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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Febbraio 2009 ore 15,00
Paragrafo n. 10

Comunicazioni del Sindaco su "Fusione GTT-ATM"
Interventi

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Abbiamo ricevuto richieste di comunicazione dal Consigliere Cantore e dal
Consigliere Ravello, che hanno all'oggetto la questione relativa alla fusione di GTT
con ATM di Milano.
Si procederà alle comunicazioni del Sindaco, al termine delle quali ciascun Gruppo
avrà a disposizione 5 minuti.
La parola al Sindaco.

SINDACO
Ringrazio chi ha richiesto le comunicazioni, che permettono di portare in Sala Rossa
quanto abbiamo discusso con un certo approfondimento durante la Conferenza dei
Capigruppo di giovedì sera.
Dal punto di vista sostanziale, le questioni restano quelle discusse giovedì sera, nel
senso che noi avevamo ipotizzato e sottoposto alla Conferenza dei Capigruppo - per
"noi" intendo la Giunta, perché quanto ho portato in Conferenza dei Capigruppo era
frutto di una comunicazione fatta in Giunta ed accolta unanimemente, senza riserve -
un mandato che prevedeva, in una prima fase, la sottoscrizione dei Sindaci delle due
Città di un documento di impegno a sottoporre entro due mesi (data che potrà anche
ragionevolmente dilatarsi, se sarà necessario) ai rispettivi Consigli Comunali veri e
propri Patti parasociali ed il piano industriale previa una fase di negoziazione che
passasse, appunto, dalle linee generali per la fusione alla definizione di documenti
con un proprio carattere cogente.
Era prevista, quindi, una fase intermedia di circa due mesi, nella quale ci sarebbe
stata la traduzione delle linee generali sottoscritte dai due Sindaci in veri e propri
documenti che definivano l'organizzazione delle imprese, la struttura del
management e le linee generali (ma sufficientemente dettagliate) del piano
industriale.
Ovviamente, in questo impegno vi era una sorta di mandato fiduciario circoscritto e
limitato a quel documento dato al Sindaco, che, peraltro, non ne avrebbe bisogno sul
piano formale, perché non c'è nessuna ragione procedurale che lo imponga, ma ho
ritenuto giusto farlo proprio per favorire il massimo coinvolgimento possibile, fin
dalle fasi iniziali, del Consiglio Comunale.
Durante la discussione di queste linee generali per la fusione, da parte di alcuni
Gruppi (segnatamente da parte di un Gruppo di maggioranza di questo Consiglio
Comunale) sono state sollevate alcune "perplessità" - così sono state definite - che
non hanno consentito di tradurle in mandato fiduciario (circoscritto e limitato a
quella fase) e, quindi, a quel punto - come ho detto in Conferenza dei Capigruppo -,
ho ritenuto di sospendere l'incontro col Sindaco Moratti, spiegandogli i motivi e
chiedendo anche scusa. Devo dire che ho avuto ampia comprensione, perché credo
che anche loro abbiano problemi (magari, su qualche altro versante), quindi, sa
benissimo come sono queste vicende, non ho avuto bisogno di molte parole per
spiegarlo.
Allo stato attuale, quindi, la situazione è che io sono in attesa che, da parte del
Consiglio (e precisamente da chi ha sollevato le perplessità), questi dubbi vengano
tradotti in quesiti, o nelle forme che si ritiene, in modo tale che i negoziatori possano,
se sono in grado, rispondere e, sulla base di come queste risposte convinceranno o
meno, se supereranno o meno le perplessità, potremo capire se procedere sulla strada
che avevamo indicato oppure no. Questo è, dal punto di vista della comunicazione, lo
stato dell'arte.
Non vorrei nascondere a me stesso ed al Consiglio che la fase vera delle difficoltà è
quella delle trattative con i milanesi; nessuno ha mai pensato che questa sarebbe stata
e sarà (se lo sarà) una passeggiata, perché tutti sappiamo e siamo ben consapevoli
che le difficoltà vere si avranno nel passaggio che ho indicato prima, cioè dalle linee
generali della fusione e dall'impegno a seguirle a come queste si tradurranno in
organizzazione aziendale, in piano industriale, in assetto della società fusa che dovrà
nascere, in modo tale che possano trasformarsi in patto parasociale fatto proprio
formalmente dal Consiglio Comunale.
Durante questi due o tre mesi (quanto sarà necessario) si addenseranno le difficoltà
vere e, in quell'occasione, si capirà anche la veridicità di alcune affermazioni fatte
girare, per esempio, in ambito milanese, dove, com'è noto, vige la preoccupazione
speculare alla nostra; negli ambienti politici milanesi (in particolare, quelli della mia
parte politica) il timore è che i torinesi (che valgono la metà) possano arrivare a
Milano e, poco per volta, conquistare la grande ATM milanese. Per contestare questa
voce, ne viene fatta girare un'altra, in modo più o meno sotterraneo, che dice: "Non
preoccupatevi, perché quando, poi, andremo alla contrattazione, alla definizione delle
cose che contano, torneremo a ristabilire i rapporti". Sto parlando, ovviamente, di
voci, quindi, non sono in grado di citare luoghi, date e persone, però sono fatti che
influenzano l'opinione pubblica, soprattutto gli addetti ai lavori.
Quello sarà il momento cruciale ed è anche questa la ragione per la quale credo che
se si debba seguire quella strada in ogni caso; c'è comunque bisogno, da parte nostra,
di un rafforzamento della squadra trattante da parte di GTT, perché nella fase in cui
si giocheranno le partite vere ci sarà l'esigenza di avere una squadra che sia più
attrezzata di quanto si presenti oggi.
Questo era il primo punto che volevo richiamare. Naturalmente, si è aperta una
questione politica che ha più aspetti, della quale non ho nessuna difficoltà a parlare.
C'è un tema generale, del quale - non so se concordiamo tutti - io ne faccio una
questione non solo di bandiera, ma anche di pratica politica quotidiana. Credo che
(per colpa di nessuno) le antiche aziende municipalizzate si siano portate con sé una
storia di intreccio fra politica e azienda che, in una fase molto lontana da noi, ha
avuto anche un suo aspetto di nobiltà e di importanza, perché, probabilmente, senza
quell'intreccio non sarebbero nate, non avrebbero avuto il ruolo che hanno avuto,
eccetera, ma che oggi, in tutta evidenza, rischia di essere un impaccio per il pieno
dispiegamento delle potenzialità, soprattutto future, che possono avere queste
aziende.
Non mi riferisco, ovviamente, al diritto - ci mancherebbe altro - all'organizzazione
politica all'interno delle aziende, perché sarebbe ridicolo anche solo pensarlo, ma al
fatto che vi sia un'intromissione, a volte troppo stretta, fra le scelte gestionali
dell'azienda e la politica, anche laddove non vi sia organizzazione politica o di
partito all'interno di una determinata azienda. Credo che questo sia un punto che è
tanto più vero quanto più ci si avvicina a società che - come direbbero gli esperti di
economia industriale - sono ad elevata intensità di lavoro (per ragioni che sono anche
comprensibili) ed è una questione che, secondo me, prima si supera meglio è. Il
dispiegamento delle potenzialità di queste aziende e il fatto di cercare di creare nuovi
contenitori aziendali, nuovi soggetti aziendali è anche (non solo) un'esigenza che
consentirebbe di dare una risposta a questa necessità strategica di fare un passo in
avanti nella trasformazione delle ex municipalizzate in veri e propri soggetti
aziendali, sempre meno dipendenti dalle scelte gestionali (non di indirizzo generale)
della politica e sempre più capaci di muovesi e di rispondere alle istanze del mercato.
Ritengo che la questione non sia addebitabile ad uno specifico Gruppo o ad una
singola organizzazione, ma che sia un problema generale, del quale prima ce ne
liberiamo, meglio è.
Auguro alla Città ed a tutti coloro che vorranno misurarsi sul suo futuro di non
dimenticare mai quella che per me resta un punto di riferimento fondamentale
dell'analisi della situazione torinese, che è descritta nel libretto scritto da Arnaldo
Bagnasco nel 1986 intitolato: "Torino (Uscire da)". Per certi aspetti, penso sia giusto,
quando si conclude un ciclo amministrativo, cercare soluzioni di continuità, perché
sarebbe da miopi pensare di non farlo. Spero che queste soluzioni di continuità
partano dalla convinzione che questa Città - come molte altre che hanno conosciuto
storie analoghe - per la sua storia, con le sue condizioni, non può avere dentro di sé
tutte le risorse necessarie per vincere la sfida posta dalle nuove condizioni non solo
della competizione, ma anche della coesione sociale e della ricerca di quei progetti
che possono consentirle di completare il percorso della modernizzazione.
Quindi questa è l'unica cosa.
Per questo motivo, mi sento toccato sul vivo, quando sento con troppa facilità
ripetere un refrain troppo comodo di una certa opinione pubblica torinese, cioè la
solita storia di Torino che perde tutto e che è subalterna a Milano. Temo, infatti (ma,
se non è così, meglio ancora) che questo refrain nasconda la volontà di abbandonare
la strada di misurarsi in campo aperto con altre realtà, sapendo che è più rischioso
misurarsi in campo aperto che stare chiusi; è mia convinzione, però, che il fatto di
restare chiusi, quasi certamente porta ad un progressivo rimpicciolimento e ad una
progressiva capacità di perdere la possibilità di svolgere un ruolo (che avremmo le
risorse per svolgere, se rimanessimo in campo aperto).
Da questo punto di vista, quindi, continuo a pensare che il progetto con Milano sia un
progetto valido, per la ragione che ho detto: perché può permettere di fare uno sforzo
per costruire un'azienda (questo vale per noi, ma credo valga, forse a maggior
ragione, anche per i milanesi) che si svincoli definitivamente da tutti quei freni,
vincoli e limitazioni tipici di un'azienda municipalizzata, ad eccezione del pieno
potere di indirizzo e di controllo (elemento che penso debba stare molto a cuore), che
resterebbe ben saldo, a differenza di altre possibilità di cui si è parlato in questi mesi
e in questi anni che erano state contestate, se non addirittura bocciate, come ad
esempio l'ipotesi di prevedere l'ingresso dei privati nel capitale di GTT (di norma, i
soggetti privati portano risorse; se, però, ne portano molte, tendono a voler
comandare, per ragioni che credo di capire).
Il progetto, dunque, avrebbe anzitutto questo vantaggio: potrebbe permettere di
cercare di costruire un'azienda simile a molte aziende presenti in Europa (ad esempio
in Germania e in Francia), che sono aziende pubbliche, difficilmente distinguibili
dalle loro omologhe private.
Avrebbe, poi, il vantaggio di permettere (ovviamente, ragionandoci sopra, essendo
un tema di tipo industriale, sul quale occorre prevedere qualche mese di discussione)
di far ricadere sull'azienda e sulla parte torinese risorse da tradurre in investimenti e,
quindi, in miglioramento dei mezzi e dei sistemi. Questo sarebbe uno dei benefici -
lo dico al Consigliere Malgaro - che potrebbe ripercuotersi indirettamente o
direttamente sui cittadini, sapendo che gli aspetti che riguardano maggiormente i
cittadini (qualità, estensione e costo del trasporto pubblico) restano e resteranno
completamente in mano al Comune, che è l'ente che definirà i bandi di gara e il
controllo dei bandi di gara (non saranno soltanto le aziende a determinarlo).
Per queste ragioni, quindi, ritengo che il progetto sia valido e che valga la pena
portarlo avanti.
Credo che la sua attuazione sia molto difficile: non mi sfugge il fatto che, fra
un'azienda che vale 100 ed un'azienda che vale 50, sia difficile fare un'operazione
paritetica già sul piano della forma, oltre che sul piano della sostanza. Proprio per
questo motivo, ritengo che si possa andare ad una fase di trattativa cruciale, soltanto
con un'ampia convinzione (dico "ampia", non potendo dire "unanime") che questa
sia la strada da percorrere.
Diversamente, è meglio fermarsi, guardarsi attorno e ragionare.
Quindi, per concludere - e scusandomi per la lunghezza del mio intervento -, dico
che, per quanto riguarda il percorso verso Milano, resta valido tutto ciò che ho detto.
Credo sia giusto - in termini non politici - avere delle "perplessità", per cercare di
dare risposte e, su questa base, capire se ci siano o meno le condizioni per dire che
vogliamo firmare le linee d'impegno, con tutti i passaggi successivi.
Allo stato attuale, il mandato che l'azionista ha dato all'azienda - e vorrei fosse
chiaro anche per l'azienda stessa - è solo ed esclusivamente quello di lavorare su due
questioni che ci appartengono: l'indizione della gara per l'assegnazione del trasporto
pubblico locale, d'intesa con l'Agenzia per la Mobilità (il cui bando mi risulta già
essere in fase avanzata di predisposizione) e l'avvio della costruzione della società
per le infrastrutture, per il quale mi pare sia già fissata, per il 3 marzo, una riunione
in Regione, che dovrebbe consentire un'operazione che non tocca l'eventuale
percorso verso Milano (per il semplice fatto che i milanesi hanno già le infrastrutture
al di fuori della società) e che permetterebbe di riunire in un'unica società le nostre
infrastrutture e le infrastrutture ferroviarie di proprietà della Regione e, su quella
base, di avere le condizioni non soltanto per avere possibili sostegni finanziari da
altri soggetti pubblici o privati (ovviamente in forma minoritaria, perché si tratta di
una società che deve necessariamente essere a controllo maggioritario pubblico), ma
anche per pensare (come già si sta facendo, visto che, in questa direzione, è già
previsto, per il 6 marzo, un incontro con l'Amministratore Delegato delle Ferrovie
Moretti) a possibili operazioni societarie con le Ferrovie dello Stato in relazione alla
gestione del nodo ferroviario di Torino, gestione che si presenta di complessità,
interesse e di convenienza per la nostra azienda.
Questi sono i due mandati che ha l'Azienda. Tutto il resto è subordinato al
completamento del percorso di valutazione e di indicazione degli indirizzi che
scaturiranno dalle decisioni del Consiglio e dei Gruppi, sulla base dei chiarimenti che
mi auguro saremo in grado di dare.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
È difficile non condire (come abbiamo fatto anche noi, in questi giorni) con una
polemica la vicenda di questo stop deciso nel corso della Conferenza dei Capigruppo
di giovedì; è facile, soprattutto in relazione a quanto emerso e pubblicato sui giornali.
È facile fare una polemica politica.
Peraltro, dico ai Consiglieri che, con il mio Gruppo, ho chiesto l'audizione dei vertici
della GTT, perché mi pare - ma penso che anche i Colleghi della maggioranza siano
d'accordo - che le dichiarazioni di ieri del Presidente Guiati siano dichiarazioni
molto serie e molto gravi (gravi, nel senso che hanno una notevole valenza). Noi
vogliamo capire, dai vertici di GTT, che cosa stia succedendo all'interno
dell'Azienda.
Invece, al di fuori di quanto si pensava, signor Sindaco, voglio fare uno sforzo
istituzionale di serietà.
Se è vero che, giovedì sera, ci siamo fermati non per problemi interni alla
maggioranza (nello specifico, al Partito Democratico) e se è vero che non si tratta di
una questione di battaglia interna a questo partito e se è vero che, invece, si tratta di
questioni di merito - voglio crederci -, devo dire al Sindaco che lo stop di giovedì
sera poteva essere anticipato ad un giorno qualsiasi di un qualsiasi mese precedente,
perché di questo tema parliamo da tempo: le perplessità che ho letto sui giornali le ho
già lette in passato.
Come Forza Italia-PDL, ci siamo avvicinati alla questione con un atteggiamento
laico (forse anche avvantaggiati dall'incontro con il Sindaco Moratti). Noi riteniamo,
da quanto abbiamo visto (ma sicuramente non siamo tenutari della verità e siamo
disponibili al confronto), che si tratti di un'importante operazione industriale,
economica e finanziaria e che, ad essa, si debba legare una ricaduta positiva per i
torinesi.
Consigliere Calgaro, sono d'accordo con lei e noi lo diciamo da tempo (l'ho detto
anche all'incontro con il Sindaco Moratti): a noi interessano le ricadute per i torinesi;
ci interessa la torinesità, non assunta, come diceva il Sindaco (con cui concordo),
come continuo piagnisteo o lamento nei confronti di Milano, ma come la possibilità
che l'operazione possa incidere sulla qualità del servizio, sulle tariffe e sui livelli
occupazionali. Ho posto quelle domande al Sindaco Moratti, le ho poste giovedì sera
anche al Sindaco Chiamparino: queste sono anche le nostre preoccupazioni. Noi
pensavamo, forse sbagliando (e lo dico, sottolineando un po' di ironia), che, per la
prima volta, questo cronoprogramma vedesse un'operazione con la centralità del
Consiglio Comunale.
Queste questioni potevano essere affrontate strada facendo, perché questo è il
cronoprogramma che abbiamo conosciuto a Milano e questo è quello che abbiamo
conosciuto a Torino; ci stavamo preparando a porre queste domande e ad avere anche
risposte sulla governance delle nuove società che dovrebbero sorgere dalla fusione.
C'è stato questo blocco. Benissimo, utilizziamolo in senso positivo. Ripeto: voglio
continuare a credere che ci siano soltanto eccezioni di merito e non posizioni
preconcette all'interno della maggioranza di un partito.
Ripropongo la questione riguardante l'occupazione.
A Milano ci è stato detto che ATM pensa, in questi 2-3 anni, di aumentare i livelli
occupazionali di 700/1000 unità; abbiamo chiesto garanzie sulla qualità del servizio
per i cittadini (quindi anche sulle tariffe) e abbiamo chiesto risposte su questi aspetti.
Chiediamo, però, risposte anche a Torino. Per correttezza, occorre dire che Milano
ha parlato di ATM, non ha parlato della nuova società. Per quanto riguarda Torino,
invece, noi vorremmo capire non tanto se ci sarà un aumento, ma se ci sarà il
mantenimento del livello occupazionale: questo è il primo punto che vorremmo
capire.
Rimane, poi, aperta la questione della governance.
È una questione che ho già posto al Sindaco in sede di Conferenza dei Capigruppo e
che voglio riproporre in questa Sede.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La invito a concludere, Consigliere Cantore.

CANTORE Daniele
A Milano, ho capito una cosa, che ho riferito al Sindaco di Milano e che mi ha
risposto non essere vero. Voglio dirlo anche qui, con grande franchezza: passino i sei
anni di amministratore delegato a Milano (parlo ovviamente della New.Co), perché
secondo noi è giusto che, nei primi sei anni, l'amministratore delegato possa vedere
realizzare il proprio piano industriale.
Le faccio, però, una domanda, signor Sindaco: dopo i primi sei anni,
l'amministratore delegato toccherà a Torino o toccherà nuovamente a Milano?
Personalmente, ho letto tutte le carte e dalla lettura mi pareva di avere inteso che ci
sarebbe stata una condivisione, nel senso che i due Sindaci si sarebbero messi
d'accordo sui nominativi e che, in caso di disaccordo tra i due Sindaci, sarebbero
arrivati i "cacciatori di teste" (vi chiedo scusa, se lo dico in italiano e non in inglese)
a superare il problema.
A questa domanda fatta al Sindaco di Milano: "Allora vuol dire che, tra sei anni,
l'amministratore delegato potrebbe toccare al Comune di Torino?", il Sindaco mi ha
risposto: "Non si sbagli, non si confonda, tra sei anni ci sarà solo una condivisione
che oggi non c'è".
Peraltro, le carte dicono che l'amministratore delegato sarà scelto in modo
insindacabile dal Sindaco di Milano su questa rosa condivisa; quindi, di fatto, signor
Sindaco, mi permetta, anche la sua migliore buona volontà, espressa in quest'Aula
anche nei mesi trascorsi, di riequilibrare la situazione dopo i sei anni, di fatto non
può manifestarsi. Penso che questo sia un punto importante, dirimente.
Personalmente, ho anch'io una perplessità e una domanda da porre: che incisività
avranno le azioni speciali di Milano, all'interno dell'azienda? Penso che non sia una
domanda peregrina: anzi, credo che dovremmo affrontare la questione tutti insieme.
Il Consigliere Cassano ha ragione: noi abbiamo voluto tanto che ci fossero queste
comunicazioni in Aula dopo tutto quello che è comparso sugli organi di
informazione; se vogliamo, però, affrontare seriamente il problema e se dobbiamo
anticipare le risposte (che per noi potevano arrivare anche in corso d'opera, visto che
quelle che doveva firmare con il Sindaco Moratti erano soltanto le linee guida), dopo
questo confronto politico che riteniamo importante, convochiamo le Commissioni
per approfondire il documento. Credo che questo possa essere un iter corretto.
Chiedo, cioè, che, al più presto, questa settimana e subito dopo il dibattito politico,
siano convocate le Commissioni pertinenti a questa fusione (la I o la II
Commissione) e si affrontino i termini tecnici.
Se davvero l'intenzione è quella di andare nel merito e di dare risposte a domande
importanti, si affronti in quella sede la discussione.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Mi pare evidente che il tempo ipotizzato per gli interventi (cinque minuti) in sede di
Conferenza dei Capigruppo non possa essere rispettato, vista la complessità del
problema. Saremo, quindi, tolleranti con i Consiglieri che non rispetteranno questo
tempo (com'è avvenuto per il Consigliere Cantore), per permettere una migliore
esplicitazione delle proprie considerazioni.
La parola al Consigliere Giorgis.

GIORGIS Andrea
Ringrazio il Sindaco delle comunicazioni che ci ha fatto quest'oggi.
Credo che questa sia una delle tanti occasioni per ribadire sia quello che è
l'atteggiamento che anima il nostro Gruppo, sia il perché del nostro agire.
Su questa vicenda, come su tutte le vicende che abbiamo affrontato in questi primi
due anni e mezzo, abbiamo cercato di prendere sul serio ogni documento ed ogni atto
amministrativo; prendendolo sul serio, abbiamo cercato di stare al merito di ciò che
quel testo proponeva.
Con questo spirito, con questo atteggiamento, quando abbiamo ricevuto dalla Giunta
la bozza del protocollo di intesa (bozza che, ha detto bene il Sindaco, è soltanto l'atto
iniziale di un complesso procedimento che vedrà, secondo quanto previsto nella
stessa bozza, il Consiglio coinvolto in più occasioni; poiché si tratta, appunto, di un
atto che dà l'avvio ad una procedura che si concluderà con il voto del Consiglio
Comunale, il Sindaco e la Giunta non erano affatto tenuti a coinvolgere il Consiglio e
la Conferenza dei Capigruppo), ci è sembrato doveroso entrare nel merito di quanto
affermato nel documento ed avanzare quelle che, ad una prima lettura, ci sono
sembrate considerazioni di merito, volte a rafforzare ulteriormente quell'indicazione
che ha caratterizzato l'avvio della procedura e che si può riassumere nella ricerca di
una soluzione che veda le due città con pari dignità nella governance, pur nella
profonda diversità di peso economico (questo è evidente) e che veda la fusione
corrispondere a quell'esigenza di sviluppo, come è stato ricordato, e quindi di tutela
indiretta dei livelli occupazionali, del miglioramento della qualità del servizio e,
naturalmente, del contenimento dei livelli tariffari.
Queste sono le ragioni che muovono la ricerca di un partner e, soprattutto, la ricerca
di un'ipotesi di fusione.
Dal dibattito di questa sera credo si possano ritenere ampiamente superate ogni
interpretazione maligna ed ogni lettura distorta della questione; dal tono di oggi,
credo si possa tranquillamente affermare che ciò che il nostro Gruppo ha inteso
sottolineare era un contributo nel merito a far sì che questo primo atto iniziale fosse il
più possibile coerente a questa indicazione.
In questo atto - che, devo essere sincero, ho letto velocemente - si pongono alcuni
paletti ed alcune condizioni importanti; quindi, contrariamente a quanto interpretato
dal Capogruppo Cantore, credo che non tutto potesse essere definito
successivamente, perché il senso di questo primo impegno è proprio quello di
definire alcuni elementi a partire dei quali, poi, si svolge l'apprendimento, si
definisce il piano industriale e si qualifica il ruolo delle due città.
Ora, niente di più sbagliato - sbagliato, nel senso di "non corrispondente al vero" -,
niente di più lontano dalla realtà di un atteggiamento da parte del Gruppo, volto in
qualche misura ad adombrare una sopravvenuta mancanza di quel rapporto di fiducia
che è alla base e che ha consentito l'avvio di questa scelta di carattere strategico. Le
obiezioni sono state esclusivamente motivate da un intento costruttivo, poiché si è
tutti (sia Giunta, sia Consiglio) nella stessa predisposizione di ricerca delle migliori
soluzioni, naturalmente nella distinzione dei ruoli. In questa distinzione dei ruoli,
laddove viene richiesto un coinvolgimento del Gruppo, il Gruppo fa la sua parte, e la
fa, la fa eccome! Lo voglio dire in Aula, perché è giusto che sia detto in Aula. Il
Gruppo dà il suo contributo, anche con il manifestarsi, da parte di alcuni Consiglieri,
di criticità e di dubbi molto forti.
Credo che non sia un mistero, cioè credo che, in quest'Aula, si possa tranquillamente
dire (e quando discuteremo del merito del provvedimento e degli indirizzi che
vogliamo proporre, come lo stesso Sindaco ci ha invitato a fare, emergerà con
maggiore chiarezza) che, all'interno del Gruppo del Partito Democratico, vi sono
Consiglieri che, fin da subito, fin da quando si iniziò a discutere di questo tema,
hanno manifestato perplessità, considerando la fusione una delle scelte non più
opportune. La gran parte del Gruppo, invece, condivide la scelta strategica di
procedere ad una fusione. Queste due posizioni sono emerse anche sui giornali.
Vorrei sottolineare, però, con molta chiarezza che, da un lato, c'è una posizione
condivisa dalla stragrande maggioranza del Gruppo e che, dall'altro, c'è la posizione,
altrettanto legittima, della minoranza, che è una posizione di merito che,
naturalmente, sarà discussa all'interno del Gruppo fino a quando non sarà
pronunciata la parola "fine", una posizione che merita quel rispetto e
quell'attenzione, perché, nel confronto politico, è assolutamente necessario, di fronte
alle preoccupazioni e alle obiezioni, al di là che siano o non siano, che si dimostrino
o non si dimostrino fondate, rispondere al merito di queste obiezioni.
Quindi, dovendo io parlare a nome dell'intero Gruppo, credo giusto sottolineare
come questo atteggiamento, contrariamente a quanto descritto dai giornali, sia
l'atteggiamento di un Gruppo di Consiglieri preoccupato di fare al meglio il proprio
dovere e responsabile nei confronti dell'interesse generale.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ravello.

RAVELLO Roberto Sergio
Signor Presidente, intanto la voglio ringraziare, perché, proprio nell'ultimo Consiglio
Comunale che lei presiederà, quello odierno, ha dimostrato una comprensione ed
un'elasticità che, forse, se le avesse dimostrate negli anni precedenti, le avrebbero
consentito di risparmiarsi qualche problemino. Ringrazio anche il Sindaco per aver
voluto trasferire all'Aula alcune delle considerazioni già espresse pochi giorni fa, in
occasione della Conferenza dei Capigruppo, e per aver anche voluto chiarire ciò che
ritenevamo necessario.
Giovedì sera, ci siamo lasciati tutti un po' tra lo sconcerto e l'incertezza.
Per noi è stata una sorpresa: tutto ci saremmo aspettati, eccetto che, a diciassette ore
dalla firma del protocollo d'intesa, il PD fermasse il proprio Sindaco su questa
strada. Abbiamo poi letto, nei giorni successivi, quali sono state le ragioni che hanno
generato questo fatto e finalmente oggi ne trattiamo in via ufficiale.
Per quanto mi riguarda, vorrei trattare la questione, come altri hanno fatto, su due
piani: sul piano del merito e sul piano politico. Iniziando dal piano del merito, spero
che non si offenda se le regalerò, Presidente, tre parole che non sono abituato a
pronunciare o che, almeno, non sono abituato a rivolgere a lei: lei ha ragione.
Lei ha ragione: queste sono le tre parole che voglio regalarle, ha ragione sul piano
del merito a denunciare gli intrecci e i danni generati da questi intrecci tra politica e
azienda, intrecci che noi, più volte, abbiamo segnalato all'attenzione del Consiglio
Comunale, e ci sembra un po' strano e fuori tempo che siano denunciati da lei, in
quest'Aula, quando ha potuto provarli sulla sua pelle.
Lei ha ragione, quando accenna al fatto che auspicare la pariteticità diventa difficile,
nel momento in cui si tratta di un'aggregazione tra due soggetti che hanno pesi così
diversi; aggiungo che auspicare la pariteticità può essere fatto soltanto da un grande
ingenuo o da un gran disonesto, perché due soggetti con pesi così diversi, che
possano avere lo stesso peso nel comandare e nel guidare un'azienda, è un'idea che
può essere sostenuta soltanto da chi è un ingenuo o da chi è mosso da poca onestà.
Lei ha ragione, quando accenna al fatto che le vie alternative possono non risolvere i
nostri problemi e possono non renderci esenti dai rischi, perché io, guardi, vorrei
vedere la faccia dell'amministratore delegato di Veolia, un gruppo da quasi 5
miliardi di Euro di fatturato annuo, quando l'amministratore delegato di GTT andrà,
magari, ad offrirgli il 5-10% e la possibilità di entrare nella gestione di GTT come
socio di minoranza. Guardi, pagherei per vedere la faccia di questa persona!
È una strada che non può bastare per tenere al sicuro la rete di trasporto pubblico
locale che, una volta messo a gara il servizio, rischia davvero di diventare terra di
conquista per grandi gruppi stranieri.
Lei ha ragione, quando critica più o meno velatamente il management.
Lei ha ragione, quando risponde ad una sfiducia con un'altra sfiducia e quando
accenna al fatto che, forse, diventerà anche opportuno rivedere il management di
GTT.
Ma, detto questo, sul piano politico vorrei segnalarle un fatto, sperando che mi
perdoni la durezza e che la consideri semplice schiettezza. Oggi, lei sta raccogliendo
ciò che ha seminato in questi anni: probabilmente, paga l'aver condotto e l'aver
impostato il suo ruolo in una gestione un po' troppo personalistica e, talvolta, un po'
troppo autoritaria. Lei si è comportato - e lo dimostrano le reazioni dei suoi - come se
fosse un Napoleone, ma senza esercito.
Mi permetto di ricordarle quanto è successo nell'ultima settimana, a cominciare dai
suoi Consiglieri Comunali che le si sono sostituiti e che hanno persino deciso, in
nome suo, chi debba entrare e chi debba uscire della Giunta da lei presieduta. Lei,
evidentemente, si è comportato in modo un po' troppo autoritario e ha fatto in modo
che i suoi si ribellassero ad una gestione incentrata un po' troppo sulla sua persona.
Se, appunto, ad inizio settimana, abbiamo sentito qualcuno suggerirle come
comportarsi all'interno della sua Giunta, a fine settimana... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Le consiglio di leggere la rassegna stampa di mercoledì scorso, che
è ricca di spunti che potranno esserle utili. Le do un indizio: è in questa Sala. Dicevo:
a fine settimana, lei è stato ulteriormente sfiduciato ed io aggiungo clamorosamente,
anche se a lei non piace, anche se lei potrà non essere d'accordo, ma ritengo questa
sfiducia più che clamorosa. Lei è stato sfiduciato e, a diciassette ore
dall'appuntamento fissato con il Sindaco di Milano, ha dovuto chiamare il Sindaco
Moratti e farsi quella che non è altro che una figura barbina. Poi il Sindaco di Milano
potrà di certo comprendere, ma non può sfuggirci che non potrà star seduto ad
aspettare i comodi di Torino; non potrà sfuggirci che il fattore tempo è un fattore
vitale in quest'operazione, che Milano è un gruppo particolarmente appetibile e che
quella città potrà procedere in una direzione che ha già impostato, con o senza GTT.
Non potrà nemmeno sfuggirci (ed è un dato - a mio avviso - da tenere in
considerazione, da affrontare e da sviscerare in occasione dell'audizione dei vertici
di GTT) che, sul piano occupazionale, Milano può permettersi di annunciare
centinaia di nuove assunzioni, avendo già attivato un piano di investimenti che, come
già detto dal professor Catania, sarà trasferito nel nuovo gruppo, sia esso con GTT o
con qualunque altro operatore, e che, di conseguenza, comporterà benefici anche a
chi si unirà in quel percorso.
Non possiamo dimenticare - e di questo il management di GTT deve rendere conto -
che stiamo ancora aspettando che la Regione Piemonte liberi le risorse incamerate
dallo scorso anno, quando, con l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale,
si è promesso che quelle risorse sarebbero state investite per rinnovare il parco mezzi
(che ancora non è stato rinnovato). Se Milano prosegue in un percorso di ingenti
investimenti, GTT resta al palo, e a queste condizioni GTT non può permettersi di
aspettare ulteriormente.
Quello che le voglio dire in chiusura, signor Sindaco, è che noi siamo ancora disposti
a ragionare nel merito, siamo ancora disposti a ragionare, insieme a lei e insieme a
tutto il Consiglio Comunale, per arrivare ad una forma che possa permettere che
GTT, e che ovviamente tutta la comunità contribuente, possa trarre dei vantaggi. Ciò
che non siamo più disposti a sopportare - e di questo mi spiace, Sindaco, ma ne dovrà
prender atto anche lei - è di essere guidati, di far parte di un'Amministrazione
guidata da un Sindaco che, di fatto, non ha più una maggioranza, da un Sindaco che
si è preso, in una sola settimana, due atti pesanti di sfiducia dalla sua stessa
maggioranza e che non può più - e questo è un dato di fatto - garantire quella
governabilità di cui abbiamo bisogno.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Domenico Gallo.

GALLO Domenico
Signor Presidente, sarò molto breve.
Mi sembra che stiamo parlando di questa operazione come se si trattasse della partita
Juventus-Milan (o Juventus-Inter, a seconda del tifo). Mi sembra che si stia
commettendo questo errore, che reputo gravissimo, perché credo che sia in gioco
l'utilità pubblica di un'operazione, che deve portare vantaggi ad entrambe le città.
Credo che questo sia il problema di fondo.
Francamente, non ho capito lo stop arrivato a poche ore dalla firma del Sindaco
Chiamparino, che credo avesse avuto dalla sua maggioranza il preciso mandato a
concretizzare quell'operazione non certamente a scatola chiusa, ma nell'ambito di
una trasparenza pubblica e amministrativa che credo sia un atto dovuto.
Mi sembra che l'intervento dei componenti di una parte del Partito Democratico, di
fatto, abbia trasmesso all'opinione pubblica qualcosa di negativo: sembra che siamo
di fronte ad un'operazione che interessa una sfera privata, un gruppo e credo che
questa sia, francamente, una brutta sensazione, perché l'operazione di fusione GTT–
ATM è un'operazione pubblica, che interessa la Città di Torino e rappresenta il
mandato che abbiamo assegnato al Sindaco Chiamparino. Credo, quindi, che sia stato
un errore di leggerezza o, forse, una condivisione nel merito di alcuni pezzi delle
linee guida: dal mio punto di vista, queste critiche potevano essere fatte prima.
Personalmente, ho posto alcune questioni di merito, per quanto io possa
comprendere, visto che si tratta di questioni tecniche molto complesse.
Da quanto letto sui giornali in questi giorni, mi pare che non siano state poste non
questioni di merito vere, ma piuttosto aspetti che hanno a che fare con pezzi di potere
interni alla nostra azienda, a GTT - lo voglio dire con molta franchezza - quasi per
non perdere consensi e pezzi di potere in quell'impresa. Questo è quanto di peggio
potesse accadere in un'operazione molto delicata e molto diversa dalla fusione
Intesa-SanPaolo (dove eravamo in una sfera privata): qui, infatti, siamo di fronte a
due aziende pubbliche.
Credo che, su alcuni aspetti, occorresse spostare il dibattito e la polemica politica,
anzitutto sulla questione dell'occupazione, visto che ci si dice di stare tranquilli e che
Milano assicura 700 assunzioni. Credo che, nelle linee guida, questo debba essere
scritto, perché rappresenta uno dei punti importanti, così come la politica tariffaria.
Credo che sia normale che, in un'operazione come questa, la Città che ha un
patrimonio più forte possa avere vantaggi.
A me, invece, interessa che il controllo pubblico dell'operazione, le linee di indirizzo
ed il livello occupazionale siano mantenuti anche in futuro.
Per quanto riguarda la questione dell'amministratore delegato, in Conferenza dei
Capigruppo ho detto che mi sembrava che lo strapotere di Milano si potesse
bilanciare con la figura dell'amministratore delegato, cioè con una sorta di
incremento dei poteri del Presidente del Consiglio di Amministrazione. Questo
sarebbe stato anche un modo per evitare che i sei anni di esercizio potessero spostare
la strategia politica delle aziende riunite soltanto a Milano.
Penso che questa operazione si possa ancora fare, ma non so se sia possibile farlo, da
un punto di vista normativo-giuridico. Perché, se è vero che il Presidente del
Consiglio d'Amministrazione è un semplice notaio che convoca le assemblee, è
chiaro che Torino viene, in qualche modo, ridimensionata. Credo che sarebbe
interessante, invece, se riuscissimo a compensare le sfere dei poteri di queste due
figure.
Ripeto: non siamo di fronte alla partita Juventus–Milan o Juventus–Inter, siamo di
fronte a qualcosa che ha a che fare con l'interesse pubblico: questo argomento
dovrebbe interessare tutta la politica trasversalmente, maggioranza ed opposizione.
Finora, tutto ciò non è avvenuto: mi sembra, infatti, che ci sia una divisione che ha a
che fare con sfere di potere interne all'azienda GTT, che reputo sbagliata.
Credo che il Sindaco debba essere autorizzato a firmare l'accordo all'interno di un
ragionamento di accrescimento delle garanzie rispetto all'operazione, che deve
produrre un'utilità pubblica. Questo credo sia l'elemento di fondo delle nostre
discussioni; altre cose, francamente, a me non interessano.
Sarei anche portato a dire: azzeriamo i vertici aziendali, ricominciamo da zero,
perché ognuno mi pare protegga un pezzo del proprio orticello. E questo è quanto di
peggio possa fare la politica in questo momento. Di fronte ad una azienda nuova, che
nasce, si azzerano i vertici attuali e si ricomincia daccapo. Questa è la posizione del
Consigliere Domenico Gallo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Ferraris.

FERRARIS Giovanni Maria
Quanto evidenziato già giovedì scorso dal Sindaco (e grazie anche alla riunione fatta
dall'ufficio di Presidenza per incontrare il Sindaco su questa vicenda) non ha fatto
altro che definire gli impegni presi a livello interlocutorio, che diventeranno impegni
istituzionali, per guardare un po' più avanti, molto oltre il prossimo mandato
amministrativo.
È evidente che quella logica di continuità, di cui parlava prima il Sindaco, va tenuta
in una considerazione molto prudente in una grande città quale Torino, con i
problemi e gli investimenti a cui deve far fronte, che vanno affrontati con un certo
coraggio nel saper guardare avanti.
Questo coraggio induce oggi a trasformazioni, non solo per questa città, ma in
generale per l'economia, che forse fino a ieri si pensavano meno importanti, meno
avvincenti, e che possono portare avanti uno sviluppo, una trasformazione urbana,
anche occupazionale, che fa fronte a una situazione di crisi attualmente in essere e
che non dà grandi orizzonti di serenità.
È veramente encomiabile l'atteggiamento avuto dal Sindaco nel sospendere quanto
già concordato con il Sindaco di Milano, permettendo a noi tutti un dibattito, seppur
breve, ma importante, pur sapendo che - e se ne era già parlato diverse volte - è
ancora tutto da costruire, evidentemente, con un'impostazione che si deve iniziare ad
avere.
Ben vengano anche i confronti con più parti. Ringrazio, a tal proposito, il Consigliere
Cerutti per quanto ha stimolato nella sua lettera a noi tutti; non conosco, invece, la
posizione del Consigliere Calgaro, che leggo sui giornali.
Stimolo a far meglio, stimolo a tenere in considerazione (credo che sia interesse del
Sindaco farlo) le richieste plausibili, formulabili, sostenibili da noi, ma anche da
Milano, per un accordo di impresa, che non è più solo di tipo politico, ma deve far
decollare questo nuovo processo di impresa che vedrà interessate due grosse aziende,
che forse, però, non possono sopportare da sole l'ascesa del mercato. Abbiamo visto
dei diagrammi che fanno vedere l'Italia piccola, minuscola, rispetto ad altri Stati
europei, ma fanno vedere Torino e Milano grandi, rispetto ad altre città italiane ed
anche europee, nel momento in cui questa fusione mette in atto una serie di processi
imprenditoriali, strutturali che nel futuro vedranno comunque attore principale, o
comunque importante, il nostro Nord-Ovest.
Penso anche al futuro assetto dei trasporti alpini, ovviamente su rotaia. E questo è
evidentemente saper e voler guardare avanti, oltre le nostre mura di casa, che sono
importanti e preziose.
Per cui siamo assolutamente lontani dal pensar male della gestione dei rapporti in
GTT e dei rapporti con l'Amministrazione Comunale, ed anche lontani dal valutare
negativamente il patrimonio, che era già stato oggetto di alcune battute scambiate da
tutti i Gruppi con il Sindaco, in precedenza.
Ma, evidentemente, non si può avere tutto dalla vita. Non sto dicendo di volere la
botte piena e la moglie ubriaca, perché non so esattamente quale sia il contendere
complessivo e quali possano essere i valori che le due aziende metteranno sul piatto
per la trattativa. Certamente, da buon padre di famiglia (come sta dimostrando e ha
dimostrato di essere), il nostro Sindaco ha a cuore la sua città e la sua famiglia. Penso
che con questa azione (con la quale si intraprende un lungo percorso) non voglia fare
altro che stimolare la nostra città a un dibattito nuovo, innovativo, di valore aggiunto,
perché come sempre dimostriamo di essere audaci e di poter competere come Nord-
Ovest nel resto d'Italia e d'Europa.
Con questo sostengo l'invito che hanno fatto, forse in modo diverso, anche altri
Colleghi di avvio di questo programma di lavoro.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cerutti.

CERUTTI Monica
Ringrazio il Sindaco, che nella sua comunicazione ha avuto toni pacati e ci ha offerto
nuovi particolari, che si scoprono man mano, sulla vicenda GTT-ATM, che sta ormai
diventando una sorta di telenovela e può essere derubricata a lotta di potere
all'interno del Partito Democratico.
Questa sera il Capogruppo del Partito Democratico ha portato al Consiglio Comunale
notizia del dibattito all'interno del Gruppo. Ritengo che il Capogruppo dovrebbe, in
qualche modo, tenere conto di ciò che viene portato e non tanto semplicemente
contarlo, perché le criticità si valutano nel merito e non debbono essere solo contate.
È poi lo stesso Sindaco ad accusare coloro che nel suo Partito vogliono ancora
discutere proprio dell'operazione di strumentalità o di utilizzo di argomenti
pretestuosi per attaccarlo, come abbiamo letto nelle sue interviste sui giornali. Un
altro argomento spesso usato (debbo dire con scarsa fantasia) è quello secondo il
quale chi chiede di entrare nel merito è conservatore e si oppone ai cambiamenti.
È troppo semplice, o di grande furbizia, sviare così l'attenzione dalle questioni che,
invece, vale la pena approfondire, affinché il Consiglio Comunale decida nel
migliore dei modi sul futuro di GTT e del trasporto pubblico torinese. Quindi ben
venga la proposta fatta di andare ad approfondire le questioni di merito in
Commissione.
Vorrei sottolineare che il Consiglio Comunale è organo di indirizzo e controllo
politico amministrativo, come stabilito dal Testo Unico e, in particolare -
perdonatemi la pedanteria - l'art. 42 comma 2 attribuisce alla competenza esclusiva
dei Consigli "l'organizzazione dei pubblici servizi e la partecipazione dell'ente
locale a società di capitali". Quindi non è un passaggio dato, ma che potrebbe essere
necessario.
Il documento, che i Sindaci di Torino e Milano avrebbero dovuto sottoscrivere
venerdì scorso e che abbiamo potuto esaminare solo da una settimana, contiene una
serie di elementi che finora erano sconosciuti: abbiamo appreso che il servizio
pubblico del trasporto torinese verrà messo a gara entro giugno 2009; questa sera
apprendiamo che l'Agenzia della Mobilità ci sta già lavorando. Finora non ne
avevamo saputo nulla.
Uno degli obiettivi della fusione è, infatti, contrastare la concorrenza degli operatori
esteri in queste gare. Sappiamo che Milano ha già fatto la sua gara e se l'è
aggiudicata l'unico partecipante: ATM. Dovremmo avere più chiaro come si
procederà e come, poi, GTT-ATM sarà forte nei confronti degli altri operatori
nazionali ed esteri. Questa sera apprendiamo che il 3 marzo ci sarà la prima riunione
per la società delle infrastrutture. Era una questione che avevamo già posto più volte
e che probabilmente vorremmo approfondire, prima di dare il benestare ad
un'operazione importante che sicuramente non è scollegata dalla questione.
Leggiamo sui giornali che non si sa se il metrò farà parte della fusione/aggregazione.
Non è un particolare di poco conto che il metrò di Torino, che non può essere
valutato al pari dei tre metrò milanesi, non si sappia dove possa andare! Qual è il
ruolo delle Ferrovie? Abbiamo tanti particolari che forse sarebbe bene chiarire.
Rispetto a questa nuova operazione abbiamo discusso tante volte, abbiamo criticato
la scelta di assegnare per sei anni l'Amministratore Delegato della società ATM-
GTT a Milano, non sappiamo come verrà scelto successivamente e se ci sarà
un'ottica di turnazione, quindi se, dopo i sei anni, l'Amministratore Delegato sarà
torinese. Tra l'altro, ho notato che i sei anni ci portano al 2015, l'anno dell'Expo,
quando numerosi investimenti saranno concentrati nell'area milanese. Forse sarebbe
naturale porsi delle domande su come verranno impiegate le risorse liberate dalle
economie di scala tra le due aziende di trasporti, se, quindi, la testa sarà sempre a
Milano. È un interrogativo importante, anche perché la presunta pariteticità, che non
sembrerebbe appunto esserci rispetto all'Amministratore Delegato, potrebbe essere,
invece, definita su altri elementi, che non si sa se siano stati, o meno, contrattati.
Apprendiamo oggi che ci sarà un nuovo Direttore Finanziario, l'ex-Senatore Roberto
Barbieri, in azienda si dice che sia l'unica persona in grado di tenere testa a Catania.
Può darsi. Allora questo incarico è legato alla fusione. Il Sindaco ha detto che c'è un
rafforzamento della squadra che sta trattando. Allora, avremo Barbieri che andrà ad
integrare Razelli? Ma non esistevano delle competenze in azienda? Quale sarà il
compenso di questo nuovo Direttore, visto che abbiamo anche grandi problemi di
carattere finanziario?
Questo incarico si inserisce in un sistema di nomine, che ha avviato anche lo studio
dell'aggregazione e che, per esempio, ha portato avanti la nomina di ben due advisor
fiscali. Crediamo possa essere invocata una maggiore trasparenza nei confronti dei
cittadini torinesi, i veri proprietari di GTT, e dei suoi lavoratori, se la conduzione
pubblica dell'azienda ha ancora un significato. Altrimenti, è vero che le aziende
pubbliche siano diventate solo più luoghi di mantenimento del potere politico. Ma,
anche in questo caso, sorgono naturalmente dei dubbi: ATM risulterebbe avere le
medesime caratteristiche di GTT. L'anno scorso abbiamo visto più volte ATM in
difficoltà per una presunta cattiva gestione aziendale, con la denuncia di sprechi e
privilegi della dirigenza. L'aggregazione delle due aziende, quindi, non porterebbe a
quell'affrancamento dal potere politico, più volte evocato, giustamente, dal nostro
Sindaco, ed evocato anche questa sera in quell'intreccio di politica che non dovrebbe
essere presente all'interno dell'azienda.
Quindi, più che tacciare chi desidera entrare maggiormente nel merito di subalternità
culturale nei confronti di Milano, è auspicabile comprendere meglio i termini
dell'operazione. Non ultimo, il mantenimento dei livelli occupazionali, tema sposato
da tutti gli altri Capigruppo questa sera. Sono contenta di avere posto questo tema,
che non è sicuramente un dettaglio. Non si tratta di avere paura, di essere
conservatori, di difendere dei privilegi, ma di porre basi perché questa integrazione
abbia un impatto positivo per la nostra comunità.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Cassano.

CASSANO Luca
In queste settimane, signor Sindaco, abbiamo assistito ad un dibattito per molti versi
surreale sul futuro di GTT e del trasporto pubblico torinese. Le polemiche politiche
originate dalle modalità con cui la Città ha deciso di affrontare questo dibattito sono
uno degli aspetti che la discussione di oggi in Aula mette in luce. Le categorie
classiche, come già diceva il Consigliere Cerutti, con cui in questi anni si è voluto
classificare chi aveva dubbi legittimi sulle operazioni economico-finanziario-
urbanistiche o di gestione delle aziende che si occupano dei servizi pubblici locali,
riemergono con forza anche in quest'occasione: da una parte i progressisti e dall'altra
i conservatori, in uno schema facile da rappresentare sui quotidiani e sui mezzi
d'informazione, ma meno efficace per spiegare ai cittadini torinesi quali saranno le
conseguenze delle scelte che questa Sala assumerà nelle prossime settimane.
Più volte abbiamo denunciato, e non siamo stati i soli (il dibattito di oggi e anche la
vivacità con cui alcuni stanno affrontando la presenza oggi in Sala lo evidenzia),
l'eccessiva politicizzazione prima dell'ATM, poi del Gruppo Torinese Trasporti, in
un'escalation continua che è arrivata fino a questi giorni, figlia di un conflitto eterno
non risolto tra l'anima ex DS e l'anima Margherita, evidentemente. Troppo facile
sarebbe, signor Sindaco, criticare la nomina di cui veniamo a conoscenza quest'oggi
dell'ex Senatore Barbieri, adducendo come prima motivazione la scelta analoga
compiuta qualche mese fa con l'Ingegner Razelli, assunto esattamente con i
medesimi compiti per i quali (per quel che intuiamo) oggi si va ad individuare come
ipotesi quella dell'ex Senatore Barbieri. Una nomina dorata quella di Razelli - lo
ricordiamo - da circa 900 Euro al giorno, se non ricordo male, che aveva un mandato
specifico, nel tempo limitato, per riuscire a svecchiare l'azienda. Tutto questo non
interessa evidentemente che a pochi eletti e non ai cittadini torinesi, anche perché gli
anni che verranno e la crisi che stiamo vivendo in queste settimane impongono da
parte degli Enti Locali scelte coraggiose per il mantenimento e l'estensione del
diritto alla mobilità urbana.
Non possiamo non riflettere sulle difficoltà che sempre più persone affrontano nel
non riuscire a gestire economicamente il mezzo privato; quindi, anche il ricorso
all'offerta del mezzo pubblico andrebbe potenziata come servizio essenziale,
indipendentemente dalle rendite economiche e dal bilancio delle aziende stesse. Non
ci interessa dilungarci o parteggiare per una delle due opzioni fino ad oggi in campo
(né quella della fusione GTT-ATM, né dell'azienda regionale dei trasporti), nel senso
che il merito della questione, probabilmente, è un altro. Ribadiamo, come emerge
dalle parole del Sindaco e dagli interventi di alcuni, quali sono i tre temi che porremo
nella discussione e nell'approvazione degli atti deliberativi che questa Sala dovrà
votare: il mantenimento dei livelli occupazionali; il tema spinoso del costo del lavoro
per i dipendenti; il mantenimento dei livelli retributivi.
Sarebbe troppo facile computare lo stesso numero di dipendenti nelle future aziende,
senza, però, partire da un mantenimento anche dei livelli retributivi per gli stessi
lavoratori. Per quanto riguarda le politiche tariffarie di medio termine, signor
Sindaco, un privato che investe in un'azienda di trasporto pubblico, prima o poi,
dovrà dirci quali scelte compirà anche su quei rami - come già detto in passato - della
rete urbana che sono a basso rendimento economico, ma ad alta funzionalità sociale.
Lo diciamo anche perché, nella composizione del futuro management, compaiono
già figure che si sono contraddistinte nei precedenti ruoli per scelte coraggiose, da
questo punto di vista, a favore dei servizi redditizi e meno di quelli ad alta sensibilità
sociale. Non è certo nostro compito ribadire quale sia stato, ad esempio, il ruolo
dell'ex amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato proprio sull'eliminazione
dei rami secchi all'interno delle Ferrovie.
Le prove di forza in corso nel PD (lo dimostra anche il dibattito di oggi) non possono
certamente penalizzare la qualità del servizio di trasporto pubblico e, peraltro, ci
sottraiamo a questo dibattito sul peso delle due città. Ma forse è più coraggioso, più
onesto dirsi fin da subito che, per la struttura delle due aziende e per i diversi pesi
messi in campo, non parleremo di fusione tra GTT e ATM, ma di una legittima
annessione da parte di ATM nei confronti di GTT.
Ma non è questo il tema centrale, perché i campanilismi, che abbiamo spesso sentito,
non saranno e non potranno essere l'oggetto dell'approfondimento che parte oggi da
questa Sala, così come non potranno esserlo il mantenimento e le incrostazioni che i
bacini di potere nel corso degli anni hanno accumulato.
Abbiamo molto apprezzato da parte sua, signor Sindaco, la scelta di coinvolgere il
Consiglio in questa fase. Non vedo il Consigliere Cantore, ma apprezzo la sua
disponibilità a convocare, così come detto anche in Conferenza dei Capigruppo, delle
Commissioni specifiche su questo tema. Questo coinvolgimento sarà utile a noi tutti
per votare in piena coscienza e consapevolezza, se servirà non a dirimere le
controversie nate altrove - penso ai conflitti di questi giorni -, ma a fornire tutti gli
strumenti di conoscenza a chi in questa Sala deve rappresentare i cittadini torinesi
nell'interesse del trasporto pubblico.
Nelle prossime settimane, questa Sala dovrà essere luogo di approfondimento ed
elaborazione concreta, non un luogo in cui andrà in scena il regolamento di conti o il
tentativo di formulare disegni e alimentare pulsioni bipartisan che da molte parti
vengono sostenuti.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Bonino.

BONINO Gian Luigi
Il caso GTT-ATM, il caso Torino-Milano, ovviamente ci deve far riflettere. È un
passaggio molto importante. Credo che i dubbi e le perplessità siano più che legittimi
e debbano, per questo, essere eliminati. Personalmente, anch'io ho avuto dubbi
sull'operazione. Penso sia la prima volta che in Italia due grandi entità dei trasporti
locali pensino di fare una fusione. In base a quanto ci era stato detto già a suo tempo
dal Sindaco nei vari passaggi, aspettavo il cronoprogramma per intervenire, così
come era stato previsto. Non entro nel merito tecnico della situazione, perché non ne
avrei sicuramente la capacità, ma credo che il problema, almeno da quanto emerge,
se posto sulla base del primato di un soggetto sull'altro, sia sbagliato. È chiaro che in
un confronto fra Torino e Milano, quest'ultima sarà sempre prevalente per una serie
di ragioni che sono ovvie e che sarebbe anche troppo lungo elencare, ma sono ragioni
geografiche, strutturali, infrastrutturali, finanziarie e altre ancora.
Ciò che si deve analizzare, a mio giudizio, è qualcos'altro. Ad esempio, voglio
richiamare, anche se i casi sono diversi, la fusione Intesa-Sanpaolo. A suo tempo, a
mio giudizio, la domanda corretta da porsi era: il Sanpaolo, in prospettiva, reggerà il
confronto con le grandi banche internazionali o sarà fagocitato dal grande partner
straniero che faceva parte della banca? Secondo me, questa era la domanda da porre,
il nocciolo della questione: la banca torinese per eccellenza ha un futuro o non ce
l'ha? Posta in questo modo, forse la risposta alla fusione con Intesa avrebbe assunto
una veste completamente differente e spiegata così, sarebbe stata forse capita meglio
e avrebbe avuto un'altro sbocco. E quindi non va posta, come lo fu a suo tempo,
come un'opportunità di un primato campanilistico rispetto all'altro. Quello, secondo
me, fu un grande errore che ci fece perdere molto tempo in discussioni. Invece, si è
creata una grande banca che, al di là della crisi mondiale, sta sul mercato mondiale,
sul mercato europeo ed è in grado di affrontare i concorrenti in questo settore.
A mio giudizio, lo stesso deve avvenire parlando di GTT e ATM. Ammesso che non
vi sia un retroterra di interessi particolari, che non credo che esistano, bisogna
pensare al futuro delle aziende, al futuro di chi ci lavora, ai cittadini che fruiscono dei
servizi che devono offrire queste aziende. Questo è il punto su cui non si possono
fare sconti!
Dobbiamo uscire da questa mentalità. Mi rendo conto che si faccia fatica ad
abbandonare (faccio fatica io stesso) quest'idea della municipalizzata, così come
l'abbiamo vissuta per tanti anni. Queste aziende, queste ex vecchie municipalizzate
debbono consolidarsi, allearsi, affrontare il mercato ed uscire da una prospettiva
miope soltanto territoriale, mantenendo, lo ripeto (perché mi pare che debba essere
un punto più che fermo), gli indirizzi fondamentali di servizio a cui sono preposte.
Cambiano i tempi e bisogna che la politica sappia adeguarsi. Quanto è stato fatto e
proposto fra Torino e Milano mi pare vada verso una politica moderna, cioè colga
questo cambiamento.
Devo ringraziare chi ha colto, chi ha seguito, chi ha perseguito queste scelte. Non si
tratta di primati, perché, se poniamo la questione come gara fra due città, siamo fuori
dalla realtà e dal mondo. Torino deve ricoprire un ruolo che non sia soltanto di falsi
primati; deve concretizzare solide energie, anche aziendali, che siano in grado di
affrontare una realtà che non sia soltanto limitata ai confini comunali, ma guardi a
confini ben più ampi, se vuole che le proprie aziende, anche in questo caso le vecchie
municipalizzate, stiano in piedi e rispondano alla missione per cui erano nate.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Lonero.

LONERO Giuseppe
Voglio provare a dare un piccolo contributo a questa discussione partendo da due
domande: perché si parla della fusione GTT-ATM? E perché si è pervenuti a questo
stop nel processo?
Alla prima domanda si è risposto nelle sedi opportune, sia politiche che tecniche, e si
è rappresentata la necessità di costituire una società che avesse una importanza, una
dimensione organizzativa-economico-finanziaria tale da poter partecipare alle
prossime gare per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico e possibilmente
vincerle, nell'ottica di non lasciare il terreno e il territorio ad altre aziende, magari
straniere, di gestione del servizio pubblico locale.
La domanda che ci si è posti per dare il via a questo processo di fusione è: quale
sarebbe stato il vantaggio per il cittadino dalla gestione del servizio pubblico locale
operata da questa nuova società derivante dalla fusione GTT-ATM, rispetto a una
gestione operata, invece, da società straniere? Il servizio sarà sicuramente migliore?
Il costo sarà sicuramente inferiore? L'inquinamento dei mezzi, se vogliamo, sarà
inferiore? L'efficienza di tutta la struttura, di tutti i mezzi sarà migliore?
Queste sono le domande dalle quali i cittadini si aspettano delle risposte in senso
positivo. Infatti, senza parlare di livelli occupazionali, alla fine, al cittadino non
cambia assolutamente niente se il servizio sia gestito da questa nuova società
derivante dalla fusione GTT-ATM, o sia gestito da una società inglese o francese o
tedesca. Il cittadino vuole un servizio pubblico efficiente, vuole dei mezzi puntuali,
puliti, che non inquinino e vuole pagare il minor costo possibile. Questo è quello che
si aspetta il cittadino.
Se tutto questo arriverà dalla fusione GTT-ATM, ben venga. Questo è stato sempre
l'atteggiamento che, personalmente, ho tenuto in Consiglio Comunale, senza avere
preclusioni preconcette o precostituite nei confronti di questa fusione. Quindi, se
questo è l'obiettivo, cioè far gestire il servizio pubblico locale a Torino e a Milano da
una nuova società che possa dare un servizio migliore a prezzi inferiori per il
cittadino, andiamo pure avanti, ma andiamo avanti velocemente, in modo tale che il
cittadino possa usufruire al più presto possibile di questi miglioramenti, sia nel
servizio che dal punto di vista economico.
Invece, si è arrivati a uno stop. Allora, perché questo? È già stato detto in
precedenza, ma penso che sia abbastanza evidente a tutti: si sta assistendo
all'ennesima rappresentazione del "teatrino della politica" (prendo in prestito
un'espressione che non è mia e che mi appartiene poco), si sta giocando un partita di
gestione del potere. Questo è l'unico motivo. Dobbiamo essere onesti e dirlo!
Ma, allora, riprendo l'intervento che ho fatto nell'ultima seduta di Consiglio, quando
abbiamo parlato della sfiducia al Presidente del Consiglio Castronovo. Che cosa
importa di questi argomenti al cittadino? Al cittadino interessa, come ho detto prima,
che il servizio pubblico sia migliore, che costi meno; non interessa chi faccia
l'amministratore delegato e non interessa chi faccia il Presidente. Questo è il
concetto.
Se all'interno del PD si sta consumando un regolamento di conti (e questo è evidente
a tutti, non solo agli addetti ai lavori), allora vuol dire che quello a cui stiamo
assistendo a livello nazionale come epilogo di questo Partito è la naturale
conseguenza di questi giochi. Se questo nuovo Partito, questa nuova aggregazione di
diverse sensibilità, di persone provenienti da esperienze diverse, si forma solo per
una migliore e più radicale gestione del potere, la logica conseguenza è che finisca
tutto a catafascio. Allora, spero che da quest'esperienza si ricavi, una volta per tutte e
una volta di più, che la politica non è fatta esclusivamente per gestire il potere, ma
per quello per cui deve essere effettivamente fatta: migliorare la qualità della vita dei
cittadini. Come ribadisco per l'ennesima volta, siamo chiamati a questo, siamo
chiamati ad operare e a prendere decisioni che migliorino la qualità della vita dei
cittadini, non che vadano nella direzione di scegliere un amministratore delegato di
una certa corrente politica, piuttosto che di un'altra, per compiacere l'avidità di
potere, che purtroppo alberga in tutti i partiti di governo.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Consigliere Galasso, che ha 2 minuti e 30 a disposizione.

GALASSO Ennio Lucio
Vado a colmare il vuoto temporale per sottolineare brevemente alcuni punti.
Intanto, questa vicenda ci suggerisce che la concordia istituzionale e di territorio,
come si è avuta e come sta maturando in questa vicenda, deve poi essere in grado di
assorbire e anche sconfiggere eventuali discordie interne, eventuali dissidi, eventuali
distinguo, perché qui sta poi la vitalità della Istituzione. Sottolineo l'aspetto della
concordia istituzionale e di territori proprio alla luce del proficuo viaggio, svolto
anche dalla minoranza, per andare doverosamente a raccogliere dei dati che poi
potevano essere qui fecondamente spesi.
Dagli interventi fatti, mi pare che si ponga anche un problema di concordia di
attenzione ai pilastri portanti dell'operazione industriale e finanziaria, del
cronoprogramma e dei profili occupazionali e tariffari. Tutto, evidentemente, impone
poi una calibratura puntuale degli eventuali aggiustamenti. Debbo anche aggiungere
che i rilievi mossi sia sulla gestione di ieri sia su quella di oggi, come ricordava il
Consigliere Cassano, militano per coltivare il progetto di fusione. Sotto questo
aspetto, è evidente che deve cambiare proprio la mentalità, anche se è più uno sforzo,
perché poi sta nella natura delle nuove proposizioni. Cambia mentalità perché la
mentalità e il tipo di gestione delle ex municipalizzate, evidentemente, devono essere
superati. Qui, anche se si risente ancora di quella mentalità che ancora attanaglia,
purtroppo, un po' tutto il dibattito politico, c'è una vocazione, un'attenzione al
nuovo, ma c'è anche la fatica di non sapere abbandonare il vecchio. Quindi, detto
questo, ovviamente confidiamo che tutto abbia a proseguire per il meglio.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
La parola al Sindaco.

SINDACO
Intanto, vorrei dire al Consigliere Cassano che non mi deve ringraziare per avere
coinvolto il Consiglio, per la semplice ragione che ne sono obbligato, da un lato, per
quello che, con la precisione di sempre, ha ricordato il Consigliere Cerutti, cioè le
competenze degli organi del Comune di Torino, e, dall'altro, anche per il fatto dietro
al quale non mi nascondo io (e vorrei non si nascondesse nessuno), cioè che ci sono
state delle valutazioni fatte da alcuni Gruppi che hanno ritenuto che l'assommarsi di
perplessità (ognuna delle quali di per sé non è grave, ma messe tutte assieme portano
a costruire un cumulo di questioni) li portasse a ritenere che fosse opportuno
chiarirle, prima di dire "Siamo disposti a discutere le linee per la fusione che tu e il
Sindaco Moratti firmerete".
Quindi, sarei stato non solo accusato dal Consigliere Ravello di ulteriore
autoritarismo, ma proprio per le difficoltà alle quali ho già accennato e a cui tutti
hanno fatto riferimento, ad una ipotetica trattativa, che sarà comunque molto
complessa, nessuno può ragionevolmente auspicare di andare senza avere un
Consiglio Comunale che sia solidamente convinto di andare in quella direzione.
Quindi questa è la ragione.
Risponderò poi solo a una questione che mi pare dirimente e spero che aiuti anche la
formulazione dei vostri quesiti, cioè quella sollevata dal Consigliere Cantore
all'inizio.
Sono in attesa che giungano a me come azionista, come primus inter pares
dell'azionista di maggioranza, per essere trasferite ai negoziatori, le questioni che
ritenete debbano essere chiarite in questa fase. Bisogna stare un po' attenti perché,
per esempio, alcune questioni che poneva il Consigliere Cerutti sono giuste, ma non
vi si può ancora rispondere.
Allora, vi pregherei di formulare quesiti a cui si possa rispondere, finalizzati a questa
prima fase.
Da questo punto di vista, volevo precisare la questione posta dal Consigliere Cantore
all'inizio. È confermato il mandato all'Azienda per avviare la società delle
infrastrutture e le gare; si tratta di questioni che non possono essere considerate delle
novità, perché erano comprese (vorrei che non venisse dimenticato) nel documento
per le linee di programmazione economica del Comune e, quindi, con molta
chiarezza, stiamo semplicemente operando in quella direzione.
Il punto, secondo me cruciale, al quale vorrei rispondere è questo: non possiamo
pensare di costituire un soggetto che rimanga semplicemente la società che unisce
Milano e Torino. L'obiettivo deve essere la costituzione di una nuova società, per
cui, passato un certo numero di anni (io esemplifico così e non voglio neanche dire
quanti) in cui l'Amministratore Delegato è riconosciuto a Milano (perché è il più
"pesante" dei due soci), i due azionisti - in questo caso, i due Sindaci - dovranno
scegliere un Amministratore Delegato magari di Trieste, Roma o New York
(insomma, di dove volete voi) e questo significherà che esisterà davvero una società
nuova.
Infatti, la logica dell'alternanza tra Torino e Milano, oppure una condivisione di
Torino sul milanese o viceversa, rischia di non permettere che questa diventi una
vera nuova società. A quel punto, tanto varrebbe non fare nulla! Non serve creare
semplicemente delle giustapposizioni, perché si rischia di produrre gli effetti
esattamente opposti a quelli che vorremmo raggiungere, cioè quelle maggiori
economie che permetteranno di abbattere i costi e avere più risorse per gli
investimenti, che consentono di migliorare la qualità e la quantità del trasporto e,
auspicabilmente, anche il costo del medesimo (quindi, le tariffe).
Vorrei che questo punto cruciale fosse condiviso; altrimenti, qualsiasi altra soluzione
si possa adottare (e gli avvocati sono bravissimi a trovarne) non corrisponderebbe a
quella che, a mio parere, è una questione dirimente. Quindi, su questo argomento,
poniamo dei quesiti, ma vi pregherei, nell'elaborazione delle questioni, di tenere
conto di questo tema, che per me, ai fini della pariteticità è quello cruciale.

CASTRONOVO Giuseppe (Presidente)
Dichiaro concluse le comunicazioni del Sindaco.
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