Interventi |
CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Abbiamo ricevuto richieste di comunicazione dal Consigliere Cantore e dal Consigliere Ravello, che hanno all'oggetto la questione relativa alla fusione di GTT con ATM di Milano. Si procederà alle comunicazioni del Sindaco, al termine delle quali ciascun Gruppo avrà a disposizione 5 minuti. La parola al Sindaco. SINDACO Ringrazio chi ha richiesto le comunicazioni, che permettono di portare in Sala Rossa quanto abbiamo discusso con un certo approfondimento durante la Conferenza dei Capigruppo di giovedì sera. Dal punto di vista sostanziale, le questioni restano quelle discusse giovedì sera, nel senso che noi avevamo ipotizzato e sottoposto alla Conferenza dei Capigruppo - per "noi" intendo la Giunta, perché quanto ho portato in Conferenza dei Capigruppo era frutto di una comunicazione fatta in Giunta ed accolta unanimemente, senza riserve - un mandato che prevedeva, in una prima fase, la sottoscrizione dei Sindaci delle due Città di un documento di impegno a sottoporre entro due mesi (data che potrà anche ragionevolmente dilatarsi, se sarà necessario) ai rispettivi Consigli Comunali veri e propri Patti parasociali ed il piano industriale previa una fase di negoziazione che passasse, appunto, dalle linee generali per la fusione alla definizione di documenti con un proprio carattere cogente. Era prevista, quindi, una fase intermedia di circa due mesi, nella quale ci sarebbe stata la traduzione delle linee generali sottoscritte dai due Sindaci in veri e propri documenti che definivano l'organizzazione delle imprese, la struttura del management e le linee generali (ma sufficientemente dettagliate) del piano industriale. Ovviamente, in questo impegno vi era una sorta di mandato fiduciario circoscritto e limitato a quel documento dato al Sindaco, che, peraltro, non ne avrebbe bisogno sul piano formale, perché non c'è nessuna ragione procedurale che lo imponga, ma ho ritenuto giusto farlo proprio per favorire il massimo coinvolgimento possibile, fin dalle fasi iniziali, del Consiglio Comunale. Durante la discussione di queste linee generali per la fusione, da parte di alcuni Gruppi (segnatamente da parte di un Gruppo di maggioranza di questo Consiglio Comunale) sono state sollevate alcune "perplessità" - così sono state definite - che non hanno consentito di tradurle in mandato fiduciario (circoscritto e limitato a quella fase) e, quindi, a quel punto - come ho detto in Conferenza dei Capigruppo -, ho ritenuto di sospendere l'incontro col Sindaco Moratti, spiegandogli i motivi e chiedendo anche scusa. Devo dire che ho avuto ampia comprensione, perché credo che anche loro abbiano problemi (magari, su qualche altro versante), quindi, sa benissimo come sono queste vicende, non ho avuto bisogno di molte parole per spiegarlo. Allo stato attuale, quindi, la situazione è che io sono in attesa che, da parte del Consiglio (e precisamente da chi ha sollevato le perplessità), questi dubbi vengano tradotti in quesiti, o nelle forme che si ritiene, in modo tale che i negoziatori possano, se sono in grado, rispondere e, sulla base di come queste risposte convinceranno o meno, se supereranno o meno le perplessità, potremo capire se procedere sulla strada che avevamo indicato oppure no. Questo è, dal punto di vista della comunicazione, lo stato dell'arte. Non vorrei nascondere a me stesso ed al Consiglio che la fase vera delle difficoltà è quella delle trattative con i milanesi; nessuno ha mai pensato che questa sarebbe stata e sarà (se lo sarà) una passeggiata, perché tutti sappiamo e siamo ben consapevoli che le difficoltà vere si avranno nel passaggio che ho indicato prima, cioè dalle linee generali della fusione e dall'impegno a seguirle a come queste si tradurranno in organizzazione aziendale, in piano industriale, in assetto della società fusa che dovrà nascere, in modo tale che possano trasformarsi in patto parasociale fatto proprio formalmente dal Consiglio Comunale. Durante questi due o tre mesi (quanto sarà necessario) si addenseranno le difficoltà vere e, in quell'occasione, si capirà anche la veridicità di alcune affermazioni fatte girare, per esempio, in ambito milanese, dove, com'è noto, vige la preoccupazione speculare alla nostra; negli ambienti politici milanesi (in particolare, quelli della mia parte politica) il timore è che i torinesi (che valgono la metà) possano arrivare a Milano e, poco per volta, conquistare la grande ATM milanese. Per contestare questa voce, ne viene fatta girare un'altra, in modo più o meno sotterraneo, che dice: "Non preoccupatevi, perché quando, poi, andremo alla contrattazione, alla definizione delle cose che contano, torneremo a ristabilire i rapporti". Sto parlando, ovviamente, di voci, quindi, non sono in grado di citare luoghi, date e persone, però sono fatti che influenzano l'opinione pubblica, soprattutto gli addetti ai lavori. Quello sarà il momento cruciale ed è anche questa la ragione per la quale credo che se si debba seguire quella strada in ogni caso; c'è comunque bisogno, da parte nostra, di un rafforzamento della squadra trattante da parte di GTT, perché nella fase in cui si giocheranno le partite vere ci sarà l'esigenza di avere una squadra che sia più attrezzata di quanto si presenti oggi. Questo era il primo punto che volevo richiamare. Naturalmente, si è aperta una questione politica che ha più aspetti, della quale non ho nessuna difficoltà a parlare. C'è un tema generale, del quale - non so se concordiamo tutti - io ne faccio una questione non solo di bandiera, ma anche di pratica politica quotidiana. Credo che (per colpa di nessuno) le antiche aziende municipalizzate si siano portate con sé una storia di intreccio fra politica e azienda che, in una fase molto lontana da noi, ha avuto anche un suo aspetto di nobiltà e di importanza, perché, probabilmente, senza quell'intreccio non sarebbero nate, non avrebbero avuto il ruolo che hanno avuto, eccetera, ma che oggi, in tutta evidenza, rischia di essere un impaccio per il pieno dispiegamento delle potenzialità, soprattutto future, che possono avere queste aziende. Non mi riferisco, ovviamente, al diritto - ci mancherebbe altro - all'organizzazione politica all'interno delle aziende, perché sarebbe ridicolo anche solo pensarlo, ma al fatto che vi sia un'intromissione, a volte troppo stretta, fra le scelte gestionali dell'azienda e la politica, anche laddove non vi sia organizzazione politica o di partito all'interno di una determinata azienda. Credo che questo sia un punto che è tanto più vero quanto più ci si avvicina a società che - come direbbero gli esperti di economia industriale - sono ad elevata intensità di lavoro (per ragioni che sono anche comprensibili) ed è una questione che, secondo me, prima si supera meglio è. Il dispiegamento delle potenzialità di queste aziende e il fatto di cercare di creare nuovi contenitori aziendali, nuovi soggetti aziendali è anche (non solo) un'esigenza che consentirebbe di dare una risposta a questa necessità strategica di fare un passo in avanti nella trasformazione delle ex municipalizzate in veri e propri soggetti aziendali, sempre meno dipendenti dalle scelte gestionali (non di indirizzo generale) della politica e sempre più capaci di muovesi e di rispondere alle istanze del mercato. Ritengo che la questione non sia addebitabile ad uno specifico Gruppo o ad una singola organizzazione, ma che sia un problema generale, del quale prima ce ne liberiamo, meglio è. Auguro alla Città ed a tutti coloro che vorranno misurarsi sul suo futuro di non dimenticare mai quella che per me resta un punto di riferimento fondamentale dell'analisi della situazione torinese, che è descritta nel libretto scritto da Arnaldo Bagnasco nel 1986 intitolato: "Torino (Uscire da)". Per certi aspetti, penso sia giusto, quando si conclude un ciclo amministrativo, cercare soluzioni di continuità, perché sarebbe da miopi pensare di non farlo. Spero che queste soluzioni di continuità partano dalla convinzione che questa Città - come molte altre che hanno conosciuto storie analoghe - per la sua storia, con le sue condizioni, non può avere dentro di sé tutte le risorse necessarie per vincere la sfida posta dalle nuove condizioni non solo della competizione, ma anche della coesione sociale e della ricerca di quei progetti che possono consentirle di completare il percorso della modernizzazione. Quindi questa è l'unica cosa. Per questo motivo, mi sento toccato sul vivo, quando sento con troppa facilità ripetere un refrain troppo comodo di una certa opinione pubblica torinese, cioè la solita storia di Torino che perde tutto e che è subalterna a Milano. Temo, infatti (ma, se non è così, meglio ancora) che questo refrain nasconda la volontà di abbandonare la strada di misurarsi in campo aperto con altre realtà, sapendo che è più rischioso misurarsi in campo aperto che stare chiusi; è mia convinzione, però, che il fatto di restare chiusi, quasi certamente porta ad un progressivo rimpicciolimento e ad una progressiva capacità di perdere la possibilità di svolgere un ruolo (che avremmo le risorse per svolgere, se rimanessimo in campo aperto). Da questo punto di vista, quindi, continuo a pensare che il progetto con Milano sia un progetto valido, per la ragione che ho detto: perché può permettere di fare uno sforzo per costruire un'azienda (questo vale per noi, ma credo valga, forse a maggior ragione, anche per i milanesi) che si svincoli definitivamente da tutti quei freni, vincoli e limitazioni tipici di un'azienda municipalizzata, ad eccezione del pieno potere di indirizzo e di controllo (elemento che penso debba stare molto a cuore), che resterebbe ben saldo, a differenza di altre possibilità di cui si è parlato in questi mesi e in questi anni che erano state contestate, se non addirittura bocciate, come ad esempio l'ipotesi di prevedere l'ingresso dei privati nel capitale di GTT (di norma, i soggetti privati portano risorse; se, però, ne portano molte, tendono a voler comandare, per ragioni che credo di capire). Il progetto, dunque, avrebbe anzitutto questo vantaggio: potrebbe permettere di cercare di costruire un'azienda simile a molte aziende presenti in Europa (ad esempio in Germania e in Francia), che sono aziende pubbliche, difficilmente distinguibili dalle loro omologhe private. Avrebbe, poi, il vantaggio di permettere (ovviamente, ragionandoci sopra, essendo un tema di tipo industriale, sul quale occorre prevedere qualche mese di discussione) di far ricadere sull'azienda e sulla parte torinese risorse da tradurre in investimenti e, quindi, in miglioramento dei mezzi e dei sistemi. Questo sarebbe uno dei benefici - lo dico al Consigliere Malgaro - che potrebbe ripercuotersi indirettamente o direttamente sui cittadini, sapendo che gli aspetti che riguardano maggiormente i cittadini (qualità, estensione e costo del trasporto pubblico) restano e resteranno completamente in mano al Comune, che è l'ente che definirà i bandi di gara e il controllo dei bandi di gara (non saranno soltanto le aziende a determinarlo). Per queste ragioni, quindi, ritengo che il progetto sia valido e che valga la pena portarlo avanti. Credo che la sua attuazione sia molto difficile: non mi sfugge il fatto che, fra un'azienda che vale 100 ed un'azienda che vale 50, sia difficile fare un'operazione paritetica già sul piano della forma, oltre che sul piano della sostanza. Proprio per questo motivo, ritengo che si possa andare ad una fase di trattativa cruciale, soltanto con un'ampia convinzione (dico "ampia", non potendo dire "unanime") che questa sia la strada da percorrere. Diversamente, è meglio fermarsi, guardarsi attorno e ragionare. Quindi, per concludere - e scusandomi per la lunghezza del mio intervento -, dico che, per quanto riguarda il percorso verso Milano, resta valido tutto ciò che ho detto. Credo sia giusto - in termini non politici - avere delle "perplessità", per cercare di dare risposte e, su questa base, capire se ci siano o meno le condizioni per dire che vogliamo firmare le linee d'impegno, con tutti i passaggi successivi. Allo stato attuale, il mandato che l'azionista ha dato all'azienda - e vorrei fosse chiaro anche per l'azienda stessa - è solo ed esclusivamente quello di lavorare su due questioni che ci appartengono: l'indizione della gara per l'assegnazione del trasporto pubblico locale, d'intesa con l'Agenzia per la Mobilità (il cui bando mi risulta già essere in fase avanzata di predisposizione) e l'avvio della costruzione della società per le infrastrutture, per il quale mi pare sia già fissata, per il 3 marzo, una riunione in Regione, che dovrebbe consentire un'operazione che non tocca l'eventuale percorso verso Milano (per il semplice fatto che i milanesi hanno già le infrastrutture al di fuori della società) e che permetterebbe di riunire in un'unica società le nostre infrastrutture e le infrastrutture ferroviarie di proprietà della Regione e, su quella base, di avere le condizioni non soltanto per avere possibili sostegni finanziari da altri soggetti pubblici o privati (ovviamente in forma minoritaria, perché si tratta di una società che deve necessariamente essere a controllo maggioritario pubblico), ma anche per pensare (come già si sta facendo, visto che, in questa direzione, è già previsto, per il 6 marzo, un incontro con l'Amministratore Delegato delle Ferrovie Moretti) a possibili operazioni societarie con le Ferrovie dello Stato in relazione alla gestione del nodo ferroviario di Torino, gestione che si presenta di complessità, interesse e di convenienza per la nostra azienda. Questi sono i due mandati che ha l'Azienda. Tutto il resto è subordinato al completamento del percorso di valutazione e di indicazione degli indirizzi che scaturiranno dalle decisioni del Consiglio e dei Gruppi, sulla base dei chiarimenti che mi auguro saremo in grado di dare. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cantore. CANTORE Daniele È difficile non condire (come abbiamo fatto anche noi, in questi giorni) con una polemica la vicenda di questo stop deciso nel corso della Conferenza dei Capigruppo di giovedì; è facile, soprattutto in relazione a quanto emerso e pubblicato sui giornali. È facile fare una polemica politica. Peraltro, dico ai Consiglieri che, con il mio Gruppo, ho chiesto l'audizione dei vertici della GTT, perché mi pare - ma penso che anche i Colleghi della maggioranza siano d'accordo - che le dichiarazioni di ieri del Presidente Guiati siano dichiarazioni molto serie e molto gravi (gravi, nel senso che hanno una notevole valenza). Noi vogliamo capire, dai vertici di GTT, che cosa stia succedendo all'interno dell'Azienda. Invece, al di fuori di quanto si pensava, signor Sindaco, voglio fare uno sforzo istituzionale di serietà. Se è vero che, giovedì sera, ci siamo fermati non per problemi interni alla maggioranza (nello specifico, al Partito Democratico) e se è vero che non si tratta di una questione di battaglia interna a questo partito e se è vero che, invece, si tratta di questioni di merito - voglio crederci -, devo dire al Sindaco che lo stop di giovedì sera poteva essere anticipato ad un giorno qualsiasi di un qualsiasi mese precedente, perché di questo tema parliamo da tempo: le perplessità che ho letto sui giornali le ho già lette in passato. Come Forza Italia-PDL, ci siamo avvicinati alla questione con un atteggiamento laico (forse anche avvantaggiati dall'incontro con il Sindaco Moratti). Noi riteniamo, da quanto abbiamo visto (ma sicuramente non siamo tenutari della verità e siamo disponibili al confronto), che si tratti di un'importante operazione industriale, economica e finanziaria e che, ad essa, si debba legare una ricaduta positiva per i torinesi. Consigliere Calgaro, sono d'accordo con lei e noi lo diciamo da tempo (l'ho detto anche all'incontro con il Sindaco Moratti): a noi interessano le ricadute per i torinesi; ci interessa la torinesità, non assunta, come diceva il Sindaco (con cui concordo), come continuo piagnisteo o lamento nei confronti di Milano, ma come la possibilità che l'operazione possa incidere sulla qualità del servizio, sulle tariffe e sui livelli occupazionali. Ho posto quelle domande al Sindaco Moratti, le ho poste giovedì sera anche al Sindaco Chiamparino: queste sono anche le nostre preoccupazioni. Noi pensavamo, forse sbagliando (e lo dico, sottolineando un po' di ironia), che, per la prima volta, questo cronoprogramma vedesse un'operazione con la centralità del Consiglio Comunale. Queste questioni potevano essere affrontate strada facendo, perché questo è il cronoprogramma che abbiamo conosciuto a Milano e questo è quello che abbiamo conosciuto a Torino; ci stavamo preparando a porre queste domande e ad avere anche risposte sulla governance delle nuove società che dovrebbero sorgere dalla fusione. C'è stato questo blocco. Benissimo, utilizziamolo in senso positivo. Ripeto: voglio continuare a credere che ci siano soltanto eccezioni di merito e non posizioni preconcette all'interno della maggioranza di un partito. Ripropongo la questione riguardante l'occupazione. A Milano ci è stato detto che ATM pensa, in questi 2-3 anni, di aumentare i livelli occupazionali di 700/1000 unità; abbiamo chiesto garanzie sulla qualità del servizio per i cittadini (quindi anche sulle tariffe) e abbiamo chiesto risposte su questi aspetti. Chiediamo, però, risposte anche a Torino. Per correttezza, occorre dire che Milano ha parlato di ATM, non ha parlato della nuova società. Per quanto riguarda Torino, invece, noi vorremmo capire non tanto se ci sarà un aumento, ma se ci sarà il mantenimento del livello occupazionale: questo è il primo punto che vorremmo capire. Rimane, poi, aperta la questione della governance. È una questione che ho già posto al Sindaco in sede di Conferenza dei Capigruppo e che voglio riproporre in questa Sede. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La invito a concludere, Consigliere Cantore. CANTORE Daniele A Milano, ho capito una cosa, che ho riferito al Sindaco di Milano e che mi ha risposto non essere vero. Voglio dirlo anche qui, con grande franchezza: passino i sei anni di amministratore delegato a Milano (parlo ovviamente della New.Co), perché secondo noi è giusto che, nei primi sei anni, l'amministratore delegato possa vedere realizzare il proprio piano industriale. Le faccio, però, una domanda, signor Sindaco: dopo i primi sei anni, l'amministratore delegato toccherà a Torino o toccherà nuovamente a Milano? Personalmente, ho letto tutte le carte e dalla lettura mi pareva di avere inteso che ci sarebbe stata una condivisione, nel senso che i due Sindaci si sarebbero messi d'accordo sui nominativi e che, in caso di disaccordo tra i due Sindaci, sarebbero arrivati i "cacciatori di teste" (vi chiedo scusa, se lo dico in italiano e non in inglese) a superare il problema. A questa domanda fatta al Sindaco di Milano: "Allora vuol dire che, tra sei anni, l'amministratore delegato potrebbe toccare al Comune di Torino?", il Sindaco mi ha risposto: "Non si sbagli, non si confonda, tra sei anni ci sarà solo una condivisione che oggi non c'è". Peraltro, le carte dicono che l'amministratore delegato sarà scelto in modo insindacabile dal Sindaco di Milano su questa rosa condivisa; quindi, di fatto, signor Sindaco, mi permetta, anche la sua migliore buona volontà, espressa in quest'Aula anche nei mesi trascorsi, di riequilibrare la situazione dopo i sei anni, di fatto non può manifestarsi. Penso che questo sia un punto importante, dirimente. Personalmente, ho anch'io una perplessità e una domanda da porre: che incisività avranno le azioni speciali di Milano, all'interno dell'azienda? Penso che non sia una domanda peregrina: anzi, credo che dovremmo affrontare la questione tutti insieme. Il Consigliere Cassano ha ragione: noi abbiamo voluto tanto che ci fossero queste comunicazioni in Aula dopo tutto quello che è comparso sugli organi di informazione; se vogliamo, però, affrontare seriamente il problema e se dobbiamo anticipare le risposte (che per noi potevano arrivare anche in corso d'opera, visto che quelle che doveva firmare con il Sindaco Moratti erano soltanto le linee guida), dopo questo confronto politico che riteniamo importante, convochiamo le Commissioni per approfondire il documento. Credo che questo possa essere un iter corretto. Chiedo, cioè, che, al più presto, questa settimana e subito dopo il dibattito politico, siano convocate le Commissioni pertinenti a questa fusione (la I o la II Commissione) e si affrontino i termini tecnici. Se davvero l'intenzione è quella di andare nel merito e di dare risposte a domande importanti, si affronti in quella sede la discussione. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Mi pare evidente che il tempo ipotizzato per gli interventi (cinque minuti) in sede di Conferenza dei Capigruppo non possa essere rispettato, vista la complessità del problema. Saremo, quindi, tolleranti con i Consiglieri che non rispetteranno questo tempo (com'è avvenuto per il Consigliere Cantore), per permettere una migliore esplicitazione delle proprie considerazioni. La parola al Consigliere Giorgis. GIORGIS Andrea Ringrazio il Sindaco delle comunicazioni che ci ha fatto quest'oggi. Credo che questa sia una delle tanti occasioni per ribadire sia quello che è l'atteggiamento che anima il nostro Gruppo, sia il perché del nostro agire. Su questa vicenda, come su tutte le vicende che abbiamo affrontato in questi primi due anni e mezzo, abbiamo cercato di prendere sul serio ogni documento ed ogni atto amministrativo; prendendolo sul serio, abbiamo cercato di stare al merito di ciò che quel testo proponeva. Con questo spirito, con questo atteggiamento, quando abbiamo ricevuto dalla Giunta la bozza del protocollo di intesa (bozza che, ha detto bene il Sindaco, è soltanto l'atto iniziale di un complesso procedimento che vedrà, secondo quanto previsto nella stessa bozza, il Consiglio coinvolto in più occasioni; poiché si tratta, appunto, di un atto che dà l'avvio ad una procedura che si concluderà con il voto del Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta non erano affatto tenuti a coinvolgere il Consiglio e la Conferenza dei Capigruppo), ci è sembrato doveroso entrare nel merito di quanto affermato nel documento ed avanzare quelle che, ad una prima lettura, ci sono sembrate considerazioni di merito, volte a rafforzare ulteriormente quell'indicazione che ha caratterizzato l'avvio della procedura e che si può riassumere nella ricerca di una soluzione che veda le due città con pari dignità nella governance, pur nella profonda diversità di peso economico (questo è evidente) e che veda la fusione corrispondere a quell'esigenza di sviluppo, come è stato ricordato, e quindi di tutela indiretta dei livelli occupazionali, del miglioramento della qualità del servizio e, naturalmente, del contenimento dei livelli tariffari. Queste sono le ragioni che muovono la ricerca di un partner e, soprattutto, la ricerca di un'ipotesi di fusione. Dal dibattito di questa sera credo si possano ritenere ampiamente superate ogni interpretazione maligna ed ogni lettura distorta della questione; dal tono di oggi, credo si possa tranquillamente affermare che ciò che il nostro Gruppo ha inteso sottolineare era un contributo nel merito a far sì che questo primo atto iniziale fosse il più possibile coerente a questa indicazione. In questo atto - che, devo essere sincero, ho letto velocemente - si pongono alcuni paletti ed alcune condizioni importanti; quindi, contrariamente a quanto interpretato dal Capogruppo Cantore, credo che non tutto potesse essere definito successivamente, perché il senso di questo primo impegno è proprio quello di definire alcuni elementi a partire dei quali, poi, si svolge l'apprendimento, si definisce il piano industriale e si qualifica il ruolo delle due città. Ora, niente di più sbagliato - sbagliato, nel senso di "non corrispondente al vero" -, niente di più lontano dalla realtà di un atteggiamento da parte del Gruppo, volto in qualche misura ad adombrare una sopravvenuta mancanza di quel rapporto di fiducia che è alla base e che ha consentito l'avvio di questa scelta di carattere strategico. Le obiezioni sono state esclusivamente motivate da un intento costruttivo, poiché si è tutti (sia Giunta, sia Consiglio) nella stessa predisposizione di ricerca delle migliori soluzioni, naturalmente nella distinzione dei ruoli. In questa distinzione dei ruoli, laddove viene richiesto un coinvolgimento del Gruppo, il Gruppo fa la sua parte, e la fa, la fa eccome! Lo voglio dire in Aula, perché è giusto che sia detto in Aula. Il Gruppo dà il suo contributo, anche con il manifestarsi, da parte di alcuni Consiglieri, di criticità e di dubbi molto forti. Credo che non sia un mistero, cioè credo che, in quest'Aula, si possa tranquillamente dire (e quando discuteremo del merito del provvedimento e degli indirizzi che vogliamo proporre, come lo stesso Sindaco ci ha invitato a fare, emergerà con maggiore chiarezza) che, all'interno del Gruppo del Partito Democratico, vi sono Consiglieri che, fin da subito, fin da quando si iniziò a discutere di questo tema, hanno manifestato perplessità, considerando la fusione una delle scelte non più opportune. La gran parte del Gruppo, invece, condivide la scelta strategica di procedere ad una fusione. Queste due posizioni sono emerse anche sui giornali. Vorrei sottolineare, però, con molta chiarezza che, da un lato, c'è una posizione condivisa dalla stragrande maggioranza del Gruppo e che, dall'altro, c'è la posizione, altrettanto legittima, della minoranza, che è una posizione di merito che, naturalmente, sarà discussa all'interno del Gruppo fino a quando non sarà pronunciata la parola "fine", una posizione che merita quel rispetto e quell'attenzione, perché, nel confronto politico, è assolutamente necessario, di fronte alle preoccupazioni e alle obiezioni, al di là che siano o non siano, che si dimostrino o non si dimostrino fondate, rispondere al merito di queste obiezioni. Quindi, dovendo io parlare a nome dell'intero Gruppo, credo giusto sottolineare come questo atteggiamento, contrariamente a quanto descritto dai giornali, sia l'atteggiamento di un Gruppo di Consiglieri preoccupato di fare al meglio il proprio dovere e responsabile nei confronti dell'interesse generale. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ravello. RAVELLO Roberto Sergio Signor Presidente, intanto la voglio ringraziare, perché, proprio nell'ultimo Consiglio Comunale che lei presiederà, quello odierno, ha dimostrato una comprensione ed un'elasticità che, forse, se le avesse dimostrate negli anni precedenti, le avrebbero consentito di risparmiarsi qualche problemino. Ringrazio anche il Sindaco per aver voluto trasferire all'Aula alcune delle considerazioni già espresse pochi giorni fa, in occasione della Conferenza dei Capigruppo, e per aver anche voluto chiarire ciò che ritenevamo necessario. Giovedì sera, ci siamo lasciati tutti un po' tra lo sconcerto e l'incertezza. Per noi è stata una sorpresa: tutto ci saremmo aspettati, eccetto che, a diciassette ore dalla firma del protocollo d'intesa, il PD fermasse il proprio Sindaco su questa strada. Abbiamo poi letto, nei giorni successivi, quali sono state le ragioni che hanno generato questo fatto e finalmente oggi ne trattiamo in via ufficiale. Per quanto mi riguarda, vorrei trattare la questione, come altri hanno fatto, su due piani: sul piano del merito e sul piano politico. Iniziando dal piano del merito, spero che non si offenda se le regalerò, Presidente, tre parole che non sono abituato a pronunciare o che, almeno, non sono abituato a rivolgere a lei: lei ha ragione. Lei ha ragione: queste sono le tre parole che voglio regalarle, ha ragione sul piano del merito a denunciare gli intrecci e i danni generati da questi intrecci tra politica e azienda, intrecci che noi, più volte, abbiamo segnalato all'attenzione del Consiglio Comunale, e ci sembra un po' strano e fuori tempo che siano denunciati da lei, in quest'Aula, quando ha potuto provarli sulla sua pelle. Lei ha ragione, quando accenna al fatto che auspicare la pariteticità diventa difficile, nel momento in cui si tratta di un'aggregazione tra due soggetti che hanno pesi così diversi; aggiungo che auspicare la pariteticità può essere fatto soltanto da un grande ingenuo o da un gran disonesto, perché due soggetti con pesi così diversi, che possano avere lo stesso peso nel comandare e nel guidare un'azienda, è un'idea che può essere sostenuta soltanto da chi è un ingenuo o da chi è mosso da poca onestà. Lei ha ragione, quando accenna al fatto che le vie alternative possono non risolvere i nostri problemi e possono non renderci esenti dai rischi, perché io, guardi, vorrei vedere la faccia dell'amministratore delegato di Veolia, un gruppo da quasi 5 miliardi di Euro di fatturato annuo, quando l'amministratore delegato di GTT andrà, magari, ad offrirgli il 5-10% e la possibilità di entrare nella gestione di GTT come socio di minoranza. Guardi, pagherei per vedere la faccia di questa persona! È una strada che non può bastare per tenere al sicuro la rete di trasporto pubblico locale che, una volta messo a gara il servizio, rischia davvero di diventare terra di conquista per grandi gruppi stranieri. Lei ha ragione, quando critica più o meno velatamente il management. Lei ha ragione, quando risponde ad una sfiducia con un'altra sfiducia e quando accenna al fatto che, forse, diventerà anche opportuno rivedere il management di GTT. Ma, detto questo, sul piano politico vorrei segnalarle un fatto, sperando che mi perdoni la durezza e che la consideri semplice schiettezza. Oggi, lei sta raccogliendo ciò che ha seminato in questi anni: probabilmente, paga l'aver condotto e l'aver impostato il suo ruolo in una gestione un po' troppo personalistica e, talvolta, un po' troppo autoritaria. Lei si è comportato - e lo dimostrano le reazioni dei suoi - come se fosse un Napoleone, ma senza esercito. Mi permetto di ricordarle quanto è successo nell'ultima settimana, a cominciare dai suoi Consiglieri Comunali che le si sono sostituiti e che hanno persino deciso, in nome suo, chi debba entrare e chi debba uscire della Giunta da lei presieduta. Lei, evidentemente, si è comportato in modo un po' troppo autoritario e ha fatto in modo che i suoi si ribellassero ad una gestione incentrata un po' troppo sulla sua persona. Se, appunto, ad inizio settimana, abbiamo sentito qualcuno suggerirle come comportarsi all'interno della sua Giunta, a fine settimana... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Le consiglio di leggere la rassegna stampa di mercoledì scorso, che è ricca di spunti che potranno esserle utili. Le do un indizio: è in questa Sala. Dicevo: a fine settimana, lei è stato ulteriormente sfiduciato ed io aggiungo clamorosamente, anche se a lei non piace, anche se lei potrà non essere d'accordo, ma ritengo questa sfiducia più che clamorosa. Lei è stato sfiduciato e, a diciassette ore dall'appuntamento fissato con il Sindaco di Milano, ha dovuto chiamare il Sindaco Moratti e farsi quella che non è altro che una figura barbina. Poi il Sindaco di Milano potrà di certo comprendere, ma non può sfuggirci che non potrà star seduto ad aspettare i comodi di Torino; non potrà sfuggirci che il fattore tempo è un fattore vitale in quest'operazione, che Milano è un gruppo particolarmente appetibile e che quella città potrà procedere in una direzione che ha già impostato, con o senza GTT. Non potrà nemmeno sfuggirci (ed è un dato - a mio avviso - da tenere in considerazione, da affrontare e da sviscerare in occasione dell'audizione dei vertici di GTT) che, sul piano occupazionale, Milano può permettersi di annunciare centinaia di nuove assunzioni, avendo già attivato un piano di investimenti che, come già detto dal professor Catania, sarà trasferito nel nuovo gruppo, sia esso con GTT o con qualunque altro operatore, e che, di conseguenza, comporterà benefici anche a chi si unirà in quel percorso. Non possiamo dimenticare - e di questo il management di GTT deve rendere conto - che stiamo ancora aspettando che la Regione Piemonte liberi le risorse incamerate dallo scorso anno, quando, con l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale, si è promesso che quelle risorse sarebbero state investite per rinnovare il parco mezzi (che ancora non è stato rinnovato). Se Milano prosegue in un percorso di ingenti investimenti, GTT resta al palo, e a queste condizioni GTT non può permettersi di aspettare ulteriormente. Quello che le voglio dire in chiusura, signor Sindaco, è che noi siamo ancora disposti a ragionare nel merito, siamo ancora disposti a ragionare, insieme a lei e insieme a tutto il Consiglio Comunale, per arrivare ad una forma che possa permettere che GTT, e che ovviamente tutta la comunità contribuente, possa trarre dei vantaggi. Ciò che non siamo più disposti a sopportare - e di questo mi spiace, Sindaco, ma ne dovrà prender atto anche lei - è di essere guidati, di far parte di un'Amministrazione guidata da un Sindaco che, di fatto, non ha più una maggioranza, da un Sindaco che si è preso, in una sola settimana, due atti pesanti di sfiducia dalla sua stessa maggioranza e che non può più - e questo è un dato di fatto - garantire quella governabilità di cui abbiamo bisogno. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Domenico Gallo. GALLO Domenico Signor Presidente, sarò molto breve. Mi sembra che stiamo parlando di questa operazione come se si trattasse della partita Juventus-Milan (o Juventus-Inter, a seconda del tifo). Mi sembra che si stia commettendo questo errore, che reputo gravissimo, perché credo che sia in gioco l'utilità pubblica di un'operazione, che deve portare vantaggi ad entrambe le città. Credo che questo sia il problema di fondo. Francamente, non ho capito lo stop arrivato a poche ore dalla firma del Sindaco Chiamparino, che credo avesse avuto dalla sua maggioranza il preciso mandato a concretizzare quell'operazione non certamente a scatola chiusa, ma nell'ambito di una trasparenza pubblica e amministrativa che credo sia un atto dovuto. Mi sembra che l'intervento dei componenti di una parte del Partito Democratico, di fatto, abbia trasmesso all'opinione pubblica qualcosa di negativo: sembra che siamo di fronte ad un'operazione che interessa una sfera privata, un gruppo e credo che questa sia, francamente, una brutta sensazione, perché l'operazione di fusione GTT– ATM è un'operazione pubblica, che interessa la Città di Torino e rappresenta il mandato che abbiamo assegnato al Sindaco Chiamparino. Credo, quindi, che sia stato un errore di leggerezza o, forse, una condivisione nel merito di alcuni pezzi delle linee guida: dal mio punto di vista, queste critiche potevano essere fatte prima. Personalmente, ho posto alcune questioni di merito, per quanto io possa comprendere, visto che si tratta di questioni tecniche molto complesse. Da quanto letto sui giornali in questi giorni, mi pare che non siano state poste non questioni di merito vere, ma piuttosto aspetti che hanno a che fare con pezzi di potere interni alla nostra azienda, a GTT - lo voglio dire con molta franchezza - quasi per non perdere consensi e pezzi di potere in quell'impresa. Questo è quanto di peggio potesse accadere in un'operazione molto delicata e molto diversa dalla fusione Intesa-SanPaolo (dove eravamo in una sfera privata): qui, infatti, siamo di fronte a due aziende pubbliche. Credo che, su alcuni aspetti, occorresse spostare il dibattito e la polemica politica, anzitutto sulla questione dell'occupazione, visto che ci si dice di stare tranquilli e che Milano assicura 700 assunzioni. Credo che, nelle linee guida, questo debba essere scritto, perché rappresenta uno dei punti importanti, così come la politica tariffaria. Credo che sia normale che, in un'operazione come questa, la Città che ha un patrimonio più forte possa avere vantaggi. A me, invece, interessa che il controllo pubblico dell'operazione, le linee di indirizzo ed il livello occupazionale siano mantenuti anche in futuro. Per quanto riguarda la questione dell'amministratore delegato, in Conferenza dei Capigruppo ho detto che mi sembrava che lo strapotere di Milano si potesse bilanciare con la figura dell'amministratore delegato, cioè con una sorta di incremento dei poteri del Presidente del Consiglio di Amministrazione. Questo sarebbe stato anche un modo per evitare che i sei anni di esercizio potessero spostare la strategia politica delle aziende riunite soltanto a Milano. Penso che questa operazione si possa ancora fare, ma non so se sia possibile farlo, da un punto di vista normativo-giuridico. Perché, se è vero che il Presidente del Consiglio d'Amministrazione è un semplice notaio che convoca le assemblee, è chiaro che Torino viene, in qualche modo, ridimensionata. Credo che sarebbe interessante, invece, se riuscissimo a compensare le sfere dei poteri di queste due figure. Ripeto: non siamo di fronte alla partita Juventus–Milan o Juventus–Inter, siamo di fronte a qualcosa che ha a che fare con l'interesse pubblico: questo argomento dovrebbe interessare tutta la politica trasversalmente, maggioranza ed opposizione. Finora, tutto ciò non è avvenuto: mi sembra, infatti, che ci sia una divisione che ha a che fare con sfere di potere interne all'azienda GTT, che reputo sbagliata. Credo che il Sindaco debba essere autorizzato a firmare l'accordo all'interno di un ragionamento di accrescimento delle garanzie rispetto all'operazione, che deve produrre un'utilità pubblica. Questo credo sia l'elemento di fondo delle nostre discussioni; altre cose, francamente, a me non interessano. Sarei anche portato a dire: azzeriamo i vertici aziendali, ricominciamo da zero, perché ognuno mi pare protegga un pezzo del proprio orticello. E questo è quanto di peggio possa fare la politica in questo momento. Di fronte ad una azienda nuova, che nasce, si azzerano i vertici attuali e si ricomincia daccapo. Questa è la posizione del Consigliere Domenico Gallo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Ferraris. FERRARIS Giovanni Maria Quanto evidenziato già giovedì scorso dal Sindaco (e grazie anche alla riunione fatta dall'ufficio di Presidenza per incontrare il Sindaco su questa vicenda) non ha fatto altro che definire gli impegni presi a livello interlocutorio, che diventeranno impegni istituzionali, per guardare un po' più avanti, molto oltre il prossimo mandato amministrativo. È evidente che quella logica di continuità, di cui parlava prima il Sindaco, va tenuta in una considerazione molto prudente in una grande città quale Torino, con i problemi e gli investimenti a cui deve far fronte, che vanno affrontati con un certo coraggio nel saper guardare avanti. Questo coraggio induce oggi a trasformazioni, non solo per questa città, ma in generale per l'economia, che forse fino a ieri si pensavano meno importanti, meno avvincenti, e che possono portare avanti uno sviluppo, una trasformazione urbana, anche occupazionale, che fa fronte a una situazione di crisi attualmente in essere e che non dà grandi orizzonti di serenità. È veramente encomiabile l'atteggiamento avuto dal Sindaco nel sospendere quanto già concordato con il Sindaco di Milano, permettendo a noi tutti un dibattito, seppur breve, ma importante, pur sapendo che - e se ne era già parlato diverse volte - è ancora tutto da costruire, evidentemente, con un'impostazione che si deve iniziare ad avere. Ben vengano anche i confronti con più parti. Ringrazio, a tal proposito, il Consigliere Cerutti per quanto ha stimolato nella sua lettera a noi tutti; non conosco, invece, la posizione del Consigliere Calgaro, che leggo sui giornali. Stimolo a far meglio, stimolo a tenere in considerazione (credo che sia interesse del Sindaco farlo) le richieste plausibili, formulabili, sostenibili da noi, ma anche da Milano, per un accordo di impresa, che non è più solo di tipo politico, ma deve far decollare questo nuovo processo di impresa che vedrà interessate due grosse aziende, che forse, però, non possono sopportare da sole l'ascesa del mercato. Abbiamo visto dei diagrammi che fanno vedere l'Italia piccola, minuscola, rispetto ad altri Stati europei, ma fanno vedere Torino e Milano grandi, rispetto ad altre città italiane ed anche europee, nel momento in cui questa fusione mette in atto una serie di processi imprenditoriali, strutturali che nel futuro vedranno comunque attore principale, o comunque importante, il nostro Nord-Ovest. Penso anche al futuro assetto dei trasporti alpini, ovviamente su rotaia. E questo è evidentemente saper e voler guardare avanti, oltre le nostre mura di casa, che sono importanti e preziose. Per cui siamo assolutamente lontani dal pensar male della gestione dei rapporti in GTT e dei rapporti con l'Amministrazione Comunale, ed anche lontani dal valutare negativamente il patrimonio, che era già stato oggetto di alcune battute scambiate da tutti i Gruppi con il Sindaco, in precedenza. Ma, evidentemente, non si può avere tutto dalla vita. Non sto dicendo di volere la botte piena e la moglie ubriaca, perché non so esattamente quale sia il contendere complessivo e quali possano essere i valori che le due aziende metteranno sul piatto per la trattativa. Certamente, da buon padre di famiglia (come sta dimostrando e ha dimostrato di essere), il nostro Sindaco ha a cuore la sua città e la sua famiglia. Penso che con questa azione (con la quale si intraprende un lungo percorso) non voglia fare altro che stimolare la nostra città a un dibattito nuovo, innovativo, di valore aggiunto, perché come sempre dimostriamo di essere audaci e di poter competere come Nord- Ovest nel resto d'Italia e d'Europa. Con questo sostengo l'invito che hanno fatto, forse in modo diverso, anche altri Colleghi di avvio di questo programma di lavoro. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cerutti. CERUTTI Monica Ringrazio il Sindaco, che nella sua comunicazione ha avuto toni pacati e ci ha offerto nuovi particolari, che si scoprono man mano, sulla vicenda GTT-ATM, che sta ormai diventando una sorta di telenovela e può essere derubricata a lotta di potere all'interno del Partito Democratico. Questa sera il Capogruppo del Partito Democratico ha portato al Consiglio Comunale notizia del dibattito all'interno del Gruppo. Ritengo che il Capogruppo dovrebbe, in qualche modo, tenere conto di ciò che viene portato e non tanto semplicemente contarlo, perché le criticità si valutano nel merito e non debbono essere solo contate. È poi lo stesso Sindaco ad accusare coloro che nel suo Partito vogliono ancora discutere proprio dell'operazione di strumentalità o di utilizzo di argomenti pretestuosi per attaccarlo, come abbiamo letto nelle sue interviste sui giornali. Un altro argomento spesso usato (debbo dire con scarsa fantasia) è quello secondo il quale chi chiede di entrare nel merito è conservatore e si oppone ai cambiamenti. È troppo semplice, o di grande furbizia, sviare così l'attenzione dalle questioni che, invece, vale la pena approfondire, affinché il Consiglio Comunale decida nel migliore dei modi sul futuro di GTT e del trasporto pubblico torinese. Quindi ben venga la proposta fatta di andare ad approfondire le questioni di merito in Commissione. Vorrei sottolineare che il Consiglio Comunale è organo di indirizzo e controllo politico amministrativo, come stabilito dal Testo Unico e, in particolare - perdonatemi la pedanteria - l'art. 42 comma 2 attribuisce alla competenza esclusiva dei Consigli "l'organizzazione dei pubblici servizi e la partecipazione dell'ente locale a società di capitali". Quindi non è un passaggio dato, ma che potrebbe essere necessario. Il documento, che i Sindaci di Torino e Milano avrebbero dovuto sottoscrivere venerdì scorso e che abbiamo potuto esaminare solo da una settimana, contiene una serie di elementi che finora erano sconosciuti: abbiamo appreso che il servizio pubblico del trasporto torinese verrà messo a gara entro giugno 2009; questa sera apprendiamo che l'Agenzia della Mobilità ci sta già lavorando. Finora non ne avevamo saputo nulla. Uno degli obiettivi della fusione è, infatti, contrastare la concorrenza degli operatori esteri in queste gare. Sappiamo che Milano ha già fatto la sua gara e se l'è aggiudicata l'unico partecipante: ATM. Dovremmo avere più chiaro come si procederà e come, poi, GTT-ATM sarà forte nei confronti degli altri operatori nazionali ed esteri. Questa sera apprendiamo che il 3 marzo ci sarà la prima riunione per la società delle infrastrutture. Era una questione che avevamo già posto più volte e che probabilmente vorremmo approfondire, prima di dare il benestare ad un'operazione importante che sicuramente non è scollegata dalla questione. Leggiamo sui giornali che non si sa se il metrò farà parte della fusione/aggregazione. Non è un particolare di poco conto che il metrò di Torino, che non può essere valutato al pari dei tre metrò milanesi, non si sappia dove possa andare! Qual è il ruolo delle Ferrovie? Abbiamo tanti particolari che forse sarebbe bene chiarire. Rispetto a questa nuova operazione abbiamo discusso tante volte, abbiamo criticato la scelta di assegnare per sei anni l'Amministratore Delegato della società ATM- GTT a Milano, non sappiamo come verrà scelto successivamente e se ci sarà un'ottica di turnazione, quindi se, dopo i sei anni, l'Amministratore Delegato sarà torinese. Tra l'altro, ho notato che i sei anni ci portano al 2015, l'anno dell'Expo, quando numerosi investimenti saranno concentrati nell'area milanese. Forse sarebbe naturale porsi delle domande su come verranno impiegate le risorse liberate dalle economie di scala tra le due aziende di trasporti, se, quindi, la testa sarà sempre a Milano. È un interrogativo importante, anche perché la presunta pariteticità, che non sembrerebbe appunto esserci rispetto all'Amministratore Delegato, potrebbe essere, invece, definita su altri elementi, che non si sa se siano stati, o meno, contrattati. Apprendiamo oggi che ci sarà un nuovo Direttore Finanziario, l'ex-Senatore Roberto Barbieri, in azienda si dice che sia l'unica persona in grado di tenere testa a Catania. Può darsi. Allora questo incarico è legato alla fusione. Il Sindaco ha detto che c'è un rafforzamento della squadra che sta trattando. Allora, avremo Barbieri che andrà ad integrare Razelli? Ma non esistevano delle competenze in azienda? Quale sarà il compenso di questo nuovo Direttore, visto che abbiamo anche grandi problemi di carattere finanziario? Questo incarico si inserisce in un sistema di nomine, che ha avviato anche lo studio dell'aggregazione e che, per esempio, ha portato avanti la nomina di ben due advisor fiscali. Crediamo possa essere invocata una maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini torinesi, i veri proprietari di GTT, e dei suoi lavoratori, se la conduzione pubblica dell'azienda ha ancora un significato. Altrimenti, è vero che le aziende pubbliche siano diventate solo più luoghi di mantenimento del potere politico. Ma, anche in questo caso, sorgono naturalmente dei dubbi: ATM risulterebbe avere le medesime caratteristiche di GTT. L'anno scorso abbiamo visto più volte ATM in difficoltà per una presunta cattiva gestione aziendale, con la denuncia di sprechi e privilegi della dirigenza. L'aggregazione delle due aziende, quindi, non porterebbe a quell'affrancamento dal potere politico, più volte evocato, giustamente, dal nostro Sindaco, ed evocato anche questa sera in quell'intreccio di politica che non dovrebbe essere presente all'interno dell'azienda. Quindi, più che tacciare chi desidera entrare maggiormente nel merito di subalternità culturale nei confronti di Milano, è auspicabile comprendere meglio i termini dell'operazione. Non ultimo, il mantenimento dei livelli occupazionali, tema sposato da tutti gli altri Capigruppo questa sera. Sono contenta di avere posto questo tema, che non è sicuramente un dettaglio. Non si tratta di avere paura, di essere conservatori, di difendere dei privilegi, ma di porre basi perché questa integrazione abbia un impatto positivo per la nostra comunità. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Cassano. CASSANO Luca In queste settimane, signor Sindaco, abbiamo assistito ad un dibattito per molti versi surreale sul futuro di GTT e del trasporto pubblico torinese. Le polemiche politiche originate dalle modalità con cui la Città ha deciso di affrontare questo dibattito sono uno degli aspetti che la discussione di oggi in Aula mette in luce. Le categorie classiche, come già diceva il Consigliere Cerutti, con cui in questi anni si è voluto classificare chi aveva dubbi legittimi sulle operazioni economico-finanziario- urbanistiche o di gestione delle aziende che si occupano dei servizi pubblici locali, riemergono con forza anche in quest'occasione: da una parte i progressisti e dall'altra i conservatori, in uno schema facile da rappresentare sui quotidiani e sui mezzi d'informazione, ma meno efficace per spiegare ai cittadini torinesi quali saranno le conseguenze delle scelte che questa Sala assumerà nelle prossime settimane. Più volte abbiamo denunciato, e non siamo stati i soli (il dibattito di oggi e anche la vivacità con cui alcuni stanno affrontando la presenza oggi in Sala lo evidenzia), l'eccessiva politicizzazione prima dell'ATM, poi del Gruppo Torinese Trasporti, in un'escalation continua che è arrivata fino a questi giorni, figlia di un conflitto eterno non risolto tra l'anima ex DS e l'anima Margherita, evidentemente. Troppo facile sarebbe, signor Sindaco, criticare la nomina di cui veniamo a conoscenza quest'oggi dell'ex Senatore Barbieri, adducendo come prima motivazione la scelta analoga compiuta qualche mese fa con l'Ingegner Razelli, assunto esattamente con i medesimi compiti per i quali (per quel che intuiamo) oggi si va ad individuare come ipotesi quella dell'ex Senatore Barbieri. Una nomina dorata quella di Razelli - lo ricordiamo - da circa 900 Euro al giorno, se non ricordo male, che aveva un mandato specifico, nel tempo limitato, per riuscire a svecchiare l'azienda. Tutto questo non interessa evidentemente che a pochi eletti e non ai cittadini torinesi, anche perché gli anni che verranno e la crisi che stiamo vivendo in queste settimane impongono da parte degli Enti Locali scelte coraggiose per il mantenimento e l'estensione del diritto alla mobilità urbana. Non possiamo non riflettere sulle difficoltà che sempre più persone affrontano nel non riuscire a gestire economicamente il mezzo privato; quindi, anche il ricorso all'offerta del mezzo pubblico andrebbe potenziata come servizio essenziale, indipendentemente dalle rendite economiche e dal bilancio delle aziende stesse. Non ci interessa dilungarci o parteggiare per una delle due opzioni fino ad oggi in campo (né quella della fusione GTT-ATM, né dell'azienda regionale dei trasporti), nel senso che il merito della questione, probabilmente, è un altro. Ribadiamo, come emerge dalle parole del Sindaco e dagli interventi di alcuni, quali sono i tre temi che porremo nella discussione e nell'approvazione degli atti deliberativi che questa Sala dovrà votare: il mantenimento dei livelli occupazionali; il tema spinoso del costo del lavoro per i dipendenti; il mantenimento dei livelli retributivi. Sarebbe troppo facile computare lo stesso numero di dipendenti nelle future aziende, senza, però, partire da un mantenimento anche dei livelli retributivi per gli stessi lavoratori. Per quanto riguarda le politiche tariffarie di medio termine, signor Sindaco, un privato che investe in un'azienda di trasporto pubblico, prima o poi, dovrà dirci quali scelte compirà anche su quei rami - come già detto in passato - della rete urbana che sono a basso rendimento economico, ma ad alta funzionalità sociale. Lo diciamo anche perché, nella composizione del futuro management, compaiono già figure che si sono contraddistinte nei precedenti ruoli per scelte coraggiose, da questo punto di vista, a favore dei servizi redditizi e meno di quelli ad alta sensibilità sociale. Non è certo nostro compito ribadire quale sia stato, ad esempio, il ruolo dell'ex amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato proprio sull'eliminazione dei rami secchi all'interno delle Ferrovie. Le prove di forza in corso nel PD (lo dimostra anche il dibattito di oggi) non possono certamente penalizzare la qualità del servizio di trasporto pubblico e, peraltro, ci sottraiamo a questo dibattito sul peso delle due città. Ma forse è più coraggioso, più onesto dirsi fin da subito che, per la struttura delle due aziende e per i diversi pesi messi in campo, non parleremo di fusione tra GTT e ATM, ma di una legittima annessione da parte di ATM nei confronti di GTT. Ma non è questo il tema centrale, perché i campanilismi, che abbiamo spesso sentito, non saranno e non potranno essere l'oggetto dell'approfondimento che parte oggi da questa Sala, così come non potranno esserlo il mantenimento e le incrostazioni che i bacini di potere nel corso degli anni hanno accumulato. Abbiamo molto apprezzato da parte sua, signor Sindaco, la scelta di coinvolgere il Consiglio in questa fase. Non vedo il Consigliere Cantore, ma apprezzo la sua disponibilità a convocare, così come detto anche in Conferenza dei Capigruppo, delle Commissioni specifiche su questo tema. Questo coinvolgimento sarà utile a noi tutti per votare in piena coscienza e consapevolezza, se servirà non a dirimere le controversie nate altrove - penso ai conflitti di questi giorni -, ma a fornire tutti gli strumenti di conoscenza a chi in questa Sala deve rappresentare i cittadini torinesi nell'interesse del trasporto pubblico. Nelle prossime settimane, questa Sala dovrà essere luogo di approfondimento ed elaborazione concreta, non un luogo in cui andrà in scena il regolamento di conti o il tentativo di formulare disegni e alimentare pulsioni bipartisan che da molte parti vengono sostenuti. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Bonino. BONINO Gian Luigi Il caso GTT-ATM, il caso Torino-Milano, ovviamente ci deve far riflettere. È un passaggio molto importante. Credo che i dubbi e le perplessità siano più che legittimi e debbano, per questo, essere eliminati. Personalmente, anch'io ho avuto dubbi sull'operazione. Penso sia la prima volta che in Italia due grandi entità dei trasporti locali pensino di fare una fusione. In base a quanto ci era stato detto già a suo tempo dal Sindaco nei vari passaggi, aspettavo il cronoprogramma per intervenire, così come era stato previsto. Non entro nel merito tecnico della situazione, perché non ne avrei sicuramente la capacità, ma credo che il problema, almeno da quanto emerge, se posto sulla base del primato di un soggetto sull'altro, sia sbagliato. È chiaro che in un confronto fra Torino e Milano, quest'ultima sarà sempre prevalente per una serie di ragioni che sono ovvie e che sarebbe anche troppo lungo elencare, ma sono ragioni geografiche, strutturali, infrastrutturali, finanziarie e altre ancora. Ciò che si deve analizzare, a mio giudizio, è qualcos'altro. Ad esempio, voglio richiamare, anche se i casi sono diversi, la fusione Intesa-Sanpaolo. A suo tempo, a mio giudizio, la domanda corretta da porsi era: il Sanpaolo, in prospettiva, reggerà il confronto con le grandi banche internazionali o sarà fagocitato dal grande partner straniero che faceva parte della banca? Secondo me, questa era la domanda da porre, il nocciolo della questione: la banca torinese per eccellenza ha un futuro o non ce l'ha? Posta in questo modo, forse la risposta alla fusione con Intesa avrebbe assunto una veste completamente differente e spiegata così, sarebbe stata forse capita meglio e avrebbe avuto un'altro sbocco. E quindi non va posta, come lo fu a suo tempo, come un'opportunità di un primato campanilistico rispetto all'altro. Quello, secondo me, fu un grande errore che ci fece perdere molto tempo in discussioni. Invece, si è creata una grande banca che, al di là della crisi mondiale, sta sul mercato mondiale, sul mercato europeo ed è in grado di affrontare i concorrenti in questo settore. A mio giudizio, lo stesso deve avvenire parlando di GTT e ATM. Ammesso che non vi sia un retroterra di interessi particolari, che non credo che esistano, bisogna pensare al futuro delle aziende, al futuro di chi ci lavora, ai cittadini che fruiscono dei servizi che devono offrire queste aziende. Questo è il punto su cui non si possono fare sconti! Dobbiamo uscire da questa mentalità. Mi rendo conto che si faccia fatica ad abbandonare (faccio fatica io stesso) quest'idea della municipalizzata, così come l'abbiamo vissuta per tanti anni. Queste aziende, queste ex vecchie municipalizzate debbono consolidarsi, allearsi, affrontare il mercato ed uscire da una prospettiva miope soltanto territoriale, mantenendo, lo ripeto (perché mi pare che debba essere un punto più che fermo), gli indirizzi fondamentali di servizio a cui sono preposte. Cambiano i tempi e bisogna che la politica sappia adeguarsi. Quanto è stato fatto e proposto fra Torino e Milano mi pare vada verso una politica moderna, cioè colga questo cambiamento. Devo ringraziare chi ha colto, chi ha seguito, chi ha perseguito queste scelte. Non si tratta di primati, perché, se poniamo la questione come gara fra due città, siamo fuori dalla realtà e dal mondo. Torino deve ricoprire un ruolo che non sia soltanto di falsi primati; deve concretizzare solide energie, anche aziendali, che siano in grado di affrontare una realtà che non sia soltanto limitata ai confini comunali, ma guardi a confini ben più ampi, se vuole che le proprie aziende, anche in questo caso le vecchie municipalizzate, stiano in piedi e rispondano alla missione per cui erano nate. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Lonero. LONERO Giuseppe Voglio provare a dare un piccolo contributo a questa discussione partendo da due domande: perché si parla della fusione GTT-ATM? E perché si è pervenuti a questo stop nel processo? Alla prima domanda si è risposto nelle sedi opportune, sia politiche che tecniche, e si è rappresentata la necessità di costituire una società che avesse una importanza, una dimensione organizzativa-economico-finanziaria tale da poter partecipare alle prossime gare per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico e possibilmente vincerle, nell'ottica di non lasciare il terreno e il territorio ad altre aziende, magari straniere, di gestione del servizio pubblico locale. La domanda che ci si è posti per dare il via a questo processo di fusione è: quale sarebbe stato il vantaggio per il cittadino dalla gestione del servizio pubblico locale operata da questa nuova società derivante dalla fusione GTT-ATM, rispetto a una gestione operata, invece, da società straniere? Il servizio sarà sicuramente migliore? Il costo sarà sicuramente inferiore? L'inquinamento dei mezzi, se vogliamo, sarà inferiore? L'efficienza di tutta la struttura, di tutti i mezzi sarà migliore? Queste sono le domande dalle quali i cittadini si aspettano delle risposte in senso positivo. Infatti, senza parlare di livelli occupazionali, alla fine, al cittadino non cambia assolutamente niente se il servizio sia gestito da questa nuova società derivante dalla fusione GTT-ATM, o sia gestito da una società inglese o francese o tedesca. Il cittadino vuole un servizio pubblico efficiente, vuole dei mezzi puntuali, puliti, che non inquinino e vuole pagare il minor costo possibile. Questo è quello che si aspetta il cittadino. Se tutto questo arriverà dalla fusione GTT-ATM, ben venga. Questo è stato sempre l'atteggiamento che, personalmente, ho tenuto in Consiglio Comunale, senza avere preclusioni preconcette o precostituite nei confronti di questa fusione. Quindi, se questo è l'obiettivo, cioè far gestire il servizio pubblico locale a Torino e a Milano da una nuova società che possa dare un servizio migliore a prezzi inferiori per il cittadino, andiamo pure avanti, ma andiamo avanti velocemente, in modo tale che il cittadino possa usufruire al più presto possibile di questi miglioramenti, sia nel servizio che dal punto di vista economico. Invece, si è arrivati a uno stop. Allora, perché questo? È già stato detto in precedenza, ma penso che sia abbastanza evidente a tutti: si sta assistendo all'ennesima rappresentazione del "teatrino della politica" (prendo in prestito un'espressione che non è mia e che mi appartiene poco), si sta giocando un partita di gestione del potere. Questo è l'unico motivo. Dobbiamo essere onesti e dirlo! Ma, allora, riprendo l'intervento che ho fatto nell'ultima seduta di Consiglio, quando abbiamo parlato della sfiducia al Presidente del Consiglio Castronovo. Che cosa importa di questi argomenti al cittadino? Al cittadino interessa, come ho detto prima, che il servizio pubblico sia migliore, che costi meno; non interessa chi faccia l'amministratore delegato e non interessa chi faccia il Presidente. Questo è il concetto. Se all'interno del PD si sta consumando un regolamento di conti (e questo è evidente a tutti, non solo agli addetti ai lavori), allora vuol dire che quello a cui stiamo assistendo a livello nazionale come epilogo di questo Partito è la naturale conseguenza di questi giochi. Se questo nuovo Partito, questa nuova aggregazione di diverse sensibilità, di persone provenienti da esperienze diverse, si forma solo per una migliore e più radicale gestione del potere, la logica conseguenza è che finisca tutto a catafascio. Allora, spero che da quest'esperienza si ricavi, una volta per tutte e una volta di più, che la politica non è fatta esclusivamente per gestire il potere, ma per quello per cui deve essere effettivamente fatta: migliorare la qualità della vita dei cittadini. Come ribadisco per l'ennesima volta, siamo chiamati a questo, siamo chiamati ad operare e a prendere decisioni che migliorino la qualità della vita dei cittadini, non che vadano nella direzione di scegliere un amministratore delegato di una certa corrente politica, piuttosto che di un'altra, per compiacere l'avidità di potere, che purtroppo alberga in tutti i partiti di governo. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Consigliere Galasso, che ha 2 minuti e 30 a disposizione. GALASSO Ennio Lucio Vado a colmare il vuoto temporale per sottolineare brevemente alcuni punti. Intanto, questa vicenda ci suggerisce che la concordia istituzionale e di territorio, come si è avuta e come sta maturando in questa vicenda, deve poi essere in grado di assorbire e anche sconfiggere eventuali discordie interne, eventuali dissidi, eventuali distinguo, perché qui sta poi la vitalità della Istituzione. Sottolineo l'aspetto della concordia istituzionale e di territori proprio alla luce del proficuo viaggio, svolto anche dalla minoranza, per andare doverosamente a raccogliere dei dati che poi potevano essere qui fecondamente spesi. Dagli interventi fatti, mi pare che si ponga anche un problema di concordia di attenzione ai pilastri portanti dell'operazione industriale e finanziaria, del cronoprogramma e dei profili occupazionali e tariffari. Tutto, evidentemente, impone poi una calibratura puntuale degli eventuali aggiustamenti. Debbo anche aggiungere che i rilievi mossi sia sulla gestione di ieri sia su quella di oggi, come ricordava il Consigliere Cassano, militano per coltivare il progetto di fusione. Sotto questo aspetto, è evidente che deve cambiare proprio la mentalità, anche se è più uno sforzo, perché poi sta nella natura delle nuove proposizioni. Cambia mentalità perché la mentalità e il tipo di gestione delle ex municipalizzate, evidentemente, devono essere superati. Qui, anche se si risente ancora di quella mentalità che ancora attanaglia, purtroppo, un po' tutto il dibattito politico, c'è una vocazione, un'attenzione al nuovo, ma c'è anche la fatica di non sapere abbandonare il vecchio. Quindi, detto questo, ovviamente confidiamo che tutto abbia a proseguire per il meglio. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) La parola al Sindaco. SINDACO Intanto, vorrei dire al Consigliere Cassano che non mi deve ringraziare per avere coinvolto il Consiglio, per la semplice ragione che ne sono obbligato, da un lato, per quello che, con la precisione di sempre, ha ricordato il Consigliere Cerutti, cioè le competenze degli organi del Comune di Torino, e, dall'altro, anche per il fatto dietro al quale non mi nascondo io (e vorrei non si nascondesse nessuno), cioè che ci sono state delle valutazioni fatte da alcuni Gruppi che hanno ritenuto che l'assommarsi di perplessità (ognuna delle quali di per sé non è grave, ma messe tutte assieme portano a costruire un cumulo di questioni) li portasse a ritenere che fosse opportuno chiarirle, prima di dire "Siamo disposti a discutere le linee per la fusione che tu e il Sindaco Moratti firmerete". Quindi, sarei stato non solo accusato dal Consigliere Ravello di ulteriore autoritarismo, ma proprio per le difficoltà alle quali ho già accennato e a cui tutti hanno fatto riferimento, ad una ipotetica trattativa, che sarà comunque molto complessa, nessuno può ragionevolmente auspicare di andare senza avere un Consiglio Comunale che sia solidamente convinto di andare in quella direzione. Quindi questa è la ragione. Risponderò poi solo a una questione che mi pare dirimente e spero che aiuti anche la formulazione dei vostri quesiti, cioè quella sollevata dal Consigliere Cantore all'inizio. Sono in attesa che giungano a me come azionista, come primus inter pares dell'azionista di maggioranza, per essere trasferite ai negoziatori, le questioni che ritenete debbano essere chiarite in questa fase. Bisogna stare un po' attenti perché, per esempio, alcune questioni che poneva il Consigliere Cerutti sono giuste, ma non vi si può ancora rispondere. Allora, vi pregherei di formulare quesiti a cui si possa rispondere, finalizzati a questa prima fase. Da questo punto di vista, volevo precisare la questione posta dal Consigliere Cantore all'inizio. È confermato il mandato all'Azienda per avviare la società delle infrastrutture e le gare; si tratta di questioni che non possono essere considerate delle novità, perché erano comprese (vorrei che non venisse dimenticato) nel documento per le linee di programmazione economica del Comune e, quindi, con molta chiarezza, stiamo semplicemente operando in quella direzione. Il punto, secondo me cruciale, al quale vorrei rispondere è questo: non possiamo pensare di costituire un soggetto che rimanga semplicemente la società che unisce Milano e Torino. L'obiettivo deve essere la costituzione di una nuova società, per cui, passato un certo numero di anni (io esemplifico così e non voglio neanche dire quanti) in cui l'Amministratore Delegato è riconosciuto a Milano (perché è il più "pesante" dei due soci), i due azionisti - in questo caso, i due Sindaci - dovranno scegliere un Amministratore Delegato magari di Trieste, Roma o New York (insomma, di dove volete voi) e questo significherà che esisterà davvero una società nuova. Infatti, la logica dell'alternanza tra Torino e Milano, oppure una condivisione di Torino sul milanese o viceversa, rischia di non permettere che questa diventi una vera nuova società. A quel punto, tanto varrebbe non fare nulla! Non serve creare semplicemente delle giustapposizioni, perché si rischia di produrre gli effetti esattamente opposti a quelli che vorremmo raggiungere, cioè quelle maggiori economie che permetteranno di abbattere i costi e avere più risorse per gli investimenti, che consentono di migliorare la qualità e la quantità del trasporto e, auspicabilmente, anche il costo del medesimo (quindi, le tariffe). Vorrei che questo punto cruciale fosse condiviso; altrimenti, qualsiasi altra soluzione si possa adottare (e gli avvocati sono bravissimi a trovarne) non corrisponderebbe a quella che, a mio parere, è una questione dirimente. Quindi, su questo argomento, poniamo dei quesiti, ma vi pregherei, nell'elaborazione delle questioni, di tenere conto di questo tema, che per me, ai fini della pariteticità è quello cruciale. CASTRONOVO Giuseppe (Presidente) Dichiaro concluse le comunicazioni del Sindaco. |