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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Marzo 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 13

Comunicazioni del Sindaco su "Incursione di un gruppo di anarchici al ristorante Cambio"
Interventi

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
Le altre due richieste di comunicazioni, una, a firma del Consigliere Cantore e,
l'altra, dei Consiglieri Ravello e Ghiglia, si riferiscono entrambe all'incursione di
sabato 21 marzo ad opera di un gruppo di anarchici nel ristorante "Il Cambio". La
Conferenza dei Capigruppo ha ritenuto opportuno accogliere queste richieste.
Dunque, invito il Sindaco a prendere la parola e a comunicare all'Aula in merito a
quanto anticipato.

SINDACO
Naturalmente, si è trattato di un episodio riprovevole che abbiamo e ho
tempestivamente condannato, interpretando, credo ampiamente, il pensiero di tutta
quest'Aula. Credo che sia necessario prestare grande attenzione a queste forme di
radicalismo anarcoide che sconfinano in quello che io definisco "teppismo
squadristico"; tanto più le tensioni, che, invece, ci sono e sono reali, indotte dalla
crisi economica potrebbero creare un brodo di cultura in cui iniziative di questo
genere trovano spazio e si alimentano.
Concluderò, quindi, dicendo davanti a quest'Aula quanto dirò domani mattina in un
incontro con il Prefetto, che anticipa di un giorno l'incontro che dovevamo avere
mercoledì. Prima, però, visto che qualche Consigliere, che oggi non è presente - ma
ci sono i rappresentanti del suo partito -, continua a ribadire il fatto che la colpa sia
mia, vorrei ritornare su questo argomento, anche se me la potrei cavare con una
facile battuta: per alcuni, è colpa mia anche se piove in primavera o se fa sole
d'estate. Al di là di questo, vorrei ricordare che la chiusura dei centri sociali non ci
pone automaticamente al riparo da episodi del genere; anzi, qualcuno, al contrario,
potrebbe anche obiettare, dicendo che tale azione potrebbe esporci a più rischi.
Noi abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione una situazione in cui i centri
occupati erano i seguenti: il Fenix, la Rosalia e l'Alcova, tutti in Corso San Maurizio,
El Paso di Via Passo Buole, Askatasuna e Cascina Marchesa in Corso Regina, l'Asilo
di Via Alessandria, il Gabrio di Via Revello (che è in una condizione un po' a sé,
perché ha una concessione con la Circoscrizione; si può discutere, ma è un caso a sé),
il Csa Murazzi, il Delta House di Via Stradella, il Barocchio di Strada del Portone, il
Prinz Eugen di Corso Principe Eugenio. Alla data odierna, da quando governa questa
amministrazione, la situazione è la seguente: a parte il Gabrio (che non considererei
per la ragione che ho detto prima), restano occupati l'Askatasuna, l'Asilo di Via
Alessandria, il Csa dei Murazzi (che, a dire la verità, è un locale di intrattenimento
che altro, comunque è occupato), El Paso, più l'immobile di cui però abbiamo già
chiesto lo sgombero ormai 15 giorni fa, cioè la palazzina dei Vigili di Corso Chieri,
rispetto alla quale mi auguro che le forze di polizia individuino presto le modalità
operative necessarie per provvedere allo sgombero. Ci sono poi altri due edifici, uno
in Via Bologna, di proprietà comunale, e l'altro, la Clinica San Paolo, in Corso
Peschiera, che però sono legati alla nota questione dei rifugiati politici, quindi hanno
una loro specificità. Quindi, anche al lordo di queste situazioni, sono comunque
cinque in meno i centri di proprietà comunale che risultano occupati. Se, invece, non
contiamo i due casi che hanno a che vedere con i rifugiati politici, sono di più quelli
che sono stati sgomberati.
Quindi, mi pare che questo sia il segno di un'Amministrazione che non è rimasta a
guardare e che non ha avuto una strategia inane nei confronti di questa realtà, ma che
è intervenuta, sempre in stretta intesa con tutte le forze di polizia e con il Prefetto, in
quelle situazioni in cui era possibile intervenire e dove si riteneva necessario, anche
rispetto ai rischi che ciò poteva determinare sull'ordine pubblico dell'intera realtà
cittadina.
Pensiamo di continuare ad attenerci a questa strategia, che - dico fra parentesi - è una
strategia saggia; infatti, anche nelle altre principali città italiane, che siano governate
dal centrosinistra o dal centrodestra, la strategia è la medesima.
Con questo non voglio dire che si è contenti che ci siano centri sociali occupati anche
a Roma e a Milano, ma voglio dire che, se mi portaste l'esempio di una Città che ha
usato una strategia diversa e con buoni risultati, io umilmente andrei ad imparare.
Però, non è così, perché se guardiamo Milano o Roma, anche con la gestione del
Sindaco Alemanno, o anche altre Città, vediamo che ci sono queste realtà
esattamente come a Torino.
Sono dell'opinione che dobbiamo continuare su una strada che verifichi attentamente
se vi siano le condizioni per continuare a liberare i residui centri occupati (mi
riferisco ai centri storici, non a quelli che non considero, per i quali do per scontato
che sia solo più un problema operativo). Questo, però, va fatto in un quadro che
valuti attentamente le ricadute che ciò potrebbe avere per la situazione dell'ordine
pubblico strutturale in città. Dico questo alla luce del fatto che la crisi - come dicevo
all'inizio - potrebbe creare una situazione nella quale ciò che adesso appare, nel
peggiore dei casi, come squadrismo o teppismo potrebbe anche diventare qualcosa di
più pericoloso.
Allora, quanto chiederò domani al Prefetto, e che ho chiesto oggi pubblicamente al
Ministro Maroni - non in termini specifici, ma pubblicamente - è che, di fronte a
questi rischi, ci sia, da una parte, un atteggiamento politico che dipende da noi, teso
ad isolare senza equivoci questo tipo di fatti, e, dall'altro lato, ci sia da parte dei
responsabili dell'ordine pubblico (che non sono i Sindaci, ma il Ministro degli Interni
e le forze di polizia) una verifica attenta di che cosa si stia muovendo in questa
galassia estremistica italiana, perché credo che qualsiasi intervento sulle realtà
occupate debba essere assunto in rapporto a che cosa si sta muovendo e a che cosa
sta succedendo, se sta succedendo e così via. Questo per evitare che si faccia entrare
dalla finestra, in modo più massiccio, più grave e più pericoloso, quanto si cerca di
fare uscire dalla porta.
Da parte mia - lo dico senza problemi, come ho detto ai giornali -, se dall'incontro
con il Prefetto e con il Comitato di Sicurezza, emergesse che ci sono le condizioni
per continuare ad andare avanti con lo sgombero di alcuni centri sociali storici
occupati, le forze di polizia possono essere certe che, da questa parte, avranno tutto
l'appoggio necessario.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che la replica per Gruppo è
complessivamente di tre minuti. Chiaramente, nel presiedere i lavori si è sempre
tolleranti, soprattutto per consentire ai Consiglieri di terminare il ragionamento
iniziato.
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Ringrazio il Presidente e ringrazio anche il Sindaco per essere venuto in Aula a
rispondere alle nostre richieste di comunicazioni. Rivolgo, però, al Sindaco un
consiglio (lo prenda per quello che è), quello di rinnovare il suo repertorio. Ormai,
sono anni che la sentiamo condannare certi episodi ed è ormai da diversi mesi che la
sentiamo scaricare tutta la responsabilità su chi non ha esclusivamente responsabilità
in materia di ordine pubblico e, soprattutto, di controllo e di prevenzione dei
fenomeni legati ai centri sociali torinesi.
Faccio un ragionamento elementare: noi torinesi siamo proprietari di alcuni degli
immobili che il Sindaco ha citato. Il Sindaco ne è un semplice amministratore, è in
parte comproprietario, ma, in particolare in questo periodo (purtroppo, lungo), è
amministratore. Allora, visto che il Sindaco scarica la sua responsabilità, le chiedo
molto semplicemente se, da amministratore e da comproprietario, abbia mandato
l'avviso di sfratto a chi occupa questi immobili. Visto che è diverso tempo che noi
chiediamo al Sindaco e ai suoi Assessori prova o copia degli atti formali con i quali il
Comune ha richiesto formalmente lo sgombero degli edifici occupati e trasformati in
centri sociali, e questi atti formali non ci sono mai stati consegnati, iniziamo - mi
permetta - ad avere qualche dubbio rispetto al fatto che il Comune si sia prestato e
che formalmente abbia chiesto alle autorità competenti di procedere allo sgombero!
In parte, lo ammette anche il Sindaco, perché dice: "Noi abbiamo richiesto lo
sgombero di Corso Chieri e stiamo aspettando che le forze dell'ordine lo attuino",
però non dice quando ha richiesto lo sgombero degli altri centri sociali! Visto che è
evidente la saldatura tra teppismo e violenza e autonomia e anarchismo (preferisco
dire anarchismo, perché mi sembra più proprio, visto che è persino offensivo
collegare l'anarchia a quanto è successo due giorni fa), ma visto che vi sono autorità
giudiziarie che hanno parlato persino di saldatura tra terrorismo e autonomia in
particolare a Torino, mi chiedo quando intenderà legare il principio della condanna
fine a se stessa al principio dell'azione seguente alla condanna?
Per formazione personale, appartengo al filone della cultura di chi crede che il
pensiero non sia nulla se non seguito da un'azione. Credo che questo sia un principio
di buon senso (non è un principio solo della destra), che tutti gli amministratori
responsabili dovrebbero far proprio.
Allora, quando intenderà trasformare in azioni i propri pensieri? Quando intenderà
dare seguito alle condanne che, oltre che a mezzo stampa, lei rilancia anche
all'interno della Sala Rossa?
Le ricordo, e chiudo: noi siamo proprietari e lei amministra. Da amministratore,
quando scriverà al Prefetto, al Ministro, al Questore, a chi di dovere per chiedere che
intervengano per sgomberare i centri sociali? Cito solo le cinque azioni di
quest'ultima settimana che vedono coinvolti i centri sociali: due agguati a studenti
all'Università; l'assalto agli uffici della Croce Rossa; assalto e presidio alla
lavanderia che ha l'appalto per il Centro di identificazione e espulsione; l'assalto al
ristorante "Il Cambio". Che cosa dobbiamo ancora aspettare prima di vedere un suo
intervento concreto?

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Ventriglia.

VENTRIGLIA Ferdinando
Questa gente, negli ultimi anni, ha colpito veramente chiunque e dovunque.
Aggiungo all'elenco che ha fatto il Consigliere Ravello: Assicurazioni, Agenzie di
lavoro interinale, partiti politici; quante volte ci sono state aggressioni anche da parte
dei centri cosiddetti istituzionalizzati che hanno fatto le convenzioni con le
Circoscrizioni.
Il Sindaco ci ha abituati a spericolate teorizzazioni sulla tolleranza dell'intollerabile -
o non ricordo se era il contrario -; tutta una casistica al fondo della quale non c'era
niente.
Lei, oggi, va dal Prefetto e dal Questore, avendo in agenda il problema squatter e
violenza anarcoide, dopo che hanno colpito "Il Cambio"! Lo trovo veramente
singolare e curioso, per non dire divertente. Roba da finire in nazionale! Cioè, questi
colpiscono chiunque, ma quando vanno a "Il Cambio" il Sindaco finalmente si
muove! L'avessimo saputo prima, avremmo detto ai nostri amici squatter di andare a
"Il Cambio", così il Sindaco si muoveva. Potere del brasato al barolo!

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Gallo Domenico.

GALLO Domenico
Condivido l'impostazione del Sindaco su questa vicenda, ma ho votato contro le
comunicazioni in Aula sull'episodio, semplicemente perché, quando si discute di
questi argomenti, o si sgombra il terreno dalla speculazione politica - che ormai è una
costante rispetto ai fatti di ordine pubblico che accadono in questa città - oppure,
francamente, perdiamo solo tempo, che si potrebbe impiegare meglio per discutere di
vicende che sul piano amministrativo sono molto più imminenti.
In questa vicenda riguardante i centri sociali, abbiamo il compito di impedire che,
con l'uso sconsiderato della forza, scoppi una guerriglia in questa città. Questo è
interesse generale della Città di Torino. Ritengo che lo sgombero forzato, sulla base
dell'emotività, di qualunque centro sociale possa innescare in questa città una fase di
guerriglia, che in questo momento non serve e non servirà mai alla città. Credo che
un atteggiamento di scontro nei confronti dei giovani dei centri sociali sia
sconsiderato sul piano politico.
Credo che, intanto, ci sia da distinguere nell'arcipelago dei centri sociali quali siano
veramente quelli, tra virgolette, "eversivi" o quelli impegnati su un piano di
contrapposizione politica attraverso l'uso della violenza, e se ci siano anche centri
sociali con i quali è possibile discutere. Ritengo che lo strumento del dialogo e del
confronto con quella parte dei centri sociali che, oggi, può essere messa sul terreno
del confronto democratico sia un passo che la nostra Amministrazione ha fatto nel
passato e deve continuare a fare oggi nel presente, e dovrà fare ancora nel futuro.
Ci sono alcuni centri sociali impegnati nei confronti dei profughi; davanti al Prefetto,
c'è stato l'elogio complessivo di un'azione quasi collettiva rispetto a quella vicenda
che interessava anche parte dei centri sociali, i quali hanno dato un impatto di tipo
umanitario e costruttivo, e che non hanno commesso un minimo atto di violenza.
Su questo aspetto, bisogna ragionare e avere il coraggio di dire certe cose. Come
diceva bene il Sindaco: verifichiamo che cosa sta accadendo in questo arcipelago,
verifichiamo dove c'è veramente necessità di isolamento e dove invece c'è la
possibilità di un confronto. Si tratta di giovani che, in molti casi, non compiono atti
come quelli accaduti sabato nella nostra città.
Credo che la speculazione politica possa provocare situazioni che diventano
incontrollabili. Il Leoncavallo a Milano è stato normalizzato dall'ex Sindaco
Albertini: il Leoncavallo era il centro sociale più forte e più organizzato, per certi
versi anche il più violento di quella città. Oggi, è in una situazione di tipo
istituzionale, sviluppa un'attività culturale, politica e sociale. Non credo che l'allora
Sindaco Albertini abbia sbagliato, così come oggi il Sindaco Moratti. Anche in altre
città stanno accadendo le stesse cose.
Credo che la condanna rispetto a quanto è avvenuto sia un atto doveroso da parte
della politica, però è nostro compito avere un atteggiamento anche prudente, e
sarebbe compito anche di coloro che oggi hanno chiesto le comunicazioni in Aula.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Anche noi, chiaramente, in sintonia con il Sindaco, prendiamo nettamente e senza
dubbi le distanze dall'atto di aggressione avvenuto sabato sera e lo condanniamo.
Non dobbiamo sottovalutarlo, sapendo, oltretutto, che le indagini stanno portando al
filone anarco-insurrezionalista, che potrebbe esserne la matrice. Aggiungo, però, che
dobbiamo provare a ridimensionarlo, per non permettere che si crei un clima di
paura, come si legge sui giornali di oggi, in cui i cittadini parlano di una ritrovata
condizione di conflitto sociale, di radicalizzazione della lotta. Sulla sicurezza
sappiamo quanto siano importanti, oltre ai dati oggettivi, anche i dibattiti politici e
quanto viene passato dai media.
Invito ad un ridimensionamento di questo fatto. Per questo motivo ci siamo dichiarati
contrari a questa richiesta di comunicazioni, proprio perché non ne vedevamo la
diretta connessione - come sostiene il Consigliere Ravello - con la vicenda dei centri
sociali. Non vediamo questa saldatura così evidente.
Invidiamo queste certezze del Consigliere Ravello, anche perché - come ha detto nel
suo intervento il Consigliere Domenico Gallo ed è emerso anche dalle parole del
Sindaco - la realtà dei centri sociali è molto variegata: alcuni di loro hanno dato un
contributo positivo all'emergenza dei profughi, che, tra l'altro, è stato riconosciuto
dallo stesso Questore in sede di Conferenza dei Capigruppo. Altri, certamente
cercano la provocazione fine a se stessa, che può diventare anche pericolosa. Deve
essere sicuramente confinata, censurata, però, paradossalmente, lo sgombero dei
centri sociali potrebbe essere elemento di turbamento dell'ordine pubblico, quindi,
dobbiamo riflettere.
Mi permetto di ricordare una cosa (che, poi, era al centro dell'atto censurato, che
rischia addirittura di non farne gli interessi): credo che, in questa sede, varrebbe la
pena che, come Consiglieri Comunali, ci occupassimo delle condizioni degli ospiti
dell'ex CPT (attualmente chiamati CIE), soprattutto dopo le notizie di probabili
suicidi o, comunque, di proteste, di scioperi della fame. Forse, quest'Aula non
dovrebbe essere così indifferente alle condizioni di queste persone, che sappiamo
non essere tutte colpevoli di reati e, anche se lo fossero, credo che le loro condizioni
di vita debbano essere comunque garantite. Un atto come quello di sabato rischia di
mettere da parte questo tema, che, forse, varrebbe la pena che quest'Aula prendesse
più in considerazione.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Carossa.

CAROSSA Mario
Ho già visto dov'è il "brodo di coltura" di queste persone, perché giustificare, in
pratica, determinati atti per ipotetici suicidi o maltrattamenti nei centri di
permanenza, mi lascia veramente perplesso, a dir poco. Non sono d'accordo nel
tollerare qualsiasi tipo di illegalità e le occupazioni sono un atto illegale! Quando
saremo tutti d'accordo su questo (e temo che non succederà mai, quanto meno, con
una parte della maggioranza che guida questo Comune), allora potremo andare in
un'unica direzione.
Chiedeva un esempio, Sindaco? A Verona c'era un centro sociale ed il Sindaco Tosi
ha mandato le ruspe ed è stato demolito: non c'è più. Lei ha chiesto un esempio ed io
gliel'ho dato. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Certo, è una città più piccola.
Mi può dire tutto quello che vuole, ce n'era solo uno, va bene, ma ora non c'è più.
Naturalmente, prima è stato sgomberato. Lo specifico, perché, poi, mi si accusa di
istigare all'omicidio di qualcuno.
Non sono d'accordo con lei, Sindaco, anche su un'altra cosa. Io non sono di quelli -
lei lo sa - che insiste più di tanto, però, c'è un fatto: è molto diverso, per il
sottoscritto, sentire dire dal Sindaco della Città che, se il Ministro ed il Prefetto
intenderanno sgomberare i centri sociali, troveranno sicuramente, da parte sua,
l'accordo, da quello che, invece, le chiedo io, ossia, di domandare formalmente al
Ministro, tramite il Prefetto, lo sgombero dei centri sociali occupati. È decisamente
diverso da quanto lei ha detto. È questo che vorrei capire nella sua risposta! Da
quanto è emerso da questo dibattito - e ringrazio chi ha chiesto le comunicazioni -, si
è sicuramente capito che una parte della sua maggioranza giustifica i centri sociali e
gli occupanti di queste case e tiene bordone con queste persone. È una parte della sua
maggioranza! I cittadini devono prenderne atto, devono essere consci di questo!
Da lei mi aspetto una risposta chiara: voglio sapere se lei ritiene di fare una domanda
esplicita al Ministro, tramite il Prefetto, per sgomberare i centri sociali occupati.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Cantore, non fino a tre minuti, ma a due, avendo il
Consigliere Ventriglia beneficiato dell'altro minuto.

CANTORE Daniele
Consigliere Domenico Gallo, mi permetta, mi viene una battuta rispetto a queste
distinzioni tra centri sociali: vorrei ricordarle che abbiamo - mi veniva da dire
"avete" - mandato a casa un Presidente del Consiglio Comunale per aver ricevuto
una rappresentanza di un centro sociale. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Lei
no, ma il Consiglio Comunale, a stragrande maggioranza, ha mandato a casa il
Presidente Castronovo, perché ha ricevuto alcuni rappresentanti di un centro sociale.
Lo ricordo a tutti noi, perché tendiamo sempre a dimenticare, quindi, attenzione a
distinguere i centri sociali buoni da quelli cattivi, che diventano - Consiglieri
Domenico Gallo e Cerutti - difficili da gestire. (INTERVENTI FUORI
MICROFONO). Voglio dire che se ci mettiamo a fare una classifica dei buoni e dei
cattivi, diventa difficile.
Mi associo a quanto detto dal Consigliere Carossa. Signor Sindaco, noi siamo pronti
e disponibili a collaborare a tutti i livelli, però, dobbiamo partire da una certezza,
ossia che le sue parole (che ritengo serie) di oggi sugli organi di informazione
abbiano una conseguenza. Non aspettiamo che arrivino il Prefetto ed il Questore a
chiudere i centri sociali, proponiamo noi questa chiusura. Vorrei ricordarle che la
vicenda dei centri sociali ha 15 anni; è vero che, nel frattempo, ne sono stati chiusi
alcuni, ma proponiamola, facciamoci attori della chiusura insieme al Prefetto, al
Questore ed al Governo e valutiamo, poi, in parallelo a questa proposta, le possibili
conseguenze. Dobbiamo partire dalla convinzione che devono essere chiusi; dopo,
valuteremo se ci potranno essere conseguenze negative per la Città. Con queste
comunicazioni, signor Sindaco, l'opposizione le chiede, oggi, di dire una parola
finale su questa vicenda infinita e di procedere con l'iter di sgombero, che
certamente - ribadisco - deve essere concertato con Questura, Prefetto e Governo e,
insieme, valutarne le conseguenze, perché è truffaldino il ragionamento di ponderare
prima le ipotetiche conseguenze: le valuteremo una volta presa una decisione. È
inutile dire: "Non prendiamo la decisione perché abbiamo paura che ci siano delle
conseguenze". Sediamoci attorno ad un tavolo e ragioniamoci.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Zanolini.

ZANOLINI Carlo
Avevo dato la mia astensione alle comunicazioni su questo argomento, però, visto
che si è deciso diversamente, mi pare giusto dire due parole.
Innanzitutto, mi pare di essere obiettivo in quanto sto affermando, perché - come
qualcuno ha suggerito dai banchi dietro a me - gli amici dei centri sociali tanto non ci
votano, quindi, possiamo benissimo dare pareri obiettivi su quanto è avvenuto.
Apprezzo l'impostazione che il Sindaco ha dato a questa vicenda; secondo me, è un
modo molto intelligente e da riformista di affrontare il problema. Ricordo che sia
nelle arti marziali, che nella scherma esistono gli affondi ed i colpi per ferire, ma,
soprattutto, colpi per difendersi e per parare, quindi, si tratta di un giusto equilibrio
tra una legittima repressione dell'illegalità ed una considerazione delle eventuali
conseguenze che potrebbe causare un'eccessiva durezza nell'intervenire per
reprimerla. Il rapporto tra queste due cose deve essere ben valutato e, secondo me, il
Sindaco ha una buona impostazione in questo senso.
Le aggressioni - secondo quanto dice qualcuno -, gli stupri ed i furti stanno
aumentando; questo non vorrà, forse, dire che la politica degli annunci di questo
Governo, in realtà, non riesce a concretizzarsi in fatti molto precisi e nella lotta
all'illegalità, che tutto il centrosinistra (come, penso, il centrodestra) vuole? Ritengo
che l'aumento dell'illegalità (che, dicono - e forse abbiamo modo di sperimentarlo
effettivamente - esista) non sia altro che lo specchio di un'incapacità di realizzare
quanto questo Governo aveva illustrato nel suo Programma elettorale; è andato al
potere assicurando di volere aumentare la sicurezza per i cittadini, ma questo non sta
succedendo e, a questo punto, se il Governo ha capacità di fare, agisca. Sa
sicuramente che nelle varie città (Torino, Roma, Milano, eccetera) sono aumentate le
condizioni di violenza. È a conoscenza di questi fatti, perché ha i terminali di
riferimento, quindi, cerchi di agire in concordia con i Sindaci!
Mi pare che la posizione del Sindaco sia stata ben chiara e spero che alla prossima
occasione - spero che non ce ne siano più - non si torni con questo ritornello, perché
il Sindaco ha preso una posizione chiara, dicendo "no" all'illegalità.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Castronovo.

CASTRONOVO Giuseppe
Grazie, signor Sindaco, per le comunicazioni e per quanto ha detto; alcune parti le
condivido, altre meno, ma questo fa parte della dialettica.
Per il nostro Ordinamento Giuridico la responsabilità penale è personale ed
individuale e, di conseguenza, a fronte di un atto riprovevole (verso il quale,
ovviamente, anche noi esprimiamo la nostra condanna), che si chieda di colpire altri,
mi dà l'impressione quasi di una rappresaglia, come a dire che, siccome c'è qualcuno
che ha buttato una bomba contro l'occupante (non mi riferisco a casi storici
particolari, ma penso, ad esempio, alle Fosse Ardeatine), si fa una rappresaglia e se
ne ammazzano altri che non c'entrano nulla. Se dovessimo fare lo stesso
ragionamento per tutti gli altri reati compiuti in Italia - e mi riferisco, in particolare,
ad alcuni reati che non vengono mai considerati così negativi dal punto di vista
sociale (e mi piacerebbe che il Consigliere Carossa ascoltasse, come io ho ascoltato
lui) -, come, per esempio, il reato penale di imbrattamento, di sporcizia, utilizzassimo
lo stesso metro di giudizio per quelli relativi all'evasione fiscale, oppure
all'abusivismo edilizio e chiedessimo allo stesso modo la rappresaglia per tutti quelli
che si presume facciano parte della stessa congrega, ovviamente, vedrebbe, nel
nostro Partito e nel nostro Gruppo, un'assoluta non condivisione. Non può essere
così e si fa di ogni erba un fascio - scusate il termine -, per cui, le realtà sociali di
aggregazione, a partire dai giovani (che sono le più diverse nel nostro Paese e nella
nostra città), vengono fatte un tutt'uno; ciò è confermato dall'intervento del
Consigliere Cantore, secondo il quale al sottoscritto è stato revocato il mandato per
avere ricevuto i rappresentanti di centri sociali, invece, erano rappresentanti di una
manifestazione, la cui composizione era molto più ampia ed alla quale partecipavano
anche alcuni dei centri sociali. Si fa sempre confusione.
Credo che questo ragionamento debba essere fatto a partire da una considerazione: il
disagio sociale che stiamo registrando in questo periodo e che cresce con la crisi
economica, ha bisogno di ben altri provvedimenti che non la chiusura forzata di
questo o quel centro di aggregazione. Penso che il rischio che aumenti l'audience
degli "antagonisti" - tra virgolette - per il fatto che esiste e cresce un disagio sociale
nella nostra collettività, fa sì che il nostro atteggiamento nei confronti di quegli atti
(che esprimono un disagio forte nella nostra società) debba essere altro da quello
repressivo. Credo che serva un'azione, sul piano politico e sociale, che sia ben
diversa e che sia in grado di offrire ai nostri giovani (e non solo) una condizione di
vita e la possibilità concreta di avere strumenti di soluzione del disagio che vivono,
completamente diversi da quelli che pensiamo.
Non facciamo sempre la solita polemica per cui è più bravo quello che è più capace a
reprimere. Penso che bisognerebbe capire perché certe azioni si compiono e quali
siano le motivazioni che la stimolano.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
C'è stata, da parte di quasi tutti coloro che sono intervenuti, la rivendicazione
dell'inutilità di questo confronto. Purtroppo, è così, non abbiamo fatto significativi
passi in avanti ascoltando i pronunciamenti delle Forze presenti in Aula ed anche il
Sindaco… (INTERVENTI FUORI MICROFONO). No, perché io sono uno dei
responsabili di questo dibattito. Siccome tutti hanno preso le distanze…
(INTERVENTI FUORI MICROFONO). Volevo scusarmi, perché è anche colpa mia.
Non credo che sia una questione di minimizzare, o enfatizzare, o di chiedere
provvedimenti rigorosi, o togliere da sotto i piedi il "brodo di coltura", perché di
questi dibattiti, purtroppo, ne abbiamo già avuti diversi precedentemente. Per
fortuna, un fatto così non era mai accaduto, però, in questi due anni e mezzo, sui
centri sociali e sul loro sgombero abbiamo già avuto occasione di discutere più volte
ed abbiamo sempre visto lo stesso film, per certi aspetti, cioè, si rappresenta questa
vicenda come se fosse "il" problema della sicurezza e, soprattutto, come se fosse
risolvibile semplicemente attraverso una richiesta della Città alle Forze di Pubblica
Sicurezza, affinché procedano allo sgombero.
Non facciamo nessun passo avanti, perché, innanzitutto, lo sgombero dei centri
sociali non lo decide solo la Città (e vorrei che fosse chiaro), ma in accordo col
Prefetto ed il Questore. Se la Città si mettesse a fare una richiesta, a tamburo
battente, affinché si proceda immediatamente allo sgombero di qualsiasi edificio
occupato illegittimamente, si comporterebbe come un'Amministrazione che non
intende certo costruire quel rapporto di coamministrazione e di cogoverno del
territorio con le Forze di Pubblica Sicurezza. È questo che chiede l'opposizione?
Chiede che si realizzi una contrapposizione, una qualche forma di irrigidimento nei
rapporti tra la Città, la Questura e la Prefettura? Se vuole questo, lo dica con molta
chiarezza! C'è, da parte dell'opposizione, il dubbio che la Questura e la Prefettura
non siano abbastanza sensibili in ordine allo sgombero di questi luoghi? Lo dica con
chiarezza!
Su questi temi occorre quel pragmatismo e quell'attenzione che sono efficaci soltanto
di fronte alle questioni di sicurezza. Il Sindaco lo ha accennato brevemente nel suo
intervento: per garantire sicurezza ed avere conoscenza delle realtà nel nostro
territorio non è affatto scontato che la misura più efficace sia quella di un astratto e
non ponderato sgombero di qualsiasi struttura. Siccome ne abbiamo già discusso
anche in sede di Comitato per la sicurezza, sono colpito dal fatto che vengano
riproposti in Aula argomenti che sono già stati ampiamente trattati.

COPPOLA Michele (Vicepresidente)
La parola, per la replica, al Sindaco.

SINDACO
Vi devo dire la verità: a volte ho la sensazione che queste richieste di comunicazioni
servano più per poter andare al banco dei giornalisti che non a fare una riflessione
approfondita. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). No, è una sensazione. Mi
permetto di richiamare al fatto che ci vorrebbe, forse, di fronte a fatti che, - ripeto -
per adesso, sembrano più di teppismo goliardico, ma che potrebbero diventare molto
peggio, avere un atteggiamento più profondo, perché, come diceva Carl William
Brown, "l'istruzione è obbligatoria e l'ignoranza è facoltativa" ("ignoranza" in senso
tecnico, cioè come non conoscenza delle cose).
Se, per esempio, nelle altre Città l'atteggiamento di Amministratori certamente non
sospetti di essere correi con i centri sociali di sinistra è dettato da una certa prudenza,
qualche ragione c'è. Vi ricordo l'esigenza - l'ho fatto oggi con il Ministro Maroni
pubblicamente e mi auguro che venga recepito - di un'analisi approfondita su cosa
stia succedendo nella galassia estremistica italiana, perché potrebbero esserci dei
movimenti che è bene conoscere prima di fare passi che potrebbero essere avventati.
Prima di concludere voglio dire che sento l'esigenza di trasmettere, attraverso il
Prefetto, alle Forze di Polizia, al Governo ed al Ministero degli Interni un messaggio
di approfondimento serio di cosa stia succedendo in quell'area, perché quella è la
condizione primaria per poter intervenire.
Consiglieri Carossa e Cantore, quanto mi chiedete io l'ho già fatto due anni fa,
quindi, visto che - come ho già detto l'altra volta - non c'è peggior sordo di chi non
vuol sentire, allora sarò più esplicito. In tutti questi anni, chi ha frenato sugli
sgomberi dei centri sociali storici sono state proprio le Forze di Polizia, sulla base di
analisi che io ho condiviso. È questo che fa la differenza: sulla base di analisi che io
ho condiviso. Probabilmente, il fatto è che la differenza fra me, che occupo questa
postazione, e chi sta in quelle di fronte, è che io, oltre al dovere della denuncia, ho
anche l'obbligo della responsabilità, mentre gli altri hanno il dovere della denuncia,
di cui tengo conto, ma alla quale aggiungo l'obbligo della responsabilità verso gli
altri Organi dello Stato e verso l'intera Città.
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