Interventi |
COPPOLA Michele (Vicepresidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza generale n. mecc. 200900747/02, presentata in data 16 febbraio 2009, avente per oggetto: "Biblioteca del Bellini" COPPOLA Michele (Vicepresidente) Come i colleghi ricorderanno, l'interpellanza generale viene discussa subito dopo la verifica del numero legale. Hanno diritto ad intervenire tutti i colleghi che ne avessero desiderio. La parola all'Assessore Alfieri. ALFIERI Fiorenzo (Assessore) "Il testo di questa interpellanza è un chiaro esempio di come ai titoli di giornale o alle citazioni sempre dai giornali, isolate dal loro contesto, come per i dati di certe ricerche statistiche, si può far dire quello che si vuole. Quindi non me ne vorranno gli interpellanti se la mia risposta prescinderà dai titoli e dalle frasi ricavate dai giornali e coglierà l'occasione per uscire dal rumore mediatico che di tanto in tanto si leva intorno alla nuova Biblioteca Centrale della Città allo scopo di fare chiarezza fino in fondo circa le serissime esigenze dalle quali il progetto in questione prese le mosse a suo tempo e circa gli atti ufficiali che le diverse Amministrazioni hanno compiuto nel tempo per rispondere a quelle esigenze. Atti che non elencherò uno per uno per motivi di tempo, ma che sono riportati in modo dettagliato nell'allegato preparato dagli uffici e fatto pervenire ai Consiglieri interpellanti insieme a questa risposta scritta. L'esigenza di partenza. La realizzazione di una Biblioteca Centrale rispondeva (e risponde tuttora) all'esigenza concreta e ineludibile di superare l'inadeguatezza infrastrutturale dell'attuale sede della Biblioteca Civica in Via della Cittadella. Non solo i suoi magazzini librari sono al limite della capienza, ma l'angustia degli spazi disponibili per il pubblico e la stessa morfologia dell'edificio impediscono di offrire alla cittadinanza tutti i servizi oggi offerti dalle biblioteche consimili delle principali città confrontabili con Torino, in Europa e nel resto del mondo. L'inadeguatezza dell'attuale sede di Via della Cittadella indusse il mio predecessore professor Ugo Perone, a chiedere nel giugno 1998, ai colleghi Assessori all'Urbanistica e al Patrimonio di considerare la realizzazione della nuova sede della Biblioteca Civica Centrale tra gli interventi prioritari da inserire sulla nuova Spina Centrale. Dopo una riunione svoltasi il 9 ottobre 1998, presieduta dal Sindaco Castellani con gli Assessori alla Cultura, all'Urbanistica e al Patrimonio, l'Ingegnere Capo e i dirigenti delle divisioni interessate, nella quale si prese atto della irreformabilità del divario tra situazione infrastrutturale e funzioni attese nell'attuale sede della Biblioteca Civica Centrale, gli uffici, attraverso un gruppo di lavoro interdivisionale convocato a tal fine dall'Ingegnere Capo, lavorarono per individuare l'area più idonea alla realizzazione della nuova sede della Biblioteca Civica e le modalità della sua progettazione. La scelta dell'ex area industriale di Via Borsellino, nella Spina 2, fu operata in considerazione della sua posizione strategica, vicino alle stazioni della metropolitana e delle ferrovie nazionali e regionali, dove è necessario che si trovi la Biblioteca pubblica centrale di una città capoluogo di una vasta aerea metropolitana, ulteriormente avvalorata dal vicino raddoppio del Politecnico. Il concorso. La rilevanza del servizio culturale in questione, la sua peculiare complessità funzionale dovuta anche al fatto che l'Amministrazione di allora ritenne opportuno rispondere contestualmente alla necessità di disporre di un nuovo complesso per il teatro e la danza di una capienza adeguata di cui la Città era (ed è tuttora) carente, la posizione dell'area individuata, la notevole entità della frequenza giornaliera di pubblico generata da biblioteche analoghe e da teatri di grandi dimensioni, ma anche il ritorno di immagine derivante sia da tale affluenza sia dalle dimensioni e dalle caratteristiche architettoniche dell'edificio contenitore, fecero ritenere opportuno bandire un concorso di progettazione di livello internazionale, al fine di garantire alla Città di Torino un'ampia possibilità di scelta tra le migliori competenze professionali nel settore dell'architettura. Al Bando di concorso internazionale di architettura, ai sensi del Decreto Legislativo 157/1995 e della Legge 109/1994 e s.m.i. allora vigenti, venne allegato un accurato Programma Architettonico, quale strumento di riferimento ed orientamento per i progettisti. Il concorso, suddiviso in due fasi, si sviluppò nel periodo compreso tra il mese di gennaio del 2000 e il mese di marzo del 2001. La prima fase, alla quale parteciparono 175 concorrenti fra italiani e stranieri, si concluse con la selezione di dieci progetti finalisti, mentre nella seconda fase i dieci concorrenti selezionati furono invitati ad elaborare un progetto quasi preliminare e tra questi venne individuato, quale progetto vincitore, quello presentato dall'architetto Mario Bellini di Milano, noto professionista di fama internazionale. Nell'allegato i Consiglieri interpellanti troveranno elencati gli atti amministrativi del procedimento concorsuale e i relativi costi, quasi completamente coperti da un contributo della Compagnia di San Paolo. Il progetto. Un fatto importante, da sottolineare, è che il bando per il concorso di progettazione del centro culturale prevedeva tra le incombenze della Città, oltre al premio di 50 milioni di Lire, anche il conferimento dell'incarico professionale al progettista vincitore. Tale questione venne valutata e richiesta dagli ordini professionali degli ingegneri e degli architetti, che si espressero in merito al testo del bando; del resto occorreva il loro consenso per poter bandire il concorso, senza diffide, trattandosi anche di una gara di importanza elevata e di carattere internazionale. Pertanto, in attuazione di quanto dettato dal bando, la Città provvide al conferimento dell'incarico professionale all'architetto Mario Bellini di Milano, sulla base dell'importo complessivo stimato per la realizzazione delle opere pari ad Euro 120.635.551,86, suddivisi fra il lotto 1 per Euro 116.803.441,66 (biblioteca e teatro) e il lotto 2 per Euro 3.832.110,19 (giardini ex Caserma Lamarmora). La stesura del progetto complessivo, redatto in forma preliminare, definitiva ed esecutiva, con relativi pareri e certificato di Validazione, si concluse nel mese di marzo 2007, a seguito di alcuni ampliamenti progettuali, specialmente in relazione alla componente teatrale su richiesta del Teatro Stabile di Torino, che portarono a un costo complessivo delle opere (compresi gli arredi) stimato in Euro 190.515.169,39 per il lotto 1, mantenendo invariato l'importo del lotto 2, stabilito in Euro 3.832.110,19. Anche per questa fase gli atti amministrativi e i relativi costi sono elencati puntualmente nell'allegato. L'impegno economico relativo alla progettazione esterna, affrontato fino ad oggi dalla Città, ammonta a complessivi Euro 16.500.393,00, relativi agli incarichi professionali di Progettazione, Validazione e Consulenze specialistiche, di cui Euro 14.300.532,00 per l'incarico dell'architetto Bellini; detti importi sono stati per la quasi totalità liquidati ai soggetti interessati. Le previsioni di finanziamento. Come risulta dalla lettura dell'elenco in allegato, vista la complessità dell'opera e l'impegno economico da affrontare, durante la stesura del progetto si è ritenuto utile suddividere il complesso architettonico relativo al 1° lotto, il cui importo complessivo lordo è stato definitivamente stimato in Euro 222.000.000 (comprendente le spese tecniche, gli imprevisti, l'IVA, i collaudi), in tre stralci funzionali distinti, da attivarsi in tempi diversi. Nel Bilancio Triennale dei Lavori Pubblici del Comune di Torino 2005-06-07, approvato dal Consiglio Comunale, era previsto nell'anno 2006 il finanziamento del primo lotto, relativo alla biblioteca, per un importo di Euro 116.000.000 e nell'anno 2007 il funzionamento del secondo lotto, relativo al teatro e ai servizi annessi, per un importo di Euro 160.000.000 (cifra del tutto precauzionale, in vista di eventuali ulteriori sviluppi progettuali e imprevisti, da ridimensionarsi nel successivo programma triennale). Può darsi che la memoria mi inganni, ma non ricordo alcuna polemica o proposta di emendamento su questa materia durante l'approvazione del citato Bilancio triennale. Ciò che rese impossibile l'attuazione di quanto previsto da quel programma fu la drastica riduzione delle possibilità di indebitamento dei Comuni introdotta dalla Legge Finanziaria 2006. Allo scopo di realizzare almeno la biblioteca, nel programma triennale dei Lavori Pubblici 2006-07-08, anch'esso approvato dal Consiglio Comunale senza richieste di emendamenti o polemiche di sorta, fu previsto per l'anno 2006 il finanziamento di un primo lotto comprendente le opere per la realizzazione dei parcheggi e dei depositi interrati, di importo stimato in Euro 39.000.000 e per l'anno 2008 il secondo lotto comprendente il resto della biblioteca di importo stimato in Euro 95.000.000. A causa delle ulteriori difficoltà da parte del Comune di Torino a reperire fondi per investimenti, nel programma triennale 2007-08-09 fu previsto per il 2008 uno stanziamento di Euro 128.400.000 per la realizzazione della biblioteca, della galleria e dei servizi annessi, da realizzarsi nell'ambito del programma del Centocinquantenario dell'Unità d'Italia, tanto è vero che fu inserito nel primo progetto inviato al Governo nel marzo 2007. Il fatto che il Comune di Torino nei due programmi triennali citati si sia limitato a prevedere la sola biblioteca fu dovuto a due fattori concomitanti: la rinuncia di un'opera peraltro molto necessaria alla Città come il teatro e l'interesse dimostrato dalla Compagnia di San Paolo a sostenere l'edificazione, nel lotto originariamente destinato al teatro, di spazi a disposizione delle imprese che avevano espresso al Politecnico di Torino l'intenzione di collocarsi nella cosiddetta 'cittadella politecnica'. Tale interessamento provocò la richiesta all'architetto Bellini di elaborare un'ipotesi di scorporo della parte del progetto relativa al teatro e di trasformazione della medesima in una sorta di business center a disposizione delle imprese segnalate del Politecnico. Le difficoltà del momento. Oggi, a causa della crisi finanziaria generale che si sta attraversando, non si vede la possibilità da parte del Comune di Torino di finanziare in tempi brevi la parte relativa alla biblioteca e si registra da parte della Compagnia di San Paolo la temporanea non riconferma della disponibilità ad intervenire a sostegno delle richieste del Politecnico. Ciò non significa affatto che si sia verificato - come dice l'interpellanza - 'il definitivo abbandono del progetto'. Restano infatti pienamente validi i motivi per cui, negli anni passati, non solo le Giunte che si sono succedute ma anche i Consigli Comunali che hanno approvato i programmi dei Lavori Pubblici e la stessa opinione pubblica non solo non hanno mai obiettato sulla necessità di questa opera ma hanno unanimemente giudicato l'elaborato dell'architetto Bellini come il più utile e il meglio progettato tra i tanti che in questi anni hanno caratterizzato la trasformazione urbanistica di Torino. La mancanza di disponibilità finanziaria che oggi si registra - devo dire non solo nella nostra Città mi pare di capire - non può infatti farci dimenticare l'entusiasmo che in passato ha accompagnato la cosiddetta 'Biblioteca Bellini'. Dovrà quindi essere ripreso il confronto, già nel corso di quest'anno, in primo luogo con la Regione Piemonte e con le Fondazioni di origine bancaria, nell'attesa che il quadro economico generale torni ad offrire maggiori possibilità di impegno finanziario da parte dei diversi soggetti pubblici e privati che possono esservi coinvolti, compresa ovviamente la Città di Torino. Alla Regione Piemonte, innanzitutto, si intende proporre una attenta considerazione delle implicazioni, anche economiche, del fatto che la Biblioteca Centrale di Torino sarebbe un rilevante punto di riferimento per gli utenti (e le biblioteche) dell'intera area metropolitana e di un più vasto bacino provinciale e talvolta regionale, in particolare per un secondo livello di esigenze informative e documentarie che le biblioteche pubbliche di base non possono soddisfare adeguatamente. Con la Compagnia di San Paolo, tenendo comunque conto delle attuali incertezze o prudenze che la situazione economica comporta anche per le Fondazioni ex bancarie, andrà approfondito l'esame delle specifiche valenze culturali e sociali in base alle quali la realizzazione della nuova sede della Biblioteca Civica Centrale risponderebbe pienamente agli obiettivi di sostegno alla competitività territoriale (in particolare per la formazione e la ricerca) e di facilitazione della coesione sociale, che la Compagnia ha tra i propri indirizzi prioritari di intervento. Inoltre, andranno comunque approfondite le ricadute economiche derivanti dalla possibilità di collocare attività economiche nel grande spazio originariamente occupato dai servizi teatrali e dall'alienazione dell'isolato di Via della Cittadella, attualmente occupato dalla Biblioteca Civica. In conclusione, ammesso che le difficoltà finanziarie persistano per tutta la durata di questa tornata amministrativa, chi governerà la Città dopo di noi, anziché dover affrontare da zero il problema cruciale di dotare la Città di una biblioteca centrale adeguata alle esigenze del nostro tempo, si troverà a disposizione un progetto di alto livello, universalmente apprezzato, che non presenta affatto caratteristiche di sovradimensionamento, né per quanto riguarda le funzioni, né per quanto riguarda i costi. Le migliori condizioni finanziarie, che certamente si creeranno quando la fase più acuta della crisi economica sarà stata superata, permetteranno ai nostri nipoti di fruire - riferisco una delle frasi estrapolate - della nuova biblioteca centrale. Detto da me, mi si permetta un riferimento personale, ciò non significa affatto, come sembrano credere gli interpellanti sulla base di riferimenti giornalistici estrapolati dal contesto, rimandare all'infinito la realizzazione di questo progetto, dal momento che i miei nipoti sono già ora frequentatori assidui delle biblioteche decentrate e sarebbero ben contenti di passare, il più presto possibile, alla frequentazione di un grande polo dell'informazione, che contribuisca a costruire il futuro di una Torino dell'informazione e della comunicazione tecnologiche, favorendo lo sviluppo delle conoscenze di ogni genere, dei saperi diffusi, della creatività, della curiosità e degli interessi culturali in tutta la sua popolazione. Questi sono gli obiettivi che la nuova Biblioteca Centrale deve raggiungere. CERUTTI Monica (Consigliere Anziano) Ricordo che uno tra i presentatori avrà a disposizione dieci minuti per intervenire, mentre gli altri Consiglieri ne avranno a disposizione solo cinque. La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Vorrei ringraziare l'Assessore per averci consegnato questo documento - che, oggi, ha riletto in Aula - già una settimana fa, però devo fermarmi a questo ringraziamento, perché ho letto più volte questa sua risposta all'interpellanza e devo dire che dirsi soddisfatti sarebbe il massimo, ma anche dirsi insoddisfatti è veramente poco rappresentativo del pensiero che voglio esprimere. C'è una puntuale cronistoria della vicenda di questa biblioteca, che è sempre stato un suo fiore all'occhiello, da quando è tornato a fare l'Assessore alla Cultura. Negli anni Castellani-Perone, se ne è discusso in modo molto enfatico e, forse, sovradimensionato; siamo arrivati ad oggi, con la sua risposta ad una nostra interpellanza a proposito delle dichiarazioni, Assessore, che non abbiamo rilasciato noi, ma che abbiamo letto sui giornali virgolettate (poi, probabilmente, sarebbe necessario aprire un confronto sul virgolettato), che dicono che la Biblioteca Bellini è una grande opera per la Città (e questo parere lo condividiamo). Anche dopo il 2006 (indicato da lei come anno critico per la finanza locale), avete assicurato che si riuscirà a terminare quest'opera nel 2011, quindi il suo obiettivo non era solo un'importante opera per la Città, ma anche per il 2011 ed, oggi, invece, assistiamo ad un rinvio di questo importante progetto. Vorrei essere franco con lei: non ho ancora nipoti e, quindi, non mi pongo molto questo problema (anche se è sicuramente importante guardare alle future generazioni), però, Assessore, non prendiamoci in giro e non diamo loro delle false speranze. Infatti, lei conclude dicendo che questo è un progetto importante che manterrà nel tempo la sua fruibilità progettuale ed economica, ma non è così! Per quanto riguarda le linee metropolitane, che peraltro non sono invenzione vostra ma arrivano da lontano, voi avete proceduto buttando via i progetti e facendone degli altri, è questa la realtà di una società sempre in movimento. Come fa, oggi, a dire in quest'Aula che si tratta di un progetto che, comunque, ha rappresentato un'occasione importante, che, con questo progetto, abbiamo segnato un punto e che, quando sarà realizzato, avverrà perché manterrà la sua attualità? Non sarà così e nemmeno tra un anno potrà essere così, oltretutto non ci sono i tempi affinché possa essere realizzato entro l'anno. Assessore, se mi permette, lei con simpatica furbizia ha sottolineato il fatto che, almeno in questi ultimi anni, nel Bilancio Pluriennale dei Lavori Pubblici (quello 2005/2006/2007 e in quello 2006/2007/2008) non abbiamo mai contestato la previsione della realizzazione di questa biblioteca presentando degli emendamenti; in primo luogo, vorrei toglierle qualsiasi dubbio: non essendo, in modo pregiudiziale, contrari, non capisco perché nel primo Bilancio Pluriennale dei Lavori Pubblici avremmo dovuto presentare degli emendamenti. Non eravamo contrari, lei era motivatissimo e ci sembrava che la Giunta la seguisse, ma ciò non è accaduto; peraltro, una parte della sua Giunta (con l'Assessore Passoni in testa) ha ripreso le perplessità dell'Assessore Peveraro (il precedente Assessore al Bilancio), che aveva dichiarato a tutti gli organi di informazione di essere contrario. A fronte di una realizzazione importante ma faraonica che prevedeva anche il teatro, strada facendo (come lei testimonia attraverso questo documento), in realtà anche a causa delle difficoltà economiche, si è andati a razionalizzare il progetto: è scomparso il teatro e una parte dell'insediamento è stato destinato alla realizzazione di questa cittadella del sapere scientifico. In realtà, la missione di questi ultimi anni era quella di costruire la biblioteca, per cui per quale motivo avremmo dovuto essere contrari? Plaudiamo il fatto di avere trovato finalmente una localizzazione adatta per una biblioteca comunale (non quella di Via della Cittadella) e che rappresenta anche un fiore all'occhiello per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Peccato, però, che tutto ciò non sia avvenuto, non per le ristrettezze finanziarie del 2006, ma perché lei non è stato seguito in questa vicenda dal Sindaco e dalla sua Giunta. Le ripeto, è vero che nel 2006 si è registrata, rispetto ai Bilanci comunali, una contrazione dei trasferimenti da parte dello Stato, ma lei, quell'anno stesso, ricordava che l'allora Ministro Rutelli era disponibile ad intervenire. Nel 2007, insieme all'architetto Bellini (poi, ovviamente, noi ci limitiamo a leggere i giornali, così come è avvenuto per la vicenda del Bilancio, per cui prendiamo per buone le vostre dichiarazioni), lei ci ha detto che avreste terminato la realizzazione della biblioteca nel 2011 e, invece, quest'anno scopriamo che, di fatto, non potrà accadere e che i nostri nipoti potranno usufruire di questo progetto (ma, secondo me, non riusciranno a vederlo e, se lo vedranno, non sarà comunque questo). Nel frattempo, sono state pagate le parcelle - legittime, presumo - dell'architetto Bellini e, di fatto, lei, oggi, rilancia un'ipotesi di confronto con la Regione! Se noi stiamo male, la Regione forse sta peggio di noi; le Fondazioni hanno già detto che saranno anni difficilissimi e, allora, forse sarebbe stato più serio - mi permetta - venire in Aula a dire che, non per sua responsabilità (è solo un'ipotesi di risposta), ma per colpa del Sindaco, della Giunta o dell'Assessore al Bilancio, non è riuscito a portare a casa un suo obiettivo, con il quale ci ha riempito la testa in questi anni e che, invece, quei soggetti hanno voluto bloccare (visto che il Sindaco e la Giunta, in questi anni, hanno costruito un buco di Bilancio, magari hanno pensato di tagliare questa importante realizzazione). Oppure avrebbe potuto ammettere che si è sbagliato, perché ha fatto i conti senza l'oste, contando di avere l'appoggio politico, economico e finanziario della sua Amministrazione e credendo che ci sarebbe stato un altro genere di attenzione da parte delle Fondazioni, ma le cose sono andate diversamente. Assessore, non è corretto presentarsi ancora oggi in Aula a dire che, di fatto, siete fermi, ma che ne state discutendo con la Regione e le Fondazioni perché è un progetto che segnerà comunque un punto importante e che si potrà assistere alla sua realizzazione solo in futuro, quando noi tutti sappiamo che non sarà così, o comunque non avverrà in un futuro prossimo. Lei, Assessore, ha una lunga esperienza amministrativa, per cui sa bene che questo progetto, tra 2 o 3 anni, continuerà a rimanere nel cassetto; lo sappiamo tutti che è così e dobbiamo avere l'onestà di affermarlo anche in questa sede. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Ghiglia. GHIGLIA Agostino Non so, e per la legge sulla privacy non mi interessa neanche saperlo, quanti anni abbiano i nipoti dell'Assessore Alfieri, ma auguro loro di poter proseguire gli studi anche con l'ausilio delle biblioteche esistenti, perché, altrimenti, rimarrebbero degli eterni fuori corso; quindi, auspico, per il loro futuro, che non siano costretti ad aspettare questa grande opera pubblica, della quale spero che i miei nipoti, invece (la mia figlia più grande ha tre anni e mezzo), potranno vedere almeno le fondamenta. Posso sintetizzare attraverso un "chiamparinismo", cioè con un piemontesismo spesso adoperato dal Sindaco (non è offensivo, perché lo usa lui che, si sa, è magister elegantiarum e non cade mai di livello), qual è il vostro ruolo in questa vicenda? Mi sembrate, nel vostro atteggiamento e anche in questa risposta - poi vi spiegherò il motivo -, dei "fa fiuchè" dell'Amministrazione torinese. Adesso glielo declino, Assessore: voi, come al solito in un sacco di occasioni, avete buttato in pasto ai media una faraonica opera pubblica, un "faremo", ma, poi, che cosa avete fatto? Mentre avete buttato in pasto ai media questa faraonica opera pubblica, avete sprecato circa 15 milioni di Euro per farvi fare da un architetto di fama un bel plastico di questo progetto. Tra l'altro, un giornale ha pubblicato la foto dell'architetto con il plastico, che, non so se sia stato fatto con il polistirolo o con il legno (magari quello che si usava alle scuole medie quando ci davano il seghetto e il compensato), è costato alla Città di Torino 28 miliardi di vecchie Lire, quindi più di 14 milioni di Euro. Come diceva prima il Consigliere Cantore, se noi eravamo favorevoli, perché avremmo dovuto presentare degli emendamenti? Sulla strategicità dell'opera ci trova assolutamente consenzienti, ma, visto che i tempi di vacche magre si potevano prevedere da qualche anno (soprattutto per quanto riguarda gli Enti Locali), mi spiega - e nella sua relazione non lo ha fatto - come mai, nel marzo 2007 (due anni fa, non due secoli fa), avete richiesto ed approvato degli ampliamenti progettuali sul primo lotto, che passava da 120 milioni di Euro a 190 milioni di Euro? Due anni fa (quando, già allora, non c'era i fondi), pensavate ancora di poter ampliare quest'opera con un incremento di spesa di 70 milioni di Euro! Già allora il Sindaco ed il suo Assessore alle Finanze protestavano (mi sembra fosse in carica il Governo Prodi) contro il solito taglio di risorse agli Enti Locali, per cui era evidente che non avreste ricevuto i soldi, ma avete comunque previsto un ampliamento di oltre il 50% del preventivo del primo progetto di quell'opera! È per questo che dico che siete dei "fa fiuchè"; in italiano, soprattutto quello maccheronico delle periferie, si potrebbe tradurre con "caccia palle". Devo arrivare a pensare, ma non credo di essere troppo malizioso, che voi, come al solito - e lo fate spesso -, avete proposto cifre, progetti e fatti completamente infondati per buttare un po' di fumo negli occhi ai torinesi, sapendo che non avreste ricevuto i soldi. Assessore, non vi mancano 10 o 20 milioni di Euro, vi manca tutto! Cioè, avete solo sprecato i soldi del progetto! Ma qual è il padre di famiglia, l'imprenditore o la persona di normale buon senso che programma un lavoro così gigantesco, da quasi 300 miliardi di vecchie Lire, e non ha un soldo in cassa per realizzarlo, riuscendo a pagarne solo la progettazione? Siete dei "fa fiuchè", degli illusionisti e questa è l'ennesima dimostrazione. Devo ammettere che mi dispiace, perché si tratta di un'opera che, invece, sarebbe stata fondamentale per questa città. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Carossa. CAROSSA Mario Mi sembra quasi di essere fuori dal mondo, perché, secondo voi, dovrei ancora ringraziare una Giunta ed un Assessore che sprecano 23 milioni di Euro! Ma stiamo scherzando? È una situazione fuori dal mondo, avete buttato via dei soldi consapevoli di farlo, perché tanto non sono vostri quei soldi! E continuate così! Poi, però, non ci sono 350.000 Euro per le scuole FISM, oppure i bambini delle scuole materne devono portarsi da casa la carta igienica! Lei, adesso, ha detto che devo ringraziarvi perché ci ritroveremo il progetto, nonostante i 20 milioni di Euro che avete buttato via? Mi trattengo a stento solo perché ho 50 anni, avessi qualche anno in meno non ci riuscirei. Mi sembra un fatto fuori da ogni logica! E lo dico tranquillamente a lei, Assessore, che è non il maggiore responsabile, ma solo uno dei responsabili di questa vicenda, che è veramente triste per i torinesi. Lei sa benissimo, come ha già ricordato in maniera molto corretta il Consigliere Cantore, che un qualsiasi progetto, al giorno d'oggi, dopo un anno è obsoleto e lei continua a ripetere che questa biblioteca e questo centro potranno essere ancora validi fra 10 o 15 anni! È una "balla" grossa come una casa! Voi avete manie di grandezza e, come diceva giustamente il Consigliere Ghiglia, siete dei venditori di fumo, ma quando la gente come il sottoscritto si arrabbia è grave, perché significa che si è giunti al limite della sopportazione e non si può più accettare situazioni simili! La vostra fortuna è che queste notizie non arrivano ai cittadini, perché, se ciò avvenisse, vi verrebbero a prendere fuori dal Municipio! È una vergogna! E poi, lei, Assessore, mi corregge dicendo che non si tratta di 23 milioni di Euro - come ho scritto nell'interpellanza -, ma di 16 milioni di Euro, quindi secondo lei va benissimo così. Io sono anche pronto a riconoscere che, in certi momenti, avete dimostrato un po' di correttezza, ma, in altri momenti invece, vi siete proprio lasciati andare, così come oggi mi sono lasciato andare io. Inoltre, vorrei sottolineare che non ho ricevuto la relazione, ma ho potuto leggere quella giunta al Consigliere Cantore, comprensiva di tutta quella elencazione. Dato che io, evidentemente, capisco poco di politica e sono "terra terra" nelle cose, un anno fa, di mia sponte, ho chiesto agli Uffici di fare una ricerca di tutte le deliberazioni riguardanti la Biblioteca Bellini e mi sono venuti i capelli dritti! In effetti, ho sbagliato a non presentare un'interpellanza, ma tutti i nodi vengono al pettine, come in questo caso. Credo che i torinesi terranno conto anche di questo episodio quando, spero quanto prima, torneremo a votare per mandarvi a casa. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Grimaldi. GRIMALDI Marco Presidente, durante il mio intervento mi rivolgerò a lei, perché non vorrei fare riferimenti ad altre persone, rispettando quella che, di fatto, è una prassi dell'Aula. Mi hanno stupito alcune delle parole usate nel corso di questa discussione, non tanto dal suo Gruppo, perché mi pare che sia stato l'unico coerente nel ricordare il dossier, che è stato votato all'unanimità da quest'Aula, che comprendeva il lotto numero 1 della Biblioteca Bellini, da 120 milioni di Euro. Si tratta di un dossier che, di fatto, abbiamo inviato allo Stato Italiano per farci cofinanziare questo tipo di progettualità. Vorrei, soprattutto da parte di chi "vice-presiede" o presiede le Istituzioni, almeno le scuse verso l'Assessore, perché o non ho capito il senso dell'interpellanza, o il centrodestra sta chiedendo di realizzare la Biblioteca a tutti i costi. Il problema è che non si possono fare le cose a tutti i costi, se, poi, di fatto, le entrate non ci permettono di fare tali investimenti ed è proprio questo l'oggetto della questione. Nel 1998, si è deciso di fare un bando internazionale, ma, poi, non si può dire, ex post, che non si pagherà ciò che è dovuto. La Legge prevede che, in qualche modo, queste operazioni vadano pagate. Purtroppo, alla fine degli anni Novanta, c'è stato anche questo problema: nella vicenda delle gare internazionali non si paga soltanto la creatività, ma si paga in percentuale ciò che, di fatto, è l'oggetto in costruzione. Il vero fatto di cui nessuno parla è che, se si realizza, si paga in investimenti, mentre, se non lo si realizza, deve essere pagato in spesa corrente. Ed è questo il vero problema che si trova ad affrontare la Città: in qualche modo, quando ci sono le costruzioni, viene ridimensionata quel tipo di operazione verso i progettisti. Però, Presidente, continua a sfuggirmi qualcosa: quella Biblioteca serve ai cittadini, perché non è normale che uno studente universitario di Torino per studiare debba stare attaccato ad altri ragazzi, quando noi possediamo un patrimonio inestimabile. Bisogna ricordare che queste scelte sono state fatte in maniera bipartisan, perché tutta la città di Torino voleva quella Biblioteca; poi, qualcuno, però, se l'è dimenticato ed ha detto che era l'oggetto dei desideri dell'Assessore Alfieri (quando, tra l'altro, questo progetto era stato pensato dal Sindaco Castellani e dall'Assessore Perone). Per questo motivo, vorrei che, almeno nelle accuse, ci ricordassimo quale parte di responsabilità ha ognuno di noi, Consiglieri Carossa e Cantore. Abbiamo votato tutti insieme, perché la realizzazione di quest'opera non l'abbiamo decisa in una sola tornata amministrativa, ma abbiamo seguito un iter. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Infatti, mi sto rivolgendo al Presidente e mi scuso se ho citato i nomi di alcuni Consiglieri, ma, comunque, il Consigliere Cantore ribadisce che, giustamente, vi siete presi le vostre responsabilità. Sarà responsabilità di questo Consiglio e di questa Giunta - come abbiamo già detto in precedenza - continuare a pensare ed auspicare che ci siano degli "oggetti", tra virgolette, in questa Città che meritano di essere riqualificati e di avere i contenuti di quella Biblioteca Civica in essere. Ma ce ne sono anche tanti altri: c'è il problema della Biblioteca dell'Università, o del mancato utilizzo della Biblioteca Nazionale dietro Piazza Carignano. L'importante - e lo dico come appartenente alla Sinistra Democratica -, come abbiamo ricordato per quanto riguarda la vicenda di Intesa-Sanpaolo, è riqualificare il più possibile in questa città, piuttosto che costruire nuovi "oggetti". Vi lancio una sfida, e ve la scriveremo anche nero su bianco: Torino Esposizioni è una struttura centrale, è vicina alle Università, è all'interno del più bel parco di questa città e non verrà più utilizzata per il Science Center. Vorrei capire se è possibile, anche d'intesa con chi ha progettato la Biblioteca Bellini, fare un intervento di riqualificazione urbana in quell'area. Tra l'altro, ricordo che l'oggetto della Bellini è stato modificato, perché qualcuno si è dimenticato del secondo lotto. Il secondo lotto, che è stato citato dal Consigliere Carossa, è stato modificato perché questa maggioranza ha stimato di non potersi permettere un ulteriore teatro in una città che ne ha già otto. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Infatti, questa Città e la Commissione Cultura credono che il Teatro Astra sia un teatro giusto per quella esperienza. (INTERVENTI FUORI MICROFONO) Sì, mi riferivo al rettilario. Il Teatro Nuovo è a fianco di Torino Esposizioni e potrebbe essere quel secondo oggetto che, proprio alle origini della nostra progettazione, si chiedeva per realizzare un polo da mille posti anche per la danza ed il teatro. Le chiedo, quindi, di tenere in considerazione, in qualche modo, queste proposte. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola al Consigliere Cassiani. CASSIANI Luca Vorrei sottolineare che concordo con la risposta fornita dall'Assessore Alfieri e con le considerazioni del Consigliere Grimaldi. Vorrei solo che rimanessero a verbale due questioni, perché, magari, il Consiglio fra dieci anni o quindici anni, quando avremo - spero - la possibilità di assistere alla realizzazione di un'opera importante per la Città come una grande Biblioteca Civica, potrà ricordare il fatto che l'avevamo detto e non eravamo contrari. Vorrei chiedere a chi ha presentato questa interpellanza generale e a chi l'ha sottoscritta: se avessimo realizzato quest'opera, oggi che cosa diremmo? Avremmo apprezzato questo importante sforzo della Città? Avremmo criticato quest'opera perché troppo cara o avremmo detto che, finalmente, avevamo a disposizione una Biblioteca Civica in grado di stare sul mercato della cultura italiano ed europeo e di competere con le più grandi città italiane ed europee? Ho frequentato il Liceo Volta, a 50 metri dalla Biblioteca Civica, dal 1983 al 1988 e ricordo perfettamente che, spesso, il pomeriggio lo trascorrevo in quella che definirei più una "macelleria" che una Biblioteca Civica; d'estate, non ci si poteva stare, perché era vetusta, piccola, non aveva sale di lettura sufficienti e strumenti informatici, cioè non era all'avanguardia neanche nel 1983. Sono passati 25 anni ed è ancora uguale ad allora e, dal punto di vista culturale, è riconosciuto da tutti che quella Biblioteca è inadeguata. Nessuna città importante d'Italia - non parliamo dell'Europa -, oggi, ha una Biblioteca Civica di questo livello, neanche quelle che hanno la metà degli abitanti o degli studenti universitari di Torino. Per quanto riguarda le strategie del 1998, 10 anni fa il mondo era diverso. Poi potremmo cercare di spiegare quali sono le strategie per il ponte sullo Stretto, per la Salerno-Reggio Calabria, per il Mose o per altri faraonici progetti, che, però, presentano una differenza... GHIGLIA Agostino (Intervento fuori microfono). CASSIANI Luca Consigliere Ghiglia, io l'ho ascoltata con attenzione e in silenzio! Ci sono alcuni progetti che, in qualche modo, vengono anche lanciati dagli organi di informazione (ho fatto riferimento al Mose, per esempio, perché mi fa un po' ridere, in quanto, se si alza l'Adriatico, Venezia va a bagno e, nonostante questo, i Governi che si sono succeduti hanno già speso milioni di Euro), per cui o si fa demagogia e si ride di queste vicende, oppure si guarda in modo strategico a quello che sarà il futuro della nostra città fra dieci anni, quando i figli del Consigliere Ghiglia, i nipoti dell'Assessore Alfieri ed i miei figli dovranno andare a studiare in qualche biblioteca. Potranno scegliere se andare al sesto piano di Palazzo Nuovo, dove ci sono 80 gradi d'estate, o alla Biblioteca Civica, oppure in un posto dignitoso, dove sarà possibile proporre un'offerta culturale di un certo tipo. Magari, invece, qualcuno preferisce continuare ad avere piccole biblioteche di periferia, dove è impossibile proporre quel tipo di offerta, perché mancano gli strumenti informatici (mentre in tutta Europa, dal punto di vista informatico, è possibile, in un minuto, consultare testi ed effettuare delle ricerche). Ritengo che questi soldi non solo siano stati spesi bene, ma saranno spesi ancora meglio quando questo progetto - assolutamente attuale - verrà realizzato. Probabilmente, ciò non avverrà in un futuro prossimo, però, oggettivamente, se questa Amministrazione ed il Consiglio Comunale non avessero pensato ad una strategia futura per la Città, non avremmo avuto il Passante Ferroviario o le Olimpiadi. Avremmo unicamente assistito al declino di questa Città (a cui, in qualche modo, eravamo abituati) e l'opposizione ne sarebbe stata felice. COPPOLA Michele (Vicepresidente) La parola, per un minuto, al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele Il Consigliere Cassiani ha detto che voleva chiedere agli interpellanti qualcosa, io sono un interpellante e vorrei rispondere. CASSIANI Luca Non ho fatto alcuna domanda, Consigliere Cantore! CANTORE Daniele Dato che ho presentato questa interpellanza, sono qui per risponderle, Consigliere Cassiani. Lei ha detto: "Se fosse stata costruita, se ci fosse...", peccato che questa Biblioteca non c'è, Consigliere Cassiani, quindi questo suo ragionamento non vale nulla. Nessuno di noi si è espresso in modo contrario negli anni passati, anzi abbiamo detto che apprezzavamo i risparmi previsti dall'abbandono dell'ipotesi del teatro. Però, qui è necessario che il Consigliere Grimaldi si metta d'accordo con l'Assessore Alfieri, che afferma, in questa relazione di una settimana fa, che la Città ha dovuto rinunciare ad un'importante opera (il teatro); evidentemente, le vostre due posizioni sono differenti. Vorrei concludere sottolineando che mi fa piacere che vogliamo di nuovo giocare, che siamo di nuovo nel sogno. Sui giornali appariranno diverse ipotesi su Torino Esposizioni, però a me viene da ridere, perché si parla da trent'anni di questa struttura e, ora, questa maggioranza non ci farà solo ridere, ma prenderà, di nuovo, in giro i torinesi prospettando questa soluzione di Torino Esposizioni, magari con lo stesso progetto del Bellini. COPPOLA Michele (Vicepresidente) Vorrei precisare che non si è trattato di una replica del Consigliere Cantore; aveva a disposizione dieci minuti per intervenire e, avendo beneficiato nel primo intervento solo di sette minuti, ha usufruito di altri due minuti, così come previsto dal Regolamento. La parola, per la replica, al Sindaco. SINDACO Non ho molto da aggiungere a quanto affermato dall'Assessore Alfieri, perché ha ben rappresentato - così come l'intervento ad integrazione, per certi aspetti, oltre che a sostegno del Consigliere Cassiani - la storia di questo progetto, che è nato per corrispondere ad un bisogno di fondo di questa Città, cioè trovare una nuova Biblioteca che sostituisse quella che frequentavo io quando ero studente ad Economia e Commercio (quindi, siamo quasi alla preistoria!). La nostra esigenza era quella di ridefinire un luogo che rispondesse ai criteri del nuovo Secolo e mi pare che fosse, sia e continuerà ad essere un'esigenza alla quale corrispondere. Ciononostante, nel corso di questi anni, abbiamo dovuto - uso questa espressione - progressivamente ridefinire e ridimensionare il progetto per carenze di risorse. Non è che non ci fosse o non ci sia l'esigenza in questa Città di un teatro più grande, perché, secondo i rappresentanti del Teatro Stabile, la mancanza di uno spazio per spettacoli di massa è una delle ragioni per le quali, nonostante l'elevata qualità della programmazione, la bigliettazione del Teatro Stabile è inferiore a quella di altre città (ad esempio, Genova). Quindi, questa esigenza era sentita, ma quando le risorse sono scarse, bisogna fare delle scelte di priorità e questo progetto, pur avendo questa valenza, è stato un po' ridimensionato, non sprecandolo (e qui mi riferisco allo "scandalo", fra virgolette, che sollevava il Consigliere Ghiglia), ma ridefinendo il primo lotto in funzione di un programma che consisteva nell'ampliamento della Cittadella Politecnica. Si è, quindi, ridefinito quello spazio in funzione di un disegno che sta proseguendo, con risultati anche occupazionali, e che riguarda il campus tecnologico del Politecnico. Abbiamo cercato di inserire questa Biblioteca all'interno del progetto "completamento della Cittadella Politecnica" e "Torino 2011". Non era mia intenzione toccare questo tema e non vorrei neanche usare parole grosse, però è necessario che sappiate che, per quanto riguarda Torino 2011, non c'è il picco di un quattrino! Mi esprimo così, visto che siamo per il "piemontesismo"! Voi che siete autorevoli esponenti della maggioranza di Governo, usando gli strumenti di indirizzo e controllo di cui i Parlamentari dispongono, aiutatemi a sollecitare il Governo affinché chiarisca che fine hanno fatto i 50 milioni di Euro residui che Torino avrebbe dovuto ricevere, perché una parte di questi impingevano e potrebbero impingere esattamente sul recupero di parte di questo progetto. La verità è che il Comitato Torino 2011 - e il Consigliere Rattazzi mi è buon testimone - sta predisponendo una deliberazione per poter avviare le opere indispensabili, cioè quelle relative a Venaria, alla predisposizione delle OGR e al completamento degli edifici risorgimentali (il Teatro del Risorgimento e Palazzo Reale), per poter, a spese della comunità torinese, arrivare all'appuntamento del 2011 nelle condizioni minime per accogliere le due grandi mostre che si vogliono ospitare. Non mi voglio nascondere dietro un dito: abbiamo ridimensionato il progetto e l'abbiamo rinviato per le ragioni che ho detto. Quando non ci sono le risorse, si devono fare delle scelte di priorità. Il progetto rimane in tutta la sua validità e mi auguro di poterlo avviare prima della fine di questa tornata amministrativa, inserendolo nel programma della Cittadella del Politecnico, cioè in un nuovo ed originale intreccio fra la ristrutturazione della biblioteca del Politecnico e l'esigenza di una biblioteca cittadina. Questo è il disegno che mi auguro di poter avviare. Vorrei però sottolineare il fatto che noi siamo a due anni da Torino 2011 e, nonostante gli sforzi del Ministro Bondi (che gli riconosco pubblicamente), non c'è un picco di un quattrino! Questa è la realtà. Credo che questo, se non si volesse fare soltanto delle polemiche - magari per avere qualche titolo sui giornali di domani -, forse sarebbe uno di quei casi in cui fare uno sforzo bipartisan. L'esigenza di far fare bella figura al Paese e alla nostra Città in occasione della scadenza di Torino 2011 potrebbe rappresentare l'opportunità giusta per fare uno sforzo comune per ottenere quel minimo di risorse che ci permetteranno di avviare questo progetto, insieme agli altri. COPPOLA Michele (Vicepresidente) L'interpellanza generale è discussa. |