Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200901614/02, presentata in data 26 marzo 2009, avente per oggetto: "Passaggio dei presidi Carlo Alberto, Maria Bricca e IRV alle aziende sanitarie dell'area torinese: chi ne farà le spese?" COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola all'Assessore Borgione, per la risposta. BORGIONE Marco (Assessore) Il tema a cui fa riferimento l'interpellanza del Consigliere Ferraris è posto in maniera corretta; è un tema che è stato ampiamente dibattuto in Commissione, tanto che, oggi, si materializza in una deliberazione del Consiglio Comunale - che sarete chiamati ad approvare -, che riguarda proprio il passaggio della parte patrimoniale delle strutture gestite finora direttamente dall'Amministrazione Comunale all'Azienda Sanitaria Torino 2 e all'Azienda Ospedaliere Universitaria delle Molinette. Non ci sono cause principali o problemi particolari che abbiano indotto l'Amministrazione a dismettere la gestione diretta dei presidi. È una discussione che, da anni, si articola a vari livelli, e che ha come sfondo principale la referenza per la non autosufficienza alla competenza sanitaria. Quindi, presidi per anziani non autosufficienti che, come è avvenuto in altre realtà realizzate dall'Amministrazione Comunale (penso a Via Botticelli, Via Spalato, Via Farinelli, Via Braccini, Via Plava), sono stati dati in gestione alle Aziende Sanitarie. Il livello di definizione del confronto, ormai, è ultimato; siamo al Protocollo, già deliberato in Giunta due martedì fa, e l'atto patrimoniale, in Consiglio Comunale questa sera. Abbiamo operato per evitare che ci fossero ricadute negative sui livelli occupazionali delle strutture sanitarie interessate dall'operazione. Nella definizione del passaggio del personale, abbiamo mantenuto ovviamente le indicazioni che derivano dalla DGR regionale rispetto ai minutaggi necessari delle varie figure professionali. Non tutti i dipendenti saranno coinvolti nel passaggio all'Azienda Sanitaria e all'Azienda Ospedaliera; l'accordo prevede gli operatori abili e non quelli inabili. Siccome questa ipotesi corrisponde al vero, il destino dei lavoratori che verranno mantenuti all'interno dell'Amministrazione sarà quello di un loro ricollocamento all'interno della macchina comunale, per mansioni adeguate alla loro figura professionale e, soprattutto, alla loro abilità. La ricollocazione è principalmente prevista in attività socio-educative, per sostituire il personale di cui attualmente i servizi educativi sono in carenza. Il personale amministrativo, invece, è ricollocato nelle strutture amministrative della Città di Torino. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ferraris. FERRARIS Giovanni Maria Purtroppo, non essendo membro di Commissione, non ho potuto seguire tutto l'iter; ho visto che, poi, sarebbe arrivata in Aula una deliberazione, ma non sono neanche riuscito ad essere presente quella volta, quando, magari, si poteva anche dibattere l'interpellanza. In ogni caso, l'interpellanza nasce da una preoccupazione, evidenziata in premessa, ma, soprattutto, nei quesiti, riguardo al personale, che è sempre, in qualche modo, coinvolto, anche attraverso i sindacati, eccetera. So che sono avvenute delle analisi, degli incontri e dei dibattiti, per cui credo che alcuni aspetti si siano sanati. Certo è che questa situazione sconvolge un po' l'assetto lavorativo di questi soggetti, i quali, in parte, saranno chiamati ad operare in ambito regionale e sanitario, probabilmente, con inquadramento diverso per gli stessi servizi che offrivano prima, e, in parte, invece, verranno richiamati e ricollocati in altre attività di interesse dell'Amministrazione Comunale, non più legate a quella che forse era un'attività di servizio collaterale alla principale (assistenza sanitaria), dove prima lavoravano (quindi, Carlo Alberto, piuttosto che IRV o altro). Quanto invece non ho citato, ma che mi premeva sottolineare, è la qualità del servizio. Adesso, non ho con me i dati, ma sicuramente la customer satisfaction andava accertata, prima, in ambito comunale; andrà, poi, anche pensato di accertarla in seguito (questo credo che sarà competenza regionale). Mi auguro che i passaggi non portino a travagli negativi. Il mio auspicio è che, laddove esisteva un'attività di servizio, non so se pregnante, ma, certamente, di un certo tipo, non venga ridotta, anche in relazione ad un ridimensionamento del personale. Non so in che modo opererà la Regione e, francamente, confesso che non so neanche come operava prima la Città in questo tipo di regime di servizi - sarà magari mia cura approfondirlo -. È bene, però, che, quando si cede un servizio caro e prezioso come questo, la Città, benché abbia ceduto, quindi, dismesso o alienato (non so la deliberazione quale titolo preveda), mantenga la possibilità di verificare e monitorare sullo stesso. L'auspicio è solo questo. È evidente che se ci fosse qualche altra necessità, interpellerò nuovamente l'Assessore. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola all'Assessore Borgione, per una breve replica. BORGIONE Marco (Assessore) Intervengo solo per una nota di conforto al Consigliere: saranno strutture la cui gestione passerà alle Aziende Sanitarie, ma resteranno strutture accreditate, per cui la Città di Torino continuerà a mantenere la vigilanza sulla parte alberghiera, anche perché rientrano nella rete di residenzialità. Cioè, oggi operavamo già in questo senso, con 149 strutture accreditate e 5 gestite direttamente: saranno 3 in meno di gestione diretta e 3 in più che andranno sulla rete delle accreditate, quindi con ancora una competenza di vigilanza nostra in merito al rispetto degli standard richiesti. Mi sono dimenticato di segnalare come il disegno complessivo, che sta alla base di questo progetto, ai due cardini già esistenti, della domiciliarità e della residenzialità, ne sviluppi un terzo relativo alle dimissioni protette ospedaliere. Torino diventa la prima città che si dota di una struttura sanitaria intermedia, all'interno della quale si cerca di dare risoluzione al problema dei ricoveri impropri, soprattutto sulla lungodegenza e sulle post-acuzie, che non avranno più una loro collocazione all'interno dell'ospedale, ma in una struttura dedicata a dimissioni ospedaliere protette. Questo completa con un aspetto qualitativo l'offerta che attualmente la Città fa alle persone anziane non autosufficienti. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) L'interpellanza è discussa. |