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CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Sindaco, per le comunicazioni. SINDACO Ho ritenuto di chiedere comunicazioni per aggiornare il Consiglio sull'evoluzione della situazione politica locale. Questa mattina, coerentemente con quanto era già stato annunciato pubblicamente, ho incontrato l'Assessore Saragnese e gli ho chiesto la restituzione delle deleghe, quindi, la revoca dalla funzione di Assessore, specificando - come avevo già detto pubblicamente anche qui - che non si tratta, naturalmente, di un giudizio sulla sua attività amministrativa, tantomeno di un giudizio personale sulla sua figura, anzi, al contrario, perché ho avuto modo di apprezzare il lavoro svolto in questi due anni, pur nelle differenze fisiologiche che ci sono sempre quando si gestiscono materie difficili e complesse come quelle dell'educazione. Questo era ed è il precipitato di una situazione politica generale che richiedeva e richiede una discontinuità, per poter condurre proficuamente - a mio modo di vedere, naturalmente -, dal punto di vista della Città, il tempo che resta di questa tornata amministrativa. Sono molteplici le ragioni per le quali si è prodotta una crescente divaricazione, in particolare, fra un Gruppo dell'attuale maggioranza (Rifondazione Comunista) e la maggioranza, forse anche più di natura generale nazionale. Siamo tutti impegnati in politica e sappiamo benissimo che la composizione del 2006 dei singoli Partiti è molto diversa da quella attuale, persino le leadership e può darsi che questo abbia influito, come può darsi che abbiano influito anche valutazioni di ordine locale. Sta di fatto che credo non sia coerente, compatibile e comprensibile da nessuno un atteggiamento per cui su tutte le principali deliberazioni, eccezion fatta per il Bilancio (che, essendo un atto decisivo delle sorti di un'Amministrazione, non è stato messo in discussione), si è visto il voto contrario, anche quelle che, dopo lunghi e faticosi approfondimenti e discussioni, hanno visto l'accoglimento di emendamenti sostanziali provenienti da quella parte. Ritengo che questo atteggiamento non sia compatibile con un ruolo di maggioranza. Ci può essere un episodio, perché in una composizione pluralista va sempre messo in conto, è fisiologico che vi sia, vi possono essere due episodi, ma non possono essere tutti. Basta scorrere l'elenco: dallo Stadio al Grattacielo, da variabili importanti, ancorché minori (come Osi-Ghia, o le Officine Grandi Motori), fino alle vicenda IRIDE-Enìa e, probabilmente, altre che dimentico parlando a braccio, tutte le principali questioni hanno visto un atteggiamento simile. Ritengo che questo richieda una discontinuità, perché questa divaricazione ha definito una situazione che non conviene più a nessuno; credo che spetti al Gruppo di Rifondazione Comunista ed al suo Partito valutare se, come ha fatto con i comportamenti assunti in questo anno, portarsi progressivamente fuori da questa maggioranza, oppure ricercare e ritrovare le condizioni per una proficua e rinnovata collaborazione, che implica soprattutto una lealtà e coerenza di maggioranza, sicuramente attraverso una discussione. Ribadisco e sottolineo questo aspetto: trovo, a volte, anche stucchevole questo continuo ritornare sul "non ha discusso abbastanza", perché gli esempi che ho fatto sono tutte dimostrazioni di discussioni fatte oltre i tempi consentiti (in alcuni casi) per non mettere a repentaglio anche la realizzazione delle opere stesse. Noi abbiamo una Variante come quella delle Officine Grandi Motori che presenta qualche rischio di realizzazione, che spero non si verifichi, proprio per la lunghezza dei tempi con cui si è diventati operativi, con l'accoglimento di sostanziali emendamenti che hanno cambiato radicalmente la fisionomia originale di quella proposta, che, poi, ha visto un voto contrario da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista. Credo che richieda una riflessione sul dove si vuole stare. Non ho cacciato nessuno, credo solo che ci sia da prendere atto di una divaricazione che ha portato Rifondazione Comunista a tirarsi fuori da questa maggioranza, con i fatti prima che con le parole. Le deleghe saranno tecnicamente assegnate al Vicesindaco che, anche per le ragioni di carico, non potrà portarle troppo a lungo; non faremo nessun rimpasto politico senza che ci sia un confronto serio fra le forze della maggioranza e senza, soprattutto, che vi sia quello che ritengo sia la priorità, cioè un patto di fine tornata amministrativa che affronti quei 4/5 nodi, che devono essere approntati nell'interesse della città. Sul piano urbanistico, penso, prima di tutto, alla Variante 200, su cui non devo spendere parole per delineare il carattere strategico, sia in ordine alla riqualificazione di una parte di città (quella a nord, che più ha sofferto di rischi di potenziale degrado), sia perché è una Variante che contribuirà a reggere un'importante tratta della prosecuzione della metropolitana. Cito anche Varianti più vicine nella loro concretizzazione ed altrettanto importanti: penso ad Alenia ed a Mirafiori (entrambe sull'asse di Corso Marche, che è un progetto su cui è impegnata la Provincia) e penso anche alla questione delle partecipate, come, per esempio, quella di GTT, che è in stato più avanzato di confronto e che richiede anche delle scelte, la questione AMIAT, che deve essere impostata e che è importante per il termovalorizzatore e la discarica. Ho citato solo queste perché mi sembrano le principali. Ritengo che vi siano tutte le condizioni per fare prima un'intesa su un patto di fine tornata amministrativa, con tempi che non sono io a dettare, mi limiterei ad indicare una data massima, perché capisco che, poi, le vicende elettorali hanno sempre una certa influenza su questi argomenti. Credo che il tempo limite per procedere ad un'operazione che non pregiudichi l'interesse della Città sia quello dell'immediato post-elezioni, dopo il primo turno elettorale, non intendo andare all'estate inoltrata. Non solo non sono contrario ad un patto, ma lo incoraggio. Mi attendo indicazioni dalle forze politiche, partendo dall'attuale maggioranza; come ho detto, non ho cacciato e non caccio nessuno, però bisogna che non ci sia qualcuno che voglia farsi cacciare. A parte il fatto che, per fortuna (perché vuole dire che il mondo è vivo), la città è un po' più grande del Programma, anche di un'Amministrazione importante come la nostra; quando leggo dichiarazioni che, ancora oggi, insistono sul fatto che le votazioni contrarie sono state su temi che non erano presenti nel Programma (che non è neanche vero, perché molti progetti che ho citato erano parte integrante del Programma con cui ci siamo presentati alle elezioni del 2006) e quando continuo a sentire dire su IRIDE-Enìa che si vogliono privatizzare i servizi pubblici, allora dico che si tratta di falsità, perché sapete tutti benissimo che stiamo parlando di un accordo fra Enti Pubblici, con Patti parasociali che garantiscono e garantiranno per molti anni (a discrezione dei soci) la prosecuzione di un'abbondante maggioranza pubblica. Quando sento dire queste falsità, dico che si cercano pretesti per uscire dalla maggioranza. Se, invece, si vuole stare al merito - ripeto -, non ho cacciato, non caccio e non caccerò nessuno, a meno che uno non voglia farsi cacciare e, naturalmente, con lo stesso spirito sono aperto a chi sente di dare un contributo a quanto, secondo me, è l'esigenza prioritaria di questa Città, cioè che fra le forze politiche vi sia un accordo stretto, che permetta di portare a compimento una tornata amministrativa che ha visto una grande crescita del processo di modernizzazione di questo territorio e che può introdurre nella nostra Città ulteriori condizioni per affrontare le sfide che verranno, a cominciare dal prossimo decennio. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ferrante. FERRANTE Antonio Con la richiesta di consegna delle deleghe all'Assessore Saragnese, si è avviato un percorso, da parte del Sindaco, i cui esiti ci sembrano non chiari. Rifondazione Comunista è entrata nella maggioranza politica di questo Comune dopo le elezioni amministrative del 2006. A sancirne la collocazione fu una maggioranza politico- elettorale che ottenne il consenso dei cittadini di Torino, nella persona del Sindaco in carica e, quindi, di tutti i Partiti che componevano quella maggioranza. A differenza di altri Gruppi politici ora presenti in quest'Aula, sia della maggioranza, che dell'opposizione, il PRC è il Gruppo che venne eletto allora; né scissione, né ricomposizione ne hanno modificato l'assetto, contrariamente alla maggior parte dei Gruppi politici presenti in Aula. La richiesta della consegna delle deleghe assessorili a Luigi Saragnese ed il successivo ritiro delle stesse da parte del Sindaco estromette il Gruppo di Rifondazione Comunista dalla Giunta, dal governo della Città e, quindi, dalla maggioranza che lo sostiene. Considerando le precedenti affermazioni, ci pare importante sottolineare questo fatto: non ci si può considerare in maggioranza, soprattutto se si faceva parte del medesimo progetto elettorale, e, successivamente, venirne esclusi. Non è una questione di forma, perché, in questi tre anni, Rifondazione Comunista ha espresso il massimo della condivisione possibile con il resto della maggioranza sul programma originario del 2006. Le questioni su cui ci si è divisi non rientravano in quel patto, oppure non si è voluto fare sintesi, soprattutto nel caso della fusione IRIDE-Enìa; il Sindaco ha ritenuto opportuno percorrere una strada da noi non condivisa, non ascoltando non solo Rifondazione Comunista - e qui lo voglio precisare -, ma anche altre forze della maggioranza, che, come noi, esprimevano critiche e perplessità. Infatti, anche altri Consiglieri hanno addotto come motivazione del loro voto contrario a quella proposta di deliberazione il fatto che si poteva attendere maggiormente, dando così luogo ad una discussione più approfondita. Siamo noi ad avere tradito il patto con gli elettori? Siamo noi che consideriamo gli impegni con i cittadini una pura formalità elettorale? Se si fosse praticato il percorso della verifica politica (evitando il ricatto del ritiro o della consegna delle deleghe), la discussione avrebbe portato Rifondazione Comunista alle proprie posizioni. Noi pensiamo che, pur in una difficilissima fase di crisi economica e di Bilanci decurtati (sia dalle politiche del Governo nazionale, che dalle discutibili scelte della precedente gestione economica torinese), non si debba in alcun modo alienare, in parte o del tutto, il patrimonio pubblico rappresentato dalle società ex municipalizzate. Noi riteniamo che i cosiddetti beni comuni e le reti di distribuzione, cioè quelle risorse realizzate e gestite con il contributo dei cittadini torinesi nel corso di decenni di sacrifici (acqua, trasporti, rifiuti, gas e luce), non debbano essere venduti. La missione di queste società pubbliche non è solo quella di realizzare degli utili, ma si tratta di società funzionali alla vita della comunità e devono concorrere ad elevare la qualità della vita dei cittadini. Analogo interesse desta in noi (e nei cittadini che cerchiamo di rappresentare) la cura e l'attenzione per chi ha bisogno di assistenza e di strutture pubbliche, per chi lavora e vive del suo reddito, per chi conta su politiche distributive e non discriminatorie, per chi non lavora e anche per chi ha dovuto smettere di lavorare, per i motivi che sono ben conosciuti da tutta l'Aula. Quali sono gli argomenti che, ora, divideranno la vecchia maggioranza o quali quelli che unificheranno la prossima? La conclusione è, forse, che il Sindaco non ha intenzione di entrare nel merito delle questioni. Ringraziamo Luigi Saragnese per l'importante lavoro svolto e l'onestà intellettuale dimostrata e ci auguriamo che tutti i cittadini sappiano rendere merito a tutto ciò. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Domenico Gallo. GALLO Domenico Devo ammettere che mi dispiace per l'epilogo di questa discussione che ha portato ad una crisi, che - è inutile negarlo - è grave. Viene escluso dalla maggioranza un partito che ha contribuito a governare la Città, seppur con contraddizioni e distinguo, che, però, hanno attraversato tutta la sinistra, perché anche il mio ruolo è stato interessato da queste contraddizioni. Tutta la sinistra avrebbe dovuto valorizzare maggiormente il voto sulla fusione IRIDE-Enìa, sulla questione del 51% in mano pubblica, sulla chiarezza a proposito della SMAT e della gestione del servizio idrico torinese e sul rifiuto ad impegni che riguardino il nucleare da parte della nuova società; invece, abbiamo votato in maniera diversificata (grave errore politico, dal mio punto di vista). Detto ciò, condividiamo il percorso indicato; riteniamo che sia corretto stipulare un patto di fine mandato per uscire dalla crisi, impegnando tutti i partiti dell'attuale maggioranza (la definisco ancora così e, poi, spiegherò il motivo). Questo patto necessita, però, di un metodo di lavoro adeguato per poter giungere ad una sintesi condivisa sulle questioni aperte e, in particolare, sulla Variante n. 200 e sul futuro delle aziende di proprietà pubblica. Solo un metodo di lavoro adeguato (e ci possiamo intendere su che cosa significhi) può portare ad una sintesi che, poi, sia in grado di ricompattare la maggioranza. È con questo spirito che scelgo di continuare a far parte di questa maggioranza, con la volontà costruttiva di collaborare per rilanciarla, perché, dal mio punto di vista, ha ben governato la Città, anche grazie al contributo di Rifondazione Comunista. La Città attraversa una fase di difficoltà economica e sociale, è bene non dimenticarlo. Proprio perché stiamo vivendo un momento molto complicato sul piano sociale, ammetto con molta franchezza che, se fossi stato nei panni del Sindaco, non avrei ritirato le deleghe dell'Assessore all'Istruzione, Saragnese, perché, secondo me, ha lavorato bene sui temi della scuola; avrei atteso lo svolgimento della verifica e del suo esito prima di assumere una decisione, probabilmente, inaccettabile per il Gruppo di Rifondazione Comunista. In ogni caso, mi permetto di rivolgere nuovamente l'invito ai compagni - li chiamo ancora così - di Rifondazione Comunista di raccogliere la sfida rispetto alle questioni di merito, perché potrebbe avere un esito positivo, ricomponendo la maggioranza nata dalle elezioni. È un invito - comprendo che qualcuno, probabilmente, riderà - che, sicuramente, cadrà nel vuoto, ma sento comunque il dovere di farlo; l'ho già fatto, attraverso un comunicato stampa, nei giorni scorsi (che è stato ripreso anche dai giornali) e lo ribadisco pubblicamente in questa Sala al Gruppo di Rifondazione Comunista, al suo segretario e al suo gruppo dirigente. Infine, intendo ribadire un concetto già espresso in precedenza: questa maggioranza, da una parte, può restringersi, ma, dall'altra parte, non può allargarsi, comprendendo un partito, l'UDC, semplicemente perché ha avuto il buon senso di astenersi sul Bilancio. Credo che l'astensione dell'UDC sul Bilancio sia stato semplicemente un atto di buon senso, che personalmente apprezzo, però non significa che possa entrare in questa maggioranza un partito "dell'estremo centro" - così lo definisce il Presidente Casini -, che non sa con chi stare e che sceglie questa o quella maggioranza, di sinistra o di destra, a seconda della convenienza, giocando sulle difficoltà delle coalizioni (così come, nel mondo sportivo, fanno quei tifosi che, non avendo una squadra del cuore, tifano per la squadra che vince lo scudetto). Credo che questo sia inaccettabile, in politica bisogna fare delle scelte! In questo momento, le scelte dell'UDC non sono compatibili con questa maggioranza, così com'è nata dalle elezioni; sarebbe troppo comodo! L'UDC deve continuare a fare l'opposizione, come ha sempre fatto, con stile e con garbo; ai Consiglieri Goffi e Scanderebech riconosco gli atteggiamenti garbati e, a volte, anche costruttivi (che ho condiviso), ma questo non significa che quel partito possa far parte di una maggioranza che è nata con caratteristiche diverse. Credo che il Sindaco dovrebbe condividere la necessità di una sintesi fra tutte le forze politiche, per evitare che la crisi si allarghi. Personalmente, mi impegnerò per quello che posso; rappresento un Gruppo che non ha un partito alle spalle, che ha condiviso con l'Assessore Passoni una scelta molto difficile per noi e non vorrei - parlo per me - che quella scelta venisse vanificata da un cambio di rotta, che mi costringerebbe a fare delle considerazioni diverse. Credo che questo non avverrà, perché non ce n'è bisogno. Mi rivolgo con affetto ai Consiglieri Ferrante, Silvestrini e Cassano e gli suggerisco di accettate la sfida. Abbiamo avuto il merito, fino ad oggi, di governare questa Città con senso di responsabilità, seppur con le contraddizioni che hanno caratterizzato il vostro ed il nostro voto su questioni complicate (ad esempio, sulle partecipate e, nell'ultimo caso, sulla fusione IRIDE-Enìa). Auspico che si realizzi questa verifica, lavorando sui problemi concreti; credo che questa maggioranza si possa ricompattare e che Rifondazione Comunista debba riflettere sull'appello che gli ho appena rivolto. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Ricordo al Consigliere Gallo Domenico che anche il Consigliere Castronovo fa parte del Gruppo di Rifondazione Comunista. GALLO Domenico Lei svolge un ruolo super partes e non volevo coinvolgerla. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Su questo giudizio ci sono opinioni discordanti, comunque la ringrazio. La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Ho apprezzato il tono pacato con il quale il Sindaco ha deciso di porre all'attenzione del Consiglio Comunale un problema di buona amministrazione. Ribadisco che il Gruppo del Partito Democratico ha apprezzato l'utilizzo di un tono pacato e, in sostanza, significa che (contrariamente a quanto detto poco fa dal Consigliere Gallo Domenico) all'orizzonte non è previsto alcun cambio di rotta o di indirizzo politico e non c'è un nuovo programma da definire. C'è un'altra questione che il Sindaco, a mio avviso, ha ben sintetizzato: bisogna definire l'atteggiamento che debbono tenere le forze politiche, se si considerano e vogliono essere considerate tali e Gruppi Consiliari di maggioranza. Mi sembra che il Sindaco abbia illustrato bene qual è stato il lento, ma progressivo, ripetersi di un atteggiamento, che, però, in quest'Aula, ha semplicemente dichiarato (non costituito, ma dichiarato). Anche noi del Partito Democratico non avremmo richiesto un'espulsione o un allontanamento dalla maggioranza. Condividiamo, invece, quella lettura dalla quale scaturisce, a causa del ripetuto voto contrario su alcune proposte (il cui merito è stato definito con il Gruppo di Rifondazione Comunista), un allontanamento, un'autoesclusione, un prendere le distanze. Si tratta di una questione che potrà sembrare solo di atteggiamento, ma, in realtà, è decisiva, perché stare in maggioranza significa ascoltare, cercare di trovare una sintesi e, poi, difendere come propria la sintesi che emerge dal confronto! Abbiamo votato, come se fossero stati nostri, gli emendamenti ricordati dal Consigliere Gallo Domenico. Li abbiamo votati e li rivendichiamo non come emendamenti della sinistra, ma come emendamenti del Partito Democratico e della maggioranza. Non intendiamo dire che, per quanto riguarda le deliberazioni che sono state cambiate anche in maniera significativa, come - pur con tempi assai lunghi - quella delle OGR, quelle modifiche e quegli emendamenti siano stati subìti, perché, alla fine, si tratta di emendamenti che sono di tutti! Lo stesso vale per le correzioni che sono state introdotte e devo riconoscere che, in molti casi, sono state assai apprezzabili; alla fine, le abbiamo votate e, votandole, le consideriamo, a tutti gli effetti, della maggioranza. È qui che si consuma la differenza con chi, dopo aver avanzato degli argomenti con onestà e convinzione, ha deciso, poi, di votare ugualmente contro, in più occasioni. Secondo me, è stato giusto porre questo problema in Aula, perché la distanza e la chiarezza sono, forse, le uniche condizioni per ricostruire un'unità. Un'unità possibile e capace di governare presuppone chiarezza e responsabilità. Il Sindaco ha fatto bene a sollevare la questione e non ci sono dei tempi più o meno opportuni, ci sono unicamente i tempi del governo della Città. Sono sicuro che questo atteggiamento lineare verrà apprezzato, perché, ovviamente, lascia aperta la possibilità di una ricostituzione di quella che, all'inizio, è una presunzione di lealtà, ma che deve essere verificata volta per volta, votazione dopo votazione, per confermare il patto che si sigla con gli elettori. Allorché si forma una coalizione, occorre che l'unità, che si presenta agli elettori come vincolante, sia, poi, praticata per ogni singola deliberazione. A questo proposito, anche se capisco che è un aspetto secondario rispetto alla discussione odierna, vorrei, solo una volta - e non tornerò più su questo argomento -, rivendicare al Gruppo del Partito Democratico la capacità di rappresentare, oggi, gli interessi ed i bisogni delle persone maggiormente in difficoltà. Questo deve essere chiaro: il Partito Democratico, nella sua ricerca di una sintesi possibile, rivendica la rappresentanza di quei ceti sociali e di quelle persone che, oggi, vivono condizioni di particolare difficoltà e precarietà. Il Partito Democratico, per puro senso di responsabilità, ha sempre cercato di tenere insieme forze politiche diverse, di raggiungere quella sintesi necessaria (rivendicando il contenuto nel suo insieme) ed ha resistito alla tentazione di dare rappresentazioni caricaturali degli altri Gruppi (fatto che, talvolta, invece ha subito). Se le trasformazioni che si sono compiute in Città, oggi, le rivendichiamo come volte a garantire sviluppo e, quindi, coesione sociale, è perché il Partito Democratico ed il Gruppo del Partito Democratico non si sono fatti irretire in quella sterile polemica tra chi è più attento alle esigenze dell'economia e della produzione di beni e risorse e chi, invece, è più attento a realizzare condizioni di uguaglianza. Siamo consapevoli che le due esigenze devono viaggiare insieme, altrimenti non si realizza nessuna delle due. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Nonostante la dichiarazione del Sindaco dell'apertura di una crisi, il Gruppo Sinistra Democratica ritiene che, comunque, vi siano le condizioni perché questa maggioranza prosegua il suo lavoro nel rispetto del programma e dell'alleanza con cui si è presentata agli elettori e anche delle singole sensibilità. Non si tratta di fare la classifica fra i più e i meno cattivi ed esprimiamo il nostro disagio di fronte all'accelerazione della verifica di maggioranza, che avremmo voluto avesse modalità diverse, senza la revoca delle deleghe dell'Assessore Saragnese, a cui riconosciamo il contributo dato a questa Amministrazione, così come l'ha riconosciuto lo stesso Sindaco. Se si tratta di una verifica sulle priorità che l'Amministrazione vuole affrontare da questo momento fino alla fine del mandato (quindi, di un patto di fine tornata amministrativa, così come è stato richiamato), auspichiamo che il Partito di Rifondazione Comunista non si sottragga ad un confronto costruttivo e senza pregiudiziali, a partire dalla Variante n. 200, così come faremo noi. L'apporto del nostro Gruppo talora è critico, ma vuole essere sempre costruttivo, nell'interesse del bene comune. Il nostro Gruppo ha prodotto gli emendamenti sulla fusione IRIDE- Enìa a cui faceva riferimento il Consigliere Giorgis e, da adesso in poi, non ci sottrarremo alla sfida ricordata dal Capogruppo del Partito Democratico, per cercare di coniugare sviluppo ed equità. In questo senso, crediamo che non debba mutare il programma e la coalizione con cui questa Amministrazione si è presentata agli elettori. Riprendendo le parole del Consigliere Gallo Domenico, chiediamo che venga esclusa la possibilità di un ingresso di forze di minoranza, come l'UDC, che comporterebbero un significativo cambio di rotta, evocato da chi mi ha preceduto, e che, chiaramente, consideriamo non auspicabile. Vorrei ricordare che l'UDC è il partito che ha espresso il candidato a Sindaco per il centrodestra e, quindi, è stato il garante di un programma alternativo al nostro. È chiaro che la coerenza vorrebbe che non si procedesse in questo senso, i tempi sono cambiati, ma i programmi restano! Ricordando la discussione della settimana scorsa, vorremmo ribadire che più che ristabilire la fiducia nei confronti del Sindaco, pensiamo sia necessario che ciò avvenga fra i Gruppi di maggioranza. Considero le parole del Consigliere Giorgis ancora più valide: è fondamentale che fra i Gruppi di maggioranza si stabilisca un rapporto di stima e fiducia (che, probabilmente, in alcune situazioni è venuto meno), affinché il processo di costruzione delle decisioni avvenga nella chiarezza, a partire dalle priorità individuate dal Sindaco. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Il mio sarà un intervento poco appassionato, perché, come in tutte le questioni delle quali si fa un abuso, poi si perde anche il gusto nel trattarle. Innanzitutto, facendo un passo indietro, vorrei esprimere al Sindaco la mia sincera solidarietà personale e politica per quella che è stata, inequivocabilmente, una minaccia. Le faccio presente che, al di là delle ragioni del tifo, ci sono motivazioni oggettive e di interesse pubblico, ma, nonostante questo, credo che sia un tentativo vigliacco quello di intimidirla rivolgendosi a lei con toni dai quali non posso che prendere le distanze. Mi auguro, anzi, che lo stesso tifo positivo prenda le distanze da personaggi che, evidentemente, quest'oggi hanno dato una pessima prova di sé e che non fanno altro che nuocere ad una causa che, invece, dicono di voler sostenere. Mi scuso, se sono andato fuori tema. Voglio fare i miei complimenti al Vicesindaco, che, oggi, raccoglie un testimone difficile (perché sono deleghe importanti) e che, come se non avesse già molte questioni a cui pensare, avrà un ulteriore carico di lavoro. Credo che, ancora una volta, gli si debba riconoscere la costante presenza ed anche una non comune capacità di mediazione tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione. Sono sicuro che, se in tutta questa partita ci sarà qualcosa di positivo, lo si vedrà proprio nella gestione del Vicesindaco di un Assessorato strategico e fondamentale, come quello all'Istruzione, che, fino ad oggi - mi permetto di dissentire -, non si è dimostrata, così come avremmo voluto, attenta e poco ideologica, visto che riguarda una parte molto delicata dell'intera comunità. C'è, però, un fatto in particolare che mi preoccupa: lei allontana un Assessore dalla sua Giunta apprezzandone, oltre le qualità umane - ma questo è comprensibile -, il lavoro svolto. Sono molto preoccupato, perché ciò che avviene oggi - nel momento in cui lei chiede ad un Assessore di farsi da parte, apprezzandone, nello stesso tempo, il lavoro svolto finora - non fa altro che dare uno schiaffo mortale al principio sacrosanto della meritocrazia, che dovrebbe essere applicata in qualunque settore della vita privata e, soprattutto, pubblica. Le ragioni della politica devono prevalere su quelle che sono le capacità "professionali", tra virgolette, dimostrate sul campo da un Assessore del quale lei stesso si dichiara così soddisfatto? Credo che questo sia un pessimo esempio da dare alla comunità che, oggi, assiste a questo teatrino, che, tra l'altro, in certi momenti, diventa persino squallido. L'altro aspetto che mi colpisce, ma mi preoccupa di meno, è che, evidentemente, state prendendo un andazzo - mi riferisco alla Giunta che lei presiede - che dimostra una gestione della cosa pubblica un po' leggera. Solo ieri ho dovuto leggere, con particolare fastidio, di un Assessore che scaricava sul Governo delle responsabilità che, a mio avviso, sono principalmente sue; infatti, scaricava sul Governo la responsabilità di un buco, che è diventato una voragine, nel Bilancio della Cultura, quando la sua stessa gestione ha fatto sì che se ne perdesse il controllo. Così come, ieri, l'Assessore Alfieri scaricava su altri responsabilità proprie, il Sindaco, oggi, scarica su Rifondazione Comunista responsabilità che sono sue e della maggioranza che presiede! Lei finge di dimenticare che la maggior parte dei nemici (e, forse, proprio quelli più insidiosi) li ha in casa sua! Finge di dimenticare che il Partito Democratico, in due anni e mezzo, ha perso ben 7 Consiglieri! Finge di dimenticare che non c'è alcuna differenza tra un partito di maggioranza che si oppone alla fusione IRIDE-Enìa (e, oggi, viene escluso da questa maggioranza) ed un altro partito, sempre di maggioranza, che, invece, poche settimane fa, si è opposto alla fusione GTT-ATM Milano; di fronte a quella situazione e a quello stesso disagio manifestato all'interno del Partito Democratico, lei ha fatto finta di nulla e non ha aperto alcuna crisi con il suo partito. Ma quale differenza c'è tra chi si oppone alla fusione IRIDE-Enìa e chi, invece, si è opposto alla fusione GTT-ATM Milano? Erano entrambe operazioni strategiche per la Città, contenute nel suo stesso programma elettorale, ostacolate da realtà diverse che compongono la sua variegata maggioranza e che, nel caso di GTT-ATM Milano, sono persino riuscite ad interrompere questa fusione per un lungo periodo di tempo. Prima di concludere, vorrei rivolgere al Sindaco un appello al coraggio e all'onestà. Vorrei che si evitasse di dare un ulteriore pessimo esempio a chi ci guarda, aprendo la politica cittadina ad uno squallido mercato (mi riferisco alla possibilità di far entrare in maggioranza partiti che si sono messi sul mercato), dando spazio a trasformismi fumosi, da vecchia politica, che tanto male hanno fatto all'Italia e alla nostra Città. Il Sindaco ha sottoscritto, insieme ad alcune forze, un progetto ed un programma, che, oggi, si sono indiscutibilmente arenati. Il progetto del Sindaco, oggi, è fallito e dovrebbe avere il coraggio di sottoporre, al giudizio degli elettori, se stesso, la maggioranza e chi ha costruito quel progetto, invece di cercare di "tirare a campare" ancora per due anni. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Devo ammettere che il Sindaco è sempre più chiaro dei suoi compagni di avventura, ma, proprio per questo motivo, anche la sua chiarezza, oggi, deve essere messa a punto. Questa sera, non capiamo se ha aperto una crisi, una crisi a tempo, o una verifica, perché dagli interventi è emersa un po' di confusione. La mia impressione, Assessore Saragnese e Consiglieri di Rifondazione Comunista, è che ci siano gli esami di riparazione: Saragnese è stato rimandato a giugno e, nel corso di questi due mesi, il Sindaco vi farà l'esame; questa è la realtà. Peraltro, vorrei capire che cosa intende fare il Presidente del Consiglio, in quanto appartenente al Gruppo di Rifondazione Comunista, così come il Consigliere Silvestrini, che è Presidente di Commissione. Mi auguro che, domani, abbiate la dignità, l'uno, di dimettersi da Presidente del Consiglio e, l'altra, da Presidente di Commissione, perché, questa sera, al di là delle dichiarazioni poco chiare che ho sentito in questa Sala (ad eccezione del Consigliere Ferrante, di cui ho apprezzato l'intervento), Rifondazione Comunista è stata cacciata dal Sindaco. Al Sindaco non piace questo termine, ma la realtà è proprio che Rifondazione Comunista è stata cacciata per dare un segnale. Infatti, abbiamo subito verificato che Sinistra Democratica e Italia dei Valori si sono tranquillizzati! Non riesco a comprendere perché si mandi a casa Rifondazione Comunista e non Sinistra Democratica o Italia dei Valori - ovviamente, non c'è nulla di personale -, perché hanno avuto lo stesso atteggiamento sulla fusione IRIDE-Enìa, su altre vicende, come il grattacielo, e altre situazioni, che dovremo affrontare. Il Sindaco me lo deve spiegare: manda a casa 4 Consiglieri ed è vero che gliene rimangono altri 33, però solo in 20 hanno votato a favore della fusione IRIDE-Enìa. Sinistra Democratica si è spaccata ed Italia dei Valori - adesso non può far finta di nulla - ha presentato un emendamento che stava per inficiare la deliberazione torinese, così come poteva avvenire a livello genovese. Quindi, c'è stata un'opposizione compatta nei confronti del Sindaco, che l'ha portato a dire che la scorsa settimana si è rotto un rapporto di fiducia con alcuni alleati. Ne paga le conseguenze (e non lo dico né per antipatia, ma nemmeno per simpatia) Rifondazione Comunista. Dovevate dare un segnale: rimandare a giugno l'Assessore Saragnese, che deve togliersi di mezzo anche se è stato un bravo Assessore (noi non riteniamo che lo sia stato altrettanto sul piano politico, ma, ovviamente, non c'è nulla di personale) e, poi, vedere che cosa succederà. Saragnese è stato invitato a dimettersi, non l'ha fatto, e il Sindaco, in un primo tempo, ha pensato di revocare le deleghe (fatto diverso dal revocare l'Assessore), mentre, oggi, ha revocato l'Assessore, che, da domani, non farà più parte della Giunta. Adesso vorrei sapere che cosa faranno i Consiglieri Castronovo e Silvestrini e, soprattutto, vorrei invitare i Colleghi della maggioranza a non preoccuparsi. Perché c'è tutta questa preoccupazione nei confronti dell'UDC? Il percorso è chiaro, l'ha detto anche il Sindaco nelle sue conclusioni: deve prepararsi un percorso che lo porti, il prossimo anno, in Regione; lì, però, c'è un problema, perché non si sa dove sistemare una signora (come lo definisco io, in termini affettuosi, c'è il problema di "madama"). Questo percorso prevede l'ingresso dell'UDC nella maggioranza, in modo tale che vi appoggi alle competizioni regionali (magari con il candidato Presidente Chiamparino) e, magari (vi assicuro che non è fantapolitica), il candidato Sindaco potrebbe essere l'Onorevole Michele Vietti. Questo scenario non è molto distante dalla realtà. Qual è allora la preoccupazione? Per i Moderati, con l'arrivo dell'UDC, c'è il rischio del massacro, perché l'UDC è di centro, così come i Moderati (anche se senza idealità e programma, ma solo per una questione scientifica), per cui è chiaro che può scattare la preoccupazione. Ai Consiglieri del PD, invece, suggerirei di stare tranquilli, perché, in questo modo, arriverebbero altri democratici cristiani nelle vostra fila, per cui potrete essere, sempre di più, un Partito Democratico (così come vi definite), portatore di tanti valori ed esperienze. È un peccato che, in questi anni - come hanno già detto altri Consiglieri -, la vostra esperienza di PD e di maggioranza abbia fatto perdere tanto tempo a questa Città. Vorrei terminare il mio intervento con una richiesta al Sindaco: se il percorso che ha scelto è quello con l'UDC, può dircelo tranquillamente, perché abbiamo già dimenticato che Buttiglione è stato il nostro candidato Sindaco; infatti, è rimasto a Roma e, se devo essere sincero, non è stata nemmeno una grande esperienza. Inoltre, dobbiamo aspettarci che questi esami di riparazione finiscano dopo le elezioni amministrative (eventualmente dopo il ballottaggio in Provincia, perché Rifondazione Comunista al primo turno non c'è, ma al ballottaggio potrebbe esserci) o a settembre? È una questione importante, perché, se gli esami dureranno a lungo, l'Amministrazione rimarrà bloccata, anche se mi pare che questa non sia la sua intenzione. Ribadisco la mia richiesta per capire, già questa sera, che fine faranno il Presidente del Consiglio Comunale Castronovo ed il Presidente di Commissione Silvestrini. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Il fatto di vedere l'Assessore Saragnese ancora tra i banchi della Giunta mi fa sorgere un dubbio: se qualcuno mi avesse attaccato in questo modo, avrei sbattuto qualcosa per terra e sarei andato via, ma, forse, avete dimenticato che cosa significa l'appartenenza al partito! Di fronte agli insulti politici, avrei abbandonato l'Aula! Adesso, avendo rimesso il dentifricio dentro il tubetto (io non dimentico mai le cose che dice, Sindaco), avete un Presidente del Consiglio che è di minoranza. Per quanto riguarda il Presidente Silvestrini, mi aspetto che, oggi stesso, dichiari che lascerà la Presidenza della IV Commissione, anche se non ho nulla di personale contro di lei. Io non sono abituato alle operazioni fumose (le cose o sono bianche o sono nere), però, Sindaco, dopo due settimane in cui i suoi compagni di partito (il Segretario cittadino Chiama, il Segretario Regionale Morgando, Saitta, Bresso e, magari, anche da Roma) le hanno tirato fortemente la giacchetta, nella replica, finalmente, ci dirà che cosa ha deciso di fare alla fine? Avrebbe potuto intervenire già due settimane fa e risolvere il problema, revocando l'Assessore Saragnese ed estromettendo Rifondazione Comunista dalla maggioranza, invece gli tenete ancora la porta aperta. Purtroppo, è evidente che tutte le incomprensioni che sono emerse nel corso di questi tre anni non riuscirete a chiarirle in un mese; bisogna tenere presente, però, che il "rischio" dei ballottaggi fa risolvere tantissimi problemi! Come le ho detto la settimana scorsa, Sindaco, la rispettavo unicamente per il suo decisionismo, ma, oggi, è venuto a mancare anche quello. Un Sindaco come lei avrebbe dovuto chiudere subito la questione, perché avete avuto tre anni di tempo per parlare e mettervi d'accordo, un altro mese non servirà assolutamente a nulla. Ovviamente, gli unici che ci rimetteranno sono, come al solito, i cittadini: siete riusciti a cementificare malamente la Città di Torino per otto anni, ma a loro non è arrivato nulla! Ciò che emerge da alcuni giornali cittadini è che, a fronte di interventi pubblici molto sbandierati, ci sono, poi, gli operai che non vengono pagati da mesi! Questo è il risultato delle vostre 200 Varianti di Piano Regolatore. Gli unici di cui che non vi interessate sono i cittadini! Il Capogruppo Giorgis non può dire che con queste Varianti si difendono i cittadini più poveri, anzi, con queste operazioni fumose affossate maggiormente i cittadini più poveri! Bisogna essere chiari, perché, soprattutto di fronte ad una crisi di questo genere, non si può pensare di risolvere tutti i problemi in un mese. Vorrei che il Consigliere Giorgis (che, purtroppo, non è in Aula) mi spiegasse che cosa state facendo per il sociale. Solo l'altro giorno abbiamo discusso sul fatto che avete "tagliato" i soggiorni estivi ai disabili psichici, intendete questo per essere attenti al sociale? Dovreste vergognarvi, non fare queste dichiarazioni in Sala Rossa! È lei il responsabile principale di queste malefatte verso i cittadini torinesi. Presidente pro tempore (assolutamente, molto pro tempore), termino il mio intervento, però, la prossima volta che vi chiediamo di concedere più di cinque minuti, accettate, perché, alla fine, sono sempre l'unico che rimane nel tempo previsto, tutti gli altri sforano. Su questi argomenti così importanti bisognerebbe intervenire per dieci minuti, perché il Sindaco parla quanto vuole, prima e anche in fase di replica, e può dire tutto e il contrario di tutto. Siamo stati accusati di aver detto che questa crisi sarebbe finita a tarallucci e vino ed, effettivamente, è andata di nuovo così! Il Sindaco ha stretto in un angolo il partito di Rifondazione Comunista (e spero che i cittadini e gli elettori di Rifondazione se ne ricordino, perché ho fiducia in tutti i tipi di elettori, per qualsiasi partito abbiano votato), perché non ha voluto decidere lui ed avrebbe potuto farlo con molta più forza. Comunque, detto ciò - perché, altrimenti, mi rimprovera -, vorrei dire al Sindaco che la Città, soprattutto in questo momento, non ha bisogno di un Vicesindaco - con tutto il rispetto per lui - oberato di lavoro. Avete inventato la filiera corta, l'Assessore a chilometro zero; in quell'Assessorato potete andare dalla culla alla morte, passando per lo sport, perché, adesso, magari, le darà anche le deleghe dell'Assessore Montabone! Ritengo che la Città di Torino, in questo momento, abbia bisogno di Assessori che possano essere presenti e che possano fare il loro lavoro liberamente, non oberati di impegni come il Vicesindaco Dealessandri. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Silvestrini. Ha due minuti a disposizione. SILVESTRINI Maria Teresa Intervengo per fare due comunicazioni. È stato detto dal Sindaco - e ripetuto più volte - che noi abbiamo votato contro le deliberazioni più importanti; sappiamo che, quando un'affermazione viene ripetuta più volte, poi rischia di diventare una verità, anche se non è verificata. Quindi, abbiamo chiesto una verifica agli Uffici; comunicheremo ai giornalisti e all'opinione pubblica quali sono le deliberazioni così importanti a cui noi abbiamo votato contro. In questo modo, sapremo quali sono state le deliberazioni che il Sindaco ha considerato le più importanti di questa tornata amministrativa. Una, certamente, è quella riguardante lo Stadio, ma, nonostante questo, mi sembra che non siamo riusciti ad accontentare i tifosi torinesi. Inoltre, volevo dire che la mia presidenza è a disposizione del Consiglio che mi ha eletta. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ferraris. FERRARIS Giovanni Maria Nell'ottica della progettualità, di cui la nostra Città ha bisogno e per la quale deve proseguire il percorso, noi Moderati apprezziamo il coraggio che il Sindaco sta dimostrando in questo periodo, allontanando chi non permette di costruire le premesse per lo sviluppo della Città (che costituisce anche la premessa per il prossimo mandato amministrativo) e riconoscendo il momento di crisi congiunturale che si somma alle continue fibrillazioni che viviamo e che alcuni elementi della nostra maggioranza hanno prodotto all'Amministrazione. Forse, questi elementi non sono solo le persone di cui parliamo, però, oggi, senza fare "mea culpa", osserviamo evidentemente che, per alcune forze di questa maggioranza, il filo si è rotto. I discorsi che ci hanno preceduto hanno raccontato che noi siamo una forza politica di centro senza realtà e senza programma (qualcuno ha detto anche altro). Ovviamente, ricordo che la nostra realtà vive e sta continuando a vivere; sarà l'elettorato a dire se non ha realtà e programma - Consigliere Cantore - e lo vedremo a breve con la prossima consultazione elettorale, che credo sarà importante per tutta la coalizione. Per noi, cari Colleghi, non valgono tanto i proclami che, probabilmente, si è abituati a fare in alcune sedi - non per forza sempre in questa - ma vale il lavoro svolto, che, in questi anni, tanti uomini di buona volontà stanno producendo. Volevo ancora ricordare che è vero che c'è stato un candidato Sindaco un po' deboluccio, ma vorrei ricordare alla forza di maggioranza relativa dell'opposizione che nessuno degli ultimi tre candidati scelti proprio con l'avallo vostro era torinese: uno era di Mondovì, uno di Trino Vercellese, uno addirittura di Gallipoli. Questo farà o no differenza per i cittadini torinesi? Comunque, dopo questo dibattito, rimane irrisolta la questione della Presidenza del Consiglio, sulla quale, secondo noi, bisogna continuare a ragionare. Se non altro - Presidente, in questo momento non ascolta, ma parlo di lei - per dignità e coerenza con le scelte che il suo Gruppo si sta avviando a fare, la Presidenza dovrebbe venire liberata per un'armoniosa prosecuzione del nostro cammino, con l'auspicio che la maggioranza prosegua senza l'ingresso di nuove forze, che potrebbero creare qualche imbarazzo, ma, soprattutto in questo momento, stanno dimostrando un'ambigua colorazione ed indirizzo politico. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Goffi. GOFFI Alberto In realtà, oggi, mi aspettavo una discussione che riguardasse Rifondazione Comunista, invece - non so se è un onore o un onere - la discussione è stata incentrata sul ruolo dell'UDC, il che francamente mi fa un grande onore. Ringrazio, quindi, i Consiglieri Gallo, Cerutti, Cantore e Ferraris, che hanno voluto ricordare l'importante ruolo dell'UDC (non sapevo così determinante, ma, certamente, un ruolo importante). Mi permetto di rivolgermi al Sindaco, utilizzando un termine democristiano (non voglio creare anche su questo delle invidie): "Caro Sindaco". Noi diciamo così, altri dicono: "Compagno Chiamparino". Credo che il motivo per il quale, oggi, qualcuno è stizzito di tutto questo sia perché lei ha dimostrato un coraggio su cui non molti, in queste settimane, avrebbero scommesso. Questo forse è il motivo per cui, oggi, c'è questo clima un po' di acidità. Lei ha sciolto un tormentone, al quale è stato sottoposto, in qualche modo, sia il Consiglio, sia la stessa Città; oggi, con un atto formale, che è quello della revoca, lei ha risolto un tormentone, dimostrando coraggio. Questo, probabilmente, ad alcune forze politiche che avrebbero voluto che questo tormentone continuasse, è spiaciuto. È stato ricordato da altri, ma lo ricordo anch'io (anche se credo non ce ne sia bisogno), che la Città vive una condizione in cui deve dare risposte immediate; non ci possiamo permettere né i tormentoni, né in tentennamenti, ma dobbiamo dare, in modo molto forte, delle risposte. L'atteggiamento dimostrato in questi mesi e, forse, in questi anni, non in queste settimane, da alcune forze politiche - in particolare, da una forza politica - è stato un comportamento che lei stesso ha detto "non conviene più a nessuno". Certamente, non conviene alla maggioranza, ma non conviene neanche al Consiglio Comunale (come la parentesi dell'elezione del Presidente del Consiglio e della sfiducia al Presidente del Consiglio); certamente, non conviene tanto meno alla Città. Così come ritengo irragionevole quanto irresponsabile il comportamento di quella forza di maggioranza, ritengo altrettanto irragionevole ed irresponsabile l'atteggiamento di quelle forze che, in quest'Aula, fanno il tifo per andare a tutti i costi alle elezioni. Trascinare la Città, in un momento di grande crisi economica, in una campagna elettorale, che sarebbe devastante per l'economia di questo territorio, credo che sia esattamente irresponsabile come chi, oggi, lei in qualche modo ha allontanato dalla Giunta. Voglio rassicurare i Consiglieri Gallo e Ferraris (che è venuto a raccontarci della lealtà: un partito che fa del mercato una ragione di vita, viene a raccontare a noi della lealtà), dicendo in modo molto chiaro a tutti - approfittiamo anche della presenza dei giornalisti - che l'UDC non è disponibile agli inciuci e non è alla ricerca di poltrone, perché, se fosse stata alla ricerca di poltrone, in questo momento siederebbe al Governo Nazionale e, probabilmente, anche di questa Città. Certamente, non è disponibile a tradire il mandato degli elettori che hanno voluto che l'UDC stesse qui, in questa posizione. L'UDC cercherà di fare quel mestiere per il quale credo sia utile che una forza politica rimanga in questo Consiglio Comunale, cioè quello di cercare di dare qualche risposta a chi sta fuori da questo Palazzo. Lei lo ha chiamato "patto di fine tornata amministrativa", io lo chiamo "patto per la Città". Comunque, è l'unica strada che noi intravediamo, per evitare, da un lato, che ci siano forze che, in qualche modo, bloccano uno sviluppo fondamentale, e, dall'altra parte, per bloccare quelle forze che fanno il tifo per andare alle elezioni, in un momento in cui la Città non può permetterselo. L'unica strada che intravediamo è quella di aprire una crisi, di stabilire un elenco di priorità e chiedere un patto per la Città. Su questo, credo che nessuno possa leggere degli inciuci, tanto meno delle posizioni fantapolitiche che - ricordava il Consigliere Cantore -, francamente, mi entusiasmano; pensare che Michele Vietti possa ricoprire la carica di Sindaco, francamente, mi entusiasma. Però, non è questo all'ordine del giorno. Oggi, si sta discutendo del modo con cui uscire da una crisi economica che, in qualche modo, è legata ad una crisi politica. Su questo, l'UDC è disponibile ad aprire un confronto. Questo è molto diverso dall'inciucio ed è molto diverso dalle forze politiche che hanno fatto dell'inciucio una professione e che sono sedute qui. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Lonero. LONERO Giuseppe Mentre si sviluppava la discussione e mano a mano che si succedevano gli interventi... Se il Consigliere Cugusi mi consente di intervenire... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo fa ad alta voce e mi disturba. Non riesco a sentire me stesso, Consigliere Cugusi. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Consigliere Cugusi, per favore! Prego, Consigliere Lonero. LONERO Giuseppe Mentre si sviluppava la discussione e, soprattutto, con gli interventi di maggioranza, mi sorgeva una domanda, Sindaco: che maggioranza le rimane? Ho ascoltato con molta attenzione, per esempio, l'intervento del Consigliere Gallo, il quale ha preferito uscire dal proprio partito pur di rimanere in maggioranza, anche per dare supporto all'Assessore Passoni. Il Consigliere Gallo, col suo intervento, ha cercato di attirare l'attenzione più sul comportamento dell'UDC - cosa della quale penso gli interessi abbastanza poco - che non sul comportamento dei suoi compagni di viaggio. Poi, ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del Consigliere Giorgis, il quale ha dato lezioni su come essere partito di maggioranza, che, traducendo e semplificando il suo intervento, significa: chi non si allinea, è fuori. Questo significa essere in maggioranza? Vuole dire abbassare la testa e fare i "signorsì". Probabilmente, allora, questo è il motivo per cui l'opposizione non diventa maggioranza, perché noi abbiamo delle teste pensanti e questo ci impedisce di essere maggioranza in questa Città. Abbiamo ascoltato l'applicazione pratica del "dogma Giorgis" fatta dal Consigliere Cerutti, che, fino a ieri, era insieme a Rifondazione Comunista la più spietata fustigatrice di questo Sindaco, e, oggi, invece, ha affermato letteralmente che Sinistra Democratica è in linea con le priorità che il Sindaco ha indicato, dimenticando che fra le priorità c'è la fusione IRIDE-Enìa e la fusione GTT-ATM; probabilmente, quegli stessi argomenti che hanno portato a questa rottura della maggioranza. Infine, abbiamo sentito parlare - mi sono venuti i brividi alla schiena - di lealtà da chi ha fatto balzi degni del nostro campione di salto in lungo Howe. Ha fatto salti nel passaggio da una parte all'altra e, oggi, diventa il paladino della lealtà, dimenticando che, forse, quando si sceglie una parte, si dimostra di essere leale mantenendosi fedele a quella parte. Sindaco, questa è la maggioranza che le rimane. Questa è la maggioranza con la quale lei vuole portare a termine, a tutti i costi, questa tornata amministrativa! Sindaco, le ribadisco quanto le ho già detto la volta scorsa: non le resterebbe altro da fare che dichiarare chiuso un percorso, un progetto politico, perché, evidentemente, ha fallito, non solo nei contenuti, ma anche e soprattutto nella scelta delle persone con le quali realizzarlo, e dare di nuovo la parola ai cittadini. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Abbiamo concluso il dibattito. Prima di dare la parola al Sindaco, vorrei rispondere alla domanda che mi è stata rivolta, in particolare, dal Consigliere Cantore e che qualcun altro ha ripreso, in relazione alle mie determinazioni rispetto a quanto, eventualmente, possa modificarsi nella mia posizione di Presidente del Consiglio, per il fatto che Rifondazione Comunista passi all'opposizione per effetto di questa scelta del Sindaco. Ricordo a tutti che, per quanto mi riguarda, sono ancora pendenti due ricorsi: uno presentato da me al TAR, che deve avere ancora una definizione di merito, e un altro, predisposto dalla Giunta, su mandato della Conferenza dei Capigruppo, contro l'ordinanza di sospensiva dell'efficacia dell'eseguibilità della deliberazione. Pertanto, per qualunque decisione, aspetterò che questi due procedimenti arrivino ad una conclusione. In relazione non solo all'andamento di quei procedimenti, ma, ovviamente, anche in considerazione di quello che sarà il prosieguo di questa vicenda, prenderò eventualmente le decisioni di merito. La parola al Sindaco. SINDACO Intanto, ringrazio il Consigliere Ravello per la solidarietà che mi ha espresso per quell'episodio, però non senza far mancare una considerazione. Quando ho saputo di questa manifestazione, avevo espresso ai miei collaboratori la disponibilità ad incontrare i manifestanti. Quando l'ho vista, mi sono negato a qualsiasi tipo di incontro, perché credo che sia sbagliato ricevere persone che testimoniano in piazza attraverso puro esercizio di violenza (verbale finché si vuole, ma sempre violenza è). Quindi, dal momento che queste persone, fra cui coloro che mi hanno minacciato, sono entrate a Palazzo non certo perché li ho invitate io, credo che qualche riflessione debba essere fatta anche da parte di coloro che le hanno fatte entrare. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non ho certamente invitato io queste persone, e credo non siano stati neanche i Gruppi della maggioranza. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non so se qualcuno ai Gruppi abbia ricevuto queste persone, ma a me risulta di sì. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io non so se erano le stesse, so che, comunque, sono state ricevute, tant'è che qualcuno - non io - ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, guarda caso, in presenza di quelle persone nello spazio riservato al pubblico, che ovviamente è libero a tutti. Guarda caso, chi ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori per sottopormi una richiesta non protocollata, scritta a mano, non sono stato io e sono stati alcuni Gruppi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Si era già stemperata, Consigliere Carossa. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Consigliere Carossa, per favore, non interrompa! CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). SINDACO In ogni caso, caro Consigliere Carossa, si assuma le sue responsabilità. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). SINDACO Benissimo. Allora, voi avete invitato ad un incontro delle persone violente. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, sì e ancora sì. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Per cortesia! SINDACO Aggiungo anche, caro Consigliere Carossa - se mi permette, adesso parlo anche un po' io - che io non parteciperò a nessuna riunione - glielo anticipo, così potete anche riferirglielo - con sedicenti rappresentanti di ancora più sedicenti Curve Maratona o Filadelfia. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Consigliere Carossa, non mi costringa ad allontanarla dall'Aula. Stia seduto e in silenzio. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). SINDACO Io non ho fatto niente. Io partecipo a delle riunioni con soggetti che si sappia chi siano, da dove vengano e non con sedicenti rappresentanti di Curve. È chiaro? CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Consigliere Carossa, la richiamo formalmente! SINDACO Quindi, si assuma le sue responsabilità. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Se lei non sta seduto in silenzio, sono costretto a chiederle di accomodarsi fuori. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Per favore, vuole accomodarsi fuori? CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Allora, la faccio accompagnare fuori. Prego i commessi di accompagnare fuori il Consigliere Carossa. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Le avevo chiesto di stare seduto e in silenzio, e non ci sarebbe stato problema. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). SINDACO Io ho detto che lei ha ricevuto quelle persone. È vero o no? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, è vero. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Prego, si accomodi fuori, Consigliere Carossa. CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). SINDACO Io non ho detto niente di falso. Ho detto che lei ha ricevuto delle persone che erano in quella manifestazione - è vero, e lo ha ammesso lei -. Ho detto che lei, insieme al Consigliere Angeleri, avete chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, mentre quelle persone erano in Aula. È vero o è falso? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io ho fatto una constatazione. Voi avete chiesto di intervenire mentre quelle persone erano qui. Vero o falso? Vero. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Sindaco, per favore, può interrompere un attimo nell'attesa che si accomodino fuori i due Consiglieri? CAROSSA Mario (Intervento fuori microfono). SINDACO Arrivederci, Consigliere Carossa. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Sindaco, un attimo che li facciamo accomodare fuori, così riprendiamo la discussione. Arrivederci, Consigliere Carossa. Prego, Sindaco. SINDACO Per quanto riguarda il resto, credo di poter dare una risposta molto rapida. Dagli interventi che ho sentito, mi pare sia emersa un'ampia disponibilità ad un confronto rispetto a quanto a me interessa, cioè, che si faccia un patto di fine tornata amministrativa, perché quello che mi interessa è che si faccia quanto ancora si può fare per completare il processo di modernizzazione della Città. Non mi appassionano le dietrologie politiche, ma voglio dire al Consigliere Cantore, perché il suo intervento da analista politico è molto… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ne approfitto - ha ragione il Consigliere Silvestrini: le affermazioni che vengono ripetute più volte, poi finiscono per risultare vere - per dire che, qualunque ruolo io sia destinato a fare, faccia o decida di fare in futuro (da cui è escluso quello di candidato a Presidente della Regione - mi verrebbe da usare uno slogan che non vi ha portato molta fortuna, nel 2005, "Il Presidente c'è", quindi io non lo uso), però, c'è una presidentessa che sta governando con un'ampia maggioranza e che, da tutti i sondaggi, risulta apprezzata alla maggioranza dei piemontesi, che è la Presidente Bresso, la quale ritengo sia la candidata naturale e normale per un rinnovo di carica che avverrà il prossimo anno. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Se non ne è a conoscenza, vada a vedere il sondaggio de "Il Sole 24 Ore" di inizio d'anno, nel quale si fa la graduatoria di tutti, compreso me (che ero sempre fra i primi)… (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Questo è per quello che voglio dire dopo! La Presidente Bresso era uno dei pochi presidenti di centrosinistra che salivano e arrivava - mi pare - a un buon 54-55%. Ma qui non siamo in Regione. Gli altri ruoli che potrò fare dipendono da quanto riuscirò ancora a realizzare in questa Città, com'è stato finora. Sapete meglio di me che il vostro vero problema è che il mio ruolo e la mia figura riscuotono ancora un vasto apprezzamento in questa Città, anche all'interno del vostro elettorato. Quindi, la cosa che temereste di più è se fosse davvero possibile andare al voto e misurare questo consenso con la mia candidatura. Questo non è possibile; sarebbe irresponsabile farlo, perché in questo momento la Città ha bisogno di tutto tranne che di una nuova competizione elettorale. Io sono affezionato non a dei disegni politici, ma a cercare di fare il possibile per completare il programma che ci siamo dati. Mi pare che, riguardo questo, ci sia disponibilità. Ripeto, io non chiudo le porte in faccia a nessuno, perché certi atteggiamenti si possono cambiare anche in un giorno. Su questo, sono chiaro. Il Consigliere Giorgis non ha - caro Consigliere Lonero - imposto un principio di sudditanza a nessuno, ma ha espresso un concetto fondamentale, cioè che in maggioranza si può ampiamente discutere, ma, poi, quello che si concorda è di tutta la maggioranza. Questa non è sudditanza, ma è costruzione responsabile di una linea politica. Io mi attengo a questo. Mi farò carico di convocare - se siete d'accordo - una riunione dei Capigruppo solo per definire un percorso che permetta ai Gruppi e ai partiti di arrivare il più rapidamente possibile alla costruzione di questa ipotesi d'accordo, sulla cui base procedere ad un rimpasto di Giunta che lo rappresenti e lo rifletta, e che consenta di affrontare con serenità e determinazione i mesi e gli anni che ci restano da governare. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Grazie, Sindaco. |