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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Aprile 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 8
INTERPELLANZA 2009-01709
"SE LA FIAT NON PAGA I SUOI FORNITORI, CHI GARANTIR? IL POSTO DI LAVORO?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI COMUNALI CASTRONOVO, CASSANO, SILVESTRINI E FERRANTE IN DATA 31 MARZO 2009.
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 200901709/02, presentata in
data 31 marzo 2009, avente per oggetto:
"Se la FIAT non paga i suoi fornitori, chi garantirà il posto di lavoro?"

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola, per la risposta, al Vicesindaco Dealessandri.

DEALESSANDRI Tommaso (Vicesindaco)
Il tema oggetto dell'interpellanza è molto serio, ma prevede una scarsa possibilità
dell'Amministrazione di istituire un Osservatorio sulla situazione e la sua
impossibilità ad intervenire, visto che riguarda le modalità di pagamento dei fornitori
da parte della FIAT.
Abbiamo già avuto modo di discutere dell'argomento; personalmente, ho letto una
serie di denunce ed ho partecipato ad una serie di incontri, in particolare incontri
promossi dalla PMI (riferiti sia al Gruppo FIAT, sia ad altre situazioni), in cui,
sostanzialmente, sono stati denunciati ritardi nei pagamenti.
Personalmente, ho cercato di ottenere alcune risposte da parte di FIAT e l'unica cosa
che mi è stato permesso di riferire al Consiglio (in termini di verità) è che , rispetto
all'attuale crisi in atto, FIAT non ha modificato i modelli di pagamento: laddove
erano previsti 120 giorni (oppure di meno o di più, perché ovviamente l'articolazione
dei fornitori è varia, anche sui diversi paesi), la situazione non è stata cambiata dal
Gruppo, né per gennaio, né per febbraio, né per marzo. Il Gruppo, cioè, riferisce che
le fatture sono state pagate alla data di scadenza, salvo che ci siano contenziosi in
atto, dal punto di vista della contrattazione delle stesse fatture, o altri contenziosi con
la singola azienda interessata.
Non sono, quindi, in grado di aggiungere altro.
Dal punto di vista della domanda principale posta dall'interpellanza, questa è la
risposta da parte del Gruppo.
Nel considerare l'intera situazione, mi permetto di aggiungere due considerazioni
personali.
La prima considerazione è che, oggi, c'è un problema del credito in quanto tale che
riguarda sia queste aziende, sia l'insieme delle aziende. La riduzione degli ordini e la
riduzione di cassa superiore agli ordini stessi per mancanza di liquidità complessiva
nel circuito mettono molte aziende in difficoltà. Per questo motivo, il tavolo di crisi a
livello regionale ha discusso ampiamente del sistema di credito e la Regione ha
concesso alcune decine di milioni destinati ad aumentare i fondi di garanzia, per
permettere una maggiore liquidità. Dal punto di vista della liquidità, un maggior
beneficio dovrebbe essere dato dalle modalità di utilizzo dei cosiddetti "Tremonti
Bond": infatti, nel caso in cui le aziende decidessero di usufruirne, le stesse saranno
comunque vincolate ad utilizzare questo tipo di risorse per aumentare la loro capacità
di credito. Mentre, di fatto, mi pare che la parte territoriale si stia mettendo in
funzione (ovviamente, i tempi tecnici non permettono l'immediatezza), questa parte
non è ancora entrata in funzione.
In ogni caso, credo che, per il nostro sistema, non necessariamente le misure siano
necessarie.
Che ci sia una mancanza di liquidità è indubbio; ma il dato che mi permetto di
segnalare e che mi preoccupa è che la stessa mancanza di liquidità sta portando una
serie di aziende ad affermare di non essere in grado di anticipare la cassa
integrazione. Questo fatto, ovviamente, crea un circuito difficilissimo nel rapporto
con i lavoratori, che, tra l'altro, non è risolvibile con la nostra strumentazione di
convenzione (che affronta, come si sa, soltanto le procedure concorsuali).
La mia seconda considerazione riguarda il fatto che stiamo cercando, a livello
regionale e, ovviamente, in primis (c'è stato un incontro del Presidente, del
Vicepresidente e degli Assessori interessati con le banche stesse), di realizzare un
intervento non sulle Fondazioni (citate nell'ultima parte dell'interpellanza) ma sulle
banche, visto che facciamo il possibile per sostenere i livelli di credito dell'azienda
sia dal punto di vista degli investimenti, sia dal punto di vista della possibilità di
acquistare le materie prime necessarie a svolgere il lavoro, sia per affrontare, laddove
sia necessario, il tema dell'anticipazione della cassa integrazione.
Credo, quindi, che i nostri interlocutori debbano essere, in primis, le banche (senza
dimenticarci, ovviamente, di sollecitare le Fondazioni) e gli enti di credito, senza
esclusioni. Dobbiamo partire dalle grandi banche, senza escludere alcun tipo di ente,
pur sapendo che la questione riguarda più le grandi banche che le banche di territorio
presenti sul nostro sistema regionale.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Castronovo.

CASTRONOVO Giuseppe
Francamente, devo dire che non sono soddisfatto.
Non sono soddisfatto, intanto perché ho rilevato una contraddizione tra la prima parte
della sua risposta e il seguito, Assessore.
Lei ha esordito, dicendo che ci sono una diffusa percezione ed una diffusa denuncia
del problema: in effetti, nelle scorse settimane, abbiamo avuto modo di verificare
quanto verificato dalla stessa Associazione delle Piccole Imprese (l'API) attraverso
un'inchiesta dalla stessa commissionata, e cioè il livello di pericoloso ritardo dei
pagamenti nei confronti delle aziende subfornitrici da parte delle grandi imprese, con
particolare riferimento alla FIAT. Tra i dati emersi in quell'inchiesta, il dato più
preoccupante era proprio questo, cioè il fatto che FIAT fosse una delle aziende che,
più di altre, aveva, in questi ultimi tempi, modificato nei fatti i termini di pagamento.
Sono d'accordo con lei quando dice che FIAT non ha modificato i termini di
pagamento o, perlomeno, sono d'accordo con lei su quanto riporta oggi, cioè sulla
rassicurazione di FIAT al Consiglio del fatto che i termini di pagamenti non siano
stati modificati. In effetti, è così: i termini di pagamento non sono stati modificati.
Semplicemente, non sono rispettati.
La denuncia proveniente dal mondo delle imprese fornitrici di FIAT di attrezzature e
macchinari, oltre che di prodotti da assemblare, è proprio questa: i pagamenti non
avvengono alla data concordata, ai classici 120 giorni.
Si tratta, quindi, di un contenzioso che non è in atto, perché, da parte di queste
aziende, è prassi ormai consolidata non sollecitare il pagamento (per lo meno, non
attraverso forme di contenzioso).
Credo che il problema sia questo: si ha l'impressione che siano altri i motivi per i
quali, oggi, i pagamenti sono ritardati, perché, così come è scarsa la liquidità nelle
aziende fornitrici, altrettanto sembrerebbe, se non scarsa, perlomeno indirizzata verso
altre iniziative, diverse dal pagamento delle forniture effettuate.
Ovviamente, non disconosco quanto riferito dall'Assessore circa il modo con cui
l'Unità di Crisi Regionale (e, di conseguenza, anche ciò che riguarda noi) sta
affrontando la situazione, procedendo in modo efficace e sufficientemente positivo.
Anzi, sono molto lieto di questo e credo che la questione, per com'è stata affrontata,
possa avere positive ripercussioni nel futuro. Tuttavia, nell'interpellanza, per quanto
riguarda l'argomento (cioè, da un lato, i ritardi con cui sono saldate le forniture e,
dall'altro, come, nel sistema bancario, nel suo complesso, si sia proceduto ad una
stretta creditizia), abbiamo chiesto se, in qualche modo, l'Amministrazione intenda
intervenire presso i suoi rappresentanti nelle Fondazioni bancarie torinesi, cercando
di sollecitare le banche stesse (che sono grandi banche) a tentare di avviare il
problema ad una positiva soluzione, cioè quella dell'accesso al credito. Infatti, per le
aziende stesse, risulta difficoltoso sollecitare ulteriori accensioni di credito delle
aziende medie e piccole, proprio perché i riferimenti con cui le banche promuovono
il credito alle aziende sono standardizzati. In una situazione, quindi, dove lo standard
è già stato raggiunto, diventa difficile procedere ad ulteriori acquisizioni di credito.
In questo senso, credo che la Città di Torino, attraverso i propri rappresentanti nelle
Fondazioni bancarie, debba cercare di intervenire direttamente sulle banche stesse,
per tentare di modificare questo tipo di approccio. Mi rendo conto che il problema
non sia risolvibile in tempi brevi; tuttavia, non è disconoscendo il fatto che, ormai, si
è consolidato un sistema di ritardo nel saldo dei pagamenti che possiamo cercare di
trovare una soluzione. Bisogna partire da lì, cercando di essere altrettanto forti nel
chiedere a FIAT il rispetto delle condizioni di pagamento: non basta, infatti, dire che,
nelle condizioni di pagamento, non ci sono mutamenti. In effetti, tali mutamenti non
ci sono stati: semplicemente, non si rispettano.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
L'interpellanza è discussa.
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