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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Maggio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2009-02159
"OPERE EDILIZIE ABUSIVE ALL'INTERNO DELL'EX CLINICA SAN PAOLO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAROSSA ED ANGELERI IN DATA 15 APRILE 2009.
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200902159/02, presentata in
data 15 aprile 2009, avente per oggetto:
"Opere edilizie abusive all'interno dell'ex Clinica San Paolo"

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola, per la risposta, all'Assessore Viano.

VIANO Mario (Assessore)
Darei lettura di una nota predisposta dalla Divisione Corpo di Polizia Municipale,
Ufficio Progetti Operativi e Collegamenti ai Servizi Territoriali e, poi, alcune altre
informazioni su aspetti che non sono trattati nella nota citata, datata aprile 2009.
"L'edificio in questione risulta di proprietà della S.p.A. Casa di Cura San Paolo, con
sede legale in Torino Via Gozzano, ed è stata occupata da alcune decine di rifugiati
del Darfur, immediatamente dopo si sono insediati altri gruppi di extracomunitari di
varie etnie. La proprietà, nella persona del signor Camerlengo Pietro, ha provveduto
a sporgere querela per invasione di edifici mediante il suo legale di fiducia, avvocato
Filippo Fiandrotti.
Allo stato attuale, tutto l'edificio risulta occupato da circa 250/300 persone, di cui 20
donne e nessun minore, tutti con lo status di rifugiati; circa l'80% sono cittadini
somali e il restante 20% etiopi ed indonesiani.
L'edificio al momento è ancora fornito di energia elettrica, ma solo il bagno del
piano secondo fuori terra risulta funzionante. In data 4 aprile u.s. l'Associazione San
Vincenzo ha provveduto ad effettuare un intervento radicale per la pulizia dei locali e
del cortile della struttura, accordandosi direttamente con AMIAT per il recupero
dell'immondizia raccolta, circa 80 sacchi neri. Tale intervento sarà ripetuto con
cadenza settimanale da parte di volontari per continuare la pulizia dei locali.
Per quanto attiene le opere abusive effettuate all'interno della clinica, non risulta in
alcun modo siano stati effettuati interventi di demolizione e/o di edificazione; le
uniche demolizioni sono state quelle inerenti l'abbattimento della muratura delle
finestre, effettuata al momento dell'invasione dell'edificio, muratura che era stata
realizzata dalla proprietà al momento della chiusura della struttura. Quindi tali
abbattimenti non sono riconducibili a reati di carattere edilizio.
In particolare a tutt'oggi sullo stabile emergente risulta essere aperto da parte
dell'Ufficio Verifiche Edilizie di pronto intervento alcun carteggio, né peraltro è mai
pervenuto ai Vigili Urbani, ovvero dai Vigili del Fuoco, Forze di Polizia, Forze
dell'Ordine, segnalazione alcuna in merito a problemi strutturali.
Peraltro, le condizioni igienico-sanitarie degli occupanti, problemi di infezioni e di
scabbia non consigliano a persone dipendenti l'accesso, e il conseguente
accertamento delle condizioni interne - fatte, naturalmente, dall'Asl -. In materia si
rimanda comunque alla nota a disposizione".
In un altro passaggio - che non trovo - non ci sono stati riscontri di sorta da parte
dell'ispezione edilizia in esito a comunicazioni, informazioni e segnalazioni.
Infine, alcune notizie in merito ad altri aspetti, ad altre richieste di informazioni
contenute nell'interpellanza: "la proprietà dichiara che non c'erano pratiche relative a
cartelle cliniche dei pazienti all'atto della presa di possesso", quindi non ci sarebbero
problemi di privacy, di riservatezza.
Infine alcune associazioni: San Vincenzo, Caritas Migranti, Gruppo Abele,
Emergency ed Amnesty costituiscono con Regione, Provincia di Torino, Città,
Prefettura e Questura, il tavolo di progettazione per sbloccare la situazione.
Intanto, i primi trenta rifugiati sono stati oggetto di inserimento, dei quali venti sono
donne. Gli inserimenti sono avvenuti presso cooperative sociali, associazioni,
eccetera, in Biella, Asti, Ivrea, Cuneo, cioè tutte al di fuori di Torino, allo stato.
Questa è la situazione, da un lato, segnalatami dagli Uffici e, dall'altro, attraverso
informazioni rese dall'Assessore Borgione.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Prima di dare la parola al Consigliere Carossa, in effetti, tengo a dire che era prevista
anche la risposta dell'Assessore Borgione. Qualora lei non si ritenesse soddisfatto,
manterremmo in Aula l'interpellanza con l'Assessore Borgione; se, invece, le
domande rivolte all'Assessore Borgione, la cui risposta è stata affidata all'Assessore
Viano, fossero soddisfatte, a quel punto, evidentemente, l'interpellanza sarebbe
discussa per l'Aula.
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Chiederei, innanzitutto all'Assessore se fosse possibile avere una copia della
relazione. Mi farebbe una cortesia, anche perché così sarebbe chiara la questione
riguardante le cartelle cliniche, uscita anche su un quotidiano cittadino.
Il Sindaco dovrebbe essere a Milano per incontrarsi con Maroni, proprio per
discutere, tra le altre cose, anche sulla questione dei rifugiati politici. Quindi, magari
chiuderanno tutto loro.
Assessore, lei ha detto che non ci sono state opere edilizie. Ma da chi è stato detto?
Hanno fatto un sopralluogo specifico gli Uffici che si occupano di abusivismo
edilizio o ispezione edilizia? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Si tratta di
una relazione dei Vigili Urbani. (INTERVENTO FUORI MICROFONO) Datata e
firmata. Perfetto, allora va benissimo. Volevo solamente sapere se qualcuno si era
occupato della situazione, o si trattava di una situazione riportata dalle associazioni.
Volevo dire un'ultima cosa, non vuole essere polemica, ma la voglio dire a verbale:
saranno rifugiati, ma sono anche abbastanza zozzoni! Perché noi dobbiamo pagare
l'AMIAT, tramite i volontari, le associazioni, perché loro non possono nemmeno
buttare i sacchetti dell'immondizia nei bidoni fuori come fanno tutti i cittadini
normali, comuni, italiani soprattutto! Sono ospiti e in più buttano l'immondizia nel
cortile. Ma questo lo dico apposta a verbale, così sappiamo con chi abbiamo a che
fare.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
L'interpellanza è discussa.
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