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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Maggio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni del Sindaco su "Evoluzione situazione politica locale"
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Sindaco, per le comunicazioni.

SINDACO
Ho ritenuto di chiedere comunicazioni per aggiornare il Consiglio sull'evoluzione
della situazione politica locale.
Questa mattina, coerentemente con quanto era già stato annunciato pubblicamente,
ho incontrato l'Assessore Saragnese e gli ho chiesto la restituzione delle deleghe,
quindi, la revoca dalla funzione di Assessore, specificando - come avevo già detto
pubblicamente anche qui - che non si tratta, naturalmente, di un giudizio sulla sua
attività amministrativa, tantomeno di un giudizio personale sulla sua figura, anzi, al
contrario, perché ho avuto modo di apprezzare il lavoro svolto in questi due anni, pur
nelle differenze fisiologiche che ci sono sempre quando si gestiscono materie difficili
e complesse come quelle dell'educazione.
Questo era ed è il precipitato di una situazione politica generale che richiedeva e
richiede una discontinuità, per poter condurre proficuamente - a mio modo di vedere,
naturalmente -, dal punto di vista della Città, il tempo che resta di questa tornata
amministrativa.
Sono molteplici le ragioni per le quali si è prodotta una crescente divaricazione, in
particolare, fra un Gruppo dell'attuale maggioranza (Rifondazione Comunista) e la
maggioranza, forse anche più di natura generale nazionale. Siamo tutti impegnati in
politica e sappiamo benissimo che la composizione del 2006 dei singoli Partiti è
molto diversa da quella attuale, persino le leadership e può darsi che questo abbia
influito, come può darsi che abbiano influito anche valutazioni di ordine locale. Sta
di fatto che credo non sia coerente, compatibile e comprensibile da nessuno un
atteggiamento per cui su tutte le principali deliberazioni, eccezion fatta per il
Bilancio (che, essendo un atto decisivo delle sorti di un'Amministrazione, non è stato
messo in discussione), si è visto il voto contrario, anche quelle che, dopo lunghi e
faticosi approfondimenti e discussioni, hanno visto l'accoglimento di emendamenti
sostanziali provenienti da quella parte. Ritengo che questo atteggiamento non sia
compatibile con un ruolo di maggioranza.
Ci può essere un episodio, perché in una composizione pluralista va sempre messo in
conto, è fisiologico che vi sia, vi possono essere due episodi, ma non possono essere
tutti. Basta scorrere l'elenco: dallo Stadio al Grattacielo, da variabili importanti,
ancorché minori (come Osi-Ghia, o le Officine Grandi Motori), fino alle vicenda
IRIDE-Enìa e, probabilmente, altre che dimentico parlando a braccio, tutte le
principali questioni hanno visto un atteggiamento simile.
Ritengo che questo richieda una discontinuità, perché questa divaricazione ha
definito una situazione che non conviene più a nessuno; credo che spetti al Gruppo di
Rifondazione Comunista ed al suo Partito valutare se, come ha fatto con i
comportamenti assunti in questo anno, portarsi progressivamente fuori da questa
maggioranza, oppure ricercare e ritrovare le condizioni per una proficua e rinnovata
collaborazione, che implica soprattutto una lealtà e coerenza di maggioranza,
sicuramente attraverso una discussione.
Ribadisco e sottolineo questo aspetto: trovo, a volte, anche stucchevole questo
continuo ritornare sul "non ha discusso abbastanza", perché gli esempi che ho fatto
sono tutte dimostrazioni di discussioni fatte oltre i tempi consentiti (in alcuni casi)
per non mettere a repentaglio anche la realizzazione delle opere stesse. Noi abbiamo
una Variante come quella delle Officine Grandi Motori che presenta qualche rischio
di realizzazione, che spero non si verifichi, proprio per la lunghezza dei tempi con
cui si è diventati operativi, con l'accoglimento di sostanziali emendamenti che hanno
cambiato radicalmente la fisionomia originale di quella proposta, che, poi, ha visto
un voto contrario da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista. Credo che
richieda una riflessione sul dove si vuole stare. Non ho cacciato nessuno, credo solo
che ci sia da prendere atto di una divaricazione che ha portato Rifondazione
Comunista a tirarsi fuori da questa maggioranza, con i fatti prima che con le parole.
Le deleghe saranno tecnicamente assegnate al Vicesindaco che, anche per le ragioni
di carico, non potrà portarle troppo a lungo; non faremo nessun rimpasto politico
senza che ci sia un confronto serio fra le forze della maggioranza e senza, soprattutto,
che vi sia quello che ritengo sia la priorità, cioè un patto di fine tornata
amministrativa che affronti quei 4/5 nodi, che devono essere approntati nell'interesse
della città.
Sul piano urbanistico, penso, prima di tutto, alla Variante 200, su cui non devo
spendere parole per delineare il carattere strategico, sia in ordine alla riqualificazione
di una parte di città (quella a nord, che più ha sofferto di rischi di potenziale
degrado), sia perché è una Variante che contribuirà a reggere un'importante tratta
della prosecuzione della metropolitana. Cito anche Varianti più vicine nella loro
concretizzazione ed altrettanto importanti: penso ad Alenia ed a Mirafiori (entrambe
sull'asse di Corso Marche, che è un progetto su cui è impegnata la Provincia) e penso
anche alla questione delle partecipate, come, per esempio, quella di GTT, che è in
stato più avanzato di confronto e che richiede anche delle scelte, la questione
AMIAT, che deve essere impostata e che è importante per il termovalorizzatore e la
discarica. Ho citato solo queste perché mi sembrano le principali.
Ritengo che vi siano tutte le condizioni per fare prima un'intesa su un patto di fine
tornata amministrativa, con tempi che non sono io a dettare, mi limiterei ad indicare
una data massima, perché capisco che, poi, le vicende elettorali hanno sempre una
certa influenza su questi argomenti. Credo che il tempo limite per procedere ad
un'operazione che non pregiudichi l'interesse della Città sia quello dell'immediato
post-elezioni, dopo il primo turno elettorale, non intendo andare all'estate inoltrata.
Non solo non sono contrario ad un patto, ma lo incoraggio.
Mi attendo indicazioni dalle forze politiche, partendo dall'attuale maggioranza; come
ho detto, non ho cacciato e non caccio nessuno, però bisogna che non ci sia qualcuno
che voglia farsi cacciare.
A parte il fatto che, per fortuna (perché vuole dire che il mondo è vivo), la città è un
po' più grande del Programma, anche di un'Amministrazione importante come la
nostra; quando leggo dichiarazioni che, ancora oggi, insistono sul fatto che le
votazioni contrarie sono state su temi che non erano presenti nel Programma (che
non è neanche vero, perché molti progetti che ho citato erano parte integrante del
Programma con cui ci siamo presentati alle elezioni del 2006) e quando continuo a
sentire dire su IRIDE-Enìa che si vogliono privatizzare i servizi pubblici, allora dico
che si tratta di falsità, perché sapete tutti benissimo che stiamo parlando di un
accordo fra Enti Pubblici, con Patti parasociali che garantiscono e garantiranno per
molti anni (a discrezione dei soci) la prosecuzione di un'abbondante maggioranza
pubblica. Quando sento dire queste falsità, dico che si cercano pretesti per uscire
dalla maggioranza. Se, invece, si vuole stare al merito - ripeto -, non ho cacciato, non
caccio e non caccerò nessuno, a meno che uno non voglia farsi cacciare e,
naturalmente, con lo stesso spirito sono aperto a chi sente di dare un contributo a
quanto, secondo me, è l'esigenza prioritaria di questa Città, cioè che fra le forze
politiche vi sia un accordo stretto, che permetta di portare a compimento una tornata
amministrativa che ha visto una grande crescita del processo di modernizzazione di
questo territorio e che può introdurre nella nostra Città ulteriori condizioni per
affrontare le sfide che verranno, a cominciare dal prossimo decennio.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ferrante.

FERRANTE Antonio
Con la richiesta di consegna delle deleghe all'Assessore Saragnese, si è avviato un
percorso, da parte del Sindaco, i cui esiti ci sembrano non chiari. Rifondazione
Comunista è entrata nella maggioranza politica di questo Comune dopo le elezioni
amministrative del 2006. A sancirne la collocazione fu una maggioranza politico-
elettorale che ottenne il consenso dei cittadini di Torino, nella persona del Sindaco in
carica e, quindi, di tutti i Partiti che componevano quella maggioranza. A differenza
di altri Gruppi politici ora presenti in quest'Aula, sia della maggioranza, che
dell'opposizione, il PRC è il Gruppo che venne eletto allora; né scissione, né
ricomposizione ne hanno modificato l'assetto, contrariamente alla maggior parte dei
Gruppi politici presenti in Aula.
La richiesta della consegna delle deleghe assessorili a Luigi Saragnese ed il
successivo ritiro delle stesse da parte del Sindaco estromette il Gruppo di
Rifondazione Comunista dalla Giunta, dal governo della Città e, quindi, dalla
maggioranza che lo sostiene.
Considerando le precedenti affermazioni, ci pare importante sottolineare questo fatto:
non ci si può considerare in maggioranza, soprattutto se si faceva parte del medesimo
progetto elettorale, e, successivamente, venirne esclusi. Non è una questione di
forma, perché, in questi tre anni, Rifondazione Comunista ha espresso il massimo
della condivisione possibile con il resto della maggioranza sul programma originario
del 2006.
Le questioni su cui ci si è divisi non rientravano in quel patto, oppure non si è voluto
fare sintesi, soprattutto nel caso della fusione IRIDE-Enìa; il Sindaco ha ritenuto
opportuno percorrere una strada da noi non condivisa, non ascoltando non solo
Rifondazione Comunista - e qui lo voglio precisare -, ma anche altre forze della
maggioranza, che, come noi, esprimevano critiche e perplessità. Infatti, anche altri
Consiglieri hanno addotto come motivazione del loro voto contrario a quella
proposta di deliberazione il fatto che si poteva attendere maggiormente, dando così
luogo ad una discussione più approfondita.
Siamo noi ad avere tradito il patto con gli elettori? Siamo noi che consideriamo gli
impegni con i cittadini una pura formalità elettorale? Se si fosse praticato il percorso
della verifica politica (evitando il ricatto del ritiro o della consegna delle deleghe), la
discussione avrebbe portato Rifondazione Comunista alle proprie posizioni.
Noi pensiamo che, pur in una difficilissima fase di crisi economica e di Bilanci
decurtati (sia dalle politiche del Governo nazionale, che dalle discutibili scelte della
precedente gestione economica torinese), non si debba in alcun modo alienare, in
parte o del tutto, il patrimonio pubblico rappresentato dalle società ex
municipalizzate. Noi riteniamo che i cosiddetti beni comuni e le reti di distribuzione,
cioè quelle risorse realizzate e gestite con il contributo dei cittadini torinesi nel corso
di decenni di sacrifici (acqua, trasporti, rifiuti, gas e luce), non debbano essere
venduti.
La missione di queste società pubbliche non è solo quella di realizzare degli utili, ma
si tratta di società funzionali alla vita della comunità e devono concorrere ad elevare
la qualità della vita dei cittadini. Analogo interesse desta in noi (e nei cittadini che
cerchiamo di rappresentare) la cura e l'attenzione per chi ha bisogno di assistenza e
di strutture pubbliche, per chi lavora e vive del suo reddito, per chi conta su politiche
distributive e non discriminatorie, per chi non lavora e anche per chi ha dovuto
smettere di lavorare, per i motivi che sono ben conosciuti da tutta l'Aula.
Quali sono gli argomenti che, ora, divideranno la vecchia maggioranza o quali quelli
che unificheranno la prossima? La conclusione è, forse, che il Sindaco non ha
intenzione di entrare nel merito delle questioni.
Ringraziamo Luigi Saragnese per l'importante lavoro svolto e l'onestà intellettuale
dimostrata e ci auguriamo che tutti i cittadini sappiano rendere merito a tutto ciò.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Domenico Gallo.

GALLO Domenico
Devo ammettere che mi dispiace per l'epilogo di questa discussione che ha portato
ad una crisi, che - è inutile negarlo - è grave. Viene escluso dalla maggioranza un
partito che ha contribuito a governare la Città, seppur con contraddizioni e distinguo,
che, però, hanno attraversato tutta la sinistra, perché anche il mio ruolo è stato
interessato da queste contraddizioni.
Tutta la sinistra avrebbe dovuto valorizzare maggiormente il voto sulla fusione
IRIDE-Enìa, sulla questione del 51% in mano pubblica, sulla chiarezza a proposito
della SMAT e della gestione del servizio idrico torinese e sul rifiuto ad impegni che
riguardino il nucleare da parte della nuova società; invece, abbiamo votato in
maniera diversificata (grave errore politico, dal mio punto di vista).
Detto ciò, condividiamo il percorso indicato; riteniamo che sia corretto stipulare un
patto di fine mandato per uscire dalla crisi, impegnando tutti i partiti dell'attuale
maggioranza (la definisco ancora così e, poi, spiegherò il motivo). Questo patto
necessita, però, di un metodo di lavoro adeguato per poter giungere ad una sintesi
condivisa sulle questioni aperte e, in particolare, sulla Variante n. 200 e sul futuro
delle aziende di proprietà pubblica. Solo un metodo di lavoro adeguato (e ci
possiamo intendere su che cosa significhi) può portare ad una sintesi che, poi, sia in
grado di ricompattare la maggioranza.
È con questo spirito che scelgo di continuare a far parte di questa maggioranza, con
la volontà costruttiva di collaborare per rilanciarla, perché, dal mio punto di vista, ha
ben governato la Città, anche grazie al contributo di Rifondazione Comunista.
La Città attraversa una fase di difficoltà economica e sociale, è bene non
dimenticarlo. Proprio perché stiamo vivendo un momento molto complicato sul
piano sociale, ammetto con molta franchezza che, se fossi stato nei panni del
Sindaco, non avrei ritirato le deleghe dell'Assessore all'Istruzione, Saragnese,
perché, secondo me, ha lavorato bene sui temi della scuola; avrei atteso lo
svolgimento della verifica e del suo esito prima di assumere una decisione,
probabilmente, inaccettabile per il Gruppo di Rifondazione Comunista.
In ogni caso, mi permetto di rivolgere nuovamente l'invito ai compagni - li chiamo
ancora così - di Rifondazione Comunista di raccogliere la sfida rispetto alle questioni
di merito, perché potrebbe avere un esito positivo, ricomponendo la maggioranza
nata dalle elezioni. È un invito - comprendo che qualcuno, probabilmente, riderà -
che, sicuramente, cadrà nel vuoto, ma sento comunque il dovere di farlo; l'ho già
fatto, attraverso un comunicato stampa, nei giorni scorsi (che è stato ripreso anche
dai giornali) e lo ribadisco pubblicamente in questa Sala al Gruppo di Rifondazione
Comunista, al suo segretario e al suo gruppo dirigente.
Infine, intendo ribadire un concetto già espresso in precedenza: questa maggioranza,
da una parte, può restringersi, ma, dall'altra parte, non può allargarsi, comprendendo
un partito, l'UDC, semplicemente perché ha avuto il buon senso di astenersi sul
Bilancio.
Credo che l'astensione dell'UDC sul Bilancio sia stato semplicemente un atto di
buon senso, che personalmente apprezzo, però non significa che possa entrare in
questa maggioranza un partito "dell'estremo centro" - così lo definisce il Presidente
Casini -, che non sa con chi stare e che sceglie questa o quella maggioranza, di
sinistra o di destra, a seconda della convenienza, giocando sulle difficoltà delle
coalizioni (così come, nel mondo sportivo, fanno quei tifosi che, non avendo una
squadra del cuore, tifano per la squadra che vince lo scudetto). Credo che questo sia
inaccettabile, in politica bisogna fare delle scelte!
In questo momento, le scelte dell'UDC non sono compatibili con questa
maggioranza, così com'è nata dalle elezioni; sarebbe troppo comodo! L'UDC deve
continuare a fare l'opposizione, come ha sempre fatto, con stile e con garbo; ai
Consiglieri Goffi e Scanderebech riconosco gli atteggiamenti garbati e, a volte, anche
costruttivi (che ho condiviso), ma questo non significa che quel partito possa far
parte di una maggioranza che è nata con caratteristiche diverse.
Credo che il Sindaco dovrebbe condividere la necessità di una sintesi fra tutte le
forze politiche, per evitare che la crisi si allarghi. Personalmente, mi impegnerò per
quello che posso; rappresento un Gruppo che non ha un partito alle spalle, che ha
condiviso con l'Assessore Passoni una scelta molto difficile per noi e non vorrei -
parlo per me - che quella scelta venisse vanificata da un cambio di rotta, che mi
costringerebbe a fare delle considerazioni diverse. Credo che questo non avverrà,
perché non ce n'è bisogno.
Mi rivolgo con affetto ai Consiglieri Ferrante, Silvestrini e Cassano e gli suggerisco
di accettate la sfida. Abbiamo avuto il merito, fino ad oggi, di governare questa Città
con senso di responsabilità, seppur con le contraddizioni che hanno caratterizzato il
vostro ed il nostro voto su questioni complicate (ad esempio, sulle partecipate e,
nell'ultimo caso, sulla fusione IRIDE-Enìa).
Auspico che si realizzi questa verifica, lavorando sui problemi concreti; credo che
questa maggioranza si possa ricompattare e che Rifondazione Comunista debba
riflettere sull'appello che gli ho appena rivolto.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Ricordo al Consigliere Gallo Domenico che anche il Consigliere Castronovo fa parte
del Gruppo di Rifondazione Comunista.

GALLO Domenico
Lei svolge un ruolo super partes e non volevo coinvolgerla.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Su questo giudizio ci sono opinioni discordanti, comunque la ringrazio.
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Ho apprezzato il tono pacato con il quale il Sindaco ha deciso di porre all'attenzione
del Consiglio Comunale un problema di buona amministrazione. Ribadisco che il
Gruppo del Partito Democratico ha apprezzato l'utilizzo di un tono pacato e, in
sostanza, significa che (contrariamente a quanto detto poco fa dal Consigliere Gallo
Domenico) all'orizzonte non è previsto alcun cambio di rotta o di indirizzo politico e
non c'è un nuovo programma da definire.
C'è un'altra questione che il Sindaco, a mio avviso, ha ben sintetizzato: bisogna
definire l'atteggiamento che debbono tenere le forze politiche, se si considerano e
vogliono essere considerate tali e Gruppi Consiliari di maggioranza.
Mi sembra che il Sindaco abbia illustrato bene qual è stato il lento, ma progressivo,
ripetersi di un atteggiamento, che, però, in quest'Aula, ha semplicemente dichiarato
(non costituito, ma dichiarato). Anche noi del Partito Democratico non avremmo
richiesto un'espulsione o un allontanamento dalla maggioranza. Condividiamo,
invece, quella lettura dalla quale scaturisce, a causa del ripetuto voto contrario su
alcune proposte (il cui merito è stato definito con il Gruppo di Rifondazione
Comunista), un allontanamento, un'autoesclusione, un prendere le distanze.
Si tratta di una questione che potrà sembrare solo di atteggiamento, ma, in realtà, è
decisiva, perché stare in maggioranza significa ascoltare, cercare di trovare una
sintesi e, poi, difendere come propria la sintesi che emerge dal confronto!
Abbiamo votato, come se fossero stati nostri, gli emendamenti ricordati dal
Consigliere Gallo Domenico. Li abbiamo votati e li rivendichiamo non come
emendamenti della sinistra, ma come emendamenti del Partito Democratico e della
maggioranza. Non intendiamo dire che, per quanto riguarda le deliberazioni che sono
state cambiate anche in maniera significativa, come - pur con tempi assai lunghi -
quella delle OGR, quelle modifiche e quegli emendamenti siano stati subìti, perché,
alla fine, si tratta di emendamenti che sono di tutti! Lo stesso vale per le correzioni
che sono state introdotte e devo riconoscere che, in molti casi, sono state assai
apprezzabili; alla fine, le abbiamo votate e, votandole, le consideriamo, a tutti gli
effetti, della maggioranza.
È qui che si consuma la differenza con chi, dopo aver avanzato degli argomenti con
onestà e convinzione, ha deciso, poi, di votare ugualmente contro, in più occasioni.
Secondo me, è stato giusto porre questo problema in Aula, perché la distanza e la
chiarezza sono, forse, le uniche condizioni per ricostruire un'unità. Un'unità
possibile e capace di governare presuppone chiarezza e responsabilità. Il Sindaco ha
fatto bene a sollevare la questione e non ci sono dei tempi più o meno opportuni, ci
sono unicamente i tempi del governo della Città. Sono sicuro che questo
atteggiamento lineare verrà apprezzato, perché, ovviamente, lascia aperta la
possibilità di una ricostituzione di quella che, all'inizio, è una presunzione di lealtà,
ma che deve essere verificata volta per volta, votazione dopo votazione, per
confermare il patto che si sigla con gli elettori. Allorché si forma una coalizione,
occorre che l'unità, che si presenta agli elettori come vincolante, sia, poi, praticata
per ogni singola deliberazione.
A questo proposito, anche se capisco che è un aspetto secondario rispetto alla
discussione odierna, vorrei, solo una volta - e non tornerò più su questo argomento -,
rivendicare al Gruppo del Partito Democratico la capacità di rappresentare, oggi, gli
interessi ed i bisogni delle persone maggiormente in difficoltà. Questo deve essere
chiaro: il Partito Democratico, nella sua ricerca di una sintesi possibile, rivendica la
rappresentanza di quei ceti sociali e di quelle persone che, oggi, vivono condizioni di
particolare difficoltà e precarietà. Il Partito Democratico, per puro senso di
responsabilità, ha sempre cercato di tenere insieme forze politiche diverse, di
raggiungere quella sintesi necessaria (rivendicando il contenuto nel suo insieme) ed
ha resistito alla tentazione di dare rappresentazioni caricaturali degli altri Gruppi
(fatto che, talvolta, invece ha subito).
Se le trasformazioni che si sono compiute in Città, oggi, le rivendichiamo come volte
a garantire sviluppo e, quindi, coesione sociale, è perché il Partito Democratico ed il
Gruppo del Partito Democratico non si sono fatti irretire in quella sterile polemica tra
chi è più attento alle esigenze dell'economia e della produzione di beni e risorse e
chi, invece, è più attento a realizzare condizioni di uguaglianza. Siamo consapevoli
che le due esigenze devono viaggiare insieme, altrimenti non si realizza nessuna
delle due.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Nonostante la dichiarazione del Sindaco dell'apertura di una crisi, il Gruppo Sinistra
Democratica ritiene che, comunque, vi siano le condizioni perché questa
maggioranza prosegua il suo lavoro nel rispetto del programma e dell'alleanza con
cui si è presentata agli elettori e anche delle singole sensibilità.
Non si tratta di fare la classifica fra i più e i meno cattivi ed esprimiamo il nostro
disagio di fronte all'accelerazione della verifica di maggioranza, che avremmo voluto
avesse modalità diverse, senza la revoca delle deleghe dell'Assessore Saragnese, a
cui riconosciamo il contributo dato a questa Amministrazione, così come l'ha
riconosciuto lo stesso Sindaco.
Se si tratta di una verifica sulle priorità che l'Amministrazione vuole affrontare da
questo momento fino alla fine del mandato (quindi, di un patto di fine tornata
amministrativa, così come è stato richiamato), auspichiamo che il Partito di
Rifondazione Comunista non si sottragga ad un confronto costruttivo e senza
pregiudiziali, a partire dalla Variante n. 200, così come faremo noi. L'apporto del
nostro Gruppo talora è critico, ma vuole essere sempre costruttivo, nell'interesse del
bene comune. Il nostro Gruppo ha prodotto gli emendamenti sulla fusione IRIDE-
Enìa a cui faceva riferimento il Consigliere Giorgis e, da adesso in poi, non ci
sottrarremo alla sfida ricordata dal Capogruppo del Partito Democratico, per cercare
di coniugare sviluppo ed equità. In questo senso, crediamo che non debba mutare il
programma e la coalizione con cui questa Amministrazione si è presentata agli
elettori.
Riprendendo le parole del Consigliere Gallo Domenico, chiediamo che venga esclusa
la possibilità di un ingresso di forze di minoranza, come l'UDC, che
comporterebbero un significativo cambio di rotta, evocato da chi mi ha preceduto, e
che, chiaramente, consideriamo non auspicabile. Vorrei ricordare che l'UDC è il
partito che ha espresso il candidato a Sindaco per il centrodestra e, quindi, è stato il
garante di un programma alternativo al nostro. È chiaro che la coerenza vorrebbe che
non si procedesse in questo senso, i tempi sono cambiati, ma i programmi restano!
Ricordando la discussione della settimana scorsa, vorremmo ribadire che più che
ristabilire la fiducia nei confronti del Sindaco, pensiamo sia necessario che ciò
avvenga fra i Gruppi di maggioranza. Considero le parole del Consigliere Giorgis
ancora più valide: è fondamentale che fra i Gruppi di maggioranza si stabilisca un
rapporto di stima e fiducia (che, probabilmente, in alcune situazioni è venuto meno),
affinché il processo di costruzione delle decisioni avvenga nella chiarezza, a partire
dalle priorità individuate dal Sindaco.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Il mio sarà un intervento poco appassionato, perché, come in tutte le questioni delle
quali si fa un abuso, poi si perde anche il gusto nel trattarle.
Innanzitutto, facendo un passo indietro, vorrei esprimere al Sindaco la mia sincera
solidarietà personale e politica per quella che è stata, inequivocabilmente, una
minaccia. Le faccio presente che, al di là delle ragioni del tifo, ci sono motivazioni
oggettive e di interesse pubblico, ma, nonostante questo, credo che sia un tentativo
vigliacco quello di intimidirla rivolgendosi a lei con toni dai quali non posso che
prendere le distanze. Mi auguro, anzi, che lo stesso tifo positivo prenda le distanze da
personaggi che, evidentemente, quest'oggi hanno dato una pessima prova di sé e che
non fanno altro che nuocere ad una causa che, invece, dicono di voler sostenere. Mi
scuso, se sono andato fuori tema.
Voglio fare i miei complimenti al Vicesindaco, che, oggi, raccoglie un testimone
difficile (perché sono deleghe importanti) e che, come se non avesse già molte
questioni a cui pensare, avrà un ulteriore carico di lavoro. Credo che, ancora una
volta, gli si debba riconoscere la costante presenza ed anche una non comune
capacità di mediazione tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione.
Sono sicuro che, se in tutta questa partita ci sarà qualcosa di positivo, lo si vedrà
proprio nella gestione del Vicesindaco di un Assessorato strategico e fondamentale,
come quello all'Istruzione, che, fino ad oggi - mi permetto di dissentire -, non si è
dimostrata, così come avremmo voluto, attenta e poco ideologica, visto che riguarda
una parte molto delicata dell'intera comunità.
C'è, però, un fatto in particolare che mi preoccupa: lei allontana un Assessore dalla
sua Giunta apprezzandone, oltre le qualità umane - ma questo è comprensibile -, il
lavoro svolto. Sono molto preoccupato, perché ciò che avviene oggi - nel momento
in cui lei chiede ad un Assessore di farsi da parte, apprezzandone, nello stesso tempo,
il lavoro svolto finora - non fa altro che dare uno schiaffo mortale al principio
sacrosanto della meritocrazia, che dovrebbe essere applicata in qualunque settore
della vita privata e, soprattutto, pubblica.
Le ragioni della politica devono prevalere su quelle che sono le capacità
"professionali", tra virgolette, dimostrate sul campo da un Assessore del quale lei
stesso si dichiara così soddisfatto? Credo che questo sia un pessimo esempio da dare
alla comunità che, oggi, assiste a questo teatrino, che, tra l'altro, in certi momenti,
diventa persino squallido.
L'altro aspetto che mi colpisce, ma mi preoccupa di meno, è che, evidentemente,
state prendendo un andazzo - mi riferisco alla Giunta che lei presiede - che dimostra
una gestione della cosa pubblica un po' leggera. Solo ieri ho dovuto leggere, con
particolare fastidio, di un Assessore che scaricava sul Governo delle responsabilità
che, a mio avviso, sono principalmente sue; infatti, scaricava sul Governo la
responsabilità di un buco, che è diventato una voragine, nel Bilancio della Cultura,
quando la sua stessa gestione ha fatto sì che se ne perdesse il controllo.
Così come, ieri, l'Assessore Alfieri scaricava su altri responsabilità proprie, il
Sindaco, oggi, scarica su Rifondazione Comunista responsabilità che sono sue e della
maggioranza che presiede! Lei finge di dimenticare che la maggior parte dei nemici
(e, forse, proprio quelli più insidiosi) li ha in casa sua! Finge di dimenticare che il
Partito Democratico, in due anni e mezzo, ha perso ben 7 Consiglieri! Finge di
dimenticare che non c'è alcuna differenza tra un partito di maggioranza che si
oppone alla fusione IRIDE-Enìa (e, oggi, viene escluso da questa maggioranza) ed
un altro partito, sempre di maggioranza, che, invece, poche settimane fa, si è opposto
alla fusione GTT-ATM Milano; di fronte a quella situazione e a quello stesso disagio
manifestato all'interno del Partito Democratico, lei ha fatto finta di nulla e non ha
aperto alcuna crisi con il suo partito.
Ma quale differenza c'è tra chi si oppone alla fusione IRIDE-Enìa e chi, invece, si è
opposto alla fusione GTT-ATM Milano? Erano entrambe operazioni strategiche per
la Città, contenute nel suo stesso programma elettorale, ostacolate da realtà diverse
che compongono la sua variegata maggioranza e che, nel caso di GTT-ATM Milano,
sono persino riuscite ad interrompere questa fusione per un lungo periodo di tempo.
Prima di concludere, vorrei rivolgere al Sindaco un appello al coraggio e all'onestà.
Vorrei che si evitasse di dare un ulteriore pessimo esempio a chi ci guarda, aprendo
la politica cittadina ad uno squallido mercato (mi riferisco alla possibilità di far
entrare in maggioranza partiti che si sono messi sul mercato), dando spazio a
trasformismi fumosi, da vecchia politica, che tanto male hanno fatto all'Italia e alla
nostra Città. Il Sindaco ha sottoscritto, insieme ad alcune forze, un progetto ed un
programma, che, oggi, si sono indiscutibilmente arenati. Il progetto del Sindaco,
oggi, è fallito e dovrebbe avere il coraggio di sottoporre, al giudizio degli elettori, se
stesso, la maggioranza e chi ha costruito quel progetto, invece di cercare di "tirare a
campare" ancora per due anni.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Devo ammettere che il Sindaco è sempre più chiaro dei suoi compagni di avventura,
ma, proprio per questo motivo, anche la sua chiarezza, oggi, deve essere messa a
punto.
Questa sera, non capiamo se ha aperto una crisi, una crisi a tempo, o una verifica,
perché dagli interventi è emersa un po' di confusione.
La mia impressione, Assessore Saragnese e Consiglieri di Rifondazione Comunista,
è che ci siano gli esami di riparazione: Saragnese è stato rimandato a giugno e, nel
corso di questi due mesi, il Sindaco vi farà l'esame; questa è la realtà. Peraltro, vorrei
capire che cosa intende fare il Presidente del Consiglio, in quanto appartenente al
Gruppo di Rifondazione Comunista, così come il Consigliere Silvestrini, che è
Presidente di Commissione. Mi auguro che, domani, abbiate la dignità, l'uno, di
dimettersi da Presidente del Consiglio e, l'altra, da Presidente di Commissione,
perché, questa sera, al di là delle dichiarazioni poco chiare che ho sentito in questa
Sala (ad eccezione del Consigliere Ferrante, di cui ho apprezzato l'intervento),
Rifondazione Comunista è stata cacciata dal Sindaco. Al Sindaco non piace questo
termine, ma la realtà è proprio che Rifondazione Comunista è stata cacciata per dare
un segnale. Infatti, abbiamo subito verificato che Sinistra Democratica e Italia dei
Valori si sono tranquillizzati!
Non riesco a comprendere perché si mandi a casa Rifondazione Comunista e non
Sinistra Democratica o Italia dei Valori - ovviamente, non c'è nulla di personale -,
perché hanno avuto lo stesso atteggiamento sulla fusione IRIDE-Enìa, su altre
vicende, come il grattacielo, e altre situazioni, che dovremo affrontare. Il Sindaco me
lo deve spiegare: manda a casa 4 Consiglieri ed è vero che gliene rimangono altri 33,
però solo in 20 hanno votato a favore della fusione IRIDE-Enìa. Sinistra
Democratica si è spaccata ed Italia dei Valori - adesso non può far finta di nulla - ha
presentato un emendamento che stava per inficiare la deliberazione torinese, così
come poteva avvenire a livello genovese. Quindi, c'è stata un'opposizione compatta
nei confronti del Sindaco, che l'ha portato a dire che la scorsa settimana si è rotto un
rapporto di fiducia con alcuni alleati.
Ne paga le conseguenze (e non lo dico né per antipatia, ma nemmeno per simpatia)
Rifondazione Comunista. Dovevate dare un segnale: rimandare a giugno l'Assessore
Saragnese, che deve togliersi di mezzo anche se è stato un bravo Assessore (noi non
riteniamo che lo sia stato altrettanto sul piano politico, ma, ovviamente, non c'è nulla
di personale) e, poi, vedere che cosa succederà.
Saragnese è stato invitato a dimettersi, non l'ha fatto, e il Sindaco, in un primo
tempo, ha pensato di revocare le deleghe (fatto diverso dal revocare l'Assessore),
mentre, oggi, ha revocato l'Assessore, che, da domani, non farà più parte della
Giunta.
Adesso vorrei sapere che cosa faranno i Consiglieri Castronovo e Silvestrini e,
soprattutto, vorrei invitare i Colleghi della maggioranza a non preoccuparsi. Perché
c'è tutta questa preoccupazione nei confronti dell'UDC? Il percorso è chiaro, l'ha
detto anche il Sindaco nelle sue conclusioni: deve prepararsi un percorso che lo porti,
il prossimo anno, in Regione; lì, però, c'è un problema, perché non si sa dove
sistemare una signora (come lo definisco io, in termini affettuosi, c'è il problema di
"madama"). Questo percorso prevede l'ingresso dell'UDC nella maggioranza, in
modo tale che vi appoggi alle competizioni regionali (magari con il candidato
Presidente Chiamparino) e, magari (vi assicuro che non è fantapolitica), il candidato
Sindaco potrebbe essere l'Onorevole Michele Vietti. Questo scenario non è molto
distante dalla realtà.
Qual è allora la preoccupazione? Per i Moderati, con l'arrivo dell'UDC, c'è il rischio
del massacro, perché l'UDC è di centro, così come i Moderati (anche se senza
idealità e programma, ma solo per una questione scientifica), per cui è chiaro che può
scattare la preoccupazione. Ai Consiglieri del PD, invece, suggerirei di stare
tranquilli, perché, in questo modo, arriverebbero altri democratici cristiani nelle
vostra fila, per cui potrete essere, sempre di più, un Partito Democratico (così come
vi definite), portatore di tanti valori ed esperienze.
È un peccato che, in questi anni - come hanno già detto altri Consiglieri -, la vostra
esperienza di PD e di maggioranza abbia fatto perdere tanto tempo a questa Città.
Vorrei terminare il mio intervento con una richiesta al Sindaco: se il percorso che ha
scelto è quello con l'UDC, può dircelo tranquillamente, perché abbiamo già
dimenticato che Buttiglione è stato il nostro candidato Sindaco; infatti, è rimasto a
Roma e, se devo essere sincero, non è stata nemmeno una grande esperienza.
Inoltre, dobbiamo aspettarci che questi esami di riparazione finiscano dopo le
elezioni amministrative (eventualmente dopo il ballottaggio in Provincia, perché
Rifondazione Comunista al primo turno non c'è, ma al ballottaggio potrebbe esserci)
o a settembre? È una questione importante, perché, se gli esami dureranno a lungo,
l'Amministrazione rimarrà bloccata, anche se mi pare che questa non sia la sua
intenzione.
Ribadisco la mia richiesta per capire, già questa sera, che fine faranno il Presidente
del Consiglio Comunale Castronovo ed il Presidente di Commissione Silvestrini.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Il fatto di vedere l'Assessore Saragnese ancora tra i banchi della Giunta mi fa sorgere
un dubbio: se qualcuno mi avesse attaccato in questo modo, avrei sbattuto qualcosa
per terra e sarei andato via, ma, forse, avete dimenticato che cosa significa
l'appartenenza al partito! Di fronte agli insulti politici, avrei abbandonato l'Aula!
Adesso, avendo rimesso il dentifricio dentro il tubetto (io non dimentico mai le cose
che dice, Sindaco), avete un Presidente del Consiglio che è di minoranza. Per quanto
riguarda il Presidente Silvestrini, mi aspetto che, oggi stesso, dichiari che lascerà la
Presidenza della IV Commissione, anche se non ho nulla di personale contro di lei.
Io non sono abituato alle operazioni fumose (le cose o sono bianche o sono nere),
però, Sindaco, dopo due settimane in cui i suoi compagni di partito (il Segretario
cittadino Chiama, il Segretario Regionale Morgando, Saitta, Bresso e, magari, anche
da Roma) le hanno tirato fortemente la giacchetta, nella replica, finalmente, ci dirà
che cosa ha deciso di fare alla fine? Avrebbe potuto intervenire già due settimane fa e
risolvere il problema, revocando l'Assessore Saragnese ed estromettendo
Rifondazione Comunista dalla maggioranza, invece gli tenete ancora la porta aperta.
Purtroppo, è evidente che tutte le incomprensioni che sono emerse nel corso di questi
tre anni non riuscirete a chiarirle in un mese; bisogna tenere presente, però, che il
"rischio" dei ballottaggi fa risolvere tantissimi problemi! Come le ho detto la
settimana scorsa, Sindaco, la rispettavo unicamente per il suo decisionismo, ma,
oggi, è venuto a mancare anche quello. Un Sindaco come lei avrebbe dovuto
chiudere subito la questione, perché avete avuto tre anni di tempo per parlare e
mettervi d'accordo, un altro mese non servirà assolutamente a nulla.
Ovviamente, gli unici che ci rimetteranno sono, come al solito, i cittadini: siete
riusciti a cementificare malamente la Città di Torino per otto anni, ma a loro non è
arrivato nulla! Ciò che emerge da alcuni giornali cittadini è che, a fronte di interventi
pubblici molto sbandierati, ci sono, poi, gli operai che non vengono pagati da mesi!
Questo è il risultato delle vostre 200 Varianti di Piano Regolatore. Gli unici di cui
che non vi interessate sono i cittadini!
Il Capogruppo Giorgis non può dire che con queste Varianti si difendono i cittadini
più poveri, anzi, con queste operazioni fumose affossate maggiormente i cittadini più
poveri!
Bisogna essere chiari, perché, soprattutto di fronte ad una crisi di questo genere, non
si può pensare di risolvere tutti i problemi in un mese. Vorrei che il Consigliere
Giorgis (che, purtroppo, non è in Aula) mi spiegasse che cosa state facendo per il
sociale. Solo l'altro giorno abbiamo discusso sul fatto che avete "tagliato" i soggiorni
estivi ai disabili psichici, intendete questo per essere attenti al sociale? Dovreste
vergognarvi, non fare queste dichiarazioni in Sala Rossa! È lei il responsabile
principale di queste malefatte verso i cittadini torinesi.
Presidente pro tempore (assolutamente, molto pro tempore), termino il mio
intervento, però, la prossima volta che vi chiediamo di concedere più di cinque
minuti, accettate, perché, alla fine, sono sempre l'unico che rimane nel tempo
previsto, tutti gli altri sforano. Su questi argomenti così importanti bisognerebbe
intervenire per dieci minuti, perché il Sindaco parla quanto vuole, prima e anche in
fase di replica, e può dire tutto e il contrario di tutto.
Siamo stati accusati di aver detto che questa crisi sarebbe finita a tarallucci e vino ed,
effettivamente, è andata di nuovo così! Il Sindaco ha stretto in un angolo il partito di
Rifondazione Comunista (e spero che i cittadini e gli elettori di Rifondazione se ne
ricordino, perché ho fiducia in tutti i tipi di elettori, per qualsiasi partito abbiano
votato), perché non ha voluto decidere lui ed avrebbe potuto farlo con molta più
forza.
Comunque, detto ciò - perché, altrimenti, mi rimprovera -, vorrei dire al Sindaco che
la Città, soprattutto in questo momento, non ha bisogno di un Vicesindaco - con tutto
il rispetto per lui - oberato di lavoro. Avete inventato la filiera corta, l'Assessore a
chilometro zero; in quell'Assessorato potete andare dalla culla alla morte, passando
per lo sport, perché, adesso, magari, le darà anche le deleghe dell'Assessore
Montabone!
Ritengo che la Città di Torino, in questo momento, abbia bisogno di Assessori che
possano essere presenti e che possano fare il loro lavoro liberamente, non oberati di
impegni come il Vicesindaco Dealessandri.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Silvestrini. Ha due minuti a disposizione.

SILVESTRINI Maria Teresa
Intervengo per fare due comunicazioni.
È stato detto dal Sindaco - e ripetuto più volte - che noi abbiamo votato contro le
deliberazioni più importanti; sappiamo che, quando un'affermazione viene ripetuta
più volte, poi rischia di diventare una verità, anche se non è verificata.
Quindi, abbiamo chiesto una verifica agli Uffici; comunicheremo ai giornalisti e
all'opinione pubblica quali sono le deliberazioni così importanti a cui noi abbiamo
votato contro. In questo modo, sapremo quali sono state le deliberazioni che il
Sindaco ha considerato le più importanti di questa tornata amministrativa. Una,
certamente, è quella riguardante lo Stadio, ma, nonostante questo, mi sembra che non
siamo riusciti ad accontentare i tifosi torinesi.
Inoltre, volevo dire che la mia presidenza è a disposizione del Consiglio che mi ha
eletta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ferraris.

FERRARIS Giovanni Maria
Nell'ottica della progettualità, di cui la nostra Città ha bisogno e per la quale deve
proseguire il percorso, noi Moderati apprezziamo il coraggio che il Sindaco sta
dimostrando in questo periodo, allontanando chi non permette di costruire le
premesse per lo sviluppo della Città (che costituisce anche la premessa per il
prossimo mandato amministrativo) e riconoscendo il momento di crisi congiunturale
che si somma alle continue fibrillazioni che viviamo e che alcuni elementi della
nostra maggioranza hanno prodotto all'Amministrazione. Forse, questi elementi non
sono solo le persone di cui parliamo, però, oggi, senza fare "mea culpa", osserviamo
evidentemente che, per alcune forze di questa maggioranza, il filo si è rotto.
I discorsi che ci hanno preceduto hanno raccontato che noi siamo una forza politica
di centro senza realtà e senza programma (qualcuno ha detto anche altro).
Ovviamente, ricordo che la nostra realtà vive e sta continuando a vivere; sarà
l'elettorato a dire se non ha realtà e programma - Consigliere Cantore - e lo vedremo
a breve con la prossima consultazione elettorale, che credo sarà importante per tutta
la coalizione.
Per noi, cari Colleghi, non valgono tanto i proclami che, probabilmente, si è abituati
a fare in alcune sedi - non per forza sempre in questa - ma vale il lavoro svolto, che,
in questi anni, tanti uomini di buona volontà stanno producendo.
Volevo ancora ricordare che è vero che c'è stato un candidato Sindaco un po'
deboluccio, ma vorrei ricordare alla forza di maggioranza relativa dell'opposizione
che nessuno degli ultimi tre candidati scelti proprio con l'avallo vostro era torinese:
uno era di Mondovì, uno di Trino Vercellese, uno addirittura di Gallipoli. Questo
farà o no differenza per i cittadini torinesi?
Comunque, dopo questo dibattito, rimane irrisolta la questione della Presidenza del
Consiglio, sulla quale, secondo noi, bisogna continuare a ragionare. Se non altro -
Presidente, in questo momento non ascolta, ma parlo di lei - per dignità e coerenza
con le scelte che il suo Gruppo si sta avviando a fare, la Presidenza dovrebbe venire
liberata per un'armoniosa prosecuzione del nostro cammino, con l'auspicio che la
maggioranza prosegua senza l'ingresso di nuove forze, che potrebbero creare qualche
imbarazzo, ma, soprattutto in questo momento, stanno dimostrando un'ambigua
colorazione ed indirizzo politico.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Goffi.

GOFFI Alberto
In realtà, oggi, mi aspettavo una discussione che riguardasse Rifondazione
Comunista, invece - non so se è un onore o un onere - la discussione è stata
incentrata sul ruolo dell'UDC, il che francamente mi fa un grande onore. Ringrazio,
quindi, i Consiglieri Gallo, Cerutti, Cantore e Ferraris, che hanno voluto ricordare
l'importante ruolo dell'UDC (non sapevo così determinante, ma, certamente, un
ruolo importante).
Mi permetto di rivolgermi al Sindaco, utilizzando un termine democristiano (non
voglio creare anche su questo delle invidie): "Caro Sindaco". Noi diciamo così, altri
dicono: "Compagno Chiamparino". Credo che il motivo per il quale, oggi, qualcuno
è stizzito di tutto questo sia perché lei ha dimostrato un coraggio su cui non molti, in
queste settimane, avrebbero scommesso. Questo forse è il motivo per cui, oggi, c'è
questo clima un po' di acidità. Lei ha sciolto un tormentone, al quale è stato
sottoposto, in qualche modo, sia il Consiglio, sia la stessa Città; oggi, con un atto
formale, che è quello della revoca, lei ha risolto un tormentone, dimostrando
coraggio. Questo, probabilmente, ad alcune forze politiche che avrebbero voluto che
questo tormentone continuasse, è spiaciuto.
È stato ricordato da altri, ma lo ricordo anch'io (anche se credo non ce ne sia
bisogno), che la Città vive una condizione in cui deve dare risposte immediate; non
ci possiamo permettere né i tormentoni, né in tentennamenti, ma dobbiamo dare, in
modo molto forte, delle risposte.
L'atteggiamento dimostrato in questi mesi e, forse, in questi anni, non in queste
settimane, da alcune forze politiche - in particolare, da una forza politica - è stato un
comportamento che lei stesso ha detto "non conviene più a nessuno". Certamente,
non conviene alla maggioranza, ma non conviene neanche al Consiglio Comunale
(come la parentesi dell'elezione del Presidente del Consiglio e della sfiducia al
Presidente del Consiglio); certamente, non conviene tanto meno alla Città.
Così come ritengo irragionevole quanto irresponsabile il comportamento di quella
forza di maggioranza, ritengo altrettanto irragionevole ed irresponsabile
l'atteggiamento di quelle forze che, in quest'Aula, fanno il tifo per andare a tutti i
costi alle elezioni. Trascinare la Città, in un momento di grande crisi economica, in
una campagna elettorale, che sarebbe devastante per l'economia di questo territorio,
credo che sia esattamente irresponsabile come chi, oggi, lei in qualche modo ha
allontanato dalla Giunta.
Voglio rassicurare i Consiglieri Gallo e Ferraris (che è venuto a raccontarci della
lealtà: un partito che fa del mercato una ragione di vita, viene a raccontare a noi della
lealtà), dicendo in modo molto chiaro a tutti - approfittiamo anche della presenza dei
giornalisti - che l'UDC non è disponibile agli inciuci e non è alla ricerca di poltrone,
perché, se fosse stata alla ricerca di poltrone, in questo momento siederebbe al
Governo Nazionale e, probabilmente, anche di questa Città. Certamente, non è
disponibile a tradire il mandato degli elettori che hanno voluto che l'UDC stesse qui,
in questa posizione. L'UDC cercherà di fare quel mestiere per il quale credo sia utile
che una forza politica rimanga in questo Consiglio Comunale, cioè quello di cercare
di dare qualche risposta a chi sta fuori da questo Palazzo.
Lei lo ha chiamato "patto di fine tornata amministrativa", io lo chiamo "patto per la
Città". Comunque, è l'unica strada che noi intravediamo, per evitare, da un lato, che
ci siano forze che, in qualche modo, bloccano uno sviluppo fondamentale, e,
dall'altra parte, per bloccare quelle forze che fanno il tifo per andare alle elezioni, in
un momento in cui la Città non può permetterselo. L'unica strada che intravediamo è
quella di aprire una crisi, di stabilire un elenco di priorità e chiedere un patto per la
Città. Su questo, credo che nessuno possa leggere degli inciuci, tanto meno delle
posizioni fantapolitiche che - ricordava il Consigliere Cantore -, francamente, mi
entusiasmano; pensare che Michele Vietti possa ricoprire la carica di Sindaco,
francamente, mi entusiasma. Però, non è questo all'ordine del giorno. Oggi, si sta
discutendo del modo con cui uscire da una crisi economica che, in qualche modo, è
legata ad una crisi politica.
Su questo, l'UDC è disponibile ad aprire un confronto.
Questo è molto diverso dall'inciucio ed è molto diverso dalle forze politiche che
hanno fatto dell'inciucio una professione e che sono sedute qui.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Mentre si sviluppava la discussione e mano a mano che si succedevano gli
interventi... Se il Consigliere Cugusi mi consente di intervenire... (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Lo fa ad alta voce e mi disturba. Non riesco a sentire me
stesso, Consigliere Cugusi.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Consigliere Cugusi, per favore! Prego, Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Mentre si sviluppava la discussione e, soprattutto, con gli interventi di maggioranza,
mi sorgeva una domanda, Sindaco: che maggioranza le rimane?
Ho ascoltato con molta attenzione, per esempio, l'intervento del Consigliere Gallo, il
quale ha preferito uscire dal proprio partito pur di rimanere in maggioranza, anche
per dare supporto all'Assessore Passoni. Il Consigliere Gallo, col suo intervento, ha
cercato di attirare l'attenzione più sul comportamento dell'UDC - cosa della quale
penso gli interessi abbastanza poco - che non sul comportamento dei suoi compagni
di viaggio.
Poi, ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del Consigliere Giorgis, il quale
ha dato lezioni su come essere partito di maggioranza, che, traducendo e
semplificando il suo intervento, significa: chi non si allinea, è fuori. Questo significa
essere in maggioranza? Vuole dire abbassare la testa e fare i "signorsì".
Probabilmente, allora, questo è il motivo per cui l'opposizione non diventa
maggioranza, perché noi abbiamo delle teste pensanti e questo ci impedisce di essere
maggioranza in questa Città.
Abbiamo ascoltato l'applicazione pratica del "dogma Giorgis" fatta dal Consigliere
Cerutti, che, fino a ieri, era insieme a Rifondazione Comunista la più spietata
fustigatrice di questo Sindaco, e, oggi, invece, ha affermato letteralmente che Sinistra
Democratica è in linea con le priorità che il Sindaco ha indicato, dimenticando che
fra le priorità c'è la fusione IRIDE-Enìa e la fusione GTT-ATM; probabilmente,
quegli stessi argomenti che hanno portato a questa rottura della maggioranza.
Infine, abbiamo sentito parlare - mi sono venuti i brividi alla schiena - di lealtà da chi
ha fatto balzi degni del nostro campione di salto in lungo Howe. Ha fatto salti nel
passaggio da una parte all'altra e, oggi, diventa il paladino della lealtà, dimenticando
che, forse, quando si sceglie una parte, si dimostra di essere leale mantenendosi
fedele a quella parte.
Sindaco, questa è la maggioranza che le rimane. Questa è la maggioranza con la
quale lei vuole portare a termine, a tutti i costi, questa tornata amministrativa!
Sindaco, le ribadisco quanto le ho già detto la volta scorsa: non le resterebbe altro da
fare che dichiarare chiuso un percorso, un progetto politico, perché, evidentemente,
ha fallito, non solo nei contenuti, ma anche e soprattutto nella scelta delle persone
con le quali realizzarlo, e dare di nuovo la parola ai cittadini.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Abbiamo concluso il dibattito.
Prima di dare la parola al Sindaco, vorrei rispondere alla domanda che mi è stata
rivolta, in particolare, dal Consigliere Cantore e che qualcun altro ha ripreso, in
relazione alle mie determinazioni rispetto a quanto, eventualmente, possa modificarsi
nella mia posizione di Presidente del Consiglio, per il fatto che Rifondazione
Comunista passi all'opposizione per effetto di questa scelta del Sindaco. Ricordo a
tutti che, per quanto mi riguarda, sono ancora pendenti due ricorsi: uno presentato da
me al TAR, che deve avere ancora una definizione di merito, e un altro, predisposto
dalla Giunta, su mandato della Conferenza dei Capigruppo, contro l'ordinanza di
sospensiva dell'efficacia dell'eseguibilità della deliberazione.
Pertanto, per qualunque decisione, aspetterò che questi due procedimenti arrivino ad
una conclusione. In relazione non solo all'andamento di quei procedimenti, ma,
ovviamente, anche in considerazione di quello che sarà il prosieguo di questa
vicenda, prenderò eventualmente le decisioni di merito.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Intanto, ringrazio il Consigliere Ravello per la solidarietà che mi ha espresso per
quell'episodio, però non senza far mancare una considerazione. Quando ho saputo di
questa manifestazione, avevo espresso ai miei collaboratori la disponibilità ad
incontrare i manifestanti. Quando l'ho vista, mi sono negato a qualsiasi tipo di
incontro, perché credo che sia sbagliato ricevere persone che testimoniano in piazza
attraverso puro esercizio di violenza (verbale finché si vuole, ma sempre violenza è).
Quindi, dal momento che queste persone, fra cui coloro che mi hanno minacciato,
sono entrate a Palazzo non certo perché li ho invitate io, credo che qualche
riflessione debba essere fatta anche da parte di coloro che le hanno fatte entrare.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non ho certamente invitato io queste
persone, e credo non siano stati neanche i Gruppi della maggioranza.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non so se qualcuno ai Gruppi abbia
ricevuto queste persone, ma a me risulta di sì. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Io non so se erano le stesse, so che, comunque, sono state ricevute,
tant'è che qualcuno - non io - ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, guarda
caso, in presenza di quelle persone nello spazio riservato al pubblico, che ovviamente
è libero a tutti. Guarda caso, chi ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori per
sottopormi una richiesta non protocollata, scritta a mano, non sono stato io e sono
stati alcuni Gruppi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Si era già stemperata,
Consigliere Carossa.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Consigliere Carossa, per favore, non interrompa!

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

SINDACO
In ogni caso, caro Consigliere Carossa, si assuma le sue responsabilità.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

SINDACO
Benissimo. Allora, voi avete invitato ad un incontro delle persone violente.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, sì e ancora sì. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Per cortesia!

SINDACO
Aggiungo anche, caro Consigliere Carossa - se mi permette, adesso parlo anche un
po' io - che io non parteciperò a nessuna riunione - glielo anticipo, così potete anche
riferirglielo - con sedicenti rappresentanti di ancora più sedicenti Curve Maratona o
Filadelfia.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Consigliere Carossa, non mi costringa ad allontanarla dall'Aula. Stia seduto e in
silenzio.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

SINDACO
Io non ho fatto niente. Io partecipo a delle riunioni con soggetti che si sappia chi
siano, da dove vengano e non con sedicenti rappresentanti di Curve. È chiaro?

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Consigliere Carossa, la richiamo formalmente!

SINDACO
Quindi, si assuma le sue responsabilità.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Se lei non sta seduto in silenzio, sono costretto a chiederle di accomodarsi fuori.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Per favore, vuole accomodarsi fuori?

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Allora, la faccio accompagnare fuori. Prego i commessi di accompagnare fuori il
Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Le avevo chiesto di stare seduto e in silenzio, e non ci sarebbe stato problema.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

SINDACO
Io ho detto che lei ha ricevuto quelle persone. È vero o no? (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Sì, è vero.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Prego, si accomodi fuori, Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

SINDACO
Io non ho detto niente di falso. Ho detto che lei ha ricevuto delle persone che erano
in quella manifestazione - è vero, e lo ha ammesso lei -. Ho detto che lei, insieme al
Consigliere Angeleri, avete chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, mentre
quelle persone erano in Aula.
È vero o è falso? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io ho fatto una
constatazione. Voi avete chiesto di intervenire mentre quelle persone erano qui. Vero
o falso? Vero. (INTERVENTI FUORI MICROFONO).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Sindaco, per favore, può interrompere un attimo nell'attesa che si accomodino fuori i
due Consiglieri?

CAROSSA Mario
(Intervento fuori microfono).

SINDACO
Arrivederci, Consigliere Carossa.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Sindaco, un attimo che li facciamo accomodare fuori, così riprendiamo la
discussione.
Arrivederci, Consigliere Carossa.
Prego, Sindaco.

SINDACO
Per quanto riguarda il resto, credo di poter dare una risposta molto rapida. Dagli
interventi che ho sentito, mi pare sia emersa un'ampia disponibilità ad un confronto
rispetto a quanto a me interessa, cioè, che si faccia un patto di fine tornata
amministrativa, perché quello che mi interessa è che si faccia quanto ancora si può
fare per completare il processo di modernizzazione della Città.
Non mi appassionano le dietrologie politiche, ma voglio dire al Consigliere Cantore,
perché il suo intervento da analista politico è molto… (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Ne approfitto - ha ragione il Consigliere Silvestrini: le affermazioni
che vengono ripetute più volte, poi finiscono per risultare vere - per dire che,
qualunque ruolo io sia destinato a fare, faccia o decida di fare in futuro (da cui è
escluso quello di candidato a Presidente della Regione - mi verrebbe da usare uno
slogan che non vi ha portato molta fortuna, nel 2005, "Il Presidente c'è", quindi io
non lo uso), però, c'è una presidentessa che sta governando con un'ampia
maggioranza e che, da tutti i sondaggi, risulta apprezzata alla maggioranza dei
piemontesi, che è la Presidente Bresso, la quale ritengo sia la candidata naturale e
normale per un rinnovo di carica che avverrà il prossimo anno. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Se non ne è a conoscenza, vada a vedere il sondaggio de "Il
Sole 24 Ore" di inizio d'anno, nel quale si fa la graduatoria di tutti, compreso me
(che ero sempre fra i primi)… (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Questo è per
quello che voglio dire dopo! La Presidente Bresso era uno dei pochi presidenti di
centrosinistra che salivano e arrivava - mi pare - a un buon 54-55%. Ma qui non
siamo in Regione.
Gli altri ruoli che potrò fare dipendono da quanto riuscirò ancora a realizzare in
questa Città, com'è stato finora.
Sapete meglio di me che il vostro vero problema è che il mio ruolo e la mia figura
riscuotono ancora un vasto apprezzamento in questa Città, anche all'interno del
vostro elettorato. Quindi, la cosa che temereste di più è se fosse davvero possibile
andare al voto e misurare questo consenso con la mia candidatura. Questo non è
possibile; sarebbe irresponsabile farlo, perché in questo momento la Città ha bisogno
di tutto tranne che di una nuova competizione elettorale.
Io sono affezionato non a dei disegni politici, ma a cercare di fare il possibile per
completare il programma che ci siamo dati. Mi pare che, riguardo questo, ci sia
disponibilità.
Ripeto, io non chiudo le porte in faccia a nessuno, perché certi atteggiamenti si
possono cambiare anche in un giorno. Su questo, sono chiaro. Il Consigliere Giorgis
non ha - caro Consigliere Lonero - imposto un principio di sudditanza a nessuno, ma
ha espresso un concetto fondamentale, cioè che in maggioranza si può ampiamente
discutere, ma, poi, quello che si concorda è di tutta la maggioranza. Questa non è
sudditanza, ma è costruzione responsabile di una linea politica. Io mi attengo a
questo. Mi farò carico di convocare - se siete d'accordo - una riunione dei
Capigruppo solo per definire un percorso che permetta ai Gruppi e ai partiti di
arrivare il più rapidamente possibile alla costruzione di questa ipotesi d'accordo,
sulla cui base procedere ad un rimpasto di Giunta che lo rappresenti e lo rifletta, e
che consenta di affrontare con serenità e determinazione i mesi e gli anni che ci
restano da governare.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Grazie, Sindaco.
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