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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Maggio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 16

Comunicazioni del Sindaco su "Situazione nella maggioranza"
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Abbiamo ricevuto una richiesta di comunicazioni in Aula, firmata dal Capogruppo
Cantore, con la quale si chiedono "le comunicazioni urgenti del Sindaco in merito
alla crisi della maggioranza e alla annunciata cacciata di Rifondazione Comunista e,
forse, di altri partiti della Sinistra Radicale. Sono a chiedere, inoltre, quando e come
avverrà il rimpasto di Giunta, dopo aver eventualmente imbarcato anche l'UDC".
Pochi minuti dopo la ricezione di questa lettera, ne abbiamo ricevuto un'altra del
Sindaco Sergio Chiamparino, con la quale lo stesso ci informa che: "Ai sensi
dell'articolo 112, primo comma del Regolamento del Consiglio Comunale, e
considerati gli articoli di stampa apparsi in questi giorni, intendo comunicare
all'Assemblea nel corso della seduta odierna le mie valutazioni in merito alla
situazione politica".
Quindi, la richiesta del Capogruppo Cantore non è stata neanche affrontata,
semplicemente perché il Sindaco ci ha comunicato la sua intenzione di svolgere le
comunicazioni.
A questo punto, abbiamo soltanto deciso, come è normale che sia, di applicare
quanto previsto dal Regolamento, per cui, a seguito delle comunicazioni del Sindaco,
ciascun Gruppo avrà a sua disposizione cinque minuti per intervenire nel merito.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Ho chiesto di fare le comunicazioni, perché mi sembrava doveroso, alla luce degli
episodi degli ultimi giorni. Obiettivamente, diventa legittima la domanda che
qualcuno si fa: qual è la maggioranza che regge l'Amministrazione Comunale di
Torino?
Grazie agli sforzi fatti dal partito al quale appartengo, oltre che naturalmente gli altri
gruppi che hanno votato a favore, si è riusciti a portare a conclusione positiva la
fusione IRIDE-ENIA.
Alla luce di quanto è successo in Consiglio Comunale mercoledì, è stato diramato un
comunicato del partito al quale appartengo, che lascia ampi margini di dubbio sugli
sforzi fatti dal Gruppo del Partito Democratico, dall'Amministrazione stessa, rispetto
a un'operazione che era ed è centrale nel programma di questa Amministrazione, non
di un'altra, e che ha le sue radici già nella precedente tornata amministrativa.
Ma a fianco a questo poi non si può misconoscere che sulla questione IRIDE-ENIA
si sono espressi contro alcuni Gruppi, alcuni Consiglieri, alcuni dei quali hanno
semplicemente reiterato un comportamento che ormai si ripete da tempo su tutte le
questioni più importanti che questo Comune si ritrova ad affrontare.
Qui è giusta, necessaria e doverosa una distinzione tra l'Italia dei Valori ed altri
Gruppi, perché in altre circostanze l'Italia dei Valori ha accompagnato positivamente
le decisioni di questa Amministrazione, con le necessarie discussioni, non c'è solo
IRIDE-ENIA, c'è l'ENIA, poi c'è stato il grattacielo del Sanpaolo, poi c'è stato lo
stadio della Juventus, poi c'è stato il piano dei parcheggi, eccetera. Si fatica di più a
trovare, se si fa eccezione per il bilancio, una deliberazione importante in cui si sia
votato a favore, che una a cui si è votato contro.
Allora, tutto ciò legittima gli interrogativi. Ora, è vero, sono d'accordo con il
Consigliere Ghiglia che questo interessa poco, interessa poco persino noi, immagino,
cioè alla fine condiziona anche le altre questioni, e quindi è necessario discuterne.
Ora, a me non interessa affatto mettermi qui a fare o a disfare, a fare esercizi politici
o politologici in funzione delle elezioni, in funzione di quanto verrà dopo le elezioni,
in funzione di quel che succede in Provincia, in Regione, o chissà dove. Forte
dell'esperienza di altri Comuni, che, quando si arriva alla fine del secondo mandato,
hanno finito per essere progressivamente paralizzati da una serie di veti incrociati,
perlopiù interni alle maggioranze, che hanno danneggiato la Città, a me interessa non
cadere in questa condizione. Non voglio cadere in questa condizione, perché questo
rischia di danneggiare la Città, non tanto il sottoscritto, non tanto la maggioranza,
quanto la Città.
La questione da cui parto è molto semplice: davanti a noi abbiamo non più di quattro
o cinque vere questioni strategiche in questo anno e mezzo (perché è questo quello
che resta), di cui la principale è la cosiddetta "Variante 200", quella che è legata alla
linea 2 di Metropolitana e il rifacimento della zona nord della città lungo l'asse del
Trincerone; ma poi non sono da sottovalutare il riassetto delle due ex
municipalizzate, che ancora attendono questa operazione, cioè AMIAT, che porta
con sé una questione delicata e importante, che è quella della discarica e dell'avvio
del termovalorizzatore, indirettamente, e GTT.
Non va sottovalutato l'appuntamento del 2011, di cui si parla poco, ma del quale
bisognerebbe parlare, perché da Roma non arrivano soldi, e quindi bisogna decidere
come gestire i pochi che abbiamo e, naturalmente, tutto ciò deve avvenire
mantenendo quei vincoli minimi sulle politiche sociali e sulle manutenzioni della
Città, che sono da migliorare, che sono condizioni base perché la Città continui a
essere una comunità.
Allora, su questi temi non sono più disposto ad andare a vista, come siamo andati
troppe volte su nodi importanti. L'artificio non è retorico, cioè "andare a vista" non
vuol dire fare una bella riunione nella quale si dice che andiamo tutti d'accordo e poi
dopo si ripete tutto come prima, perché questo film l'ho già visto e non intendo
rivederlo, non è particolarmente esaltante. L'abbiamo già fatto, dopo il grattacielo sul
Sanpaolo abbiamo fatto belle riunioni, abbiamo detto che andavamo d'amore e
d'accordo, che tiravamo avanti tutti insieme, poi non è successo, anzi è successo
quasi esattamente l'opposto.
Credo ci sia una ragione in tutto ciò, che non è soltanto di merito, ma è una questione
di fiducia (mi spiace usare questo termine), che in una parte minoritaria della
maggioranza, a mio avviso non c'è più nei confronti della mia amministrazione, della
mia persona. Mi spiace dover usare una parola pesante, ma la uso perché questa è la
sensazione, questa è la mia percezione.
Naturalmente, il Consiglio ha le armi che ritiene di poter utilizzare per intervenire su
questo, che sono la mozione di sfiducia e, naturalmente, non c'è bisogno che lo dica
io, lo sapete benissimo da voi.
Da parte mia, per quanto profondamente amareggiato, non rassegnerò le dimissioni.
Chi ha partecipato agli incontri di questa mattina credo abbia compreso questa mia
amarezza, ma ribadisco che, per quanto profondamente amareggiato, non rassegnerò
le dimissioni per una ragione di fondo: secondo me, la città non capirebbe. Non è un
caso se, in Italia, la Città di Torino viene indicata da tutti come un modello vincente;
potete leggere l'articolo di fondo di ieri de "Il Corriere della Sera", firmato da Aldo
Cazzullo, dilettarvi con letture varie, oppure sentire i commenti che provengono dalla
strada. Può darsi che sbagli, ma il Consiglio ha gli strumenti per contrastare questa
mia visione, supposizione o presunzione.
Da parte mia (e concludo, Presidente, ma credo di essere riuscito a rimanere entro un
tempo accettabile), ero sinceramente tentato di saltare il passaggio che sto per
annunciare, ma non lo farò per rispetto delle tante persone leali e capaci che fanno
parte di questa maggioranza e che, in tutti questi anni, si sono impegnate per cercare
di tenere la barra dritta per arrivare ai risultati che abbiamo ottenuto e per i quali li
ringrazio, a cominciare dal Capogruppo del Partito Democratico, Andrea Giorgis. Per
questo motivo, ho optato per un passaggio intermedio, cioè riunire la maggioranza
per discutere di almeno tre argomenti.
In primo luogo, si deve prendere atto di quanto dicevo prima, cioè che, per quanto
riguarda una parte di questa maggioranza, non c'è un dissenso di merito su una
questione (perché questo è sempre lecito), ma non c'è più un rapporto di fiducia, che
è la base costitutiva di qualsiasi maggioranza. Quando non c'è più questo rapporto di
fiducia, le conseguenze, evidentemente, devono ripercuotersi anche sugli assetti della
Giunta.
In secondo luogo, bisogna stilare un programma che contenga quei cinque obiettivi
che citavo prima, che devono essere concretizzati entro la fine di questo anno e
mezzo. La priorità è la Variante n. 200, che è ferma in Commissione da più di tre
mesi (insieme ad altre 42 Varianti urbanistiche). Questa proposta di deliberazione
deve arrivare in Consiglio Comunale prima delle elezioni, consentendo di iniziarne la
discussione; a mio parere, questo è il punto di partenza di questo programma di fine
mandato amministrativo.
Inoltre, bisogna provvedere ad un riassetto della Giunta, che è la conseguenza delle
prime due decisioni. Questa è la proposta che intendo avanzare ai Capigruppo e ai
segretari di partito nel corso della riunione di maggioranza; naturalmente, a seconda
di che cosa avverrà in quella riunione, valuteremo le conseguenze che si
determineranno e la continuazione amministrativa della Giunta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Ho ascoltato molto attentamente le parole del Sindaco, comprendo il suo disagio, ma
credo che dovrebbe comprendere anche il disagio di ogni Consigliere, oltre che dei
Gruppi politici. Sono d'accordo con il Sindaco quando dice che non è più disposto ad
"andare a vista", perché questa sua intenzione è la base per una buona politica.
Credo, però, che dobbiamo trovare il modo per giungere ad una sintesi sulle
questioni che il Sindaco ha citato prima e che sono basilari per questa
Amministrazione.
Il voto di mercoledì sulla fusione IRIDE-ENÌA ha sicuramente creato una serie di
problemi nella coalizione di centrosinistra, ma la soluzione di questa "crisi", tra
virgolette, non può assolutamente venire da un cambio nella maggioranza, perché
non credo che l'ingresso dell'UDC, come accennato dai giornali, possa rappresentare
un toccasana per i problemi di questa Amministrazione.
Nel 2006, gli elettori hanno votato questa maggioranza per governare la Città di
Torino e ritengo che sia necessario, per la fine del mandato amministrativo, un patto
serio tra i partiti della coalizione, così come è nata e come è stata scelta dagli elettori;
questo patto non deve essere fatto a "tarallucci e vino", come accennavano i giornali
in questi giorni, ma sui contenuti.
Credo che il segreto sia una modifica nel metodo di lavoro. Su alcune questioni di
fondo, come la Variante n. 200 e le partecipate, occorre creare un metodo di lavoro
che porti la maggioranza a condividere gli atti deliberativi, prima che approdino in
Commissione e che si arrivi al voto.
Il nostro lavoro deve essere frutto di decisioni collegiali, coerenti con il programma
elettorale che abbiamo condiviso, senza arrivare all'assunzione di decisioni con il
metodo "prendere o lasciare". È questo il segreto per il mantenimento della
compattezza di questa maggioranza.
Sulla fusione IRIDE-ENÌA ho preferito esprimere un voto di astensione, perché
credo che su quell'operazione la sinistra, nel suo complesso, abbia commesso
l'errore di non aver valorizzato un aspetto di fondo, quello del controllo pubblico al
51%. Su questo argomento il Sindaco ha manifestato delle perplessità legittime, ma,
personalmente, ritengo che fosse un elemento che la sinistra avrebbe dovuto
valorizzare, invece ciò non è accaduto. La sinistra non ha valorizzato nemmeno
l'emendamento che, in qualche modo, ha chiarito la funzione di SMAT dopo la
fusione IRIDE- ENÌA, anche se non sembrava pertinente alla deliberazione;
sull'emendamento che stabiliva che SMAT avrebbe comunque mantenuto la sua
autonomia di gestione nel servizio idrico torinese si è registrata una quasi unanimità
nella maggioranza. Credo che la sinistra abbia sbagliato a non cogliere questo aspetto
su due assi fondamentali per una condivisione dell'operazione di fusione. Questo è
un errore che, a mio parere, pagheremo, ma ritengo che ci sia ancora il tempo per
salvare questa maggioranza.
Questa maggioranza, comunque, ha approvato oltre il 90% delle deliberazioni
proposte (alcune riguardavano anche questioni importanti), quindi non è stata una
maggioranza che si è opposta ai progetti; il Gruppo di Rifondazione Comunista ha
detto "sì" a 90 deliberazioni, così come il Gruppo di cui facevo parte prima. Oggi,
parlo da uomo libero, lo posso fare perché non ho un partito alle spalle e, forse,
questo mi favorisce in questo momento, per cui ritengo di poter svolgere una
funzione di collegamento tra i Gruppi della sinistra ancora oggi presenti nei partiti
organizzati. Credo che il segreto possa essere questo: con serietà (condivido ciò che
ha detto il Sindaco), dobbiamo stipulare un patto, oltre che tra partiti, tra
galantuomini, perché, innanzitutto, è in gioco l'interesse generale della Città su
alcune questioni che sono di fondo per il futuro.
Spero che si possa arrivare ad una soluzione di questo tipo, con l'idea di
maggioranza a cui faceva riferimento il Sindaco. È necessario che i partiti si
guardino in faccia e dicano esattamente quali sono le loro reali intenzioni, altrimenti,
Sindaco, l'alternativa non è un cambio di maggioranza, ma le elezioni anticipate.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Non posso non notare che la tabella delle presenze di quest'oggi dimostra che questo
è un Consiglio Comunale delle grandi occasioni, spiccano le numerose presenze,
fatto a cui non eravamo abituati negli ultimi mesi. Parallelamente, spiccano, però,
anche tre assenze strategiche, mi riferisco ai componenti dell'UDC (e vorrei chiedere
al Sindaco se, per caso, non li abbia chiusi nel suo ufficio per evitare che la
mettessero in imbarazzo, quest'oggi, in Aula) e al Capogruppo Cassano (che spero
non sia stato rinchiuso in un'altra stanza, per non metterla oggettivamente in pesante
difficoltà).
Il Sindaco ha riconosciuto, responsabilmente, che ogni deliberazione rallentata, ogni
provvedimento fermato, ogni discussione più o meno accesa all'interno di questa
Sala crea, comunque, un danno alla comunità; insieme alla preoccupazione, le vorrei
esprimere anche il mio stupore. Come ho sottolineato più volte, credo che lei,
chiaramente dal punto di vista politico, abbia un'infinità di difetti, ma non credo che
sia mai stato tanto ingenuo da non vedere quelle incompatibilità di fatto, che, oggi,
sono venute alla luce, ma che, in realtà, ci sono sempre state. Le faccio degli esempi:
c'è chi va a braccetto con i centri sociali e chi, invece, come voi, gli strizza solo
l'occhio; c'è chi, di fronte alle cronache nazionali, ha messo in imbarazzo l'intera
Città per la presentazione del progetto delle narcosale, chi ha messo tutti quanti in
chiara difficoltà per l'approvazione di una Variante per la costruzione del primo ed
unico grattacielo di Torino e chi, in ultimo, ha rischiato di condizionare, facendo
ovviamente buon gioco all'opposizione, un provvedimento quale quello della fusione
IRIDE-ENÌA.
Come ha fatto ad essere tanto ingenuo ed accorgersi, solo oggi, che siete
incompatibili? Qual è la differenza tra i Comunisti, tra l'ala della Sinistra radicale
Arcobaleno che siede in Aula quest'oggi e la Sinistra che sedeva in Aula tre anni fa?
Credo che siano sempre gli stessi.
Se lei, oggi, si trova sull'orlo del baratro rappresentato dalla crisi e continua a
rimandare quello che non è altro che il riconoscimento del fallimento del suo
progetto, di quello incarnato da lei, è semplicemente perché - vorrei che si dicesse
chiaramente - avete paura di perdere le prossime elezioni provinciali, o, meglio,
avete paura di perderle ancora più malamente.
È comprensibile che lei non voglia mettere in difficoltà quel Presidente "fantasma",
che per essere notato dai cittadini deve camminare sulla farina per lasciare le
impronte e con il quale si è fatto fotografare. È legittimo che, da parte sua, ci sia il
tentativo di non metterlo ulteriormente in difficoltà, ma questo comportamento è
giusto nei confronti della Città e dei torinesi che noi ci onoriamo di rappresentare? È
giusto che lei prosegua? Lei dice di aver perso quella fiducia che ritiene necessaria
per continuare un percorso politico, ma non si dimentichi che, in democrazia, la
fiducia viene misurata attraverso i voti ed i suoi voti (quindi, l'indice di fiducia
rappresentato dai voti) sono 23 su 51 (ed il suo voto è compreso nel conteggio).
Credo che questi numeri siano inequivocabili, provano che lei, ormai, non può più
rimandare, perché significherebbe continuare a prendersi gioco di noi; lei deve
prendere atto di questo fallimento e rassegnare le dimissioni - visto che si vanta di
essere un uomo d'onore -, perché quella fiducia non l'ha più da tempo.
Vorrei ricordarle che il futuro di una città non si gioca solo su una Variante
urbanistica, perché, pochi mesi fa, sembrava che il futuro di questa Città si dovesse
giocare su un documento di programmazione economica e finanziaria, che lei aveva
redatto all'ombra di un carrubo (se non ricordo male, o di un altro albero) e che non è
mai arrivato all'attenzione di quest'Aula. Lei ci ha detto in più occasioni, e
soprattutto ha riempito le pagine dei mezzi di informazione cittadini nel periodo
estivo dell'anno scorso, che sarebbe arrivato alla resa dei conti sull'approvazione di
quel documento, per cui, ora, mi permetto di chiederle che fine abbia fatto quel
documento attorno al quale si è creata così tanta attesa, la stessa che lei, ora, sta
cercando di creare attorno alla "Variante 200". È sparito, è stato dimenticato in un
cassetto e, probabilmente, questo è lo stesso destino che spetta alla Variante n. 200.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Sono dispiaciuto di vedere, oggi, nel Sindaco una persona che "vorrebbe, ma non
può"; è chiaro che, dopo le dichiarazioni che ha rilasciato a caldo ai giornali subito
dopo il voto sulla fusione IRIDE-ENÌA, è stato richiamato e, all'interno del vostro
partito, avrete sicuramente discusso e, magari, le avranno fatto accettare l'idea che,
in questo momento, non si può aprire una crisi, perché, com'è stato ricordato prima,
fra un po' si terranno le elezioni.
Ribadisco che mi dispiace dirlo, visto che lei, finora, è sempre stato considerato
(anche dal sottoscritto) un decisionista (e, in alcuni momenti, è giusto esserlo), ma, in
questo momento, la vedo molto debole. Lei sa benissimo che, pur usando questi toni,
non vi potrete mettere d'accordo su questioni così importanti nel giro di dieci giorni;
non siete riusciti a farlo in questi tre anni su questioni che, forse, erano meno
importanti, quindi è difficile che succeda adesso.
Sindaco, proprio in riferimento alla fusione IRIDE-ENÌA, lei ha definito noi della
Lega dei "populisti", ma, come abbiamo scritto nell'articolo che uscirà su
"CittàAgorà", ci vantiamo di esserlo, anche perché lei, forse, dimentica come è nato
il populismo: è nato come contrapposizione fra gli zar e l'industrializzazione portata
ad un limite troppo forte. Adesso, forse, il populismo deve contrapporsi fra Sindaci
che si credono sempre più dei monarchi e persone che vogliono, a tutti i costi,
privatizzare e liberalizzare.
Lei, alcuni mesi or sono, aveva detto molto chiaramente (e le parole rimangono,
soprattutto quando non vengono smentite) che le maggioranze non si cambiano qui,
le decidono e le cambiano i cittadini ed è per questo motivo che ho detto che l'hanno
sicuramente richiamata all'ordine i vari Morgando e Saitta, solo per citarne alcuni, ed
immagino che, giustamente, ci sia stata anche una compartecipazione della Bresso (e,
poi, dirò anche perché). Visto che lei mi ha definito populista, ritengo che sia giusto
dare voce al popolo, non dovete chiudervi di nuovo in una stanza a far finta di
mettervi d'accordo, quando sapete benissimo che, dopo tre giorni, quel patto
(neanche fra galantuomini) verrà rotto. Diamo subito la parola al popolo!
Tra l'altro, in questo modo lei si toglierebbe anche da un grande imbarazzo (anche
se, magari, questo non fa molto piacere alla Bresso), perché troverebbe quella scusa
che cerca da tempo per poter abbandonare questa nave che sta affondando e
candidarsi per Presidenza della Regione Piemonte nel 2010. Approfitti di questo
momento, dia voce alla gente, mandi tutti a casa e vedremo chi avrà ragione: se
alcuni esponenti di Rifondazione Comunista, che stanno cercando di contrapporsi a
lei, o il suo unitissimo e fortissimo partito e vedremo, dopo il 7 giugno, come verrà
risolta la questione del suo partito, ma quelli sono altri problemi, per adesso
concentriamoci sulla nostra Città e su quello che interessa i nostri cittadini.
Chiedo al Sindaco di non prendere in giro nessuno, di avere il coraggio delle sue
azioni, di dire che questa maggioranza non esiste più e di chiedere ai cittadini di
Torino di pronunciarsi su quale nuova maggioranza dovrà governare la loro Città.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Vorrei iniziare il mio intervento citando il titolo di uno dei miei libri preferiti (perché
penso si sposi bene con la situazione che si sta verificando in quest'Aula e nella Città
di Torino): "Cronaca di una morte annunciata". Era evidente, fin da quando questa
coalizione si è presentata agli elettori, sulla base di un programma che conteneva
tutto e il contrario di tutto: concetti condivisi dalla sinistra moderata ed osteggiati
dalla sinistra radicale e viceversa, aspetti - ne cito uno, tanto per fare un esempio -
tutt'oggi irrisolti (non solo a livello comunale, ma anche provinciale e regionale),
come la TAV. Dal punto di vista ideologico, è uno scoglio che non è ancora stato
superato nella sinistra, perché, anche al suo interno, ci sono delle posizioni
completamente diverse, che impediscono addirittura di calendarizzare un numero
infinito di provvedimenti sull'argomento, lasciando che giacciano (non da mesi, ma
da anni) all'ordine del giorno del Consiglio Comunale.
Era facile considerare questa maggioranza "a termine", c'era solo da individuare lo
scoglio sul quale la nave si sarebbe incagliata e l'ora alla quale si sarebbero fermare
le lancette di questa maggioranza. Sindaco, il momento è arrivato; per sua fortuna -
come ha detto qualcuno prima di me -, le lancette si sono fermate dopo la metà del
mandato, in modo tale da lasciarle ampia possibilità di scelta sulla ricollocazione e
sulla possibilità di crearsi degli spazi diversi, nel caso in cui si dovesse arrivare ad
elezioni anticipate.
È necessario dire ai cittadini (e sarà nostra cura farlo nella maniera più forte
possibile) che è fallito un progetto strategico (o, almeno, voi lo chiamavate così), ma
che, evidentemente, non lo è stato, perché non aveva i presupposti politici per
esserlo.
All'interno di questa maggioranza che governa la Città da ormai troppo tempo, ci
sono delle differenze di visione che non sono superabili, come dimostrano i fatti di
oggi.
Sindaco, l'invito è uno solo: si dimetta e non arrivi ad una mozione di sfiducia, che,
probabilmente, sarebbe uno scoglio difficile da superare, se non con la ciambella di
salvataggio di qualche partito connivente, che, oggi, non fa parte di questa
maggioranza e che, in altre sedi, ha già avuto la rassicurazione di potersi sedere al
banchetto dei vincitori.
Si dimetta e dica alla Città che, nel 2006, quando si è presentato davanti agli elettori,
ha sbagliato nella scelta dei compagni di viaggio. Questo è l'unico messaggio serio e
corretto che lei, oggi, ha la possibilità di inviare, salvando anche la dignità politica,
che, fino a questo momento, non può esserle disconosciuta, ma che, oggi,
mantenendo quella posizione, a mio avviso, è gravemente in pericolo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Intendiamo precisare, approfittando di questo dibattito, che il Gruppo Sinistra
Democratica non è spaccato e lavora unito per la costruzione di una nuova
soggettività di sinistra - ci teniamo a precisarlo -, né radicale, né moderata.
Il Gruppo SD in Consiglio Comunale intende continuare a far parte della
maggioranza che amministra la Città, se verranno confermate le linee
programmatiche e la coalizione che sono stati votati dai cittadini.
Non c'è alcuna contrapposizione di destini all'interno del Gruppo, come riportato
oggi da alcuni organi di stampa, tra Pasdaran votati all'opposizione e altri
componenti assorbiti dal PD.
Abbiamo ritenuto di esprimerci non favorevolmente sulla deliberazione di fusione
IRIDE-ENÌA sia per questioni di metodo, che di merito (come abbiamo illustrato
durante il dibattito avvenuto in Aula mercoledì scorso), seppur con sfumature
diverse.
Ribadiamo che, senza il nostro lavoro, non sarebbero passati alcuni punti che
riteniamo significativi; in un'ottica che non sia di semplice testimonianza, abbiamo
presentato, oltre all'emendamento sul 51% nello Statuto della società risultante
dall'aggregazione, anche un emendamento che impegna il Comune di Torino a non
avvalersi di società del gruppo IRIDE o del gruppo risultante dalla fusione per il
servizio idrico integrato, attualmente in capo a SMAT.
Abbiamo, poi, ottenuto l'approvazione di una mozione di accompagnamento in cui
chiedevamo l'impegno verso le energie rinnovabili, la non partecipazione a
programmi di sviluppo e progettazione di impianti elettronucleari, il mantenimento
dei livelli occupazionali nella nuova società IRIDE-ENÌA ed il coinvolgimento del
Consiglio Comunale nella definizione degli indirizzi strategici della nuova società e
nella definizione dei massimali per i compensi ed i premi dei componenti del suo
Consiglio di Amministrazione. Su questo intendiamo vigilare. È bene sottolinearlo,
perché riteniamo che l'approccio di una nuova sinistra debba essere quello di
conciliare l'esigenza di governo con i principi che riteniamo essenziali; siamo
consapevoli che la sfida è tutt'altro che in discesa.
Come ha ricordato il Sindaco, abbiamo avuto una posizione distinta sulla questione
del grattacielo Intesa-Sanpaolo, ma, a questo punto, non possiamo che accogliere
favorevolmente la proposta di un'agenda politica che preveda i nodi che dovremo
affrontare da qui alla fine del mandato, anche perché - lo vorremmo sottolineare - noi
non siamo per il "no" a prescindere.
In particolare, su GTT abbiamo dato prova di coesione, riuscendo a superare le
divergenze e concordando un testo comune di indirizzo del Consiglio Comunale, che,
poi, è stato sottoscritto anche dall'opposizione.
Gli altri nodi proposti, oggi, dal Sindaco sono fondamentali e sicuramente avremo
modo di approfondirli ancora più nel merito. Alcuni temi sono già all'ordine del
giorno delle Commissioni, in particolare la Variante n. 200, che - vorrei sottolinearlo
- ha il peso di un nuovo Piano Regolatore; per quanto riguarda AMIAT, è
fondamentale che vengano prese delle decisioni.
Quindi, consideriamo positivamente l'intervento del Sindaco, se servirà ad
evidenziare l'esigenza di un confronto interno a questa maggioranza su contenuti che
sono fondamentali per il futuro della Città; si tratta di un confronto che - non
abbiamo timore di dirlo - finora, è stato molto carente e su IRIDE-ENÌA è stato del
tutto assente.
Riteniamo essenziale ribadire che non vogliamo venire meno alle linee
programmatiche e non vogliamo che venga modificata la maggioranza votata dai
cittadini, perché crediamo che possa completare questo mandato senza immissioni
esterne da parte di altri partiti. In questo senso, non condividiamo le aperture
all'UDC, il cui esponente era il candidato a Sindaco del centrodestra, con un
programma alternativo al nostro.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Bonino.

BONINO Gian Luigi
Comprendo e, in parte, condivido, assieme ai Consiglieri del mio Gruppo, l'amarezza
che il Sindaco ha voluto esprimere oggi. Si tratta di un'amarezza che ha raggiunto un
picco molto alto mercoledì scorso, quando è stata approvata la deliberazione sulla
fusione IRIDE-ENÌA, ed è stata acuita anche dal fatto che, dopo un iter molto
difficile e combattuto in Commissione (così come, successivamente, anche in Aula)
ed un percorso ostruzionistico non indifferente da parte dell'opposizione, non si è
voluto concedere l'immediata eseguibilità.
Questo è stato uno dei nodi di contrapposizione che non avevano nulla di politico,
soprattutto all'interno della maggioranza. Finita una discussione, con linee di
pensiero che non sposo - per carità, con tutto il rispetto per le opinioni altrui -
riguardo al 51% (proprio perché comporta un altro esito rispetto a quello che era il
percorso iniziale), si parlava di due cose completamente diverse: proporre il 51% in
una S.p.A., così come è stato fatto, significa andare verso una difficoltà maggiore,
non capire quali sono i percorsi di modernizzazione ed essere legati a convenzioni di
Municipalizzate che hanno fatto la loro storia. Oggi, bisogna andare sul mercato,
perché la società è cambiata.
Detto questo, mi rendo conto che bisogna affrontare questi nodi che sono sorti
durante questo percorso che è iniziato tre anni fa.
Sindaco, non sono d'accordo con chi ha parlato di un fallimento; siamo di fronte ad
un percorso durante il quale abbiamo registrato dei dibattiti aspri e difficili e che,
adesso, necessitano di un forte chiarimento. Bisogna essere sinceri con sé stessi, non
si può essere - come si diceva una volta e, forse, ancora oggi - partiti di lotta e di
governo; si può discutere, cercare di migliorare i percorsi, ma, soprattutto all'interno
della maggioranza, ognuno di noi deve essere consapevole del proprio ruolo e deve
avere la dignità politica ed umana, che, non solo per questi episodi, ma anche in altre
occasioni, in gran parte è venuta a mancare ed è questo il fatto grave.
L'immagine che stiamo dando di questo Consiglio non è sicuramente all'altezza
della politica che si è svolta in quest'Aula negli ultimi sessant'anni.
Siamo di fronte - mi rivolgo più ai Consiglieri della maggioranza, che al Sindaco, -
ad un problema veramente serio, che bisogna risolvere; il Sindaco di Torino è
riuscito a trasmettere un'immagine forte di questa Città a tutta l'Italia. Di
conseguenza, abbiamo una responsabilità, perché, di fronte al Paese stesso,
l'immagine di Torino, in questi anni, è cresciuta anche per come le Giunte hanno
saputo governare.
Come singoli Consiglieri e come Gruppo, fin dall'inizio, abbiamo sempre sostenuto
la politica promossa dalla Giunta e dal Sindaco; sicuramente, in alcune occasioni,
abbiamo anche voluto discutere, però, al momento opportuno, finita la discussione,
abbiamo votato come si conviene in una maggioranza coesa. Il nostro Gruppo, che è
formato da 7 Consiglieri, vuole proseguire in questa direzione.
L'agenda che proponeva il Sindaco, da analizzare nel corso di una riunione di
maggioranza con i segretari dei vari Gruppi, credo sia un passaggio doveroso, perché
bisognerà fare maggiore chiarezza, magari anche attraverso dei passaggi dolorosi.
Voglio anticipare brevemente che non condividiamo un eventuale cambio o l'entrata
"estemporanea" - mi passi questo termine - di Gruppi che, oggi, sono all'opposizione
e che potrebbero far parte della maggioranza.
Sindaco, credo che questo sia il percorso sul quale dobbiamo migliorarci. Da parte
del nostro Gruppo ci sarà sempre un appoggio leale, così come è avvenuto finora.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Sindaco, non chiedo le sue dimissioni, perché mi verrebbe da ridere mentre le faccio
questa richiesta, tanto non ha intenzione di dimettersi; non propongo nemmeno una
mozione di sfiducia, perché l'ha già sfiduciata la sua maggioranza, quindi non è il
caso che lo facciamo anche noi e, poi, mi paiono due atteggiamenti che non servono
a nulla in quest'Aula.
Devo rimarcare, con grande franchezza, che questo Consiglio Comunale è stato
trasformato nella vostra riunione di maggioranza. È una vergogna, perché è la prima
volta, dopo 3 anni, che sentiamo parlare alcuni Consiglieri (di solito, un Consigliere
viene eletto per amministrare, ma anche per parlare in Aula) e, soprattutto, esprimersi
dei Gruppi, che, negli anni, si sono andati formando (e, adesso, sono anche
numericamente consistenti) e che, finalmente, hanno una posizione politica; finora,
avevamo assistito solo ad un voto allineato, che definirei acritico.
Sindaco, in Aula ha fatto delle dichiarazioni che avrebbe potuto rilasciare, nel corso
di questi anni, nelle riunioni della sua maggioranza, a fronte di una contestazione
interna che è sempre stata costante e che ha elencato, passo dopo passo.
Avevo letto sui giornali - forse c'era stata un'interpretazione eccessiva - che invece,
questa sera, ci sarebbe stato un vero chiarimento. Ci pareva di aver compreso, da tutti
gli organi di informazione, che, da oggi, sarebbe cambiato il senso di marcia,
alleggerendo la sua maggioranza, perché voleva cacciare (ho voluto usare questo
termine) Rifondazione Comunista - facciamo nomi e cognomi -, cercava di spaccare
la Sinistra Democratica e aveva ancora un giudizio "appeso" sull'Italia dei Valori.
Questa è la fotografia che è emersa dagli organi di informazione e - sono d'accordo -
non è detto che questa debba corrispondere sempre alla realtà, ma è molto vicino alla
realtà.
A che cosa abbiamo assistito invece? Ad una lunga elencazione, da parte del
Sindaco, di buoni intenti e di prospettive per il futuro, con un'implicita ammissione:
in questi 3 anni, c'è stato un fallimento di questa maggioranza. Però, in parte di
questa maggioranza c'è una grande paura, perché, Consigliere Cerutti, quelle
osservazioni sull'UDC (cioè, che Buttiglione è stato il candidato del centrodestra)
dovrei farle io, l'UDC era schierata con noi e io dovrei essere preoccupato per la loro
incoerenza politica; invece, siete preoccupati voi - non è riferito solo a lei, ma anche
al Consigliere Bonino - e gli altri partiti, soprattutto i Moderati, perché capiscono che
hanno un competitore al centro, che potrebbe togliere loro dello spazio in questa
Giunta o in altre eventuali Giunte. Questa è la realtà!
La questione si riduce ad un problema di posti, perché, se volevate mandare a casa
Chiamparino (senza chiedere, oggi, dimissioni o mozioni di sfiducia), dovevate avere
il coraggio - come vi ho detto in Aula - di farlo nel corso dell'approvazione della
deliberazione sulla fusione IRIDE-ENÌA, facendo mancare il numero legale. Quello
sarebbe stato un atto di coraggio, senza usare la furberia, durante tutto il Consiglio
Comunale, di astenervi per non esporvi. Anche dalle dichiarazioni che, fino ad oggi,
ho sentito, cercate il modo per continuare comunque, sperando che in questa riunione
di maggioranza ci sia di nuovo quello che il Sindaco ha anticipato: l'accordo, le
buone intenzioni e, quindi, la possibilità di ricominciare da capo.
Sindaco, sbaglia chi ha detto che lei è debole, lei è fortissimo e, per questo motivo,
ha una grande responsabilità e non può raccontarci (in Aula o attraverso i giornali)
che la sua maggioranza non la lascia governare. Se è così, cacci coloro che non la
lasciano governare, perché lei è forte e non deve raccontarci il contrario. Il regista e
protagonista di questa maggioranza è lei e, se ci sono stati dei fallimenti, bisogna
ricondurli a lei; può darsi che ci siano delle responsabilità e, se le ha verificate, deve
avere il coraggio di cacciare quelle parti della maggioranza che, secondo lei,
danneggiano la Città e, quindi, la buona amministrazione.
Penso che un'opposizione debba chiedere questo ad una maggioranza composta da
37 Consiglieri, che può anche dimagrire, ma ha il dovere di governare! Sarebbe
troppo facile tornare alle elezioni, lasciandoci un'eredità pesante come quella del
Bilancio (che il prossimo anno lo sarà più di quest'anno); lei ha detto che è
sconfortato, ma non vuole dimettersi, però sarebbe troppo facile pensare di ridurre la
sua maggioranza ed imbarcare l'UDC per cercare un approccio politico che possa
avere delle ricadute positive in Provincia ed, eventualmente, anche in Regione. È
chiaro che, se imbarcate questa pattuglia reale, la imbarcate a tutti i livelli e, quindi,
sarebbe utile anche per le prossime regionali.
Penso che questo Consiglio Comunale debba aspettarsi che lei sia coerente con
quanto detto sui giornali e, oggi, in Aula. Se c'è una parte della maggioranza che
crea problemi, la mandi via dalla Giunta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Silvestrini.

SILVESTRINI Maria Teresa
Ha ragione il Consigliere Cantore quando dice che questa discussione ha il tono di
una riunione di maggioranza e a me sarebbe piaciuto che certe discussioni
avvenissero all'interno della maggioranza. Non sono d'accordo, però, con il
Consigliere Cantore quando dice che questa maggioranza rappresenta un fallimento,
perché, è vero, sono stati ricordati degli episodi che hanno prodotto degli attriti, ma
voglio sottolinearne alcuni che sono stati il risultato di un lavoro condiviso.
Personalmente, tra le questioni di cui mi sono prevalentemente occupata, vorrei
ricordare la decisione (frutto di un dibattito e di uno studio anche lungo) di trasferire
le RSA comunali alla sanità; si è trattato di un percorso che è stato meditato.
A proposito delle iniziative di Italia 150, vorrei ricordare la Biennale Democrazia,
che è il frutto di un'intera maggioranza; ho partecipato a questi dibattiti e uno degli
aspetti emersi è che in democrazia le decisioni non si possono prendere troppo in
fretta, perché la democrazia ha dei tempi lenti.
Un altro elemento che, da parte dei cittadini, è stato espresso nel corso della Biennale
Democrazia riguarda il bisogno di colmare un distacco con le Istituzioni.
Sinceramente, sento il bisogno di un maggiore dibattito in maggioranza e con i
cittadini, perché le decisioni che dobbiamo prendere devono essere più condivise.
Non mi riferisco ad un "condiviso" in senso buonistico, ma dialettico; per esempio, il
tema del controllo pubblico al 51% è stato ripreso nell'assemblea delle società che
porteranno alla fusione IRIDE-ENÌA in un senso che, in qualche modo, va nella
direzione che avevamo auspicato.
La nostra parte all'interno di questa maggioranza, oltre che essere di coerenza, ha
sempre voluto tendere a sollevare il dibattito sulle questioni, perché sosteniamo che
la democrazia sia rappresentata da questo dibattito. Auspico che il dibattito
annunciato dal Sindaco arrivi al cuore delle questioni, perché essere radicali non
significa essere in contrapposizione, ma andare alla radice, anche intellettuale, dei
problemi. Ho l'ambizione che questo sia il contributo che il nostro Gruppo è in grado
di dare a questo Consiglio Comunale e spero di averlo dato in alcune piccole
occasioni.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Porcino.

PORCINO Gaetano
Volevo iniziare il mio intervento ringraziando il Sindaco (magari è un inizio un po'
diverso da come se l'aspettava il Consigliere Cantore) per le sue dichiarazioni, per
quello che ha detto e per come lo ha detto, ad esclusione di alcuni punti.
Bisogna essere schietti e sinceri, visto che dobbiamo chiarire le nostre posizioni:
sono contento del fatto che lei voglia fare una riunione di maggioranza, ma, come
Gruppo Italia dei Valori, non abbiamo per nulla gradito le dichiarazioni che abbiamo
letto sugli organi di informazione. Uno sfogo momentaneo - lo consideriamo tale - è
comprensibile in momenti particolari, per cui non gli abbiamo dato molto peso, però
ritengo che si sarebbero potuti evitare certi sfoghi durante la campagna elettorale,
perché sappiamo tutti che la competizione è aspra e tutti abbiamo l'ambizione di
vincere la battaglia e di non lasciarla vincere - pur con tutta la stima e l'affetto che ho
- all'amico Consigliere Cantore.
Volevo ripetere alcune parole pronunciate dal Sindaco (e anche su questo avrei
gradito sentire qualcosa di diverso): ha esordito dicendo che molti si chiedono da
quali Gruppi sia composta la maggioranza e, per un attimo, mi sono chiesto se noi
facciamo parte di questa maggioranza. Il Sindaco, però, ha rettificato subito dicendo
che l'IDV si è sempre distinta in questo periodo, tranne nell'occasione dell'ultima
deliberazione. Per quanto riguarda l'ultima deliberazione - e non mi voglio dilungare
o alimentare le polemiche -, abbiamo votato coerentemente con la nostra linea
nazionale e, ripeto, se dovessimo votare nuovamente, su quel punto specifico
voteremmo allo stesso modo.
Non ho apprezzato molto il fatto che il Sindaco abbia ringraziato esclusivamente il
Capogruppo Giorgis, sarebbe stato più corretto se avesse ringraziato anche gli altri
Capigruppo della maggioranza. È di tutta evidenza - lo voglio ribadire affinché lo
sappiano gli elettori - che il nostro Gruppo Consiliare è il più leale e serio; l'abbiamo
dimostrato - prima, durante e dopo - in Regione (dove abbiamo due Consiglieri nel
gruppo di maggioranza), in Provincia (dove, nonostante alcuni screzi sul programma
e sul percorso, siamo rimasti coerenti e leali), nel Comune di Torino e in tutti i
Comuni della provincia di Torino. Lo stiamo dimostrando anche adesso,
contrariamente alle dichiarazioni - a mio parere - scellerate del compagno D'Alema
che aizza Franceschini a liberarsi dell'IDV e a correre da soli; probabilmente, a
D'Alema è sfuggito il sondaggio pubblicato questa mattina dai giornali che riguarda
l'IDV e il PD.
Riteniamo, invece, coerentemente, di far parte di questa maggioranza in Comune e
altrove e di volere continuare a farne parte; per questo, continuiamo la nostra
battaglia.
Volevo dire, inoltre, che - e lo dico agli elettori, a scanso di equivoci - noi siamo
maggioranza di governo in tutti i Comuni della provincia di Torino (chiaramente
quelli governati dal centrosinistra); siamo maggioranza di governo in Regione e in
Provincia, e siamo maggioranza di governo in Comune: in nessun posto, noi abbiamo
rappresentanti nell'esecutivo dei Comuni, della Provincia e della Regione.
Quindi, penso che sia un interesse legittimo, un diritto ed un'aspettativa naturale per
un partito che è al 9% (questi sono i dati di oggi) e che, tra l'altro, si comporta in
modo leale e partecipa seriamente al percorso politico che abbiamo cercato di
costruire.
Non sono per niente d'accordo - è normale che io non lo sia - con le dichiarazioni
dell'amico Consigliere Carossa e dell'amico Consigliere Lonero; non penso proprio
che siamo in via di estinzione, né che andiamo verso un suicidio annunciato, ma
godiamo di buona salute e penso che potremo tranquillamente superare qualsiasi tipo
di scoglio e affrontare questi 2 anni e un mese che ci rimangono.
Però, le volevo ribadire, Sindaco, che è bene che abbia richiesto una riunione di
maggioranza ed è bene che ricostruiamo un percorso unitario, stabilendo quali siano i
punti cardine e il percorso che vogliamo affrontare per terminare il mandato
amministrativo. A noi interessa capire - come interessa anche a lei - qual è il
percorso che ci attende e qual è la posizione che l'Italia dei Valori dovrà assumere in
questi due anni e con quali criteri.
Termino con una battuta, non polemica, rivolta all'amico Consigliere Bonino, che
parlava di amarezza nella deliberazione che c'è stata mercoledì scorso: continuo a
ribadire, Consigliere Bonino, che noi abbiamo votato in modo convinto; ribadiamo e
confermiamo il diritto di dissentire, che non significa non essere in maggioranza, o
non avere fiducia nel Sindaco, o non far parte della coalizione, ma rivendichiamo il
diritto di dissentire su questioni essenziali nazionali, sulle quali noi abbiamo preso
una posizione specifica.
Inoltre, Consigliere Bonino, volevo dire che, forse, nella riunione di maggioranza, è
bene fare una riflessione sui pesi e sulle misure - come si diceva una volta -, perché
penso che ci sia qualche Gruppo - questo lo verificheremo il 7 giugno -, magari,
sottostimato e qualche Gruppo un po' sopravvalutato. Quindi, forse, sarebbe il caso,
durante la riunione di maggioranza, stabilire percorsi politici, compiti e funzioni e
definire il ruolo che ognuno di noi deve svolgere. Grazie.

CANTORE Daniele
(Intervento fuori microfono).

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
C'è ancora un intervento, Consigliere Cantore, e poi la replica del Sindaco.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ha attinenza con il dibattito?
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Prego, Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
Vorrei chiederle se può dotarci di uno schema dal quale si evincono i pesi della
maggioranza (così come è stato fatto per i locali dei Gruppi alla Capigruppo), dal
momento che si tratta di una maggioranza aperta (un Consiglio aperto). Così, se ci è
permesso, diamo anche noi il nostro contributo sui pesi.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Avrei preferito non interromperla. Chiedo scusa ai Colleghi per l'interruzione.
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Specie negli ultimi mesi, assai di rado, ho avuto l'occasione di trovarmi d'accordo
con il Capogruppo di Forza Italia, però, questa sera, invece, devo dire che sono in
parte d'accordo con un passaggio che lui ha svolto. Sono d'accordo con quella
considerazione che faceva circa il fatto che il Sindaco è forte. Condivido questo,
Capogruppo Cantore: il Sindaco è forte. Questa Amministrazione è forte non solo
perché, se guardiamo i sondaggi che ripetutamente vengono svolti, il Sindaco
raccoglie apprezzamenti tra i cittadini; il Sindaco è forte, perché questo Consiglio
Comunale, di fronte a tutti i passaggi più importanti e delicati, ha dato prova di
sapere corrispondere alle aspettative che la Città riponeva su di esso.
Quindi, Sindaco, credo che sia forte anche per questi motivi: per il consenso che i
cittadini costantemente le rinnovano e per le prove che questo Consiglio ha dato in
merito a tutte le principali questioni controverse, che hanno reso possibile la
trasformazione di Torino che noi abbiamo davanti agli occhi.
Anche sulla vicenda FIAT - poco discussa e poco celebrata in queste sale - ricordo
un momento difficile in quest'Aula, con un Consiglio coraggioso che, oggi, troppo
velocemente, si dimentica essere stato uno dei piccoli co-protagonisti di quello che
sembra essere un progressivo rilancio dell'industria locale. Penso al grattacielo, alle
trasformazioni urbanistiche, al Piano Casa; se provo a pensare alle principali
deliberazioni che la Giunta ha portato in questo Consiglio - e si tratta di deliberazioni
importanti - credo che, forse, questa maggioranza abbia commesso un errore: quello
di non valorizzare abbastanza la qualità di queste misure, dalla moschea e dalla
difficile conduzione di quel tema, al Piano Casa, alle questioni legate alla sicurezza.
Anche su queste - bisogna dirlo - l'Assessore Borgogno ed il Sindaco hanno dovuto
supplire ad una carenza di altri livelli istituzionali e hanno dovuto cercare di tenere la
barra dritta su di un tema in merito al quale era troppo facile fare demagogia e troppo
difficile prendere provvedimenti concreti.
Questa maggioranza, quindi, questo Consiglio, ha saputo corrispondere a gran parte
delle difficoltà che ha incontrato; oggi, però - questo è il punto -, noi abbiamo di
fronte alcune questioni che, per certi aspetti, sono ancora più delicate, perché il
tempo a nostra disposizione è limitato e perché in democrazia la partecipazione e il
coinvolgimento sono necessari, anzi, ne sono il presupposto, ma la decisione è la
ragione d'essere della democrazia, perché, se noi non amministrassimo attraverso
decisioni, lasceremmo tutto così com'è e, oltre a non avere senso il nostro ruolo come
Consiglieri e amministratori pubblici, non credo neanche che saremmo in grado di
realizzare quelle politiche che noi pensiamo siano in grado di migliorare la qualità
della vita.
La prima esigenza di una maggioranza di centrosinistra è quella di trasformare la
realtà per renderla migliore; la decisione è la conseguenza di tutto l'impegno ed è la
ragione d'essere degli stessi amministratori pubblici. Ecco perché noi abbiamo di
fronte delle questioni così importanti per il futuro di Torino. Infatti, è vero che la
variante n. 200 è simile a un piano regolatore, e noi qui siamo chiamati a porre le
basi per una trasformazione della zona Nord simili a quelle che, due tornate
amministrative fa, i Consiglieri Comunali furono chiamati a porre per quella
trasformazione che noi, oggi, possiamo vedere in gran parte realizzata. Quindi, non è
una questione qualsiasi, ma è una questione strategica e decisiva, così come lo è, in
un contesto normativo mutato, il riassetto delle aziende.
Anche in questo caso, non è un vezzo di questa maggioranza, ma è la necessità di
corrispondere ai termini che il legislatore nazionale ha fissato! Non decidiamo noi
quando diventa operativo il 23 bis! Noi, però, decidiamo come mettere le nostre
aziende in grado di valorizzare tutta l'esperienza, il radicamento e la professionalità
di cui sono espressione.
È necessario, quindi, fare chiarezza e verificare fino a che punto c'è quel rapporto di
fiducia che, di fronte alle normali, fisiologiche ed inevitabili difficoltà, omissioni o
lacune, aiuti a colmare, integrare e a completare; un Consiglio Comunale che è
capace di valorizzare, soprattutto, quella parte cosiddetta positiva a scapito di quella
parte, invece, che è sempre possibile evidenziare. Chiudo, ringraziando non solo il
Sindaco, ma tutta la Giunta.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Infatti, ho chiesto di concludere e sta
concludendo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sono d'accordo con lei,
infatti ha cinque minuti e 15 secondi...

GIORGIS Andrea
Non vorrei aprire polemiche, chiudo qui.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Grazie, Consigliere Giorgis.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Vorrei ricordare al Consigliere Ravello - se mi è permesso dal Consigliere Cugusi -
che il DPEF non sta in un cassetto, ma si sta semplicemente attuando, perché quanto
abbiamo approvato mercoledì scorso sta dentro a quanto stava scritto là…
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lo stiamo approvando a parti.
Il Consigliere Ravello, però, mi ha dato un'idea, perché, in effetti, quello può essere
il canovaccio, togliendo le parti già approvate, da utilizzare per ridefinire il
programma di fine mandato amministrativo da siglare e, soprattutto, su cui stabilire
tempi di attuazione precisi. Quindi, la ringraziavo per avermi dato questa idea.
Volevo poi rispondere al Consigliere Porcino, dicendo che con Italia dei Valori c'è
sempre stato un rapporto leale in Aula (direi una bugia se dicessi il contrario); con
altrettanta franchezza, dico che il mio giudizio non era affatto uno sfogo, ma
l'espressione di un convincimento, perché quando si fa una votazione su un tema che
non esiste, perché a Torino il problema della privatizzazione dell'acqua non è esistito,
non esiste e non esisterà, almeno per un periodo in cui sia io che lei saremo fuori
dalla vita politica (spero non dalla vita), perché, come minimo, stiamo parlando del
2023. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Le auguro di essere ancora nella vita
politica; non lo auguro a me stesso. Trovo, quindi - mi dispiace, lo dico senza intenti
offensivi - demagogico e populista dare un giudizio che non c'entra nulla - qualcuno
direbbe "non ci azzecca nulla" - su quello di cui si discute e si decide a Torino.
Quindi, il mio giudizio è fondato e circoscritto; non è uno sfogo.
Infine, terza considerazione.
Ringrazio il Consigliere Cantore, perché ha consentito di chiarire meglio il senso
della riunione di maggioranza che ho proposto, perché forse a qualcuno era sfuggito.
Non è una riunione di maggioranza - come, ammetto, abbiamo fatto altre volte - in
cui si sono ridefiniti alcuni punti programmatici, si è detto che tutto andava bene e,
poi, in Aula tutto ricomincia sostanzialmente come prima.
Intanto, vorrei fosse chiaro - come ho già detto - che i tempi non possono più essere
una variabile indipendente, perché, quando mancano cinque anni, si può ancora
tollerare che la discussione faccia perdere del tempo, ma, quando manca un anno e
mezzo, il tempo diventa una variabile dipendente, esattamente come i contenuti.
Quindi, la discussione infinita non è più accettabile. La discussione è utile se è
finalizzata ad una decisione; quindi, bisogna che ci siano delle date accanto ai temi.
Soprattutto, vorrei che non si dimenticasse una parola che ho detto: fiducia. Non so
se sono forte o debole: se è forte l'IDV, lo sono anch'io, perché siamo entrambi forti
solo nei sondaggi, quindi, perlomeno, siamo pari.
Vorrei che non si dimenticasse la parola "fiducia". Ho detto che c'è, in una parte
della maggioranza, un rapporto che non è più di fiducia, perché, quando si vota
sistematicamente contro alle deliberazioni principali, non è più una questione di
legittimo dissenso (che non si nega mai a nessuno quando è circoscritto, avviene su
una questione ed è motivato), ma è invece sistematica pratica di un esercizio. Una
volta ai miei tempi, quando ero giovane, i trotzkisti lo definivano "dentro e contro".
Io non ci sto a fare il Lenin o il Cauchy della situazione. Non intendo usare picconi.
Vorrei fosse chiaro che c'è un problema di fiducia, che - avverto - non c'è più e non
c'è da parte mia. Questo è il punto politico. La riunione di maggioranza è in
conseguenza a questo; serve per prendere atto di questo fatto e per affrontare la
definizione - se ci saranno ancora le condizioni - di un programma per arrivare a fine
mandato e, di conseguenza, per fare l'operazione di riassetto di Giunta. La riunione
di maggioranza deve discutere di questo, prima di dire "mettiamoci d'accordo su
quattro o cinque punti", non nascondendoci dietro a un dito - lo dico al Consigliere
Cerutti e a tutti -. Quando facemmo le elezioni, nel 2006, alcune scelte di alleanza
furono obbligate, sia fra i partiti di allora (perché era evidente a tutti che non ci si
poteva presentare con una formula per governare il Paese e una formula diversa per
governare Torino), sia all'interno delle singole liste. Erano scelte che sono cambiate.
Ci sono alcune forze politiche che, legittimamente, hanno acquisito un profilo
diverso, ed è legittimo che non abbiano più fiducia nel Sindaco che, allora,
esprimeva quella maggioranza; però, prendiamone atto, perché viviamo meglio tutti.
Questo è il senso della riunione di maggioranza. Può essere più utile una forza di
opposizione dialettica e costruttiva - come si diceva, anche qui, una volta - che aiuti,
quindi, la città, che non un lavoro di logoramento interno che finisce per logorare sia
chi governa, sia chi governa forzatamente.
Quindi, il senso della riunione di maggioranza non è quello di fare il solito
documento, aggiungere tre parole, tornare in Consiglio Comunale e dire che andiamo
tutti d'accordo, ma fare una verifica seria. Devo ammettere che io non l'avrei neanche
fatta - sono sincero -; la faccio per rispetto, ringraziando il Consigliere Giorgis
(anche perché è il Gruppo più grosso e variegato) e tutti gli altri Capigruppo di
maggioranza, che si sono adoperati per tenere la barca sulla dritta rotta in questi anni.
Sarei stato tentato a non fare questo passaggio, ma lo faccio per rispetto nei loro
confronti - lo dico sinceramente -, anche come atto di ringraziamento per il lavoro
fatto, ma il senso della riunione è quello di una verifica sul fatto che sussista questo
rapporto di fiducia e che si traduca in fatti concreti.
Ho la netta sensazione che le condizioni per rifare le cose così come erano prima non
ci siano più. Quindi, credo che la riunione di maggioranza serva semplicemente a
prendere atto di questo e a cercare di ripartire, se ve ne saranno le condizioni, per
completare questo anno e mezzo che resta, realizzando e completando il processo di
modernizzazione che, in questo momento, credo abbia portato Torino ad essere un
punto di riferimento per l'intera politica nazionale.
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