente, quel che si vuole, piuttosto che prevedere piani
particolareggiati di recupero ad isolato). Tuttavia, non possiamo nemmeno
permetterci di avere un centro che è quello che è, ma rispetto al quale, comunque,
non si può dire che l'Amministrazione non pensi (credo, anzi, che al centro
l'Amministrazione di sinistra pensi anche troppo), dall'altra parte, la città nuova, con
i palazzi nuovi, effetto di questo provvedimento e, in mezzo, un ghetto. Dico
"ghetto" nel senso che, se non lo sarà per le persone che lo abitano (anche se, in
parte, purtroppo, lo è già, e chi conosce quei quartieri sa benissimo che tipo di
popolazione ci vive), lo sarà dal punto di vista visivo, ictu oculi, vista la presenza di
una tipologia di insediamento che necessiterebbe di investimenti importanti.
Quindi, anziché vendere le aree, verrebbe da dire di investire e recuperare quella
zona (anche se risulterebbe difficile farlo); sarebbe troppo facile dire di recuperare la
zona nord, costruendo nuovi palazzi e tralasciando tutto il resto.
Sono queste le tre domande che consegno al dibattito e sulle quali mi aspetterei di
avere una qualche risposta dall'Assessore. Vorremmo avere qualche elemento in più,
perché, in tutta la fase di dibattito approfondito in Commissione e sui giornali, che ha
accompagnato l'iter di questo provvedimento, su questi tre interrogativi che ci
paiono semplici e comprensibili, pur essendo un provvedimento di larga massima,
non abbiamo avuto alcun tipo di elemento.
Di fatto, ci avvieremmo ad approvare un qualcosa che assomiglia molto ad un
"pagherò" che ad un assegno in bianco, perché non sappiamo che cosa
l'Amministrazione voglia fare, dove voglia farlo e quanto realizzi (cioè quali siano i
numeri).

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Farò alcune considerazioni su un'operazione che credo rappresenti un'occasione
storica ed importante per la Città sul piano economico e sociale.
Stiamo parlando della zona Nord, di una parte della città molto sacrificata, dove il
degrado e la bassa qualità della vita hanno ormai raggiunto livelli inaccettabili, che
potrà godere dei benefici che un grande progetto di trasformazione urbana produrrà
su tutto quel territorio. Attraverso l'applicazione dei contenuti del documento
programmatico della Variante, infatti, quella zona potrà vedere migliorata la qualità
urbana attraverso la dotazione di servizi di mix funzionali che incideranno sulla
qualità dello spazio pubblico.
Tutto questo avverrà in teoria. In base alla teoria, quindi, siamo effettivamente di
fronte ad un'operazione molto interessante.
È una grande operazione che, oltre alle profonde trasformazioni urbanistiche su aree
come lo scalo Vanchiglia (abbandonato al degrado ormai da anni), prevede la
realizzazione della Linea 2 della metropolitana, che attraverserà la città da Nord a
Sud, che permetterà l'interscambio con il passante ferroviario, che raccorderà i flussi
di traffico pedecollinare della Statale 11 con il nodo di scalo Vanchiglia, incrocerà la
linea di metropolitana 1 e che raggiungerà a Sud Corso Marche.
Dico questo, per illustrare le dimensioni dell'operazione.
Credo che questa operazione potrà attuarsi nell'arco di almeno vent'anni: è
un'operazione di prospettiva, ovviamente da affrontare nell'immediato, che
sicuramente comporterà rischi: le stime di Finpiemonte, infatti, prevedono una spesa
di 1 miliardo e 400 milioni di Euro. Per questo motivo, sono previsti rischi molto
pesanti sia per gli imprenditori che interverranno, sia per la stessa Città. Anche la
Città, dunque, dovrà dimostrare di avere coraggio e convinzione su questo terreno,
visto che il primo lotto della Linea 2 di metropolitana costerà 600 milioni di Euro, di
cui almeno il 50% sarà finanziato dalla vendita dei diritti edificatori. Così come
accadrà a Copenaghen (questo è l'esempio che ci è stato fatto in Commissione), dove
saranno venduti diritti edificatori per ben un milione di metri quadrati di aree
pubbliche.
Assessore, lei ricorderà che, su questo aspetto, ho manifestato perplessità, perché
ritengo che la vendita dei diritti edificatori debba essere un evento straordinario e non
ordinario. Purtroppo, è diventato un evento ordinario. In ogni caso, comprendo la
nostra situazione di cassa e le nostre difficoltà economiche, ma credo che, per
un'opera di queste dimensioni (che rappresenta sicuramente un'opera di indubbia
utilità pubblica e nazionale), almeno il 50% dovrebbe essere finanziato dal Governo
nazionale. Credo che il premier Berlusconi, che è tanto impegnato sui temi dello
sviluppo, dovrebbe finanziare gran parte dell'opera. Anziché prevedere la
realizzazione - e lo dico anche ai Consiglieri dell'opposizione - del ponte sullo
stretto di Messina, probabilmente sarebbe meglio finanziare opere di questo tipo (ma
forse il Consigliere Carossa dissente su questo aspetto). Credo che il Governo
nazionale dovrebbe finanziare questo tipo di infrastrutture, ad esempio la Linea 2 di
metropolitana, opera che ha chiaramente un'utilità pubblica nazionale, non solo per i
torinesi.
Su questo terreno, Assessore, la invito - così come invito il Sindaco e l'intera
Amministrazione - ad aprire un confronto con il Governo nazionale, che non può
lavarsene le mani, ritenendo che lo sviluppo passi attraverso le infrastrutture e
concedendo miliardi soltanto a città come Roma e Catania, senza destinare nemmeno
un Euro a città come Torino, che si sono indebitate investendo su operazioni di
grossa portata.
Questo, in sintesi, è il contenuto di un emendamento presentato insieme al
Consigliere Cerutti, nel quale sottolineiamo la necessità di sottoporre il progetto
definitivo all'attenzione del Governo nazionale, perché non credo che un'opera di
queste dimensioni si possa realizzare con le sole risorse di un Ente come il Comune
di Torino.
Apprezzo e condivido il coraggio, ma credo che dobbiamo spostare l'asse del
finanziamento sulle risorse nazionali: comprendo anche le difficoltà, ma credo che
questo sia un elemento su cui anche l'opposizione che siede in quest'Aula dovrebbe
dare una mano alla concretizzazione per un'operazione di questo tipo.
Purtroppo, ho saputo che, nel corso di una conferenza stampa organizzata, pochi
giorni fa, dai Consiglieri dell'opposizione, la candidata alla Presidenza della
Provincia di Torino Claudia Porchietto ha dichiarato che si tratta di un'operazione
sbagliata, che dà in mano agli speculatori la cementificazione di alcune parti della
città: il Partito della Libertà, quindi, se ne lava le mani, speculando su un piano
elettorale: io credo che un atteggiamento di questo tipo non sia comprensibile.
Proprio loro che sono fautori del libero mercato e dello sviluppo, anziché dare una
mano su questo terreno (magari apportando delle loro correzioni), per motivi di
speculazione elettorale si astengono dal contribuire ad un'operazione di questa
portata, dichiarandosi contrari ad essa. Credo che, da questo punto di vista, compiano
un errore gravissimo; così come credo che, se qui in Comune ci fosse una Giunta di
centrodestra, il Governo nazionale si atteggerebbe diversamente nei confronti della
Città di Torino.
Credo che tutti noi dobbiamo porre l'attenzione sulla qualità degli interventi (tema
che, in prospettiva, mi preoccupa), chiedendo garanzie agli imprenditori.
Assessore Viano, ritengo che ci sia la necessità irrinunciabile di stabilire un
equilibrio tra la qualità e la quantità. Guai se non fosse così, perché rischieremmo di
costruire quartieri non a misura d'uomo come vorremmo, senza la qualità ambientale
e la contestuale realizzazione dei servizi necessari in quei quartieri. Credo che i
nuovi quartieri residenziali dovranno essere a misura d'uomo, con un buon ambiente,
in cui vi siano i servizi necessari.
Su questo aspetto, la Città non dovrà subire, ma dovrà indicare delle linee. Non sono
gli imprenditori che devono indicare la linea da seguire, siamo noi che dobbiamo
farlo, di concerto con le associazioni imprenditoriali che manifesteranno interesse.
Insieme dovremo concordare un'azione che vada nella direzione di assicurare
l'equilibrio tra quantità e qualità. Credo che questo aspetto interessi imprenditori seri,
che, per essere più credibili, dovranno costruire parti di città diverse rispetto a certe
operazioni fatte in maniera poco accettabile.
Condivido, quindi, il contenuto della deliberazione; credo che alcune sue parti siano
innovative, ad esempio laddove si parla del monitoraggio rispetto alle necessità dei
quartieri. Non ho mai visto una deliberazione in cui si sviluppi un ragionamento di
quella portata. Dal mio punto di vista, questo porterà al protagonismo dei quartieri e
del territorio rispetto a ciò che andrà costruito su quei territori.
Credo che l'elemento fondante di questa complessa operazione sia proprio la qualità
dei servizi: nella deliberazione lo si sostiene, così come si sostiene che si procederà
ad un'attenta indagine sulla dotazione di servizi pubblici e di interesse pubblico
presenti sul territorio (intervento che dovrà produrre riqualificazione ambientale).
Tali verifica dovrà garantire che i nuovi insediamenti non portino aggravio alle
eventuali situazioni di inadeguatezza già esistenti in quelle aree (sappiamo tutti quale
sia la situazione attuale della parte Nord della città).
Concludo annunciando il voto favorevole del mio Gruppo.
Credo che siano cinque le condizioni di fondo che potranno davvero far diventare
questa deliberazione strategica e occasione di sviluppo equilibrato:
1) i nuovi quartieri residenziali dovranno essere a misura d'uomo e dovranno
essere realizzati contestualmente a tutti i servizi necessari;
2) la Città dovrà indicare le linee di sviluppo, per fare in modo che ci sia un
rapporto equilibrato tra qualità e quantità;
3) il progetto dovrà essere sottoposto all'esame del Governo, per ottenere i
finanziamenti adeguati;
4) dovrà esserci il coinvolgimento delle Circoscrizioni V e VI nella decisione
del tracciato della metropolitana e dei servizi necessari;
5) dovrà essere realizzata una percentuale consistente di alloggi di edilizia
pubblica popolare sovvenzionata e convenzionata, per rispondere al problema
della casa per le famiglie disagiate (si tratta di una condizione che ho posto
anche in sede di Commissione, dato che, nella deliberazione, ci si propone di
raggiungere anche obiettivi di tipo sociale).
È un'occasione per dare finalmente una soluzione ai problemi della casa, che
continuano ad esistere anche nella nostra città.
Questo obiettivo, Assessore, dovrà rappresentare uno dei punti dell'accordo con le
imprese che parteciperanno alla costruzione dei nuovi sedimenti abitativi.
So che, per ogni lotto di 4.000 metri quadrati, il 10% degli alloggi deve essere di
edilizia sovvenzionata o convenzionata (ma ce lo spiegherà in fase di replica). Credo
che questa quota debba essere superata e debba essere uno dei punti fondamentali
degli obiettivi sociali che dobbiamo raggiungere con gli imprenditori che
manifesteranno interesse ad intervenire nell'operazione. Questo darà il senso della
socialità che vogliamo concretizzare, anche con questi interventi, non soltanto sul
piano della riqualificazione di aree molto vaste, ma anche con obiettivi precisi
(come, ad esempio, la casa, che rappresenta ancora un problema per centinaia di
famiglie che non hanno diritto all'accesso, perché le condizioni del mercato,
purtroppo, sottraggono a tante persone la possibilità di avere un tetto).
Essendo io molto sensibile a questo aspetto, chiedo un impegno particolare suo,
Assessore, e del Consiglio Comunale.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Levi-Montalcini.

LEVI-MONTALCINI Piera
Intervengo per riassumere il lavoro svolto dalla Commissione, un lavoro iniziato alla
fine di gennaio, dopo che la Giunta, a fine anno scorso, aveva approvato questa
deliberazione che ha visto i Consiglieri coinvolti in una lunga discussione,
intervallata da un periodo concesso per lo studio della Variante in modo tale da poter
approfondire quanto in essa contenuto, anche se, essendo una Variante
programmatica, non contiene definizioni puntuali. Non le contiene oggi, mentre,
all'inizio, l'Assessore aveva specificato quale sarebbe stata l'evoluzione di questa
trasformazione, che interessa questa parte della città che deve essere riqualificata, per
uscire dal degrado attuale.
Credo che i tempi di realizzazione saranno lunghi; mi auguro che ciascuna parte che
sarà esaminata e, di volta in volta, costruita sia sempre inserita nel quadro generale
della visione complessiva di tutta la trasformazione, in modo da non perdere di vista
l'obiettivo finale e da non eccedere nel peso urbanistico delle singole trasformazioni.
Abbiamo audito numerosi Enti ed associazioni, dall'Ordine degli Architetti al
Collegio Costruttori, alle associazioni ambientaliste, abbiamo audito Finpiemonte e
l'Ordine degli Ingegneri, l'Unione Industriale, il Collegio Edile API, l'Agenzia
Metropolitana dei Trasporti Pubblici in quanto interessata con la Linea metropolitana
2, Urban Center, le organizzazioni sindacali, l'Associazione Banche Italiane (ABI),
l'Ascom Confesercenti (che non si è presentata, chiedendo di intervenire poi più
avanti) ed i Presidenti della V, VI e VII Circoscrizione.
Vorrei ricordare i punti essenziali delle audizioni: l'Ordine degli Architetti, come il
Collegio Edile API ed il Collegio Costruttori, chiedono che sia posta particolare
attenzione alla tipologia delle nuove costruzioni. Si è parlato addirittura di fare una
città laboratorio all'interno della città di Torino, una sperimentazione sia per le
qualità di risparmio energetico, sia per la qualità estetica. Sulla qualità estetica tutti
hanno insistito molto, mi auguro, quindi, che i futuri Consigli Comunali prendano a
cuore questa raccomandazione, dato che noi certamente non vedremo la fine di
questa trasformazione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Intendo noi come
Consiglieri Comunali, perché prima di arrivare a 150 anni, sicuramente vedremo
finita anche questa trasformazione: poiché non saremo noi a ricordarlo ai nostri
successori qui in Sala Rossa, dobbiamo lasciare un segno sia con la mozione di
accompagnamento, sia con gli interventi odierni, per far sì che si ponga particolare
attenzione a questa trasformazione.
Uno degli interventi che, forse, ha destato più dubbi è stato quello di Urban Center: il
professor Olmo portava ad esempio (più che un esempio, a noi sembrava già un
progetto definitivo) gli studi fatti, al momento attuale, sull'area. Per fortuna, su
richiesta della Commissione, l'Assessore ha scorporato - e per questo lo ringraziamo
tutti - i rendering (dicendo che sono prettamente indicativi), per permettere ai
progettisti, ai cittadini ed a chi lavorerà su questo grande progetto, di verificare se le
attuali ipotesi perdureranno con il passare degli anni.
Il lavoro della Commissione è stato attento. È stato anche lungo, non solo per volere
della Commissione, ma perché vi sono state interruzioni dovute alle vacanze di
Pasqua e ad altre festività che cadevano proprio nei giorni di Commissione, però,
come è successo per il grattacielo del San Paolo, gli approfondimenti hanno aiutato
tutti i Consiglieri a capire quello che oggi andranno a votare e a convincere alcuni tra
i più restii a pensare che la trasformazione sarà davvero utile e vantaggiosa per la
città.
Ci auguriamo tutti che gli 800.000 metri quadri ipotizzati (se si usufruiranno tutti i
diritti edificatori oggi messi sul tappeto) siano veramente utili alla città: su questo
aspetto chiederemo all'Assessore approfondimenti successivi, ma sarà una cosa che
verrà nel tempo e che non è inerente a questa, che è un documento programmatico di
una Variante strutturale.
Oggi si vota, ma il lavoro della Commissione non è finito qui, perché dovrà dare
indirizzi su ciò che succedere in un prossimo futuro.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Consigliere Lo Russo, conferma la sua volontà ad intervenire? Avevo inteso
diversamente.

LO RUSSO Stefano
Non ho capito che cosa abbia inteso, ma comunque intervengo.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Poco fa, lei si era avvicinato al banco della Presidenza chiedendomi di posticipare il
suo intervento. Probabilmente il caldo mi ha fatto intendere male.

LO RUSSO Stefano
No. Credo non mi abbia capito, Vicepresidente.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Le chiedo scusa. Probabilmente il caldo mi ha fatto intendere male.

LO RUSSO Stefano
Capisco le vicende politiche che stanno investendo la coalizione che la sostiene,
Vicepresidente, mi rendo conto che la rendono particolarmente nervoso in questi
giorni, e quindi comprendo gli interventi di alcuni Consiglieri in sede di trattazione
della mozione di accorpamento. Ha tutto la mia comprensione.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Grazie, Consigliere Lo Russo. Lei è sempre vicino, e quindi la ringrazio.

LO RUSSO Stefano
Prima di entrare nel merito, ho questo grande rammarico, in realtà, che proprio mi
rende inquieto sull'atteggiamento che ha tenuto e che sta tenendo il centrodestra di
questa città attorno a uno dei provvedimenti più importanti che avremo la fortuna,
l'onere e l'onore di esaminare nell'arco di questo mandato. In realtà, credo che
attorno a questo provvedimento così importante la discussione sia stata abbastanza
alta, anzi molto più alta che su tanti altri argomenti.
È stata una discussione alta nel metodo, a differenza di quanto diceva prima il
Consigliere Silvestrini. Credo che questa, come tanti altri provvedimenti di così
grande importanza, abbia avuto un buon metodo di lavoro, lo diceva prima il
Presidente Levi-Montalcini. Sono state fatte numerose audizioni delle categorie, sono
stati auditi i cittadini, tutte le organizzazioni del tessuto produttivo ed economico di
questa città.
Quanto diceva l'Assessore Viano in sede di illustrazione, in merito ad alcune
modifiche sostanziali che verranno poi apportate ad alcuni passaggi cruciali, è
proprio frutto di questa discussione.
Credo che questo sia uno dei migliori esempi di collaborazione tra la Giunta e il
Consiglio e ritengo che prendere questo come esempio negativo di mancata
comunicazione sia proprio un errore. Tutto ciò mi rammarica.
Non è stata una manovra elettorale, anche se qualcuno (e faccio riferimento alla
candidata Presidente Claudia Porchietto) ha provato a renderla tale, dichiarando
addirittura con una conferenza stampa a Palazzo Civico la netta contrarietà del
centrodestra a questo provvedimento. Per certi versi, ha fatto bene, l'ho apprezzata
perché ha fatto chiarezza sulla posizione, è stata da questo punto di vista molto più
chiara lei che i partiti che la sostengono in questo difficile ballottaggio, dando
dimostrazione di grandissima autorevolezza e, soprattutto, schierando una coalizione
importante come quella del centrodestra, rispetto a un provvedimento strategico per
la nostra città.
Sono contento di avere l'onere di poter votare questo provvedimento, perché, quando
fra un po' di anni verremo tutti chiamati a rendere conto di quanto è stato fatto in
questi cinque anni di Consiglio Comunale per lo sviluppo di questa città, potrò avere
il piccolo orgoglio di avere preso parte a delineare un'importante trasformazione
(dipenderà anche molto dall'atteggiamento che assumerà il Governo Nazionale), che
darà a questa città un'importante infrastruttura: la Linea 2 della metropolitana, della
quale c'è un gran bisogno e per la quale i torinesi saranno grati a coloro che avranno
sostenuto questa deliberazione.
Credo che questa deliberazione abbia alcuni elementi assolutamente qualificanti. Lo
diceva prima l'Assessore Viano: innanzitutto, c'è un recupero di accessibilità a una
porzione importante della città, sia da parte di quell'area di città verso il centro di
Torino, sia verso quell'area che può veramente diventare, intorno a questa grande
trasformazione, un nuovo polo di sviluppo.
Oggi è assolutamente noto a tutti coloro che si interessano un po' a queste cose che
operazioni di riqualificazione parziale hanno difficilmente effetti protratti nel tempo,
occorre intervenire drasticamente su importanti porzioni di città se si vogliono
ottenere obiettivi veri di riqualificazione.
Secondo elemento qualificante di questa Variante, Colleghi del centrodestra, è
l'entità degli investimenti, in un periodo di grandissima contrazione economica come
quello che stiamo vivendo.
La scelta che fa la Città di credere nello sviluppo, di credere che possiamo invertire il
ciclo e possiamo dare il nostro piccolo contributo a fare uscire dalla crisi almeno una
parte della città, credo sia un bel segnale in un momento in cui, al di là dei tanti
proclami devoluti a mezzo stampa da parte del Governo e dal Presidente Berlusconi,
questa città, come tutto il resto del Paese, sta patendo.
Terzo elemento qualificante, come detto in sede di presentazione della deliberazione,
è che la valorizzazione immobiliare, attorno a cui, purtroppo, anche con scarsa
eleganza, si è concentrato il dibattito, è in capo al soggetto pubblico.
Mercoledì assisteremo a una iniziativa pubblica del centrodestra a difesa della
sicurezza. Ricordo solo ai suoi esponenti che in questo Paese da oltre un anno
governa Silvio Berlusconi e che il Ministro degli Interni si chiama Maroni, quindi la
sicurezza, cari amici, è teoricamente compito vostro. Però questo girotondismo di
lotta e di governo che vi contraddistingue è emblematico di una situazione in cui non
avete più argomenti ed è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Compito della Città è
cercare di favorire le condizioni urbane, affinché le nostre forze dell'ordine lavorino
nelle migliori condizioni possibili per garantire la sicurezza, quindi riparare le strade,
pulire i cassonetti, sistemare l'illuminazione: questo è il compito di una città. La
Polizia, i Carabinieri, le forze dell'ordine fanno parte del Governo Nazionale.
Allora, noi cerchiamo di fare la nostra parte, voi, al di là di cavalcare
strumentalmente ed elettoralmente questi temi, fondamentalmente non fate nulla e
tagliate le risorse finanziarie alle forze dell'ordine... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). C'entra, perché i progetti di riqualificazione urbana delle aree
degradate...

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Colleghi, per cortesia! Sono indisponibile a polemiche.

LO RUSSO Stefano
C'entra, Consigliere Cantore. Glielo spiego volentieri. Anzi, la ringrazio per questa
domanda che mi offre l'occasione per spiegare.
È proprio questa la differenza, anche un po' culturale, che ci divide: non è vero che
siamo tutti uguali e che c'è il pensiero unico dominante. È esattamente questo uno
dei paletti sui quali ci dividiamo: da un lato, c'è chi immagina la sicurezza come voi,
che sostanzialmente prevedete di istituire ronde private, invece che finanziare le
forze dell'ordine; dall'altro c'è chi, come noi, invece (nel piccolo di una
Amministrazione Comunale), cerca di favorire le condizioni sociali e urbanistiche di
aggregazione, di qualità della vita, che sono uno dei cardini su cui si basa la politica
di sicurezza. Ecco perché c'entra il tema della sicurezza sul tema della Variante 200.
Proprio per questi motivi.
L'altro elemento qualificante è che, è vero che si prevede la realizzazione di
importanti insediamenti, ma l'asse cruciale è che questo nuovo insediamento nasce
intorno a una infrastruttura importante di trasporto pubblico. È questo l'elemento
innovativo, a differenza forse di quanto accaduto, non credo a Torino, ma da tante
altre parti, in cui prima si fa un'operazione di trasformazione urbana e, poi, si dota
quell'area di strumenti di trasporto pubblico.
Abbiamo invertito un po' l'ordine dei problemi: prima delineiamo la rete di trasporto
pubblico e, intorno ad essa, costruiamo un'operazione di riqualificazione urbana.
Credo che sia proprio intorno a questi provvedimenti così importanti che si
rinforzano, si costruiscono e, purtroppo, alle volte, essendo i percorsi politici
variabili nel tempo, ci si può anche trovare di fronte al fatto che non si condivide più
la stessa idea di città, la stessa strategia di sviluppo. Credo che noi ci schieriamo
convintamente da questa parte; lasciamo il centrodestra nella sua critica, nella sua
posizione rispetto a questa Variante, e convintamente, con grande rammarico per il
vostro atteggiamento, crediamo sia opportuno andare avanti con determinazione
attorno a questo provvedimento.
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