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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 27 Aprile 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 25
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2009-01478
RENDICONTO DEL COMUNE PER L'ESERCIZIO 2008. APPROVAZIONE.
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di deliberazione n. mecc. 200901478/24,
presentata dalla Giunta Comunale in data 3 aprile 2009, avente per oggetto:
"Rendiconto del Comune per l'esercizio 2008. Approvazione"

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
È stato presentato un emendamento. Questa deliberazione è stata illustrata in tutte le
Commissioni Consiliari Permanenti, oltre che nelle Commissioni Controllo di
Gestione, Diritti e Pari Opportunità, Post-Olimpica, eccetera.
La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Passoni.

PASSONI Gianguido (Assessore)
Cercherò di essere un po' più sintetico in quanto la serata è carica di lavori d'Aula.
"Il Rendiconto di quest'anno costituisce un primo bilancio di metà mandato con il
quale l'Amministrazione Civica rende il dovuto conto di quanto si è impegnata a fare
e l'anno 2008 è stato un ottimo banco di prova della capacità del nostro Ente.
Il contesto nel quale lo strumento del Rendiconto opera è rappresentato da
un'incessante evoluzione normativa riformatrice e da difficili dinamiche economiche
territoriali, nazionali e internazionali, le quali esercitano pressioni e condizionamenti
nella gestione finanziaria delle pubbliche amministrazioni.
L'esercizio 2008 dimostra che la Città di Torino continua a conseguire risultati
importanti di stabilità di bilancio, il quale riflette la volontà di offrire servizi sempre
più qualificati ed efficienti. Vengono quindi confermati nei risultati della gestione,
l'impostazione di rigore della spesa data nell'esercizio precedente, lo sforzo di
mantenere invariati pressione fiscale e il livello di servizi sociali erogati; una seria e
sempre più articolata lotta all'evasione fiscale; nonché la previsione di agevolazioni
fiscali e tariffarie per fasce di reddito sempre più ampie.
Nel 2008 la difficoltà della politica di isolare i problemi veri da rappresentazioni
strumentali della realtà ad uso della polemica politica, sono stati elementi
condizionanti la stessa recente attività del legislatore. Ci si riferisce all'attenzione
posta nel 2008 al tema dei derivati, sul cui problema le risposte normative non sono
state esaustive.
La corsa all'indebitamento degli Enti è senza dubbio il risultato perverso della svolta
liberalizzatrice impressa dall'articolo 41 della Finanziaria 2002, in termini tanto di
arricchimento degli strumenti di funding a disposizione degli amministratori locali,
quanto di flessibilizzazione delle connesse tecniche di gestione del debito, attraverso
l'estensione agli Enti Locali della facoltà di emettere i titoli obbligazionari, contrarre
mutui, con rimborso del capitale in un'unica soluzione alla scadenza, laddove in
precedenza il ricorso al mercato obbligazionario era consentito solo attraverso il
collocamento di titoli scarsamente attraenti ad ammortamento rateizzato del capitale.
Il Ministro delle Finanze era in quel momento per combinazione lo stesso che 6 anni
dopo, accodandosi alla disposizione della Finanziaria 2008 del Ministro Padoa
Schioppa, sposava tardivamente la strada del blocco: era Giulio Tremonti. E così si è
giunti al frettoloso stop di ogni attività finanziaria da parte degli Enti Locali imposto
con la Legge 133 del 2008, come se in precedenza gli stessi non avessero già un
preciso quadro di regole da rispettare, scelta che impedisce agli enti un'effettiva
gestione del debito. Essi non hanno più la possibilità di consolidare negli anni
eventuali benefici prodotti da movimenti di mercato e, per non rischiare di
vanificarli, hanno come unica opzione quella di cancellare le operazioni. Non è facile
tracciare in questo contesto un confine tra ciò che è bene e ciò che è male, ma
certamente le decisioni dettate dal momento non aiutano gli Enti a programmare
politiche finanziarie di medio e lungo periodo.
Su questo tema la Città, che già aveva una posizione di partenza e che non è mai
ricorsa ai finanziamenti cosiddetti bullet, ha messo in atto politiche di ulteriore
riduzione dei margini di rischio.
Anche nel 2008 merita attenzione il tema del contenimento del debito, sul quale
giustamente si è concentrata l'attenzione da parte degli amministratori.
L'abbassamento dei tassi di interesse, successivo a un rialzo perentorio imprevisto
nel 2008, ha alleggerito la tensione sul tema. La Città di Torino ha conosciuto
momenti in cui il ricorso al debito è stato uno degli strumenti per sviluppare gli
investimenti necessari alla realizzazione dell'evento olimpico e il quadro delle opere
realizzate negli ultimi anni è ancora in corso di realizzazione.
Superata l'esigenza di attivare investimenti di portata straordinaria, si è voluta
adottare una strategia prudente che ha operato sui mutui in essere un rifinanziamento
del valore nozionale, evitando la rinegoziazione degli stessi e l'aumento delle
quantità oggetto di contratti, facendo invece ricorso a strutture semplificate con
percentuali di tasso fisso sempre maggiori. A fronte degli 86,9 milioni di Euro di
nuovi debiti contratti, la Città ha rimborsato posizioni per 94 milioni di Euro.
Quando il Consiglio Comunale ha approvato il suo primo EMTN, ovvero un
programma di rifinanziamento del debito a medio e lungo termine, per stabilizzare i
tassi di interesse e riequilibrare le percentuali a tasso fisso e variabile e gestire in
modo attivo, si è dato corso alla prima emissione; ne sarebbe dovuta seguire una
seconda, ma a tutt'oggi l'EMTN è in quiescenza in attesa di nuove regole, nuovi
mercati e nuova cultura che sappia essere esente dalla finanza creativa, ma che dia
risposte alle complessità che gli Enti attraversano.
È doveroso non nascondere le difficoltà dovute ad un quadro di contrazione dei
trasferimenti governativi sempre più stringente, con il quale tutti i Comuni, forse in
misura maggiore rispetto ad altri Enti Locali, hanno dovuto confrontarsi. I vincoli
imposti dal Patto di Stabilità interno e il sacrificio chiesto alle autonomie locali al
fine del risanamento della finanza pubblica sono notevoli e di grande impatto sulle
loro casse.
L'attuale Disegno di Legge sul federalismo fiscale, che arriverà nell'immediato
futuro, non fa che accentuare questo stato di disagio e di aleatorietà circa i possibili
assetti delle civiche amministrazioni: arriverà con esso un nuovo modello di
ordinamento delle autonomie locali.
La Città ha affrontato i suoi impegni nel pieno rispetto del Patto di Stabilità,
proseguendo con l'impostazione avviata già dall'inizio di questo mandato, di un
ripensamento della ratio sottesa alla gestione della spesa e l'adozione del più volte
citato sistema del budget a base zero. Superato quindi definitivamente il modello di
spesa storico di tipo incrementale, l'Amministrazione detta ogni anno le sue linee di
spesa ripartendo da zero e con la collaborazione di ogni centro di costo definisce le
spese, ritenute irrinunciabili. Da qui l'assicurazione delle risorse delle politiche di
welfare, all'istruzione, alla mobilità, alla viabilità e alla sicurezza, con la precisa
volontà di prevedere disponibilità di risorse laddove vi è necessità di garantire una
sempre maggiore qualità dei servizi offerti.
Gli Enti che nel 2008 non hanno rispettato il patto avvalendosi dell'opportunità
prevista dalla norma in deroga sugli investimenti, fanno i conti oggi con le sanzioni
ancora previste. Ormai è improrogabile un intervento del legislatore per riequilibrare
il peso delle manovre nazionali dando respiro agli investimenti locali. Prevale oggi
un atteggiamento centralista che prelude a un federalismo di facciata non ancora ben
delineato e intanto nemmeno sulle spese di investimento si aprono spazi di manovra.
Inoltrandoci come di consueto nell'analisi dei numeri, preme evidenziare la chiusura
del Rendiconto 2008 con un avanzo di Amministrazione di 21 milioni di Euro, con
un plusvalore di 36 milioni, laddove nel Rendiconto 2007 si attestava a 50 milioni. Si
conferma quindi un trend decrescente delle entrate straordinarie.
Le entrate correnti assommano a 1.337 milioni di Euro. Di questi, circa 486 milioni
derivanti da trasferimenti statali - Regione e altri enti - compreso il trasferimento
compensativo sull'ICI prima casa; e 428 milioni da entrate extratributarie, delle quali
22 milioni da utili di aziende di proprietà.
Per quello che riguarda le entrate comunali di natura fiscale, esse ammontano a 416
milioni di Euro, di cui 24 provenienti dalla compartecipazione al gettito IRE che
mantiene la notevole riduzione come nello scorso esercizio, dovuta a una modifica
del quadro legislativo di riferimento.
In aumento invece l'addizionale comunale, che passa dai 60 milioni nel 2007, ai 62
del 2008, per l'incremento delle basi imponibili - ad aliquote quindi invariate - alla
quale è stata affiancata dalla Città la previsione di una fascia di esenzione totale per i
redditi fino a 10.400 Euro.
Ammonta a circa 150 milioni di Euro l'accertato di competenza per la TARSU, per la
quale si conferma il progressivo avvicinamento all'introduzione della tariffa prevista
dal Decreto Ronchi e sono infine da citare i 18 milioni di Euro incassati dalla Città
attraverso il recupero d'evasione dei tributi comunali.
Il Rendiconto 2007 ci diceva che la Città di Torino ha introitato, dei 513 milioni
totali provenienti da entrate proprie, più di 252 milioni di Euro di Imposta Comunale
sugli Immobili - l'ICI -, una cifra che peraltro ha segnato un incremento delle entrate
ICI rispetto all'esercizio precedente di 1 milione e mezzo, nonostante il fatto che le
aliquote sono rimaste inviate e la Città abbia applicato una detrazione sull'abitazione
principale che, da 120 Euro del 2006, è passata a 132 nel 2007. Questo risultato è
stato ottenuto grazie all'allargamento della base imponibile, dovuta all'incremento
delle unità abitative di nuova costruzione e alla costante attività di recupero
dell'evasione condotta negli ultimi anni. Ma a confronto con il Rendiconto 2008, ci
dice che dei 416 milioni di entrate proprie, solo 155 quest'anno sono imputabili
all'ICI. Il Decreto che ha abolito l'ICI per l'abitazione principale ha evidentemente
prodotto l'effetto di ridurre drasticamente l'autonomia finanziaria del Comune di
Torino. Nel 2008 gli investimenti complessivi sono stati 301 milioni e i dati
aggregati dimostrano che l'Amministrazione è più efficiente nel programmare,
progettare e finanziare opere pubbliche. È evidente il ruolo di contenimento svolto
dalla politica di controllo del debito.
I Comuni, come tutti gli altri soggetti pubblici e privati, hanno dovuto fare fronte a
una situazione derivante dalle condizioni di mercato di difficile interpretazione e,
come già accennato in precedenza, all'evoluzione della normativa finanziaria posta in
essere attraverso le riforme avviate dal Governo in questi ultimi anni.
La Città di Torino si è quindi spesa per raggiungere quell'autonomia che sulla carta
pareva quasi un'acquisizione dogmatica, ma che nei fatti sembra essere vanificata dai
provvedimenti che più di recente sono stati oggetto di approvazione da parte del
Governo e che paiono far presagire ad una nuova stagione di riforme tutt'altro che
coerenti.
Ci si dovrebbe infatti chiedere come si possano conciliare le dichiarazioni che a più
riprese si sentono fare circa il modello di federalismo fiscale da adottare, con
interventi quali quelli che hanno messo mano proprio a una delle voci fondamentali -
l'ICI - delle entrate dei comuni italiani o ancora con le dichiarazioni di interesse nei
confronti dello stesso patrimonio immobiliare delle nostre città.
Anche se il nuovo assetto delle autonomie locali sta iniziando a delinearsi - è di
questi giorni la notizia della bozza del DDL Calderoli, che sostituirà in sostanza
come noto il Codice delle Autonomie e delle battute finali dell'iter di approvazione
del DDL - non è del tutto chiaro quali saranno gli effetti diretti di riforme solo
accennate, alla costruzione delle quali i soggetti direttamente interessati come noi
vengono ancora tenuti a margine.
Il Comune, nell'assumersi la responsabilità del mantenimento degli impegni nei
confronti dei suoi cittadini, continua a svolgere il suo ruolo di soggetto investitore sul
territorio, è il punto di riferimento dei servizi resi alla collettività. Sono numerose le
opere realizzate e in corso di realizzazione e che hanno già cambiato il volto della
Città.
Il Bilancio ne accompagna il completamento, già guardando al futuro del secondo
decennio del secolo.
Come sempre questi risultati sono conseguiti con il lavoro e il supporto degli uffici.
Alle persone che in tutti gli uffici interessati prestano il loro servizio vada il
ringraziamento per avere speso al meglio le loro competenze, e un ringraziamento
particolare a tutti quelli che hanno prestato il proprio lavoro e le proprie competenze
sempre di altissimo livello nella predisposizione di questo documento.
Il Comune assolve egregiamente le sue funzioni primarie, accompagna il futuro della
Città, rende servizi ai cittadini a condizioni di accessibilità garantita, costruisce
infrastrutture, manutiene i beni e produce occupazione.
Il contesto di norme nuove che verranno, l'economia instabile, i bisogni emergenti:
grandi compiti toccano a chi si assume la responsabilità delle scelte. Occorrerà
esserne all'altezza. Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più
chiara di ciò che li aspetta, così come nella gioia e come nel pericolo, e tuttavia lo
affrontano". Grazie.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
La ringrazio per l'ennesima lectio magistralis che ha voluto farci, ormai mi sono
abituato. Lei, forse non a torto, è il migliore di tutti. Lo comunicherò, naturalmente
se non l'ha già fatto, a Tremonti o a quant'altri che non manca occasione per
attaccare e criticare. Forse, se avesse criticato così chiaramente il suo predecessore,
non saremmo arrivati a questo livello, anche se mi sembra che lei fosse in questa
maggioranza all'epoca. Rispondo anche al Consigliere Olmeo, sempre pronto a
lanciare una sorta di salvagente a chiunque: lui è un generoso, d'altronde, e si sa.
Quindi, la ringrazio per questa ennesima lezione che ci ha dato. Lei è sempre molto
bravo. Io, invece, che sono molto terra terra, continuo a chiederle quando il Comune
di Torino, come qualsiasi cittadino normale, si deciderà a pagare i suoi debiti. Prendo
ad esempio il punto 6 del Conto del Patrimonio Passivo 2008, circa 766 milioni di
Euro di debiti verso imprese controllate, eccetera. Le chiedo cosa intende fare,
perché gli attacchi ai governi, per fortuna, di centrodestra presenti in questo Paese,
possono anche lasciarmi contento, va tutto bene, così diamo un po' di brio e
nascondiamo soprattutto le nostre magagne, però mi risponda cosa intendete fare di
questi 766 milioni di Euro di debiti che continuate ad avere come Comune. Ricordo
che sono una bella cifra, perché io che sono un po' antico e non mi trovo tanto bene
con gli Euro, so che siamo intorno ai 1.500 miliardi di vecchie Lire, quindi non sono
noccioline.
Inoltre, vorrei sapere, sempre nel passivo 2008 (però lo vorrei sapere con la stessa
cognizione di causa, con lo stesso fervore con cui lei attacca sempre Tremonti o chi
per esso), a cosa si riferiscono i dati riportati al punto 7 in cui ci sono elencati 934
milioni (che sono circa 1.810 miliardi di vecchie Lire) di altri debiti non meglio
specificati. Vorrei capire cosa sono questi altri debiti, perché ritengo che anche se sia
un po' sminuente verso un Consiglio azzerare o accantonare sotto la voce "altri
debiti", si tratta di ben 1.810 miliardi di debiti che la Città ha.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Rattazzi.

RATTAZZI Giulio Cesare
Sono consapevole che la nostra discussione deve essere accelerata, perché,
evidentemente, bisogna cercare di trattare adeguatamente i temi presentati dalle
urgenze dell'ora.
Il Consuntivo del 2008 comporta una coincidenza piuttosto stringente per contenuti e
tempi di approvazione con il Preventivo del 2009. Questo forse non è un male,
perché fra l'altro ci consente anche di non riprendere e non riportare di nuovo le
osservazioni che abbiamo fatto per il Preventivo del 2009, che è stato evidentemente
molto ancorato e ispirato dai risultati già conosciuti al momento della compilazione
per il Consuntivo 2008.
Questo Consuntivo è il secondo dell'era 'Chiamparino 2', cioè dell'era finanziaria
Passoni, in modo completo. Evidentemente, comporta delle analogie, come è giusto
che sia, e una continuità di conduzione politica e di gestione amministrativa, come è
naturale che avvenga per azione della Giunta esistente e della maggioranza che la
supporta.
Certo, direi che comunque il superamento avvenuto in termini compiuti già nello
scorso anno, e mantenuto quest'anno, della finanza creativa, a questo punto, è
approdato in una forma di finanza essenziale, perché le risorse disponibili sono
diminuite anche e soprattutto per motivi esterni di provvidenze centrali, in modo
piuttosto rilevante. Gli scostamenti che si possono notare sono molto limitati e, in
generale, il pareggio del bilancio economico è passato da 1.378 a 1.337 milioni, che
nel Preventivo del 2009 sono diventati 1.332. Si nota già una tendenza utile come
quella del risparmio avvenuto sulle spese correnti di circa 12/13 milioni, e poi anche
su altri aspetti, come per esempio la diminuzione da 36 a 26 milioni per il contributo
alle fondazioni, che era un auspicio espresso.
Comunque, il Consuntivo del 2009 ha forti similitudini di impostazioni e risultanze
rispetto al Consuntivo del 2008. Direi che l'unico timore che si può avere è che
questa stabilità, come è giusto che sia, non diventi staticità, cioè in sostanza il
cambiamento e la velocità del cambiamento per arrivare a un'ulteriore solidità di
bilancio è evidentemente tale che comporta un'ulteriore azione in questa direzione.
Da questo punto di vista, credo si debba augurare alla Giunta e all'Assessore, in
particolare, che non venga attenuata quella spinta propulsiva con la quale questa
Amministrazione era partita per condurre una politica di bilancio adeguata ai tempi e
alle difficoltà.
Direi, poi, per quel che riguarda gli investimenti, che ci sono scostamenti che però
riguardano soprattutto opere che normalmente vengono messe a bilancio, ma che non
si possono poi attuare del tutto. Sentivo dire, infatti, in questi giorni che qualcuno
poneva delle critiche per il fatto che si mettono 500 o 600 milioni negli investimenti
e poi dopo se ne fanno solo metà; così come quest'anno non vedremo tutti i 694
milioni messi in preventivo. Evidentemente, perché ci sono cifre che comportano una
possibilità di risorse che si può non avere o comunque dei momenti di fattibilità e di
progettazione che non possono essere esauriti all'interno dello stesso anno, e quindi
sono indicazioni di intenzioni, come è giusto che sia, che si faccia nei preventivi e
che poi danno però scostamenti a consuntivo.
In sostanza, in generale c'è una corrispondenza, e quindi una risonanza elevata tra le
previsioni e le relative variazioni per arrivare alla previsione definitiva e al
Consuntivo presentatoci.
Il Consuntivo del 2008, quindi, rappresenta una situazione di gestione corretta e, in
questo senso, è importante l'opera che permanentemente svolge l'apparato
funzionariale, così come il controllo sviluppato e attivato dai revisori dei conti, che,
ogni anno, presentano relazioni sempre più corpose e interessanti. Soprattutto per
quel che riguarda il discorso delle partecipazioni e del rapporto con le aziende
partecipate, il Collegio annuncia che ha ritenuto opportuno richiedere alle società
partecipate di maggior rilievo le rispettive risultanze di rapporti di debito e credito
verso la Città. Vista l'entità dei rapporti esistenti tra il Comune e le più significative
partecipate, il Collegio provvederà a monitorare periodicamente l'andamento di tali
rapporti, nonché l'osservanza degli eventuali piani di rientro concordati. E questa è
una cosa a cui tiene il Consiglio per una loro possibilità di analisi e di chiarimento di
una serie di situazioni.
Sull'avanzo di 21 milioni sono girate, probabilmente, delle richieste, delle
osservazioni, delle dichiarazioni che quasi rendono concorrenziali la presenza dei
vari settori per poter avere l'utilizzazione di questo avanzo, che probabilmente è già
impegnato con altre motivazioni, che, poi, con il preventivo del 2009 è diventato di
soli 5 milioni. Ma anche questo rivela una capacità di gestione che porta, comunque,
a una solidità di bilancio, nonostante uno sfondo difficile.
In conclusione, questo Consuntivo, nell'attuale stato e condizioni di risorse e
fattibilità, rappresenta con esattezza quanto è avvenuto nel 2008 e si colloca in una
visione che, nello stesso tempo, è costruttiva e corretta, tanto nei confronti del
Consuntivo del 2007, quanto nelle scelte del Preventivo 2009.
E per questo motivo, naturalmente, il Gruppo del PD voterà a favore.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola all'Assessore Passoni, per la replica.

PASSONI Gianguido (Assessore)
I dati a cui faceva riferimento il Consigliere Carossa sono estrapolati dal cosiddetto
"Conto del Patrimonio", che è la trasposizione in una pseudocontabilità economica
dei dati della contabilità finanziaria, ad uso, sostanzialmente, statistico. Mi si
consenta la forzatura concettuale, ma il valore scientifico della rendicontazione del
prospetto di conciliazione è relativo (vorrei dirlo in modo molto chiaro) e, in termini
normativi, non è un problema che riguarda il Comune di Torino.
Con questo voglio dire che la corrispondenza tra i dati di debito e i residui passivi è
ovvia e la voce a cui si riferiva il Consigliere, cioè il capo 7, riguarda in particolare la
somma dei residui passivi tra personale e spese in conto capitale, che normalmente
veleggiano su quei livelli per un bilancio come quello della Città, che, come è noto,
cuba parecchi miliardi di Euro.
Ciò non esime dall'attenzione, che peraltro è stata richiamata in relazione circa il
monitoraggio della posizione netta della Città e ovviamente alle iniziative che
verranno e sono in corso, che però attengono più il Bilancio Preventivo del 2009, che
non ovviamente il Consuntivo, su cui si prende atto della gestione dell'anno scorso.
A conclusione del ragionamento, mi limito a dare conforto al Consigliere Rattazzi
circa il fatto che non è venuta meno la necessità e la volontà di consolidare il
contenimento della spesa e, d'altra parte, dell'indebitamento della Città; credo,
comunque, che vada osservato, almeno sul Consuntivo (questo è un dato da rilevare
in particolare in questa sede), come in tutto l'impianto generale di riforma ci sia la
volontà di mettere mano alla sostanza dei problemi degli Enti Locali in tema di
Bilancio e di Codice delle Autonomie. L'unico tema che mi pare che non sia
affrontato a livello governativo (governativo incidentalmente di centrodestra,
potrebbe essere di un altro colore) riguarda il complesso tema dei crediti e debiti del
sistema pubblico. E vorrei dirlo, l'ho saltato in relazione per questioni di tempo: negli
ultimi quattro mesi dell'anno 2008 il debito pubblico nazionale aggregato ha avuto
un'esplosione notevole. Questo non è merito, né demerito di qualcuno, è un dato di
fatto.
Si fa presto a ragionare in termini di debito degli Enti Locali verso il sistema locale
proprio. Il problema vero è che in questo Paese non c'è ancora un sistema che non sia
quello del monitoraggio del Patto di Stabilità per perseguire politiche di
contenimento del debito pubblico a discapito, ovviamente, mi auguro, non degli
investimenti, ma, eventualmente, di razionalizzazione del sistema. Non credo
personalmente che il sistema che traspare dal federalismo, cioè quello dei corsi
standard, vada in questa direzione, ma questo è un parere personale su cui penso
sarebbe interessante che il Consiglio Comunale prima o poi si pronunciasse, visto
che, al di là dell'impianto federalista fiscale, quello a cui andiamo incontro è una
vera riforma del Codice delle Autonomie, cioè dell'intero impianto normativo degli
Enti Locali e non solo una questione di federalismo fiscale.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Dichiaro formalmente chiuso il dibattito relativo a questa proposta di deliberazione.
È stato presentato il seguente emendamento dall'Assessore Passoni:

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento:
Presenti 30, Favorevoli 29, Astenuti 1.
L'emendamento è approvato.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Non essendoci richieste di intervento per dichiarazione di voto, pongo in votazione la
proposta di deliberazione così emendata:
Presenti 30, Favorevoli 29, Astenuti 1.
La proposta di deliberazione è approvata.
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