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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 31 Marzo 2009 ore 09,30
Paragrafo n. 10
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2009-00977
BILANCIO DI PREVISIONE 2009. RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA. BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2009-2011. APPROVAZIONE.
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Passiamo alla discussione congiunta della proposta di deliberazione n. mecc.
200900977/24, presentata dalla Giunta Comunale in data 6 marzo 2007, ed avente
per oggetto:
"Bilancio di Previsione 2009. Relazione Previsionale e Programmatica.
Bilancio pluriennale per il triennio 2009 - 2011. Approvazione".
della proposta di mozione n. mecc. 200901678/02, presentata dai Consiglieri
Carossa, Angeleri, Cantore, Coppola, Bussola, Salti, Tronzano, Ventriglia, Ravello,
Ghiglia e Lonero in data 30 marzo 2009, avente per oggetto:
"Bilancio 2009 . Contributo FISM".
della proposta di mozione n. mecc. 200901690/02, presentata dai Consiglieri
Tronzano, Cantore, Bussola, Coppola, Mina, Salti, Ventriglia, Carossa, Ravello,
Goffi e Lonero in data 30 marzo 2009, avente per oggetto:
"Sostegno alle attività commerciali delle zone interessate da cantieri di lunga durata
- Collegata alla deliberazione n. mecc. 200900977/24 Bilancio di Previsione 2009".
e della proposta di mozione n. mecc. 200901703/02, presentata dai Consiglieri
Cerutti, Gentile, Grimaldi, Domenico Gallo, Rattazzi, Tedesco, Silvestrini, Cassano,
Cugusi, Ferraris, Bonino, Giorgis, Salinas e Moretti in data 30 marzo 2009, avente
per oggetto:
"Attuazione Bilancio 2009 - Collegata alla deliberazione n. mecc. 200900977/24
'Bilancio di Previsione 2009'".

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Comunico che in data 30/3/2009 le competenti Commissioni hanno rimesso il
provvedimento in Aula.
Invito i Consiglieri a segnalare la loro disponibilità ad intervenire, in modo da
organizzare compiutamente i lavori della discussione sul Bilancio di Previsione
2009.
La parola al Consigliere Rattazzi.

RATTAZZI Giulio Cesare
Come tutti sanno, la saggezza popolare ci suggerisce che "quando si è in difficoltà,
quando si è in ginocchio, bisogna innanzitutto cercare di alzarsi e non sognare di
volare".
Mi pare che la Giunta abbia saggiamente adottato questa linea nel compilare il
Bilancio preventivo del 2009, tenendo già presenti i riscontri del preventivo
definitivo, cioè del consuntivo del 2008.
È il bilancio di mezzo di questo ciclo amministrativo. Due li abbiamo visti prima e
due arriveranno dopo.
È quindi naturale porre, adesso, alcune considerazioni di attualità e di prospettiva,
anche considerando le indicazioni proposte dal documento di programmazione
economico-finanziaria che il Sindaco, alcuni mesi fa, aveva offerto alla riflessione
del Consiglio.
Intanto, il prorompere della crisi finanziaria (diventata crisi economica e che sfocia,
ormai, in crisi sociale) impone ad ogni organizzazione, soprattutto di natura pubblica,
di individuare un ruolo di valenza precisa, attenendosi alla verità che va sempre
testimoniata. La verità interna all'Ente e la verità esterna dello sfondo in cui
l'Amministrazione si colloca: nel nostro caso, Torino nella fase finale di questo
primo decennio del secolo.
Si può, allora, sintetizzare qualche osservazione riferita al bilancio, presentato come
momento di verifica dell'andamento politico-amministrativo, tentando una
valutazione sia dei punti di forza, sia dei punti di possibile debolezza (che dipendono
da questioni di carattere generale, più che dal modo con cui è stato affrontato),
traendo spunti per un orientamento il più possibile condiviso e percorribile.
Innanzitutto, non bisogna dimenticare che i provvedimenti antiautonomistici
introdotti dal livello centrale scaricano responsabilità fuorvianti, non sostenibili da
parte degli enti locali, perché, da parte del Governo, viene rimarcata una distanza non
colmata tra annunci propagandistici ed effetti reali, tra aspirazioni del pensiero e
modestia delle concretezze.
I punti di forza di questo Bilancio sono principalmente per il loro significato
socialmente rilevante:
- l'aver evitato l'aumento del prelievo fiscale (salvo il caso obbligato della
TARSU) ed introdotto provvedimenti di alleggerimento alla pressione fiscale
alle fasce deboli della popolazione per quel che riguarda le possibilità
assegnate all'Amministrazione Comunale;
- l'aver incrementato la lotta all'evasione con il funzionamento del Consiglio
Tributario;
- l'aver mantenuto sostanzialmente i servizi sociali ad un livello elevato,
nonostante le limature (peraltro opportune in un momento di difficoltà, in cui
le cicale devono trasformarsi in formiche). Qualche milione (circa 7) di
minori spese in questo settore rappresenta un significativo indirizzo che porta
automaticamente ad eliminare ciò che può essere ritenuto superfluo e
rientrano nello sforzo di contenimento globale del bilancio economico, che si
chiude in pareggio, passando da 1.363 milioni nel preventivo iniziale,
diventati 1.378 nel preventivo definitivo dell'anno scorso, ai 1.332 previsti
per il 2009, in modo tale che si rivolga così attenzione più ai bisogni che ai
piaceri, più alle sofferenze che ai lussi.
Viene poi attenuato da 136 milioni a 117 (5 di avanzo di amministrazione, 51 di
plusvalore e 61 di oneri di urbanizzazione) l'impiego di entrate straordinarie per
spese correnti, che è stato, in passato, un vezzo impropriamente amplificato.
Sono poi da ritenere significativi e caratterizzanti anche il mantenimento di congrue
coperture nei principali servizi a domanda individuale, una prevista diminuzione di
spese per le funzioni generali amministrative e gestionali; nonché alcune precauzioni
come, ad esempio, l'inserimento soltanto di 51 milioni dei 75 annunciati come
ricavabili dalle vendite di beni immobiliari (che devono essere ancora adeguatamente
valutati).
Soprattutto risulta cautamente ridotto a 5 milioni l'avanzo di amministrazione rispetto
ai 20 ottenuti nel consuntivo preannunciato del 2008 rispetto alla cifra superiore del
preventivo. E' un segnale preoccupante, ma anche un indirizzo responsabile rispetto
alle difficoltà che affliggono la formazione di questo Bilancio e delle intuizioni
sintomatiche di un futuro non esaltante sia sul piano legislativo che su quello
economico.
Questa determinazione, ovviamente, più che un punto di forza, è considerata come
un punto di serietà, se è vero, com'è vero che, che sull'avanzo di amministrazione
applicabile a spese occasionali e sopraggiunte, è innestabile una possibilità di
oscillazione piuttosto ampia e discrezionale.
Tra le peculiarità positive dell'assillante gestione finanziaria della cassa, soggetta alle
costrizioni del patto di stabilità, va segnalato lo sforzo degli uffici della Direzione
Finanziaria, per avere in larga misura soddisfatto pagamenti a fornitori, personale,
soggetti esterni in rapporto finanziario con l'Amministrazione Comunale, tanto che
non sono apparsi consistenti proteste o reclami in questo ordine di avvenimenti.
Un discorso ulteriore è legato agli investimenti e alle loro incertezze.
Gli investimenti attraverso prestiti, trasferimenti per contributi statali e regionali o
per mezzi propri sono ipotizzati, piuttosto largamente, in 694 milioni complessivi
rispetto ai 475 dello scorso anno; ma tale dimensione si può considerare, in una certa
misura, virtuale, sia perché probabilmente le operazioni di spesa connesse non
sarebbero compiutamente realizzabili durante l'anno - com'è normale che sia rispetto
all'effettiva fattibilità - sia perché è inserita l'ipotetica copertura per 200 milioni,
precedentemente mai apparsi, per il completamento della metropolitana, che è legato
anche al contributo della quota statale del 60%, per ora negata dal Governo.
Realisticamente, una lettura analitica di queste cifre rivela che il contributo generale
per investimenti da parte dello Stato dovrebbe salire da 49 milioni, previsti lo scorso
anno, a 179, forse ottimisticamente previsti per quest'anno; e nella contrazione dei
nuovi mutui non appaiono, com'è giusto che sia, nuove opere pubbliche consistenti
direttamente sostenute dal Comune, impegnato specialmente in questo comparto per
completamenti e manutenzioni.
Va inteso, allora, senza reticenze, sentendo quel che ha detto l'Assessore e intuendo
quel che non ha detto, che, in questi anni (salvo devoluzioni per trasferimenti statali a
fini determinati) gli investimenti con ricorso al credito per grandi opere diventano
aleatori, se non improponibili. Rimangono, quindi, i possibili e pressoché obbligati
investimenti attraverso mutui per completamenti piuttosto costosi (metropolitana,
passante ferroviario), quelli per le manutenzioni straordinarie, in verità, ricorrenti per
circa 100-150 milioni all'anno, nonché quelli per qualche spesa di minore entità,
come i 14 milioni inseriti per alcune sistemazioni delle opere (Mastio della
Cittadella, Parco e Borgo Medievale del Valentino), utili alla predisposizione
dell'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia, evento rispetto al quale per ottenere
l'adeguata attenzione che ci si attende dal Governo. Sono giunti, finora, alla Città di
Torino 37 milioni (usati per il Parco Dora) dei 43 destinati al Piemonte sugli almeno
150 sperati, per 54 dei quali esistono progetti fattibili immediatamente attraverso il
contributo statale non ancora approvato dal Ministero dei Beni Culturali.
In totale, i nuovi mutui da contrarre sono teoricamente previsti in 263 milioni, di cui
105 per manutenzioni straordinarie e il resto per altri adempimenti.
Su questo sfondo, i percorsi emersi per sostituire il ricorso al credito rivelano la
tendenza, che certamente è nobile ma talvolta praticamente portatrice di inquietudini
patrimoniali o urbanistiche, di ricavare entrate straordinarie per sostenere qualche
realizzazione altrimenti non finanziabile. Questa operazione, anche se
contingentemente accettabile, va tuttavia tenuta lontana dal piccolo cabotaggio
domestico, come si potrebbe evincere considerando l'elenco delle alienazioni per 75
milioni di proprietà o diritti immobiliari ('allegato 7 del Bilancio) oppure certe
operazioni di cessione di quote societarie da meditare approfonditamente.
Il discorso più importante è quello che riguarda il debito dell'Amministrazione
Comunale.
La rinuncia alla contrazione di consistenti mutui per nuove opere è, peraltro, una
scelta che tiene presente responsabilmente l'esigenza di ridurre - e quindi di evitare di
lasciare alle future Amministrazioni - un debito pregresso che, al di là delle
interpretazioni benevole o malevole che possono essere date per la sua formazione
tra il 2000 e il 2006, rimane il principale problema di conduzione politico-
amministrativa del Comune di Torino. Nella relazione dei Revisori dei Conti, sempre
puntuale e quest'anno un po' meno burocratica, si evidenzia un debito pro capite di
3.399 Euro. Più o meno quello che succede a Milano e Roma (non è una
consolazione il "mal comune mezzo gaudio, ma comunque siamo in buona
compagnia).
È giusto il principio, introdotto da questa Amministrazione, di limitare il ricorso al
mercato del credito soltanto in corrispondenza alle quote capitali dei mutui estinti e
restituiti nello stesso anno. Il blocco del debito di competenza ai circa 3.000 milioni
dell'inizio di questo ciclo amministrativo, si è ora spostato a 3.107 a causa del
trascinamento di precedenti operazioni. Va sottolineato a merito della Giunta che si
sono, comunque, adottate opportune manovre di rifinanziamento e, per una parte dei
derivati (per 160 milioni,), di rinegoziazione a tasso fisso, ottenendo sicurezza del
flusso finanziario in uscita, senza spiacevoli sorprese. Il debito è sostanzialmente
bloccato o quantomeno frenato e solo il 41% è rimasto a tasso variabile.
Un capitolo e un discorso a parte è quello dei 300 milioni di debito di cassa relativo
alle società partecipate per i servizi di pubblico interesse (AMIAT, IRIDE, eccetera),
che può essere affrontato attraverso operazioni di altra natura nella gestione. Ed è
questo un aspetto presente all'adozione della Giunta Comunale.
Il minore costo dei tassi di interesse determina, poi, una diminuzione interessante
(speriamo non soltanto contingente per quest'anno) di 18 milioni nella spesa corrente
per il complessivo pagamento delle rate annuali (dai probabili 257 a consuntivo 2008
a 239 previsti per quest'anno), ma il livello di confronto con un simile carico
economico per l'insieme dei beni e servizi (243 milioni), erogati obbligatoriamente o
stabilmente sviluppati, rivela che paghiamo per il debito tanto quanto spendiamo per
la normale attività di rapporto e di servizio sociale ai cittadini torinesi. Siamo, per i
rimborsi annuali, al 18% della spesa corrente, così come, per i beni e servizi. Poi,
spendiamo 284 milioni (con un aumento di 9 milioni rispetto all'anno scorso) per
pagare servizi pubblici da aziende partecipate, che rappresenta il 21% del Bilancio
economico.
Sono percentuali piuttosto alte, che ispirano qualche allarme per una solida
conduzione amministrativa sul piano economico. Anche questa situazione è
avvertita, oltre che sofferta, dalla Giunta Comunale.
Va detto, allora, senza timore e senza infingimenti, che l'alternativa di gestione nel
Bilancio sta, per questo e per i prossimi anni, o nel curare il debito, per non
aumentarlo e mantenere il welfare, o nell'aumentare il debito, diminuendo i servizi
sociali. Il debito, innanzitutto, non va aumentato, ma, anzi, contratto anche
applicando le eventuali entrate straordinarie che possono sopraggiungere, per il suo
progressivo contenimento, e soprattutto ritenendo ovvio che, per un Ente Pubblico
come il Comune, il problema del debito non si risolve facendo altri debiti, come
possono fare le aziende private, per estendere il profitto della produzione. Noi
abbiamo situazioni rigide e non possiamo equipararci a questo tipo di situazioni.
Il Bilancio preventivo del 2009 è collegabile - e va bene così - alla scelta di
attenzione alla riduzione del ricorso a prestiti per soddisfare un permanente sostegno
alla qualità e alla quantità dei servizi resi alla popolazione attraverso una visione
equilibrata e definita del welfare.
Si potrebbe ricordare che anche lo Stato italiano, complessivamente, si trova in una
simile situazione di bilancio, ma a livello centrale le possibilità di conduzione, di
scelte, di creazione delle condizioni valide per assumersi delle responsabilità in
qualsiasi direzione, esistono passando dal potere legislativo ed esecutivo esteso in
ambito nazionale.
Avviandomi alla fine, quando ci si riferisce l'esigenza di investimenti in opere
pubbliche utili alla ripresa e all'espansione dell'attività economica e dei suoi
possibili positivi riflessi sociali, non va dimenticato che, nella gabbia costruita dallo
Stato intorno ai Comuni, le capacità di manovra finanziaria locali, riguardanti
soprattutto le entrate, non rendono proponibili equiparazioni con il Governo da un
lato e con le aziende private dall'altro.
Questa considerazione, peraltro, non toglie spazio alla possibile costituzione e
fusione di società compartecipate da privati o a concessioni totali della gestione di
servizi pubblici, possibilmente senza cedere la proprietà dei mezzi e delle strutture
che li generano. Ma anche qui l'attuazione di questa propensione - talvolta utile, ma
non sempre - deve accogliere la tendenza al sostegno della qualità dei servizi
pubblici dovuti (per i quali Torino è spesso ritenuta una città esemplare), insieme alla
ricerca di equilibri di bilancio aziendale di tipo privatistico che non scarichino al
Comune impegni da pagare, ma piuttosto procurino dividenti da godere. Per il 2009,
sono previsti 7 milioni in meno di entrata complessiva per i dividendi (dovuti per la
parte positiva soprattutto all'apporto di IRIDE).
Credo che, dando un giudizio complessivamente positivo per l'approvazione del
Bilancio che discutiamo, si possano anche ipotizzare osservazioni metodologiche
sugli indirizzi o forse meglio sulle prassi che, di fatto, paiono sovrastare la
conduzione della cosa pubblica nel nostro ambito.
La prima di queste osservazioni si riferisce, andando oltre le generali linee di
programmazione, all'opportunità di incarnare queste proposizioni nello sfondo delle
risorse possibili, anche se incerte e cangianti, valutando le relative opzioni che
tengono fermi obiettivi di priorità stabiliti nei loro effetti sociali e nei relativi costi.
Bisogna, quindi, passare dalla programmazione alla pianificazione. Una
pianificazione pluriennale, al di là di quella burocratica imposta, quantomeno dentro
gli orizzonti di presenza e di azione di questa Amministrazione, evitando così il
riscontro dei sussulti di fine anno nella gestione di cassa e nel periodo che
immediatamente precede la compilazione del bilancio nella previsione di
competenza, quando l'Assessore al Bilancio è assimilato ad una sfinge che dice di sì
o di no e viene sommerso da responsabilità ben più che tecnico-contabili.
È, poi, opportuno che cercare di orientare, attraverso un coordinamento più
stringente della spesa nei singoli settori e relativi Assessorati, in termini
intersettoriali, non fermandosi alla rituale contesa interna tra il rigore necessario di
chi compila il Bilancio e il vittimismo, talvolta studiato nei suoi riflessi pubblici, che
lamenta tagli non graditi anche quando le urgenze del momento possono imporli.
Per concludere, quindi, il nostro Comune deve porre attenzione anche a questi aspetti
di metodo di funzionamento interno, soprattutto adesso che, dalla finanza creativa, è
giustamente passato prima alla finanza riparatoria, ed ora alla finanza essenziale.
In questi frangenti, diventa importante assumere insieme - maggioranza e minoranza,
Esecutivo e Consiglio - responsabilità di conduzione che esulino dalla relazione
prevalente od esclusiva alle persone, alla famiglia, alla corporazione, al gruppo di
appartenenza; occorre evitare di inventare problemi o provocare difficoltà al
procedere della barca (per riferirmi al riferimento nautico che faceva l'Assessore ieri
nel suo finale), su cui tutti siamo verso approdi sicuri, uscendo dal turbine che la
coinvolge. Ma questo auspicio postula un'intesa morale che sfocia in rapporto
politico rispettoso e collaborativo dell'intero Consiglio.
Dico tutto questo, per fare in modo che, nel Bilancio, non ci si disperi e non ci si
illuda. Non abbiamo bisogno né di propagandisti di sventure, né di predicatori di
esaltazioni: basta la verità e la libertà di giudizio. Senza rimanere vittime di una sorta
di determinismo economico, per cui si pensa che la barca vada soltanto dove la porti
il vento, perché non è vero che la barca va dove la porta il vento, la barca va dove noi
vogliamo che il vento la porti.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Ringrazio il Consigliere Rattazzi, che ha dato avvio ai lavori di questa mattina.
La parola al Consigliere Gallo Domenico, al quale ricordo che il Regolamento
consente un intervento fino a 20 minuti. Ovviamente, non è necessario intervenire
per tutto il tempo a disposizione.

GALLO Domenico
Credo che potremmo anche chiudere i lavori, dopo l'intervento del Consigliere
Rattazzi, che è stato molto esaustivo rispondendo a tutte le problematiche che ci
troviamo ad affrontare. Lo ringrazio, perché ha fornito interessanti elementi di
riflessione sul futuro di questa città. Ovviamente, io sarò molto più breve e semplice
e meno tecnico, non avendo io le sue capacità. Cercherò di essere rozzamente
concreto, come lo sono normalmente, durante i miei interventi.
Credo che, per i Comuni, anche quelli più virtuosi come il Comune di Torino,
quadrare i bilanci sia diventato un vero e proprio esercizio acrobatico, credo che
costruire ed approvare i bilanci sia davvero pesante e difficile per gli Assessori, per
la Giunta, per il Consiglio Comunale.
Anche per il nostro Comune, il cui indebitamento deriva - lo diceva bene il
Consigliere Rattazzi - dagli investimenti per opere pubbliche per la città (è, quindi,
un indebitamento causato da ragioni importanti), è stato difficile costruire un
Bilancio preventivo e portarlo a pareggio. È un bilancio che pareggia a 1.332 milioni
di Euro e che ha subito un forte condizionamento a causa dei tagli del Governo.
Voglio ricordare (ma è citato anche nella relazione) che, anche quest'anno, abbiamo
subito un taglio di 29 milioni di Euro. In sede di Commissione, qualche Consigliere
dell'opposizione ha sostenuto che, in fondo, non si tratta di un taglio eccessivo.
Personalmente, invece, credo che sia un taglio pesante, soprattutto se inserito nelle
dinamiche sociali che la nostra città sta attraversando. Questa cifra avrebbe, infatti,
consentito un'azione amministrativa e sociale molto più agevole, senza arrivare a
falcidiare settori importanti che attengono alla vita pubblica e alla qualità della spesa.
Da vent'anni a questa parte, tutti i Governi nazionali, compresi il primo Governo
Berlusconi, il Governi Prodi ed ora nuovamente il Governo Berlusconi, hanno
tagliato i fondi ai Comuni.
Credo che questo sia l'elemento su cui, oggi, gli Enti Locali devono avviare una fase
di controtendenza - e, quindi, di controffensiva - rispetto a questa logica, che attacca
gli Enti Locali e li mette in difficoltà a poter governare la città.
Ci sono stati tagli alla cultura, alle politiche giovanili, allo sport, cioè a settori
importanti del welfare municipale sui quali, sicuramente, si dovranno ricreare le
condizioni economiche per rispondere alle necessità di mantenimento di tali settori.
Voglio proprio soffermarmi sui tagli alla cultura, per dire una cosa semplice, che
risponde a criteri di buon senso: nell'ambito delle polemiche su questi tagli sono stati
attaccati l'Assessore al Bilancio e il Sindaco ed è stato sollevato un esagerato
polverone (che è anche difficile da capire) rispetto a quello che si sarebbe dovuto
sviluppare sul modo di intendere la cultura oggi e soprattutto su come debba essere
utilizzato il denaro pubblico per ambiti che, per certi versi, sono stati sempre gestiti
in maniera prioritaria. Non sono numerosi, infatti, coloro che hanno goduto di
spettacoli, iniziative e manifestazioni, riservati a cerchie ristrette di persone e di
categorie sociali. Ovviamente, la mia è una critica che può anche non essere
condivisa, ma che, in sostanza, vuol dire che le iniziative culturali messe in campo
con denaro pubblico devono coinvolgere strati più bassi della popolazione.
Detto questo, credo che lo scandalo Soria debba spingere a serie riflessioni e a forme
di controllo efficaci sull'uso del denaro pubblico. Per quanto riguarda la cultura,
come la sicurezza, non ci sono i paladini favorevoli alla cultura e quelli contro, così
come grottescamente hanno inteso fare figure del mondo economico e politico e
come hanno fatto anche intellettuali con la "pancia piena", perché a "pancia piena" è
facile parlare.
Credo che, semplicemente, sia stata fatta una scelta basata sulle priorità. In una fase
come questa, cosa avremmo dovuto fare? Chiudere i nidi, che sono servizi
importanti, o spostare i tagli più grandi alla cultura?
Ritengo che abbiamo fatto bene a tutelare lo stato sociale, ovvero quella parte di stato
sociale direttamente rivolto ai bisogni di vita materiale delle persone, delle famiglie,
dei lavoratori, delle persone in difficoltà, dei disabili, degli anziani. L'Assessore al
Bilancio ha fatto bene a fare questa scelta. Questa Amministrazione di centrosinistra,
non solo ha fatto bene, ma aveva il dovere di fare questa scelta, dettata dalla difficile
situazione sociale vissuta dalla città.
Credo che l'aspetto centrale che ha caratterizzato questo difficile Bilancio sia stata
l'attenzione alle questioni sociali. Si può certamente dire che, in un contesto di
ristrettezze economiche, si è costruito un Bilancio che tutela il welfare; gli
emendamenti di Giunta con cui si reintegra il finanziamento per il buono taxi, gli
sconti TARSU per Basse di Stura e i fondi per la sicurezza stradale hanno reso più
equo il Bilancio sul piano sociale.
Alla fine, è venuto fuori un bilancio non tecnico e rigido, come sembrava fino a
poche settimane fa, ma un bilancio sociale. Lo chiamerei proprio bilancio sociale,
aperto che, probabilmente, con gli assestamenti che verranno realizzati, consentirà di
intervenire sull'incremento della spesa per i cantieri di lavoro per i disoccupati
cronici, interventi sulla cultura, sulle politiche giovanili, sullo sport, sul personale
supplente delle scuole e sull'assistenza economica.
Questi sono i settori in sofferenza e su questi ritengo che si dovrà concentrare
l'azione dell'Amministrazione nei prossimi mesi.
Ciò che dimostra che quanto si è costruito è stato fatto con fatica e pazienza (e di
questo va dato atto all'Assessore al Bilancio) è che, in linea generale, non sono
previste spese a carico della popolazione, della fiscalità generale, fatta eccezione per
il recupero dell'1,7% dell'inflazione programmata e per la tassa sulla raccolta rifiuti
che aumenta del 4%.
Volendo polemizzare con il Governo nazionale, mentre quest'ultimo elargisce
elemosine (perché di questo si tratta), come la Social Card, o l'aumento
dell'indennità di disoccupazione dal 10 al 20% (che ritengo vergognoso), non
intervenendo, invece, sulle cause strutturali della crisi economica, il Comune di
Torino riesce a prevedere agevolazioni per le categorie più disagiate. Certo, non si
tratta di interventi che modificano le condizioni di povertà o, comunque, di difficoltà
delle famiglie, ma sicuramente rappresentano un sollievo significativo.
In questa direzione, vanno la riorganizzazione delle fasce di reddito con le quali si
stabiliscono sconti per le mense scolastiche, per l'accesso a diversi servizi, così come
è importante il fatto che il limite di reddito per l'esenzione dell'IRPEF passerà da
10.400 Euro a 10.700 Euro; importante, perché esclude larghe fasce della
popolazione dal pagare quel tipo di tassa, come i cassaintegrati o coloro che non
hanno redditi.
Detto questo, credo che, dopo l'approvazione del Bilancio, bisognerà concentrare
l'impegno dell'Amministrazione su alcuni temi poco dibattuti. In primo luogo, la
crisi industriale, difendendo le attività produttive esistenti contro le speculazioni
degli industriali, che sfruttano la crisi per delocalizzare le loro imprese, ricordo i casi
Michelin, Indesit, Motorola e, prima di tutte, la ThyssenKrupp.
È necessaria una legge che regolamenti le delocalizzazioni, che non possono essere
decise in maniera unilaterale dagli imprenditori. L'Amministrazione Comunale,
come soggetto di politica economica, nei prossimi anni dovrà essere più determinata
nei confronti del Governo Nazionale, che latita su questi temi. È un Governo latitante
sui temi dell'economia.
Per quanto riguarda la FIAT, credo che sia impegno del Comune di Torino rilanciare
l'industria automobilistica, anche attraverso la produzione di motori ecologici, a
Torino, ma anche nel resto d'Italia.
Sulla questione del welfare, credo che occorra innovazione: a partire dalla
riorganizzazione del servizio buoni taxi, dove occorre un contributo della Regione
per i trasporti degli anziani con patologie sanitarie, lasciando al Comune solo la
spesa per i disabili e per i non vedenti. Così come sarà necessario accelerare il
passaggio delle RSA alla sanità pubblica, non disperdendo il patrimonio
professionale delle operatrici.
L'urbanistica è elemento di polemica anche all'interno della maggioranza,
influenzerà anche lo sviluppo economico della città. Bisognerà fare attenzione e
conciliare lo sviluppo con la necessità di impedire forme eccessive di
cementificazione, salvaguardando il territorio e l'ambiente. Penso che entrambe le
esigenze, l'ambiente e lo sviluppo, possano essere salvaguardati con scelte
equilibrate, a partire dalla Variante 200, che dovrà essere valutata con molta
attenzione per far prevalere gli interessi generali su quelli privati.
Quindi, ci accingiamo a votare un Bilancio che, in una fase di estrema difficoltà,
salvaguarda le fasce più deboli della popolazione. Questa Amministrazione, con tutte
le difficoltà che ci sono, oggettive, mancanza di risorse, abbia agito bene e il Bilancio
abbia ricomposto la maggioranza.
Mi auguro che non sia un momento, ma una fase di riflessione da parte di tutti per
giungere alla fine del mandato con risultati concreti, partendo dall'attenzione sempre
più pressante verso le categorie più deboli. Questo deve essere l'elemento che
caratterizza la vita amministrativa della nostra città ancora nei prossimi mesi e nei
prossimi anni.
Attenzione allo sviluppo economico, attenzione sulla questione della crisi industriale.
La Città non deve essere un soggetto terzo, ma direttamente interessato su questo
versante. Non c'è solo l'amministrazione delle cose di competenza del Comune, ma
quest'ultimo deve essere soggetto determinante e protagonista anche nelle scelte del
futuro, sia per quanto riguarda l'economia, sia per l'impostazione urbanistica della
città, come dicevo prima. L'auspicio, quindi, è che la maggioranza trovi compattezza
e prosegua in un lavoro utile a tutta la cittadinanza.
L'aspetto centrale è che gli interessi generali debbano sempre prevalere su quelli
privati, o comunque che gli interessi generali e privati debbano essere messi nelle
condizioni di collaborare, ma sempre con la prevalenza degli interventi che
interessano la stragrande maggioranza della popolazione.
Vorrei ringraziare l'Assessore al Bilancio per il lavoro svolto, gli Uffici, il dottor
Pizzala, i suoi collaboratori, che ritengo abbiano fatto un lavoro egregio come
sempre, gli Uffici del Consiglio Comunale, che sicuramente sono stati impegnati in
maniera molto pressante.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Apprezzando il lavoro svolto dalla Giunta per costruire questo Bilancio, è giusto che
i Gruppi Consiliari esprimano una loro valutazione politica.
Sappiamo che la crisi economica internazionale registra pesanti ripercussioni sul
nostro Paese e, in particolare, sulla città di Torino, interessando tutti i settori
produttivi, ma più marcatamente il distretto dell'auto, con tutto l'indotto, che continua
a rappresentare uno dei punti di forza del nostro territorio.
È di oggi la notizia che ci sarà l'alleanza Chrysler-FIAT, vedremo che tipo d'impatto
potrà avere sulla nostra economia. In questo contesto così critico, il Bilancio
previsionale 2009 riesce a coniugare fra loro esigenze contrapposte, vale a dire:
mantenere invariato il livello di spesa sociale; contenere l'indebitamento con una
efficace azione di contrasto all'evasione fiscale, garantendo un livello minimo di
investimenti, seppur con vincoli che, anziché allentarsi, diventano sempre più rigidi.
Ormai tutte le forze politiche, e dico tutte (abbiamo visto anche il congresso del
nascente PdL), sono consapevoli di dover fornire risposte concrete alla crisi
economica, all'insicurezza sociale e, se non ce ne fossimo accorti, anche i dati
confortano questa considerazione.
La ricerca dell'ANCI e della Fondazione Cittalia sul tema della sicurezza urbana ha
rilevato che in 11 grandi città, compresa Torino, la precarietà lavorativa ed
economica pesa per i cittadini al 32%; che fa più paura della microcriminalità, che è
ferma al 30%. Se poi mettiamo insieme precarietà lavorativa e timore per la perdita
del proprio attuale tenore di vita, raggiungiamo il 50% delle paure attuali dei
cittadini.
Come già rilevato lo scorso anno, questa Amministrazione prova a rispondere con
questo Bilancio all'insicurezza sociale, con la consapevolezza di avere una
responsabilità: essere una Amministrazione importante, guidata dal centrosinistra,
che potrebbe essere modello anche per altre realtà, di come il Partito Democratico
insieme alla sinistra possa governare sul territorio. Questione che diventa ancora più
importante, mi permetto di dirlo, alla vigilia di appuntamenti elettorali di grande
interesse.
In questo Bilancio siamo riusciti a far prevalere le ragioni del nostro stare insieme,
seppur con sensibilità differenti e, anziché fare citazioni latine, potremmo dire,
parafrasando una canzone non recente, ma famosa: "se stiamo insieme, ci sarà un
perché", e credo che lo potremmo scoprire stasera. Quindi, citando una canzone,
forse si esprime maggiormente lo spirito dei tempi di questo momento, che è
sicuramente complicato.
Lo affermo anche perché esistono sicuramente delle differenze all'interno di questa
maggioranza, anche rispetto a valutazioni di temi nazionali, come la questione del
federalismo fiscale collegata al Bilancio.
È stato profondamente sbagliato da parte del Partito Democratico astenersi in
Parlamento sul finto federalismo fiscale, che rischia di minare i nostri principi
costituzionali, usato perlopiù come slogan, senza affrontare nel merito cosa possa
significare in termini di distribuzione delle risorse. Infatti, se aumentano le risorse
attribuite alle Regioni, allora aumenterà, di conseguenza, il debito pubblico; se,
invece, alle Regioni più deboli non verranno assicurate almeno le risorse attuali, non
saranno più in grado di garantire ai cittadini i servizi attuali, che sono, già in molti
casi, inferiori alle necessità.
È necessario, quindi, affrontare concretamente il federalismo, anche rispetto ai
Comuni, per i quali si pone il problema dell'attribuzione delle risorse. Non è
pensabile, in un momento di crisi come questo, ricorrere al tema delle tasse di scopo.
Giudizio comune, invece, sulla proposta del cosiddetto "piano casa nazionale", che
sarebbe più corretto chiamare "piano edilizio", ma anche questa dizione appare
errata. Non è un piano casa, perché fa riferimento a chi la casa la possiede, mentre un
piano casa dovrebbe essere destinato a chi è senza casa. Affermiamo tutto ciò, perché
sappiamo (e mi fa piacere che sia presente anche l'Assessore Viano) che in questa
maggioranza esistono sensibilità diverse sui temi urbanistici. Affronteremo insieme
la Variante 200, che ha la valenza di un nuovo Piano Regolatore.
Alcuni Gruppi di questa maggioranza hanno sollevato perplessità sul Piano
Dismissioni 2009, che contiene alcune aree di cui non si è mai discusso; in
particolare, nella mozione di accompagnamento chiediamo di rivedere questo Piano,
mantenendo l'impegno che la Giunta (gliene diamo atto anche in Aula) ha assunto
nelle Commissioni, in particolare nel procedere alla sostituzione dell'area
prospiciente la ex Tecumseh a Mirafiori sud, valutata 14.700.000 Euro, con altre due
aree sempre in quel quartiere. La Circoscrizione ha individuato queste due aeree, o
altre di pari valore. È chiaro che non abbiamo pregiudiziali in questo senso.
Facciamo questa considerazione perché l'area in questione è immediatamente
adiacente al Mausoleo della Bela Rosin e al Parco del Sangone, oltre che al Parco
Colonnetti, quindi insediamenti residenziali e commerciali in quella zona avrebbero
un pesante impatto paesaggistico e ambientale, vanificando gran parte degli
interventi di riqualificazione realizzati.
Questa richiesta si aggiunge ad altre che, peraltro, la Giunta ha già accolto con tre
emendamenti, che ricordo: l'agevolazione TARSU, richiesta per gli abitanti di Basse
di Stura, elevata al 30%; il reintegro del fondo taxi disabili di 300.000 Euro, in modo
da riportarlo al fondo 2008 (dovremmo poi procedere come Consiglio Comunale alla
revisione del Regolamento complessivo); 1 milione in conto capitale per la
manutenzione stradale.
Le altre questioni sulle quali vogliamo concentrare l'attenzione sono contenute nella
mozione di accompagnamento, non perché non siano affrontate nel Bilancio, ma
perché riteniamo sia necessario, per alcune di esse, procedere a un ripensamento
complessivo.
Innanzitutto, diventa prioritaria una strategia generale sulla vulnerabilità sociale, una
risposta dovrebbe arrivare dal Piano Regolatore Sociale, che dovrebbe delineare la
trasversalità delle politiche assistenziali della casa, del lavoro, del sistema educativo.
Un tassello molto importante è quello della domiciliarità, che andremo a rivisitare
sulla base delle criticità emerse. Abbiamo voluto sollevare anche il tema degli
assistenti domiciliari, detti impropriamente badanti, su cui il Comune dovrebbe
essere maggiormente sostenuto nell'ampliare la platea delle famiglie interessate a cui,
per esempio, poter pagare i contributi fiscali nell'ottica di fare emergere sempre di
più il lavoro nero.
La domiciliarità intimamente collegata alle organizzazioni dei servizi sociali e al loro
effettivo decentramento: dovremmo avere finalmente il coraggio (come già detto in
Commissione) di attuare un reale decentramento delle risorse del personale per i
servizi sociali, nell'ambito della riforma più ampia del decentramento.
Rispetto alla carenza di organico, è stato più volte dichiarato che la mobilità interna
avrà come priorità i servizi ai cittadini, in primis i servizi sociali. Si dovrà
comprendere come si darà corso a questo impegno, anche in base al differente carico
di lavoro fra le singole Circoscrizioni.
Altro tema importante riguarda la riorganizzazione della macchina comunale, che è
chiaramente collegata al Bilancio, così come il tema delle partecipate. Obiettivo
futuro, lo possiamo ribadire, sarebbe il Bilancio consolidato del Comune con tutte le
nostre aziende. Sappiamo che è un obiettivo che al momento è difficile realizzare.
Ieri abbiamo discusso del futuro di GTT, approvando una mozione nella quale
abbiamo indicato linee a cui ispirare la negoziazione per l'ipotetica aggregazione con
ATM, che vorremmo comunque approvare solo dopo avere verificato la validità
economica del piano industriale. Ci tengo a ribadirlo, tutto ciò è presente nella
mozione scritta a più mani.
Dovremmo occuparci con più attenzione di AMIAT, il cui futuro troverà difficoltà
certe con la chiusura della discarica di Basse di Stura e l'unica soluzione da
perseguire non è necessariamente l'ingresso di un privato, ma possono essere
ricercate altre strade, ad esempio, attraverso le multiutility, sapendo che abbiamo una
nuova opportunità con l'aggregazione di IRIDE e ENIA.
Lo studio effettuato da Civicum, in collaborazione con Mediobanca, sulle società
controllate dai maggiori Comuni, dà a Torino un primato non invidiabile: aver
assegnato più poltrone rispetto alle altre città, ben 60 fra presidenti, amministratori
delegati e consiglieri di amministrazione.
Le aziende prese in considerazione sono quelle che operano nei campi dell'energia,
dell'ambiente, dell'acqua, dei trasporti e degli aeroporti, perché in realtà le persone
nominate dal Comune nel 2008, nei diversi enti, sono ben di più: sono 273.
In occasione della discussione sul Bilancio 2009, anche se non inciderà direttamente,
emerge la necessità di arrivare ad una diminuzione del numero dei nominati e della
spesa legata ai loro compensi e ad una razionalizzazione del quadro delle partecipate,
anche eliminando alcuni enti inutili, o in liquidazione da anni.
Purtroppo le notizie che arrivano da alcune partecipate (mi riferisco, per esempio, a
SAGAT) non vanno in questa direzione. Il tema dei compensi dei manager, che
sappiamo essere all'ordine del giorno, è tema che avevamo già sollevato nella
discussione del passato bilancio e credo che non possiamo più sottrarci
dall'affrontarlo. Abbiamo delle interpellanze dell'opposizione nel merito e penso che
sia compito di questa maggioranza approfondire il tema.
Ci sembra, quindi, appropriato esprimere soddisfazione per i risultati raggiunti,
evitando però i trionfalismi che sarebbero fuori luogo in una situazione così
complessa, seppur sottolineando l'apprezzamento dei soggetti rappresentativi della
Città, ai quali è stato illustrato. È questo l'approccio di una sinistra che non rinuncia a
governare a priori, se vi sono le condizioni, e neanche mette da parte le differenze
che la caratterizzano, ma prova a farne un valore aggiunto per la coalizione di cui fa
parte.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ferraris.

FERRARIS Giovanni Maria
Si è detto tanto, io mi riallaccio all'ultimo intervento del Consigliere Cerutti, che è
stato molto ricco.
Abbiamo sottoscritto anche una proposta di mozione, che, nelle considerazioni
iniziali, fa riferimento all'importanza di garantire la qualità del lavoro e dei servizi
rivolti ai cittadini torinesi, tema sul quale vorrei incentrare il mio intervento.
Il Bilancio, sappiamo bene, è stato il frutto di una mediazione legata necessariamente
alle risorse disponibili e a quelle prevedibili; certo è che la politica, in fase di
sviluppo in questo anno, in seno alle Commissioni piuttosto che nelle scelte,
potrebbe variare leggermente il tiro laddove si ritiene più importante approfondire le
risorse ed, eventualmente, stanziarne.
Sui vari capitoli, ho sviluppato alcuni approfondimenti nel programma triennale
2009/2011 degli investimenti, nel quale ci sono interventi importanti. Intendo, ad
esempio, interventi riguardanti il verde, la manutenzione di alcune porzioni di verde.
Purtroppo, ci sarebbe necessità di potenziare queste manutenzioni, in quanto, per
mozioni di Consiglio, o per necessità di obsolescenza, disponendo di tanto verde,
abbiamo la necessità e l'impegno (dobbiamo sentirlo come tale, anche di politica) di
potenziare questa attenzione e questa sensibilità verso la manutenzione di queste
aree, perché sono un fiore all'occhiello, notabile da tutti.
Lo stesso dicasi per l'ambito del suolo pubblico e dell'arredo urbano, laddove sia
possibile, al di là degli stanziamenti fatti, potenziare la manutenzione del suolo
significa anche migliorare la sicurezza pedonale e stradale delle nostre vie. Questo
significa evidentemente avere più attenzione della qualità del lavoro, quindi come
vengono svolte le manutenzioni e che siano il più durevoli possibile. Questo è un
invito, quindi, non solo alle parte politica, ma alla parte tecnica a potenziare i
controlli.
Sempre nella viabilità, parliamo di investimenti nell'ambito dei parcheggi: la
domanda di parcheggi è sempre crescente, non si ferma, benché forse siano rallentati
gli acquisti dell'auto. Questo significa anche ipotizzare, trovare nuove politiche -
come hanno fatto Milano, Roma e, può darsi, anche altri Comuni -, trovare nuove
risorse da mettere in campo, demandando il più possibile la realizzazione di opere sia
per parcheggi pubblici che privati alle strutture private, che hanno molta più
possibilità di investimento di noi in questo momento. La domanda c'è, quindi
evidentemente bisognerebbe solo far fronte all'offerta.
Nel campo dell'istruzione sarebbe bene (avevo già fatto cenno in altre riunioni),
laddove sia possibile farlo, durante l'anno, cercare di ricucire quel gap verso le scuole
materne convenzionate, che si è creato in questi anni, dovuto ovviamente a carenze
di bilancio. Teniamo presente che la scuola è un diritto e diritto deve essere anche la
scelta alla scuola, quindi che non diventi poi solo un cavallo di battaglia delle
opposizioni, ma questa necessità deve essere sentita da tutti.
Per quanto riguarda la politica ambientale, questo tema è molto importante in una
città come Torino. Possiamo portare avanti quanto la Regione ha proposto, lo
sviluppo, il potenziamento degli investimenti sulle fonti rinnovabili, però bisogna
migliorare l'impegno in questo, ed evidentemente trovo difficoltà di risposta su
quanto già chiesto e sollecitato in Commissione.
Si può pensare di trovare gli investimenti non solo attraverso risorse nazionali,
magari internazionali, europee, ma dobbiamo provare a migliorare e non fare solo
proclami, ma trovare nuove risorse e nuova politica per ricercarle.
Si è parlato molto dell'urbanistica. Una cosa che, evidentemente, sta a cuore a me,
come ritengo ad altri colleghi, è cercare di dare una risposta veloce agli investitori.
Se non sono sufficienti le risorse interne, bisognerà pensare di ottimizzarle ancora di
più e magari potenziare le risorse umane fondamentali per poter ottenere in tempi
celeri le risposte di cui necessitano gli investitori, altrimenti rischiamo di perdere
occasioni, in un mercato, peraltro, già critico. È importante anche valutare
attentamente le previsioni ipotizzate sui piani di dismissioni, perché, come è successo
lo scorso dicembre, può accadere di nuovo che le proposta della Città non siano
appetibili, di interesse.
Dovremmo impegnarci a rivedere, ad esempio, Via Baltimora; qualcuno ha fatto
anche altre menzioni. Dovremmo rivedere quanto richiesto effettivamente dal
mercato, ma non solo, stando molto attenti anche a quanto chiede la cittadinanza.
Prima si parlava di Tecumseh e adesso accenno a Via Baltimora, dove so che ci sono
istanze diverse da parte della cittadinanza. Allora, bisogna avere la sensibilità e
l'accortezza di considerare queste cose come un valore importante e non solo pensare
al valore patrimoniale del bene.
Nell'urbanistica, ovviamente, sarà fondamentale la partita della Variante 200 ed
insieme a questa, la seconda linea della metropolitana. Mi auspico che questa partita
venga analizzata e sviluppata insieme e, soprattutto, con le realtà operanti sul nostro
territorio (intendo le categorie e tutte le realtà coinvolgibili), affinché questo
intervento diventi un fiore all'occhiello e non esclusivamente una nuova
urbanizzazione che può sicuramente far fare un salto di qualità dal punto di vista
dell'edilizia, ma probabilmente non dal punto di vista dell'impatto tecnologico e
anche urbanistico. Dobbiamo impegnarci in questo, quindi non pensare solo a far
cassa, ma a qualificare l'obiettivo in modo da incrementare la cassa.
Il Bilancio, di per sé (lo ha detto ieri l'Assessore), ha dovuto far fronte a contingenti
problematiche nazionali, e forse anche internazionali, che fermano l'economia. Mi
auguro che in fase di assestamento possano venire prese in considerazione alcune
evidenze che mi sono permesso di sottolineare al Consiglio.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Anche quest'anno ringrazio doverosamente l'Assessore Passoni. Credo gli si debba
rendere onore per l'impegno che ha profuso anche in questa occasione per la
predisposizione del Bilancio 2009. Insieme all'Assessore, ovviamente, ringrazio gli
Uffici e, cercando di rimediare ad una dimenticanza dell'Assessore, che nella
relazione, nella foga del ringraziamento, si è dimenticato di ricordare anche
l'impegno da parte del Consiglio Comunale tutto nel fornire suggerimenti,
indicazioni, talvolta qualche critica, che, nella maggior parte dei casi, si sono
dimostrate costruttive.
Quest'anno, ancora più dell'anno scorso, mi sono reso conto che lei forse è un po'
sprecato in questo ruolo. In una relazione di 14 pagine, ben 6 pagine e mezzo sono
dedicate all'analisi del contesto complessivo, non solo economico, ma anche sociale.
Più del 50% della relazione con la quale lei ha illustrato il Bilancio preventivo 2009 è
stato dedicato a dipingere il mondo nel quale si ci sta muovendo, dimostrando quindi
che lei forse sarebbe destinato, o comunque più portato, ad altri incarichi, perché, nel
restante 50% della relazione, chiude frettolosamente la partita della Città di Torino e
tra qualche citazione, qualche ringraziamento, qualche battuta, qualche particolare
invito retorico, lei parla di come e di quali saranno i riverberi del Bilancio sulla città,
sulla comunità torinese, sui contribuenti.
Perché è sprecato, Assessore? Perché noi abbiamo bisogno di altro, in questo
momento abbiamo bisogno di un Assessore al Bilancio che sia un "macellaio", nel
senso buono del termine, che sappia dire, punto per punto, quali sono le risposte alle
richieste dei torinesi, che sappia definire (chiaramente dal punto di vista politico,
prima di tutto) quali sono le priorità di una maggioranza che, come mi è parso di
comprendere dall'intervento del Consigliere Cerutti, che pur stimo, non ha ancora
capito la ragione per cui sta insieme.
È vero, se si sta insieme, c'è sempre un perché. Noi non l'abbiamo ancora capito, ci
aspettiamo che voi ce lo spieghiate, perché molte critiche (nemmeno troppo velate)
sono finora provenute proprio dalla maggioranza al suo lavoro, Assessore Passoni.
Alcune critiche (nemmeno troppo velate), ma lei è molto abile con le parole, oltre
che con i numeri, sono partite da lei destinate al suo predecessore.
È chiaro, ma questo lo dicevamo già negli scorsi anni, che lei si sia trovato in una
situazione particolarmente imbarazzante, che lei abbia dovuto gestire un contesto al
quale non aveva partecipato direttamente e che il suo approccio culturale,
ovviamente in materia economica, è diverso da chi l'ha preceduta e che, attualmente,
regge le sorti del Bilancio della Regione Piemonte.
Detto questo, cercando di mettere un po' d'ordine negli svariati fogli in cui, con il
poco tempo a disposizione, sono riuscito a gettare qualche appunto, nella sua analisi,
a quel quasi 60% di analisi del mondo, dedica più di un passaggio ad una critica (che
ormai è diventata una costante e che, quindi, ha perso ormai forza), che è quella alle
politiche del Governo, raccolta anche dal Capogruppo Gallo rispetto alla logica del
bonus, rispetto alla logica della Social Card.
Approfitto di questa occasione per ricordare che quantomeno è stata una risposta
concreta a una esigenza primaria di gran parte delle famiglie italiane, perché credo
sia una cosa di assoluto buon senso garantire a chi ha determinati requisiti (in
particolare alle persone anziane) la possibilità di usufruire di un buono per pagare le
bollette della luce, con il sostegno anche di ENEL.
Ma detto questo, nelle sue critiche lei continua a ripetere un ritornello, che è lo stesso
Sindaco a lanciare più e più volte, quello secondo cui la gran parte dei nostri
problemi è originata dal patto di stabilità, che, effettivamente (e sono d'accordo con
chi lo ritiene), potrebbe essere rivisto nella sua applicazione, comunque necessita di
una revisione, ma che si è reso necessario per evitare che i Comuni diventassero ciò
che effettivamente molto spesso sono stati, cioè esclusivamente un centro di spesa.
Allora approfitto, signor Sindaco, se me lo permette, di rivolgermi a lei, perché
(come dicevamo fuori dai microfoni) è qualche tempo che il mio Gruppo non le
chiede le dimissioni. Oggi, devo dire, non sono sufficientemente motivato per
chiedergliele, mi permetto, però, alla luce delle sue dichiarazioni di ieri, di chiederle
che quantomeno si dimetta dalla Vicepresidenza dell'ANCI, perché che il
Vicepresidente Vicario dell'ANCI inviti i Comuni italiani all'ammutinamento e
garantisca una copertura politica che non può garantire peraltro...

SINDACO
Mi scusi.

RAVELLO Roberto Sergio
Non mi interrompa, signor Sindaco.

SINDACO
No, la interrompo solo per una precisazione.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Sindaco.

SINDACO
La posizione che ho espresso è stata approvata all'unanimità dal Consiglio Nazionale
dell'ANCI giovedì scorso.

RAVELLO Roberto Sergio
Capisco. Posso permettermi di esprimere un giudizio al riguardo e di ritenere
irresponsabile che l'ANCI inviti i Comuni, e garantisca una copertura che di fatto
non può garantire, a non rispettare il patto di stabilità, senza considerare le
conseguenze che potrebbero esserci su scala nazionale di una logica secondo cui i
Comuni... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ho capito che la sua
posizione è condivisa. Ho molta stima nei suoi confronti, immagino che lei abbia
moltissimi difetti, ma di sicuro non pecchi d'intelligenza, quindi posso immaginare
chi ne sia stato l'artefice, chi sia stato il promotore di questa linea.
Ebbene, ritengo che tutti gli organi direttivi dell'ANCI (a maggior ragione se hanno
sostenuto una sua linea che lei, poi, ha ovviamente reso pubblica) debbano
rassegnare responsabilmente le dimissioni da un organismo che non debba essere
considerato e trasformato in una tribuna politica, è un organismo che deve prestare
consulenza ai Comuni, deve sostenerli, ma da lì a invitarli all'ammutinamento di
massa, credo che il passo sia un po' troppo lungo.
Assessore Passoni, volevo ancora una volta riferirmi ad alcune delle sue critiche,
perché nella sua relazione ho colto chiaramente la critica alla logica secondo la quale
il Governo ha bloccato le entrate tributarie per i Comuni, logica della quale però lei
successivamente se ne fa vanto.
Provo a spiegarmi: da un lato, lei critica il Governo per avere legato le mani dei
Comuni - e anche qui, per inciso, ricordo che questa era una esigenza manifestata
dalla gran parte dei cittadini italiani -, dall'altro lato, cercando di dare qualche
elemento per sostenere la logica che sta alla base della predisposizione del Bilancio
preventivo 2009, lei va fiero del fatto che l'Amministrazione Comunale non abbia, al
di là della TARSU, aumentato le entrate tributarie. Allora, o è un problema mio che
non comprendo, o è un problema suo che non si è messo d'accordo con se stesso.
Sbaglia il Governo a bloccare le entrate tributarie e, invece, fa bene
l'Amministrazione Comunale a non aumentarle, oppure fa bene il Governo a bloccare
le entrate tributarie, ma l'Amministrazione vorrebbe poter usufruire del diritto ad
aumentare le tasse quanto vuole?
Le sottopongo questa domanda, mi aspetto poi nella sua relazione successiva ai
nostri interventi una risposta. E nel sostenere la necessità di garantire i servizi, lei
dimentica un aspetto, che non è irrilevante di ogni Amministrazione Pubblica,
ovverosia la necessità di garantire, parallelamente ai servizi, un adeguato livello di
qualità dei servizi, anche nella spesa e soprattutto nella copertura delle spese.
A questo punto, entro un momento nel dettaglio e devo dire che ho trovato
sconvolgente constatare che nella tabella relativa alla percentuale di copertura da
parte del contribuente dei servizi a domanda individuale, gli asili nido sono coperti
dal contribuente per una quota pari al 59,32%, mentre i bagni pubblici sono coperti
dal contribuente per una quota pari all'1,56%.
Sono rimasto molto colpito dal constatare che le mense, comprese le mense
scolastiche, sono coperte da chi usufruisce del servizio per una percentuale pari
all'83,27%, mentre i teatri e i musei sono coperti, da parte di chi i teatri li frequenta e
i musei li visita, per una quota pari all'1,66%. Sulla base dell'indicazione delle linee
che determinano la copertura dei servizi a domanda individuale, si capisce e si
comprende chiaramente qual è la definizione delle priorità da parte di questa
Amministrazione, e si capisce (e non ritengo che ciò sia accettabile) che
l'Amministrazione, evidentemente, ritiene più importante garantire la copertura
pubblica per un servizio, quale quello dei bagni pubblici o quale quello dei teatri e
dei musei (legittima, ma particolarmente discutibile in questa fase), mentre preferisce
che i cittadini torinesi paghino molto di più per un servizio essenziale, quali le scuole
pubbliche, gli asili nido e le mense scolastiche.
Questo non riesco ad accettarlo, ma non voglio anticipare una dichiarazione di voto,
perché, almeno fino a questo momento, sono rimasto piacevolmente colpito da
qualche timida ed ufficiosa apertura rispetto ad alcune sollecitazioni dell'opposizione
e del mio Gruppo; per cui, attendo di capire quanto queste timide ed ufficiose
aperture si trasformeranno in azioni concrete ed assumeranno la necessaria
ufficialità.
Ricordo a questo Consiglio che abbiamo presentato alla maggioranza e all'Assessore
Passoni alcune richieste (anche se non è un termine che rende onore a ciò che
intendevamo), pur consapevoli della gravità del momento e delle ristrettezze
economiche, senza però dimenticare che, vista la situazione, se siamo riusciti a
scampare il rischio di approvare un Bilancio tecnico, è stato quasi un miracolo. Se,
oggi, paghiamo qualcosa, è a causa di ciò che, negli anni scorsi, questa maggioranza,
sotto altre forme, ha sostenuto. Se dobbiamo tirare la cinghia - perdonatemi se,
ancora una volta, sono prosaico -, è dovuto al vostro atteggiamento da cicala negli
anni scorsi ed al fatto che il nostro Sindaco si è dimostrato campione italiano di
debito (l'ennesimo primato, Sindaco).
Le nostre richieste riguardano la questione della sicurezza e l'aumento delle
dotazioni per la Polizia Municipale, la sicurezza stradale e l'aumento delle risorse
necessarie per rendere più sicure le nostre strade (utilizzando - meglio di quanto fatto
sinora - il denaro pubblico per garantire la sicurezza della viabilità cittadina), il
sostegno pubblico alle scuole convenzionate e agli oratori (ad esempio, a servizi
come "Cogli l'estate"), il sostegno al commercio in maniera molto più diffusa di
quanto non si stia facendo oggi (quindi, non solo al commercio toccato dai grandi
cantieri, ma anche dai cantieri di più piccole dimensioni ma di lunga durata, e anche
a situazioni non necessariamente legate ai lavori pubblici, ma al degrado sociale e
all'insicurezza urbana), la necessità di dare risposte più puntuali e concrete al disagio
abitativo prima che questo si trasformi in vera e propria emergenza, cercando di
predisporre e di finanziare progetti di riqualificazione e di ristrutturazione degli
immobili occupati abusivamente, affinché questi vengano rimessi a disposizione
della comunità e rientrino nella disponibilità del patrimonio comune, conferendoli,
eventualmente, al patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, oppure mettendoli a
disposizione delle tante associazioni di volontariato che operano sul territorio
cittadino, ma che non hanno spazi per poter lavorare.
Rispetto a queste tematiche, abbiamo chiesto, a differenza degli anni scorsi, più
attenzione da parte della maggioranza e devo dire che, come ho già accennato, ci è
parso di comprendere che vi sia la disponibilità, quanto meno, ad un confronto, che
potrà manifestarsi nella presentazione di emendamenti che possano, almeno in parte,
accogliere qualcuna di queste sollecitazioni.
Vi aspettiamo alla prova dei fatti. La giornata è ancora lunga ed il Gruppo di
Alleanza Nazionale-Popolo della Libertà non ha intenzione di muoversi e di
comportarsi in maniera ottusamente pregiudiziale nei confronti della maggioranza,
ma ritiene importante cercare di arrivare ad un punto di accordo e di mediazione, per
fare in modo che questo Bilancio di emergenza non ricada esclusivamente sulle fasce
deboli, ma risponda anche a qualche necessità che riteniamo prioritaria. Siamo
disposti a confrontarci e a discutere nel merito alcuni emendamenti che la Giunta
intenderà proporre e a confermare, con un voto diverso dal "no", la nostra
approvazione al modo di operare che avete adottato quest'anno.
Vorrei chiudere con un'ultima considerazione, che riguarda qualcosa che, qualche
mese fa (quando se n'è parlato in modo particolare), non sono riuscito ad accettare:
nella sua relazione si parla della necessità - ne abbiamo discusso in diverse
Conferenze dei Capigruppo, oltre che in Consiglio Comunale - di riorganizzare la
pianta organica del Comune di Torino. Ha fatto un accenno al lavoro che ha svolto
per la presentazione di questo Bilancio e sono ben consapevole che il suo impegno
non si limiti soltanto alla partecipazione a qualche seduta, magari anche notturna, del
Consiglio Comunale in primavera, ma che corra nel corso di tutto l'anno solare e che
non venga svolto soltanto da lei, ma da tutta la macchina organizzativa. All'interno
di questa macchina organizzativa voglio considerare tutti i dipendenti del Comune di
Torino e mi perdoni, Assessore, se considererò quasi ridicolo il fatto che si cerchi di
chiudere la partita relativa al rapporto tra gestione e personale con la citazione di un
copista medioevale.
Il personale del Comune di Torino merita molto più di tre parole in latino, di un
aumento di 60 centesimi di Euro del buono pasto quotidiano (cosa che ho già detto
tempo fa), della letterina che il Direttore Generale ha mandato per avvisare del
pensionamento, del continuo ricorso a consulenze esterne e di ciò che voi, finora,
siete riusciti a consegnare loro.
Mi auguro che cambi anche l'approccio, che non solo la parte politica, ma, in
particolare, il massimo responsabile della macchina organizzativa comunale ha
dimostrato di avere nei confronti di chi, poi, effettivamente la manda avanti.
Se vogliamo sostenere una vera rivoluzione del merito - e questo, ormai, è un
concetto che pare essere condiviso, in maniera trasversale, da tutte le forze politiche -
, bisogna cercare di discriminare tra chi merita e chi non merita, tra chi lavora e chi
non lavora, ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, non si può considerare il
personale del Comune di Torino solo un peso per le casse comunali, ma valorizzare
chi, con molti anni di esperienza, ha dimostrato di avere acquisito una grande
professionalità, anche se, molto spesso, è stato sostituito, non è stato tenuto nella
debita considerazione e non gli è stata rivolta la giusta e doverosa attenzione.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tronzano.

TRONZANO Andrea
Sento la responsabilità di intervenire in questo momento di crisi, anche se la nostra
rappresentanza nella Città di Torino è meno evidente rispetto a quella nazionale; mi
auguro di non dire sciocchezze, ma di poter contribuire al dibattito e suscitare,
comunque, una riflessione nel corso di questo intervento, che farò con molta serenità.
Innanzitutto, vorrei fare i complimenti all'Assessore Passoni per le sue idee chiare,
così come ha dimostrato in I Commissione: ha detto chiaramente ciò che ha pensato,
ha una sua linea di azione e questo è sempre un valore aggiunto. Ha dovuto
contemperare esigenze di sviluppo con il sostegno alle fasce più bisognose, però
quello che vorrei sottolineare è la differenza di impostazione fra la nostra parte
politica e la sua, Assessore. A livello comunale, praticamente siamo stati obbligati ad
intervenire - così come è avvenuto con questo Bilancio, Assessore - a seguito di una
lungimirante manovra triennale del Governo Berlusconi, che, finalmente, ha messo
in evidenza le responsabilità degli amministratori (rispetto a quanto accadeva in
precedenza), preparando al federalismo fiscale. Credo che questa manovra
rappresenti il segno tangibile - e lo si evince anche dai numeri che lei ha presentato -
di un cambiamento vero, determinato dall'azione dello Stato e dalla direzione
suprema della Cosa Pubblica, rispetto ad un'azione più miope (mi riferisco a quella
che stiamo facendo a livello amministrativo torinese). Assessore, credo che lei abbia
subìto questa impostazione e stia, timidamente - e lo sottolineo -, ristrutturando il
debito; non lo sta diminuendo e, soprattutto, sta agendo in modo da non riformare in
maniera strutturale la macchina amministrativa e la sua attività amministrativa.
È per questo che ragioniamo in maniera opposta alla sua e pensiamo che questo
Bilancio non sia in linea con le aspettative del Governo nazionale; così come
anticipato dal Consigliere Ravello, stigmatizziamo il fatto di uscire dal patto di
stabilità promosso dai Sindaci e dall'ANCI. Fino a 10 mesi fa, quando eravate voi al
Governo, non ho mai sentito una parola su questo argomento: non credo che i tre
miliardi di Euro di debiti a livello comunale siano stati determinati dal Governo
Berlusconi!
Riflettiamo anche su questi argomenti, prima di parlare come il Consigliere Gallo,
che rispetto e stimo, ma che, in questo caso, a mio parere, ha detto una sciocchezza
(e gli chiedo scusa per quello che sto dicendo); i 40 Euro delle social card possono
permettere ad una persona di scaldarsi, oppure di stare al freddo. Non credo che sia
un'elemosina, perché possono fare una differenza notevole (appunto, potersi
scaldare, o meno). Credo che la social card fornisca risposte reali ad esigenze
concrete per quelle fasce più bisognose.
Assessore, non ho sentito le risposte al giusto appello che lei ha avanzato in I
Commissione, quando ha chiesto al Consiglio di far emergere, nel corso del dibattito,
la necessità di investire di più contraendo i debiti, oppure di non espandere i debiti
(evitando, quindi, di fare investimenti).
Non è giunta alcuna risposta a questo suo appello, per cui volevo capire che cosa
pensa la maggioranza di questo argomento, che non mi sembra di secondaria
importanza. Assessore, lei ha detto che questo Bilancio prepara anche a fare nuovi
mutui ed ha chiesto, con forza, al Consiglio Comunale di esprimersi su questa linea,
ma non ho sentito alcuna risposta al suo appello.
Inoltre, vorrei chiedere - e abbiamo presentato una mozione in questo senso - al
Sindaco di intervenire con energia democratica (e lo sottolineo) sulle banche. Sono in
possesso di dati allarmanti a proposito dell'allungamento dei periodi di incasso, della
razionalizzazione del credito chiesto dalle banche e dell'impossibilità di anticipare la
cassa integrazione.
Attraverso questa mozione chiediamo che il Sindaco si impegni ad intervenire sulle
banche, affinché la liquidità sia garantita alle piccole e medie imprese, perché
dobbiamo pensare e ragionare sulle aspettative crescenti e non sui bisogni e sulle
situazioni attuali.
Questo è quanto chiediamo alla Giunta nella mozione che abbiamo presentato e che
discuteremo, nei prossimi giorni (probabilmente in Commissione, o, addirittura, in
Conferenza dei Capigruppo).
Per quanto riguarda, invece, l'aspetto amministrativo vero e proprio, noi
rivendichiamo alcuni meriti (che, poi, spiegherà meglio il Capogruppo Cantore), ad
esempio, sugli asili, sulle strade e sui marciapiedi, sui buoni taxi e sulla TARSU.
Anche se in criticabile aumento del 5%, crediamo che la nostra azione dell'anno
scorso (e il conseguente ricorso al TAR) abbia permesso di evitare una forbice che,
proprio come l'anno scorso, andava dal 5 al 16%, fissando un'aliquota unica per tutti
i commercianti, ad esempio, del 5%. Si tratta di un criticabile aumento, ma è già un
piccolo segnale, per cui rivendichiamo alcuni meriti.
Spero di aver contributo al dibattito, magari non nel dettaglio, ma almeno dal punto
di vista del principio. Credo che il suo appello sia sensato ed attendo le risposte
provenienti dalla maggioranza rispetto ad una riduzione del debito o ad un
incremento degli investimenti, perché ritengo che sia il vero merito di questo
Bilancio.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Grimaldi.

GRIMALDI Marco
Vorrei iniziare il mio intervento prendendo tre spunti da un nuovo mensile, chiamato
"Wired": "Le città possono rendere intelligente l'intero sistema dei trasporti, vie,
ponti, segnali, svincoli, che possono essere collegati tra loro e resi più smart per
migliorare gli spostamenti di chi guida, fornire informazioni migliori a chi progetta le
città, aumentare la produttività delle aziende, migliorare la qualità della vita degli
abitanti, ridurre le congestioni del traffico, il consumo di carburante e le emissioni di
CO2".
Qualche pagina dopo: "Nel giro di 10 anni, i terreni agricoli tradizionali non
potranno più sfamarci. I vantaggi dell'agricoltura indoor, secondo Desfoimer, sono
vari, non dipenderà più dal clima, saranno ridotti in modo sensibile i pericoli di
malattie o di parassiti e si creeranno zone piacevoli ed ecosostenibili all'interno dei
grandi centri urbani". Qualche pagina dopo: "Passare al solare può essere più di una
buona azione, può diventare anche conveniente".
Si tratta di tre casi, nei quali questo dibattito non si riconosce ed è, forse, uno dei
limiti di questa discussione sul Bilancio: mentre noi parliamo di sterili numeri, in
realtà, c'è una città che, oggi, pur senza molti fondi, sta già progettando un futuro
diverso. Parlavo di infomobilità, di energie alternative e di orti urbani, argomenti che
i settori di questa Amministrazione - e mi riferisco ai dipendenti pubblici -, ogni
giorno, contribuiscono a migliorare e a fare in modo che, anche senza grandi risorse,
questa Città, nonostante la crisi e la stretta congiunturale (che è finanziaria, ma
dipende anche da una crisi industriale ormai ventennale), abbia degli strumenti per
superare questo momento di difficoltà. Lo dico anche per rispondere a tutte le
persone che pensano che la creatività, l'innovazione e la cultura siano una parte del
problema e non siano, invece, il luogo dove trovare le risposte a questa crisi.
Il Consigliere Gallo ha ragione quando dice che devono essere le persone con la
"pancia piena" a pagare di più, ma non mi piacciono gli slogan tipo "anche i ricchi
piangano", perché non è questo il problema e ritengo che il Consigliere stesso creda
nella progressività e nell'idea socialista di un mondo, in cui, in qualche modo, chi ha
di più debba pagare maggiormente rispetto a chi ha di meno.
Il tema che vi vorrei porre - e credo che lei ne sia consapevole - è che, in questo
momento di crisi, si rischia che anche da una vicenda grave come quella di Soria e
che ha influito, in qualche modo, sulla cultura torinese, siano i più piccoli a pagare.
Mi riferisco, per esempio, ad un piccolo istituto di ricerca che si occupa di quel
futuro che prima le disegnavo, a chi, nei territori di questa Città, ha cambiato queste
identità visive, a chi ha reso una Città come la nostra policentrica, a chi, ogni giorno,
impartisce lezioni di italiano a tutti quegli stranieri che, in qualche modo, cercano di
integrarsi e a chi, in uno spazio ristretto di Barriera di Milano (che è uno dei peggiori
quartieri della città sotto il profilo della natalità, dell'inquinamento e della
tossicodipendenza), rappresenta un piccolo presidio di socialità (che si chiama
"Spazio 211") e rischia di pagare la crisi come tanti altri.
Nella mozione di accompagnamento si fa un appello affinché la cultura, lo sport di
base, le biblioteche civiche, le politiche giovanili e d'integrazione, che, fino ad oggi,
sono state considerate, a buon diritto, tra gli asset fondamentali per le politiche di
crescita della vita sociale della Città, costituendo un pezzo di patrimonio di welfare
municipale ed urbano, continuino ad esistere, perché è questo il vero tema. Se
pensiamo che non tagliando l'assistenza, l'istruzione e le politiche sociali si sia
risolto il problema, sbagliamo clamorosamente, perché è tutto collegato. L'idea che
quando si taglia da una parte e non si taglia dall'altra la situazione non peggiori, è un
dibattito vecchio di trent'anni. Il compito della Città è riuscire a tenere tutto assieme,
considerando le ludoteche quanto le scuole dell'infanzia, perché, nel mondo della
conoscenza, i drammi peggiori avvengono proprio dentro quelle scuole e noi
scarichiamo tutte le responsabilità sulle scuole, mentre, in realtà, iniziamo a scoprire
che il vero limite è fuori (nelle famiglie, nei momenti di gioco e di studio).
La scuola non vi può porre rimedio, perché il Governo taglia migliaia di precari ed è
rappresentato da un Ministro come la Gelmini che non capisce che si sta tagliando
dall'unico spazio di rigenerazione della vita civile in questo Paese, cioè la scuola
primaria (le nostre elementari), mentre, invece, bisognerebbe ripartire da lì.
Proprio per questo motivo, sapendo che, già in passato, la scuola non aveva gli
strumenti per cambiare tutto il sistema, dobbiamo capire che, quando si parla di
educazione permanente, si intende tutto quello che c'è fuori. La speranza è riposta
nelle biblioteche civiche, negli spazi di urbanità complessi, nella rigenerazione
urbana, cioè in quelle piccole situazioni in cui i cittadini riprendono in mano la città
e, magari, invece di organizzare le ronde, si legge tranquillamente un libro di sera in
una città illuminata, difesa dai cittadini, ma non perché fanno le ronde organizzati in
gruppi di venti o trenta persone.
Questa Città, attraverso questo Bilancio, deve iniziare ad inviare un segnale per far
sentire i nostri cittadini liberi dalla paura. Il Sindaco, in questi anni, ha mostrato un
modello alternativo rispetto a tanti Comuni di centrodestra e noi dobbiamo gridare,
con forza, che questa libertà viene dai presidi di socialità che sono in giro per la città,
viene dai tanti cittadini che, contro tutto e tutti, hanno creduto in questa Città, viene
anche dai tanti imprenditori che, di notte, tengono aperta questa città e lo fanno con i
loro soldi, non con quelli della cultura.
Viene quasi da pensare che sono quelli ad avere gli introiti più alti a fregarsene di
più, perché, l'anno scorso, è stata bocciata una mozione in cui si chiedevano degli
interventi per la prevenzione dell'uso della cocaina e quest'anno, senza un Euro
pubblico, quegli stessi presidi di socialità stanno facendo, da soli, una campagna
contro tutto e tutti.
Questa è la dimostrazione che, in un momento di crisi, sono i cittadini i primi a
fornire un'alternativa anche alle Istituzioni pubbliche.
Dobbiamo riporre speranza nella comunità e non solo buttare su di essa tutte le
nostre ansie e tutte le crisi della politica. Questa crisi industriale, economica,
ambientale, anche civica e morale, parte dalla politica e, se non sarà la politica a
fornire delle risposte, lo faranno altri.
Credo che questo Consiglio Comunale debba dimostrare, nel momento del Bilancio,
di essere l'assise migliore per dare speranza e futuro ad una Città come la nostra.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Petrarulo.

PETRARULO Raffaele
Vorrei fare alcune segnalazioni a proposito di questo Bilancio.
Appartengo al Gruppo Di Pietro-Italia dei Valori, sono entrato a dicembre in questo
Consiglio Comunale e sono stato Consigliere di Circoscrizione negli ultimi otto anni.
Probabilmente, se avessi fatto questo intervento due mesi fa, le critiche al Sindaco
sarebbero state maggiori; oggi, invece, alcune operazioni effettuate ultimamente,
soprattutto in certe zone della nostra Città, hanno confermato che l'attenzione del
nostro Primo Cittadino, quando viene sollecitata e quando lui stesso ha a
disposizione le risorse utili, è sicuramente molto importante.
Mi riferisco alle Circoscrizioni 5, 6 e 7, che riguardano soprattutto la parte Nord-Est
di Torino. Di fronte alle giuste denunce avanzate dai cittadini, non per colpa sua o
del sottoscritto o di altri, ma per quello che sta avvenendo nell'area di Barriera di
Milano-Regio Parco che, come ha detto poc'anzi il Consigliere Grimaldi, è soggetta
ad una diversa collocazione (sia per l'immigrazione presente, che per la povertà e la
mancata riqualificazione), bisogna riconoscere che il progetto "Urban 3", con i fondi
strutturali che ho visto dal progetto di Bilancio 2007-2013, va ad incidere su tutta
l'area ex Incet, di cui l'Assessore Curti è stata anche portavoce. Credo che qualcosa
possa cambiare in quell'area ed il Comune di Torino lo sta dimostrando con i fatti.
È logico, però, che bisogna dire quello che si può ancora migliorare, perché i numeri
del Bilancio li ha già detti l'Assessore Passoni (che è anche un mio collega,
professionalmente parlando), per cui ripeterli sarebbe un passaggio inutile, visto che
sono stati eloquenti sia per dati, cifre e consistenza.
Occorre prendere delle posizioni certe per la Città di Torino, soprattutto per quanto
riguarda la sicurezza; mi permetto di sottolineare, con umiltà e vivendo in Barriera di
Milano-Regio Parco, che quello che, oggi, sta avvenendo e le risorse che stiamo
ottenendo sono frutto di una politica nazionale sbagliata. Come ho detto più volte, se
avessimo ottenuto dei fondi diversi, oggi, non sarebbe necessaria la presenza degli
Alpini o dell'Esercito nella nostra città. Purtroppo, non li abbiamo ottenuti e
dobbiamo fare cassa con quello che abbiamo, ma abbassare la guardia non è giusto,
secondo il sottoscritto.
La nostra Polizia Municipale, per l'ordine pubblico, può fare qualcosa, ma occorre
che, al tavolo per la sicurezza, il Sindaco batta i pugni, come ha sempre fatto, per una
razionalizzazione della forza sul territorio.
Dobbiamo far sì che le forze non vengano spalmate in maniera matematica sulle
dieci Circoscrizioni; ad esempio, avendo a disposizione cento uomini, non devono
venirne assegnati dieci per ogni Circoscrizione, ma bisogna valutare le denunce
avanzate in ogni singola area. Le faccio degli esempi: per quanto riguarda Borgata
Aurora, Barriera di Milano e San Salvario (ma qui la situazione è già un po'
migliorata), sul territorio abbiamo quasi le stesse forze che sono dislocate in altre
Circoscrizioni che non hanno gli stessi problemi.
Siccome la responsabilità per la sicurezza, per quanto riguarda la Città di Torino e la
Polizia Municipale, spetta a noi come Consiglio Comunale, al Sindaco e
all'Assessore Borgogno, teoricamente è giusto (e lo ripeterò fino a quando non
avremo il controllo totale) quello che ha prospettato il Consigliere Grimaldi, cioè
avere il coraggio di uscire a tutte le ore per poter andare a fare cultura, ma, poi,
bisogna anche essere sicuri di poter tornare a casa. Purtroppo, a Torino, in certe zone
non è possibile, perché sono ancora un po' a rischio.
Si potrebbero impegnare le risorse di questo Bilancio di Previsione per permettere un
maggior utilizzo delle forze sul territorio; incentiviamo anche il turismo e la cultura,
perché sono due fattori che, molte volte, sono sinergici. Se noi non abbiamo un
maggior turismo, non potremo avere maggiore una cultura e viceversa e, di
conseguenza, non avremo maggiore economia e maggiori risorse per aiutare le fasce
indicate dal Consigliere Gallo.
Il Consigliere Gallo non sbaglia quando dice che le elemosine non sollevano le
persone; i 40 Euro della social card sono un'inezia, perché stanziando questi 40 Euro
e togliendo, ad esempio, l'ICI, si dà un contentino ai cittadini, ma sappiamo che, poi,
di ritorno noi avremo quello che stanzierà il Governo nazionale.
Qualcuno l'ha criticato, ma, forse, aveva ragione il Consigliere Gallo: 40 Euro sono
un'elemosina per i cittadini che hanno bisogno.
Insisto anche sul discorso, già anticipato dall'Assessore Passoni, di andare a fondo
sugli accertamenti tributari. Naturalmente, deve essere potenziata la task force che
abbiamo messo in campo, ma è giusto che paghino tutti e che i furbi vengano
scovati; nessuno deve poterla fare franca solamente perché non abbiamo i numeri per
poter controllare o verificare. Oggi, l'informatizzazione è al massimo e gli uffici
sono efficienti, per cui condivido quanto dichiarato dal Sindaco.
Insisterei su questo aspetto, Assessore, perché molti si lamentano per il fatto che, poi,
i furbi non pagano mai. Non è così, i furbi devono pagare, perché, altrimenti, i fessi
rimarranno sempre tali; a questo punto, mi auguro che i fessi diventino meno furbi e
che i furbi diventino fessi.
Per quanto riguarda la Variante 200, l'Assessore Viano ha svolto un'opera che,
secondo me, può rappresentare lo sviluppo di tutta l'area Nord di Torino, anche
grazie alla linea 2 della Metropolitana. Mi auguro che riusciremo a realizzarla e che
non si tratti soltanto di voci inserite all'interno del Bilancio per far sì che i totali
possano dare degli impegni, che, poi, magari non sono quelli che saranno
contraddistinti. La prospettiva sulla linea 1 è già un discorso, mentre, per quanto
riguarda la linea 2, dipenderà da quello che, poi, darà il governo nazionale.
Un altro problema che vorrei affrontare nel mio intervento è il decentramento; le
Circoscrizioni rappresentano dei costi per la cittadinanza, ma, molte volte, non hanno
quel ritorno che dovrebbero dare. Dobbiamo avere il coraggio di comprendere (e
parlo da ex Consigliere di Circoscrizione) se servono o meno; visto che costano ma
non sempre portano risultati sufficienti, appoggio la proposta (che il Sindaco, tempo
addietro, ha avanzato attraverso gli organi di stampa) di riaccorparle, o di azzerarle
del tutto.
Sindaco, se la funzionalità sul territorio è data dal decentramento, la penso come lei,
perché, oggi come oggi, sto notando che in Circoscrizione si fa o, comunque, si tenta
di fare qualcosa e, alla fine, o viene ascoltata solo a volte, o non viene per niente
ascoltata, o quanto viene proposto, poi, non viene attuato. A questo punto, visto che i
milioni di Euro impegnati sono tanti, così come le risorse umane, la
razionalizzazione delle risorse proposta per la Polizia Municipale può essere
applicata anche per gli Enti comunali o per le Circoscrizioni stesse. Non ci devono
essere delle nicchie in cui qualcuno rimane Consigliere a vita, giusto per avere dei
titoli e poter fare qualcosa sul territorio. Il decentramento è un argomento serio, per il
quale vanno stanziate risorse finanziarie ed umane; se non può essere così, allora è
necessario eliminarlo del tutto. Ritengo che questo argomento sarà oggetto di diverse
discussioni.
Il Bilancio è stato preparato dal Sindaco con la sua Giunta; noi del Gruppo Di Pietro-
Italia dei Valori non facciamo parte di questa Giunta, ma solo della maggioranza e,
qualche volta, forse siamo anche un po' critici. Però, facendo parte di questa
maggioranza, come ho già detto anche agli Assessori, nella mia ottica, se uno…

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Bene…

PETRARULO Raffaele
Devo concludere?

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Ha ancora del tempo a disposizione, Consigliere Petrarulo.

PETRARULO Raffaele
Ribadisco che credo che potremo approfondire il discorso che faceva il Sindaco. Io
sono un dirigente di questo partito e non faccio alcuna richiesta, se non quella di
poter essere all'interno di una giurisdizione. Se, poi, ci sono le persone e le
competenze giuste, ben vengano, altrimenti si cancellano del tutto, come dice il mio
caro Antonio e come ripeto anche io.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Goffi.

GOFFI Alberto
Il Consigliere Rattazzi, che è persona sabauda, ha detto: "Questo è un Bilancio con i
piedi per terra" e concordo pienamente. Sottolineo soltanto che, pur tenendo i piedi
per terra, è possibile aggiungere un po' di coraggio e d'innovazione. Forse, da una
lettura assolutamente generale del Bilancio, questo è il deficit che emerge: manca un
po' di coraggio. Sicuramente, è un Bilancio corretto, ma gioca al ribasso,
grossomodo, su tutte le voci.
Non comprendo la polemica proposta dal Consigliere Tronzano, che accusa la
maggioranza di avere accumulato un debito notevole, ma, allo stesso tempo, la
premia perché questo Bilancio gioca al ribasso.
La mia è un'impostazione totalmente diversa: accuso il Governo (e rivolgo a voi le
stesse critiche) di avere sfruttato poco le possibilità che debbono avere gli Enti Locali
(Comune e Regione) in materia di volano dell'economia. Infatti, più risorse si
mettono in campo, purché ben spese, e maggiori risultati, anche come volano
economico, si possono ottenere.
La mia critica è esattamente opposta a quella del Consigliere Tronzano. Avrei
preferito un Bilancio che investisse maggiormente in alcuni settori, naturalmente,
con le difficoltà che ne conseguono.
Ho alcune perplessità per quanto riguarda gli aspetti tecnici e mi rendo conto che,
anche a causa dell'ora di questa discussione, c'è uno scarso interesse su questo
argomento, però preferirei che l'Assessore, oggi, mi chiarisse alcuni dubbi.
L'avanzo di amministrazione ha registrato una vistosa diminuzione rispetto al
passato e ciò meriterebbe una spiegazione. Si dovrebbe trattare di un'entrata
aggiuntiva che ci permette anche di risolvere alcune situazioni, per cui andrebbe
chiarito se, effettivamente, c'è, in che misura c'è nella certezza e se è libera o
vincolata. L'indicazione di 5 milioni di Euro, come dato asettico, rischia di risultare
una quadratura contabile e non, invece, un effettivo avanzo di amministrazione.
Per quanto riguarda le entrate tributarie, al Titolo I, non comprendo la politica della
Giunta in materia di ICI; qual è la somma che la Giunta ipotizza di segnalare al
Governo per la copertura del mancato introito? In effetti, la differenza tra la
diminuzione del gettito dell'ICI e l'aumento del trasferimento dello Stato come
contributo, ex Decreto Legislativo 504/92, risulta essere di 31 milioni di Euro in
negativo. Di conseguenza, vorrei sapere esattamente qual è la cifra che chiediamo al
Governo per la copertura dell'ICI.
Qual è la politica che si intende mettere in atto per il recupero dell'evasione dell'ICI?
Da quello che si legge in questo Bilancio, non c'è alcuna politica per una
diminuzione del carico di evasione dell'ICI, dato che è addirittura prevista una
diminuzione dell'introito ICI del 2008 rispetto al 2009. O tutti i cittadini sono
virtuosi, oppure non si mette in conto di predisporre delle azioni per recuperare il più
possibile l'ICI, che, oggi, il Comune non introita.
Sarebbe interessante capire come mai, a pagina 4, viene aumentata la tassa per lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani, mentre, a pagina 73, la spesa per lo stesso
intervento diminuisce. Si tratta della lettura di un dato che, a mio giudizio, registra un
conflitto, per cui vorrei capire esattamente come stanno le cose.
Per quanto riguarda i trasferimenti dello Stato, la riduzione è di 28,8 milioni di Euro
e di questo bisogna tenerne conto; se si chiede agli Enti Locali di mantenere il più
possibile i servizi, bisognerebbe chiedere al Governo di fare altrettanto, perché una
riduzione di circa 30 milioni di Euro, in questo momento, è molto pesante.
Per quanto riguarda il Titolo III delle entrate extratributarie, registriamo, invece, un
aumento - e questo dato non è positivo -, dovuto alle sanzioni amministrative e
pecuniarie, che supera il 10,4%; quindi utilizziamo, continuamente, la repressione
come leva fiscale.
È ovvio che, avendo un'entrata contenuta, la spesa viene giocata al ribasso. C'è una
contrazione di tutte le spese di circa 47 milioni di Euro, ma, mentre diminuiscono
tutte le spese del personale, non si comprende l'aumento delle spese del personale
negli altri Servizi Generali; si tratta di un dato in controtendenza rispetto alla
diminuzione complessiva.
Questo taglio di 47 milioni di Euro comprende tutti i Settori (gli asili nido, lo sport,
la viabilità, l'ambiente) e questa, a mio giudizio, è la critica principale che devo
avanzare nei confronti di questo Bilancio, perché il contenimento della spesa rischia
di tagliare alcuni servizi che potrebbero rappresentare un volano per l'economia
territoriale.
Sul Bilancio Pluriennale spenderò pochissime parole, perché, a mio giudizio, è un
esercizio di carattere ragionieristico.
Lo dico a ragion veduta, perché, a mio giudizio, non risponde neanche ai criteri
generali previsti dal Testo Unico degli Enti Locali. Infatti, quando fate le previsioni
di spesa sulla programmazione delle opere pubbliche e sulla programmazione degli
interventi futuri arrivando all'unità dell'Euro, francamente, ho alcune difficoltà a
credere che sia una programmazione seria, perché non è possibile sapere esattamente
ciò che capiterà fra tre anni, con un criterio ragionalistico assolutamente certo,
arrivando all'Euro. Mi pare una programmazione fatta con il criterio burocratico di
fare i bilanci come 30 anni fa, senza tenere conto anche delle nuove normative
intervenute.
L'unico dato incontrovertibile è quello relativo alle sanzioni pecuniarie e alle
contravvenzioni; infatti, dal 2008 al 2009, questo dato cresce del 10,4%, e nel 2010 e
2011 cresce sensibilmente, anche se in misura diversa.
Quindi, è un Bilancio che prevede - per parlare in termini assolutamente grossolani -
una riduzione delle spese generali, che ricade sulla contrazione dei servizi. L'unica
previsione di entrata supplementare è quella di aumentare le sanzioni amministrative
e pecuniarie.
Purtroppo, questo dato mi fa pensare non che il Bilancio non sia corretto, ma
semplicemente che sia un Bilancio fatto con le stesse modalità di un tempo, senza
trovare soluzioni diverse rispetto a quelle da sempre applicate. Così anche nel
Programma Triennale per le opere pubbliche; a parte il fatto che, ovviamente,
vengono indicate nell'anno 2009, ma si inizieranno nel 2010, compresi gli interventi
di messa in sicurezza degli immobili, con particolare riferimento a quelli per l'uso
scolastico, che, invece, a mio giudizio, avrebbero bisogno di interventi anche
nell'anno corrente.
Chiudo questa analisi generale, chiedendo a lei di rispondermi su questi argomenti e
ponendo al Consiglio Comunale due riflessioni di carattere nazionale, ma anche
locale. Mi è parso di capire che il Consigliere Tronzano abbia presentato una
mozione di accompagnamento al Bilancio, che riguarda un ordine del giorno sulle
Banche, chiedendo che il Comune di Torino intervenga sulle Banche per l'erogazione
dei contributi. A parte il fatto che, dalle parole del Ministro Tremonti, a me pareva
che il problema fosse già risolto, ho appreso che il problema delle Banche non
esisteva, perché hanno dichiarato che stanno erogando con grande tranquillità alle
imprese. Poiché sappiamo benissimo che questo è uno spot elettorale, è inutile
chiedere al Sindaco di questa Città che intervenga nei confronti delle Banche, quando
è il Governo stesso che deve intervenire. Quanto, invece, sommessamente chiedo
sono altri due provvedimenti che dovremmo cercare di portare a casa. Il primo è il
fatto che molte aziende di questo territorio stanno vivendo una difficoltà dovuta ai
mancati o ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Francamente,
vorrei che il Sindaco si facesse portatore di questo, perché, se il Governo svincolasse
i 70 miliardi di Euro che sono delle imprese, credo che sarebbe già di per sé
sufficiente a risolvere in gran parte il problema delle imprese anche di questo
territorio.
È ovvio che se i pagamenti avvengono dopo 7-8 mesi molte imprese rischiano il
fallimento. Per contro, il Ministro Tremonti ha chiesto la revisione degli obiettivi di
Equitalia. Quindi, da un lato, abbiamo le imprese che non ricevono i pagamenti dagli
Enti pubblici, e, dall'altro, abbiamo Equitalia che, per raggiungere gli obiettivi che si
è dato il Ministro Tremonti, applica sanzioni, interessi, diritti e agi che arrivano al
30% annui alle aziende oggi in difficoltà.
Ora, delle due l'una: o siamo tutti preoccupati per la crisi, dallo Stato, alle Regioni, ai
Comuni, oppure qualcuno sta giocando alle tre carte. Credo che una vera azione - mi
rivolgo ovviamente a lei e ne approfitto per la sede del Bilancio - sia quella di dire al
Ministro Tremonti che la prima operazione da fare non è la social card, ma sbloccare
i soldi attraverso la Cassa Depositi e Prestiti degli Enti locali per poter pagare le
imprese! Questo sarebbe già di per sé una grande possibilità per risolvere una parte
dei problemi.
In secondo luogo, facciamoci portatori nei confronti del Governo che questo
scandalo di Equitalia cessi in qualche modo. Non è possibile che imprese e famiglie,
che, oggi, si trovano in difficoltà, vengano ulteriormente tartassate con il 30% tra agi,
diritti e interessi su una spesa che già di per sé non hanno potuto sostenere. Questo
sarebbe un intervento da fare immediatamente.
Terzo - e chiudo -. Noi abbiamo un problema, che è quello dell'applicazione delle
ganasce fiscali (o fermi amministrativi), che, oggi, colpiscono molti lavoratori che
hanno perso il posto di lavoro, ma anche molti artigiani, commercianti ed imprese.
Vi chiedo due cose. Intanto - così come ha fatto la Regione Piemonte, attraverso il
Presidente Bresso -, di elevare quel limite di applicazione. Oggi, vengono applicate
le ganasce fiscali alle macchine per debiti anche superiori da 1 Euro a 100 Euro; la
Regione ha fissato come tetto i 500 Euro, e credo che sia una cifra che possa
raggiungere anche il Comune di Torino. Questo consentirebbe di liberare circa il
60% del parco macchine che, oggi, il Comune di Torino ferma nei confronti di
imprese, lavoratori e famiglie in difficoltà, e, in secondo luogo, l'obiettivo sarebbe
quello di limitare il più possibile l'applicazione delle ganasce a chi utilizza la
macchina per ragioni di lavoro.
Credo che questo sia doveroso, anche perché, se si blocca la macchina ad un
artigiano, ad un imprenditore o ad un idraulico, che è necessaria per poter esercitare
la propria attività, mi chiedo come potremmo rientrare dei soldi che questa persona
deve nei confronti del Comune di Torino o, comunque, dello Stato.
Credo che queste siano indicazioni concrete, che non guardano i grandi sistemi, ma
possono essere una valida base di ragionamento per questo Comune.
Credo che siano tutte richieste accoglibili. Mi auguro che il momento del Bilancio sia
un'occasione seria per fare una riflessione e non la classica polemica sui numeri
(perché, comunque, sono corretti). A parte la mia critica all'impostazione di questo
Bilancio, vorrei che si sbloccassero due o tre situazioni che risolverebbero veramente
i problemi di molte famiglie torinesi, che, oggi, vivono il dramma della
disoccupazione, e di molte imprese, che, oggi, vivono il dramma della chiusura della
propria attività.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cassiani.

CASSIANI Luca
Intervengo rapidamente sulle questioni di Bilancio, riguardo alla cultura e, in
particolare, in merito al lavoro svolto dalla V Commissione, che è stato espresso
parzialmente da altri Consiglieri.
Ovviamente, sono d'accordo con la mozione di accompagnamento attraverso la quale
tutta la maggioranza ha rilevato una richiesta di attenzione al mondo della cultura,
che non deve essere accomunato al mondo dei galà o delle cene, ma alla cultura di
base, che in questi dieci anni, ha contribuito con orgoglio alla visione, all'immagine
e, soprattutto, all'importanza che ha acquisito la nostra Città, dal punto di vista
culturale, in tutta Italia e anche fuori dai confini nazionali.
Quindi, chiediamo di dare spazio e continuità a quelle iniziative innovative giovanili
che riguardano la cultura e, in particolare, ai grandi festival, che partono da una
concezione di base, come, per esempio, il "Torino Film Festival" che affonda le
radici nel "Torino Festival Cinema Giovani".
L'orgoglio di questa Città deve essere ribadito anche nell'approvazione di questo
difficile Bilancio, perché la scommessa di Torino è stata vinta. È stata vinta, perché
Torino è, ormai, nei cataloghi di tutto il mondo; dal punto di vista del turismo, è una
delle capitali della cultura europea; nei vari tour risulta una delle mete più importanti.
Inoltre, è stata vinta perché, nel 2009, nonostante le difficoltà, la Città apre musei e
pensa al futuro in modo assolutamente fiducioso (non tanto ottimistico, ma
fiducioso), scommettendo ancora sul fatto che possa farcela ad uscire anche da
questa crisi, che, ovviamente, è diversa da quelle che abbiamo già superato nel
passato, perché ha caratteri più globali, meno localistici rispetto a quelle vissute nei
quindici anni precedenti. Però, credo che possa farlo.
Quindi, la volontà è quella di ribadire, affinché rimanga anche a testimonianza nel
Consiglio Comunale, una richiesta di attenzione che viene dal mondo della cultura di
base, che non è soltanto la cultura "patinata" che esce sulle pagine dei giornali, ma
quella dei mille rivoli del teatro di base, delle vicende che riguardano il territorio e,
in qualche modo, anche l'associazionismo meno legato a sponsorizzazioni milionarie,
ma fatto tante volte in modo gratuito, ovviamente appassionato.
Concludo, perché il mio intervento era soltanto un richiamo e una richiesta di
attenzione da parte di tutti. So che l'Assessore Passoni, da questo punto di vista, ha
dimostrato la sua sensibilità nel volere verificare se vi sia la possibilità, in un
prossimo futuro, di destinare risorse aggiuntive qualora ci fosse la possibilità,
soprattutto per quelle iniziative che, più di altre, rilevano l'innovazione e l'attenzione
al mondo delle politiche giovanili, che, purtroppo, ovviamente anche a causa delle
difficoltà di Bilancio, ha subito alcuni disinvestimenti e non particolari investimenti
per il futuro.
Quindi, nella richiesta di attenzione per quel mondo, ribadisco che molti dei grandi
personaggi della cultura odierna italiana, a partire da Noseda, Martone, Gianni
Amelio, hanno scommesso sulla Città, credendo che qui si possa fare cultura di un
certo tipo, anche senza i mezzi - gli ultimi esempi stanno in questo modo a
significare che si possono fare anche interventi di qualità senza avere spese
milionarie -. Credo, quindi, che questo mondo debba essere aiutato anche
dall'Amministrazione Comunale.
Quindi, ribadiamo la nostra volontà di chiedere all'Amministrazione Comunale di
riflettere, nel corso dell'anno, sul Consuntivo e sulle possibilità di un'ulteriore e
maggiore spesa per le attività più innovative e giovanili, che sono state messe un
pochino in un angolo (per esigenze che rispetto e che considero assolutamente
strategiche per la Città). Chiedo anche che sul dibattito relativo al mondo della
cultura ci possa essere la possibilità, in futuro, di tornare anche con l'intervento
dell'Assessore, che, secondo me, si è dimostrato particolarmente attento ad un mondo
che non è fatto soltanto di casi eclatanti giornalistici, ma anche di tante persone che
lavorano e si impegnano ogni giorno.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Intervengo molto brevemente, senza rubare troppo tempo all'Aula e all'Assessore,
semplicemente perché quanto avrei voluto dire, in gran parte, è già stato detto, quindi
non è il caso di ripetersi.
Devo, però, evidenziare alcune considerazioni all'Assessore: la prima è che,
guardando gli indicatori finanziari, in questo Bilancio di Previsione 2009, abbiamo
due elementi di valutazione assolutamente negativi, costituiti dall'incremento della
pressione tributaria pro capite (che passa da 464 Euro a 485 Euro) e
dall'indebitamento pro capite (che passa da 3.289 Euro a 3.399 Euro). Si tratta,
quindi, di evidenziare una scelta politica che questa Amministrazione ha compiuto
nel rendere i cittadini torinesi più poveri, non solo nel breve termine, ma anche nel
medio e lungo termine. Questo significa che, oggi, cominciamo a vedere le
conseguenze di una gestione amministrativa e finanziaria che mi piace definire
scellerata - uso volutamente un termine forte, però è un termine che si sposa bene
con la reale situazione -.
La Città di Torino è stata amministrata con leggerezza e superficialità. I risultati,
oggi, ricadono sulle spalle dell'Assessore, e, per quanto competenti possano essere,
sull'Assessore ricade la responsabilità di rendere i cittadini torinesi sicuramente più
poveri e più gravati di debiti e tasse. Lo dico a parziale sua discolpa, Assessore,
perché lei paga colpe che non ha; paga colpe di chi l'ha preceduta, paga colpe di una
Città che non sa reagire o che non sta reagendo pienamente, nonostante i copiosi
investimenti compiuti per cercare di sottrarla a questo limbo e a questa aspirazione
da grande città, da grande metropoli, che, però, non trova mai concreta, reale e
fruttuosa applicazione.
Voglio fare un'altra considerazione importante all'Assessore. Lei ha tanto parlato,
attraverso i media, dell'istituzione di una task force per andare a recuperare l'evasione
o l'elusione. Le abbiamo dato fiducia - io personalmente (glielo ricordo e non si
offenda se glielo rinfaccio) - quando lei ha chiesto fiducia all'Aula per l'istituzione
del Catasto Comunale. In quella sede - glielo ricordo - le dissi: "Non è una cambiale
in bianco, vedremo i risultati". Bene, i risultati sono che, nel passaggio dall'assestato
2008 alla previsione 2009, per quanto riguarda il gettito ICI, c'è una diminuzione di
circa 2 milioni di Euro. Allora, che fine hanno fatto i proclami, gli impegni, le risorse
spese per eliminare l'elusione e l'evasione? Non solo non hanno prodotto risultati,
ma, evidentemente, visti i risultati, sono stati sprecati. Nonostante questo, i cittadini
torinesi vedono incrementate la pressione tributaria.
L'ultima considerazione riguarda le entrate da alienazioni immobiliari. Negli anni
scorsi (in particolare, l'anno scorso), si è fatto molto affidamento sugli equilibri di
Bilancio basati sulle alienazioni immobiliari. I risultati sono che le previsioni non si
sono rivelate vere: gli incassi reali (non quelli dichiarati sulla carta, ma i soldi che,
effettivamente, troviamo all'interno del cassetto delle casse comunali) sono inferiori
a quelli che si era previsto di trovare. Nonostante questo, si continua a perseverare
nell'errore. La previsione dell'ultimo Esercizio era quella di incassare 40 milioni, e
non li abbiamo incassati; nonostante questo, si prevede per l'anno prossimo di
incassare 51 milioni. Con i chiari di luna che ha il mercato immobiliare in questo
momento a Torino, che affidabilità ha questa previsione? Assessore, si ricorda che
qualche mese fa è andata deserta una gara? Si ricorda che di tutti gli immobili che
abbiamo messo in vendita, nonostante alcuni prezzi fossero stracciati, nessuno è
risultato appetibile per gli investitori immobiliari di Torino? Nonostante questo, lei
continua a perseverare in quell'errore compiuto l'anno scorso, che continua a
compiere quest'anno. Non la voglio assimilare al diavolo (come farebbe qualcuno,
vedendo la sua perseveranza in questi errori), perché non lo merita; lei sta facendo -
glielo riconosco pubblicamente - del suo meglio, ma continuare a provare a fare
quadrare il Bilancio, immaginando (perché sogno è, e sogno resterà) di vendere
immobili e di incassare 51 milioni di Euro, questo, se mi permette Assessore, non
glielo perdono.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Normalmente il Presidente della Commissione Bilancio interviene per ultimo.
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Mi scuso con il Presidente della Commissione Bilancio; non vorrei rompere queste
consuetudini molto importanti.
Sarò molto breve. Questi dibattiti non mi appassionano mai; io sono decisamente più
terra terra e non arrivo a queste vette dell'immaginazione del Bilancio della Città di
Torino, perché - ha ragione il Consigliere Lonero - ci sono degli artifizi che,
sinceramente, non comprendo e non provo nemmeno a comprendere. È stato
raggiunto il pareggio di Bilancio (peraltro, obbligatorio e dovuto); di questo, da
cittadino, ringrazio gli Uffici, non certo l'Assessore.
Sono stato attento ad alcuni interventi di stamattina, ma, soprattutto, a quello di ieri
dell'Assessore e a quello di oggi del Consigliere dell'UDC; mi fa specie sentire
criticare il Governo da parte di un Assessore che fa parte di una maggioranza della
quale i partiti hanno scialato per anni sulla Città di Torino. Tanto per citare qualche
caso, le ditte che lavoravano per le Olimpiadi con appalti a prezzi tre o quattro volte
superiori ai prezzi di mercato; c'è stata una pioggia di soldi sulla Città di Torino.
Anche il rappresentante dell'UDC (mi dispiace che non sia presente, ma potrà
leggerlo nel verbale), che, per adesso, non ha casa né in Comune né a Roma, e che fa
parte di quei partiti che hanno rovinato l'Italia - perché l'hanno mangiata di traverso -,
adesso critica le decisioni di questo Governo.
Tornando al Bilancio di questa Città, mi fa anche specie che - mi rivolgo soprattutto
ai Consiglieri di maggioranza - proprio i partiti che criticano aspramente il Piano
Casa (che dovrà essere rivisto grazie alla Lega Nord, che è sempre molto attenta al
territorio e ai cittadini) vadano a chiudere il Bilancio della Città di Torino
(naturalmente, con artifizi) basandosi anche - non solo - sugli oneri di
urbanizzazione, come se non avessero già costruito troppo e male su questa città.
Voi riuscite, artificialmente (perché, come ha detto chi mi ha preceduto, ci sono tante
cifre che, non dico non siano corrette - non mi permetterei mai -, ma che facilmente
non ritorneranno effettivamente alla fine dell'anno), a chiudere anche con questi
oneri di urbanizzazione, o con l'aumento delle multe (anche se è stato detto che il
10%, il 9% o l'8% è stato dovuto, soprattutto, ad un aumento dell'importo di queste
multe da parte dello Stato). Comunque, alla fine, i cittadini sono sempre l'ultima
ruota del carro.
Come ha già detto giustamente il Consigliere Lonero, è un pareggio di Bilancio
basato anche su una previsione di vendite immobiliari per 51 milioni di Euro, quando
si è visto - l'hanno visto tutti - il fallimento dell'ultima asta immobiliare. È andata
bene solo a quattro squatter che, per un breve periodo di tempo, hanno occupato una
casa per la quale l'asta non è andata a buon fine, e quindi è rimasta vuota.
Come ho già detto prima, nella conferenza stampa che abbiamo fatto come
opposizione, a differenza, forse, di altri Consiglieri di minoranza, io voterò
assolutamente "no" a questo Bilancio.
Anch'io, per onestà intellettuale, devo dare atto che queste situazioni non dipendono
tanto dall'attuale Assessore Passoni - l'ho già detto e ripetuto -. Mi sono preso i
rimbrotti del diretto interessato, perché mi ero permesso di criticare la sua gestione
passata delle finanze della Città di Torino; lei non ne è direttamente responsabile,
però è chiaro che lei, facendo parte di questa maggioranza, accettando di fare
l'Assessore, accetta oneri ed onori, quindi sapeva benissimo cosa avrebbe trovato
sedendosi su quella poltrona, ma forse non pensava che avrebbe trovato così tanto in
negativo, pur essendo un grande conoscitore dei meccanismi della finanza e dei
bilanci comunali.
Quindi, posso dire che io voterò convintamente "no" a questo Bilancio per quanto ho
detto testé, ma anche per il fatto che, quando noi dell'opposizione abbiamo cercato di
chiedere, tramite l'Assessore, alla sua maggioranza, delle aperture verso alcune
branche della nostra città, ci siamo sentiti rispondere "no" esclusivamente per una
questione politica, perché i "no" secchi, ricevuti alle richieste, veramente limitate, di
aumento di contributi alle scuole FISM, non sono stati dettati da mancanza di soldi -
voglio dirlo a verbale -, ma, esclusivamente, da una questione politica, di una parte di
partiti che regge questa maggioranza. Una parte della sua maggioranza ha rifiutato
anche solo di discutere sul fatto di dare maggiori dotazioni o di incrementare le forze
di Polizia Municipale, per una questione esclusivamente politica. È tanto facile
parlare di "ordine" solo come spot pubblicitario sui giornali, da parte magari del
Sindaco, o di qualche Assessore, ma, quando poi si va a toccare veramente con
mano, già solo il fatto che si danno maggiori mezzi e dotazioni a persone che hanno
la sola colpa di indossare una divisa, per una parte della vostra maggioranza è una
cosa deleteria, che deve essere contrastata!
Quindi, non posso assolutamente votare favorevolmente un Bilancio fondato anche
su questi pilastri e presupposti. Non posso votare un Bilancio che, in definitiva, dà a
chi? Do atto all'Assessore Passoni che, in queste ristrettezze (di cui, ripeto, la colpa
non è di qualcun altro, né di Babbo Natale né viene dalla luna, ma è solamente
vostra, che avete scialato negli anni passati), ha cercato di dare a chi? Ai più poveri.
Peccato che - in questo, siete tutti d'accordo - i più poveri siano sempre coloro che
certamente non sono italiani, ma sono, naturalmente, i nomadi. Quindi, i soldi per i
nomadi ci sono sempre! Sono soldi per chi non ha voglia di lavorare, non per coloro
che perdono il posto di lavoro! Per quelli che non hanno voglia di lavorare! Per
queste persone i soldi ci sono sempre, ma per tutte le altre persone, che io chiamo -
con termine sbagliato, ma che a me piace molto - persone normali, persone comuni,
persone che si devono alzare tutte le mattine per andare a lavorare, non c'è niente!
Anzi, Assessore, lei si rammarica del fatto che lo Stato non le permette di aumentare
l'IRE; lei si rammarica di non potere tassare ulteriormente quei cittadini che hanno
solamente la colpa di lavorare! Perché lei, effettivamente - lo dico e lo rimarco -,
viene da una cultura assolutamente comunista, per cui chi ha una qualsiasi attività
deve essere usato come una vacca da mungere. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Non i lavori forzati, Assessore, io non scherzo su queste cose.
Quando lei si rammarica di non potere aumentare la percentuale dell'IRE per alcune
categorie sociali, so benissimo dove vuole arrivare! Lei vorrebbe aumentare l'IRE per
i negozianti, i professionisti, per chi si alza tutte le mattine rischiando di proprio per
andare a tirare su la serranda e aprire bottega.
Questo lo dico anche per alcuni Consiglieri della maggioranza, che, fuori, parlano e,
mi permetto di dire, blaterano sulla difesa del ceto medio, di chi lavora e di chi
produce, ma, poi, invece, nella realtà dei fatti, approvano e concordano pienamente
con le decisioni prese dall'Assessore Passoni.
Termino, perché mi sono dilungato fin troppo, ma potrei continuare sulla vergogna di
questa Città! Per esempio, oggi, è apparso su un quotidiano cittadino un articolo sulla
frana che, tre mesi fa, ha buttato giù una strada comunale e che minaccia una casa.
Conoscevo questa situazione da quando è iniziata. Sono passati tre mesi da quando
c'è stata questa frana; non è un piccolo smottamento, ma sono andati a valle 30 metri
di strada comunale! E la Città non è ancora intervenuta! Una Città che si reputa
moderna. Sentivo prima dire dal Presidente della V Commissione che la Città di
Torino è in testa nelle guide turistiche, per l'arte, eccetera. Potremmo portarli anche
lì. Una Città che non riesce nemmeno ad intervenire per riparare una cosa del genere,
perché non ha i soldi!
Potrei citare tutte le persone che hanno fatto causa al Comune di Torino, o, ancora di
più, tutte le persone che, sbagliando, non hanno fatto causa al Comune di Torino, ma
che sono andate al pronto soccorso, perché non avete i soldi per riparare le buche sui
marciapiedi e nelle strade! (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Non è colpa
dello Stato, caro Collega, anche lei ex, o post, o forse comunista. Non mi rivolgevo
adesso a lei, ma al suo ex Collega di partito (anche qui, non riesco più a stare dietro a
questi movimenti). Non è il discorso dei tagli dello Stato, perché lo Stato, limitando
le spese, cerca solo di porre rimedio a quanto hanno fatto quei partiti che, negli ultimi
30-40 anni, hanno mangiato l'Italia di traverso! Uno Stato avrebbe già dovuto
limitare le spese nel periodo olimpico a un Comune come quello di Torino.
Termino, perché non voglio tediare ulteriormente gli Assessori e i Colleghi della
maggioranza.
Ritengo che l'Assessore avrà una grande responsabilità. Lei è connivente con chi sta
decidendo, scientificamente, di porre i cittadini torinesi di fronte al fatto che, al
termine dell'Amministrazione "Chiamparino", ci sarà il baratro. A voi non importa
assolutamente nulla di che cosa capiterà ai cittadini torinesi dopo il 2011, forse
perché siete già consapevoli che andrete tutti a casa.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cuntrò.

CUNTRÒ Gioacchino
È difficile intervenire in una discussione di Bilancio che ha visto la sua preparazione
in una fase complessa.
Sarebbe retorico, facile e semplice rispondere ad una parte, o, comunque, valutare
una parte delle affermazioni fatte in quest'Aula. Ritengo che sia venuto il momento
che la politica e, in questo caso, gli Amministratori, nel dibattito in Consiglio
Comunale, vadano oltre al confronto fra maggioranza e opposizione, rinfacciandosi
le relative politiche che vengono fatte a seconda di dove abbiamo la responsabilità di
Governo. Potrei iniziare avanzando alcune critiche al Governo del nostro Paese, però
non risolverei i problemi della discussione della nostra Città. Invece, voglio stare
nella nostra Città.
Penso che l'opposizione, così come quando c'è stata la discussione sulla Finanziaria,
debba attrezzarsi e innovarsi rispetto al confronto; anche in questa Sala, dovremmo
avere tutti la capacità, per senso di responsabilità e per il bene che vogliamo alla
Città, di confrontarci in un modo diverso.
Consigliere Carossa, non so i cittadini la prossima volta chi manderanno a casa. So
solo che coloro che dovranno governare questa Città avranno una responsabilità, che
è quella di rispondere al buon governo e alle esigenze dei cittadini.
Riguardo al Bilancio che ci è stato presentato, al di là dei numeri sui quali ci siamo
articolati (rispetto ai quali la discussione più vera e più propria doveva e deve essere
fatta nelle Commissioni, perché è inutile oggi riprendere le cifre in Aula), essendo un
Consigliere di maggioranza, non posso che dare fiducia all'Assessore, perché, nel
momento in cui discuto del Bilancio della mia maggioranza, ancorché sono un
Consigliere Comunale e l'Assessore rappresenta la Giunta e la Città nell'elaborazione
del Bilancio, non posso che dargli fiducia.
Questa fiducia nasce dal fatto che il Bilancio, quest'anno, è stato costruito anche in
presenza di una contrazione dei soldi che arrivano al Comune, perché, è inutile
girarci attorno; possiamo dare le responsabilità a destra, a manca, alla crisi
economica, alla crisi nazionale, alle banche, alla crisi della FIAT, ma un fatto è certo:
le entrate al Comune di Torino sono diminuite.
Se poi vogliamo fare il dibattito su chi abbia la responsabilità, sicuramente non la
Città di Torino. Parto da questo presupposto. Sono diminuite le entrate, e il Bilancio
non poteva e non doveva muoversi in una linea diversa dall'impostazione che ha dato
questa Amministrazione.
Possiamo discutere dell'indebitamento del Comune? Ne abbiamo discusso in
Commissione e discuteremo ancora sul fatto se i derivati fossero lo strumento giusto
e se l'Assessore precedente abbia sbagliato. Possiamo porci la domanda, ma un dato
è certo: c'è una continuità di gestione, non c'è una diversa impostazione tra la vecchia
Amministrazione, il vecchio Assessore o il nuovo Assessore. La discussione
sull'indebitamento nasce da un elemento, e io sono orgoglioso che questa Città si sia
indebitata, perché lo ha fatto per dare un futuro ai torinesi. Facciamo sempre finta di
dimenticarci che l'indebitamento nasce dagli investimenti oculati, attenti e precisi
che questa Città ha fatto per l'evento Olimpico.
Consigliere Carossa, potrei fare un paragone con l'indebitamento della città nella
quale sono nato, Catania, che non era governata dal centrosinistra! E il Governo ha
dovuto intervenire, giustamente, per riportare la finanza di quella città ad una finanza
corretta ed equilibrata rispetto al governo della città.
Quindi, con questo Bilancio, noi dovevamo rispondere ad una necessità, che non è
solo quella di ieri, ma anche quella di domani, perché la crisi economica - l'abbiamo
affermato tutti (magari, in questa sede, l'opposizione non lo afferma, ma a livello
nazionale sì) - potrà creare potenziali nuovi poveri.
La crisi economica ha creato un crollo di fiducia dei consumi. Come Città, dobbiamo
intervenire, non andando a correggere il crollo di fiducia dei consumi, perché non fa
parte del nostro compito, ma dobbiamo essere pronti a sostenere i cittadini non solo
attraverso i servizi, ma anche attraverso interventi diretti, per rispondere alle esigenze
delle parti più povere, dei cittadini più poveri della nostra città, di quelli di oggi, ma
anche di quelli che potrebbero esserlo domani, ai quali dobbiamo dare le giuste
risposte.
Abbiamo privilegiato alcune cose? No. Abbiamo voluto riconfermare che la nostra
Città doveva dare continuità agli investimenti? Sì. È stato fatto con una politica di
riconversione dei debiti, perché sono stati rivisti gli indebitamenti per riportarli ad
una giusta e più correlata gestione all'attualità, non per il fatto che fossero sbagliati,
ma perché ci sono stati eventi che hanno portato alla revisione dell'indebitamento.
I tassi sono cambiati, l'economia ha subito quello che sappiamo, e questa, secondo
me, è stata un'azione corretta. Come è corretto il fatto che la Città abbia voluto
riconfermare gli investimenti, dando attenzione alla manutenzione straordinaria e
facendo investimenti, a riconferma di come la Città si è impegnata, per il 150°
Anniversario per l'Unità d'Italia. Mi spiace che non ci sia nessuno ad ascoltare, a
parte il Consigliere Salti, ma una parte degli investimenti che ci siamo impegnati a
fare riguarda il 150° Anniversario per l'Unità d'Italia.
Auspichiamo che questi soldi, poi, tornino, perché la Città li ha impegnati; l'altra
parte deve essere fatta da chi, insieme alla Città di Torino, si era impegnato a
presentare Torino per quell'evento come una città che ritengo abbia tutte le carte in
regola per potersi presentare in modo diverso rispetto a ieri.
Faccio le ultime due considerazioni. Facciamo bene ad insistere sul Patto di Stabilità;
la questione non è se avevamo posto il problema durante il Governo Prodi o durante
il Governo attuale.
Un fatto è certo: l'attuale Patto di Stabilità è incoerente, perché danneggia e vincola
maggiormente le Città più virtuose, dal punto di vista del Bilancio; premia e
incoraggia le Città che, invece, rispetto al Patto di Stabilità, sono più incoerenti.
Questo è sbagliato, ed è giusto fare tutte le azioni per rivedere il Patto di Stabilità.
Questo non significa mettere i Comuni, o il nostro Comune (che è uno dei più
virtuosi), nelle condizioni di non essere coerente e corretto nella preparazione del
Bilancio, ma metterlo nella condizione di governare meglio la Città dal punto di vista
finanziario, rispetto agli impegni che si assume.
Ho ascoltato quanto ha detto il Consigliere Carossa; voglio ricordare che una parte di
questa maggioranza che governa politicamente questa Città si è astenuta sulla legge
del federalismo fiscale. Questo è un fatto importante, perché crede che la fiscalità
decentrata sia l'unico strumento di responsabilità di governo degli Amministratori
locali.
Consigliere Carossa, sono convinto che i cittadini di Torino, alle prossime scadenze
elettorali, daranno nuovamente fiducia a questa maggioranza, ma chiunque governerà
questa Città dovrà avere il senso di responsabilità di governo, fatto di sostanza e non
da discussioni demagogiche - uso questo termine -. La sostanza è data dalle risposte
che si è capaci di dare nel governare la Città, e sono convinto che, con questo
Bilancio, la Città dia queste risposte. Non solo, ma le risposte le dà anche con un
avanzo di Bilancio che non può essere indirizzato esclusivamente ad alcune voci, ad
esempio, alla cultura, come diceva il mio Collega di Gruppo. L'avanzo di Bilancio
dovrà servire alle emergenze, che non sono solo relative a coloro che hanno la voglia
e il diritto di andare a lavorare tutte le mattine, ma il problema, Consigliere Carossa,
è che, con la crisi economica, queste persone rischiano di presentarsi sul posto di
lavoro e di non trovare più la loro azienda!
Su questo Bilancio, siamo stati attenti a queste emergenze - di questo ringrazio
l'Assessore Passoni -, rispetto alle quali dovremmo essere eventualmente pronti ad
intervenire. Quindi, una flessibilità capace di intervenire eventualmente a nuove
povertà che, purtroppo, si avvicinano.
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