Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di ordine del giorno n. mecc. 200900972/02, presentata dai Consiglieri Centillo, Zanolini, Silvestrini, Bonino, Cassiani, Calgaro, Lavolta, Genisio, Goffi, Olmeo, Cuntrò e Lo Russo in data ..., avente per oggetto: "No alla discriminazione tra persone sulla salute e no alla denuncia degli immigrati che accedono alle strutture sanitarie" COPPOLA Michele (Vicepresidente) Questa proposta di ordine del giorno arriva in Aula ex art. 93 del Regolamento del Consiglio Comunale. Ha aggiunto la firma il Consigliere Cugusi. La parola al Consigliere Centillo. CENTILLO Maria Lucia Questa proposta di ordine del giorno tratta un argomento importante e scaturisce, dopo una discussione in IV Commissione più Commissione Pari Opportunità, da due precedenti ordini del giorno, presentati da me (come prima firmataria) e dal Consigliere Zanolini. Quindi, è la sintesi di una discussione sollecitata da questi due ordini del giorno e da quanto è emerso nelle Commissioni competenti. Si esprime una profonda preoccupazione rispetto ad un'inversione di tendenza in atto nella legislazione, attraverso il decreto sulla sicurezza, nel quale, per la prima volta, si afferma il principio di tornare indietro rispetto alla non denuncia delle persone straniere che accedono ai servizi sanitari. Questo è collegato ad un principio costituzionale; infatti, l'articolo 32 della Costituzione prevede che la salute sia tutelata come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività. Attualmente, sono numerose le persone straniere che lavorano e vivono nel nostro paese (anche se, spesso, in condizioni di irregolarità - anche con una Legge che fa fuoriuscire dal sistema della regolarità persone che, per anni, hanno lavorato nel nostro paese -) e questa inversione di tendenza mette a repentaglio la vita e la salute di donne e bambini, i quali, accedendo ai servizi sanitari, rischiano di trovarsi di fronte a persone che potrebbero denunciarli. In questo modo, si mette a rischio la salute delle stesse persone, ma anche la salute della collettività, perché non sfuggirà a nessuno il rischio che ci può essere quando si ritarda a rivolgersi alle strutture sanitarie in caso di patologie infettive o - lo ribadisco - nel caso di bambini o di donne in gravidanza. Devo dire che, su questo, gli Ordini professionali, i Collegi professionali e gli operatori hanno avuto uno scatto d'orgoglio notevole, dicendo che non applicheranno questa norma. Però noi, attraverso questo atto, contiamo di sensibilizzare le istituzioni, al fine che ciò non avvenga, al di là della possibile obiezione di coscienza, perché l'obiezione di coscienza è un atto che si fa in deroga ad una Legge, mentre noi chiediamo che la Legge abbia il presupposto giuridico di altro livello. Chiederei agli atti, anche se nella proposta di ordine del giorno non è segnato, di formalizzare un incontro anche con il tavolo degli stranieri, che è un organismo della nostra Città, affinché venga monitorata questa situazione e venga riferito nelle Commissioni relativamente a questo problema. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Voglio ringraziare, non retoricamente, la prima firmataria di questo ordine del giorno, perché ogni tanto è necessario; ogni tanto, credo che anche il Consiglio Comunale, sebbene trattando un argomento di questo tipo, non si possa dire che affronti tematiche di propria stretta competenza, ma fa piacere che talvolta si voli alto, e che tra mille varianti urbanistiche e un altro indefinito numero di provvedimenti di carattere puramente amministrativo, si parli anche di politica e fa piacere confrontarsi su temi di rilevanza sociale e collettiva. Mi fermo però qui nel condividere un percorso, nel senso che in questa proposta di ordine del giorno si sono richiamati alcuni principi che, diversamente dai principi che muovono l'agire del mio partito e della mia parte politica, evidenziano che vi sono sostanziali differenze di carattere prima di tutto culturale tra due gruppi politici che si confrontano sui problemi del mondo, prima ancora che solo ed esclusivamente della loro città, in maniera diversa, ispirandosi a visioni proprie del mondo, a visioni diverse. Ciò viene provato, ormai raramente, di fronte a problemi che traggono anche ispirazione da fondamenti etici emergono con particolare chiarezza. È proprio sul richiamo etico che si fa nell'impegnativa di questo ordine del giorno che inizio a prendere le distanze o quantomeno a distinguere il mio pensiero da quello dei firmatari. Ovviamente, ritengo non si possa negare che il dovere di prestare assistenza sanitaria e cure mediche è un dovere sancito, oltre che da leggi, da un vasto panorama di fondamenti etici e morali, ma io credo che sia scorretto dimenticare - e in questo atto non viene preso in considerazione un passaggio di questo tipo - che vi sono molteplici aspetti dell'etica che devono condizionare tassativamente l'agire di una forza politica responsabile. Considero primo tra questi presupposti quello della necessità di difendere il proprio territorio e la propria comunità e di tutelare la collettività da abusi, da illeciti e anche, per esempio, dalla clandestinità. Ritengo sia un dovere di tutte le parti sociali e di tutti i soggetti impegnati anche in attività prettamente sanitaria fare la propria parte, per impedire che la clandestinità nella nostra città, così come in tutto il territorio della nostra patria, trova eccessiva rappresentazione. Contrastare la clandestinità, che resta peraltro esclusivamente un illecito amministrativo, è un preciso dovere delle istituzioni, e le istituzioni di ogni ordine e grado hanno il preciso dovere di cercare di mantenere l'ordine e di fare in modo che la legge sia sempre e comunque rispettata. Vorrei sottolineare che nei provvedimenti che il Governo ha adottato in materia di sicurezza, in materia di prevenzione dei fenomeni criminali, in materia di contrasto alla illegalità e clandestinità, non viene mai negato il diritto alle cure di cui tutti i soggetti presenti sul nostro territorio devono godere, anche i clandestini, ma, allo stesso tempo, si chiede che anche il personale medico faccia quello che semplicemente fa con tutti i cittadini italiani. Io, privato cittadino, nel momento in cui mi reco in una struttura sanitaria, ad esempio in un pronto soccorso, devo consegnare i miei documenti di identità perché il personale sanitario, perché le strutture sanitarie devono comunque sapere chi sono, e devono comunicare agli organi preposti le ragioni per cui io sono finito a un pronto soccorso. Non vedo nulla di strano nel momento in cui gli ufficiali sanitari facciano la stessa cosa una volta ravvisate condizioni di clandestinità, di permanenza in clandestinità nel nostro territorio. Nessuno, e lo sottolineo perché è un passaggio fondamentale, nessuno intende negare quello che è il diritto sacrosanto, il diritto alle prestazioni di cure mediche, ma allo stesso modo si chiede che l'approccio politico e culturale a un problema che ha conseguenze infinite - il problema clandestinità, non possiamo negarlo, ha conseguenze in materia di ordine pubblico, sicurezza e quant'altro - vada affrontato con raziocinio e con ragionevolezza. Non si chiede di creare black-list, passatemi il termine, dove inserire i nomi dei clandestini, nella maniera più assoluta, si chiede semplicemente di fare in modo che le strutture sanitarie non si prestino, senza che si prendano adeguati provvedimenti, ad offrire un servizio senza avere la certezza che chi ne gode sia regolarmente soggiornante sul nostro territorio, senza negare ovviamente il proprio diritto - e lo dico una terza e ultima volta - a godere delle prestazioni mediche. Ritengo superficiale e persino ideologico l'approccio di chi chiede di fare un passo indietro rispetto a una manovra che auspica semplicemente il contrasto agli illeciti e alla clandestinità. Credo che questo debba essere un dovere per tutti e che anche il Consiglio Comunale debba riconoscerlo. Per cui il mio Gruppo voterà no all'ordine del giorno presentato. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Zanolini. ZANOLINI Carlo Sono stato il primo firmatario di un'altra proposta di ordine del giorno, che poi è stato accorpato grazie al lavoro della Commissione e al lavoro della Presidente Silvestrini; volevo fare alcune precisazioni anche a seguito dell'intervento del Consigliere Ravello. Con questa proposta di ordine del giorno, chiediamo al Governo di non portare avanti un provvedimento che potrebbe rivelarsi molto delicato, sia dal punto di vista istituzionale, in quanto in odore di incostituzionalità, e in quanto potrebbe mettere in difficoltà estrema gli operatori sanitari. Non si tratta di identificare o meno coloro che hanno l'accesso alle strutture sanitarie, perché l'identificazione avverrebbe in ogni caso, perché, ovunque, nei pronti soccorsi e nelle strutture sanitarie esiste l'identificazione e la registrazione dell'attività sanitaria. Qui, si tratta del porre in prospettiva la possibilità che il personale sanitario diventi delatore di una situazione che non necessariamente deve essere quella di un reato, perché fino a che la clandestinità non sarà reato non si potrà parlare di una tale cosa. Inoltre, c'è un'altra possibilità che vorrei evidenziare, che è quella di un doppio binario degli accessi, perché se da parte del pubblico e degli operatori sanitari pubblici, qualora passasse questo provvedimento, esistesse la obbligatorietà della denuncia, non esisterà in base al codice deontologico medico la possibilità di denuncia a livello della medicina privata. Si creerà così un doppio binario, una doppia possibilità in cui il privato potrà anche evitare di denunciare ed essere delatore di una situazione di clandestinità, mentre il pubblico sarà obbligato a farlo. Quindi, si potranno creare diversità e disparità che potrebbero portare a ulteriori aggravamenti della situazione di non rispetto della legge, in quanto realtà private potrebbero celare eventuali reati. In base a questa specificazione che volevo porre, penso che il Governo possa ancora ripensare a questa norma, e il fatto che un ordine del giorno di una città importante come quella di Torino venga trasmesso al Governo sia una cosa molto importante e lo possa fare ricredere su una norma che, ripeto, può essere anche intesa come anticostituzionale e sicuramente può mettere in difficoltà tutto il sistema sanitario italiano. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di ordine del giorno: Presenti 33, Favorevoli 31. La proposta di ordine del giorno è approvata. |