Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200901709/02, presentata in data 31 marzo 2009, avente per oggetto: "Se la FIAT non paga i suoi fornitori, chi garantirà il posto di lavoro?" COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per la risposta, al Vicesindaco Dealessandri. DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco) Il tema oggetto dell'interpellanza è molto serio, ma prevede una scarsa possibilità dell'Amministrazione di istituire un Osservatorio sulla situazione e la sua impossibilità ad intervenire, visto che riguarda le modalità di pagamento dei fornitori da parte della FIAT. Abbiamo già avuto modo di discutere dell'argomento; personalmente, ho letto una serie di denunce ed ho partecipato ad una serie di incontri, in particolare incontri promossi dalla PMI (riferiti sia al Gruppo FIAT, sia ad altre situazioni), in cui, sostanzialmente, sono stati denunciati ritardi nei pagamenti. Personalmente, ho cercato di ottenere alcune risposte da parte di FIAT e l'unica cosa che mi è stato permesso di riferire al Consiglio (in termini di verità) è che , rispetto all'attuale crisi in atto, FIAT non ha modificato i modelli di pagamento: laddove erano previsti 120 giorni (oppure di meno o di più, perché ovviamente l'articolazione dei fornitori è varia, anche sui diversi paesi), la situazione non è stata cambiata dal Gruppo, né per gennaio, né per febbraio, né per marzo. Il Gruppo, cioè, riferisce che le fatture sono state pagate alla data di scadenza, salvo che ci siano contenziosi in atto, dal punto di vista della contrattazione delle stesse fatture, o altri contenziosi con la singola azienda interessata. Non sono, quindi, in grado di aggiungere altro. Dal punto di vista della domanda principale posta dall'interpellanza, questa è la risposta da parte del Gruppo. Nel considerare l'intera situazione, mi permetto di aggiungere due considerazioni personali. La prima considerazione è che, oggi, c'è un problema del credito in quanto tale che riguarda sia queste aziende, sia l'insieme delle aziende. La riduzione degli ordini e la riduzione di cassa superiore agli ordini stessi per mancanza di liquidità complessiva nel circuito mettono molte aziende in difficoltà. Per questo motivo, il tavolo di crisi a livello regionale ha discusso ampiamente del sistema di credito e la Regione ha concesso alcune decine di milioni destinati ad aumentare i fondi di garanzia, per permettere una maggiore liquidità. Dal punto di vista della liquidità, un maggior beneficio dovrebbe essere dato dalle modalità di utilizzo dei cosiddetti "Tremonti Bond": infatti, nel caso in cui le aziende decidessero di usufruirne, le stesse saranno comunque vincolate ad utilizzare questo tipo di risorse per aumentare la loro capacità di credito. Mentre, di fatto, mi pare che la parte territoriale si stia mettendo in funzione (ovviamente, i tempi tecnici non permettono l'immediatezza), questa parte non è ancora entrata in funzione. In ogni caso, credo che, per il nostro sistema, non necessariamente le misure siano necessarie. Che ci sia una mancanza di liquidità è indubbio; ma il dato che mi permetto di segnalare e che mi preoccupa è che la stessa mancanza di liquidità sta portando una serie di aziende ad affermare di non essere in grado di anticipare la cassa integrazione. Questo fatto, ovviamente, crea un circuito difficilissimo nel rapporto con i lavoratori, che, tra l'altro, non è risolvibile con la nostra strumentazione di convenzione (che affronta, come si sa, soltanto le procedure concorsuali). La mia seconda considerazione riguarda il fatto che stiamo cercando, a livello regionale e, ovviamente, in primis (c'è stato un incontro del Presidente, del Vicepresidente e degli Assessori interessati con le banche stesse), di realizzare un intervento non sulle Fondazioni (citate nell'ultima parte dell'interpellanza) ma sulle banche, visto che facciamo il possibile per sostenere i livelli di credito dell'azienda sia dal punto di vista degli investimenti, sia dal punto di vista della possibilità di acquistare le materie prime necessarie a svolgere il lavoro, sia per affrontare, laddove sia necessario, il tema dell'anticipazione della cassa integrazione. Credo, quindi, che i nostri interlocutori debbano essere, in primis, le banche (senza dimenticarci, ovviamente, di sollecitare le Fondazioni) e gli enti di credito, senza esclusioni. Dobbiamo partire dalle grandi banche, senza escludere alcun tipo di ente, pur sapendo che la questione riguarda più le grandi banche che le banche di territorio presenti sul nostro sistema regionale. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Castronovo. CASTRONOVO Giuseppe Francamente, devo dire che non sono soddisfatto. Non sono soddisfatto, intanto perché ho rilevato una contraddizione tra la prima parte della sua risposta e il seguito, Assessore. Lei ha esordito, dicendo che ci sono una diffusa percezione ed una diffusa denuncia del problema: in effetti, nelle scorse settimane, abbiamo avuto modo di verificare quanto verificato dalla stessa Associazione delle Piccole Imprese (l'API) attraverso un'inchiesta dalla stessa commissionata, e cioè il livello di pericoloso ritardo dei pagamenti nei confronti delle aziende subfornitrici da parte delle grandi imprese, con particolare riferimento alla FIAT. Tra i dati emersi in quell'inchiesta, il dato più preoccupante era proprio questo, cioè il fatto che FIAT fosse una delle aziende che, più di altre, aveva, in questi ultimi tempi, modificato nei fatti i termini di pagamento. Sono d'accordo con lei quando dice che FIAT non ha modificato i termini di pagamento o, perlomeno, sono d'accordo con lei su quanto riporta oggi, cioè sulla rassicurazione di FIAT al Consiglio del fatto che i termini di pagamenti non siano stati modificati. In effetti, è così: i termini di pagamento non sono stati modificati. Semplicemente, non sono rispettati. La denuncia proveniente dal mondo delle imprese fornitrici di FIAT di attrezzature e macchinari, oltre che di prodotti da assemblare, è proprio questa: i pagamenti non avvengono alla data concordata, ai classici 120 giorni. Si tratta, quindi, di un contenzioso che non è in atto, perché, da parte di queste aziende, è prassi ormai consolidata non sollecitare il pagamento (per lo meno, non attraverso forme di contenzioso). Credo che il problema sia questo: si ha l'impressione che siano altri i motivi per i quali, oggi, i pagamenti sono ritardati, perché, così come è scarsa la liquidità nelle aziende fornitrici, altrettanto sembrerebbe, se non scarsa, perlomeno indirizzata verso altre iniziative, diverse dal pagamento delle forniture effettuate. Ovviamente, non disconosco quanto riferito dall'Assessore circa il modo con cui l'Unità di Crisi Regionale (e, di conseguenza, anche ciò che riguarda noi) sta affrontando la situazione, procedendo in modo efficace e sufficientemente positivo. Anzi, sono molto lieto di questo e credo che la questione, per com'è stata affrontata, possa avere positive ripercussioni nel futuro. Tuttavia, nell'interpellanza, per quanto riguarda l'argomento (cioè, da un lato, i ritardi con cui sono saldate le forniture e, dall'altro, come, nel sistema bancario, nel suo complesso, si sia proceduto ad una stretta creditizia), abbiamo chiesto se, in qualche modo, l'Amministrazione intenda intervenire presso i suoi rappresentanti nelle Fondazioni bancarie torinesi, cercando di sollecitare le banche stesse (che sono grandi banche) a tentare di avviare il problema ad una positiva soluzione, cioè quella dell'accesso al credito. Infatti, per le aziende stesse, risulta difficoltoso sollecitare ulteriori accensioni di credito delle aziende medie e piccole, proprio perché i riferimenti con cui le banche promuovono il credito alle aziende sono standardizzati. In una situazione, quindi, dove lo standard è già stato raggiunto, diventa difficile procedere ad ulteriori acquisizioni di credito. In questo senso, credo che la Città di Torino, attraverso i propri rappresentanti nelle Fondazioni bancarie, debba cercare di intervenire direttamente sulle banche stesse, per tentare di modificare questo tipo di approccio. Mi rendo conto che il problema non sia risolvibile in tempi brevi; tuttavia, non è disconoscendo il fatto che, ormai, si è consolidato un sistema di ritardo nel saldo dei pagamenti che possiamo cercare di trovare una soluzione. Bisogna partire da lì, cercando di essere altrettanto forti nel chiedere a FIAT il rispetto delle condizioni di pagamento: non basta, infatti, dire che, nelle condizioni di pagamento, non ci sono mutamenti. In effetti, tali mutamenti non ci sono stati: semplicemente, non si rispettano. COPPOLA Michele (Vicepresidente) L'interpellanza è discussa. |